Mise e aiuti alle imprese femminili, stanziati 400 milioni

Mise e aiuti alle imprese femminili, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto a sostegno dell’imprenditorialità femminile.

Mise e aiuti alle imprese, in cosa consiste il contributo?

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello sviluppo economico volto ad integrare le risorse a sostegno dell’imprenditoria femminile. Somme che prevedono 400 milioni di euro all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il Fondo a sostegno dell’impresa femminile è stato istituito dall’articolo 1, comma 97, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”. Lo scopo è quello di sostenere almeno 2.400 imprese femminili per favorire la realizzazione di nuovi progetti di imprenditorialità. I fondi servono a supportare diverse attività di mentoring, misure per la conciliazione vita-lavoro, assistenza tecnico e manageriale, campagne di comunicazione, monitoraggi ed accompagnamento.

A chi si rivolgono i contributi del Mise?

Possono accedere alla richiesta dei fondi a sostegno delle imprese femminili le imprese che hanno sede legale o operativa all’intero del territorio nazionale. Le imprese possono essere sia di nuova costituzione o di sviluppo al fine del consolidamento dello stesse imprese femminili.

Tuttavia possono beneficiare degli “incentivi per la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili” le imprese:

  • costituite da meno di 12 mesi dalla data di presentazione della domanda;
  • le lavoratrici autonome in possesso di partita IVA da almeno 12 mesi dalla data di presentazione della domanda;
  • le persone fisiche che vogliono costituire una nuova impresa femminile.

Inoltre possono beneficiare degli “incentivi per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili” le imprese costituite da almeno 12 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione che hanno le stesse caratteristiche delle precedenti. Infine il fondo sostiene tutte le iniziative a favore della promozione del valore dell’imprenditorialità e della cultura d’impresa.

Il contributo come forma di agevolazione fiscale

Il finanziamento, della durata massima di 8 anni, è a tasso zero e non è assistito da forme di garanzia.

La forma e la misura delle agevolazioni sono articolate in funzione delle linee di azione e dell’ammontare delle spese ammissibili previste nei programmi di investimento. In particolare:

  • per gli incentivi per la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili, le agevolazioni assumono la sola forma del contributo a fondo perduto per un importo massimo pari a:
    • 80% delle spese ammissibili e comunque fino a euro 50.000,00, per i programmi di investimento che prevedono spese ammissibili non superiori a euro 100.000,00;
    • 50% delle spese ammissibili, per i programmi di investimento che prevedono spese ammissibili superiori a euro 100.000,00 e fino a euro 250.000,00;
  • le agevolazioni assumono la forma sia del contributo a fondo perduto sia del finanziamento agevolato e sono articolate come di seguito indicato:
    • per le imprese femminili costituite da non più di 36 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, le agevolazioni sono concesse fino a copertura dell’’80% delle spese ammissibili, in egual misura in forma di contributo a fondo perduto e in forma di finanziamento agevolato;
    • per le imprese femminili costituite da oltre 36 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, le agevolazioni sono concesse come al punto precedente in relazione alle spese di investimento, mentre le esigenze di capitale circolante costituenti spese ammissibili sono agevolate nella forma del contributo a fondo perduto.

Mise e aiuti alle imprese femminili, cosa può essere finanziato?

Le agevolazioni sono destinati al finanziamento di programmi di investimento per la costituzione e l’avvio di una nuova impresa femminile. Ma come abbiamo detto anche il consolidamento di imprese femminili che operano in diversi settori economici. In particolare, imprese operanti:

  • nel commercio e nel turismo;
  • nella produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • nella fornitura di servizi che comprendono qualsiasi settore

Infine le iniziative devono:

  • essere realizzate entro 24 mesi dalla data di trasmissione del provvedimento di concessione delle agevolazioni;
  • prevedere spese ammissibili non superiori a 250.000 euro al netto dell’Iva per i programmi di investimento che prevedono la costituzione o l’avvio di un’impresa femminile. Ma anche investimenti non superiori a 400.000 mila al netto dell’IVA per i programmi di investimento volti allo sviluppo e al consolidamento di imprese femminili.

 

 

 

Contributi a fondo perduto per negozi e ambulanti. I codici Ateco

Il decreto Sostegni ter prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro in favore delle attività commerciali, tra cui quelle ambulanti, con l’obiettivo di contenere gli effetti negativi della pandemia. Il fondo viene denominato “fondo per il rilancio delle attività economiche”. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su contributi a fondo perduto per negozi e ambulanti con tutti i codici Ateco che possono presentare istanza.

Contributi a fondo perduto per negozi e ambulanti: requisiti per accedere

Il Fondo per il rilancio delle attività economiche comprende contributi a fondo perduto in favore di :

  • attività commerciali che nel 2019 hanno avuto ricavi non superiori a 2 milioni di euro;
  • e nel 2021 hanno maturato una riduzione del fatturato almeno del 30% rispetto al 2019.

Per poter accedere è necessario che le imprese

  • abbiano sede legale e operativa in Italia;
  • siano iscritte ed attive nel Registro delle Imprese (in seguito saranno indicati i codici Ateco);
  • non si trovino in liquidazione volontaria o comunque sottoposte a procedure concorsuali (l’aiuto a fondo perduto è quindi destinato ad attività che resteranno attive anche nel prossimo futuro);
  • non siano già in difficoltà economica alla data del 31 dicembre 2019, cioè prima dell’avvento della crisi pandemica;
  • infine, non siano destinatarie di sanzioni interdittive.

A quanto ammonta il contributo a fondo perduto per negozi e ambulanti?

Sicuramente una delle domande più frequenti è “quanto possono ricevere le attività commerciali, anche in forma ambulante, che richiedono l’accesso al Fondo per il rilancio delle attività economiche?”. La prima cosa da ricordare è che il Fondo si inserisce nel Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 . Inoltre i contributi a fondo perduto sono particolarmente apprezzati dalle imprese perché non devono essere restituiti e in questo caso non sono neanche legati ad investimenti. Per stabilire l’ammontare dei contributi a fondo perduto per negozi e ambulanti sono tenuti in considerazione due fattori, cioè il ricavato del 2019 e i ricavi del 2021.

In particolare la stessa è del:

  • 60% per le imprese che nel 2019 avevano ricavi non superiori a 400.000 euro;
  • 50% per le attività che nel 2019 hanno dichiarato fatturati compresi tra 400 milioni di euro e 1 milione di euro;
  • 40% per le imprese che nel 2019 hanno dichiarato ricavi compresi tra un milione di euro e 2 milioni di euro.

La percentuale vista si applica alla differenza tra i ricavi del 2019 e quelli del 2021.

Nel caso in cui le risorse stanziate non siano sufficienti a coprire le istanze che avrebbero diritto a percepire le somme, il Ministero per lo Sviluppo Economico provvederà a ridurre le somme erogate a ciascun avente diritto in modo proporzionale.

Sottolineiamo fin da ora che ancora non è possibile inoltrare la domanda per accedere al Fondo per il rilancio delle attività economiche, occorre attendere il decreto attuativo del MISE. Già da ora è però certo che la modalità di inoltre della domanda sarà telematico.

I codici Ateco che accedono al contributo a fondo perduto per negozi e commercianti

Vediamo ora i codici Ateco che possono accedere ai contributi a fondo perduto del Fondo per il Rilancio delle Attività economiche. Ricordiamo che rientrano tutti i codici Ateco dei gruppi che ora vediamo, ad esempio 47.19.10 (grandi magazzini) 47.19.20 (esercizi specializzati in computer, periferiche attrezzature per le telecomunicazioni)…

Codice Ateco Tipologia attività
47.19 Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati
47.30 Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione
47.43 Commercio in apparecchi audio video
47.5 Commercio di altri prodotti per uso domestico
47.6 Articoli culturali e ricreativi
47.71 Articoli di abbigliamento
47.72 Calzature e articoli in pelle
47.75 Cosmetici, profumeria, erboristeria
47.76 Fiori, piante e semi fertilizzanti, animali domestici, alimenti per animali domestici
47.77 Commercio al dettaglio di orologi e gioielleria
47.78 Commercio al dettaglio di altri prodotti
47.79 Commercio prodotti di seconda mano
47.82 Commercio ambulante di prodotti tessili, calzature, abbigliamento
47.89 Commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti
47.99 Altro commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati

 

Per conoscere altri aiuti disponibili si consiglia la lettura di:

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Fondo PMI Creative: cosa prevede e codici Ateco beneficiari

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 febbraio 2022 il decreto interministeriale che disciplina le modalità di attuazione del Fondo PMI Creative (Piccole e Medie Imprese Creative). A breve saranno comunicati i termini per la presentazione delle domande, ma vediamo fin da ora cosa prevede.

Il Fondo PMI Creative

Con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 18 novembre 2021 è stato creato il Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative, questo ha una dotazione di 40 milioni di euro per il 2021 e il 2022. L’obiettivo è aiutare le imprese che lavorano in questo settore ad affrontare le conseguenze della crisi pandemica. Gli aiuti vanno in due direzioni. In primo luogo sono attive agevolazioni per programmi di investimento che possono arrivare a copertura dell’80% delle spese sostenute, però in forma diversa:

  • 40% come contributo a fondo perduto;
  • un’ulteriore 40% come finanziamento agevolato con tasso allo 0% per un periodo di ammortamento massimo di 10 anni.

Gli investimenti finanziabili sono di diversa natura, ad esempio l’acquisto di nuovi macchinari. Vedremo tra poco che le attività che possono essere finanziate sono molteplici e quindi in base alle esigenze delle stesse possono essere riconosciute agevolazioni per investimenti di varia natura.

Condizioni per accedere alle agevolazioni

Come per ogni fondo rivolto alle imprese, anche in questo caso ci sono delle caratteristiche da rispettare. Naturalmente devono essere presentati dei progetti, gli stessi devono avere un ammontare massimo di 500 milioni di euro e devono essere realizzati entro 24 mesi dal momento della concessione. I progetti devono essere finalizzati:

  • all’avvio e allo sviluppo di un’impresa creativa (lo sviluppo riguarda imprese costituite da non più di 5 anni);
  • all’ampliamento e alla diversificazione dell’offerta, all’introduzione di innovazioni nel processo produttivo o di efficientamento dello stesso. Questa misura è rivolta a imprese costituite da più di 5 anni.

Le start up e le imprese innovative che operano in questi settori possono ottenere agevolazioni più elevate. In questo caso si può ottenere fino al 50% delle somme apportate da investitori terzi che hanno investito in equity. Vi sono però delle condizioni, cioè l’apporto degli investitori terzi deve essere in denaro. L’investimento deve inoltre essere effettuato entro 5 anni dal riconoscimento della concessione e di importo non inferiore a 20.000 euro. I terzi investitori in start up innovative non devono inoltre avere un capitale di maggioranza.

Contributi indiretti alle PMI Creative

I contributi previsti nel Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative non sono previsti solo in forma di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato, ma anche in forma di Voucher per l’acquisto di determinati servizi. I voucher sono diretti a imprese di altri settori che però beneficino delle prestazioni delle imprese che hanno i codici Ateco che vedremo a breve. Tali aziende devono richiedere servizi:

  • servizi di marketing e sviluppo del brand;
  • servizi di design e design industriale;
  • innovazioni tecnologiche di particolare valore artigianale, culturale e creativo;
  • incremento del valore identitario dell’azienda (ad esempio attraverso campagne pubblicitarie).

Il Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative sarà gestito da Invitalia. Attualmente non è ancora possibile presentare istanza per accedere, si attendono gli ultimi chiarimenti. Nel frattempo sono indicati i codici Ateco dei potenziali beneficiari.

I Codici Ateco

Codice Ateco Descrizione attività
13.10.00 Preparazione e filatura fibre tessili
13.20.00 Tessitura
13.91.00 Fabbricazione tessuti a maglia
13.92.10 Confezionamento biancheria casa
13.92.20 Fabbricazione articoli in materia tessile
13.93.00 Fabbricazione tappeti e moquette
13.94.00 Fabbricazione spago, funi, reti
13.95.00 Fabbricazione tessuto non tessuto
13.96.10 Nastri, fibre tessili, passamaneria, etichette
13.99.10 ricami
13.99.20 Tulle, pizzi e merletti
14.11.00 Confezione abbigliamento pelle e similpelle
14.13.20 Sartoria, abbigliamento su misura
14.19.10 Accessori per abbigliamento
15.12.09 Borse, pelletteria, selleria
16.10.00 Taglio e piallatura del legno
16.2 Fabbricazione prodotti in legno, paglia, sughero, materiali da intreccio
16.29.19 Fabbricazione altri prodotti in legno (esclusi mobili)
16.29.20 Lavorazione sughero
16.29.30 Articoli in paglia e materiali da intreccio
16.29.40 cornici
17.29 Articoli in carta e cartone
18.1 Stampa e servizi connessi
18.13 Lavorazioni preliminari alla stampa
18.14 legatoria
18.14 Stampa e riproduzione stampa e registrazione su supporti registrati
23.19.20 Lavorazione vetro a mano e soffio artistico
23.41.00 Prodotti in ceramica per uso domestico e ornamentale
23.49.00 Altri prodotti in ceramica
23.70.20 Lavorazione artistica marmo e pietra
25.99.30 Produzione oggetto in ferro e altri metalli
26.52 Fabbricazione orologi
31.09.05 Finitura mobili
32.1 Produzione gioielli, bigiotteria, lavorazione pietre preziose e attività connesse
32.2 Produzione strumenti musicali
32.4 Produzione giochi e giocattoli
58.11 Edizione di libri
58.14 Edizione riviste e periodici
58.19.00 Altre attività editoriali
58.21 Edizione giochi per computer
59 Produzione cinematografica, televisiva, sonora
60.10.00 Trasmissioni radiofoniche
60.20.0 Trasmissioni televisive
62.01 Produzione software
63.12 Portali web
70.21 Pubbliche relazioni e comunicazioni
71.1 Studi di architettura/ingegneria
73.11 Agenzie pubblicitarie
74.1 Attività di design specializzate
74.20.1 Riprese fotografiche
74.20.2 Laboratori fotografici per sviluppo e stampa
90 Attività creative, artistiche, intrattenimento (escluso codice 90.03.01)
91.0 Biblioteche, archivi e musei
95.24 Riparazione mobili, tappezzeria
95.25 Riparazione orologi

 

 

Contributi a fondo perduto fino all’80% per Pmi, artigiani e professionisti: arrivano gli aiuti

In arrivo finanziamenti, anche convertibili in contributi a fondo perduto, fino all’80% delle spese ammissibili per gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese, degli artigiani e dei professionisti. Il decreto del Mise è quello relativo al provvedimento del 19 novembre scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 27 del 2 febbraio 2022. I contributi sono previsti dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico a copertura delle spese relative al design, alla moda, agli accessori, ai media, alla musica e perfino ai giocattoli.

Il Mise stanzia 20 milioni di euro per i contributi e gli aiuti alle imprese e autonomi

La copertura dei finanziamenti e dei contributi a fondo perduto del Mise andrà a favore del capitale circolare e degli investimenti produttivi in conto capitale. Lo stanziamento delle risorse del ministero è pari a 20 milioni di euro sia per il 2021 che per il 2022. Ammessi al beneficio fiscale saranno le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti che rientrino negli obiettivi di creatività. I prestiti sono agevolati e a tasso zero, accompagnati da contributi a fondo perduto. Ne potranno beneficiare sia le nuove imprese, ovvero le start up, che le imprese esistenti per il loro consolidamento sul mercato.

In quali settori sono previsti i finanziamenti del Mise per le Pmi e professionisti?

Dettagliato è il quadro delle attività nel quale le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti dovranno rientrare. Ovvero:

  • attività nel settore tessile, calzaturificio e pelletteria;
  • legno;
  • fabbricazione e lavorazione del ferro, del vetro, di gioielli, orologi, strumenti musicali e giocattoli;
  • imprese dell’editoria e portali web;
  • trasmissioni televisive e radiofoniche;
  • agenzie pubblicitarie, studi fotografici;
  • professionisti architetti, ingegneri e di design.

Investimenti ammissibili tra finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto del Mise 2022

Gli investimenti ammissibili ai finanziamenti e ai contributi a fondo perduto del Mise sono relativi sia alla creazione che al consolidamento delle imprese e dei professionisti beneficiari. In particolare, gli investimenti devono riguardare:

  • le spese ammissibili, comprese quelle relative al capitale circolante, il cui importo non ecceda i 500 mila euro al netto dell’Iva;
  • la durata del finanziamento non deve eccedere i due anni, a partire dal momento in cui viene sottoscritto il decreto di assegnazione degli strumenti finanziari;
  • le imprese non devono essere costituite da più di cinque anni nel momento in cui presentano la domanda di concessione dei finanziamenti e del fondo perduto;
  • per le imprese costituite da oltre cinque anni è previsto il finanziamento dell’ampliamento o della diversificazione della propria attività e dunque dell’offerta dei prodotti o dei servizi oppure modifiche e innovazione del proprio modo di produrre.

Finanziamenti Pmi e professionisti e contributi a fondo perduto, quali sono le spese ammissibili?

In rapporto alle spese che possono essere ammesse al finanziamento a tasso zero o ai contributi a fondo perduto, le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti devono valutarle in base ai seguenti principi:

  • si possono coprire le immobilizzazione materiali. Il riferimento è agli impianti, ai macchinari, alle attrezzature, purché nuovi di fabbrica e coerenti con l’attività svolta dal richiedente;
  • le immobilizzazioni immateriali, inerenti l’attività dell’impresa richiedente, compresi i brevetti e le licenzie di uso;
  • le opere murarie al massimo per il 10% della domanda complessiva di finanziamento;
  • il capitale circolante, al massimo per il 50% della richiesta.

Spese per il capitale circolante ammissibili nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise

Nel novero delle spese ammissibili relative al capitale circolante dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati del Mise rientrano:

  • le materie prime;
  • i materiali di consumo e le merci;
  • i servizi generali relativi allo svolgimento dell’attività dell’impresa o del professionista che fa richiesta;
  • l’acquisto di beni o servizi da terzi, ovvero le spese per i canoni di leasing, hosting informatici, noleggi;
  • le utenze, le fidejussioni legate al progetto e le perizie tecniche necessarie;
  • il costo dei dipendenti, purché assunti con contratto a tempo indeterminato e che non sia già coperto da altre agevolazioni fiscali.

Quanto si può ottenere di contributi a fondo perduto e finanziamenti dal Mise?

In merito alla misura del beneficio relativo ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti, le imprese richiedenti e i professionisti devono tener conto delle seguenti percentuali e limiti:

  • il contributo a fondo perduto può arrivare al massimo al 40% delle spese ammissibili;
  • i finanziamenti agevolati, a tasso zero e con durata fino a dieci anni, possono coprire l’altro 40% dei costi del progetto.

Contributi a fondo perduto Mise, le start up possono ottenere quote di finanziamenti più alti

Le piccole e medie imprese artigianali start up possono ottenere quote di finanziamenti e di contributi a fondo perduto più alte. La percentuale di agevolazione può arrivare al 50% per le somme apportate da investitori terzi nell’impresa stessa. In tal caso, il finanziamento può essere convertito in contributi a fondo perduto. Il 50% è anche la percentuale alla quale può arrivare il massimo della quota finanziabile, in ogni caso, dalla misura per nascenti attività. Il finanziamento convertito in fondo perduto può essere utilizzato, nei primi cinque anni di attività, esclusivamente a copertura delle perdite o per gli aumenti di capitale.

PMI: dal MISE arrivano 2,5 miliardi per transizione ecologica e digitale

Partono i finanziamenti in favore delle PMI Innovative e startup, ciò grazie al MISE che ha assegnato CDP Venture Capital Sgr, controllata al 70% dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP), le risorse stanziate. Ecco come saranno gestiti gli aiuti.

Stanziati i fondi per Piccole e Medie Imprese: dal MISE verso CDP Venture Capital

CDP Venture Capital Sgr avrà a disposizione nei prossimi mesi 2 miliardi di euro stanziati dal Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) in attuazione del decreto infrastrutture, a questi fondi si aggiungono ulteriori risorse e in particolare 550 milioni di euro previsti dal Piano Nazionale di Resilienza e Resistenza (PNRR) e 600 milioni provenienti da CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e investitori terzi.

Le risorse saranno destinate a progetti mirati e in particolare:

  • potenziamento delle attività di investimento diretto e indiretto (creazione di fondi);
  • promozione di iniziative a favore della transizione ecologica ecologica e digitale in particolare per le filiere chiave dell’economia del Paese;
  • creazione di nuovi strumenti di equity e debiti;
  • sostegno alle startup attraverso processi di accelerazione e trasferimento tecnologico.

Aiuti alle PMI: le parole del ministro Giancarlo Giorgetti

Il Ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nell’annunciare questa importante partnership ha sottolineato che l’obiettivo è favorire la crescita di un ecosistema di innovazione e accompagnare la transizione ecologica e digitale aiutando le imprese in questo importante processo. L’obiettivo di CDP Venture Capital è anche attirare investimenti nazionali e internazionali in modo da veder crescere il tessuto economico italiano.

Il Ministro Giorgetti ha anche sottolineato che il passaggio verso imprese tecnologiche, digitali e innovative è improcrastinabile, ma se questo percorso non è affrontato con lungimiranza e accompagnato dalle giuste misure, può lasciare indietro uno strascico di “morti e feriti”, cioè aziende che non essendo riuscite a stare al passo, sono costrette alla chiusura e di conseguenza si creano disoccupati. L’insieme delle misure che dovrebbero nascere dalla partnership tra MISE e CDP Venture Capital ha proprio l’obiettivo di evitare questo e quindi di preservare il tessuto economico del Paese tutelando le PMI che più delle grandi aziende possono avere difficoltà negli investimenti in nuove tecnologie.

Le PMI per ottenere aiuti e finanziamenti possono accedere anche al Fondo Nazionale Innovazione, per saperne di più leggi l’articolo: Fondo Nazionale Innovazione per supportare start up innovative

Fondo Impresa Femminile: contributi a fondo perduto per imprese rosa

Importanti novità per le donne che vogliono fare impresa: è possibile presentare la domanda per accedere al Fondo Impresa Femminile con contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato.

Cos’è il Fondo Impresa Femminile

Il Fondo Impresa Femminile è stato istituito con il decreto interministeriale del 30 settembre 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre 2021. Come sottolineato nell’avviso presente sul sito del MISE, l’obiettivo di “promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e di massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese”. Il Fondo ha una dotazione di 40 milioni di euro ed è istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), ma è gestito attraverso Invitalia. Si rivolge alle imprese a prevalente partecipazione femminile e lavoratrici autonome.

A chi sono rivolti i fondi?

Si può accedere al Fondo Impresa femminile sia per la nascita di nuove imprese, sia per lo sviluppo e il consolidamento di quelle già esistenti.

La domanda può essere presentata da:

  • lavoratrici autonome in possesso di una partita IVA da meno di 12 mesi;
  • imprese femminili costituite da meno di 12 mesi:
  • persone fisiche che abbiano intenzione di aprire una partita IVA.

Inoltre, possono presentare la domanda per accedere al Fondo Imprese Femminili, imprese e lavoratrici autonome che al momento della domanda hanno iniziato l’attività da più di 12 mesi.

Cosa Finanzia il Fondo Impresa Femminile?

I fondi sono concessi a fronte di investimenti per l’avvio o il consolidamento di imprese femminili impegnate in:

  • produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • fornitura di servizi, in qualsiasi settore;
  • commercio e turismo.

Deve inoltre essere ricordato che le spese ammissibili non possono essere superiori a 250 mila euro al netto d’IVA per i programmi di investimento in nuove imprese e 400 mila euro al netto d’IVA per i programmi di investimento per lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili. Le iniziative devono essere realizzate entro 24 mesi dal provvedimento di concessione dell’aiuto.

A quanto ammontano i finanziamenti?

Si è già detto in apertura che si tratta di un aiuto a fondo perduto, questo vuol dire che le somme concesse non devono essere restituite. Il finanziamento ha una durata massima di 8 anni. Le percentuali sono:

per le imprese di nuova costituzione

1) 80% delle spese ammissibili se gli investimenti sono inferiori a 100.000 euro;

2) 50% delle spese ammissibili per investimenti compresi tra 100.000 euro e 250.000 euro.

Per lo sviluppo e il consolidamento di imprese già esistenti

1) se sono state costituite da non più di 36 mesi al momento della data di presentazione della domanda, si può ottenere l’80% delle spese ammissibili. Una quota pari alla metà come contributo a fondo perduto e l’altra metà in forma di finanziamento agevolato;

2) per le imprese costituite da più di 36 mesi per le spese di investimento di applica il criterio dell’80%, diviso in parte in forma di contributo a fondo perduto e in parte come finanziamento agevolato, mentre per le esigenze di denaro circolante, le spese ammissibili sono agevolate nella forma del contributo a fondo perduto.

La domanda per accedere ai fondi visti deve essere presentata telematicamente attraverso la piattaforma Invitalia. Occorre prestare molta attenzione, infatti i contributi non sono concessi in base all’ordine di arrivo delle istanze, ma in base a una procedura valutativa delle domande. Questo implica che quanto più è dettagliato e convincente il progetto di investimento presentato, tanto più sono elevate le possibilità di riuscire ad accedere ai fondi.

Cosa valuta Invitalia?

Nella valutazione dei vari progetti presentati, Invitalia considera diversi aspetti, tra questi vi sono la validità del progetto da esaminare tenendo in considerazione la potenzialità del mercato di riferimento e il vantaggio competitivo, tiene inoltre in considerazione le strategie di marketing. Tra i fattori valutabili vi sono anche l’impatto sociale, occupazionale e ambientale che può avere l’attività imprenditoriale da avviare o avviata e da consolidare. Infine, si valuta la sostenibilità tecnica ambientale del progetto, la pertinenza del programma e la sua coerenza. Particolare attenzione viene inoltre data ai progetti ad alto valore tecnologico.

La possibilità di inoltrare le istanze sarà attiva a breve.

L’attenzione verso il lavoro femminile non è rivolta solo all’imprenditoria, infatti sono previste agevolazioni anche per coloro che assumo donne. Per saperne di più è possibile leggere l’articolo: Assunzione donne, under 36 e Sud: proroga delle agevolazioni contributive

Contributi a fondo perduto: ecco le condizioni per richiedere i finanziamenti Mise

Il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha emanato il decreto che assegna 750 milioni di euro di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tassi agevolati a favore delle imprese impegnate nelle attività di ricerca e di sviluppo sperimentale in linea con gli obiettivi del Green New Deal. I due canali di intervento, il fondo perduto e i finanziamenti, andranno a vantaggio anche delle piccole e medie imprese (Pmi) con un sostegno che può arrivare fino al 70% delle spese ammissibili. Le attività finanziabili per le Pmi riguardano l’industrializzazione dei risultati della ricerca e dello sviluppo.

Fondo perduto Mise e finanziamenti: il decreto di Giorgetti assegna 750 milioni di euro alle imprese

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico è stato firmato da Giancarlo Giorgetti insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze. Attualmente si attende la pubblicazione del provvedimento ministeriale sulla Gazzetta Ufficiale. I fondi stanziati dal Mise corrispondono a 750 milioni di euro dei quali:

  • 600 milioni di euro andranno per i finanziamenti agevolati;
  • 150 milioni di euro andranno ai contributi a fondo perduto delle imprese.

I soldi stanziati dal ministero sono a valere del Fondo per la crescita sostenibile (Fcs) e del fondo rotativo per sostenere le imprese e gli investimenti nella ricerca (Fri), la cui gestione avviene tramite la Cassa deposito e prestiti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati alle imprese dal Mise: chi può richiedere gli aiuti?

Il decreto ha stabilito che i finanziamenti a tasso agevolato e i contributi a fondo perduto possono andare a tutte le imprese senza limiti di dimensioni. Tuttavia, il provvedimento impone che le imprese che faranno richiesta dei finanziamenti debbano operare nelle attività:

  • industriali;
  • agroindustriali;
  • artigianali;
  • dei servizi all’industria;
  • centri di ricerca.

Per la richiesta dei finanziamenti e dei fondi perduti le imprese devono presentare progetti volti a realizzare nuovi prodotti, o nuovi processi o servizi oppure, ancora, il miglioramento di attività, processi e servizi già esistenti.

Contributi a fondo perduto Mise: ecco gli obiettivi del Green New Deal dalla plastica al turismo sostenibile

Tra gli obiettivi del Green New Deal da raggiungere anche attraverso i finanziamenti stanziati dal ministero per lo Sviluppo Economico, si annoverano quelli:

  • della decarbonizzazione;
  • dell’economia circolare e dell’economia;
  • della riduzione dell’utilizzo della plastica e della sostituzione della plastica con dei materiali alternativi;
  • di rigenerazione urbana;
  • del turismo sostenibile;
  • della mitigazione dei rischi sul territorio connessi al cambiamento climatico.

Contributo a fondo perduto e finanziamento del Mise: come si presenta la domanda?

Per la presentazione della domanda relativa al contributo a fondo perduto e al finanziamento del ministero per lo Sviluppo Economico è necessario attendere un nuovo provvedimento del Mise che disciplini i termini e le modalità di invio dell’istanza. In ogni modo, i progetti presentati dalle imprese non potranno avere un importo finanziabile al di sotto dei 3 milioni di euro e al di sopra dei 40 milioni di euro, considerando tutti i partner partecipanti al progetto stesso. Tuttavia, sono già note le modalità di erogazione delle agevolazioni alle imprese e le spese che possono essere finanziate.

Spese ammissibili per i contributi a fondo perduto e finanziamenti del Mise

Per quanto attiene alle spese finanziabili ai fini dei progetti da presentare per i contributi a fondo perduto e finanziamenti del Mise, è necessario rifarsi all’ambito della ricerca industriale e sviluppo sperimentale, oppure alle attività di industrializzazione. Per le attività di ricerca sono finanziabili le spese:

  • del personale dell’impresa che propone il progetto, inclusi tecnici, personale ausiliario impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo e ricercatori;
  • per gli strumenti e le attrezzature occorrenti al progetto stesso;
  • per le consulenze, i brevetti, le licenze, il know how;
  • le spese generali di progetto;
  • per i materiali usati durante le attività oggetto del progetto.

Nell’ambito delle attività di industrializzazione, le spese ammissibili devono possedere marcati elementi di innovazione e di sostenibilità. I progetti da presentare, dunque, devono produrre la diversificazione della produzione di uno stabilimento dell’impresa proponente, oppure l’adozione di prodotti nuovi aggiuntivi o il cambiamento dell’intero processo produttivo dello stabilimento stesso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise: quali sono le condizioni?

Nel caso di richiesta dei finanziamenti per i progetti relativi alle risorse del ministero per lo Sviluppo Economico, il decreto precisa che la percentuale delle spese ammissibili non deve essere inferiore al 50% fino a un massimo del 70%. Al finanziamento deve essere associato un prestito di un istituto bancario. Il prestito deve essere non al di sotto del 10% dell’intero finanziamento. Per i contributi a fondo perduto è necessario considerare la percentuale del 15% per il sostegno delle attività di ricerca e di sviluppo e per lo sviluppo sperimentale. La stessa percentuale si applica per le consulenze inerenti le attività di industrializzazione delle piccole e medie imprese (Pmi). Il contributo a fondo perduto si abbassa al 10% per l’acquisto delle immobilizzazioni necessarie per le attività di industrializzazione. Infine, il finanziamento, insieme al contributo, non può superare il 100% dei costi e delle spese progettuali ammissibili.

Contributi a fondo perduto in arrivo: per quali imprese? Ultime notizie

Dal decreto Sostegni Ter, varato il 21 gennaio 2022, arrivano importanti novità per molte imprese, infatti ci saranno nuovi contributi a fondo perduto volti ad aiutare le imprese che più di altre hanno subito gli effetti del protrarsi della pandemia. Ecco le ultime novità

Decreto Sostegni Ter: ecco le attività che possono avere contributi a fondo perduto

I contributi a fondo perduto sono particolarmente apprezzati dalle imprese perché non vi è obbligo di restituzione degli stessi e quindi offrono una certa tranquillità e in questo caso non è necessario neanche effettuare degli investimenti, infatti sono determinati in base alle perdite subite. Il decreto Sostegni Ter istituisce il “Fondo per il rilancio delle attività economiche che, secondo le indiscrezioni, dovrebbe avere un ammontare di 200 milioni di euro. Da ciò che emerge dal decreto, il contributo a fondo perduto dovrebbe andare in favore delle attività che nel 2021 abbiano maturato perdite di fatturato almeno del 30% rispetto al 2019 e con ricavi, sempre nel 2019, non superiori a 2 milioni di euro.

Il decreto Sostegni Ter indica anche i codici ATECO delle attività che possono ottenere tale beneficio:

47.19 (grandi magazzini, commercio al dettaglio), 47.30 (commercio carburante), 47.43 (commercio al dettaglio di apparecchi audio e video), tutte le attività dei gruppi 47.5 (commercio elettrodomestici) e 47.6 (commercio articoli culturali e sportivi), 47.71 (abbigliamento), 47.72 (calzature), 47.75 (erboristerie, profumerie, cosmetici), 47.76 (fiori, animali domestivi, concimi), 47.77 (orologi, gioellerie), 47.78 (mobili, oggetti d’arte, artigianato), 47.79 (antiquariato, articoli di seconda mano), 47.82 (commercio ambulante tessile e calzature), 47.89 (commercio ambuilante altri prodotti)e 47.99  (distributori automatici).

A quanto ammontano i contributi a fondo perduto?

L’importo dei contributi a fondo perduto delle imprese sarà calcolato avendo come riferimento la differenza tra i ricavi del 2019 e quelli del 2021. Sono inoltre indicate delle percentuali, le stesse sono:

  • 60% per imprese con ricavi nel 2019 non superiori a 400.000 euro.
  • 50% per ricavi nel 2019 superiori a 400.000 euro, ma inferiori a 1 milione di euro;
  • 40% per soggetti che nel 2019 hanno dichiarato ricavi superiori a 1 milione di euro e fino a 2 milioni di euro.

Ricordiamo che la percentuale viene però applicata alla differenza tra questi valori.

Contributi a fondo perduto per il settore wedding e tempo libero: ultime notizie

Modalità diverse sono invece riconosciute ad attività del settore wedding e tempo libero in genere, si tratta dei codici ATECO 96.09.05, 56.10, 56.21, 56.30, 93.11.2 , questi potranno ottenere ristoro nel caso in cui la diminuzione di fatturato tra il 2019 e il 2021 sia del 40% e un risultato economico d’esercizio del 2021 inferiore al 30%. Per queste attività sono stanziati 40 milioni di euro.

Dal decreto Sostegni Ter emerge però che se il fondo disponibile non dovesse essere sufficiente a coprire gli importi così calcolati, gli stessi saranno proporzionalmente ridotti.

La domanda dovrà essere presentata al MISE, ma attualmente ancora non sono disponibili le modalità operative, si dovrà attendere ancora qualche giorno.

Discoteche, sale da ballo e turismo

Il decreto Sostegni Ter non prevede solo contributi a fondo perduto per le imprese, ma anche la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi in favore delle imprese che hanno avuto perdite a causa delle sospensioni dovute all’emergenza Covid, si tratta di discoteche e sale da ballo.

Importanti novità vi sono anche per il settore del turismo che potrà ottenere un credito d’imposta pari ai costi di locazione versati da gennaio a marzo 2022. Tale credito viene riconosciuto se vi è una riduzione del fatturato di almeno il 50% tra i mesi in corso rispetto allo stesso periodo del 2019.

I contributi a fondo perduto per le imprese non sono l’unica novità prevista dal decreto Sostegni ter, infatti si è provveduto anche a istituire un fondo per gli indennizzi danni da vaccino Covid. Per saperne di più si consiglia la lettura dell’articolo: Indennizzi danni da vaccino Covid: il Governo stanzia i fondi

Bonus Internet 2022 per le imprese: da 300 euro a 2500 euro

Le aziende virano sempre più verso la digitalizzazione, ma questa rappresenta anche un costo, ecco perché anche per il 2022 è prevista l’erogazione del voucher MISE, anche conosciuto come Bonus Internet, che consente alle imprese di ottenere fino a 2500 euro. Ecco come si può ottenere.

Dal MISE 609 milioni di euro per la connessione veloce alle imprese

Il Bonus Internet 2022 per le imprese rappresenta la fase 2 rispetto al Bonus PC erogato alle famiglie fino al mese di novembre 2021. Le risorse messe a disposizione dal Ministero per lo Sviluppo Economico, MISE, ammontano a 609 milioni di euro. L’obiettivo del piano voucher è favorire la diffusione di connessioni veloci, in grado quindi di aiutare le aziende ad essere più efficienti e riuscire a svolgere tutte le funzioni in modo adeguato.

Il Decreto attuativo per il Bonus Internet rivolto alle imprese è uscito il 23 dicembre 2021, le aziende avranno 24 mesi di tempo per richiederlo.

La fase operativa sarà gestita da Intratel, società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico e parte del Gruppo Invitalia.

Il bonus Internet per le imprese è volto stimolare la sottoscrizione di contratti per la connessione a internet ad alta velocità. In base al contenuto del decreto attuativo del MISE le aziende potranno richiedere importi di valore compreso tra 300 euro e 2,000 euro che in alcuni casi possono essere elevati a 2.500 euro.

Bonus Internet 2022: caratteristiche

Per ottenere tali importi è necessario sottoscrivere un contratto per la connessione internet da 30 Mbit/s a oltre 1 Gbit/s . Il contratto deve avere una durata minima di 18 mesi e massima di 36 mesi. Il contributo massimo di 2.500 euro viene riconosciuto alle imprese che passano da una connessione “lenta” a una da 1 Gbit/s e sarà riconosciuto a copertura dei costi sostenuti e giustificati dagli operatori. Deve essere chiarito che attualmente non è possibile richiedere il Bonus Internet, infatti occorre attendere il piano operativo di Intratel, solo da quel momento inizieranno a decorrere i due anni per inoltrare la richiesta.

Secondo i calcoli effettuati dovrebbero accedere a questo importante aiuto un numero di imprese compreso tra 850.000 e 1.400.000, una platea quindi abbastanza ampia. In realtà lo stanziamento previsto per il Bonus Internet 2022 per le imprese è di 516 milioni di euro a cui si aggiungono 93 milioni di euro che erano stati stanziati per l’iniziativa Bonus PC e internet riconosciuto alle famiglie con ISEE inferiore a 20.000 euro e che non è stato completamente utilizzato mostrando così un parziale flop di quella iniziativa.

Proprio per questo motivo il Ministro Giorgetti ha reso noto che in questo caso sarà attuato un efficiente piano di comunicazione volto a informare le aziende circa la possibilità di usufruire di questo importante sostegno. Il piano di comunicazione e informazione è volto ad evitare che importanti fondi messi a disposizione delle imprese restino inutilizzati, come è avvenuto nel caso del Bonus PC che ha rappresentato la fase 1 verso il processo di digitalizzazione, ma lo hanno richiesto solo 200 mila famiglie, la maggior parte delel quali residenti in Lombardia. Per il Bonus Internet 2022 rivolto alle imprese non ci saranno limiti di fatturato.

Come saranno ripartite le risorse?

Gli importi saranno così ripartiti:

  • 300 euro per le imprese che installano una connessione compresa tra 30 Mbit/s e 300 Mbit/s;
  • 300 euro per le imprese che stipulano un contratto 300 Mbit/s e 1 Gbit/s, con contratto di durata minima pari a 18 mesi e massima pari a 36 mesi;
  • 500 euro per le imprese che stipulano un contratto con velocità di connessione tra 300 Mbit/s e 1 Gbit/s, con contratto di durata compresa tra 18 e 36 mesi
  • 2000 euro invece sono destinati alle imprese che scelgono una connessione con velocità superiore a 1 Gbit/s, in quest’ultimo caso l’importo può essere elevato a 2500 euro a copertura dei costi eventualmente sostenuti.

Fondo di Garanzia PMI: cosa cambia con la legge di bilancio 2022

Il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (PMI) è stato istituito con la legge 662 del 1996 e potenziato con il decreto legge 23 del 2020 con l’obiettivo di aiutare le imprese a far fronte all’emergenza pandemica. Con la legge di bilancio 2022 si provvede invece a piccole modifiche al Fondo di Garanzia PMI in modo da ritornare gradualmente al regime ordinario.

Cos’è il Fondo  di Garanzia PMI

Le imprese per poter innovare e quindi restare sul mercato ed essere concorrenziali, hanno bisogno di avere fondi da investire, soprattutto in macchinari e nuove tecnologie, ma purtroppo spesso non riescono a ottenerli a causa della impossibilità di fornire agli istituti di credito idonee garanzie.

Il Fondo di Garanzia per le PMI è una misura prevista presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed è finanziata con risorse europee, può essere attivata a fronte di finanziamenti concessi da banche, intermediari finanziari e istituti di credito. La misura era inizialmente prevista solo in favore di PMI, ma con il Decreto Liquidità il Governo ha previsto un’estensione del Fondo anche a professionisti, persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, enti religiosi civilmente riconosciuti, enti del terzo settore e ad alcuni soggetti che esercitano attività ausiliarie nel settore dei finanziamenti e assicurazioni. L’accesso al Fondo di Garanzia PMI è consentito solo alle attività considerate “sane”, quindi non in via di liquidazione o sottoposte a procedure fallimentari.

La richiesta di accesso al Fondo di Garanzia non viene effettuata dall’impresa, ma occorre recarsi presso la banca, istituto di credito, intermediario per chiedere il finanziamento e sarà questa a effettuare la procedura. In alternativa è possibile rivolgersi a Confidi che garantisce l’operazione in prima istanza e di seguito chiede la controgaranzia al Fondo.

Fondo di Garanzia PMI: cosa cambia con la legge di bilancio 2022?

Con la legge di bilancio 2022 ci sono piccoli ritocchi a questa importante misura. In primo luogo si provvede all’estensione dell’operatività del Fondo di Garanzia per le PMI fino al 30 giugno 2022.

Viene inoltre estesa anche l’operatività del fondo di riserva di 100 milioni di euro a garanzia dei finanziamenti fino a 30.000 euro a favore degli enti non commerciali. Per le operazioni fino a 30.000 è prevista infatti una procedura semplificata ed è possibile concedere i prestiti con approvazione automatica del Fondo.

La legge di bilancio 2022 prevede però anche un’uscita graduale dalla situazione emergenziale e quindi dal 1° aprile 2022 la concessione delle garanzie del Fondo non sarà più gratuita ma sarà correlata al pagamento di una commissione. Dal mese di aprile diminuisce anche la copertura del finanziamento. Attualmente per prestiti di ammontare inferiore a 30.000 euro è prevista una copertura al 90% mentre da aprile sarà all’80%, anche per i finanziamenti di importo inferiore a 30.000 euro è previsto il versamento di una commissione.

Limiti nella legge di bilancio 2022

La normativa stabilisce che l’importo massimo garantito per ogni impresa sarà di 5 milioni di euro, ma la copertura dovrà essere accettata in base all’applicazione di un modello di valutazione. La nuova disciplina prevede inoltre che ogni anno con legge di bilancio dovranno essere stabiliti dei limiti agli impegni che il Fondo può assumere sulla base di un piano annuale e di una valutazione della propensione al rischio del portafoglio delle garanzie attivate. Il piano deve essere redatto dal Consiglio di Gestione del Fondo, su proposta del Ministero per lo Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Infine, la legge di bilancio 2022 determina gli importi del Fondo di Garanzia PMI futuri. Per il 2022 è previsto un incremento del Fondo con 210 milioni di euro, l’ammontare aumenta fino al 2025, quando si arriva alla somma massima di 1,7 miliardi di euro per poi ricominciare a scendere. E’ molto probabile però che negli anni tali importi possano avere delle modifiche determinate dalla situazione economica che si presenta.

Ricordiamo che gli aiuti alle imprese di piccole e medie dimensioni sono diversi, tra gli altri ci sono:

Confermato il credito di imposta per la quotazione di PMI