Verso il saldo i debiti delle PA

Poco alla volta, i debiti delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese si stanno saldando.
Di strada da fare ce n’è ancora, ma, al 24 settembre risultavano messi a disposizione degli enti pubblici debitori 17,9 miliardi di euro, pari al 90% dei 20 miliardi stanziati dal Dl 35/2013, e con questi sono stati pagati ai creditori circa 11,3 miliardi di euro, ovvero il 57% dell’importo stanziato.

A comunicarlo è lo stesso Ministero dell’Economia, che conferma, rispetto al precedente monitoraggio risalente al 4 settembre, un progresso nell’estinzione dei debiti di ulteriori 4,1 miliardi, “a testimonianza di una procedura di attuazione volta a garantire l’efficacia del provvedimento in tempi rapidi“.

Il Governo, poi, oltre ai 20 miliardi stanziati con il DL 35/2013, ha autorizzato il pagamento di ulteriori 7,2 miliardi di euro entro la fine del 2013.

In una nota del Mef si legge: “L’attuazione del decreto legge 35/2013 ‘sblocca debiti’ procede regolarmente, facendo registrare un costante incremento del volume finanziario complessivamente trasferito dagli enti debitori della Pubblica Amministrazione ai creditori“.

In particolare, si registra un notevole progresso nel pagamento dei debiti sanitari da parte delle Regioni, poiché in questo ambito risultano effettuati pagamenti per 3,9 miliardi.

Vera MORETTI

Contro la disoccupazione aumentano le partite Iva

L’esercito delle partite Iva si fa sempre più folto.
Complice la disoccupazione e la difficoltà sempre forte di trovare lavoro, sono sempre di più coloro che decidono di mettersi in proprio e crearsi da sé un impiego.

L’Osservatorio del dipartimento delle finanze del Ministero dell’Economia ha reso noto che nel mese di luglio sono state aperte 41.192 partite Iva, ovvero il 2,9% in più rispetto a luglio 2012 e il 4,4% in più rispetto a giugno 2013.

Secondo l’Osservatorio, “La distribuzione per natura giuridica mostra una leggera erosione della quota relativa alle persone fisiche nelle aperture di partita Iva (pari al 72,3%) in favore delle società di capitali che superano la soglia del 20%. Rispetto al luglio 2012 si nota un forte calo di aperture relativo alle società di persone (-20,3%) ed apprezzabili incrementi per società di capitali e persone fisiche, andamento influenzato sia dalle nuove norme che facilitano la costituzione di Srl sia dall’adesione al regime fiscale di vantaggio riservato ai giovani sotto i 35 anni”.

Si tratta, in un caso su quattro, di giovani under 35, disoccupati e lavoratori in mobilità che possono usufruire di un regime fiscale avvantaggiato che per 5 anni limita l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati, esonerando da Iva e Irap.

Tra i settori maggiormente considerati, ci sono in testa il commercio, con il 24,3% del totale, seguito dalle attività professionali, 13%.
La maggior parte delle aperture è avvenuta al Nord, il 42,4%, al Centro il 23,5% e il 34% al Sud e Isole.

Vera MORETTI

Saccomanni:”La recessione è giunta al termine”

Alla domanda: “La recessione è finita?”.  Fabrizio Saccomanni non ha dubbi su quale sia la risposta. “Credo di sì, credo che tra questo trimestre e il quarto trimestre l’economia entrerà in ripresa: siamo tecnicamente in quello che si chiama punto di svolta del ciclo”.

Sono dichiarazioni positive quelle rilasciate ai microfoni di Sky Tg24 dal ministro dell’Economia, alle quali hanno fatto eco quelle del premier Enrico Letta che ha confermato il pensiero del collega sostenendo che “ci sono tutti i segnali per il prossimo semestre. Gli strumenti ci sono. In questi cento giorni si è fatto molto”.

Dando dunque uno sguardo al futuro, il premier annuncia le prossime imminenti riforme, a favore dei disoccupati e dei giovani: “Un intervento per rilanciare scuola e istruzione, mentre nei prossimi giorni lavoreremo per le donne, contro il femminicidio” ha dichiarato Letta, che ha poi sottolineato l’importanza della riduzione dei costi della politica:”Il taglio del 25% dei manager pubblici. Un fatto importante, un fatto di sobrietà. E abbiamo eliminato il doppio stipendio, di deputati e ministr. Spero che i partiti discutano al loro interno, ma evitino giochi e giochini. Dobbiamo lavorare alla ripresa”.

Per quanto concerne il tema scottante sull’abolizione dell’ Imu e dell’ Iva invece, il ministro Saccomanni commenta: “I soldi non ci sono. Nel senso che abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse”. Lo stesso inoltre sui debiti della Pa ha stimato che entro fine anno verranno erogati altri 10 miliardi di euro, e altri 20 all’inizio del 2014.

Francesca RIGGIO

Il Senato sblocca 25 miliardi e paga i debiti della Pa

 Con 203 sì, 35 no e 32 astenuti,  il Senato da il via libera al decreto lavoro-iva, che introduce  gli incentivi per le assunzioni di giovani under 29, intervalli più brevi per i contratti a termine, il rinvio dell’aumento dell’Iva a ottobre e lo stop alla pubblicità per le sigarette elettroniche ( sulle quali è stata imposta la tassa di consumo).

Nel pacchetto occupazione-iva di particolare rilevanza troviamo anche lo sblocco di ben 20-25 miliardi per i pagamenti dei debiti della Pa con la garanzia dello Stato. All’indomani del rapporto Confartigianato, che traccia il drammatico profilo della situazione in cui versano le aziende italiane, finalmente qualcosa pare sbloccarsi.

Il primo firmatario del decreto Giorgio Santini, del Pd, ha dichiarato: “Tutti i debiti della Pa nei confronti delle imprese potranno essere pagati entro i primi mesi del 2014 grazie all’emendamento ad hoc approvato dal Senato nell’abito del decreto lavoro. In questo modo si potrà dare ulteriore ossigeno alle aziende, compiendo un’operazione di giustizia economica per il Paese, che il Pd chiede da tempo, affinché la pubblica amministrazione saldi i suoi debiti nei confronti delle aziende”.

Di fatto si creerà ad hoc  un fondo  presso la Cdp (Cassa depositi e prestiti)che che fungerà da garante da parte dello Stato nei confronti delle banche per il pagamento di questa nuova somma, che si aggiunge ai 40 miliardi già approvati.

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha espresso piena soddisfazione per il lavoro svolto in Senato e si augura che anche la Camera, alla quale il decreto passa in seconda lettura, possa muoversi con la stessa celerità nel percorso di conversione.

Alle parole di Giovannini hanno fatto eco quelle  del viceministro dell’Economia, Stefano Fassina , il quale commenta positivamente la delibera:  Attiva una leva decisiva per la ripresa economica e l’occupazione“.

Francesca RIGGIO

Aumentato a maggio il fabbisogno statale

Il ministero dell’Economia ha comunicato che a maggio si è assistito ad un peggioramento dell’andamento dei conti pubblici.
Il fabbisogno del settore statale, infatti, è salito a circa 8,8 miliardi, cifra ancora provvisoria ma che stride pesantemente contro i 4,329 miliardi dello stesso mese dell’anno scorso, pur confermando le previsioni annuali.

Il motivo di questo aumento esponenziale è dovuto, come ha spiegato anche il Tesoro, al pagamento di “maggiori interessi per circa 2,2 miliardi, dovuti a una diversa calendarizzazione delle scadenze, e a maggiori prelievi per 1,2 miliardi da parte degli enti soggetti al regime di tesoreria, i cui effetti sono già considerati nelle stime annue. Fra le altre poste che hanno determinato questo risultato si segnalano maggiori rimborsi fiscali e l’anticipo di alcuni pagamenti minori. Levoluzione nel mese delle entrate fiscali risulta in linea con le previsioni annuali“.

Vera MORETTI

Si inceppa il decreto sui debiti delle PA

Non si è dimostrato particolarmente efficace il decreto legge sui pagamenti dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti delle imprese: il procedimento si è dovuto scontrare con gli adempimenti burocratici, ancora una volta colpevoli di aver rallentato le procedure.

Nonostante la scadenza che richiedeva agli enti pubblici di registrarsi sulla piattaforma telematica Consip sia scaduta, dal portale del Ministero dell’Economia si è notato che la maggior parte delle amministrazioni non avevano ancora avviato la registrazione.
E ciò vanifica quanto stabilito dal decreto.

Quanto sta succedendo mette in evidenza le debolezze di un decreto che non tutela a sufficienza i creditori.
Per questo, Rete Imprese Italia ribadisce la necessità di introdurre una “clausola di salvaguardia” che permetta alle imprese, in caso di inceppamento del sistema definito nel decreto, di attivarsi direttamente compensando i crediti da riscuotere con i debiti fiscali e previdenziali.

E ciò è quanto viene richiesto al nuovo Governo, ovvero mettere mano al provvedimento e renderlo più efficiente al fine di far valere i diritti dei creditori.

Vera MORETTI

Aumentate del 30% le pratiche auto

Erano 19 anni che le tariffe del Pubblico registro automobilistico erano rimaste stabili, ed ora ecco l’impennata: dal 2 aprile scorso, gli “emolumenti da corrispondere all’Automobile Club d’Italia per le formalità inerenti alla tenuta del Pubblico registro automobilistico, per il rilascio dei relativi certificati e per le visure e ispezioni“ sono aumentate del 30%.

“Vittime” dei rincari sono soprattutto coloro che acquistano un veicolo o un rimorchio, ma anche chi deve radiarlo o effettuare altre pratiche.

A stabilire l’aumento delle tariffe è un decreto del ministero dell’Economia e per questo d’ora in poi le pratiche relative a prima iscrizione, rinnovo dell’iscrizione e passaggio di proprietà costeranno 27 euro anziché 20,92 euro.
Per le minivolture (i passaggi di proprietà ai commercianti), servono 13,5 euro (contro 7,44), mentre ne occorrono 9 (e non più 6,2) per il certificato di stato giuridico e 6 euro (addio ai vecchi 2,84 euro) per le visure.

Da notare che i nuovi importi non si applicano su richieste presentate prima del 2 aprile e che sono esenti, invece, le perdite di possesso, le iscrizioni e le cancellazioni dei fermi amministrativi e per le formalità a favore dei disabili.

Vera MORETTI

In arrivo un rimborso Iva di 1,2 miliardi

In attesa che si proceda a sbloccare il pagamento dei debiti delle PA, il ministro dell’Economia compie un passo avanti verso le imprese che necessitano di liquidità e annuncia l’erogazione di rimborsi Iva in conto fiscale in favore di 4.300 imprese.
Si tratta di un’operazione che vedrà 1,2 miliardi di euro che, uniti a quelli erogati precedentemente, arrivano a quota 2,5 miliardi di euro nei primi 3 mesi del 2013.

L’ammontare dell’iniezione di liquidità, come viene chiamata dall’Agenzia delle Entrate, rappresenta un vero e proprio primato dei rimborsi Iva in conto fiscale.
Nel 2011, infatti, nei primi 90 giorni dell’anno, l’Economia allentò i cordoni della borsa e restituì alle imprese 1,844 miliardi.
L’anno prima furono 1,81 miliardi ma il flusso non fu costante, visto che al miliardo e due iniziale seguirono una mancata erogazione a febbraio 2010 e soltanto 590 milioni nel mese di marzo.
Nonostante questa falsa partenza, il 2010 rappresenta, almeno ad ora, l’anno in cui le imprese si sono viste rimborsare nei 12 mesi la cifra record di quasi 10 miliardi di euro.

SI tratta di una situazione che si è ripresentata anche l’anno scorso, che, comunque, si è chiuso con un +7% rispetto al 2011, grazie al rimborso ai titolari di partita Iva di 890 milioni di euro.
Due anni fa, infatti, le imprese si videro restituire complessivamente a fine dicembre 7,684 miliardi, mentre lo scorso anno le liquidazioni dei crediti Iva vantati nei confronti del fisco sono state pari a 8,194 miliardi di euro.

Questo si è verificato grazie all’erogazione di maggio 2012 quando il ministero dell’Economia, anche sotto la spinta delle richieste avanzate dal mondo delle imprese, alle prese con una profonda crisi di liquidità, mise in pagamento rimborsi Iva per 2,2 miliardi di euro. Il tutto cercando di mantenere costanti le erogazioni per i mesi successivi, con 700 milioni pagati a giugno, 900 a settembre e 800 rispettivamente a ottobre e novembre 2012.

Proprio come oggi, ad essere in maggior sofferenza erano il settore alimentare e in particolare quello lattiero-caseario, così come quello dei trasporti.
Il problema dei ritardi nei rimborsi Iva in conto fiscale, infatti, colpisce soprattutto quelle imprese che trattano beni con aliquote Iva differenti o hanno l’intuito in un momento di contrazione dei consumi interni, di aumentare la quota di esportazioni.

Vera MORETTI

Nuova piattaforma elettronica per la P.A.

Si dovrà attendere ancora 30 giorni per poter accedere alla piattaforma elettronica ideata dal Ministero dell’Economia per ottenere la certificazione dei crediti verso la Pubblica Amministrazione.

Questa nuova modalità darà l’opportunità di semplificare le procedure che riguardano cessione, anticipazione e compensazione dei crediti certificati.
Utilizzare questa piattaforma è possibile collegandosi all’indirizzo internet CertificazioneCredito, dove è disponibile anche una guida pratica.

La P.A. ha dunque 30 giorni di tempo per richiedere l’abilitazione al sistema e ciò significa che, tra 30 giorni, i titolari di crediti verso la P.A. non prescritti potranno abilitarsi al sistema e presentare alla P.A. l’istanza di certificazione del credito.

Vera MORETTI

Dichiarazione Imu: verso proroga al 31 ottobre

Ancora non del tutto dissolte le nebbie sull’Imu. Pare infatti che la dichiarazione Imu potrebbe slittare dal 1° al 31 ottobre. Il modello, infatti, pur essendo stato ultimato, non è stato ancora emanato dal Ministero dell’Economia: mantenere la scadenza all’1 ottobre significherebbe dare troppo poco tempo ai contribuenti per assolvere il loro dovere.

Il rinvio al 31 ottobre potrebbe essere contenuto in un decreto dedicato agli enti locali a rischio dissesto, previsto dal cronoprogramma varato poche settimane fa dal Consiglio dei Ministri. Con l’eventuale proroga si allineerebbe la scadenza della dichiarazione Imu a quella della delibera dei regolamenti comunali sulle aliquote dell’Imu stessa.