Bonus banda ultralarga da 300 a 2500 euro, ammessi anche professionisti e partite Iva

Anche i liberi professionisti, gli autonomi e le partite Iva sono stati ammessi al bonus banda ultra larga. Il relativo decreto ministeriale sul bonus per la connettività, che consente di ottenere i contributi per l’adesione ai servizi di internet ultra veloce, è stato pubblicato nei giorni scorsi nella Gazzetta Ufficiale. Anche le partite Iva e i professionisti, dunque, potranno richiedere il voucher che va da un minimo di 300 euro a un massimo di 2.500 euro. Le partite Iva si uniscono, pertanto, alle micro e piccole e medie imprese tra i beneficiari dei contributi.

Voucher banda ultralarga, quali sono i requisiti per chiedere il bonus?

I professionisti e le partite Iva che vorranno richiedere il bonus per la banda ultra larga, dovranno avvalersi dei servizi di connettività veloce offerti dagli operatori di telecomunicazione. La velocità della banda dovrà attestarsi da un minimo di 30 megabit per secondo a connessioni che superano i gigabit per secondo. Anche le partite Iva dovranno rivolgersi agli operatori delle telecomunicazioni accreditati alla gestione dei voucher da parte di Infratel Italia. La società è deputata a gestire le risorse per conto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise).

Bonus banda ultra larga per i professionisti e partite Iva: passo avanti nella digitalizzazione

La possibilità di usufruire dei bonus per la connettività veloce rappresenta, dunque, anche per le partite Iva e i lavoratori autonomi un passo importante verso la transizione digitale. Inoltre, l’inclusione alla misura consente ai professionisti di cogliere un’importante opportunità sulla parità di accesso agli strumenti digitali e di ridurre il gap con le imprese in merito alla competitività sul mercato.

Voucher imprese per la connettività veloce, di cosa si tratta?

Già a partire dallo scorso 1° marzo le micro e le piccole e medie imprese possono richiedere il voucher per la banda ultralarga dall’importo minimo di 300 euro fino a un massimo di 2500 euro di aiuto. L’incentivo prevede l’erogazione del voucher alle imprese per gli abbonamenti a internet ultra veloce. I bonus sono erogati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) sulla base del decreto del 23 dicembre 2021 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 2022), adesso modificato per includere anche le partite Iva e i professionisti. Il relativo comunicato di riferimento del Mise per l’attuazione della misura è quello del 28 febbraio 2022. Nel documento sono contenute tutte le informazioni per la richiesta del bonus.

Quali bonus possono richiedere le imprese e le partite Iva per le connessioni internet a banda ultra larga?

I voucher per la connessione internet a banda ultra larga hanno in importo minimo di 300 euro fino a un massimo di 2500 euro. Il contributo è previsto dalla Strategia nazionale di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Gli abbonamenti alla banda ultra veloce delle micro e delle piccole e medie imprese devono avere una durata minima di 18 fino a una massima, ai fini del bonus, di 24 mesi. Il totale delle risorse messe a disposizione dal ministero per lo Sviluppo Economico ammontano a 608 milioni di euro. Per la domanda del voucher le micro e le piccole e medie imprese devono risultare regolarmente iscritte al Registro delle imprese.

Qual è l’importo del voucher per le connessioni a internet a banda ultra larga delle micro e Pmi?

Il voucher per gli abbonamenti alla banda ultra veloce può essere richiesto dalle micro e piccole e medie imprese, nonché dalle partite Iva e dai professionisti, a seconda delle necessità di connessione. Il servizio richiesto dovrà avere una velocità di download a partire da 30 megabit al secondo. Si può arrivare a velocità di un gigabit al secondo o anche di più. Il voucher base di 300 euro riguarda i contratti di abbonamento a internet ultra veloce da 30 megabit per secondo a 300 megabit per secondo (Voucher A1). Il Voucher A2 è richiedibile per velocità di connessione da 300 megabit per secondo fino a 1 gigabit per secondo. Si può richiedere un contributo anche per sostenere le spese di installazione del sistema di connessione.

Come si presenta la domanda per il bonus banda larga per le imprese e le partite Iva?

La domanda del voucher per la banda ultra larga può essere inoltrata dalle imprese dal 1° marzo 2022. Con la modifica del decreto, anche le partite Iva e i liberi professionisti potranno inoltrare richiesta di voucher. La scadenza è fissata al 15 dicembre prossimo. Le domande vengono inoltrate direttamente dagli operatori di telecomunicazione abilitati da Infratel Italia per realizzare gli interventi.

Bonus 300 euro per la banda larga famiglie: chi può ottenere il voucher?

Prende forma il bonus da 300 euro destinato alle famiglie per la fornitura di banda larga. Il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha messo a disposizione 407,5 milioni di euro per la banda ultralarga delle famiglie e dei condomini. A gestire le risorse sarà Infratel, la società in house del ministero incaricata di portare a termine le operazioni di distribuzione di banda larga e fibra ottica, oltre alla fornitura di servizi cloud. Al momento, si attende il decreto del Mise che destinerà le risorse dopo le osservazioni degli operatori del settore.

Voucher banda larga e fibra, quante risorse sono state stanziate?

Le risorse per la banda larga di famiglie e condomini, pari a 407,5 milioni di euro, derivano dal Fondo nazionale di sviluppo e coesione. Per l’80% andranno alle regioni del Sud Italia, soprattutto alla Sicilia (81,5 milioni di euro), alla Campania (75,9 milioni di euro) e alla Puglia (32,8 milioni di euro). Secondo i dati Infratel, inoltre, le altre regioni riceveranno risorse pari a:

  • Sardegna, 32,8 milioni di euro;
  • Calabria, 30,8 milioni;
  • Abruzzo, 17,7 milioni;
  • Lombardia, 16,8 milioni;
  • Basilicata, 14 milioni;
  • Piemonte, 11,9 milioni;
  • Lazio, 10,7 milioni;
  • Toscana e Veneto, 10,2 milioni;
  • Emilia Romagna, 8,8 milioni;
  • Molise, 8,4 milioni;
  • Marche, 4,8 milioni;
  • Liguria, 4,1 milioni;
  • Umbria, 3,9 milioni;
  • Friuli Venezia Giulia, 3,1 milioni;
  • Provincia autonoma di Bolzano, 2,1 milioni;
  • P. A. Trento, 1,4 milioni;
  • Valle d’Aosta, 800 mila euro.

Voucher banda larga, in cosa consiste il bonus per internet veloce alle famiglie?

Il voucher per le famiglie avrà il valore di 300 euro e nella domanda non vi saranno limiti di Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), a differenza dei requisiti richiesti per il bonus precedente, erogato a partire da novembre 2020. L’importo del bonus, come calcolato da Infratel, è basato su una valutazione dei prezzi di mercato degli operatori e serve a coprire, mediamente, almeno la metà dei costi del servizio internet ultraveloce per i primi due anni.

Quali famiglie potranno richiedere il bonus 300 euro per la banda larga?

Il bonus 300 euro per la banda larga potrà essere richiesto dalle famiglie fino a esaurimento delle risorse. Sono due i criteri di assegnazione:

  • l’assenza, al momento della domanda, di un servizio di connettività;
  • il passaggio da una connettività non eccedente i 30 megabit per secondo a una più veloce.

Nel caso in cui nell’edificio arrivi più di una rete ultraveloce, il contributo potrà essere richiesto solo per il gestore che offra la velocità maggiore tra le offerte disponibili. In ogni caso, ciascuna famiglia potrà chiedere al massimo un solo voucher. Non vi sarà un vincolo contrattuale, ma se si cambia gestore durate i primi due anni di erogazione del bonus, si perderà la quota residua dell’incentivo.

Voucher banda larga, la novità 2022 dei condomini

La fase 2 del voucher 300 euro per la banda larga prevede la partecipazione alle risorse anche dei condomini. Si tratta del cablaggio verticale dei condomini e della richiesta di servizi cloud. I condomini potranno richiedere il voucher per la fibra ottica che dovrà essere messa a disposizione per ciascuna unità abitativa. Per i condomini non vi è ancora una cifra del bonus.

Bonus banda larga, come andarono le domande del 2020 legate a computer e tablet?

La fase 1 del voucher banda larga, riservata alle famiglie con Isee fino a 20 mila euro, non ha tenuto fede alle attese in termini di richiesta del bonus. A partire da novembre 2020, per un periodo di un anno, le richieste videro l’assorbimento di risorse per 107 milioni di euro rispetto ai 200 milioni di euro stanziati. I fondi residui vennero poi dirottati alle connettività delle piccole e medie imprese. L’erogazione dei bonus prevedeva anche la concessione di un computer o di un tablet. In questa tornata di domande saranno previsti anche servizi aggiuntivi come quelli cloud: si punterà a offrire alle famiglie tecnologie per la gestione e l’archiviazione dei contenuti digitali.

Bonus banda ultralarga, partite le domande: voucher fino a 2500 euro

Dal 1° marzo 2022 si può richiedere il bonus banda ultralarga per le imprese che vogliano ottenere il voucher da 300 a 2500 euro di aiuto. La misura prevede l’erogazione del bonus gli abbonamenti a internet ultraveloce. Gli aiuti sono erogati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha emanato il comunicato il 28 febbraio 2022 per contenente le informazioni per la richiesta del voucher. Il provvedimento di riferimento è il decreto ministeriale del 23 dicembre 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 2022.

Quali voucher le imprese possono richiedere per le connessioni internet a banda ultralarga

I contributi per le connessioni internet a banda ultralarga vanno da un minimo di 300 euro a un massimo di 2500 euro. Il bonus rientra nell’ambito della Strategia nazionale di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Gli abbonamenti a internet delle micro, piccole e medie imprese devono avere durata da 18 a 24 mesi. Il totale dei fondi messi a disposizione sono pari a 608 milioni di euro. Per la richiesta del bonus le micro e le Pmi devono risultare regolarmente iscritte al Registro delle imprese.

Quanto spetta di voucher per le connessioni a internet a banda ultralarga per le imprese?

Il bonus per gli abbonamenti a internet a banda ultralarga può essere richiesto dalle imprese a seconda delle esigenze di connettività. Gli abbonamenti dovranno avere una velocità di download da 30 megabit al secondo fino a un gigabit o superiori. Il bonus minimo di 300 euro corrisponde a un contratto di abbonamento a internet tra i 18 mesi e i 36 mesi che garantisca il trasferimento a una connessione con una velocità di download compresa tra i 30 megabit per secondo e i 300 megabit per secondo (Voucher A1). Il Voucher A2 è previsto per connessioni da 300 megabit per secondo fino a un gigabit per secondo. È previsto un contributo anche per i costi di installazione delle connessioni.

Come presentare domanda per il voucher banda larga per le imprese?

La domanda per il bonus connessioni a banda larga può essere presentata dalle imprese dal 1° marzo 2022 fino al 15 dicembre 2022. Le istanze possono essere inoltrate direttamente tramite gli operatori di telecomunicazioni abilitati da Infratel Italia, gestore della misura per conto del ministero per lo Sviluppo Economico.

 

Imprese italiane sempre più attirate dalla banda larga

Le imprese stanno dimostrando di aver capito che devono necessariamente stare al passo con i tempi anche e soprattutto con la tecnologia.
L’avvertimento è stato dato, e ribadito, da tempo, poiché le aziende, soprattutto se medio piccole, per non soccombere sono costrette ad adottare e sposare le nuove tecnologie, essere innovative e aperte ad investimenti se necessario. Si tratta sicuramente di un dispendio di denaro ed energie, ma è per una buona causa, per emergere in un mare di imprese che inevitabilmente si fanno concorrenza tra loro.

A conferma che questo consiglio è stato recepito, c’è un’indagine condotta da Istat che rileva come siano aumentate e stiano aumentando progressivamente le imprese che si connettono ad Internet utilizzando la banda larga.

Dati alla mano, la quota di imprese con almeno dieci dipendenti che si connette ricorrendo alla banda larga mobile è salita di oltre sette punti percentuali rispetto al 2016, passando da 63,8 a 70,9%.
Aumenta anche il numero di imprese che invece hanno adottato la banda larga fissa, passando dal 16,5% del 2016 al 23,6% del 2017.

In crescita anche le imprese che usano abitualmente un social media, che passano dal 39,2% del 2016 al 44% del 2017, mentre resta limitata la diffusione di competenze digitali. In aumento il numero di imprese che vendono online: dall’11% al 12,5%.

Vera MORETTI

Abi: il ruolo delle banche è destinato a cambiare

Il ruolo delle banche, e soprattutto dello sportello bancario, è destinato a cambiare radicalmente, soprattutto per la diffusione di nuovi canali, con internet e cellulari in prima linea.
La tecnologia, infatti, permette di eseguire molte operazioni online in completa autonomia e, se una volta era necessario recarsi allo sportello e farsi seguire passo dopo passo, ora ciò non è più cos’ fondamentale.

Uno studio effettuato da Abi in collaborazione con l’Università di Parma e presentato durante il convegno Dimensione Cliente ha illustrato la tendenza alla quale si va incontro, che sta radicalmente cambiando il tempo e lo spazio all’interno delle agenzie, liberando il personale di sportello dalle attività più semplici e ricorrenti, come bonifici, prelievi, estratti conto e pagamenti vari.

Ma è ancora presto per considerare lo sportello bancario inutile perché, ogni anno, sono 550 milioni le visite effettuare allo sportello da parte di clienti che chiedono informazioni sul conto o devono effettuare transazioni, fare investimenti o chiedere finanziamenti.

Le banche, ad oggi, dedicano il 40% del tempo all’assistenza e alla consulenza, e per un terzo dei casi si tratta di operazioni di routine, meno di un quinto di back office.
A livello di settore, questo significa circa 150 milioni di ore impiegate dal personale bancario ad ascoltare le esigenze dei clienti e a suggerire loro le soluzioni più efficaci.
I frequentatori più assidui sono coloro che hanno in corso investimenti e finanziamenti, che si recano in agenzia circa due volte al mese, per un totale annuo di 9 ore di assistenza.

Per tutte le banche l’obiettivo nei prossimi due anni e’ incrementare ulteriormente il tempo dedicato a incontrare vis-a-vis i clienti per offrire loro una consulenza e un’assistenza sempre più specializzate e personalizzate e in particolare per il 61% delle banche tale trend di crescita della consulenza sarà molto elevato.

Quasi tre quarti delle banche prevedono figure professionali che si muovono sul territorio a contatto con i clienti e altrettante renderanno possibile ai clienti, nei prossimi 2-3 anni, fissare gli appuntamenti col proprio referente dell’agenzia via internet o call-center. In questa prospettiva, per il 73% degli istituti più consulenza significa sviluppare nuovi spazi per incontrare e assistere i clienti. Infine, il 40% delle banche sta implementando la possibilità per il cliente di video-collegarsi col proprio consulente.

Vera MORETTI

Imprese verso la “Nuova Internet”

Abbiamo visto ieri come per le imprese, oggi, non ci sia più spazio per decidere se servirsi o meno delle innovazioni che la tecnologia offre per sviluppare il proprio business. Le previsioni di crescita del mercato digitale da qui a 3 anni, danno la risposta senza troppi margini di dubbio: servirsi della tecnologia si deve. Specialmente se si guarda al mercato dei contenuti digitali e dei servizi.

L’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano lo ha infatti analizzato e ha rilevato che circa il 30% del suo valore – pari a circa 4,9 miliardi di euro – è rappresentato dai contenuti digitali e dai servizi a pagamento, in crescita del 7% rispetto al 2011.

Contenuti digitali e servizi su Pc
I contenuti digitali e i servizi su Pc crescono di oltre il 20%, per un valore complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro, trainati dai giochi e dalle scommesse online. Un ruolo particolarmente rilevante è svolto dalle nuove tipologie di giochi come i casinò games e il Poker Online in modalità cash.

Contenuti digitali e servizi su dispositivi Mobile
Anche i contenuti Mobile tornano a crescere del 17%, grazie alle App e ai contenuti acquistati navigando su Mobile Web dagli utenti di smartphone, superando i 550 milioni di euro. Responsabili della crescita sono i contenuti più innovativi e pensati per una fruizione da smartphone: i giochi, ma anche i contenuti multimediali come, ad esempio, i video. Continua il calo, invece, dei contenuti più tradizionali come gli sms di infotainment, i loghi e le suonerie e i servizi di interazione con i media, tipo il televoto.

Contenuti digitali e servizi su Sofa Tv digitali
Nel corso del 2012 dovrebbero rimanere pressoché stabili i ricavi dalle vendite di abbonamenti premium sulle Sofa-Tv digitali, attestandosi intorno ai 3,2 miliardi. Non aumenta ulteriormente il numero di abbonati, in quanto sembra che il mercato sia giunto a maturazione.

E qui, l’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano compie un’interessante analisi sul passaggio dalla cosiddetta “Vecchia Internet” alla “Nuova Internet“. Sui 16,2 miliardi dei mercati digitali consumer, la componente che si basa sul web pesa per circa il 75%. Tale componente potrà beneficiare dell’avvento della “Nuova Internet”, basata su nuovi device (tablet, smartphone e Internet TV) e sulle App, che potrebbe fare recuperare all’Italia un gap accumulato con la “Vecchia Internet”, basata su PC e Web.

L’analisi ha infatti evidenziato come la “Vecchia Internet” in Italia non si sia mai sviluppata appieno rispetto alle sue reali potenzialità, a causa di una serie di ostacoli di natura sia infrastrutturale che culturale: scarsa diffusione di Pc nelle famiglie (67 ogni 100 abitanti contro 88 in Eu5 e 140 negli Usa), limitata penetrazione dei collegamenti internet (circa il 57% della popolazione contro circa il 90% nei Paesi nordeuropei e l’80% negli Usa).

Viceversa, le potenzialità della “Nuova Internet” sono evidenti. Secondo Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, “la diffusione di Smartphone, Internet TV e Tablet esploderà nel corso dei prossimi 3 anni. Le stime per il 2012 sul mercato italiano parlano di oltre 32 milioni di Smartphone, 2,5 milioni di Internet Tv e 2,9 milioni di Tablet che cresceranno rispettivamente a quasi 50 milioni, 11 milioni e 12 milioni nel corso del 2015”.

Anche il fenomeno delle App, legato a doppio filo alla “Nuova Internet”, ha raggiunto numeri rilevanti a livello mondiale: 1,5 milioni di Mobile App disponibili, 500mila Mobile App ottimizzate per Tablet e oltre 60 miliardi di Mobile App scaricate attraverso smartphone e tablet dal lancio degli store.

Numeri che devono far pensare quanti, aziende o professionisti, hanno ancora dei dubbi sull’opportunità di essere un minimo digitali per sopravvivere nel proprio mercato. Numeri che, a Smau 2012, troveranno la loro traduzione nella realtà del presente digitale per tutte le aziende che vorranno innovare per competere.

VIENI A SMAU 2012: INFOIVA TI REGALA L’INGRESSO

Mercati digitali, frontiera del business per le imprese

Smau 2012 è alle porte ed è quindi il momento migliore per capire che cosa significa, per un’impresa o un professionista, affidarsi alle potenzialità che la tecnologia oggi offre per sviluppare e incrementare il business. Capirlo significa analizzare dati e tendenze; quelle, per esempio, che l’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano ha ricavato dalla ricerca sui “Mercati Digitali Consumer e Nuova Internet”.

Il primo, importantissimo dato, riguarda il ruolo sempre più decisivo che sarà giocato dai nuovi device mobili. Secondo Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, “la diffusione di Smartphone, Internet TV e Tablet esploderà nel corso dei prossimi 3 anni. Le stime per il 2012 sul mercato italiano parlano di oltre 32 milioni di Smartphone, 2,5 milioni di Internet Tv e 2,9 milioni di Tablet che cresceranno rispettivamente a quasi 50 milioni, 11 milioni e 12 milioni nel corso del 2015”.

Venendo all’attualità, i mercati digitali consumer – intesi come tutti i mercati rivolti al consumatore finale, basati su piattaforme digitali (Pc, Tv digitali, Mobile) – crescono in Italia del 14% rispetto al 2011 e superano quota 16,2 miliardi di euro. Uno sviluppo che caratterizza in maniera significativa i 3 principali comparti sui quali si sviluppa il business digitale, eCommerce, Pubblicità su canali digitali e Contenuti/servizi digitali. Vediamo come.

eCommerce

Il valore dell’eCommerce supererà nel 2012 i 9,1 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto al 2011.

eCommerce su Pc
La quasi totalità del mercato – oltre 8,9 miliardi di euro – è rappresentata dalla vendita di prodotti e servizi non digitali su Pc, anche grazie agli ottimi risultati delle iniziative che vendono coupon e dei gruppi d’acquisto. Continuano a trainare l’eCommerce tricolore le vendite di servizi (quasi i due terzi del mercato), spinte anche nel 2012 dal turismo che, da solo, genera il 47% dell’eCommerce su Pc nel nostro Paese. Crescono comunque bene quasi tutti i settori merceologici con punte di poco superiori al 30% nel caso dell’Abbigliamento.

Mobile Commerce
Benché siano ancora una parte marginale delle vendite su piattaforme digitali, le vendite di prodotti e servizi attraverso cellulari (il cosiddetto Mobile Commerce) crescono in maniera significativa: +143%. Si stima che nel 2012 il loro valore supererà i 150 milioni di euro, prevalentemente grazie ai biglietti per il trasporto (sia aereo che ferroviario) e alle vendite a tempo (ovvero le vendite di prodotti di brand molto noti, prevalentemente in ambito fashion, in campagne della durata di pochi giorni).

T-commerce
Nonostante la sempre maggiore diffusione di apparecchi predisposti per l’Internet Tv che portano il web sul televisore, non è ancora partito il cosiddetto T-commerce (eCommerce su Tv).

Pubblicità su canali digitali

La pubblicità su canali digitali nel 2012 supera quota 2,1 miliardi di euro, pari al 13% del totale mercati digitali, in crescita del 15% rispetto al 2011.

Pubblicità su Pc
La pubblicità su Pc vale circa 1,3 miliardi (oltre il 50% del mercato), in crescita del 11% rispetto al 2011. La maggior parte del mercato è sostenuta da attività di search e di keyword advertising, mentre è interessante la crescita che sta avendo il format del video advertising che, anche quest’anno, aumenta con tassi altissimi, superiori all’80%.

Pubblicità su dispositivi Mobile
Per il Mobile Advertising, nel 2012 sembra confermata la crescita robusta già registrata l’anno scorso (+50%): nel giro di un altro anno, il mercato del Mobile Advertising dovrebbe arrivare così ad avvicinarsi al 10% del valore della pubblicità su Internet. Stando alle indicazioni dei principali player, il valore complessivo nel 2012 arriverebbe a superare gli 80 milioni di euro. Si osserva un buon fermento nel mondo degli Application Store e del Mobile Internet: ci si attende, infatti, all’incirca un raddoppio del Display Advertising su Applicazioni e Mobile site e del Keyword Advertising. Una tendenza che rende i formati innovativi una parte sempre più significativa del mercato complessivo.

Pubblicità su Tv digitali
Cresce di oltre il 18% la pubblicità sulle Sofa-Tv digitali, con un controvalore pari a circa 740 milioni di euro nel 2012: un buon risultato in un periodo difficile per l’economia in generale. La crescita complessiva della pubblicità sul digitale avviene in contrasto con il calo della pubblicità sui canali tradizionali, che subisce una contrazione tra il 5% e il 10%. Con il costante incremento di share, i nuovi canali digitali, più segmentati e tematici rispetto ai canali tradizionali, iniziano ad avere una buona raccolta pubblicitaria, anche se non sufficiente a compensare le perdite sui “vecchi” canali.

Un panorama variegato, quindi, nel quale professionisti e imprese possono trovare buone nicchie dove far fruttare il proprio business.

Domani concluderemo l’analisi dell’Osservatorio SMAU – School of Management Politecnico di Milano analizzando il mercato dei contenuti e dei servizi digitali, alla luce del passaggio dalla cosiddetta “Vecchia Internet” alla “Nuova Internet”.

VIENI A SMAU 2012: INFOIVA TI REGALA L’INGRESSO

Italiani sempre più connessi

Essere sempre connessi non è più uno status symbol ma un’abitudine irrinunciabile per il 62,1% degli italiani.

Internet, infatti, secondo il decimo Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione “I media siamo noi. L‘inizio dell‘era biomediatica“, rappresenta il mezzo che ha registrato il massimo incremento dell’utenza tra il 2011 e il 2012, con un’impennata del 9%.
Ad essere online sono soprattutto i giovani, con un dato che li riguarda che arriva al 90,8%, ma anche persone con un’un istruzione superiore, ovvero diplomati e laureati (84,1%), e residenti delle grandi città, con più di 500.000 abitanti (74,4%).

Se gli iscritti a Facebook erano l’anno scorso il 49%, ora sono il 66,6%, che rappresentano il 41,3% degli italiani e il 79,7% dei giovani.
Anche YouTube è sempre più popolare, poiché, dal 54,5% degli utenti del 2011, passa ora al 61,7%, pari al 38,3% della popolazione complessiva e al 79,9% dei giovani.

Tra gli utilizzatori di smartphone, poi, il 37,5% ha scaricato almeno un’applicazione e, tra loro, il 16,4% lo fa spesso.
Le app più scaricate riguardano giochi, ricercati dal 63,8%, meteo (33,3%), mappe (32,5%), social network (27,4%), news (25,8%) e sistemi di comunicazione, ovvero sms, mms e telefonate tramite Internet (23,2%).

Vera MORETTI

Dall’alto o dal basso, ora fuori i tagli veri

di Davide PASSONI

E adesso applaudono a scena aperta. Dopo aver sfiorato il ridicolo la scorsa settimana, quando in fase di presentazione della spending review e del commissario per l’acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione, Enrico Bondi, hanno chiesto aiuto ai cittadini per segnalare online gli sprechi e i cespiti da tagliare, i signori del governo snocciolano soddisfatti i dati dell’iniziativa digitale a una settimana dal suo lancio. Oltre 95mila segnalazioni, di cui più di 24mila solo nel weekend. Un messaggio ogni due secondi, dicono loro. Una mole di roba che ha obbligato a costituire un gruppo di lavoro all’interno dell’Ufficio stampa e del Portavoce di Palazzo Chigi per leggere tutti i messaggi e archiviarli in categorie. Dieci funzionari dieci, che hanno esaminato e catalogato il 20% del totale delle segnalazioni. Diciannovemila circa, 1900 a testa diciamo noi.

Bene. Infatti, dice la nota del governo, “la partecipazione degli italiani al progetto di revisione della spesa pubblica è stata particolarmente elevata e dalle numerose mail giunte vi è un sollecito al governo a intervenire in modo tempestivo per cancellare le inefficienze. A scrivere sono in prevalenza cittadini, e tra questi molti giovani, ma anche dipendenti delle pubbliche amministrazioni e liberi professionisti, ricercatori, professori universitari, oltre a imprenditori, associazioni di categoria, enti no-profit, think-tanks. Circa un sesto dei messaggi contiene il medesimo testo e, quindi, ciò lascia pensare a una campagna organizzata“.

Bene. E gli italiani, dove suggeriscono di intervenire in maniera più o meno pesante? Enti locali, auto blu, stipendi pubblici, risparmio energetico, consulenze, pensioni. Ma dai! Rispettiamo ciascuna delle 95mila segnalazioni e ciascuna delle persone che le hanno inviate, ma pensiamo davvero che la banda Monti non sapesse da sé dove, come e che cosa tagliare? Se proprio il premier e l’Esecutivo avessero voluto far sentire protagonista la gente, perché non spendere una parola di vicinanza a quanti sono in difficoltà per le troppe tasse, il poco lavoro, la pochissima speranza? Tutti fattori di cui sono responsabili loro in prima persona. Loro e i governi che li hanno preceduti.

Perché non dire subito quanto e che cosa avrebbero tagliato? Un tecnico come Giarda ci è dentro da anni in queste problematiche, sa che cosa non va e sa come raccontarlo al presidente del Consiglio perché prenda le misure necessarie. E invece no, facciamo i fighi, usiamo internet, muoviamo le cose “dal basso“, ascoltiamo ciò che dicono i nostri cittadini. E se poi scopriamo che sapevamo già tutto, che ci dicono solo cose già sentite? Beh, che c’è di strano, noi siamo i professori, no?

Ma intanto i cittadini e le imprese aspettano i tagli veri, non i proclami. Ma intanto i cittadini affondano i partiti e votano Grillo. “Dal basso“. E Monti pare non accorgersene, o meglio, si accorge che per il governo “non c’è più la sintonia con il Paese che c’era a inizio mandato. Dobbiamo recuperare“. Che sia già finita anche la Seconda Repubblica? Beh, se fosse così la crisi qualche effetto positivo lo avrebbe pure…

Se il business si fa difficile, scegli Impresa Semplice

Focus pubblicitario

Se la vita dell’imprenditore si fa sempre più complessa, la cosa migliore è che l’impresa diventi semplice. Ecco perché Telecom Italia mette in campo le sue nuove offerte di Impresa Semplice per Pmi e Mobile Workers; un ventaglio di soluzioni per la telefonia all’insegna della convergenza fisso/mobile e per la navigazione Web, anche su Tablet, per una comunicazione business completa e senza pensieri.

Del resto, la consumerizzazione IT in ambito business è uno dei trend emergenti, che nasce da un utilizzo innovativo e integrato di smartphone e tablet nel lavoro quotidiano da parte di professionisti e manager d’impresa che sono oggi Mobile Workers a tutti gli effetti. Come tali necessitano di soluzioni per la comunicazione professionale che vadano oltre i classici confini tra Telefonia e Web.

Le soluzioni business di Impresa Semplice di Telecom Italia rispondono a queste mutate esigenze delle Pmi, offrendo piena libertà di navigazione anche sui terminali di ultima generazione e massima convergenza tra telefonia fissa e mobile. Ecco le ultime novità.

TIM SuMisura+
È l’offerta per chiamare e navigare da smartphone, ideale per i clienti business che desiderano  un servizio conveniente e personalizzabile con 3 tagli di minuti inclusi e 4 opzioni a scelta. In più, per le nuove linee attivate entro il 30/06/2012, inclusi 2000 minuti al mese verso i numeri fissi nazionali.

Linea Valore+ & Super Internet 
È l’offerta a valore aggiunto per le Pmi che hanno esigenze di comunicazione a tutto tondo: libertà, efficienza e qualità senza rinunce. Con in più la convenienza delle chiamate verso i telefoni fissi nazionali e i mobili TIM. Inoltre per le nuove linee telefoniche attivate entro il 30/06/2012 in abbinamento ad un’offerta Internet illimitata, Impresa Semplice riconosce uno sconto fino a 120 euro per i primi 6 mesi.

Naviga Tablet e iPad2 
Ecco la soluzione più adatta per professionisti e manager che utilizzano i device di ultima generazione in mobilità all’insegna del multitasking e della piena portabilità.