Siamo tutti sudditi del fisco

di Davide PASSONI

E ci voleva il Garante della Privacy per ricordarci che, più che cittadini, siamo dei sudditi? Il professor Francesco Pizzetti è infatti arrivato alla fine del suo mandato di sette anni e ha calato il carico: una bordata contro i controlli degni della Stasi che lo Stato sta mettendo in campo a danno dei contribuenti onesti per contrastare (cosa sacrosanta) l’evasione fiscale. Un discorso che non ha lasciato spazio a fraintendimenti, specialmente in passaggi come questi:  “Comprendiamo le ragioni di tutto questo, legate a un’evasione fiscale e a forme di illegalità che richiedono interventi di straordinaria efficacia. Dobbiamo però essere consapevoli che siamo in presenza di strappi forti allo Stato di diritto e al concetto di cittadino che ne è alla radice”. “È proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli. È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori”.

Eccoci qua. Finalmente qualcuno che ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno; perché, nonostante in tanti si riempiano la bocca dicendo che sì, le piccole e medie imprese sono l’ossigeno dell’economia italiana, che i professionisti sono una risorsa per il nostro sistema produttivo, la realtà è un’altra: lo Stato e il fisco trattano chiunque non sia sottoposto a sostituto d’imposta come un sicuro, nemmeno più possibile, evasore fiscale. Ogni cittadino che ha la sventura di scommettere su se stesso per emergere tramite la sua volontà d’impresa, si vede subito additato come un mariuolo (suddito!!) e, come tale, va vessato, oltre che con una pressione fiscale assurda, con richieste e trappole di ogni tipo per vedere quanto (non “se”) evade le tasse. Ogni imprenditore che lascia allo Stato ladro e al fisco vorace due terzi di quanto guadagna , si becca pure del furfante a priori. E ci voleva Pizzetti per ricordarci che è una bastardata?

Vero che questi “interventi di straordinaria efficacia” sono resi necessari da una quantità di evasione fiscale seconda, in Europa, solo a quella che si registra in Grecia, ma ci stiamo ancora a essere trattati da sudditi-capre da uno Stato che, quando è a credito, è rigido e inflessibile, mentre quando è a debito si prende il tempo che gli pare e fa e disfa leggi e regolamenti apposta per dilazionare i propri pagamenti? Noi no. E non ci stava nemmeno quella cinquantina di imprenditori che nell’ultimo anno si è tolta la vita proprio perché evadeva talmente tanto il fisco (brutti e cattivi lavoratori autonomi…) che non aveva di che pagare i propri dipendenti. Uomini che hanno anteposto la propria dignità di imprenditori onesti – non certo di evasori – alle carognate del fisco. Uomini che, pur di non lasciare in mezzo alla strada i propri dipendenti, si sono tolti di mezzo da sé. Pensiamo anche a loro prima di sparare contro il professor Pizzetti.

Evasione, le linee guida dei Comuni per segnalare i furbetti

La lotta all’evasione fiscale parte, oltre che dai cittadini, anche dagli enti locali.

Con il Provvedimento del 27 febbraio 2012, l’Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito le linee guida che i Comuni devono seguire per inviare alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate le segnalazioni qualificate, quelle in grado di evidenziare, come dice il Provvedimento, “senza ulteriori elaborazioni logiche” i comportamenti evasivi o elusivi.

Con riferimento alle segnalazioni qualificate, rilevanti ai fini dell’accertamento dei contributi previdenziali e assistenziali non dichiarati, trasmesse dai Comuni all’INPS, il Provvedimento individua come specifico ambito d’intervento quello del “Contrasto al lavoro sommerso”, per il quale dovranno essere inviate all’INPS segnalazioni qualificate relative a soggetti che:

– effettuano attività edilizia omettendo la denuncia contributiva relativa all’impresa;
– svolgono attività di commercio ambulante o su area pubblica omettendo la Comunicazione Unica ai fini fiscali, amministrativi e previdenziali e/o la denuncia contributiva relativa all’impresa;
– svolgono attività commerciale o artigiana omettendo sia la Comunicazione Unica ai fini fiscali, amministrativi e previdenziali che la denuncia contributiva relativa all’impresa.

Laura LESEVRE

Vedi Napoli e poi evadi

di Davide PASSONI

Ci risiamo. La Guardia di Finanza si è rimessa i costumi di scena ed è tornata sul palcoscenico e sotto i riflettori per un’altra operazione “spettacolare” contro i furbetti dello scontrino. Dopo i blitz dei mesi scorsi nelle località più “in” del Nord, da Cortina a Portofino, e nei locali ed esercizi della Milano da bere, questa volta è toccato al Sud, a Napoli.

Li avevano invocati, il governatore del Veneto Luca Zaia altri esponenti leghisti, controlli spettacolari ed efficaci anche al Sud. Eccone uno di tutto rispetto, per la città interessata e per i risultati sconcertanti ottenuti. Un blitz per scoprire che cosa? L’acqua calda fiscale, ovvero che l’Italia è veramente unita almeno quando si tratta di uccellare il fisco.

I numeri del blitz partenopeo parlano chiaro. I militari hanno effettuato controlli nelle zone dei mercati (Sanità – Pignasecca – Sant’Antonio Abate – Sant’Anna a Capuana) e in quelle a più alta vocazione commerciale (Vomero – Chiaia – via Toledo – corso Umberto I). Su 386 esercizi commerciali controllati, 317 sono risultati irregolari, tanto che l’82% di loro, di fatto non adempiva agli obblighi fiscali previsti dalla vigente normativa. Nel mercato di Sant’Anna a Capuana, con l’arrivo dei finanzieri gli incassi sono nettamente aumentati: su circa 50 ambulanti presenti, 40 di loro erano privi del misuratore fiscale e, all’arrivo dei militari, si è registrata una variazione media degli incassi del 133%, con un picco del 985%.

E vogliamo parlare delle auto? Su 35 veicoli controllati, 8 sono risultati intestati a persone fisiche o imprese con un reddito totalmente non in linea con il valore del veicolo. Basti dire che gli intestatari di una Porsche Carrera e di una Audi A5 non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi.

Occhi puntati anche sulla movida. Nelle ore serali e notturne sono stati eseguiti controlli in 30 esercizi commerciali: su 261 lavoratori intervistati, 34 sono risultati irregolari. Nei confronti di 5 locali sarà avanzata la proposta di sospensione dell’attività per gravi irregolarità in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

E visto che siamo a Napoli, tolti gli abiti borghesi e rimessa la divisa, alcune pattuglie hanno dato attuazione nel centro della città a una serie di attività per contrastare e prevenire l‘abusivismo commerciale, la contraffazione dei marchi, tutelare la sicurezza prodotti e del made in Italy e combattere la vendita di sigarette di contrabbando.

Insomma, dove vai vai la storia è sempre la stessa. Del resto, quali che siano le ragioni storiche o antropologiche (se ci sono….), un dato resta certo: vista la qualità dei controlli e la natura delle sanzioni, c’è chi si fa due conti e ne deduce che, alla fin fine, perché non provarci? Conviene di più non dichiarare che farsi ammazzare di tasse. Fino a quando la musica cambierà. Speriamo che questo sia solo il preludio di una bella sinfonia “eroica” contro i furbetti dello scontrino.

FACTA: mandato internazionale contro l’evasione fiscale

Si chiama Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) e ha riunito intorno un tavolo ben 6 Paesi: Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Si tratta della nuova normativa volta alla definizione di un approccio Intergovernativo per supportare e migliorare la Compliance Fiscale Internazionale.

In poche parole, la caccia all’evasione diventa intercontinentale. Lo scopo della FACTA è di attuare un approccio comune volto a “favorire la compliance fiscale internazionale e facilitare l’applicazione della legislazione fiscale a beneficio di entrambe le parti (i Paesi ndr )coinvolte”.

Il FACTA è già in vigore negli Stati Uniti dal 18 marzo del 2010, è solo dal 2012 che il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha annunciato la volontà, insieme agli altri Paesi europei, di aderire al FACTA, con lo scopo di “intensificare la lotta all’evasione fiscale internazionale”.

Dopo lo spesometro, il redditometro, in arrivo a giugno, e il nuovo database Serpico , l’Italia si mette in prima nella lotta all’evasione fiscale grazie all’accesso alla Foreign Account Tax Compliance Act, che permetterà allo Stato di ottenere la comunicazione delle informazioni da parte delle istituzioni finanziarie estere (Foreign Financial Institutions – FFIs), in relazione a conti correnti esteri, fondi di investimento e movimenti bancari.

L’ approccio intergovernativo adottato dagli Usa permetterà dunque ai 6 Paesi dell’Europa di dare il via ad uno “scambio automatico di informazioni in due direzioni”, ovvero da e verso gli Stati Uniti e l’Europa. In particolare, non sfuggiranno all’occhio vigile del fisco i conti aperti dai cittadini europei negli istituti finanziari statunitensi.

Grazie al FACTA, Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti si sono poi impegnati a collaborare sul lungo termine allo scopo di lavorare al raggiungimento di standard comuni in materia di obblighi dichiarativi e di due diligence.

Le 7 vite del Fisco

Il nuovo redditometro farà la sua comparsa a giugno 2012, ma l’Agenzia delle Entrate ha già dato inizio alla sua caccia all’evasore. Blitz dei finanzieri, tracciabilità dei conti correnti, controlli ad hoc. Quali sono le mosse messe in atto per stanare i veri evasori?

  • Serpico: il nome richiama un film degli anni ’70 con Al Pacino e che portava la firma di Sidney Lumet. Si tratta in realtà della nuova banca dati dove istituti di credito, assicuratori, operatori finanziari saranno obbligati a fornire tutte le informazioni sul contribuente. In termini di quantità, Serpico conterrà oltre 400 milioni di dati che fanno riferimento ad oltre 40 milioni di conti correnti.
  • 10 +: l’accertamento fiscale sui contribuenti scatterà d’ufficio se la differenza tra il guadagno ricostruito e quello dichiarato supera il valore del 10 %.
  • Tracciabilità: nelle operazioni bancarie tra privati e nelle transazioni tra consumatori e imprese non può essere utilizzato denaro contante se i pagamenti sono superiori ai 1000 euro. La disposizione è già in vigore dallo scorso 6 dicembre, ma a partire dal prossimo 31 marzo conterrà un’ulteriore norma: libretti di deposito bancari, postali o al portatore di valore superiore a 1000 euro dovranno obbligatoriamente essere estinti.
  • Spesometro : per ogni acquisto superiore a 3600 euro sarà obbligatorio fornire al venditore il proprio codice fiscale. Il commerciante dovrà a sua volta trasmettere tempestivamente il codice fiscale dell’acquirente all’Agenzia delle Entrate.
  • Redditometro: in vigore da giugno 2012, sarà basato sull’analisi di oltre 100 voci di spesa. Il suo compito è quello di misurare e verificare l’effettiva compatibilità fra redditi dichiarati e tenore di vita dei dichiaranti, attraverso l’analisi del livello delle spese. Il redditometro terrà conto del possesso di barche, auto di grossa cilindrata, assicurazioni sulla vita, spese per viaggi di lusso etc. Il nuovo strumento di lotta all’evasione è stato messo a punto analizzando i dati di oltre 22 milioni di famiglie, ovvero circa 50 milioni di soggetti, mentre la sua sperimentazione durerà fino a fine febbraio.
  • Equitalia: l’accertamento esecutivo dei controlli del fisco è affidato a Equitalia, per incassare le imposte non dichiarate. Saranno passate sotto la lente di ingrandimento soprattutto le dichiarazioni dei redditi dell’anno 2007-2008.
  • Tutoraggio: per coloro che hanno un volume d’affari superiore ai 100 milioni euro scatta il tutoraggio. In cosa consiste? L’Agenzia delle Entrate, attraverso le sue sedi regionali, diventerà un vero e proprio ‘angelo custode’ dei grandi contribuenti. Si stima che i grandi contribuenti passeranno così dai circa 2.000 del 2011 a oltre 3.100 nel 2012.

Il nuovo redditometro atteso per giugno 2012

Dopo i blitz di Cortina, Milano e Roma, l‘Agenzia delle Entrate annuncia l’arrivo del nuovo redditometro. Sarà operativo da giugno 2012: basato sull’analisi di oltre 100 voci di spesa, e il suo compito sarà quello di misurare e verificare l’effettiva compatibilità fra redditi dichiarati e tenore di vita dei dichiaranti.

Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha specificato che il nuovo redditometro è stato messo a punto analizzando i dati di “oltre 22 milioni di famiglie ovvero circa 50 milioni di soggetti”, mentre la sua sperimentazione durerà fino a fine febbraio.

Nel 2011 sono state passate al vaglio oltre 40 milioni di dichiarazioni dei redditi, che hanno portato nelle casse dello Stat0 rimborsi per 1,7 miliardi di euro. Grazie alla lotta all’evasione fiscale lo scorso anno sono stati recuperati 11,5 miliardi di euro. Più nel dettaglio: oltre 700mila verifiche su imposte dirette, 300mila su materia di registro e circa 11.500 controlli tramite indagini finanziarie.

Nel 2011 è cresciuto in maniera vorticosa anche il numero degli atti intimidatori: 250 dall’inizio dello scorso anno e già 70 nel solo mese di gennaio. Cifre da record, di cui però non c’è nulla di cui vantarsi.

”Nell’emergere della crisi si è tentati di assegnare ad Equitalia l’improprio ruolo di ammortizzatore sociale – spiega Befera. – Siamo consapevoli di dover agire contro dei soggetti che versano in particolari difficoltà economiche ma c’è anche chi ha fatto tutto per pagare le tasse”.

Nel frattempo, piovono polemiche sugli interventi blitz che hanno interessato commercianti, imprenditori e semplici cittadini nei giorni scorsi. “Nessuna volontà di spettacolarizzazione né di fare interventi nel mucchio” ci tiene a rassicurare Befera. E a ‘placare gli animi’ ci pensa anche Renato Brunetta che sottolinea: “l’Agenzia delle Entrate ha tutti gli strumenti per incrociare le dichiarazioni dei redditi, gli usi di automobili e oggetti di alta opulenza. Per cui la lotta all’evasione si può fare anche senza spettacolarizzazione”.

Il Fisco arriva a Cortina

Risultati importanti nel contrasto all’evasione sono stati raggiunti nell’operazione dell’Agenzia delle Entrate in cui sono stati impegnati 80 funzionari, lo scorso 30 dicembre, a Cortina.
L’intervento della vigilia di San Silvestro rientra nella normale attività di presidio del territorio da parte delle Entrate, non solo in Veneto ma su tutto il territorio nazionale, ed è stata portata avanti dai funzionari del Fisco con competenza e professionalità, con il minimo intralcio allo svolgimento dell’attività commerciale, al punto che, talvolta, gli agenti sono stati scambiati dalla clientela per commessi degli stessi esercizi commerciali.

Il controllo ha riguardato solo 35 esercizi commerciali (ristoranti, bar, alberghi, saloni di bellezza, farmacie, gioiellerie, boutique, eccetera) su un totale di quasi 1.000 presenti nella “Perla delle Dolomiti” e ha comportato una lievitazione degli incassi delle strutture “verificate” sia rispetto a quelli del giorno precedente, sia a quelli registrati nello stesso giorno del 2010.

Si può ben dire che il Fisco fa bene agli affari se i ristoranti hanno registrato un incremento degli incassi fino al 300% rispetto a quello del 30 dicembre dell’anno precedente (110% in più rispetto al giorno prima), i bar hanno incassato fino al 40% in più rispetto allo stesso giorno del 2010 (+104% rispetto al 29 dicembre 2011) e gli esercizi commerciali di lusso hanno avuto un aumento delle entrate fino al 400% rispetto al 30 dicembre 2010 (+104% rispetto al giorno prima).

Ma l’azione degli ispettori delle Entrate ha fatto emergere anche situazioni “particolari”, come quella di un commerciante che aveva in conto vendita beni di lusso per oltre 1,6 milioni di euro, non corredati da alcun documento fiscale.

I controlli si sono, poi, concentrati sui possessori di 251 auto di grossa cilindrata, evidenziando che su 133 “bolidi” intestati a persone fisiche, 42 sono di proprietà di cittadini che hanno dichiarato meno di 30mila euro lordi di reddito sia nel 2009 che nel 2010, mentre 16 appartengono a contribuenti che hanno dichiarato meno di 50mila euro annui. Le altre 118 autovetture risultano intestate a società che, sia nel 2009 sia nel 2010, in 19 casi hanno dichiarato di essere in perdita e in 37 casi hanno presentato una dichiarazione con meno di 50mila euro lordi di redditi dichiarati.
r.fo.

Spesometro, l’INT: prorogarlo e modificarne la norma

Oggi, 20 dicembre 2011, il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, in quanto Ministro dell’Economia, al Vice Ministro Vittorio Grilli e al Sottosegretario Vieri Ceriani. Nella missiva Alemanno torna sul tema della comunicazione delle operazioni IVA, il cosiddetto spesometro. Nella lettera, non solo si richiede una proroga dell’adempito in scadenza il prossimo 31 dicembre, ma una modifica della norma che regola il nuovo adempimento.

Si legge nella nota: “[…] per richiedere un intervento sulla normativa in oggetto relativa alla comunicazione delle operazioni IVA, sia in merito ai modificati limiti per l’uso di contante, sia per le complicazioni per aziende ed intermediari fiscali, complicazioni che non fornisco alcun vantaggio in termini di lotta all’evasione.
– con la riduzione ad euro 1.000 della soglia per l’uso di denaro contante nei pagamenti non ha più alcun senso il richiamo normativo alla comunicazione della operazioni IVA non fatturate e superiori ai 3.600 euro;
– la limitazione dei 3.000 per le operazioni fatturate non rappresenta una semplificazione ma una complicazione oltre a non fornire un quadro completo, sempre relativamente alla lotta all’evasione fiscale, della spesa totale dell’anno;
– la norma così come attualmente scritta, nonostante i tanti interventi di chiarimento dell’Agenzia delle Entrate, presenta ancora molte difficoltà interpretative già presenti in questa fase in cui il limite delle operazioni fatturate da segnalare per l’anno 2010 è stato aumentato ad euro 25.000 anziché i suddetti 3.000 (scadenza 31/12/2011) […]

La lettera poi prosegue con le richieste: “[…] si chiede un intervento immediato di rinvio relativo alla scadenza del prossimo 31 dicembre 2011, data entro la quale devono essere inviati i dati relativi al 2010, ciò a causa di una effettiva difficoltà da parte di aziende ed intermediari fiscali di individuare correttamente le operazioni da segnalare soprattutto per quanto concerne i rapporti soggetti a contratti o appalti.

Si ritiene che, anche ai fini della giusta lotta all’evasione fiscale, sia necessario conoscere la totalità delle spese sostenute anche dai privati ed avere per le imprese un primo controllo incrociato automatizzato grazie alla trasmissione telematica dei dati ed in questo caso di tutti gli importi fatturati. Ciò è possibile con il ritorno agli elenchi clienti e fornitori estesi anche alle operazioni fatturate in capo a soggetti privati, oppure con l’eliminazione, nell’attuale norma sulla comunicazione operazioni IVA, del limite dei 3.000,00 euro, eliminando contestualmente l’obbligo di indicare il numero delle fatture e il sistema (generico) di pagamento, dati che non forniscono elementi utili per la lotta all’evasione e che rendono solo più complessa la predisposizione degli elenchi […]“.

Alemanno ha inoltre chiarito la piena condivisione di una efficace lotta alla evasione fiscale attuata con strumenti efficaci ma di semplice applicazione, sottolineando come in tutto ciò la telematica possa essere di grande aiuto se ben utilizzata, altrimenti si rischia di creare un ulteriore divario ed ulteriori incomprensioni tra fisco e contribuenti.

Comune di Belluno: stretta antievasione

di Alessia CASIRAGHI

Belluno sottoscrive un patto con l’Agenzia delle Entrate per la partecipazione del comune all’attività di controllo fiscale. Dopo Padova, Venezia e Vicenza, tocca ora al capoluogo veneto firmare il patto per combattere l’evasione fiscale.

Sono sei gli ambiti in cui si concentreranno le attività di controllo e revisione:

  • Il commercio e le professioni, ovvero tutti coloro che esercitano un’attività economica senza partita Iva o enti non profit che svolgono tuttavia attività commerciali a fini di lucro
  • Urbanistica e territorio: tutti contribuenti che hanno venduto aree edificabili senza dichiararne il ricavo economico o che hanno partecipato ad abusivismi edilizi, siano essi di tipo residenziale che industriale
  • proprietà edilizia e patrimonio immobiliare: i proprietari di seconde/terze case no dichiarate, i locatori che non registrano i contratti o che omettono dichiarazioni Ici e Tarsu
  • residenze fittizie all’estero: tutti coloro soggetti che dichiarano la residenza all’estero mantenendo però i loro interessi familiari ed economici in Italia;
  • tutti i contribuenti che possiedono una beni economicamente rilevanti non coerenti con i redditi dichiarati.

Sarà l’amministrazione comunale di Belluno ad inviare per via telematica all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni utili ai fini dell’accertamento fiscale. Come corrispettivo riceverà fino al 100% delle imposte recuperate e delle sanzioni.

“Considero questo accordo molto importante perché mette a regime una stretta collaborazione fra le istituzioni, assolutamente necessaria in questo difficile momento – Antonio Prade ha affermato il sindaco di Belluno – perché ci consente di realizzare, scambiando informazioni, un fisco più equo”.

Siciliotti: la privacy del segreto bancario

“E’ un’ invasione della privacy. Può essere anche giustificata, ma solo se inserita in un disegno complessivo” commenta così Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili, la decisione di abolire il segreto bancario
prevista dalla manovra di Governo, e che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2012.

Siciliotti ribadisce la necessità che “le novità che vengono inserite dalla nuova manovra di Governo debbano essere equamente distribuite. E devi esserci un‘idea complessiva”. Quindi si all’abolizione del segreto, ma inserito entro una prospettiva più definita e un orizzonte di interventi più mirati. La norma che prevede l’abolizione del segreto bancario è finalizzata alla lotta contro l’evasione fiscale: in questo modo infatti il fisco avrà il rendiconto annuale di tutti i conti correnti e di tutte le altre operazioni bancarie di ciascun correntista.

Abuso di potere? Eccessivo controllo da parte dello Stato? Limitazione del diritto alla privacy?Voi cosa ne pensate della misura introdotta dalla nuova manovra?