Bando per le startup lodigiane

Gli aspiranti imprenditori della Provincia di Lodi potranno beneficiare di un bando promosso dalla Camera di Commercio provinciale che vuole supportare ed incentivare la nascita di nuove imprese, purchè condotte da giovani.

Il motivo è ovviamente quello di contrastare la disoccupazione, purtroppo particolarmente diffusa tra coloro che hanno un‘età compresa tra i 18 e i 40 anni.

I contributi, dunque, vengono erogati ad imprenditori ed aspiranti tali, per attività già iniziate, ma comunque dopo l’1 gennaio 2014, oppure imprese ancora da avviare.

La dotazione finanziaria è di 100mila euro, e consiste in una concessione a fondo perduto pari al 35% delle spese sostenute fino ad un massimo di 10mila euro e sempre a fronte di un investimento minimo pari a 15mila euro.

Le domande vanno inoltrate all’indirizzo email cciaa@lo.cert.legalmail.it dall’1 luglio al 30 settembre 2014.

Vera MORETTI

Operazione Mini-bond in Lombardia

La Regione Lombardia ha messo a disposizione voucher per le aziende del valore complessivo di 2 milioni e mezzo di euro, nell’ambito dell’Operazione Mini-bond.

Il progetto si pone come un canale alternativo a quello bancario e si offre alle imprese per recuperare fondi sul mercato e per emettere obbligazioni.

Una stima recente operata dall’Assessorato alle attività produttive conferma che sono circa 11mila le imprese, medie e grandi, interessate all’iniziativa in tutta la Lombardia, anche nella provincia di Pavia.

A questo proposito, Alberto Cazzani, presidente di Confindustria Pavia, ha dichiarato: “E’ una buona iniziativa, all’estero funziona. In provincia di Pavia, però, il 90% del tessuto produttivo è formato da aziende di piccole dimensioni che non hanno molte possibilità di attivare un’operazione di questo tipo. Confindustria chiede con forza da tempo incentivi per le aggregazioni delle imprese. Facendo rete aumentano le possibilità di innovare e differenziare i mercati“.

La Regione ha approvato venerdì in giunta il progetto che parte con il supporto di Finlombarda.
Verranno individuate le imprese lombarde che hanno la potenzialità per emettere obbligazioni, assistendole sia nella strutturazione delle operazioni di emissione, sia nell’acquisto di quote di obbligazioni.
Alle imprese emittenti verrà concesso un voucher per coprire i costi di emissioni, mettendo a disposizione 2,5 milioni.

Mario Melazzini, assessore regionale alle Attività produttive, ha commentato: “Vogliamo creare un ambiente favorevole alle imprese, mettendo in campo azioni di sistema innovative e integrate, che rispondano concretamente ai loro bisogni e adottando strumenti finanziari adeguati. Con il progetto Minibond diamo attuazione a quanto previsto dalla legge 11 Impresa Lombardia”.

Ha poi concluso Mauro Parolini, assessore regionale al Commercio: “Se Regione Lombardia partecipa con un quota importante tramite Finlombarda, vuol dire che ci crede e così ci possono credere anche gli investitori. Facilitiamo l’accesso delle aziende medie, ma non così grandi, a questo strumento, scendendo anche sotto il taglio minimo dei 5 milioni. Noi pensiamo che questo mercato dei minibond finalmente possa partire, dando una mano a un sistema che, per le regole di “Basilea 3”, vedrà nei prossimi anni una riduzione del credito pari a 100-150 miliardi di euro. Con questo sistema alternativo diamo una mano alle aziende per reperire fondi sul mercato. Inoltre, spesso l’emissione di minibond è anticamera alla quotazione in Borsa“.

Da una prima analisi della Regione le imprese potenziali per questo tipo di intervento sono per oltre il 30% in Lombardia, due su tre con credito positivo.

Vera MORETTI

La crisi colpisce anche il settore degli autolavaggi

La situazione degli impianti di lavaggio auto è stata al centro di una manifestazione organizzata da Veronafiere e conclusasi il 29 maggio scorso, ovvero Oil&nonoil – Stoccaggio &Trasporto carburanti, la rassegna di riferimento in Italia per il comparto della distribuzione carburanti e del non oil, dove è stato presentato un identikit degli autolavaggi situati in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Sono stati interpellati, da Doxa Marketing Advice per conto di Veronafiere, ben 210 titolari e gestori di autolavaggi delle tre regioni e rappresenta la prima indagine di questo tipo nel mondo del carwash, che comprende più di 11mila imprenditori su tutto il territorio italiano, dai dati Federlavaggi del 2012 e che conta oltre 12mila impianti nel 2011, in diminuzione negli ultimi 2 anni.
L’andamento negativo riguarda anche il giro d’affari , con un calo stimato da Federlavaggi tra il 20% e il 30% nel 2012.

Per questo motivo, durante Oil&nonoil-S&TC sono state presentate proposte e strategie per il rilancio del settore, che richiede interventi di ammodernamento per fronteggiare la crisi e la conseguente riduzione di mobilità e reddito degli automobilisti italiani.

Dai dati dell’Osservatorio, il 66% degli imprenditori ha registrato nel 2013 un calo del numero di lavaggi effettuati rispetto al 2012.
Particolarmente negativa sembra la situazione denunciata dagli operatori lombardi, poiché il 43% dichiara che l’attività è molto in calo, mentre la percentuale si ferma al 29% in Veneto.

Per quanto riguarda i prezzi praticati, la Lombardia è la regione più virtuosa. Se, infatti, la media è di 10,5 euro, gli operatori lombardi fanno pagare 9,8, mentre più caro è il Veneto, con un prezzo medio di 11 euro.

Per quanto riguarda la spesa annua per la manutenzione dell’impianto, gli investimenti medi sono di 2.100 euro (2.300 euro per autolavaggi con meno di 5 anni; 2.000 euro per quelli con più di 10 anni; 1.900 per gli impianti tra 5-10 anni).

Mesi più attivi risultano essere quelli primaverili, con maggio in testa, mentre l’inverno è il periodo in cui si lavora meno, soprattutto a gennaio.
Il weekend è il momento preferito dai clienti per la cura della propria auto, mentre la causa principale di stop degli impianti è la pioggia, come era immaginabile.
Irrilevanti i guasti, invece, per le giornate di attività.

I lavaggisti non sembrano essere interessati a politiche di fidelizzazione del cliente, poiché il 60% di loro non propongono nessun tipo di iniziativa, contro il 41% offre programmi fedeltà, sconti, pubblicità e gadget.

Infine, tra i criteri di scelta dei prodotti acquistati prevalgono l’efficacia (61%) e il biologico (40%), seguiti dal prezzo (34%) e dalla marca (21%).

Vera MORETTI

Sportello telematico per gli utenti di INT ed Equitalia

E’ stato rinnovato, grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale Tributaristi ed Equitalia Nord, a cui fanno caso le delegazioni regionali di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto, il protocollo per lo sportello telematico, un canale di assistenza dedicata per migliorare e semplificare il rapporto con i professionisti ed i loro assistiti.

A sottoscrivere il protocollo d’intesa sono stati il direttore generale di Equitalia Nord, Adelfio Moretti, e il presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno.

Collegandosi allo sportello telematico dedicato presente sul sito GruppoEquitalia.it, i professionisti possono chiedere informazioni per conto dei propri assisititi e formulare dunque quesiti relativi a pratiche che non richiedono la produzione di documentazione in originale.

In caso di argomenti particolarmente complessi, Equitalia Nord provvederà a fissare un incontro nel minor tempo possibile.

Adelfio Moretti ha dichiarato: “Crediamo molto nell’efficacia di questi strumenti dedicati di assistenza ed informazione nell’ottica di rafforzare la sinergia con i professionisti e prevenire in tempo utile possibili criticità”.

E Riccardo Alemanno ha aggiunto: “In un periodo di grande difficoltà economica e di confusione normativa è fondamentale rinnovare e migliorare i rapporti di collaborazione e di confronto diretto con enti come Equitalia Nord, per acquisire informazioni chiare ed in modo rapido al fine di potere avere un quadro preciso della situazione dell’assistito e quindi, ove possibile, intraprendere la migliore strada per la soluzione delle problematiche”.

Vera MORETTI

Contributi alle imprese digitali lombarde

Sono in arrivo contributi per le imprese attive nel settore digitale che operano nelle province di Milano e di Monza-Brianza.
Le rispettive Camere di Commercio, infatti, erogheranno una serie di contributi per favorire la competitività nei mercati esteri attraverso attività formative ed altre azioni, volte comunque ad incentivare la partecipazione a missioni estere.

Il bando fa parte del progetto Fare Impresa Digitale e si basa su tre linee di azione, ovvero formazione, missioni esplorative in programma per l’autunno 2014 in USA e Canada, attività di follow up e valutazione dei risultati conseguiti.

A favore di ciascuna impresa viene stanziato un conto capitale pari a 4.500 euro, necessario per coprire arte delle spese sostenute e basate su un investimento minimo di 6.500 euro.

Le imprese possono inviare le richieste per ottenere i voucher volti a promuovere l’economia digitale entro il 27 giugno 2014.

Vera MORETTI

Aumenta il plafond di Dote Unica Lavoro

Il progetto Dote Unica Lavoro si amplia e le risorse a disposizione aumentano.

L’iniziativa pensata per promuovere l’occupazione sul territorio attraverso l’erogazione di incentivi per l’assunzione e la ricollocazione dei lavoratori proposta da Regione Lombardia, dunque, si arricchisce di altri 20 milioni di euro, 5 dei quali verranno utilizzati per erogare incentivi finalizzati alle assunzioni agevolate.

La decisione della Regione arriva in concomitanza con l’attivazione delle misure inerenti il piano Garanzia Giovani: “Il processo di attuazione della Garanzia Giovani verrà implementato in Regione Lombardia attraverso il rodato ed efficiente sistema della Dote Unica Lavoro: la possibilità di utilizzare questa rete mette sicuramente Regione Lombardia in una posizione ideale ai fini dello sviluppo ottimale del programma europeo“.

Il bando prevede l’erogazione di incentivi alle imprese lombarde che, aderendo al progetto DUL, effettuano assunzioni al termine del servizio di inserimento lavorativo.

Destinatari del progetto sono i giovani inoccupati e gli occupati attivi in aziende ubicate in Lombardia attualmente sospesi per cessazione d’attività, procedura concorsuale o percettori di Cassa integrazione Guadagni in deroga alla normativa vigente (CIGD) e Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS).

Possono beneficiarne anche coloro che rientrano in accordi contrattuali basati sulla riduzione dell’orario di lavoro (Accordi/Contratti di solidarietà) o che stanno usufruendo dell’ultimo periodo di CIGD.

Vera MORETTI

Startup innovative in aumento

Sempre in aumento le startup innovative.

A febbraio ne sono state aperte 1.719, ripartite per il 30% nel Nordovest, il 28% nel Nordest, 23% al Centro e 19% nell’Italia meridionale e insulare.
Tra le regioni più attive, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, mentre le città italiane in cui sono maggiormente presenti sono Milano, Roma e Torino.

Questi dati sono stati resi noti dalla relazione annuale sullo stato d’attuazione della politica del governo a sostegno dell’ecosistema delle start up innovative, presentata dal ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, lo scorso marzo alle camere e online sul sito del Mise.

Per quanto riguarda il settore di attività, ben il 78% delle nuove startup opera nei servizi e in particolare nella produzione di software e nelle attività di ricerca e sviluppo, il 18% nell’industria e nell’artigianato, il 4% nel commercio, anche se ci sono esempi di startup anche nel turismo e nell’agricoltura.

Sono 19, infine, gli incubatori certificati, strutture dotate di un’esperienza consolidata nell’attività di sostegno alle startup innovative.

Vera MORETTI

Milano numero uno per brevetti e innovazione

Milano, oltre che capitale della moda, lo è anche dei brevetti e delle imprese innovative.
Su 9mila brevetti registrati, inoltre, quasi 3mila arrivano dalla Lombardia, dove sono presenti 32mila imprese innovative su 146mila presenti su territorio nazionale, pari a 1 impresa su 4.

Dopo Milano e Monza, ci sono Torino, oltre mille brevetti, poi Roma, 728, e Bologna, 724.
E da Milano parte più di un quinto dei brevetti italiani che richiedono la tutela in Europa con circa 800 domande su quasi 4mila pubblicate annualmente.

Ciò fa del capoluogo lombardo la settima città in Europa, come è stato confermato anche da Airi, Associazione italiana per la ricerca industriale, che ha preso in considerazione i dati emersi da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati 2013 e 2012 dell’Ufficio italiano brevetti e marchi, Epo (European Patent Office), e registro delle imprese.

Nel dettaglio, in Lombardia i brevetti per invenzioni sono stati 2.660. Tra questi, a Milano e Monza sono 2.224, a Brescia 188, a Como e Varese circa settanta.
A Milano ci sono oltre 16 mila imprese, seguita dalle province di Brescia, Bergamo e Monza e Brianza, le cui attività occupano una quota corrispondente al 10,4%, all’8,5% e all’8,2% rispettivamente.
Il capoluogo della Lombardia, con l’11% del totale nazionale, è anche capofila dell’imprenditoria innovativa italiana, davanti a Roma (9,8%) e Torino (4,9%).

Milano è anche fra i centri più forti in Europa per innovazione, al settimo posto dopo Monaco, Parigi e altre due aree francesi (Isère e Hauts de Seine), Berlino e l’olandese Brabant.
Nella classifica europea per i brevetti tecnologici – Ict (Information communication technology), hightech, biotecnologici, Milano resta tra le prime, al 12° posto e anche la regione Lombardia si tiene in 17° posizione per gli stessi indicatori.

Renato Ugo, presidente Airi, ha commentato così i risultati: “Valorizziamo il ruolo dello sviluppo tecnologico high-tech per rilanciare la competitività e l’occupazione. A tale scopo si sostengano le imprese che fanno realmente ricerca ed innovazione tecnologica, anche con la defiscalizzazione dei relativi costi. Nel nostro Paese lo stallo che stiamo vivendo dal punto di vista occupazionale e produttivo richiede un piano di sostegno alle aziende che investono concretamente in ricerca e innovazione tecnologica. Si tratta di lanciare un piano che si potrebbe denominare “fiscal technology” che preveda azioni concrete come opportuni sgravi fiscali“.

Vera MORETTI

Startup italiane hi-tech a Wall Street

Un’impresa italiana, proveniente da Trieste, è approdata a Wall Street, con lo scopo di utilizzare quella prestigiosa piazza come vetrina per attirare investimenti e poter, dunque, crescere ancora.

L’azienda si chiama Athonet ed è arrivata a New York con altre 14 startup selezionate da Italia Camp per presentare l’eccellenza dell’hi-tech Made in Italy, dopo aver toccato Scandinavia e Friuli.
Confondatori di Athonet sono Gianluca Verin e Karim El Malki, papà egiziano e mamma veneta, entrambi ingegneri, conosciutisi in Svezia dove lavoravano nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Ericsson.

Proprio lì è nata l’idea di portare in Italia qualcosa che ancora mancava, ovvero una rete veloce 3G e 4 G LTE, per le emergenze e per lo sviluppo delle città intelligenti del futuro.
Il primo atto della startup si è svolto nel 2005 e nel 2009 è stata sperimentata una rete mobile privata dell’Area Science Park, l’incubatore di Trieste che ha ospitato Athonet sin dalla culla.

Il software della startup, che si chiama Primo, rete mobile compatta e trasportabile Umts/Hspa/Lte, è stato utilizzato dalla protezione civile del Friuli Venezia Giulia durante la gestione del post terremoto a Mirandola.
Per questa collaborazione Athonet è stata insignita della medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica.

Gianluca Verin ha dichiarato: “Questa è la nostra nicchia di mercato, portare banda larga ultraveloce, anche in 4G Lte, in zone di emergenza, dove i grandi operatori non hanno ancora sviluppato, per ragioni di costi, reti alternative a quelle commerciali. Le smart city del futuro saranno delle piazze aperte dove tutte le cose dialogheranno tra loro e si scambieranno dati. Per sostenere questo flusso di comunicazioni ci vogliono infrastrutture e noi ci candidiamo a offrire questo servizio“.

La via americana potrebbe portare in casa nuovi investitori. Perché negli Usa c’è fame di idee e non mancano i soldi per i finanziamenti.
Ad esempio, nel 2013 l’ecosistema delle start up europeo ha raccolto 36 miliardi di dollari. Una cifra ragguardevole. Ma se comparata agli investimenti a stelle e strisce nello stesso periodo in star up, pari a 1.777 miliardi di dollari, fa emergere tutto il gap tecnologico e innovativo che separa le due sponde dell’Atlantico.

L’Italia giovane e hi-tech che fa impresa può finalmente fare i primi passi, approfittando anche delle agevolazioni fiscali previste dal Governo.
Le nuove startup nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno.

Al top delle iscrizioni ci sono la Lombardia con 328 startup, seguita a debita distanza da Emilia Romagna con 176 iscrizioni e dal Lazio con 169. Sotto il podio Veneto (140) e Piemonte (131).
In coda il Molise con 9 startup, la Basilicata con 8 e la Valle D’Aosta con 5 iscrizioni nel Registro.

Vera MORETTI

Reti d’Impresa: la svolta del II semestre 2013

Il secondo semestre 2013 è stato a dir poco sorprendente per quanto riguarda le Reti d’Impresa. In sei mesi, infatti, sono stati registrati 389 nuovi contratti, con il coinvolgimento di ben 1.555 imprese coinvolte.
A fare da traino sono Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna e Lazio, regioni particolarmente attive negli ultimi sei mesi dello scorso anno.

A fine dicembre le reti registrate in Camera di Commercio erano 1.353 per un totale di 6.435 imprese aderenti.
A livello nazionale, alla fine del dicembre 2013 sono 1.353 i contratti di rete registrati in Camera di Commercio e 6.435 le imprese aderenti.

La Lombardia rimane la regione leader, da questo punto di vista, con 1.564 imprese in rete, seguita da Emilia Romagna, con 907 imprese e Toscana, con 689 aziende.
A queste tre regioni appartiene circa la metà delle imprese italiane in rete, e circa il 74,8% delle reti sono costituite da imprese della stessa regione.

Tra i settori maggiormente battuti, quello dei servizi riguarda il 44,3% delle imprese, ovvero ben 303 aziende. All’interno dei servizi, più diffuse sono le imprese che lavorano nel turismo (153 aziende, pari al 22,4%).

L’industria in senso stretto si colloca al secondo posto per numero di imprese (257, pari al 37,6% del totale). Spicca in particolare la filiera del sistema moda (131 imprese, pari al 19,2%), seguita dalla meccanica (30; 4,4%) e dai prodotti in metallo (28 imprese in rete, il 4,1% del totale).

Il terzo aggregato settoriale è composto dalle costruzioni e dall’immobiliare che vedono coinvolte in rete complessivamente 65 imprese (9,5% del totale). Di queste, poco meno della metà è composta da imprese delle costruzioni (31; 4,5%).

Chiude la classifica macrosettoriale l’industria agro-alimentare che, con 59 imprese coinvolte presenta un peso (8,9%) del fenomeno reti superiore rispetto alla sua rilevanza nell’economia italiana.

Vera MORETTI