Carta Acquisti INPS 2021: a chi spetta e come richiederla

La pandemia ha messo a dura prova le famiglie italiane e mai come in questo momento è essenziale avere degli aiuti da parte dello Stato. Tra le varie misure messe a disposizione vi è la Carta Acquisti INPS 2021 che in realtà non nasce con la pandemia ma in precedenza e per aiutare le persone che si trovano in una situazione di disagio economico ad avere un minimo sollievo nell’affrontare le spese quotidiane.

Cos’è la Carta Acquisti INPS 2021

La Carta Acquisti INPS è attiva dal 2008 e funziona come una qualsiasi carta bancomat, può essere quindi utilizzata per pagare beni e servizi, gli importi caricati però sono piuttosto esigui, si tratta infatti di soli 40 euro mensili.

E’ stata introdotta nel nostro sistema con il decreto legge 112 del 2008 e ha la funzione di sostenere le famiglie che si trovano in una particolare situazione di disagio. Non può essere utilizzata per qualunque scopo, ma solo per l’acquisto di beni alimentari, pagamento delle utenze di luce e gas e per spese sanitarie. La carta acquisti viene riconosciuta alle persone che hanno oltre 65 anni di età e alle famiglie in cui siano presenti minori di tre anni di età e che abbiano i requisiti patrimoniali e reddituali per potervi accedere.

Vedremo ora i requisiti, ma è bene sottolineare fin da subito che vi sono requisiti positivi e altri negativi e gli stessi devono essere incrociati.

Requisiti Carta Acquisti INPS 2021 per minori di 3 anni

I requisiti, in particolare quelli inerenti la situazione reddituale sono aggiornati di anno in anno con una nota del MEF, l’obiettivo è quello di allineare il riconoscimento del beneficio all’inflazione. I dati qui riportati si riferiscono all’ultima nota di aggiornamento del MEF, gli stessi però attualmente non risultano aggiornati sul sito INPS che fornisce ancora quelli antecedenti. Sono comunque i requisiti attualmente validi.

Il primo caso rilevante è quello delle famiglie con minori di anni 3. In questo caso per poter accedere è necessario:

  • essere cittadini italiani;
  • essere cittadini comunitari;
  •  extracomunitari, in questo terzo caso per poter accedere occorre avere familiari che siano cittadini italiani o comunitari, oppure un permesso di soggiorno, il riconoscimento di rifugiati politici o posizione sussidiaria;
  • essere regolarmente iscritti all’anagrafe della popolazione residente;
  • avere un reddito ISEE inferiore 7.001,37 euro.

Quelli visti sono i requisiti positivi, a cui si aggiungono quelli negativi, cioè non devono sussistere contemporaneamente determinate situazioni. Ecco quali sono:

  • non si deve essere intestatari di più di un’utenza elettrica o di gas oppure di un’utenza “non domestica”;
  • non si deve essere proprietari di più di due veicoli ( da soli o insieme al coniuge);
  • proprietari di una quota superiore al 25% di un immobile ad uso abitativo;
  • intestatari di una quota maggiore del 10% di un immobile ad uso non abitativo;
  • proprietari di un immobile in categoria C7 (tettoie chiuse o aperte);
  • per poter accedere al beneficio, inoltre è necessario non essere titolari di un patrimonio mobiliare di valore superiore a 15.000 euro, risultante dalla dichiarazione ISEE.

A chi spetta la Carta Acquisti INPS: requisiti per over 65

I requisiti positivi e negativi previsti per gli over 65 sono simili a quelli già visti per le famiglie con minori di tre anni, anche se vi sono delle particolarità.

Anche in questo caso il diritto viene riconosciuto a coloro che hanno la cittadinanza italiana, comunitaria o extracomunitari con i limiti visti in precedenza, inoltre è necessario  avere un reddito corrente ISEE inferiore a 7.001,37 euro, ma in questo caso per coloro che hanno oltre 70 anni di età il limite viene innalzato fino a 9.335,16 euro. Naturalmente si deve fare riferimento ai redditi derivanti da trattamenti pensionistici o assistenziali a cui devono essere aggiunti i redditi di altra natura a carico della persona.

Sono identici anche i requisiti negativi, ma in questo caso se ne aggiunge un altro e cioè l’anziano per poter beneficiare della Carta Acquisti INPS 2021 non deve essere titolare di un vitto garantito dallo Stato, ad esempio nel caso in cui si sia ricoverati in un reparto di lunga degenza a carico dello Stato oppure si viva in un istituto penitenziario.

Come inoltrare la domanda

Chi si trova nelle condizioni viste, può inoltrare la domanda per ottenere la Carta Acquisti INPS 2021, farlo è molto semplice, infatti i moduli sono disponibili presso le sedi degli uffici di Poste Italiane, inoltre possono essere scaricati dal sito del Ministero Economia e Finanze. Gli over 65 dovranno compilare il modello A017/21, mentre i genitori o tutori di minori di anni 3, esercenti la patria potestà, affidatari, il modello B018/21. Una volta compilato il modello deve essere inoltrato all’INPS, tale operazione può essere fatta presso gli sportelli degli uffici di Poste Italiane.

L’INPS effettuerà le verifiche inerenti i dati trasmessi e in seguito provvederà ad erogare la carta che mensilmente sarà caricata con gli importi dovuti. Il pagamento avviene dal mese successivo rispetto a quello in cui è stata inoltrata la domanda.  Deve essere però ricordato che l’accredito è bimestrale, quindi ogni 2 mesi sono caricati 80 euro, solitamente la ricarica avviene nei primi 10 giorni del mese.

La carta funziona con il circuito Mastercard, non può essere utilizzata per prelievo di contanti, ma solo per effettuare acquisti presso negozi di alimentari, per spese sanitarie e pagamento delle utenze di luce e gas. Ai titolari della Carta Acquisti è riservato anche uno sconto del 5% presso le farmacie e i negozi di alimentari aderenti.

Deve però essere sottolineato che la carta Acquisti INPS 2021 non può essere utilizzata per il pagamento del Ticket sanitario e per l’acquisto di specialità medicinali. In caso di furto o danneggiamento il titolare può chiedere assistenza al numero verde 800. 902.122.

Isee: ecco tutte le agevolazioni che spettano

L’indicatore della situazione economica equivalente, che è noto semplicemente con l’acronimo di Isee, è un parametro che misura lo stato e la condizione economica di una famiglia. Così come l’Isee, a patto che sia aggiornato ed in corso di validità, è pure la chiave di accesso alla maggioranza dei bonus e delle prestazioni sociali erogate e concesse in Italia non solo dallo Stato centrale, ma anche dalle regioni e dai comuni. Ecco allora la carrellata su quali sono tutte le agevolazioni che spettano con l’Isee.

Quali sono tutte le agevolazioni che possono spettare alle famiglie con l’Isee

Nel dettaglio, con l’Isee aggiornato ed in corso di validità, le famiglie possono accedere a bonus, a prestazioni sociali e ad aiuti economici che spaziano dal reddito di cittadinanza al bonus idrico, e passando per il bonus luce e gas, ma a patto che l’indicatore della situazione economica equivalente sia inferiore ad una soglia prefissata.

Tra le agevolazioni accessibili con l’Isee, inoltre, c’è pure il bonus sul canone da pagare per la telefonia su rete fissa, il conto corrente di base gratuito, il bonus affitti e tutta una serie di prestazioni sociali a sostegno della famiglia che spaziano dal bonus bebè all’assegno di maternità, e passando per gli assegni al nucleo familiare.

In più, nell’ambito del diritto all’istruzione, le famiglie con Isee basso possono pure accedere al bonus libri per i figli, a riduzioni o esenzioni dal pagamento delle tasse universitarie, ed alla riduzione della retta per gli asili nido e per altri servizi educativi.

A chi presentare la domanda per l’accesso alle agevolazioni con Isee basso

Per ogni agevolazione o bonus che è ottenibile con l’Isee, variano non solo le soglie dell’indicatore della situazione economica equivalente da rispettare, ma pure le modalità di presentazione delle istanze. Per esempio, il reddito di cittadinanza, nel rispetto dei requisiti previsti, si può chiedere e si può ottenere presentando la domanda dal portale dell’Inps oppure con SPID dal sito Internet ufficiale della misura, oppure avvalendosi dell’assistenza sul territorio dei patronati.

Mentre la domanda per il bonus idrico, per il bonus luce e per il bonus gas si presenta al CAF oppure al Comune di residenza. Con il modulo per la presentazione dell’istanza che si può scaricare dal sito Internet dell’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Inoltre, alcune prestazioni sociali ottenibili con l’Isee sono accessibili se e solo se è stato emanato un bando. E questo vale, per esempio, per il bonus affitti che, come contributo ad integrazione del pagamento del canone di locazione, viene stabilito in base a singoli bandi comunali.

In aggiunta alle misure statali che sono accessibili rispettando le soglie Isee, inoltre, le regioni ed i Comuni possono stanziare pure altri fondi al fine di attivare misure per aiutare e per sostenere le famiglie a basso reddito. Come per esempio i bandi comunali per le famiglie a basso reddito ed anche per le imprese in difficoltà, al fine di chiedere e di ottenere, presentando la domanda, il rimborso totale o parziale della TARI.

ISEE Precompilato 2021: la guida su come funziona

L’ISEE Precompilato 2021 è disponibile sul sito online dell’INPS. Questo permette di ottenere l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, in modo veloce. Ma come funziona?

ISEE Precompilato 2021: cos’è e come si richiede

L’ISEE si richiede per ottenere borse di studio, collaborazioni e esenzioni dal pagamento delle tasse universitarie. L’ISEE socio sanitario permette di accedere a prestazioni sanitarie non residenziali, quindi assistenza domiciliare per persone maggiorenni con disabilità (anche non autosufficienti).

Per richiedere il proprio ISEE precompilato occorre andare sul sito web dell’Istituto Nazionale di Previdenza sociale. A questo punto selezionare il menù”Acquisizione” ed entrare con le proprie credenziali. Con pochi click il gioco è fatto, basta seguire tutti i passaggi indicati. Infine, dopo gli opportuni controlli, sarà l’INPS ad inviare l’ISEE al contribuente entro 15 giorni dalla richiesta.

ISEE Precompilato 2021: tutti i dati da compilare?

All’interno dell’ISEE Precompilato 2021 è possibile confermare, modificare o integrare molti dati precompilati. Tra questi ci sono tutti i dati relativi al patrimonio immobiliare e mobiliare. Ma anche gli eventuali canoni di locazione, i redditi ai fini IRPEF e i trattamenti erogati dall’INPS esenti ai fini IRPEF.

I dati da compilare possono essere divisi  in due categorie. La prima fase riguarda il cittadino e la sua vita. Tra questi rientrano la composizione del nucleo familiare, i dati in merito alla gestione con l’Agenzia delle entrate, come potrebbe essere un contratto di locazione. Ed infine, tutti i dati relativi al reddito, al patrimonio e la delega per ogni maggiorenne della famiglia.

Il caso dei maggiorenni in famiglia

Se all’interno del nucleo familiare ci sono dei maggiorenni occorre, anche in questo caso, indicare dei dati importanti. Il primo è quello reddituale, cioè capire se nell’anno precedente il maggiorenne ha percepito redditi. Rientrano anche i lavori occasionali accessori ed autonomi. A quel punto si possono delineare tre strade. La prima è quella in cui non vi è nessuna dichiarazione dei redditi presentata. Quindi in questo caso va barrata la casella l’opzione assenza di dichiarazione.

La seconda è quella in cui viene presentato il modello 730indicando l’importo dichiarato. Mentre la terza ed ultima opzione prevede il modello dei redditi presentati, da indicare nel quadro RN del modello. Altri dati da indicare sono quelli patrimoniali, quindi al suo interno i valori mobiliari ed immobiliari. Inseriti tutti i dati, questi vanno salvati ed inviati.

Chi esegue i controlli dei dati dichiarati?

Inseriti tutti i dati è l’Inps che invia all’Agenzia delle entrate le richieste per la verifica dei riscontri. In alcuni giorni, infatti, l’agenzia provvederà a controllare la dichiarazione del contribuente. Se l’esito è positivo è restituito tutto ai fini della redazione della dichiarazione sostitutiva unica. Questo è compito dell’INPS, che provvederà anche all’avviso al contribuente dell’avvenuta lavorazione della DSU. Altrimenti, la procedura prevede ulteriori controlli ed integrazioni a carico del contribuente.

Infatti, in questo caso la DSU risulterà sospesa, e quindi devono essere apportate le modifiche. Infine, non appena la DSU sarà corretta, l’INPS rilascerà in tempo reale l’ISEE. Uno dei vantaggi dell’ISEE precompilato è quello di ottenere l’attestazione in tempo reale e direttamente a casa. Inoltre se il contribuente conferma i dati potrà evitare di ricevere segnalazioni di omissioni o difformità.

Isee ordinario: la guida che contiene tutto ciò che c’è da sapere

L’Isee ordinario è un indicatore economico della situazione economica di una famiglia italiana. E’ un valore importante, anche perché su di esso, si basano anche tanti bonus per i contribuenti. Di seguito tutte le informazioni su cosa sia, come si calcola e come utilizzarlo.

Isee ordinario: cos’è?

Il modello ISEE non è altro che una fotografia della situazione economica, di un soggetto, in un determinato periodo. Il periodo di riferimento è l’anno solare. Per poterlo calcolare però, è necessario munirsi di alcuni documenti. Il primo è la sommatoria di tutti  i redditi percepiti nell’anno di riferimento. Vengono anche presi in considerazione, tutti gli elementi che hanno in qualche modo un impatto sul reddito familiare. E’ il caso degli immobili di proprietà, dei conti correnti ed mezzi di proprietà. Per il calcolo dell’ISEE 2021, saranno presi in considerazione i due anni precedenti e cioè 2019 e 2020.

Da chi viene richiesto?

La Dichiarazione ISEE viene presentata da chiunque vuole ottenere delle agevolazioni per un servizio o una prestazione economica. AD esempio, per richiedere il reddito di cittadinanza, assegni di maternità, tasse universitarie o similari. Quindi, chi non vuole questo tipo di agevolazioni, non è obbligato a richiedere l’ISEE. 

Isee ordinario: i documenti reddituali richiesti

Per il calcolo dell’ISEE 2021 occorrono diversi documenti. I primi sono di carattere personale: la copia della carta d identità e la tessera sanitaria del dichiarante e dei suoi familiari. Se ci sono contratti di locazione, va allegata anche la copia dell’ultimo versamento del canone di affitto pagato. Ed ancora, la presentazione di tutti i documenti reddituali degli ultimi due anni. In questa categoria entrano: il Modello 730 e CUD (nel caso di dipendenti), mentre il modello UNICO (nel caso di lavoratori  autonomi). Necessaria, per gli imprenditori agricoli, è anche la dichiarazione IRAP. Inoltre, qualsiasi certificazione che attesti il ricevimento di ulteriori  compensi, redditi prodotti all’estero, borse e/o assegni di studio, assegni di mantenimento del coniuge e dei figli.

Isee ordinario: i documenti immobiliari richiesti

Oltre ai documenti già indicati sono da indicare quelli in merito al patrimonio immobiliare, posseduto fino al 31 dicembre 2019. Rientrano in questa categoria anche le visure catastali, gli atti notarili di vendita, successione, donazioni, incluso il valore IVE degli immobili detenuti all’estero. Non dimenticare la certificazione delle quote di mutuo stipulati per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili di proprietà.

Isee ordinario: i possedimenti bancari e mezzi di trasporto

Altra documentazioni necessaria è quella dei vari possedimenti bancari e postali. Infatti, occorre richiedere la giacenza media di tutti i conti, libretti, depositi, sia bancari che di Poste Italiane. Inoltre per i  lavoratori autonomi e le società occorre indicare il patrimonio netto che risulta dall’ultimo bilancio presentato ovvero la somma delle rimanenze finali e dei beni ammortizzabili al netto degli ammortamenti. Anche i mezzi di trasporto posseduti concorrono alla determinazione del valore ISEE. Per questo motivo, sono inserite anche le targhe o gli estremi di registrazione al PRA/ o al Rid di veicoli di cilindrata superiore a 500cc. Se si dovessero possedere navi, barche di riporto o moto occorre eseguire la stessa procedura.

Come si calcola l’Isee?

L’Isee prende in esame due fattori: l’indicatore della Situazione economica e la scala di equivalenza. Il primo indicatore è la somma dei redditi sulla base dell’indicatore della situazione patrimoniale immobiliare e mobiliare. Mentre per il secondo indicatore è uno strumento che permette di comparare i redditi del contribuenti con quelli delle famiglie con una struttura diversa tenendo conto anche di una scala di maggiorazioni. Di solito queste maggiorazioni sono così raggruppabili:

  • 0,35 per ogni ulteriore componente;
  • 0,2 se nel nucleo familiare ci sono tre figli;
  • 0,5 in caso di disabilità di un soggetto componente della famiglia;
  • 0,2 con nuclei familiari con figli minori;
  • 0,2 nel caso in cui all’interno della famiglia c’è un solo genitore disoccupato e figli minori.

A disposizione dei contribuenti vi è anche un simulatore del calcolo del valore ISEE. Non ha valore giuridico, ma sicuramente permette di fare una valutazione della situazione.

Modello Isee a cosa serve?

Una volta ottenuto il Modello Isee è possibile utilizzarlo per presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica. Quest’ultima può essere richiesta al Comune, all’INPS presso una sede, agli enti che erogano la prestazione sociale agevolata. Ma ancora si può presentare sul portale dell’INPS o semplicemente presso i Caf.  Di conseguenza, presso gli stessi enti possono ricevere la dichiarazione unica sostitutiva. Infine, è giusto ricordare che l’ISEE ha la sua validità entro il 31 dicembre dell’anno in cui viene richiesto. Pertanto, chiunque vuole aderire a tutti i bonus in cui sono previsti limiti reddituali non deve perdere tempo e provvedere a richiedere l’Isee. Del resto le agevolazioni ed i bonus sono sempre graditi!

 

Nuova Riforma del Catasto: in arrivo rincari per chi possiede un immobile

Il Documento di Economia e Finanza 2017 dovrebbe contenere una nuova Riforma del Catasto che prevederebbe rincari IMU e penalizzazioni ISEE sostanziali.

Il Ddl garantisce l’invarianza del gettito a fronte di una redistribuzione dei costi tra i contribuenti: in sostanza, l’aggiornamento delle rendite catastali punta ad una maggiore equità e ad un riequilibrio del prelievo allineando i valori catastali a quelli di mercato, che però andrà accompagnato anche da un intervento di “manutenzione” del federalismo fiscale.

Questo significa che la Riforma del Catasto porterà a una serie di pesanti rincari per i possessori di immobili, soprattutto in caso di seconde case ed uffici, e specialmente se nelle grandi città o in centri storici.
in alcuni casi, addirittura le cifre raddoppieranno rispetto alla rendita catastale, a causa di incrementi di spese e di imposte sull’immobile, a cominciare da IMU, TASI, TARI, costi di compravendita, successione, donazione, ma anche il valore dell’ISEE, che tiene conto anche delle rendite immobiliari del nucleo familiare.

Gli aumenti maggiori interesseranno gli immobili ubicati in grandi città come Roma, Milano, Venezia e Napoli, dove i valori delle abitazioni di categoria A/2 saranno tra il 200% e il 300% più alti rispetto ai valori attuali. Mentre le cose miglioreranno per i proprietari di immobili situati in provincia, in periferia o lontani dalle città.

Vera MORETTI

Tfr in busta paga: vantaggi e svantaggi

Di quanto sia ancora fredda l’accoglienza nei confronti dell’ipotesi Tfr in busta paga abbiamo già scritto nei giorni scorsi. Oggi, anche a fronte delle richieste pervenute in redazione, è bene ricordare qualche punto fondamentale relativo all’argomento.

Ricordando che la scelta di destinare parte del Tfr in busta paga è volontaria ma non reversibile (nei 3 anni di durata del piano) e che il Tfr è pari al 6,9% della retribuzione lorda accantonata ogni anno dai lavoratori + uno 0,5% destinato a un fondo di garanzia dell’Inps per erogare ai lavoratori il Tfr anche a fronte del fallimento della propria azienda, ecco qualche dritta per capire meglio i vantaggi o meno del Tfr in busta paga.

Intanto, al di là dell’inserimento del Tfr in busta paga, le quote accantonate per il Tfr vengono rivalutate annualmente dell’1,5%, cui si sommano i tre quarti del tasso di inflazione. Qualora le quote di Tfr fossero destinate in parte alla costituzione di una pensione privata, la loro rivalutazione dipenderà dal tasso di rendimento del fondo pensione che il lavoratore avrà scelto.

Se l’aspetto della rivalutazione è quello che maggiormente favorisce il Tfr, l’aspetto della tassazione è invece da tenere in considerazione attentamente. È infatti diversa la tassazione del Tfr qualora lo si percepisca alla fine della propria carriera lavorativa, se si sceglie di avere il Tfr in busta paga o se lo si vuol far confluire in un fondo pensione privato. Se il Tfr viene riscattato come liquidazione, la sua tassazione avviene in base all’aliquota media che ha inciso sullo stipendio del lavoratore negli ultimi 5 anni. Se confluisce in un fondo di previdenza integrativa, gode di una tassazione agevolata che arriva fino al 15% della rendita maturata e cala fino al 9% fino a quando si allunga la durata del piano di risparmio.

Come anticipato nei giorni scorsi, invece, lo scenario fiscale meno vantaggioso si ha con il Tfr in busta paga, dal momento che l’aumento dello stipendio sarà soggetto all’Irpef. In sostanza, quindi, di fronte a un aumento dello stipendio mensile garantito dal Tfr in busta paga, la prospettiva di avere alla fine del proprio rapporto di lavoro una liquidazione più bassa e, nell’immediato, un’Irpef più alta fanno pendere la bilancia a favore degli scettici.

Tfr in busta paga, tassazione e Isee

Abbiamo dato conto, nei giorni scorsi, della freddezza dei lavoratori nei confronti della possibilità di poter ricevere un anticipo del Tfr in busta paga. Una freddezza dovuta soprattutto ai timori per una fiscalità svantaggiosa che colpisce proprio il Tfr in busta paga.

Dopo che nei mesi scorsi anche i maggiori sindacati italiani si erano mostrati scettici, se non critici, sull’operazione del Tfr in busta paga, muovendosi più a sensazione che dati alla mano, adesso alcuni di questi sindacati i conti li hanno fatti e hanno dimostrato come, dal loro punto di vista, la scelta del Tfr in busta paga sia tutt’altro che vantaggiosa.

Uno studio della Uil ha infatti effettuato alcune simulazioni e messo insieme un po’ di dati per dimostrare come, dai 23mila euro di stipendio lordo in su, l’inserimento del Tfr in busta paga comporterà un appesantimento della tassazione ordinaria e un aumento dell’Isee, con un conseguente aggravio dei costi dei servizi

Secondo la Uil, se un lavoratore che guadagna circa 23mila euro lordi all’anno volesse passare in busta paga i 1209 euro di Tfr maturando, otterrebbe in più circa 97 euro mensili, ma contemporaneamente aumenterebbe l’aliquota marginale Irpef dal 23,9 al 27%; un aumento che, sommato ai minori sgravi fiscali che il rialzo dell’Isee, comporta, andrà a scapito del lavoratore per 330 euro all’anno.

Medesimo discorso riguarda il Tfr in busta paga per chi ha un reddito di 18mila euro lordi: la rata mensile sarà di circa 76 euro, per un totale di 957 euro di Tfr maturando sul quale il lavoratore pagherà l’aliquota del 27%. Peggio ancora andrà a chi ha un reddito di 35mila euro: l’aliquota passa dal 25,3% al 38%, con un aggravio di ben 307 euro.

Oltre agli aggravi della tassazione sulla retribuzione mensile, il Tfr in busta paga, secondo la Uil, inciderà assai pesantemente anche sull’aumento del reddito Isee. Per dimostrarlo, il sindacato ha effettuato diverse simulazioni a livello territoriale.

Per esempio, un reddito Isee di 12.500 euro a Milano dà diritto a una tariffa degli asili nido pari a 103 euro mensili, che diventano più del doppio (232) se l’Isee passa a 12.501 euro. A Roma, il costo per una mensa scolastica con un reddito Isee di 12.500 euro è pari a 50 euro mensili, che diventano 54 se l’Isee passa a 12.501 euro. Sempre a Roma, per l’iscrizione all’università “La Sapienza” si pagano 549 euro all’anno con un reddito Isee di 12mila euro che diventano 600 euro con un Isee da 12001 euro. A Torino, una famiglia con un reddito Isee di 12.999 euro paga in media 156 euro all’anno per la Tassa sui rifiuti: con il Tfr in busta paga, supererebbe la soglia di reddito di 13mila euro e la Tasi arriverebbe a 202 euro. Sempre in tema Tasi, a Bari con un reddito Isee di 10mila euro non si paga la Tasi, ma superandolo grazie al Tfr in busta paga la tassa si pagherebbe con l’aliquota al 3,3 per mille.

Nuovo Isee, ecco che cosa cambia

Più o meno tutti sanno che cosa è l’Isee (uno strumento che certifica la propria situazione economica e patrimoniale per avere diritto ad agevolazioni e riduzioni di tasse, tariffe, oltre alla possibilità di poter richiedere servizi di assistenza domiciliare per anziani o disabili e altro ancora), non molti sanno che cosa significa la sigla: Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Gli stessi che sanno che cosa è l’Isee, sanno che il nuovo Isee entrerà in vigore dall’1 gennaio 2015 con diverse novità.

Il nuovo Isee adotterà una nozione di reddito disponibile che includerà anche somme fiscalmente esenti, migliorando la capacità dell’indicatore, dando maggiori attenzioni alle famiglie numerose e con persone disabili, rafforzando i controlli per evitare frodi. Il nuovo Isee vedrà di fatto una serie di Isee più mirati, a seconda della situazione dei diversi nuclei familiari. Eccoli:

Isee Corrente: consente di calcolare un Isee in un arco di tempo più  ravvicinato al momento della richiesta della prestazione. Serve qualora un componente del nucleo familiare perdesse il posto di lavoro.

Isee Minorenni: utilizzato con genitori non coniugati tra loro e non conviventi, per le prestazioni agevolate rivolte ai figli, considera la condizione del genitore non convivente per stabilire se incida o meno nell’Isee del nucleo familiare del figlio.

Isee Sociosanitario: utilizzato per l’accesso a prestazioni come l’assistenza domiciliare per persone del nucleo familiare disabili e/o non autosufficienti.

Isee Sociosanitario-Residenze: utilizzato per ricoveri in residenze socio-sanitarie assistenziali per le persone non assistibili a domicilio. Tiene conto della condizione economica anche dei figli del beneficiario che non sono inclusi nel nucleo familiare.

Isee standard: si calcola tenendo conto dei redditi di tutti i componenti del nucleo familiare come risultano dallo stato di famiglia.

Isee Università: utilizzato per richiedere la riduzione delle tasse di iscrizione all’università e per fare domanda per le borse di studio. Tiene conto dei redditi del nucleo familiare di appartenenza anche qualora gli studenti risiedano altrove.

Nuovo modello Isee al via

È stato approvato il nuovo modello di Dichiarazione sostitutiva unica per calcolare l’ Isee. Fra le novità introdotte c’è la possibilità di presentare la dichiarazione semplificata utilizzando il modello mini per la maggior parte delle situazioni ordinarie.

Con il nuovo corso dell’ Isee sarà possibile, come disse il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Poletti, “identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione, consentendo, al tempo stesso, di contrastare le tante pratiche elusive ed evasive purtroppo ancora diffuse nel nostro Paese”. La riforma sarà operativa dall’1 gennaio 2015.

L’ Isee, o indicatore della situazione economica equivalente, è utilizzato per fissare i parametri economici della famiglia che danno accesso a prestazioni sociali agevolate. Per calcolare l’ Isee e ottenere queste prestazioni è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), ma nella maggior parte dei casi è sufficiente la compilazione del “modello mini”. Informazioni aggiuntive, e quindi la compilazione del modello ordinario, sono necessarie in caso di presenza nel nucleo familiare di figli i cui genitori non siano coniugati tra loro né conviventi; di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi o sospensione degli adempimenti tributari; di presenza nel nucleo di persone con disabilità e/o non autosufficienti; di richiesta di prestazioni per il diritto allo studio universitario.

Fra le novità del prossimo anno vi è anche la possibilità di presentare una richiesta di Isee corrente qualora si perda il lavoro o il reddito vari in misura superiore al 25% dell’attuale. In questo caso, non si farà riferimento alla sola situazione dell’anno precedente la dichiarazione, ma si terrà conto anche di ciò che è intervenuto nel frattempo. Prima di fare richiesta dell’ Isee corrente deve essere stata presentata la Dichiarazione sostitutiva unica e deve essere stata ricevuta l’attestazione con l’indicatore della situazione reddituale.

Nuovo Isee: ecco le modifiche

E’ stato approvato lo scorso 3 dicembre il nuovo Isee, sottoposto ad un vero e proprio restyling dal Consiglio dei Ministri e che avrà, tra le principali novità: l’aggiornamento durante l’anno, l’ampliamento delle componenti reddituali e patrimoniali che concorrono a determinare l’Indicatore e l’introduzione di misure volte a contrastare gli abusi da parte dei soggetti che evadono il fisco.

I motivi di queste importanti modifiche sono stati dettati dall’esigenza di garantire una maggiore equità, poiché si tratta di uno strumento che viene incontro alle famiglie italiane.

Per quanto riguarda il reddito, inoltre, è stato stabilito che la situazione economica del nucleo familiare deve essere calcolata con tutti i redditi di tutti i componenti.
Vengono poi introdotti degli abbattimenti per redditi di lavoro e di pensione, viene sottratto l’importo degli assegni di mantenimento, dedotto una quota del canone di locazione, prevista una franchigia per i nuclei con disabili e l’abbattimento delle spese per collaboratori domestici e addetti all’assistenza personale per i non autosufficienti.

Relativamente al patrimonio è prevista la maggiorazione della franchigia relativa all’abitazione per ogni figlio convivente successivo al secondo, mentre si terrà conto di eventuali immobili all’estero posseduti dai componenti il nucleo.
Viene anche ridotta la franchigia prevista per il patrimonio mobiliare attualmente a 15.500 euro.

Inoltre il nuovo Isee supera il principio che ciascun soggetto può appartenere ad un solo nucleo familiare. La nuova formulazione apre la possibilità di definire, solo per alcune prestazioni, appartenenza di un soggetto ad un diverso nucleo familiare.

Come anticipato, arriva anche l’Isee corrente, che prevede, in vista di variazioni significative sul reddito durante l’anno, l’aggiornamento della dichiarazione.
Ma anche i controlli per evitare abusi diventeranno più severi e capillari.

Vera MORETTI