Mascherin nuovo presidente del Consiglio Nazionale Forense

Aria nuova tra gli avvocati italiani. Dopo 11 anni alla guida del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa lascia il posto ad Andrea Mascherin, già consigliere segretario nella scorsa consiliatura.

Eletto al Consiglio Nazionale Forense dal distretto di Trieste, Andrea Mascherin è iscritto nell’Albo del Consiglio dell’Ordine di Udine, è penalista e subito dopo l’elezione ha ringraziato il presidente uscente annunciando una rinnovata stagione di impegno e di lavoro “a pieno ritmo”.

Oltre al nuovo presidente, il Consiglio Nazionale Forense ha eletto i componenti dell’Ufficio di Presidenza: Giuseppe Picchioni (vicepresidente – distretto di Bologna) Francesco Logrieco (vicepresidente – distretto di Bari), Rosa Capria (consigliere segretario – distretto di Firenze), Giuseppe Gaetano Iacona (tesoriere – distretto di Caltanissetta). Con il rinnovo delle cariche, il plenum del Consiglio Nazionale Forense è composto tra 33 componenti, di cui 8 avvocate.

Il presidente Mascherin ha le idee chiare sul ruolo e il lavoro del Consiglio Nazionale Forense sotto la sua presidenza: “Il nuovo Cnf – ha affermato – lavorerà per promuovere l’impegno dell’Avvocatura per la ripresa sociale del Paese nel rispetto dei valori e principi di una società democratica; questo significa che al centro dell’impegno ci sarà la tutela dei diritti dei cittadini, che non devono essere sacrificati a valori meramente economici. Con specifico riguardo alle sfide che attendono la professione, è necessario un cambio di marcia verso una ulteriore modernizzazione della professione, con lo sguardo sempre attento alla tutela dei grandi valori che hanno fatto da sempre dell’Avvocatura il baluardo delle democrazie occidentali”.

Il CNF si oppone al doppio binario

Antonio Damascelli, coordinatore della commissione per le problematiche tributarie del Consiglio Nazionale Forense, ha riaperto la diatriba che riguarda la questione del “doppio binario”, che può far apparire un imputato colpevole per il processo penale e innocente per l’amministrazione tributaria.

L’intervento di Damascelli è stato fatto in occasione del convegno organizzato a Roma dal titolo “Due bilance della giustizia a confronto: processo tributario e processo penale”, al quale ha anche portato il saluto il presidente del CNF, Guido Alpa.

L’incontro aveva come obiettivo primario proprio quello di analizzare la interrelazione tra i due processi e le criticità che derivano dal regime del doppio binario.
Il processo penale, che pure presenta aspetti di maggiore garanzia per il contribuente/imputato rispetto al processo tributario (per esempio grazie alla presunzione di non colpevolezza o al regime delle prove) va irrimediabilmente avanti pur se i fatti-presupposto non abbiano più alcuna rilevanza fiscale.
Sullo sfondo degli interventi, il disegno di legge delega fiscale, già approvata dalla camera e in corso di esame al senato. Un disegno di legge, secondo l’Avvocatura , fatto di luci ma anche di molte ombre.

Ha spiegato Damascelli: “La questione del doppio binario, che può apparire squisitamente tecnica, ha gravi riflessi operativi: per esempio può succedere che in fase cautelare penale può essere disposto un sequestro di un’azienda finalizzato alla confisca mentre, nel parallelo processo tributario, l’avviso di accertamento viene annullato. Come si vede, potrebbe cadere il presupposto di fatto della misura cautelare ma il danno derivante da essa diventa irreparabile”.

Ma qualcosa sembra muoversi presso la Corte di Cassazione, come ha confermato anche Ivo Caraccioli, presidente del Centro di diritto penale tributario: “Per la Corte, per esempio, la violazione tributaria accertata legittima la denuncia alla procura, che potrà servirsene come elemento presuntivo anche se non come prova per la condanna. I tempi sono maturi perché il legislatore affronti la questione magari nella delega fiscale, anche per evitare alcune derive preoccupanti”.

Per Francesco D’Ayala Valva, ordinario di diritto tributario, la questione riguarda anche il raddoppio dei termini dell’accertamento fiscale contenuto nella delega fiscale, che profila una vera e proprio violazione delle regole dello Statuto del Contribuente.
Ha sottolineato D‘Ayala Valva: “I giuristi dovrebbero denunciare il fatto che non si possono giustificare interventi normativi finalizzati a coprire inefficienze dello Stato”.

L’avvocato Claudio Berliri ha approvato la decisione della giurisprudenza di prevedere soluzioni di equilibrio, poiché “è difficile individuare la soluzione migliore e stabilire una volta per tutte quale sia il giudicato che deve fare stato”.

L’avvocato Nicola Bianchi ha focalizzato l’attenzione sui principi di delega per la revisione del sistema penale tributario: “lodevole l’intenzione di ridurre la pressione penale sottolineando la necessità di dare rilievo solo ai comportamenti fraudolenti, simulatori o di falso; ma si tratta di principi molto vaghi che possono scatenare un contenzioso abnorme”.

Lucio Rossi, rappresentante dell’Unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi, ha invece fatto richiesta di un giudice tributario professionale e a tempo pieno.
Giuseppe Maria Cipolla, ordinario di diritto tributario, ha tratteggiato le criticità in ordine all’introduzione nel processo tributario di prove acquisite irritualmente.

Vera MORETTI

Per le società tra avvocati si segue la legge forense

E’ stata diramata una nota da parte del Consiglio Nazionale Forense per chiarire i termini corretti che riguardano le società tra avvocati.
Dopo, infatti, alcune affermazioni errate pubblicate dai media, Guido Alpa, presidente del CNF, ha voluto specificare che, in merito, la disciplina corretta è quella prevista dalla legge forense.

In particolare, viene chiarito che anche se il termine per la delega per la disciplina dell’esercizio in forma societaria della professione di avvocato è scaduto, non è possibile applicare la disciplina prevista per le società tra professionisti appartenenti ad altre categorie, pena la nullità delle società con grave danno per i cittadini.

Alpa sollecita dunque esercizio della delega da parte del Ministero della Giustizia, secondo i termini previsti dalla riforma forense.

Vera MORETTI

I civilisti si confrontano sulla crisi economica

Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, è intervenuto la settimana scorsa al seminario sul tema “Crisi economica e categoria civilistiche”, in qualità di presidente dell’Associazione civilisti italiani.

Nell’aprire i lavori, ha ricordato il tema del rapporto tra crisi economica e prospettive del diritto privato, e la conseguente urgenza di colmare una lacuna che in altri Paesi è al centro di importanti discussioni.
Alla base delle riflessioni di Alpa c’è la consapevolezza di nuove regole e nuove tipologie di contratto tra gli operatori economici, considerati essenziali per superare la crisi economica.

Ecco le parole di Guido Alpa: “Il tema delle crisi è affrontato sia dal punto vista storico, sia economico e sociale in modo da individuare il ruolo che il diritto ha avuto e potrà avere nel contributo al rilancio dell’economia. Tuttavia la sola autonomia privata nella regolazione dei rapporti non può bastare; sono necessari interventi legislativi in un quadro di insieme, che oggi ancora manca, per rafforzare il perseguimento dell’interesse pubblico e sociale. L’attuale frammentarietà degli interventi, in ambito comunitario e nazionale, è oggi un punto debole e richiede, invece, un esame globale; tentativo che sarà sperimentato in questi due giorni di lavoro”.

I nuovi strumenti contrattuali, come ad esempio i contratti di rete tra le imprese, hanno contribuito a dare nuova vitalità al diritto privato, cosi come la contrattazione procedimentalizzata nella crisi dell’impresa o nel sovra-indebitamento e l’irrompere del merito creditizio nei contratti di finanziamento bancario.

Vera MORETTI

Lettera del CNF al ministero della Giustizia

Il Consiglio Nazionale Forense ha inviato una lettera al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri contenente la proposta di nuovi Parametri forensi, secondo il nuovo ordinamento professionale degli avvocati.

Guido Alpa, presidente del CNF, ha accompagnato il documento con una lettera nella quale ha auspicato che il primo colloquio istituzionale con il guardasigilli, avvenuto il 21 maggio scorso, “indichi la via per la costante e proficua collaborazione” ed ha avanzato concrete proposte di collaborazione anche in merito all’amministrazione della giustizia.

Per quanto riguarda i parametri destinati alla liquidazione dei compensi da parte del giudice, la lettera spiega le ragioni per le quali è necessario superare gli attuali parametri “particolarmente vessatori ed iniqui”, tenendo conto anche della grave crisi economica che investito i giovani ma anche gli avvocati di provata esperienza: “Una situazione che appare palesemente in contrasto con il dettato costituzionale della dignità della retribuzione”.

La proposta si basa in particolare su principi di semplificazione e trasparenza, per creare un rapporto più diretto tra gli operatori del diritto e per i cittadini che potranno avere uno strumento di immediato orientamento, ma anche avere effetti benefici per l’accelerazione dei tempi processuali.

Il presidente del CNF ha anche articolato l’offerta di collaborazione istituzionale in diversi punti relativi alla previsione di modalità di cooperazione con un coinvolgimento diretto dell’Avvocatura nella organizzazione della amministrazione della giustizia.
Il progetto riguarda anche il disegno di legge sulla negoziazione assistita, con la quale gli avvocati possono raggiungere intese transattive e autenticare le sottoscrizioni delle parti e del progetto, in corso di elaborazione da parte del CNF, per coinvolgere gli avvocati nella istituzione dell’ ufficio del giudice e nello smaltimento dell’arretrato giudiziario.

Guido Alpa ha inoltre affrontato il problema della geografia giudiziaria, sottolineando la incongruità del riordino sulla base di criteri astratti e dannosi, atti a un aumento dei costi più che ad effettivi risparmi.
Un problema che si è acuito per l’imminenza della pronuncia della Corte costituzionale, che richiederebbe un differimento del termine di entrata in vigore della riforma; e per la sostanziale anticipazione dell’ attuazione della riforma, che già “si realizza in forme occulte o striscianti con lo svuotamento degli uffici giudiziari per i trasferimenti a domanda dei magistrati e per la sistemazione degli uffici e delle sedi”.

Vera MORETTI

Sportello del cittadino all’interno dei Consiglio d’Ordine forense

Ogni Consiglio dell’Ordine forense dovrà, da subito e comunque non oltre il 30 novembre 2013, aprire uno Sportello del cittadino che dovrà fornire un servizio, gratuito, di informazione e orientamento ai cittadini sulle prestazioni professionali e sul funzionamento della giustizia.

I cittadini, quindi, potranno rivolgersi gratuitamente ad avvocati per ottenere informazione e orientamento per la fruizione delle prestazioni professionali degli avvocati e per l’accesso alla giustizia. E’ esclusa ogni attività di consulenza ed è vietata l’informazione sui giudizi pendenti.

Lo Sportello fornirà informazioni sulle caratteristiche delle prestazioni professionali e sulla loro utilità, anche nella prospettiva della prevenzione del contenzioso; sulle formalità necessarie relative al conferimento dell’incarico e sui diritti e gli obblighi che ne derivano; sulla possibilità di rivolgersi al Consiglio dell’Ordine, qualora vi sia mancanza di accordo sul compenso con il proprio difensore, al fine di raggiungere una conciliazione.

Le informazioni erogate riguarderanno gli strumenti di tutela giudiziaria previsti dall’ordinamento; i possibili tempi di un giudizio ed i criteri per la individuazione dei costi , anche conseguenti alla soccombenza; informazioni sulla difesa di ufficio e sul patrocinio a spese dello Stato e quelle relative ai sistemi alternativi per la risoluzione delle controversie, e i relativi vantaggi in termini di costi e tempi. Per garantire la qualità delle informazioni, gli avvocati a disposizione nello Sportello saranno iscritti un elenco, nell’ambito della materia di propria competenza e a condizione che siano in regola con tutti gli adempimenti disciplinari, formativi, amministrativi; l’elenco è tenuto dal Consiglio dell’Ordine e dovrà essere aggiornato.

Per evitare ogni ipotesi di accaparramento di clientela, il regolamento prevede anche ferme incompatibilità per l’avvocato che ha fornito le informazioni e per i suoi vicini-parenti o colleghi di studio, prevedendo adeguati sistemi di controllo; il rifiuto immotivato di fornire il servizio o la mancata presenza dell’avvocato nel turno di riferimento senza valido motivo sono cause di esclusione dall’elenco.

Guido Alpa, presidente del CNF, ha dichiarato: “Il nuovo ordinamento forense restituisce l’Avvocatura al suo rilievo costituzionale legato al diritto fondamentale di difesa; l’Avvocatura interpreta questo ruolo essenziale per la giurisdizione anche prestando di un’attività di servizio a vantaggio e senza costi per la collettività”.

Vera MORETTI

A Roma il Convegno su giustizia ed organizzazione istituzionale

Durante l’ultimo Convegno “Giustizia: organizzazione istituzionale e costruzione teorica”, promosso dal CNF e dalla Scuola superiore di studi avanzati de La Sapienza, Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense ha voluto commentare ancora una volta le conseguenze della Riforma Forense.

Meriti della riforma sono, in primo luogo:

  • promuovere la giustizia diffusa a cura dei Consigli dell’Ordine;
  • farsi carico della sempre maggiore qualificazione dell’Avvocatura anche per un più efficiente servizio giustizia;
  • assegnare al CNF e agli Ordini una potestà regolamentare per organizzare meglio l’assetto ordinamentale professionale.

Alpa ha voluto commentare personalmente gli interventi dei relatori:
Dal vicepresidente del Csm Michele Vietti abbiano ascoltato considerazioni che non possiamo non condividere: il CNF con i suoi studi ha sempre segnalato il rischio di empasse creato da continui e alluvionali interventi normativi sulle regole processuali. Il giudice di Cassazione Gianni Amoroso ha parlato della necessità di una sorta di moratoria della legislazione primaria, che ha investito il giudizio di Cassazione con soluzioni che l’Avvocatura ha ritenuto inadatte, come il quesito di diritto”.

Durante il convegno è emersa anche la necessità che i circuiti di soluzione delle controversie non siano più esclusivamente giurisdizionali e tribunali-centrici: “In questo ambito l’Avvocatura è all’avanguardia. La legge forense (247/2012) prevede la istituzione delle Camere arbitrali e di conciliazione presso i Consigli dell’Ordine“.

Presente anche Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, il quale ha sottolineato come la giurisdizione contabile si sia man mano estesa nelle competenze e sulla qualità dei soggetti sottoposti a controllo; estensione destinata ad allargarsi con la nuova previsione costituzionale del necessario rispetto del principio di parità nel bilancio dello Stato.

Vera MORETTI

Incontro tra CNF e Corte Costituzionale

Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, ha incontrato il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, per un colloquio sull’azione comune in difesa del corretto andamento dei processi nei gradi superiori, l’apporto dell’Avvocatura nell’abbattimento dei tempi nei giudizi di legittimità costituzionale, e la necessità di una collaborazione sempre più assidua con la Corte per sollecitare il futuro Governo ad introdurre riforme organiche sulla Giustizia.

Alpa ha così commentato l’incontro: “E’ stato un incontro di piena condivisione sui temi più urgenti che affliggono il sistema giustizia in Italia” ha commentato al termine dell’incontro il presidente Alpa “ che confermano l’impegno, la disponibilità comune e il dialogo reciproco per una giustizia più efficiente nell’interesse esclusivo dei cittadini”.

Vera MORETTI

Avvocati a misura di cittadino

L’Avvocatura si appresta a diventare a misura di cittadino.

Tutti coloro che ne avranno bisogno, infatti, potranno contare su un servizio di orientamento e informazione a cura dei Consigli dell’Ordine forensi, a titolo gratuito.

Si tratta del primo adempimento regolamentare, tra quelli previsti dal nuovo Statuto dell’Avvocatura, al quale ha messo mano il CNF, poiché la riforma mira a potenziare la tutela dell’interesse pubblico da parte degli Ordini forensi e a promuovere la funzione sociale dell’Avvocatura.

Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, ha dichiarato: “Dopo l’approvazione della riforma forense il CNF sta progettando una serie di iniziative che rendono l’apporto dell’Avvocatura indispensabile per il miglioramento del servizio giustizia. L’Avvocatura può anche garantire la risoluzione delle controversie fuori dai tribunali, con le Camere di Conciliazione e le Camere arbitrali”.

In pratica, i cittadini potranno rivolgersi agli sportelli aperti nei locali dei Consigli dell’Ordine e sottoporre ad avvocati o praticanti abilitati quesiti riguardanti le modalità di protezione dei loro diritti e i costi delle procedure e delle prestazioni professionali. Potranno anche chiedere quali azioni giudiziarie esperire, ottenere informazioni sui sistemi alternativi come la mediazione e l’arbitrato, sulle condizioni di accesso alla difesa d’ufficio e al gratuito patrocinio.

Lo sportello fornirà anche indicazioni sulla pattuizione del compenso, sul conferimento dell’incarico all’avvocato, sui doveri deontologici che ne derivano e sui nuovi adempimenti previsti dalla riforma forense, come il dovere del legale di rendere noto il livello di complessità dell’incarico e di fornire informazioni utili in merito agli oneri ipotizzabili sino alla sua conclusione, nonché la prevedibile misura del costo della prestazione professionale, con particolare riferimento alla distinzione tra oneri, spese e compenso professionale.

Per evitare qualsiasi conflitto di interesse, gli avvocati hanno il divieto di assumere incarichi di difesa/assistenza a favore di chi hanno coadiuvato presso lo Sportello per almeno due anni, così come il divieto di indicare il nominativo di colleghi per l’assunzione dell’eventuale incarico professionale.

I Consigli dell’Ordine vigileranno sulla corretta applicazione del regolamento e di quello locale, istitutivo dello Sportello.

Le spese dello Sportello non peseranno sulle casse dello Stato ma saranno a carico della categoria.

Vera MORETTI

Il CNF chiede un nuovo codice del processo contabile

Era presente anche Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte dei Conti.

In quell’occasione, Alpa ha dichiarato: “Da una semplice lettura delle più recenti disposizioni normative emerge un incremento molto significativo delle funzioni di controllo della Corte dei conti. Ad essa viene effettivamente riservato un ruolo chiave nel percorso di risanamento dei conti pubblici e per il coordinamento della finanza pubblica. Queste funzioni vengono, tuttavia, assegnate attraverso previsioni che si caratterizzano per la loro poca chiarezza dispositiva, per la continua mutevolezza e per la scarsa, se non nulla, sistematicità”.

I dubbi dell’Avvocatura riguardano la reale efficacia degli interventi da parte della magistratura contabile, soprattutto in mancanza di strumenti adeguati e in presenza e di norme processuali che chiedono un intervento di aggiornamento.

Ha voluto sottolineare Alpa: “Nulla si è fatto per la definizione delle garanzie che devono essere introdotte nella fase preprocessuale del giudizio di responsabilità, con la previsione, in particolare, di una disciplina adeguata della fase dell’archiviazione”.

Ciò che viene invece richiesto, perché indicato necessario, è un nuovo codice del processo contabile, con una completa e organica revisione del regolamento di procedura, che potrebbe risolvere le problematiche legate all’effettività del giudizio di conto, le caratteristiche dell’iniziativa del Pubblico Ministero e le fonti di conoscenza degli illeciti,oltre alla domanda introduttiva del Pubblico Ministero e il contraddittorio, l’acquisizione e la formazione delle prove nonché l’esecuzione delle decisioni di condanna.

La preoccupazione del CNF riguarda alcune iniziative di alcune procure regionali, così come un recente orientamento giurisprudenziale, che insieme ipotizzano responsabilità amministrative in capo ai componenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati per i pareri favorevoli rilasciati alla liquidazione delle parcelle per il rimborso delle spese legali per gli amministratori degli enti locali, coinvolti, per ragioni d’ufficio, in procedimenti giudiziali penali, conclusisi con piena assoluzione, quando vi sia una normativa che preveda l’obbligatorietà del visto dello stesso Consiglio.

Il presidente del CNF ha infine voluto ricordare che il nuovo ordinamento forense contribuirà a migliorare l’efficienza dell’esercizio della funzione giurisdizionale, compresa quella amministrata dalla Corte dei Conti, con un’avvocatura più preparata ed aggiornata, specializzata, e selezionata mediante un accesso più rigoroso ed ha proposto di avviare una collaborazione, con la stipula di un Protocollo d’intesa con la Corte dei Conti nell’ambito dell’Osservatorio sulla giurisdizione per avviare indagini sui rapporti tra economia e giustizia, per confutare con dati e proposte “ricette semplicistiche fornite anche da prestigiose istituzioni internazionali sulla base di studi che hanno a monte solo dei burocratici questionari”.

Vera MORETTI