Donne imprenditrici sempre più numerose e innovative

Le donne hanno risorse infinite, non solo nella gestione della vita quotidiana, ma anche quando si tratta di lavoro, e se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, ecco una serie di dati e cifre che confermano le ottime performance delle imprese femminili.

In tempi di crisi, soprattutto, le aziende in rosa hanno dimostrato di reggere i ritmi, a volte anche meglio rispetto a quelle condotte da uomini, e non è ancora tutto.
Nel focus di Censis – Confcooperative “Donne al lavoro, la scelta di fare impresa”, fra il 2014 e il 2016 l’incremento è stato dell’1,5%, il triplo rispetto alla crescita del sistema imprenditoriale che non è andato oltre lo 0,5%. Proprio in questo periodo, inoltre, hanno registrato una notevole impennata i settori considerati tipicamente maschili, appartenenti all’area dell’energia e delle costruzioni, dove la crescita è stata del 2,6%, a fronte di una diminuzione del comparto del 2,1%.

Nei settori fondamentali del Made in Italy, che sono moda, turismo e agroalimentare, le imprese femminili stanno aumentando costantemente dal 2014, con un tasso superiore a quanto si registra sul totale delle imprese in questi comparti: si colloca abbondantemente sopra all’1% la parte di imprese femminili impegnate nel turismo (+5,1%, ma raggiunge l’11,5% nelle attività di accoglienza), nei servizi per la ristorazione (+4,4%) e nell’industria alimentare (+4,0%).

L’incremento delle imprese rosa è maggiore nelle regioni centrali (+2,0%) e al Sud (+1,8%), mentre il Nord Ovest e il Nord Est presentano crescita più contenuta(1% circa). Le regioni a più alto tasso di crescita sono il Lazio e la Calabria (entrambe con un +3,1%), mentre, all’opposto, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche segnalano una dinamica negativa.

Ma le donne imprenditrici sanno essere anche innovative, se, dalle recenti iniziative proposte dal Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, su 2.184 nuove imprese finanziate nel 2016, il 43% (940) è costituito da imprese femminili.
Inoltre il 91% delle imprese finanziate e guidate da donne ha sede nel Mezzogiorno, avendo le diverse iniziative di finanziamento e agevolazione diretto la propria azione soprattutto nelle regioni meridionali.

In particolare, nel progetto Smart & Start, che finanzia le startup innovative, a giugno di quest’anno il numero delle imprese finanziate ha raggiunto la quota di 761, con 242 milioni di euro in investimenti attivati e 230 milioni di agevolazioni concesse.
Tra i settori innovativi, spicca quello delle web technologies, che copre il 45% delle imprese, mentre gli altri settori come bioscienze, smart cities ed energia si aggirano intorno al 10%.

Tra gli startupper, ancora oggi domina la presenza maschile, al 75,5%, con le donne al 24,5%, ma si tratta di un dato che sale al 31,4% nel segmento più giovane. Inoltre, tra gli under 36, si sale a 46,7%, superando gli uomini che si fermano a 36,4%.

Maurizio Gardini, presidente Confcooperative, ha commentato questi dati: “Le donne hanno avuto il talento di trasformare fattori di svantaggio, tra pregiudizi e retaggi culturali, in elementi di competitività, riuscendo ad anticipare i fattori di novità del mercato, tanto che la ripresa è trainata dalle imprese femminili. Nelle cooperative, fanno meglio. Perché 1 su 3 è a guida femminile, è donna il 58% degli occupati e la governance rosa si attesta al 26%. Le donne hanno trovato nelle cooperative le imprese che più si prestano a essere ascensore sociale ed economico perché sono le imprese che coniugano meglio di altre vita e lavoro. La conciliazione resta il prerequisito per accrescere la presenza delle donne nelle imprese e nel mondo del lavoro”.

Vera MORETTI

Imprese femminili in continuo aumento

Si sta riducendo sempre di più il gap tra imprese condotte da uomini e quelle che, invece, vedono una donna alla guida.
Anzi, secondo i dati forniti da Unioncamere-Infocamere, il tessuto imprenditoriale italiano, che comprende poco più di 6 milioni di aziende attive, è composto in buona parte da imprese femminili.

A questo proposito, l’Osservatorio imprenditoria femminile di Unioncamere-Infocamere ha quantificato quante sono, analizzandone anche la collocazione dal punto di vista territoriale.
Il risultato ottenuto è interessante e controtendenza, poiché la presenza delle donne è sempre più massiccia. Ciò significa che, contro il problema della disoccupazione, molte donne in cerca di lavoro hanno deciso di mettersi in proprio e reinventarsi una professione, o crearsela su misura, ottenendo anche un discreto successo.

Ad oggi, le imprese femminili registrate sono 1.316.017. Di queste, il numero più alto è attivo nel Mezzogiorno, dove il tasso di occupazione femminile è decisamente più basso rispetto alle altre aree del Paese: secondo l’Istat, nel primo trimestre 2017 era al 31,3% contro il 48,2% della media nazionale e il 58,8% rilevato nel Nord del Paese.

Nello specifico, nel Sud e nelle Isole le aziende guidate da donne sono 474.376, pari al 36% dell’universo imprenditoriale femminile italiano. Nel Nord-Ovest, nel Nord-Est e al Centro sono molte di meno e rispettivamente 311.725, 231.520 e 298.396 unità.

Altri dati interessanti riguardano il tasso di femminilizzazione, che nel Mezzogiorno raggiunge quasi il 23,6%, ovvero il 2% circa in più rispetto al dato medio nazionale (21,75%) ma anche un punto percentuale in più rispetto al Centro, dove si contano 299mila imprese con un tasso di femminilizzazione del 22,5%, e quasi 4 punti percentuali in più rispetto al Nord-Est (oltre 231mila imprese, pari al 20% del totale) e al Nord-Ovest (circa 312mila imprese e un tasso di femminilizzazione del 19,9%).

Inoltre, le prime dieci imprese per tasso di femminilizzazione si trovano tutte in regioni del Mezzogiorno, con Molise, Basilicata e Abruzzo sul podio, mentre le regioni in cui le realtà femminili incidono meno sono settentrionali, e precisamente Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto.

Vera MORETTI

A Viterbo, open day per l’imprenditoria femminile

Appuntamento oggi per l’appuntamento annuale con l’Open Day Donne che aiutano le donne, iniziativa organizzata dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Viterbo, in collaborazione con BIC Lazio, che vuole aiutare e supportare le donne che vogliono fare impresa.

Si tratta di un evento che prevede in mattinata, una serie di punti di ascolto e di assistenza personalizzata riservati alle aspiranti e neo imprenditrici, da parte delle componenti del Comitato e dei funzionari camerali su accesso al credito e finanziamenti pubblici, forma giuridica più funzionale al proprio progetto imprenditoriale, oneri previdenziali e fiscali, opportunità formative, innovazione e sviluppo, registrazione di marchi e brevetti, comunicazione e digital marketing, promozione in Italia e all’estero, turismo.

Nel pomeriggio, invece, gli spazi del FabLab Lazio ospiteranno prima di tutto il Tutorial di modellazione 3D con l’obiettivo di fornire ai partecipanti le nozioni di base della modellazione 3D e illustrare l’uso dei diversi software di modellazione disponibili.
Alle ore 15.00 inizia Women in Business, nel corso del quale verranno illustrati i servizi rivolti alla creazione di impresa e, insieme alle aspiranti imprenditrici, verrà definito il percorso di formazione e di accompagnamento più adatto per lo sviluppo del progetto di business.

Serenella Papalini, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria femminile, ha dichiarato in proposito: “Invitiamo tutte le persone che hanno idee imprenditoriali o solo vogliono informarsi sulle varie opportunità a partecipare a questo momento di incontro tra donne. Un momento in cui le idee imprenditoriali circolano e cercano di essere valorizzate”.

Vera MORETTI

Imprese femminili in aumento in Toscana

Le donne imprenditrici sono sempre di più e a confermarlo sono le cifre, in costante aumento, soprattutto in alcune regioni italiane.

In Toscana, ad esempio, le aziende in rosa rappresentano un’importante e concreta risorsa per l’economia locale, tanto da aver registrato dati in crescita su tutto il territorio.
Ad oggi, le imprese femminili sono più di 93mila, con un aumento medio dell’1,5% ogni anno.

Ma quali sono i settori in cui le donne “spopolano” maggiormente?
Il settore dei servizi, del commercio e del turismo conta circa 1400 imprese femminili attive, che collocano la Toscana al quarto posto in Italia dopo Lazio, Lombardia e Veneto.

In queste stime, spiccano le imprese guidate da straniere, che sono il 61% del totale, con le giovani che però stanno registrando numeri da capogiro.

Andrea Sereni, presidente di Unioncamere Toscana, ha dichiarato in proposito: “In questi primi tre mesi dell’anno le iscrizioni di imprese rosa sono aumentate anche nel turismo e nell’artigianato, segno che la Toscana dispone di un habitat che, oltre ad offrire larghi margini di sviluppo, rappresenta una risorsa straordinaria ed una risposta concreta alle molte giovani donne, creative e intraprendenti, alla ricerca di opportunità occupazionali, anche in proprio“.

Vera MORETTI

In ascesa le imprese femminili straniere in Italia

Le percentuali parlano chiaro: le imprese femminili straniere sono cresciute del 20% in quattro anni, con picchi a Roma, dove si contano 10mila imprese condotte da donne, a Milano, dove sono 8mila, e a Torino, 5mila.
La Lombardia, comunque, si dimostra molto attiva, con Bergamo, Brescia, Varese e Mantova in pole position, ovviamente dietro il capoluogo meneghino.

Esaminando i dati nel dettaglio, inoltre, emerge che sono in costante aumento, tanto da essere arrivate ad oggi a 109mila attività e 6mila in più rispetto al 2014, corrispondente al 6%, che diventa 20% considerando gli ultimi quattro anni.

Le più numerose sono le cinesi (21 mila), le rumene (9 mila), le marocchine (7mila), le nigeriane (5 mila), pari alle svizzere (5 mila), seguite dalle tedesche (oltre 4 mila).

Più numerose a Roma (10 mila), Milano (8 mila), Torino (5 mila), Firenze (4 mila), Napoli, Prato (3 mila) e Brescia (oltre 2 mila).
Crescono più velocemente in quattro anni a Reggio Calabria (da 600 a oltre 800, +50%), Ferrara (da 400 a 600, +40%), Ravenna (da 500 a oltre 600, +40%).
Tra le prime anche Napoli (da circa 2 mila a circa 3 mila imprese, + 35%) e Palermo (da 1000 a 1400, + 34%). In mano a donne sono un quarto delle imprese straniere in Italia.

Questo fenomeno è stato analizzato durante un convegno tenutosi ad Expo nello spazio Women for Expo lunedì 6 luglio, durante il quale si è discusso del ruolo delle donne ed organizzato da United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), in cooperazione tra gli altri con Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), e promosso dalla Camera di commercio attraverso l’azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione.

Federica Ortalli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano e presidente del Comitato Imprenditoria Femminile, ha dichiarato in proposito: “Le donne hanno un ruolo centrale e sempre crescente nell’economia internazionale. La Camera di commercio con il Comitato sulle imprese femminili è accanto a Women for Expo. La ricchezza di imprese anche di donne straniere in Italia rappresenta un punto di partenza e di confronto anche a livello internazionale”.

Pier Andrea Chevallard, direttore di Promos, azienda speciale della Camera di commercio per l’internazionalizzazione, ha inoltre aggiunto: “Questo appuntamento rappresenta un momento di incontro e riflessione utile anche per il rilancio degli scambi internazionali che trova in Expo un momento importante”.

Vera MORETTI

Niente crisi per le imprese femminili toscane

Le aziende femminili non conoscono crisi o, almeno, riescono ad affrontarla in modo più risoluto e creativo.
In particolare, l’imprenditoria femminile toscana sta vivendo un periodo di particolare fermento, come i dati confermano.

A fine settembre 2013, infatti, le imprese in rosa erano 101.115, pari al 24,4% delle imprese registrate nei registri camerali toscani, con un incremento dello 0,9% rispetto a settembre 2012.
Al contrario, le imprese condotte da uomini è rimasta ai valori dell’anno precedente.

Grazie a questi dati, la Toscana si conferma una delle regioni più dinamiche d’Italia per quanto riguarda lo sviluppo dell‘imprenditoria femminile, tenendo il passo con Lazio (+1,1%) e Lombardia (+1,0), le prime della classe.

Il bilancio positivo dell’imprenditoria femminile regionale è legato in buona parte alla vitalità delle straniere: +858 unità in dodici mesi (+7,4%), un incremento superiore alla media nazionale (+6,2%). Sono soprattutto le imprenditrici non comunitarie a crescere (raggiungendo le 9.330 unità), ma in sensibile crescita sono anche le imprenditrici comunitarie (3.000 imprese).

Meno dinamico della media italiana è invece lo sviluppo dell’imprenditoria straniera non femminile (+3,5% in Toscana contro il 4,4% nazionale).
Gli ambiti settoriali in cui le imprenditrici straniere hanno trovato più ampi spazi di sviluppo, nel corso dei dodici mesi presi in esame, sono l’industria (+300 unità) e il commercio (+240).

Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana, ha dichiarato: “In Toscana la crescita del numero delle aziende femminili è guidata da imprenditrici straniere ma anche fra le imprenditrici italiane ci sono segnali incoraggianti: diminuiscono le ditte individuali e crescono le società di capitali, segno evidente che i percorsi delle imprenditrici sono oggi più strutturati e qualificati rispetto al passato. Il Sistema camerale toscano, insieme alle altre istituzioni pubbliche, ha spinto molto per questo salto di qualità e oggi arrivano le prime conferme. Naturalmente, c’è ancora tanto da fare per assicurare la promozione del talento femminile e la propensione imprenditoriale delle donne, a iniziare dal favorire l’acquisizione di competenze e capacità adeguate ad affrontare le nuove sfide che il mercato ci pone davanti“.

Nel tessuto imprenditoriale femminile si registra una discreta espansione delle società di capitali (+673 unità pari al +4,5%), dovuta in massima parte alle imprenditrici italiane. Le straniere, viceversa, preferiscono forme organizzative più elementari (+709 ditte individuali con titolare straniera, contro -584 imprese individuali con titolare italiana).

Circa due terzi delle aziende in rosa (per un totale di 66.029 unità) operano nel settore dei servizi: 27.670 di queste operano nel commercio e 10.145 nel turismo (ricettività e ristorazione), e proprio verso quest’ultimo segmento di mercato si è prevalentemente orientato il “fare impresa” delle donne nel periodo in esame (attività turistiche di alloggio e ristorazione +279 unità).

Ma qualcosa si muove anche nei settori fino a poco tempo fa considerati non propriamente femminili, come l’industria (+245 unità) e l’edilizia (+57).
Nell’ambito del manifatturiero, che conta 12.800 aziende femminili, l’incremento è legato soprattutto alla positiva dinamica della filiera abbigliamento-calzature (circa +200 imprese femminili).

In Toscana solo l’11,2% delle imprese rosa (11.293 aziende) è guidato da donne giovani (meno di 35 anni), che accusano inoltre una flessione nel periodo considerato (-0,5%) seppur meno marcata rispetto alla media italiana (-1,1%). Il calo registrato è inoltre nettamente inferiore rispetto a quanto rilevato per le imprese giovanili non femminili (-5,7% per quelle guidate da uomini under 35, contro una media nazionale del -3,6%).

Vera MORETTI

Sempre più donne nel franchising

Il franchising piace alle donne: sono infatti sempre più massicce le figure feminili che si avvicinano a questa formula per intraprendere un’attività in proprio, aprendo punti vendita o offrendo servizi al pubblico.

Nell’ultimo quinquennio, caratterizzato da una forte recessione e da una difficoltà sostanziale, soprattutto per le donne, di trovare un lavoro, sui 54 mila imprenditori affiliati nel 2012 in Italia la percentuale di quote rosa è del 38% nel 2012, dunque più di 20mila donne imprenditrici, quando era del 31% nel 2008.

Una crescita coerente con quella del comparto del franchising che occupa in Italia 186 mila commessi (oltre ai 54 mila affiliati titolari) e sta espandendosi all’estero con oltre 7 mila punti vendita, con un fatturato annuo di 180 milioni di euro nel 2012.

Questo scenario, cambiato notevolmente, dunque, negli ultimi cinque anni, è emerso durante la fiera specializzata Franchising Nord, quando è stato intervistato, tra i visitatori della fiera, un ampione di 500 donne e 500 uomini.

Il sondaggio mostra uno spaccato per molti versi sorprendente: le donne sembrano essere più selettive degli uomini nello scegliere il settore di affiliazione, più concrete nell’aderire alle proposte dei franchisor, più decise nell’affrontare la prima fase in cui si affrontano finanziamento e pratiche per l’apertura di un punto vendita, più fiduciose nei propri mezzi e, alla fine, più soddisfatte delle scelte compiute.

Per questo la 4° edizione di “Franchising Nord”, che si terrà a Piacenza Expo, dal 24 al 25 maggio 2014, organizzata dalla milanese QUiCKFairs® e dal portale BeTheBoss.it, darà ampio spazio alla condizione femminile nel franchising, con un workshop sul tema in cui verranno presentati i risultati completi della ricerca, testimonianze di franchisor e franchisee, le analisi di esperti e consulenti.

A commento della ricerca, Donatella Paciello, consulente legale di Assofranchising e di Franchising Nord, ha dichiarato: “Il dato più significativo che emerge dall’inchiesta è la maggiore attenzione che le donne prestano alla fase che precede la sottoscrizione del contratto di franchising. Accanto alle informazioni che, per legge, il franchisor è tenuto a fornire al franchisee, almeno trenta giorni prima della sottoscrizione del contratto, può essere molto utile per il potenziale franchisee acquisire prima della firma del contratto stesso ulteriori informazioni sia pure non obbligatorie per legge: si pensi ad esempio ai bilanci che, se richiesti, devono essere forniti all’affiliato. E’ altresì molto importante che l’affiliato consulti i franchisee già inseriti nella rete di vendita, di cui il franchisor deve fornire una lista aggiornata, al fine di testarne l’indice di soddisfazione. E’ dunque importante rivolgersi a consulenti legali esperti in materia, prima di sottoscrivere il contratto, perché Il franchising è una formula contrattuale che, accanto a clausole di contenuto inderogabile, consente di inserire nel contratto clausole specifiche adatte alle esigenze delle parti, al settore merceologico, al tipo di prodotto o servizio oggetto del franchising stesso”.

Vera MORETTI

Veronica Scopelliti nuovo presidente del Comitato dell’Imprenditoria di Prato

Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Prato ha un nuovo presidente: si chiama Veronica Scopelliti ed è stata eletta lo scorso 9 ottobre durante la riunione di insediamento del nuovo Comitato.

La scelta si è rivolta verso una giovane donna imprenditrice titolare di un’azienda che opera nel campo dei servizi all’infanzia, e che rappresenta un lampante esempio di come le donne, se messe nelle condizioni di farlo, risultano vincenti tanto quanto, e a volte anche di più, i loro colleghi uomini.

Scopelliti sarà alla guida del Comitato per i prossimi 5 anni e, nonostante fosse fresca di elezione, ha mostrato di avere le idee ben chiare su quale sarà il suo compito nel prossimo futuro: “E’ un compito che assolvo con piacere, credo che sia un momento importante per le donne e che ci siano molte cose che possiamo fare nel nostro territorio. Il nuovo Comitato mi sembra composto da persone che hanno molte idee, quindi credo che faremo un buon lavoro”.

La Provincia di Prato rappresenta, a livello nazionale, una felice realtà per quanto riguarda il progredire dell’imprenditoria a conduzione femminile.
Le imprese in rosa della provincia erano, nel primo semestre, 7.772, il 2,2% in più dello stesso semestre dell’anno precedente.
Sono le attività di ristorazione quelle cresciute di più nel semestre, con un incremento del 10% (in totale sono 360 imprese).

Il nuovo Comitato è formato da: Sabrina Nesti, Daniela Daniele, Ilaria Paoletti, Monica Mariotti, Gaia Gualtieri, Donatella Bolognini, Maria Chiara Malinconi, Nara Bocini, Cristina Pacini, Cinzia Grassi.

Vera MORETTI

A Lodi e Bologna, bandi per le imprese femminili

Ci sono due bandi in scadenza al 31 ottobre dedicati all’imprenditoria femminile, uno promosso dalla Camera di Commercio di Bologna e uno da quella di Lodi.

Per quanto riguarda il primo, verranno premiate le cinque imprese femminili che, avviate nella provincia di Bologna, abbiamo saputo proporre, negli ultimi 18 mesi, progetti di internazionalizzazione volti a promuovere i prodotti e i servizi del Made in Italy, ma anche l’eticità e l’ecosostenibilità dei prodotti stessi ed importanti elementi di innovazione.

In particolare, a proporre l’iniziativa, è il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, organismo della Camera di Commercio di Bologna formato dalle rappresentanti dei principali settori economici bolognesi.
Per presentare le candidature occorre compilare e inviare la Scheda di Candidatura sul sito della CCIAA di Bologna entro il 31 ottobre 2013.

Stessa scadenza per iscriversi al Premio della Camera di Commercio di Lodi per l’imprenditoria femminile, che mette in palio 1.000 euro, con lo scopo di incoraggiare lo sviluppo delle imprese femminili.

Il bando è aperto sia alle imprese individuali, sia alle società di persone, a patto che siano condotte da donne, o composte almeno al 50% da quote rosa, e regolarmente registrate al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lodi e in regola con il pagamento del diritto annuale.

Le proposte presentate verranno giudicate tenendo conto dell’originalità dell’attività svolta, l’adozione di strumenti innovativi di commercializzazione, promozione, comunicazione o assistenza alla clientela, la qualificazione e la valorizzazione del territorio e/o della produzione tipica locale e infine per la più recente costituzione in relazione alle domande pervenute.

A giudicare i progetti, il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile costituito presso la Camera di Commercio di Lodi, integrato dal funzionario camerale che ne segue l’attività.
All’impresa vincitrice verrà assegnato un premio di 1.000 euro, durante la premiazione che si terrà l’1 dicembre 2013 a Lodi nell’ambito della manifestazione “Fedeltà al lavoro e progresso economico” promossa dalla Camera di Commercio.

Presentando questo progetto, Alessandro Zucchetti, presidente della Camera di Commercio di Lodi, ha dichiarato: “La Camera di Commercio di Lodi ha voluto dare un segnale di incoraggiamento all’imprenditoria femminile, che nel Lodigiano si attesta circa al 20% del totale, al fine di agevolare la partecipazione della donna al mondo del lavoro andando incontro alle difficoltà da sempre legate alla gestione dei ritmi lavorativi e familiari”.

Vera MORETTI

Al via il Festival Città Impresa

E’ cominciata ieri, 8 maggio, presso l’Antiruggine di Castelfranco Veneto, la sesta edizione del Festival Città Impresa promossa da Nordesteuropa Editore e VeneziePost, ed inaugurata quest’anno dal progetto Italiax10 presentato da Telecom Italia.

Obiettivo di questo evento è valorizzare le eccellenze dell’imprenditoria femminile italiana, e mettere tra loro in contatto realtà vincenti provenienti da territori e culture diversi tra loro.

Italiax 10 racconta 10 idee di 10 donne, tra le quali spiccano Sara Roversi e Andrea Magelli e il loro progetto nato nell’ambito dell’ “eat – tertainment” e sviluppato all’interno di You Can Group, fucina imprenditoriale di idee e startup con una divisione orientata alla creazione di food format innovativi.

Interessanti anche le iniziative proposte da Gabriella Chiellino, specializzata in ingegneria ambientale, Francesca Molteni fondatrice di Muse Project Factory, Margherita Morpurgo cofondatrice e responsabile scientifico di Ananas Nanotech, Lucia Pannese direttore generale di Imaginary.

E non finisce qui: all’appello hanno risposto anche Francesca Romano, amministratore delegato di Atooma e ideatrice di una app con funzionalità altamente innovative, Patrizia Iacovazzi, fondatrice di Perlamadredesign, Claudia Lubrano fashion designer fondatrice di Ecogeco e creatrice dei “jeans a km 0”, Chiara Caliceti fondatrice di Omniarelations per la promozione territoriale.
Infine Luciana delle Donne amministratore unico della cooperativa sociale per il reinserimento lavorativo Officina Creativa.

Vera MORETTI