Vodafone Chiavi in Mano Extra. La miglior scelta per la tua attività

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Per coloro che lavorano tanto da e con l’estero, Vodafone Chiavi in Mano Extra offre 50 minuti al mese di chiamate effettuate in roaming e 50 minuti al mese di chiamate ricevute quando ci si trova fuori Italia.

Con  Vodafone Chiavi in Mano Extra lo Smartphone è incluso. I modelli tra cui scegliere sono BlackBerry Curve 3G 9300 e Samsung GalaxyGio,con servizio Vodafone Mail incluso per gestire la posta elettronica.

 Vodafone Chiavi in Mano Extra è competitivo anche nel prezzo. Portando il proprio numero in Vodafone, si ottiene uno sconto esclusivo sul contributo mensile: solo 39 Euro per i primi 6 mesi e successivamente 49 Euro per sempre invece di 55 Euro.

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Vodafone Chiavi in Mano Extra. L’offerta è ancora più vantaggiosa

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Il piano è pensato per tutti i professionisti in mobilità, che cercano una soluzione innovativa e completa per gestire il loro lavoro ovunque si trovino.

Fino al 21 marzo, passando a Vodafone e attivando online l’offerta, ottieni dei vantaggi unici ed esclusivi:

– 1800 minuti al mese (invece di 1600) per chiamare dal cellulare tutti i numeri nazionali di rete mobile e fissa senza scatto alla risposta;
– Chiamate illimitate verso 3 numeri Vodafone a scelta;
– 200 SMS al mese inclusi verso tutti.

Per coloro che lavorano tanto da e con l’estero, Vodafone Chiavi in Mano Extra offre 50 minuti al mese di chiamate effettuate in roaming e 50 minuti al mese di chiamate ricevute quando ci si trova fuori Italia.

Con Vodafone Chiavi in Mano Extra lo Smartphone è incluso. I modelli tra cui scegliere sono BlackBerry Curve 3G 9300 e Samsung GalaxyGio, con servizio Vodafone Mail incluso per gestire la posta elettronica.

Vodafone Chiavi in Mano Extra è competitivo anche nel prezzo. Portando il proprio numero in Vodafone, solo fino al 21 marzo si ottiene uno sconto esclusivo sul contributo mensile: solo 39 Euro per i primi 12 mesi e successivamente 49 Euro per sempre invece di 55 Euro.

Vodafone Chiavi in Mano Extra è solo una delle offerte pensate da Vodafone per i titolari di Partita Iva, scopri tutti gli altri piani su storebusiness.vodafone.it

Vodafone Chiavi in Mano Extra. La miglior scelta per chi ha Partita IVA

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Efficienza, competitività  e qualità sono i cardini della tua attività? Da oggi aggiungi anche Vodafone Chiavi in Mano Extra, il piano telefonico che ti permette di parlare, navigare, inviare SMS ed avere uno Smartphone incluso, tutto a 39 Euro.

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Oggi, passando a Vodafone e attivando online l’offerta, ottieni vantaggi sono unici ed esclusivi:

– 1800 minuti al mese (invece di 800) per chiamare da cellulare tutti i numeri nazionali di rete mobile e fissa senza scatto alla risposta;
– Chiamate illimitate verso 3 numeri Vodafone a scelta;
– Un pacchetto di 200 SMS al mese verso tutti.

Inoltre, per coloro che per lavoro hanno contatti all’estero, Vodafone Chiavi in Mano Extra offre 50 minuti al mese di chiamate effettuate in roaming e 50 minuti al mese di chiamate ricevute fuori dall’Italia.

In più, attivando Vodafone Chiavi in Mano Extra lo Smartphone è incluso. I modelli tra cui scegliere sono BlackBerry Curve 3G 9300, Samsung Galaxy Gio e Motorola Fire, con servizio Vodafone Mail incluso per gestire la posta elettronica e 250 MB di navigazione WAP.

L’offerta è competitiva anche nel prezzo. Passando a Vodafone, mantenendo il proprio numero, si ottiene uno sconto esclusivo sul contributo mensile: solo 39 Euro per i primi 6 mesi e successivamente 49 Euro per sempre invece che 55 Euro.

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Web: la riforma UE per la protezione della privacy

Account fake, caselle di posta elettronica violate, conti correnti online a rischio. La Commissione europea propone riforma globale della normativa Ue del 1995 in materia di protezione dei dati che circolano nel web.

L’intento è di rafforzare i diritti della privacy online e stimolare così la crescita dell’economia digitale europea. L’impegno centrale della riforma è la creazione di un corpus unico di norme di protezione dei dati, che abbia validità su tutto il territorio dell’Unione Europea. Un gigantesco passo avanti, se così fosse, dato che al momento le leggi in materia di protezione della privacy sul web sono molto frammentate e parcellizzate tra i diversi Paesi.

L’ingresso di una nuova legge unica consentirà poi alle imprese un risparmio di circa 2,3 miliardi di euro l’anno secondo le stime dell’Unione Europea.

“La protezione dei dati personali è un diritto fondamentale di tutti gli europei – precisa Viviane Reding, commissaria europea alla Giustizia – eppure non sempre i cittadini sentono di avere il pieno controllo dei propri dati Le nostre proposte creeranno fiducia nei servizi online, visto che saremo tutti più informati sui nostri diritti e avremo un maggiore controllo di tali informazioni”.

Un quadro giuridico saldo, chiaro e soprattutto semplificato, è questa la proposta dell’Unione Europea, volto a stimolare la crescita, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro nel campo del web.

Due le proposte legislative contenute nel pacchetto di riforma:

  • un regolamento che istituisce un quadro generale dell’Unione per la protezione dei dati
  • una direttiva sulla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati a fini di prevenzione, indagine, accertamento o perseguimento dei reati e nell’ambito delle connesse attività giudiziarie.

L’introduzione dell’obbligo di rendicontazione per chi tratta i dati sul web permetterà poi di eliminare l’attuale obbligo di notificare tutti i trattamenti alle autorità di protezione dei dati, che grava sulle imprese con un costo di circa 130 milioni di euro l’anno.

All’ordine del giorno anche l’istituzione un‘unica autorità nazionale di protezione dei dati nel Paese dell’Unione in cui l’aziende possiede la propria sede principale. La riforma prevede poi l’obbligo del consenso per trattare i dati, che andrà richiesto esplicitamente alle autorità competenti: il consenso non potrà essere cioè presunto. Sarà inoltre più facile accedere ai propri dati personali e sarà agevolato anche il trasferimento dei dati da un fornitore di servizi a un altro (diritto alla portabilità dei dati), con un conseguente miglioramento della concorrenza tra i servizi.

Un ultimo punto riguarda infine il diritto all’oblio: ogni cittadino potrà cancellare i propri dati in qualsiasi momento se non sussistono motivi legittimi per mantenerli.

Per chi viola il diritto sancito dell’Unione Europea saranno poi previste sanzioni pecuniarie con somme fino a 1.000.000 di euro o pari al 2% del fatturato mondiale annuo dell’azienda.

Milano vista dai blog

Milano vista dai blog? Promossa per qualità della vita, bocciata per smog e traffico. Un risultato che emerge da una analisi su oltre 5.300 blog apparsi in rete nei mesi di agosto e settembre, condotta dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Voices from the Blogs (http://voicesfromtheblogs.com/).

Prevalgono i giudizi positivi: nell’82% dei casi la parola che meglio riassume Milano è “lusinghiera”. La città è vista soprattutto come una metropoli alla e della moda (per il 42,4% dei blogger) e cosmopolita (20,1%). Significativa la quota di chi considera Milano la città dello sport (9,3%). Pochi (il 17,8% del totale) scelgono una sintesi negativa (città infelice, inquinata, complessa nell’amministrazione), anche se va sottolineato che chi pensa che Milano non sia una città per le donne (3,1%).

Di Milano piacciono la vita sociale e i divertimenti che offre (35,1%), le opportunità economiche (19,1%), ma anche i cittadini (10,4%), l’architettura (9,3%). Per la rete i punti di forza di Milano sono rappresentati dalle imprese (per il 16%), ma anche dalla qualità dei servizi pubblici e di trasporto (15,8%), dalle condizioni di vita (12,6%), dalla società civile (9,7%).

Il 3,6% considera invece Expo 2015 come il vero punto di forza di Milano. E così non è un caso che prevalgano i pareri positivi sulla qualità della vita a Milano: circa la metà delle opinioni indica infatti una qualità della vita alta o molto alta, mentre i giudizi estremi raccolgono il 29% dei blogger nel caso positivo e solo il 10,4% nel caso negativo.

Una situazione che contagia anche le previsioni sul futuro di Milano: il 41% delle opinioni dei blogger è ottimista riguardo al futuro della città rispetto al 37,8% che si mostra al contrario più tiepido, mentre un quinto dei blogger rimane indeciso.

Un giudizio sostanzialmente positivo, dunque, ma che può ancora migliorare se si affrontassero con successo le criticità principali di Milano: inquinamento (il problema principale di Milano per il 28% dei blogger), ambiente (9%), traffico (17,2%) , abitazione (13,2%).

Laura LESEVRE

Le PMI italiane prendono in largo in rete

La Mia Impresa Online.it piace sempre di più. Sono 27 mila le piccole e medie imprese italiane che hanno deciso di aderire al progetto che consente di creare il proprio sito internet in modo semplice, gratuito e senza avere conoscenze tecniche.

Le PMI conoscono e sfruttano le potenzialità del web, aprendosi alla ricerca di mercati oltre i loro abituali confini. Il 25% delle aziende entrate nel progetto di digitalizzazione “La Mia Impresa Online.it” ha dato il via a campagne pubblicitarie online, raggiungendo così fette di mercato nuove in tempo reale. L’11% delle aziende 2.0 ha invece puntato al commercio elettronico, abilitando la vendita di beni e servizi anche sul web.

Ma quali sono i settori che per primi hanno scelto di varcare i meri della rete? Secondo i dati raccolti da “La Mia Impresa Online.it” a prevalere sono i settori edili e immobiliari, seguiti dalla ristorazione. Strano ma vero, un’aziende su tre viene dal Sud, dove il Mezzogiorno è stato più reattivo rispetto al Centro ad imbarcarsi nella rivoluzione onlie.

Notevole l’interesse crescente da parte delle PMI nel lancio di campagne pubblicitarie tra il pubblico online, grazie a una collaborazione con Google, Seat Pagine Gialle, Register.it, Poste italiane. Anche se il cammino è ancora lungo: Agenda Digitale Europea rivela che appena il 4% delle aziende vende beni e servizi online, mentre il 16% compie acquisti. Dati che ci fanno sprofondare tutti al di sotto della media europea.

Alessia Casiraghi

La stretta via per la banda larga

Ormai è un dato di fatto: Internet è un motore economico di straordinaria potenza, capace di creare posti di lavoro e ricchezza. Attraverso il web qualsiasi impresa può aprirsi a nuovi mercati, altrimenti inaccessibili, e recuperare così competitività. Certo, questo richiede uno sforzo di modernizzazione considerevole, ma il gioco vale sicuramente la candela.

Fin qui, tutti d’accordo. Ma esattamente quanto incide Internet sulla crescita economica di un Paese? Oggi, grazie ad un recente studio condotto dal colosso svedese Ericsson, in collaborazione con la società di consulenza Arthur D. Little e la Chalmers University of Technology, abbiamo numeri e dati certi a nostra disposizione.

Nello specifico, l’indagine in questione ha misurato il rapporto tra la velocità di connessione a banda larga e il PIL in 33 paesi dell’OCSE, tra cui l’Italia: secondo quanto emerso, a un raddoppio della velocità online corrisponde un aumento del Prodotto Interno Lordo pari allo 0,3%, oltre un settimo del tasso annuale di crescita medio fatto registrare dagli stati membri dell’organizzazione nell’ultimo decennio.

Gli effetti economici positivi che Internet è in grado di produrre sono stati suddivisi in tre gruppi: diretti, ossia nel breve termine (per esempio, nuovi posti di lavoro per realizzare le necessarie infrastrutture); indiretti, quando l’orizzonte temporale si dilata (maggiore efficienza complessiva a livello produttivo); indotti, derivanti cioè dall’introduzione di servizi di pubblica utilità d’avanguardia e modelli di business innovativi (telelavoro).

L’Italia purtroppo non brilla in nessuna di queste tre categorie. Anzi, da questo punto di vista, la situazione negli ultimi anni è andata progressivamente peggiorando.

Secondo un rapporto redatto dalla società di consulenza McKinsey in occasione del G8 dello scorso maggio, infatti, il digital divide che ci separa dalle maggiori potenze mondiali è preoccupante: solo per fare un esempio, negli ultimi quindici anni i posti di lavoro creati da Internet nel nostro paese sono stati 700mila, contro 1 milione e 200mila in Francia. Anche per quanto riguarda la penetrazione della fibra ottica i dati non sono incoraggianti: alla fine del 2010 con 348mila abbonati l’Italia figurava al penultimo posto nella classifica europea, davanti solo alla Turchia.

Nonostante i numerosi appelli alle istituzioni, gli investimenti nella banda larga sono stati finora insufficienti. L’ultima doccia fredda è arrivata con la nuova bozza della legge di Stabilità: i 770 milioni derivanti dall’asta per le frequenze 4G, che originariamente sarebbero dovuti andare alle telecomunicazioni, sono stati invece dirottati verso la Pubblica Istruzione e il Tesoro.

Senza una decisa inversione di tendenza, l’Italia rischia di restare al palo. E con l’attuale congiuntura economica sfavorevole, nessuno può permettersi di tenere spento un motore economico potente come Internet.

Manuele Moro

Microsoft investe sulle PMI: pronti 130 milioni di euro in tre anni

In questi tempi di crisi uno spiraglio di luce viene da Microsoft che ha dichiarato pubblicamente di voler investire 130 milioni di euro sulle PMI italine; durata dell’impegno triennale.

La casa di Redmond afferma di voler puntare forte sulla digitalizzazione delle aziende del vecchio stivale, ma non solo su di esse, l’impegno infatti è esteso anche a scuola e sanità.

In uno scenario aspro come quello attuale, dove molte PMI riversano in uno stato di profonda anossia, le intenzioni di Microsoft potrebbero apparire come una vera e propria manna dal cielo. In questo modo molte imprese potranno rinnovare le proprie infrastrutture software e formarsi sulle nuove tecnologie.

Il pacchetto di aiuti della casa americana è così suddiviso: il 60 % circa del denaro investito sarà destinato per incrementare il business dei partner Microsoft, che si traduce in 25mila aziende a cui verranno forniti software e servizi; il 30% verrà invece destinato per la consulenza alle aziende che intendono migrare verso un tipo di infrastruttura cloud.

Per coloro che non conoscessero questa tecnologia, il cloud computing permette ad un’azienda di eseguire le applicazioni necessarie per il suo business in un data center condiviso, attraverso un semplice collegamento internet. Tutto questo significa una drastica riduzione dei costi, perché comunque vengono abbattute le spese necessarie per pagare il personale destinato alla gestione delle applicazioni.

Il modello di Cloud computing è molto vantaggioso sia per le applicazioni consumer che per quelle aziendali, soprattutto perché bastano pochi giorni per essere operativi e perché l’azienda può personalizzare l’applicazione secondo le proprie esigenze. Secondo Microsoft sarebbero circa 500 mila le imprese che dovrebbero digitalizzarsi. Pietro Scott Jovane, CEO di Microsoft Italia, ha dichiarato che il progetto Microsoft è ambizioso e non riguarda solo il mettere online le aziende, ma offrire loro servizi consulenziali a 360° su come sviluppare infrastrutture informatiche performanti che possano costituire per l’azienda un valido strumento di sviluppo.

A tal proposito Microsoft ha inoltre dichiarato di aver completato l’acquisizione di Skype, che contribuirà ulteriormente a delineare la volontà della casa americana di mettere a disposizione delle aziende una soluzione capace di agevolare il processo comunicativo infra e intra aziendale.

Emiliano Ragoni

Assegni familiari INPS: domande via web anche per coltivatori diretti e mezzadri

 

Dal 1 ottobre l’accesso via Internet ai servizi INPS online potrà essere effettuato anche dagli agricoltori, una volta effettuata l’autenticazione mediante PIN dispositivo.

Questa procedura permette di accedere anche ad altre funzionalità, tra cui l’accesso alla scheda informativa relativa alla prestazione della domanda di assegni familiari, la funzione AF per la compilazione e l’invio della domanda e la consultazione della lista domande di AF CD/CM associate al cittadino.

Quest’ultima offre la possibilità di visualizzare tutte le richieste già inoltrate o pronte da inoltrare all’INPS e permette di ristampare sia il dettaglio delle domande già protocollate ed inviate che la ricevuta di invio della domanda per gli assegni familiari. In più è possibile monitorare lo stato di avanzamento della elaborazione della domanda e sapere se questa è in lavorazione, in attesa documentazione, accolta, parzialmente accolta o respinta.

In alternativa al ricorso ai Servizi Inps online, i patronati offrono la possibilità di inoltrare attraverso i propri servizi la domanda, così come il contact center INPS (numero verde).

Per consentire ai contribuenti coinvolti la possibilità di adeguarsi alle nuove direttive viene concesso un periodo transitorio, fino al 30 novembre 2011, durante il quale conviveranno la nuova e la vecchia modalità e le domande presentate facendo ricorso ai canali tradizionali saranno comunque considerate valide ai fini degli effetti giuridici previsti dalle norme in materia.

Marco Poggi

Google AdWords Express

Si chiama Google AdWords Express, la nuova soluzione semplificata di AdWords, studiata per le imprese con un mercato locale.

Google AdWords Express è il nuovo sistema semplice e veloce per avviare campagne pubblicitarie online ed è pensato per le piccole aziende che cercano  clienti localizzati nella propria area geografica.

Evoluzione di Google Boost, avviato in fase sperimentale nel 2010, AdWords Express semplifica al massimo la creazione di annunci locali.
Con Google AdWords Express basta una pagina web, in cui inserire categoria di riferimento della propria attività, descrizione e budget mensile a disposizione.
Una volta creato l’annuncio pubblicitario, AdWords Express gestirà la campagna in autonomia.