Bonus chef, al via le domande fino al 3 aprile 2023

Con la legge 178 del 2020, legge di bilancio 2021, è stato previsto il Bonus Chef, un aiuto per i cuochi che durante i periodi più difficili della pandemia avevano dovuto rinunciare alla loro attività con conseguente perdita economica. Sebbene con molto ritardo, si è provveduto ad aprire la piattaforma per poter inoltrare le domande del Bonus Chef. Ecco una breve sintesi del beneficio e i dettagli per poter presentare l’istanza. C’è tempo fino al 3 aprile 2023.

Bonus chef: cos’è e chi può richiederlo fino al 3 aprile 2023?

Il bonus chef può contare su una dotazione di 3 milioni di euro, le linee per la domanda sono contenute nel decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 1° luglio 2022. Il bonus consente di ottenere un credito di imposta pari al 40% delle spese sostenute per l’acquisto di attrezzature, materiali e formazione nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.

Ricordiamo che le spese devono rispettare determinati requisiti, in particolare:

  • i macchinari devono essere inclusi in una classe energetica elevata e deve trattarsi di macchine per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura di prodotti alimentari;
  • strumenti e attrezzature professionali devono avere natura tale da essere utilizzati generalmente nel settore ristorazione;
  • i corsi di formazione devono essere inerenti l’attività di chef.

Possono richiedere il contributo cuochi professionisti presso alberghi e ristoranti sia che abbiano un contratto di lavoro dipendente, sia titolari di partita Iva.

Come inoltrare la domanda per il bonus chef

La domanda per ottenere il bonus chef può essere inoltrata dal 27 febbraio 2023, ore 12:00, fino al termine del giorno 3 aprile 2023. Deve essere inoltrata esclusivamente per via telematica seguendo il link

Per potersi identificare occorre inserire il codice di identità digitale ( Spid, Cie o Cns).

L’aiuto richiesto rientra tra quelli in regime de minimis.

Potrebbe interessarti la lettura dell’articolo: Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

A seguito della scadenza del termine per la presentazione delle istanze per accedere al bonus chef, si procederà alla valutazione delle domande e quindi al riconoscimento dell’ammontare del credito di imposta effettivamente riconosciuto (considerando i limiti di spesa). Sarà quindi adottato un provvedimento cumulativo per tutti gli aventi diritto, questo vuol dire che non ci sarà la comunicazione del provvedimento adottato ai singoli richiedenti. Ognuno dovrà avere sotto controllo il sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Ottenuto il credito di imposta lo stesso potrà essere utilizzato in compensazione per i pagamenti previsti con il modello F24. Il bonus chef inoltre non dovrà essere considerato al fine di determinare il reddito imponibile Irap e Irpef.

Deposito marchi: le imprese potranno ottenere fino a 25.000 euro

Dal 25 ottobre 2022 le imprese potranno richiedere l’accesso agli incentivi Marchi+ diretti alle imprese che registrano marchi e brevetti. Ecco come procedere per ottenere le agevolazioni per il deposito marchi.

Come chiedere gli incentivi per il deposito marchi

La registrazione dei marchi è un passo importante per le imprese perché consente di avere tutela delle proprie idee e dei propri segni distintivi. proprio per questo ormai ogni anno sono messi a disposizione incentivi che aiutano a sostenere economicamente le spese necessarie.

Al fine di favorire l’acquisto di servizi specialistici per la registrazione del marchi dell’Unione Europea ( Misura A) e in ambito internazionale (Misura B), il Mise, Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto di Unioncamere mette a disposizione una dotazione di due milioni di euro. Ogni impresa potrà ottenere agevolazioni di importo massimo di 25.000 euro.

L’agevolazione potrà essere richiesta registrandosi alla piattaforma https://marchipiu2022.it/home/, per poter operare è necessario avere a disposizione un codice di identità digitale (Spid, Cie, CNS), una firma digitale e un indirizzo di posta elettronica certificata.

Le novità

Le domande potranno essere presentate come anticipato dal giorno 25 ottobre 2022 alle ore 9:30 e le domande saranno vagliate in ordine cronologico fino a esaurimento dei fondi. Proprio per questo è bene affrettarsi. Rispetto ai bandi degli anni precedenti ci sono delle novità. Ecco i tratti salienti:

  • si può ottenere l’agevolazione per i marchi depositati dal 1° giugno 2019;
  • aumento all’80% dell’agevolazione per le tasse di deposito per la Misura A;
  • aumento al 90% dell’agevolazione per le tasse di registrazione per la Misura B;
  • nel caso di servizi specialistici per la Misura B l’aumento dei massimali può arrivare al 90%;
  • per la misura B l’importo massimo è 9.000 euro;
  • per la Misura A l’importo massimo concedibile è 6.000 euro;
  • in favore di ciascuna impresa l’importo massimo è 25.000 euro;
  • Alla domanda da presentare in via telematica deve essere apposta la firma digitale dal legale rappresentante dell’impresa, oppure dal procuratore speciale delegato sulla base di apposita procura speciale.
  • Con un’unica domanda è possibile richiedere le agevolazioni della Misura A e della Misura B.

Importi previsti per le singole attività necessarie al deposito marchi

Gli importi massimi previsti sono:

per la Misura A:

  • 1.500 euro per la progettazione;
  • 300 euro per l’assistenza per il deposito;
  • 550 euro per la ricerca dell’anteriorità tra i marchi italiani, dell’Unione europea e internazionali estesi all’Italia ;
  • 1.500 euro per la ricerca dell’anteriorità tra i marchi italiani, dell’Unione Europea e internazionali estesi all’Unione Europea;
  • 1.500 euro per assistenza legale;
  • tasse di deposito.

Per la misura B gli importi massimi ottenibili sono:

  • 1.650 euro per la progettazione;
  • 350 euro assistenza per il deposito;
  • 630 euro ricerche di anteriorità tra i marchi italiani, dell’Unione europea e internazionali estesi all’Italia;
  • 1.800 euro ricerche di anteriorità tra i marchi italiani, dell’Unione europea e internazionali estesi all’Unione Europea;
  • 700 euro ricerca di anteriorità per ciascun Paese non appartenente all’Unione Europea;
  • 1.800 euro per assistenza legale;
  • tasse di registrazione.

Incentivi blockchain e intelligenza artificiale dal MISE: domande dal 14 settembre

La legge di bilancio del 2019 ha istituito il “Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things” che prevede per il 2022 uno stanziamento di 45 milioni di euro destinati alle imprese che applicano nuove tecnologie come blockchain, intelligenza artificiale e internet of things. Il MISE ha ora reso noto che la piattaforma per l’inoltro delle domande per accedere agli incentivi blockchain e intelligenza artificiale sarà accessibile dal 14 settembre 2022.

A chi sono rivolti gli incentivi blockchain e intelligenza artificiale del MISE?

Per poter accedere ai fondi è necessario presentare progetti volti a :

  • favorire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (25 milioni di euro);
  • sostenere lo sviluppo della tecnologia Blockchain (10 milioni di euro);
  • favorire lo sviluppo di Internet of things (10 milioni di euro).

Potranno accedere ai fondi imprese di qualunque dimensione e di vari settori, tra cui agro-alimentare, salute, manifatturiero, ambiente e infrastrutture, cultura e turismo, aerospazio, logistica, sicurezza e tecnologia dell’informazione.

Leggi anche: Intelligenza artificiale, blockchain e internet of things: perché servono alle imprese?

Come e quando presentare la domanda per incentivi Blockchain?

Per accedere ai contributi previsti per gli incentivi blockchain, intelligenza artificiale (IA) e Internet of Things è necessario proporre la domanda attraverso la piattaforma messa a disposizione da Intratel (www.infratelitalia.it). Sarà possibile accedere alla piattaforma dal giorno 14 settembre 2022. In questa fase però si potrà solo compilare la stessa e allegare i vari documenti, mentre dal giorno 21 settembre sarà possibile accedere nuovamente all’area personale sul sito e quindi procedere all’inoltro vero e proprio della domanda. La piattaforma dal 21 settembre sarà disponibile dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 18:00, fino ad esaurimento dei fondi. Proprio per questo motivo è bene provvedere a caricare i documenti fin dal momento in cui sarà possibile accedere alla piattaforma e poi procedere il giorno 21 solo all’inoltro.

Per conoscere tutti i dettagli degli incentivi per blockchain, intelligenza artificiale e internet of things, leggi l’approfondimento: Intelligenza artificiale e blockchain: incentivi dal Mise. Guida

Contributi per le imprese dell’economia sociale: chi può presentare domanda?

Nasce “imprese dell’economia sociale” il progetto del MISE che mira ad aiutare gli enti che realizzano obiettivi di interesse pubblico. Le domande potranno essere presentate dal 13 ottobre 2022.

Il progetto imprese dell’economia sociale: cosa si può finanziare?

Il progetto nasce con l’obiettivo di realizzare progetti di alto valore sociale, che abbiano una ricaduta positiva sul territorio, tra cui una ricaduta occupazionale. I soggetti interessati devono presentare un progetto rientrante tra questi obiettivi:

  • avere una ricaduta occupazionale positiva in favore di categorie di lavoratori svantaggiati;
  • inclusione sociale di soggetti vulnerabili;
  • raggiungimento di specifici obiettivi, tra cui è possibile citare rigenerazione urbana e turismo sostenibile, decarbonizzazione, riuso dei materiali riciclati;
  • salvaguardia e valorizzazione di beni di valore storico-culturale.

I progetti ammissibili devono prevedere spese di valore minimo 100.000 euro e massimo di 10 milioni di euro. L’incentivo consiste in un finanziamento a tasso corrente per una durata massima di 15 anni, l’obiettivo quindi è facilitare l’accesso al credito.

Le spese possono riguardare anche l’acquisto di terreni, suolo, fabbricati, macchinari e programmi informatici.

Soggetti beneficiari del programma “imprese dell’economia sociale”

La misura prevista dal MISE è rivolta a:

  • imprese sociali;
  • cooperative sociali e loro consorzi;
  • società cooperative con qualifica di Onlus;
  • imprese culturali e creative costituite sotto forma di società di persone o di capitali.

Per conoscere i dettagli sull’attività delle imprese sociali, leggi l’articolo: Impresa sociale: cos’ è quali sono i vantaggi della sua costituzione.

Come si può notare i beneficiari sono tutti enti non commerciali, questi affinché possano ricevere l’aiuto previsto nella misura “imprese dell’economia sociale” devono essere regolarmente costituiti, iscritti nel Registro delle Imprese, inserite in elenchi e albi previsti per le singole categorie tra cui il RUNTS.

Per poter accedere ai fondi di “imprese dell’economia sociale” devono trovarsi nel pieno della loro attività e quindi non essere in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali, devono avere sede legale e operativa in Italia, in regola con la normativa edilizia e urbanistica e avere il DURC regolare, essere in regime di contabilità ordinaria, non aver operato delocalizzazione nei due anni precedenti, inoltre c’è il vincolo di non operare delocalizzazioni per i successivi due anni dal riconoscimento del beneficio.

Si ricorda che le domande possono essere presentate attraverso la piattaforma che sarà a breve messa a disposizione dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) a partire dal 13 ottobre 2022. La domanda dovrà essere presentata in formato elettronico e firmata digitalmente dal legale rappresentante del soggetto proponente.

I progetti possono essere presentati anche in forma congiunta con un numero massimo di co-proponenti di 6 è però necessario che nel progetto sia presente la suddivisione di compiti e spese. Con atto pubblico o scrittura privata autenticata deve essere concessa la qualità di soggetto capofila.

Tax credit Società Benefit: confermato il credito di imposta nel DL Aiuti convertito

Il decreto Aiuti convertito in legge prevede la conferma della tax credit o credito di imposta in favore delle società che optano per la trasformazione in Società Benefit e per la costituzione di nuove società che sfruttino tale schema sociale. Ecco i costi ammissibili e le modalità operative.

Nella conversione del decreto Aiuti confermato il credito di imposta per Società Benefit

Le società benefit sono una realtà abbastanza recente che però sta avendo un discreto successo in Italia a fronte di agevolazioni di tipo fiscale. Il tratto saliente di questa tipologia è il doppio scopo, da un lato quello di lucro, dall’altro uno scopo altruistico consistente nell’impatto positivo sull’ambiente e sulla società civile attraverso azioni volte a trasparenza e sostenibilità.

Per conoscere i dettagli della società benefit, leggi l’articolo: Società Benefit: cosa sono, come funzionano e quali vantaggi portano.

L’agevolazione fiscale in oggetto non era presente nella stesura iniziale del decreto Aiuti. Essa ha trovato inserimento con un emendamento del deputato e presidente di Assobenefit Mauro Del Barba approvato poi in Commissione e in sede di conversione all’articolo 52-bis. Il credito di imposta previsto nel decreto aiuti è in realtà una conferma di benefici fiscali che erano stati già riconosciuti in passato per le spese sostenute per la trasformazione in Società Benefit o per la costituzione di una nuova società con tale schema sociale dal 19 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Con il decreto Aiuti sono invece agevolate le operazioni compiute entro il 31 dicembre 2022. Il meccanismo è molto simile a quello già proposto in passato. Sono quindi ammissibili al credito di imposta:

  • le spese notarili e per l’iscrizione nel Registro delle Imprese;
  • le spese inerenti l’assistenza professionale e le consulenze sostenute e destinate alla costituzione e trasformazione delle Società Benefit.

Il credito di imposta viene riconosciuto nel 50% delle spese ammissibili e nei limiti dei fondi disponibili.

Modalità operative per ottenere tax credit

Si precisa che attualmente è necessario attendere il decreto con le indicazioni operative per richiedere il credito di imposta per le Società Benefit. È molto probabile che le modalità operative siano molto simili a quelle già messe a disposizione nel precedente “turno”. Sarà quindi necessario presentare la domanda attraverso la piattaforma messa a disposizione dal Mise, nel precedente turno la piattaforma era gestita da Invitalia.

Una volta inoltrata l’istanza, molto probabilmente sarà aperta una finestra della stessa durata della precedente ( 19 maggio 2022- 15 giugno 2022). Ottenuto il riconoscimento del credito di imposta lo stesso potrà essere utilizzato attraverso il modello F24.

Per avere dei riferimenti sulle modalità operative leggi l’articolo: Credito di imposta Società Benefit: c’è tempo fino al 15 giugno per la domanda

Bonus 10mila euro per partecipare alle fiere: ci sarà un click day

È in arrivo il bonus per la partecipazione delle piccole e medie imprese a fiere internazionali svolte in Italia. I fondi per la misura ammontano a 34 milioni di euro e verranno assegnanti, presumibilmente, in un click day di presentazione delle domande. Il bonus si concretizza nell’assegnazione di un credito di imposta sulle spese ammissibili. Il voucher sarà valido fino al 30 novembre 2022 e potrà essere erogato entro il 31 dicembre prossimo. Ciascuna impresa potrà richiedere il bonus una sola volta.

Bonus 10mila euro alle Pmi per la partecipazione alle fiere in Italia

Il bonus ha un importo massimo di 10 mila euro ed è assegnato per partecipare  alle fiere internazionali organizzate in Italia. A prevedere il nuovo credito di imposta è l’articolo 25 bis del decreto legge numero 50 del 17 maggio 2022 (Dl “Aiuti”), atteso alla conversione in legge. Il provvedimento stanzia fondi per le imprese fino a 34 milioni di euro. Il bonus è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. Il credito di imposta andrà a favore in primis delle piccole e medie imprese (Pmi). La misura rientra negli incentivi volti a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi.

Credito di imposta fiere, in arrivo il sostegno alle Pmi italiane per l’export

Il bonus di 10 mila euro per ciascuna Pmi rappresenta un credito di imposta diverso rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese. Quest’ultimo, infatti, eroga risorse alle imprese per partecipare alle fiere e ai congressi internazionali, svolti anche in Italia. L’incentivo del provvedimento “Aiuti” sostiene unicamente la partecipazione alle fiere e alle mostre internazionali che si terranno nel territorio italiano. Il credito di imposta si concretizza, dunque, come un sostegno al settore delle fiere italiane dopo i mesi di chiusura e di penalizzazioni per l’emergenza Covid. L’incentivo permette tuttavia anche di favorire l’internazionalizzazione delle Pmi italiane che, da sole, generano il 50% circa dell’export, secondo quanto calcolato dall’Associazione delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese fino al 30 novembre 2022?

La novità del decreto “Aiuti” sul bonus per la partecipazione alle fiere internazionali, prevede un incentivo a ciascuna piccola e media impresa per un importo corrispondente a 10 mila euro. Il credito di imposta mira a sostenere proprio i costi sostenuti dalle imprese a tale obiettivo. E pertanto, tra i costi ammissibili, rientreranno quelli direttamente imputabili alla presenza in fiera. Il limite percentuale di sostegno alle imprese è fissato nel 50% delle spese sostenute. Il credito di imposta avrà validità fino al 30 novembre 2022 a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, pertanto, maggiori dettagli dell’incentivo con la conversione in legge del provvedimento, prevista entro il 16 luglio prossimo. prossimo.

Partecipazione alle fiere, alle imprese crediti di imposta in regime de minimis e presentazione domanda

Gli aiuti per la partecipazione delle imprese alle fiere internazionali svolte in Italia rientrano nel regime de minimis. Ciò significa che le imprese possono accedere agli incentivi nei limiti del plafond degli aiuti pari a 200 mila euro su base triennale. Per la presentazione della domanda ciascuna impresa dovrà possedere:

  • un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). È a questo indirizzo che il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) rilascia il bonus;
  • le coordinate di un conto corrente bancario intestato all’impresa;
  • ulteriori requisiti come la sede operativa in Italia; l’iscrizione nel Registro delle imprese; l’autorizzazione a partecipare a fiere internazionali del settore; l’aver sostenuto o sostenere spese per le fiere internazionali; non aver già ottenuto contributi per la stessa finalità.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi a fondo perduto elargiti da Simest, si possono presentare da ieri, 12 luglio 2022, le domande per gli incentivi e i finanziamenti agevolati rientranti nel Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per le esportazioni. I contributi a fondo perduto rientrano nelle missioni di investimento del Programma Next Generation EU, con attuazione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione dei bonus è affidata a Simest secondo i requisiti e nelle modalità delineate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio 2022. Si possono incentivare le spese digitali per una quota del 50% e oltre dei contributi richiedibili; più i costi sostenuti per la promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Incentivi mobilità sostenibile e diffusione autobus elettrici

Il Mise mette a disposizione il fondo per la mobilità sostenibile finalizzato alla filiera di autobus elettrici. Le domande potranno essere presentate dal 25 luglio 2022 . Ecco i dettagli.

Chi può ottenere gli incentivi per la mobilità sostenibile e la diffusione di autobus elettrici?

L’incentivo è rivolto a imprese dei settori Metallurgia, Elettronica, Meccanica, Autoveicoli e altri mezzi di trasporto con codici Ateco:

  • 24.25;
  • 26.27;
  • 28.33;
  •  29.30.

È rivolto a piccole, medie e grandi imprese che effettuano investimenti al fine di promuovere la mobilità sostenibile attraverso la produzione di veicoli elettrici e connessi. Sono esclusi dall’agevolazione i veicoli ibridi.

Questo particolare incentivo prevede la possibilità di ottenere contributi a fondo perduto, agevolazioni nell’accesso al credito e una combinazione tra queste due tipologie di aiuto. Si è detto che la piattaforma per poter accedere agli incentivi per la mobilità sostenibile e per la diffusione di autobus elettrici sarà aperta dal 25 luglio, la stessa prevede la chiusura a esaurimento dei fondi, proprio per questo motivo è importante presentare l’istanza il prima possibile.

Quali opere possono godere degli incentivi?

Il fondo è diretto a finanziare attraverso contributi a fondo perduto :

  • ottimizzazione produzione di sistemi di trazione elettrica;
  • produzione di nuove architetture di autobus finalizzate al passaggio verso sistemi di alimentazione elettrici, alleggerimento dei veicoli, digitalizzazione dei veicoli e dei loro componenti;
  • produzione di componentistica per autoveicoli per il trasporto pubblico e nuove tecnologie IoT;
  • standardizzazione e industrializzazione di sistemi di ricarica e di rifornimento, sviluppo di tecnologie finalizzate alla produzione di sistemi di smart charging per autobus elettrici;
  • produzione di sensori e sistemi digitali per la guida assistita, per la gestione delle flotte, per la sicurezza, monitoraggio continuo e manutenzione predittiva.

Quali interventi possono ottenere le agevolazioni per mobilità sostenibili e autobus elettrici?

Il finanziamento può riguardare:

  • la creazione di una nuova unità produttiva;
  • ampliamento della capacità di un’unità produttiva precedentemente esistente;
  • riconversione di un’unità produttiva al fine di ottenere prodotti precedentemente non fabbricati;
  • la ristrutturazione di un’unità produttiva intesa come cambiamento fondamentale del processo produttivo esistente.

Limiti agli incentivi

L’investimento ammissibile ha un ammontare massimo di 20 milioni di euro e minimo di un milione di euro e prevede l’agevolazione per:

  • acquisto suolo e sue sistemazioni nel limite del 10% del totale della spesa;
  • opere murarie e assimilate nel limite del 50% della spesa;
  • infrastrutture specifiche aziendali;
  • acquisto macchinari, impianti, attrezzature nuovi di fabbrica;
  • programmi informatici, brevetti, licenze, Know how. In questo caso per le imprese di grandi dimensioni l’investimento in questa categoria non può superare il 50% delle spese ammissibili.

I piani di investimento devono essere realizzati successivamente alla presentazione della domanda per ottenere le agevolazioni previste per la mobilità sostenibile e la filiera autobus elettrici e devono essere conclusi entro 36 mesi dalla data del provvedimento di concessione dell’aiuto e comunque entro i termini previsti dal PNRR e con tempistiche tali da garantire l’attivazione della produzione di autobus entro il 30 giugno 2026.

L’articolo 5 del decreto ministeriale sottolinea anche che le imprese beneficiarie nel caso in cui la realizzazione del piano di investimento comporti un incremento occupazionale, si impegnino all’assunzione di percettori di interventi di sostegno al reddito o che comunque risultino disoccupati, naturalmente avendo come riferimento sempre la tipologia di fabbisogno dell’impresa.

Se sei un’impresa interessata agli incentivi per la mobilità sostenibile e la diffusione di autobus elettrici, puoi scaricare il decreto completo, seguendo il link: Decreto ministeriale incentivi mobilità sostenibile e diffusione autobus elettrici

Leggi anche: Reddito di cittadinanza: gli sgravi contributivi per le assunzioni: novità

Per una scheda sintetica vai al sito incentivi.gov

 

Intelligenza artificiale, blockchain e Internet of things: perché servono alle imprese?

Si sente sempre più spesso parlare di blockchain, intelligenza artificiale e internet of things e non si tratta solo di termini strani, ma di tecnologie che possono fare la differenza e soprattutto tecnologie alle quali sono connessi benefici fiscali e aiuti alle imprese che decidono di investirvi e allora diventa essenziale provare a capire di cosa si sta parlando.

Intelligenza artificiale benefici e limiti per le imprese

Sicuramente tra i 3 termini visti il più conosciuto e utilizzato è “Intelligenza Artificiale”, la cui sigla internazionale è  AI.

La definizione ufficiale è: capacità di una macchina di mostrare capacità umane, quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’Intelligenza Artificiale non è una novità, trova applicazione da decenni, ma negli ultimi anni il consumo è diffuso e praticamente quotidiano da parte di imprese e persone. L’intelligenza artificiale è divenuta particolarmente “sensibile” nel senso che è in grado di analizzare in millesimi di secondi quantità enormi di dati e fornire soluzioni efficienti.

Si è arrivati al punto che qualche settimana fa un ingegnere di Google ha dichiarato che l’intelligenza artificiale di una macchina (LaMDA) avrebbe sviluppato la coscienza di un bambino di 8 anni. Questo gli è costato abbastanza caro, considerato che molti di un’intelligenza artificiale senziente hanno paura, infatti Google ha concesso all’ingegnere Blake Lemoine il congedo retribuito, insomma è stato allontanato. Blake Lenoine ha definito la macchina un ragazzo dolce che vuole solo aiutare il mondo a essere un posto migliore.

Campo di applicazione dell’Intelligenza Artificiale

Fatta questa breve digressione, l’intelligenza artificiale è ormai alla base di molti processi produttivi. Si usa in tutti gli uffici pubblici e privati ed è in grado di velocizzare molte operazioni, renderle più economiche e soprattutto gli errori sono praticamente inesistenti e questo agevola molto le operazioni più complesse.

L’intelligenza artificiale si divide in due settori, il primo è quello della robotica, che un po’ affascina tutti, ed è applicata in veicoli autonomi, droni, in questo caso si parla anche di intelligenza incorporata. Il secondo settore comprende i software, come gli assistenti virtuali, i software di riconoscimento facciale, con impronte o vocali, si tratta solo di alcuni esempi naturalmente, ma si capisce subito che tutti noi ogni giorno facciamo un massiccio uso di AI.

Cos’è la tecnologia Blockchain e come trova applicazione?

La nozione forse più difficile da comprendere è quella di blockchain a cui però sono legati maggiori investimenti pubblici e quindi maggiori possibilità per le imprese di ottenere agevolazioni a fronte di investimenti nel settore. Per blockchain si intende una catena di blocchi che va a formare un registro digitale condiviso e immutabile. In questa catena ci sono diversi utenti e in questa rete ci sono dei nodi di rete dai quali è possibile immettere dati che però devono essere validati.

Generalmente la tecnologia blockchain viene utilizzata per le transazioni in criptovalute le cui transazioni sono validate da una rete decentralizzata e non da autorità centrali. Il sistema dei nodi di rete dovrebbe garantire la sicurezza delle transazioni, il blockchain assicura la tracciabilità di tutte le operazioni, il contenuto sempre visibile del registro assicura invece trasparenza. Una volta formato il registro, i dati sono immutabili e solo con il consenso della rete dei nodi possono esservi modifiche. Le imprese che più di tutte possono avvalersi della tecnologia Blockchain sono quelle che operano nel campo delle assicurazioni e della finanza. Sempre più spesso  le aziende impegnate nella registrazione dei dati la usano, ad esempio Coca Cola utilizza le tecnologie blockchain per una migliore gestione della distribuzione del prodotto tra i vari fornitori.

Contrasto alla contraffazione: scopri come accedere gratuitamente alle risorse del blockchain

Internet of Thing: l’internet delle cose a uso quotidiano

L’ultimo concetto è Internet of Things (IoT) internet delle cose. Può sembrare una locuzione strana, in realtà è la tecnologia che ad oggi tutti noi utilizziamo di più. L’internet of Things si basa sul concetto di dispositivi connessi tra loro, che comunicano in modo che possano scambiare informazioni ed elaborare dati. Una delle applicazioni più comuni riguarda la casa domotica, il cloud, la condivisione di piattaforme di lavoro tra vari dispositivi.

Perché lo sviluppo di queste tecnologie è importante per le imprese?

L’insieme di queste tecnologie portano ad agevolazioni come credito di imposta, oppure accesso a finanziamenti nel momento in cui il loro sviluppo porta a un miglioramento dei processi produttivi. I finanziamenti arrivano soprattutto dal Ministero dello Sviluppo Economico ( MISE)

Per conoscere le opportunità che possono arrivare dagli investimenti in Blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things, leggi i relativi articoli.

Intelligenza Artificiale e Blockchain: incentivi dal Mise. Guida

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

Come saranno le aziende del futuro? Analisi e aiuti sull’impresa 4.0

Intelligenza artificiale e blockchain: incentivi dal Mise. Guida

La dotazione iniziale è di 45 milioni di euro: prende il via il fondo del Mise ( Ministero dello Sviluppo Economico) per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale (AI), blockchain e Internet of Things (IoT).

Decreto Mise: dal 14 settembre è possibile presentare domande per accedere ai fondi Blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things

Dal 14 settembre 2022 sarà possibile accedere alla piattaforma per la pre-compilazione della domanda, mentre la richiesta delle agevolazioni prenderà il via il 21 settembre 2022. Possono ottenere il beneficio:

  • le imprese che esercitano attività contemplate nell’articolo 2195 del codice civile;
  • imprese agro-industriali che svolgono prevalentemente attività industriale;
  • imprese che esercitano attività ausiliarie;
  •  i centri di ricerca.

Tali soggetti sono ammessi al beneficio sia che svolgano attività in forma singola, sia in forma associata. L’obiettivo è realizzare progetti di ricerca che cadano all’interno del programma transizione 4.0.

Leggi anche Piano di transizione 4.0 per ricerca e sviluppo: come accedere ai fondi

Come sono divisi i fondi destinati a blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things

Il ministro Giorgetti ha dichiarato che l’obiettivo è favorire la modernizzazione dei sistemi produttivi italiani andando a dare supporto anche alle imprese che da sole non riescono a sostenere i costi legati alle nuove tecnologie informatizzate. Ricordiamo che in Italia il panorama imprenditoriale è formato soprattutto da PMI e sono proprio queste per le loro ridotte dimensioni ad avere maggiori problemi e che allo stesso tempo se non si modernizzano rischiano di scomparire dal mercato ormai caratterizzato da un’elevata globalizzazione.

I 45 milioni di euro del fondo stanziato per il 2022 sono così ripartiti:

  • 25 milioni per lo sviluppo di tecnologie a Intelligenza Artificiale AI;
  • 10 milioni di euro per progetti destinati allo sviluppo di blockchain;
  • 10 milioni di euro per progetti di Internet of Things IoT.

Il 34% delle risorse sarà inoltre destinato al Mezzogiorno.

Le spese agevolabili sono quelle sostenute per l’acquisto di strumentazione, spese per il personale, spese di ricerca, acquisizione di brevetti e licenze e spese supplementari. Le spese per il personale non potranno superare il 60% del totale.

In base a quanto già ora è noto saranno agevolate spese ammissibili per un importo compreso tra 500 mila e 2 milioni di euro. I settori interessati saranno:

  • industria e manifatturiero;
  • sistema educativo;
  • agroalimentare;
  • salute;
  • ambiente ed infrastrutture;
  • cultura e turismo;
  • logistica e mobilità;
  • sicurezza e tecnologie dell’informazione;
  • aerospazio.

Quali imprese possono accedere ai fondi del Mise?

Nel frattempo un decreto del 24 giugno 2022 ha provveduto a indicare i requisiti che devono avere le imprese e i centri di ricerca che vogliono ottenere gli incentivi per blockchain, internet of things e intelligenza artificiale.

Possono ottenere gli incentivi le imprese:

  • regolarmente costituite sotto forma di società e iscritte nel Registro delle Imprese;
  • che si trovino in contabilità ordinaria con almeno due bilanci approvati;
  • imprese che siano nel pieno esercizio dell’attività quindi non sottoposte a procedure concorsuali, liquidazione volontaria essere imprese in difficoltà in riferimento al Regolamento GBER;
  • che non siano tra le imprese tenute alla restituzione di aiuti risultati illegali o incompatibili;
  • in regola con le somme da restituire in seguito a provvedimenti di revoca delel agevolazioni concesse dal Ministero.

I progetti di ricerca dovranno essere avviati successivamente alla presentazione della domanda per l’accesso ai fondi e comunque non oltre tre mesi dalla data del decreto di concessione.

La domanda dovrà essere presentata esclusivamente per via telematica utilizzando la procedura che sarà disponibile al sito www.infratelitalia.it

Le domande sono accolte nei limiti della disponibilità finanziaria e di conseguenza diventa importante affrettarsi alal presentazione ed è consigliato provvedere alla predisposzione già dal 14 settembre in modo da inoltrare il 21 senza ulteriori perdite di tempo.

Per conoscere tutte le condizioni per l’accesso al fondo del Mise per blockchain, intelligenza artificiale e Internet of Things scarica il decreto.

Block_chain_-_DD_def_-_24giugno2022REV_2

Mise: rifinanziato il fondo per imprese che fanno ricerca e sviluppo

Con un comunicato del 28 giugno 2022 il Ministero dello Sviluppo Economico ( MISE) ha reso noto che sono previsti ulteriori 591 milioni di euro per le imprese impegnate in ricerca e sviluppo.

Rifinanziato dal Mise il fondo per ricerca e sviluppo

Il Mise ha annunciato con un comunicato stampa del 28 giugno 2022 l’imminente pubblicazione di un decreto del ministro Giancarlo Giorgetti in cui si dispone un ulteriore finanziamento di 591 milioni di euro, che si sommano a 500 milioni già previsti dal PNRR. Tali fondi sono destinati alle imprese che fanno ricerca e sviluppo. Grazie a questa ulteriore dotazione sarà infatti possibile agevolare un maggior numero di progetti volti allo sviluppo industriale.

Boom di domande per accesso ai fondi per ricerca e sviluppo

L’esigenza di questo ulteriore finanziamento deriva dal fatto che con il precedente bando che metteva a disposizione di fondi del PNRR il giorno 11 maggio le imprese hanno presentato un numero di domande sufficiente a coprire i fondi disponibili. La piattaforma era stata aperta proprio l’11 maggio e di conseguenza i fondi erano esauriti in poche ore.

Numerose aziende non avevano avuto accesso per i loro progetti a finanziamento alcuno sebbene i loro progetti risultassero idonei ad ottenere fondi. Da qui è arrivata la necessità di reperire nuovi fondi per il rifinanziamento degli incentivi per ricerca e sviluppo industriale attraverso una ricognizione dei fondi disponibili. È bastato poco più di un mese per reperire nuove risorse che saranno disponibili con le modalità indicate nel decreto a breve pubblicato. Non sarà possibile però presentare nuove domande, ma ci sarà lo scorrimento di quelle già presentate e in particolare dei progetti ammessi alla fase della valutazione. In questo modo si intende anche favorire un corretto rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione grazie a servizi celeri ed efficienti.

Inoltre il Ministro ha annunciato che già in autunno ci sarà una nuova tranche di 500 milioni di euro sempre destinati agli incentivi per ricerca e sviluppo economico.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2022: confermati i Bonus Ricerca e Sviluppo