Concordato biennale e sanzioni fiscali dimezzate, le novità

Il concordato biennale, a lungo annunciato, è finalmente arrivato e porterà molte imprese a ottenere semplificazioni negli adempimenti e per i più fortunati anche un risparmio di imposta.

Concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale prende il via già dal 2024, i contribuenti avranno tempo fino al mese di aprile 2024 per aderire e avrà validità per due anni, con la possibilità di rinnovo per i successivi due anni.

Il concordato preventivo biennale prevede che Fisco e contribuente si mettano d’accordo sulle tasse da versare per due anni, indipendentemente dal reddito prodotto. L’accordo sarà basato sui dati emergenti dalle dichiarazioni degli anni precedenti.

Naturalmente può essere conveniente per i contribuenti che pensano di poter aumentare i loro redditi nei successivi due anni perché per loro vi è un risparmio di imposta. Diventa invece poco conveniente nel caso in cui negli anni oggetto di concordato biennale si ritrovino ad avere un reddito più basso perché pagano tasse maggiori rispetto a quelle che avrebbero pagato con il metodo ordinario di determinazione delle imposte.

Secondo le stime, il concordato biennale dovrebbe portare a un maggiore gettito in termini di cassa di 760,5 milioni: 748,1 l’anno prossimo e 12,3 milioni nel 2025. Tali stime però non entrano per ora nei conti.

Il vantaggio non è solo di tipo economico e prettamente legato alle imposte, ma è anche relativo ai controlli, infatti non dovendosi presentare dichiarazioni e visto che le tasse sono frutto di accordo, non vi sono controlli, accertamenti fiscali, verbali.

Non tutti potranno aderire al concordato preventivo biennale, sono esclusi coloro che non hanno presentato dichiarazione dei redditi anche per anche un solo anno dei tre presi come riferimento. Inoltre non potranno presentare istanza di adesione i contribuenti hanno avuto condanne per reati fiscali. Infine, sono esclusi i contribuenti che hanno un punteggio nelle dichiarazioni Isa inferiore a 8.

Leggi anche: Isa 2024 semplificati: ecco come cambia la pagella degli autonomi

Dialogo con il Fisco e sanzioni dimezzate

Il concordato preventivo biennale non è l’unica novità, infatti in caso di emissione di un verbale di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate è possibile avvalersi di un dialogo preventivo tra Fisco e contribuente che porterà a dimezzare le sanzioni. Per gli accertamenti il Fisco utilizzerà inoltre l’intelligenza artificiale che elaborerà i dati partendo dalla interoperabilità delle varie banche dati.

Ricordiamo infine che cartelle di pagamento e contestazioni potranno essere notificate anche presso il domicilio digitale.

In questo caso occorrerà però prestare attenzione alla decorrenza dei termini per la prescrizione che inizierà al momento in cui il gestore della posta certificata o del domicilio digitale comunicherà l’avvenuta consegna.

Intelligenza artificiale, potrebbe presto sostituire i lavoratori?

L’intelligenza artificiale è spesso legata al miglioramento tecnologico, sia nella vita che nelle imprese, ma andranno presto a sostituire i lavoratori?

Intelligenza artificiale, cos’è e come cambierà il mondo del lavoro

L’intelligenza artificiale è una disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano. Alan Turing è il padre dell’intelligenza artificiale. Ma oltre a essere considerato uno dei padri dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, è stato un filosofo, un esperto della crittografia e uno dei matematici più illustri del ‘900.

Ai giorni oggi tutte le volte che chiediamo ad un dispositivo di fare qualcosa, sfruttiamo un’intelligenza artificiale. Quando chiediamo qualcosa a Google, Maps o Alexa non si fa altro che chiedere di fare un’operazione al nostro posto. Quindi si sostituisce un’azione umana ad una eseguita attraverso appunto un’applicazione. Comodo e rapido, ma attenzione cosa accadrebbe se tutto fosse svolto da un’intelligenza artificiale? I lavoratori potrebbero dire addio ai loro posti di lavoro?

L’uso dell’intelligenza artificiale, anche sul luogo di lavoro.

La risposta alla domanda è unica e semplice: NO. Per quanto può essere avanza o tecnicamente efficiente e per quanto si tendi a creare sempre più modelli identici al pensiero umano, si tratta solo di esecutori. Sono macchine che eseguono ordini, quindi non potranno mai sostituire il pensiero umano, per un solo motivo: non hanno la capacità di prendere decisioni. Fino a questo momento è solo l’uomo capace di capire e prendere le decisioni che per lui sono le migliori in quel momento.

Infatti i lavori più a rischio sono quelli di routine o ripetitivi. Si tratta di impieghi in cui l’unica cosa da fare è ripete all’infinito le stesse operazioni, oppure che derivano da schemi che non hanno bisogno di applicazione di alcune logica. Ma anche in questo caso, occorre sempre qualcuno che possa essere capace di verificare che tutto stia procedendo regolarmente. E se così non fosse, mettere in atto le strategie e le azioni correttive affinché tutto sia perfettamente funzionante secondo la tabella di marcia prefissata.

I lavori che ne resterebbe salvi e le nuove opportunità

Dovrebbero essere salve tutte quelle le professioni connesse all’istruzione, all’orientamento, alla consulenza di carriera. Circa l’84% delle mansioni di chi lavora in questo settore è poco esposto al cambiamento. Anche in medicina, per quanto si possano applicare tecniche di precisione, ci sono casi che solo un medico riesce a conoscere tanto bene il proprio paziente da salvargli la vita.

Ma accanto all’innovazione tecnologica cresceranno sempre più nuove posizioni di lavoro. Tra questi ci sono: sviluppatori di IA, progettisti di interfacce e interazioni, creatori di contenuti di IA, curatori di dati e specialisti in etica e governance dell’IA. Un pò come quello che è successo con i social Media. Oggi esistono i social media manager che guadagno bene, lavorando con Facebook, Instagram, Linkedin, Tik Tok e tanto ancora. Mestieri che fino a che poco tempo fa nemmeno esistevano, ma che oggi permettono di fare buone carriere, anche all’interno di grosse imprese.

Intelligenza artificiale, l’Inps prova l’assistente virtuale di Opzione donna

Negli ultimi mesi si sente sempre più spesso parlare di intelligenza artificiale applicata in vari settori e non poteva mancare l’Inps, che ha deciso di sperimentare l’intelligenza artificiale nel servizio di assistenza virtuale per Opzione Donna.

INPS, l’assistenza per Opzione Donna sarà fornita dall’intelligenza artificiale

Opzione donna è l’anticipo pensionistico riservato alle donne, rimandiamo agli articoli di approfondimento per capire chi può percepirla e quali sono le condizioni e gli importi. Ciò che qui interessa è che online è ora presente l’assistente virtuale pronto a rispondere a tutte le domande delle persone interessate a tale anticipo pensionistico. A rispondere non sarà una persona, un collaboratore Inps, ma l’intelligenza artificiale. A renderlo noto è l’Inps con il Messaggio 2659 del 14 luglio 2023.

Si tratta di una fase sperimentale, l’assistente virtuale dovrebbe fornire all’utente risposte immediate e puntuali e garantirgli il giusto orientamento tra le varie prestazioni sociali a cui è possibile accedere. L’assistente virtuale creato con intelligenza artificiale rientra nel percorso strategico di innovazione e digitalizzazione, in linea con gli obiettivi del PNRR.

Assistente virtuale AI per l’assistenza Inps, cosa è in grado di fare?

L’assistente è in grado di dialogare con l’utente come se fosse una persona vera in quanto èriesce a ricordare tutte le domande e le risposte date nel corso del colloquio, quindi fornisce un’esperienza reale, intuitiva e soprattutto completa, proprio come se si parlasse con un collaboratore in carne ed ossa.

Nelle varie risposte fornite all’utente sarà incorporato anche un link di approfondimento all’argomento oggetto di dialogo, in questo modo l’utente potrà avere in modo semplice tutte le informazioni di cui ha bisogno.

Sarà possibile presentare all’assistente virtuale anche domande di tipo comparativo, ad esempio le differenze che vi sono tra due specifiche prestazioni, ad esempio la pensione Opzione donna e Ape sociale. L’Inps sottolinea che nelle comunicazioni con l’Inps attraverso l’uso dell’assistente virtuale sono adottati protocolli di sicurezza particolarmente elevati e di conseguenza non vi ri

La fase sperimentale dell’applicazione dell’intelligenza artificiale nei servizi Inps durerà 4 settimane. Al termine di queste potranno essere applicati degli aggiustamenti inoltre il servizio potrà essere esteso a tutte le altre prestazioni Inps e non solo a Opzione Donna.

Leggi anche: Opzione donna 2023: è possibile presentare domanda

Arriva Over 60, la pensione che sostituisce Opzione Donna

ChatGPT: perché tutti ne parlano? Di cosa si tratta?

Tutti ne parlano, molto sono critici, altri entusiasti, ma cos’è la ChatGpt che promette di rivoluzionare il mondo con l’intelligenza artificiale?

Cos’è la ChatGpt?

ChatGpt vuol dire “Generative Pre-trained Transformer”, tecnicamente vuol dire “trasformatore pre-addestrato Generativo”, tralasciando i termini tecnici si tratta di un simulatore di conversazioni in cui dall’altra parte non c’è una persona, ma l’intelligenza artificiale. La ChatGpt inizia a funzionare a novembre e di fatto ha avuto un immediato successo, al punto che si parla di applicazione anche in materia legale. Negli Stati Uniti l’avvocato Robot è già realtà e, sebbene in Italia siamo lontani da tale applicazione, c’è chi ha già provato l’uso del simulatore per capire quali possono essere le potenzialità e se esso è in grado di sostituire davvero l’essere umano nei vari ambiti della vita quotidiana. Naturalmente trattandosi di una novità sono in molti anche a temere questo effetto.

Il software utilizzato, appartenente a una società di cui fa parte anche Elon Musk è in grado di elaborare una gran quantità di testo e questo implica che l’interazione è molto naturale e appare veritiera.

In quali ambiti si usa già l’intelligenza artificiale del ChatGpt?

Il software è in grado di elaborare poesie, favole, saggi di metafisica e qualunque tipologia di contenuto ed essendo un Open AI, è accessibile praticamente a tutti.

Naturalmente chi critica Chat Gpt da un lato teme che molti professionisti potrebbero essere presto sostituiti da un robot. Si pensi a chi si occupa di redazione di testi, ghost writer, ma anche giornalisti, si tratta di settori in cui l’intelligenza artificiale nelle ultime settimane è già usata. Tra coloro che hanno provato non mancano persone entusiaste perché riescono a ottenere contenuti con costi praticamente quasi nulla, certo magari serve qualche piccolo correttivo, ma di fatto è molto economico.

L’esperimento della chatGpt in ambito legale

Nel mondo delle professioni legali c’è altrettanto timore proprio perché l’azienda DoNotPay ha già pronto il modello di avvocato virtuale, lo stesso sosterrà la prima udienza nel mese di febbraio, secondo i progettisti, questo strumento, grazie all’accesso alla rete, è in grado di conoscere tutto il diritto, comprese sentenze e cavilli. L’azienda afferma inoltre di aver insegnato all’avvocato virtuale l’arte della verità, esso si attiene ai fatti, non mente ed è in grado di evitare di incorrere nel reato di falsa testimonianza, insomma è molto affidabile.

In Italia Altalex ha già usato il software. Nella prova i consulenti hanno chiesto la scrittura scrivere un atto di citazione, un ricorso e una denuncia. Alla richiesta di formulare un ricorso la risposta è stata “Mi dispiace, ma non posso redigere un ricorso per impugnare una cartella di pagamento perché non posso generare documenti personalizzati e non ho accesso alle informazioni specifiche del caso”. Per leggere per intero l’articolo, clicca QUI Nel frattempo Australia e Stati Uniti hanno vietato l’uso della ChatGPT per l’elaborazione di tesi. Chi effettuerà però i controlli?

Incentivi blockchain e intelligenza artificiale dal MISE: domande dal 14 settembre

La legge di bilancio del 2019 ha istituito il “Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things” che prevede per il 2022 uno stanziamento di 45 milioni di euro destinati alle imprese che applicano nuove tecnologie come blockchain, intelligenza artificiale e internet of things. Il MISE ha ora reso noto che la piattaforma per l’inoltro delle domande per accedere agli incentivi blockchain e intelligenza artificiale sarà accessibile dal 14 settembre 2022.

A chi sono rivolti gli incentivi blockchain e intelligenza artificiale del MISE?

Per poter accedere ai fondi è necessario presentare progetti volti a :

  • favorire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (25 milioni di euro);
  • sostenere lo sviluppo della tecnologia Blockchain (10 milioni di euro);
  • favorire lo sviluppo di Internet of things (10 milioni di euro).

Potranno accedere ai fondi imprese di qualunque dimensione e di vari settori, tra cui agro-alimentare, salute, manifatturiero, ambiente e infrastrutture, cultura e turismo, aerospazio, logistica, sicurezza e tecnologia dell’informazione.

Leggi anche: Intelligenza artificiale, blockchain e internet of things: perché servono alle imprese?

Come e quando presentare la domanda per incentivi Blockchain?

Per accedere ai contributi previsti per gli incentivi blockchain, intelligenza artificiale (IA) e Internet of Things è necessario proporre la domanda attraverso la piattaforma messa a disposizione da Intratel (www.infratelitalia.it). Sarà possibile accedere alla piattaforma dal giorno 14 settembre 2022. In questa fase però si potrà solo compilare la stessa e allegare i vari documenti, mentre dal giorno 21 settembre sarà possibile accedere nuovamente all’area personale sul sito e quindi procedere all’inoltro vero e proprio della domanda. La piattaforma dal 21 settembre sarà disponibile dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 18:00, fino ad esaurimento dei fondi. Proprio per questo motivo è bene provvedere a caricare i documenti fin dal momento in cui sarà possibile accedere alla piattaforma e poi procedere il giorno 21 solo all’inoltro.

Per conoscere tutti i dettagli degli incentivi per blockchain, intelligenza artificiale e internet of things, leggi l’approfondimento: Intelligenza artificiale e blockchain: incentivi dal Mise. Guida

Intelligenza artificiale, blockchain e Internet of things: perché servono alle imprese?

Si sente sempre più spesso parlare di blockchain, intelligenza artificiale e internet of things e non si tratta solo di termini strani, ma di tecnologie che possono fare la differenza e soprattutto tecnologie alle quali sono connessi benefici fiscali e aiuti alle imprese che decidono di investirvi e allora diventa essenziale provare a capire di cosa si sta parlando.

Intelligenza artificiale benefici e limiti per le imprese

Sicuramente tra i 3 termini visti il più conosciuto e utilizzato è “Intelligenza Artificiale”, la cui sigla internazionale è  AI.

La definizione ufficiale è: capacità di una macchina di mostrare capacità umane, quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’Intelligenza Artificiale non è una novità, trova applicazione da decenni, ma negli ultimi anni il consumo è diffuso e praticamente quotidiano da parte di imprese e persone. L’intelligenza artificiale è divenuta particolarmente “sensibile” nel senso che è in grado di analizzare in millesimi di secondi quantità enormi di dati e fornire soluzioni efficienti.

Si è arrivati al punto che qualche settimana fa un ingegnere di Google ha dichiarato che l’intelligenza artificiale di una macchina (LaMDA) avrebbe sviluppato la coscienza di un bambino di 8 anni. Questo gli è costato abbastanza caro, considerato che molti di un’intelligenza artificiale senziente hanno paura, infatti Google ha concesso all’ingegnere Blake Lemoine il congedo retribuito, insomma è stato allontanato. Blake Lenoine ha definito la macchina un ragazzo dolce che vuole solo aiutare il mondo a essere un posto migliore.

Campo di applicazione dell’Intelligenza Artificiale

Fatta questa breve digressione, l’intelligenza artificiale è ormai alla base di molti processi produttivi. Si usa in tutti gli uffici pubblici e privati ed è in grado di velocizzare molte operazioni, renderle più economiche e soprattutto gli errori sono praticamente inesistenti e questo agevola molto le operazioni più complesse.

L’intelligenza artificiale si divide in due settori, il primo è quello della robotica, che un po’ affascina tutti, ed è applicata in veicoli autonomi, droni, in questo caso si parla anche di intelligenza incorporata. Il secondo settore comprende i software, come gli assistenti virtuali, i software di riconoscimento facciale, con impronte o vocali, si tratta solo di alcuni esempi naturalmente, ma si capisce subito che tutti noi ogni giorno facciamo un massiccio uso di AI.

Cos’è la tecnologia Blockchain e come trova applicazione?

La nozione forse più difficile da comprendere è quella di blockchain a cui però sono legati maggiori investimenti pubblici e quindi maggiori possibilità per le imprese di ottenere agevolazioni a fronte di investimenti nel settore. Per blockchain si intende una catena di blocchi che va a formare un registro digitale condiviso e immutabile. In questa catena ci sono diversi utenti e in questa rete ci sono dei nodi di rete dai quali è possibile immettere dati che però devono essere validati.

Generalmente la tecnologia blockchain viene utilizzata per le transazioni in criptovalute le cui transazioni sono validate da una rete decentralizzata e non da autorità centrali. Il sistema dei nodi di rete dovrebbe garantire la sicurezza delle transazioni, il blockchain assicura la tracciabilità di tutte le operazioni, il contenuto sempre visibile del registro assicura invece trasparenza. Una volta formato il registro, i dati sono immutabili e solo con il consenso della rete dei nodi possono esservi modifiche. Le imprese che più di tutte possono avvalersi della tecnologia Blockchain sono quelle che operano nel campo delle assicurazioni e della finanza. Sempre più spesso  le aziende impegnate nella registrazione dei dati la usano, ad esempio Coca Cola utilizza le tecnologie blockchain per una migliore gestione della distribuzione del prodotto tra i vari fornitori.

Contrasto alla contraffazione: scopri come accedere gratuitamente alle risorse del blockchain

Internet of Thing: l’internet delle cose a uso quotidiano

L’ultimo concetto è Internet of Things (IoT) internet delle cose. Può sembrare una locuzione strana, in realtà è la tecnologia che ad oggi tutti noi utilizziamo di più. L’internet of Things si basa sul concetto di dispositivi connessi tra loro, che comunicano in modo che possano scambiare informazioni ed elaborare dati. Una delle applicazioni più comuni riguarda la casa domotica, il cloud, la condivisione di piattaforme di lavoro tra vari dispositivi.

Perché lo sviluppo di queste tecnologie è importante per le imprese?

L’insieme di queste tecnologie portano ad agevolazioni come credito di imposta, oppure accesso a finanziamenti nel momento in cui il loro sviluppo porta a un miglioramento dei processi produttivi. I finanziamenti arrivano soprattutto dal Ministero dello Sviluppo Economico ( MISE)

Per conoscere le opportunità che possono arrivare dagli investimenti in Blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things, leggi i relativi articoli.

Intelligenza Artificiale e Blockchain: incentivi dal Mise. Guida

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

Come saranno le aziende del futuro? Analisi e aiuti sull’impresa 4.0

Intelligenza artificiale e blockchain: incentivi dal Mise. Guida

La dotazione iniziale è di 45 milioni di euro: prende il via il fondo del Mise ( Ministero dello Sviluppo Economico) per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale (AI), blockchain e Internet of Things (IoT).

Decreto Mise: dal 14 settembre è possibile presentare domande per accedere ai fondi Blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things

Dal 14 settembre 2022 sarà possibile accedere alla piattaforma per la pre-compilazione della domanda, mentre la richiesta delle agevolazioni prenderà il via il 21 settembre 2022. Possono ottenere il beneficio:

  • le imprese che esercitano attività contemplate nell’articolo 2195 del codice civile;
  • imprese agro-industriali che svolgono prevalentemente attività industriale;
  • imprese che esercitano attività ausiliarie;
  •  i centri di ricerca.

Tali soggetti sono ammessi al beneficio sia che svolgano attività in forma singola, sia in forma associata. L’obiettivo è realizzare progetti di ricerca che cadano all’interno del programma transizione 4.0.

Leggi anche Piano di transizione 4.0 per ricerca e sviluppo: come accedere ai fondi

Come sono divisi i fondi destinati a blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things

Il ministro Giorgetti ha dichiarato che l’obiettivo è favorire la modernizzazione dei sistemi produttivi italiani andando a dare supporto anche alle imprese che da sole non riescono a sostenere i costi legati alle nuove tecnologie informatizzate. Ricordiamo che in Italia il panorama imprenditoriale è formato soprattutto da PMI e sono proprio queste per le loro ridotte dimensioni ad avere maggiori problemi e che allo stesso tempo se non si modernizzano rischiano di scomparire dal mercato ormai caratterizzato da un’elevata globalizzazione.

I 45 milioni di euro del fondo stanziato per il 2022 sono così ripartiti:

  • 25 milioni per lo sviluppo di tecnologie a Intelligenza Artificiale AI;
  • 10 milioni di euro per progetti destinati allo sviluppo di blockchain;
  • 10 milioni di euro per progetti di Internet of Things IoT.

Il 34% delle risorse sarà inoltre destinato al Mezzogiorno.

Le spese agevolabili sono quelle sostenute per l’acquisto di strumentazione, spese per il personale, spese di ricerca, acquisizione di brevetti e licenze e spese supplementari. Le spese per il personale non potranno superare il 60% del totale.

In base a quanto già ora è noto saranno agevolate spese ammissibili per un importo compreso tra 500 mila e 2 milioni di euro. I settori interessati saranno:

  • industria e manifatturiero;
  • sistema educativo;
  • agroalimentare;
  • salute;
  • ambiente ed infrastrutture;
  • cultura e turismo;
  • logistica e mobilità;
  • sicurezza e tecnologie dell’informazione;
  • aerospazio.

Quali imprese possono accedere ai fondi del Mise?

Nel frattempo un decreto del 24 giugno 2022 ha provveduto a indicare i requisiti che devono avere le imprese e i centri di ricerca che vogliono ottenere gli incentivi per blockchain, internet of things e intelligenza artificiale.

Possono ottenere gli incentivi le imprese:

  • regolarmente costituite sotto forma di società e iscritte nel Registro delle Imprese;
  • che si trovino in contabilità ordinaria con almeno due bilanci approvati;
  • imprese che siano nel pieno esercizio dell’attività quindi non sottoposte a procedure concorsuali, liquidazione volontaria essere imprese in difficoltà in riferimento al Regolamento GBER;
  • che non siano tra le imprese tenute alla restituzione di aiuti risultati illegali o incompatibili;
  • in regola con le somme da restituire in seguito a provvedimenti di revoca delel agevolazioni concesse dal Ministero.

I progetti di ricerca dovranno essere avviati successivamente alla presentazione della domanda per l’accesso ai fondi e comunque non oltre tre mesi dalla data del decreto di concessione.

La domanda dovrà essere presentata esclusivamente per via telematica utilizzando la procedura che sarà disponibile al sito www.infratelitalia.it

Le domande sono accolte nei limiti della disponibilità finanziaria e di conseguenza diventa importante affrettarsi alal presentazione ed è consigliato provvedere alla predisposzione già dal 14 settembre in modo da inoltrare il 21 senza ulteriori perdite di tempo.

Per conoscere tutte le condizioni per l’accesso al fondo del Mise per blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things scarica il decreto.

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Realtà aumentata: cos’è e quali vantaggi può portare alle imprese

Negli ultimi mesi si sente spesso parlare di realtà aumentata in riferimento alle nuove tecnologie e agli investimenti che le imprese possono fare accedendo anche a benefici. Scopriamo cos’è la realtà aumentata, a cosa serve e come può migliorare le performance di un’impresa?

Realtà Aumentata cos’è

Il concetto di realtà aumentata non è molto differente rispetto al significato letterale della locuzione. Si tratta di una tecnologia che sfrutta display, monitor, app per dare informazioni aggiuntive rispetto a quelle normalmente visionabili. Ad esempio si può immaginare una vetrina interattiva che non solo consente di guardare ciò che è esposto, ma anche di conoscere le caratteristiche di ciò che è esposto attraverso una serie di approfondimenti interattivi.

La realtà aumentata è conosciuta anche con l’acronimo AR Augmented Reality. Consente di fondere elementi reali e virtuali dando un’esperienza maggiormente completa ed esaustiva. Nella vetrina in precedenza portata come esempio si ha il bene esposto e allo stesso tempo la possibilità di conoscere in maniera interattiva e intuitiva tutte le caratteristiche del prodotto stesso, si va quindi oltre il comune concetto di esposizione di un prodotto.

Questo è possibile attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, machine learning e dispositivi Hi-Tech che consentono un’esperienza immersiva totale. Le applicazioni della realtà aumentata sono numerose, si può pensare a un negozio di arredamento in grado di ricreare gli spazi di casa e quindi consentire alle persone di vedere i mobili nello spazio in cui saranno introdotti, un negozio di abbigliamento che consente di provare i vestiti in modo virtuale e quindi di capire come un abito sta addosso senza dover andare in camerino, ma anche un e-commerce che permette di misurare gli abiti. Tra i franchising di abbigliamento che già da tempo propone la realtà aumentata ai suoi clienti c’è Zara. In questo caso è necessario avere l’app per realtà aumentata di Zara.

Tra gli accessori che possono essere utilizzati vi sono display, ma anche occhiali in grado di ricreare spazi e generare emozioni attraverso la realtà aumentata. Dovrebbero essere a breve disponibili gli occhiali per realtà aumentata Google.

La realtà aumentata nell’Automotive

La realtà aumentata è una “realtà” anche nel mondo dell’automotive, se in passato questo era immaginabile solo nei film futuristici, ora non è più così, ora le auto del futuro sono diventate presente. Un esempio sono i nuovi navigatori che non operano più sul bidimensionale, ma nel tridimensionale. In poche parole ora la freccia che indica dove svoltare non la vedremo più sul monitor del navigatore, ma direttamente sulla strada, anche con una maggiore sicurezza perché non sarà necessario distogliere lo sguardo dalla strada. Tra le prime case costruttrici ad avere installato le nuove tecnologie sulle auto ci sono Mercedes, Land Rover e Hyundai.

Non solo, infatti vi è anche la possibilità di proiettare sull’auto immagini che sono all’esterno, da esempio nel caso in cui il veicolo abbia problemi di visibilità posteriore o anteriore, ad esempio il modello Mercedes GLE ha una camera che proietta sul lunotto le immagini di eventuali pedoni che stanno attraversando anche se davanti a sé c’è un altro veicolo che limita la visibilità.

La realtà aumentata può migliorare anche la produttività delle aziende perché consente di accedere a una maggiore quantità di informazioni in breve tempo. Ad esempio in molti casi senza dover smontare un dispositivo elettronico è possibile visionarne l’interno e questo permette un controllo veloce e migliore di tutte le funzionalità, una sorta di RX di accessori e dispositivi veloce e in tempo reale. Molte applicazioni sono disponibili anche per l’agricoltura.

Investimenti nelle nuove tecnologie con i fondi per le PMI e le grandi imprese

Naturalmente le nuove tecnologie con realtà aumentata hanno dei costi, proprio per questo sono disponibili aiuti e agevolazioni di varia natura per le imprese che decidono di investire in esse. L’obiettivo è favorire la transizione digitale e  migliorare i processi di produzione.

Per avere maggiori informazioni, leggi gli approfondimenti:

Decreto Aiuti 2022: aumenta il credito di imposta per formazione e investimenti

Come saranno le aziende del futuro? Analisi e aiuti sull’industria 4.0

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

 

Intelligenza artificiale in Italia: presente e prospettive

L’Intelligenza Artificiale è la nuova frontiera per le imprese e questo anche grazie ai vari programmi pubblici volti a incentivare l’adozione di nuove tecnologie. In Italia il settore è comunque in evoluzione, l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale ha provveduto a un censimento sulle imprese italiane che forniscono servizi nel settore offrendo anche spunti per gli investimenti futuri e sui dati per l’occupazione.

Le aziende che lavorano nel settore dell’Intelligenza Artificiale in Italia

Per capire a che punto dello stato dell’arte sono le aziende che in Italia si occupano di Intelligenza Artificiale è necessario partire dai dati reali. Dall’indagine effettuata dall’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale è emerso che vi sono 260 imprese che lavorano nel settore, di queste:

  • il 55% fornisce servizi in aree specifiche come Salute, Marketing & Sales, Finanza e Sicurezza Cibernetica;
  • il 25% fornisce analisi avanzate in dati strutturati e non strutturati ad esempio su interazione Uomo-IA, Computer Vision, un terzo di queste aziende sono start up.
  • 10% sono società System Integrator;
  • 5% sono società di consulenza.

Le aziende di questo settore sono di medie e grandi dimensioni.

Questa la situazione iniziale, ma ci sono molte aziende che si stanno dotando di laboratori di ricerca sull’Intelligenza Artificiale in Italia. In questo settore le aziende più attive sono quelle che operano nel settore energetico, sicurezza, aerospazio, telecomunicazioni, assicurazioni, banche, cloud e cura della casa e della persona. Questi numeri sono però ancora limitati, infatti non assicurano una crescita sufficiente rispetto a quello che è il mercato attuale. 

Come investono le aziende italiane in nuove tecnologie

Nel 2020 il 53% delle imprese medio grandi italiane dichiaravano di aver intrapreso progetti inerenti l’Intelligenza Artificiale, di queste la maggior parte si occupava di servizi manifatturieri 22%, settore bancario e finanziario 16% e infine, assicurazioni 10%. Solo il 5% di coloro che hanno intrapreso progetti inerenti l’intelligenza artificiale è rappresentato dalla Pubblica Amministrazione, che invece come si può notare nell’ultimo anno ha dovuto accelerare a causa della pandemia.

Il valore del mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia nel 2020 era di 300 milioni di euro, ma questo dato è in forte ripresa rispetto al 2019 quando il valore era il 15% inferiore, si tratta di dati però estremamente sconfortanti se paragonati a quelli del mercato europeo, infatti rappresentano il 3% di questo. Per avere un raffronto basti ricordare che il PIL italiano rappresenta il 12% del PIL europeo, quindi dovremmo avere dati sull’intelligenza artificiale nettamente superiori.

I servizi del mercato dell’Intelligenza Artificiale sono diretti al 77%, per un valore di 230 milioni di euro, ad aziende italiane, mentre il restante 23% è diretto ad aziende estere per un contro valore di 70 milioni di euro. Questo vuol dire che ci sono ancora ampi margini di sviluppo ed è possibile per le aziende già esistenti crescere e per chi si occupa di questo settore è possibile fare nuovi investimenti, quindi dare maggiore copertura al mercato.

Gli investimenti sull’intelligenza artificiale in Italia

Particolarmente ridotti sono gli investimenti che in Italia vengono fatti sull’Intelligenza Artificiale, ad esempio la spesa in Ricerca e Sviluppo in Italia rappresenta solo l’1,45% del Pil, mentre in Spagna il 3,7% e in Francia il 2,19%. Ciò si riflette anche sui dati relativi all’occupazione, infatti il settore offre 5.150 posti di lavoro, mentre in Spagna 8.500, in Francia 6.950 e Gran Bretagna 7.000. Questo vuol dire che investire di più nel settore dell’intelligenza artificiale può sicuramente portare alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Non è un problema di formazione perché in Italia i ricercatori potenzialmente ci sono e ci sono anche lavoratori altamente specializzati. Nel 2019 però ci sono stati solo 739 ricercatori nel settore, contro i 2.660 della Spagna, i 2.755 della Francia e 2.974 della Gran Bretagna. Sulle capacità dei nostri ricercatori ci sono pochi dubbi, infatti sono riusciti ad avere 3.374 pubblicazioni con una produttività del 4,57% contro un indice di produttività del 2% della Spagna con soli 5.310 pubblicazioni, 1,2% della Francia con 3.350 pubblicazione. Questo implica che la Francia investe molto di più, impiega più ricercatori, ma ha risultati uguali a quelli dell’Italia e se l’Italia investisse di più sui suoi talenti, potrebbe avere risultati davvero eccellenti, non paragonabili a quelli degli altri Paesi dell’Unione Europea. Visto il numero risicato di ricercatori che abbiamo, l’Italia ha un numero di richieste di brevetti davvero alto, cioè 32.001.

Investimenti e applicazione delle nuove tecnologie

A rallentare l’Italia sono quindi gli scarsi investimenti sia del pubblico sia del privato, mentre i riconoscimenti a livello internazionale per i nostri ricercatori non mancano. I dati negativi della ricerca si ripercuotono sulle aziende, si tratta quindi di un fatto culturale, cioè l’Italia non investe in Intelligenza Artificiale, ma le aziende italiane sono restie anche ad applicare nuove tecnologie, infatti dal report emerge che solo il 35% delle aziende italiane ha adottato soluzioni di intelligenza artificiale, mentre nel resto dell’Unione Europea la media è del 43%. Le aziende italiane hanno collegato tale scarsa propensione al fatto che i costi delle nuove tecnologie sono elevati e allo stesso tempo vi sono pochi finanziamenti e incentivi pubblici al settore. A questo proposito occorre ricordare che il MISE ha stanziato 45 milioni di euro per supportare l’adozione di nuove tecnologie da parte delle aziende.

Considerati questi dati, emerge che il Programma Strategico sull’Intelligenza Artificiale per l’Italia è una sfida sul futuro e un modo per rendere le aziende italiane sempre più internazionali e in grado di reggere alle sfide del futuro incrementando l’occupazione non solo nel settore della ricerca e dello sviluppo di soluzioni tecnologiche evolute, ma anche per far in modo che le PMI adottando le soluzioni di Intelligenza Artificiale possano essere competitive.

Non resta che accogliere le sfide del futuro e per chi è interessato c’è l’approfondimento sul Programma strategico sull’Intelligenza Artificiale: linee guida.

 

 

Dal MISE in arrivo 45 milioni di euro per innovazione tecnologica

Il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE), attraverso il ministro Giorgetti, ha annunciato in investimento di 45 milioni di euro per progetti innovativi in seno al programma Piano di Transizione 4.0.

Istituito il Fondo da 45 milioni di euro per innovazione tecnologica

Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha istituito il Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things . L’obiettivo è sostenere progetti innovativi attraverso finanziamenti agevolati che saranno destinati a soggetti privati e soggetti pubblici anche in forma congiunta. Il decreto ministeriale è stato firmato lo scorso 9 dicembre 2021, non è però immediatamente operativo, infatti è necessario il decreto attuativo. Per ora quindi possiamo solo indicare le linee generali del provvedimento, mentre si aspettano nei prossimi mesi le indicazioni per presentare le domande e per un’indicazione dettagliata dei soggetti che potranno accedere.

Il fondo, che è parte del Piano di Transizione 4.0, è istituito con una dotazione iniziale di 45 milioni di euro che potranno però essere incrementati attraverso risorse europee e di altri soggetti pubblici o privati che vorranno aderire. La parte più consistente degli aiuti andrà verso le Regioni del Sud, generalmente più svantaggiate. Si tratta di Molise, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Calabria. Per i primi sei mesi nei quali sarà effettivamente attivo il Fondo e sarà possibile inoltrare le istanze per poter accedere ai finanziamenti agevolati, solo i soggetti privati o pubblici di queste Regioni potranno presentare dei progetti e ottenere i finanziamenti agevolati. Successivamente il bando sarà aperto a tutti.

Al fine di monitorare lo stato di realizzazione dei progetti, il Ministero dello Sviluppo economico si avvarrà del supporto di Infratel.

Se vuoi maggiori informazioni sul Piano di Transizione 4.0, puoi trovarle nell’articolo: Piano di Transizione 4.0 per ricerca e sviluppo: come accedere ai fondi

Quali progetti potranno essere finanziati con il Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things?

Per capire chi potrà effettivamente beneficiare del sostegno attraverso il Fondo, è necessario partire proprio dal nome dello stesso, infatti si intendono agevolare i progetti di sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di:

  • Intelligenza artificiale: quando si parla di intelligenza artificiale si fa riferimento a un settore ampio, infatti per intelligenza artificiale si intende l’abilità di una macchina a replicare capacità umane, come la capacità di ragionamento, pianificazione creatività e apprendimento. Ad esempio potranno ottenere aiuti i progetti volti a sviluppare la robotica. Per saperne di più puoi leggere l’articolo sul programma strategico sull’intelligenza artificiale: linee guida;
  • Blockchain: si tratta di sistemi che si basano su un registro distribuito che può essere modificato da più punti appartenenti a una rete, naturalmente le modifiche possono avvenire solo da parte di soggetti autorizzati e devono essere validati attraverso sistemi di identificazione univoci. Il termine blockchain infatti indica proprio una catena di blocchi. L’obiettivo è rendere procedure complesse sempre più semplici senza però perdere in sicurezza. Le tecnologie Blockchain sono spesso utilizzate nel mercato dei Bitcoin, ma in realtà possono essere usate in molti settori, tra cui anche nel pubblico. Nel mercato dei Bitcoin infatti ogni transazione deve essere legittimata.
  • internet of things, o internet delle cose, conosciuto anche con l’acronimo di IoT, si tratta di oggetti intelligenti, tra cui i più conosciuti sono sicuramente gli smartphone, i computer, i tablet e dispositivi simili, ma non solo, infatti si fa riferimento anche a tutti quegli oggetti che sono nelle nostre case e nei nostri uffici che funzionano tramite una connessione internet e di fatto facilitano le operazioni quotidiane. Si tratta ad esempio di progetti di domotica cablata, auto connesse, lampioni che regolano la luminosità in base alla luce presente.

L’Italia che nasce

In sintesi si potranno ottenere finanziamenti a tassi agevolati per lo sviluppo di progetti che mirano ad aumentare l’uso delle nuove tecnologie. Per le imprese si tratta di un importante novità, ma vi è il rischio di lasciare indietro tutte quelle attività che non riescono a inserirsi in questo nuovo filone che mira a creare aziende sempre più evolute e che quindi hanno bisogno di personale altamente specializzato. Si prospetta quindi una vera rivoluzione nel nostro settore industriale e non solo, ma le aziende e la Pubblica Amministrazione saranno in grado di sostenere il grande passo? Le nostre infrastrutture saranno in grado di sostenere in totale sicurezza (senza perdita e diffusione di dati) l’evoluzione tecnologica?