730 precompilato, ecco come procedere con le modifiche delle spese in detrazione o in deduzione

A partire dalla giornata di ieri, 31 maggio, i contribuenti possono modificare e inviare il modello 730 precompilato ai fini della dichiarazione dei redditi 2022 già presente nella propria area personale del sito dell’Agenzia delle entrate. Nei giorni precedenti, infatti, si poteva semplicemente visualizzare il modello precompilato, senza apportare cambiamenti o inviarlo. Nella fase di semplice visualizzazione, sono state 2,6 milioni i contribuenti che hanno fatto accesso alla precompilata. Prima di inviare il modello all’Agenzia delle entrate, è necessario procedere con il controllo delle spese detraibili e deducibili. Il modello può essere inviato personalmente, oppure servirsi dei Centri di assistenza fiscale (Caf) o di professionisti abilitati (ad esempio, commercialisti e consulenti del lavoro).

Modello 730 precompilato, come modificare le spese in detrazione o deduzione?

In particolare, il controllo delle spese detraibili o deducibili 730 precompilato può portare all’integrazione dei dati già presenti nel modello. Lo si può fare dal quadro E del modello 730 per le spese sostenute nell’anno di imposta 2021, da rimborsare nel 2022. A tal proposito è necessario prestare attenzione:

  • se la spesa oggetto di rimborso è stata effettuata nel 2021 e nello stesso anno è stata dedotta o detratta, non va effettuata la detrazione o non va dedotta la spesa stessa. In questo caso è importante controllare che nel modello 730 precompilato non sia presente la spesa. In questa eventualità, occorre rettificare l’informazione con l’eliminazione della spesa stessa. Pertanto, se il rimborso di una spesa detraibile o deducibile avviene nel medesimo anno in cui sia stata sostenuta, il bonus fiscale si perde.
  • caso differente per il rimborso del 2021 di una spesa dedotta oppure detratta negli anni prima. In questa situazione il rimborso va iscritto nel rigo D 7 della colonna 4, inserendo il codice 3 per le spese dedotte e il codice 4 per le spese detratte. Dunque, nella colonna 3 è necessario indicare l’anno nel quale si sia già goduto del bonus. Il rimborso deve essere indicato fino alla concorrenza dell’importo che ha già avuto la detrazione o la deduzione.

Cosa avviene per le spese sanitarie nel modello 730 precompilate? Ecco i casi

Nel caso in cui si tratti di rimborso delle spese sanitarie sostenute nell’anno 2020 ma rateizzate in 4 anni, è necessario utilizzare il rigo D 7. L’importo da assegnare, dunque, è quello di un quarto, perché la rateizzazione è per 4 anni. In questa situazione, il contribuente dovrà prendere a riferimento la quota di spesa dell’anno 2021. La detrazione di questa quota va inserita nel rigo E 6 solo per la parte di importo eccedente il quarto a rimborso. Negli altri anni dei quattro previsti per la rateizzazione, l’operazione da fare è uguale.

Spese sostenute nel 2021 da rimborsare nel 2022: il contribuente deve verificare caso per caso

Nel caso di spese sostenute nel 2021 che dovranno essere rimborsate nell’anno in corso, è necessario verificare caso per caso se inserire la spesa nel quadro E. Infatti, se nel modello 730 precompilato del 2022 si procede con la detrazione o con la deduzione della spesa, nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno si dovrà procedere con la tassazione del rimborso stesso. La tassazione separata sconta la percentuale media dei due anni anteriori, con aliquota minima del 23%. La detrazione in genere è del 19%. Fanno eccezioni le erogazioni liberali che hanno aliquote dal 26% fino al 35%. Le spese contenute nel quadro E, nella Sezione II, relativa agli oneri deducibili, e quelle del recupero edilizio e assimilate (Sezione III), assicurano risparmi maggiori. Pertanto, il contribuente dovrebbe fare un confronto tra:

  • il risparmio subito, di quest’anno;
  • la tassazione da applicare al rimborso.

Da questo confronto, il contribuente può decidere se prendere il bonus subito sui redditi del 2021 oppure il rimborso senza tasse nel 2022.

Contribuenti che hanno redditi tra 120 mila e 240 mila euro: detrazioni ridotte in proporzione al reddito

I contribuenti che hanno livelli di redditi da un minimo di 120 mila euro e un massimo di 240 mila euro, hanno la possibilità di detrarre le spese (a eccezione di quelle sanitarie) con riduzione proporzionale all’aumentare del reddito stesso. A partire dai 240 mila euro vi è l’azzeramento delle detrazioni. Per le tasse del rimborso del 2021 relative alle spese detratte nell’anno 2020 solo parzialmente, si ritiene, in attesa di chiarimenti, di iscrivere nel rigo D 7 solo la parte del rimborso in proporzione a quella della spesa detratta.

Spese detraibili in base al reddito: quali sono e come procedere col bonus fiscale

Quali sono le spese detraibili nella dichiarazione dei redditi con variazione in base al reddito? Si tratta di tutta una serie di spese sostenute nel periodo di imposta la cui detrazione è ammissibile entro specifici limiti di reddito complessivo. Al di sopra della soglia di reddito, si perde la detraibilità.

Quali sono i limiti di reddito per la detraibilità delle spese?

Se non è indicato diversamente, il limite di reddito complessivo è pari a 240 mila euro. Al superamento di questo tetto, la spesa non si può detrarre. Se il reddito complessivo è di importo tra i 120 mila e i 240 mila euro, la detrazione decresce all’aumentare del reddito stesso.

Spese universitarie e spese differenti da quelle universitaria: come funziona la detrazione delle spese?

Per quanto concerne le spese universitarie, la detrazione fiscale è nella misura del 19%. Sulle spese sostenute per le università non statali oppure estere, il limite della detrazione è stabilito ogni anno dal decreto ministeriale. Per le spese di istruzioni differenti da quelle universitarie, la detrazione fiscale è fissata al 19%. Si tratta di spese sostenute per le scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e per la scuola secondaria di secondo grado. Per la detrazione è necessario fare riferimento all’articolo 1 della legge numero 62 del 2000. L’importo massimo della detrazione è fissato in 800 euro per ciascuno studente. Si possono detrarre le spese dei familiari a carico e del contribuente.

Spese per l’assistenza personale e spese funebri: ecco la detrazione fiscale

Le spese per l’assistenza personale sono detraibili all’aliquota del 219%, nel massimale di 2.100 euro. La detrazione spetta solo se accompagnata dalla certificazione medita della condizione di non autosufficienza. Il limite del reddito per la detrazione fiscale è fissato a 40 mila euro, compresi i redditi derivanti dalla cedolare secca. Per le spese funebri, invece, il massimale è di 1.550 euro (con detrazione fiscale del 19%). In particolare, la detrazione può essere goduta anche se la persona deceduta non era legata da rapporti di parentela.

Le attività sportive dei figli sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Anche le attività sportive dei figli sono detraibili nella dichiarazione dei redditi per il 19%. Il beneficio fiscale spetta, infatti, per i figli di età non inferiore ai 5 anni e non superiore ai 18 anni. In particolare, sono detraibili le spese sostenute per le associazioni sportive, le piscine, le palestre e tutti gli impianti e le strutture per svolgere sport a livello dilettantistico. Sono detraibili anche le erogazioni a favore delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche al 19% e fino a 1.500 euro.

Canoni di locazione per gli studenti fuori sede e intermediazione immobiliare: come funziona la detrazione fiscale?

I canoni di locazione per i figli studenti fuori sede sono detraibili al 19%, purché la locazione avvenga in un comune di almeno 100 chilometri distante da quello di residenza. Oppure, in un’altra provincia o in uno Stato differente d’Europa. Il massimale spettante per la detrazione è pari a 2.633 euro. Per l’intermediazione immobiliare, la detrazione è del 19% su abitazioni adibite come prima casa. Il massimale della detrazione è pari a mille euro.

Detrazione sulle spese di beni soggetti a regime vincolistico ed erogazioni liberali varie

La detrazione sui beni soggetti a regime vincolistico del 19% opera a favore dei soggetti obbligati dal decreto legislativo numero 42 del 2004 e dal decreto del Presidente della Repubblica 1409/63. Nel caso in cui suddette spese non siano obbligatorie per via della normativa, devono essere autocertificate al ministero della Cultura (Mibac).

Erogazioni liberali varie: come vanno detratte le relative spese?

Sulle erogazioni liberali a favore di attività artistiche e culturali si può beneficiare della detrazione del 19% solo per le spese che non rientrano nell’art bonus. Sono comprese le erogazioni liberali in natura sulla base di convenzioni. Tutte le spese devono essere autocertificate al ministero della Cultura (Mibac). Per le erogazioni liberali a vantaggio di enti che operano nello spettacolo (detrazione fiscale del 19%), il limite che non deve essere superato è quello del 2% del reddito complessivo.

Erogazioni liberali per le scuole, titoli di Stato e Onlus: le detrazioni

Per le erogazioni liberali a vantaggio di istituti scolastici, senza distinzioni di ordini e gradi, per finalità di innovazione tecnologica, edilizia scolastica ed universitarie, incremento dell’offerta formativa, la detrazione è del 19%. Si prevede il pagamento unicamente con versamento bancario oppure postale o tracciabile con carta di debito, carta di credito, carta prepagata e assegni circolari o bancari. Infine, per le erogazioni liberali al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, il 19% deve risultare da una donazione o da una disposizione testamentaria. Sulle erogazioni liberali a vantaggio delle Onlus, la detrazione è del 26% su un massimale di 30 mila euro all’anno. Le Onlus devono essere impegnate in iniziative umanitarie e gestite da associazioni, da fondazioni, da comitati e dagli enti individuati dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri nei Paesi che non siano nell’area Ocse.

Spese sostenute per i soggetti sordi e veterinarie: quali detrazioni fiscali?

In entrambi i casi la detrazione fiscale è del 19%. In particolare, la detrazione si applica alle spese sostenute nell’anno di imposta per i servizi di interpretariato dei soggetti riconosciuti quali sordi. La legge 381 del 1970 disciplina la detrazione fiscale a favore dei portatori di minoranze. Le spese veterinarie hanno un massimale di 500 euro, mentre sulla parte eccedente il massimale è di 129,11 euro. La facoltà di avvalersi o meno del pagamento tracciabile vige solo per i medicinali veterinari. Diversamente, le spese di mantenimento dei cani guida danno diritto a una detrazione fiscale a forfait. Ovvero di 1.000 euro, indipendentemente dai documenti di spesa. Tale importo dal 2020 dipende dal reddito.

Premi assicurativi: quali spese si possono detrarre?

Tutti i premi assicurativi sono detraibili nella misura del 19%. Sui premi delle assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, il massimale annuo è pari a 530 euro; per i premi assicurativi a tutela delle persone con disabilità grave, è necessario osservare che se il contratto è stato stipulato oppure rinnovato a decorrere dal 2001 solo per il rischio di invalidità permanente (più del 5%) o di morte il limite di detrazione fiscale è fissato in 750 euro. Per i premi assicurativi inerenti il rischio di non autosufficienza, il contratto deve escludere la possibilità di recesso della compagnia assicuratrice. Il limite è fissato in 1.291,14 euro.

Premi assicurativi per eventi calamitosi anche rientranti nel superbonus: quali detrazioni fiscali sono previste?

Sui premi assicurativi per eventi di calamità naturale, la detrazione fiscale del 19% è valida per gli immobili abitativi su polizze a decorrere dal 2018. Inoltre, per i premi sul rischio di eventi calamitosi rientranti nel superbonus, è previsto il 90% di detrazione fiscale. Se la polizza è stipulata contestualmente alla cessione del credito di imposta e l’intervento rientra nel super sisma bonus, la detrazione fiscale è del 110%.

Detraibilità spese abbonamenti trasporti, figli con Dsa e iscrizioni per studiare musica

Sugli abbonamenti ai servizi dei trasporti pubblici locali, regionali o interregionali, la detrazione è del 19% fino al massimo di 250 euro. Sulle spese per familiari con Dsa (sia minorenni che maggiorenni), il 19% si può detrarre fino al completamento della scuola secondaria di II grado per gli strumenti compensativi e i sussidi tecnici e informatici. L’iscrizione dei figli agli studi e alla pratica della musica dà diritto alla detrazione fiscale del 19%. L’età deve essere compresa tra i 5 e i 18 anni. L’iscrizione deve avvenire in conservatori, scuole Afam, bande, cori e istituti di musica riconosciuti. Il massimale è di mille euro fino a un reddito annuo di 36 mila euro. Oltre questa soglia si perde la detrazione.

Spese di canoni di leasing di abitazioni principali e contributi associativi alle società di mutuo soccorso e riscatto laurea: ecco la detrazione fiscale spettante

Sulle spese sostenute per i canoni di leasing di abitazioni da adibire a principale, la detrazione fiscale del 19% si applica ai contratti stipulati tra il 2016 e il 2020. Il reddito non deve eccedere i 55 mila euro. Sui contributi associativi alle società di mutuo soccorso si applica la detrazione del 19% per un massimale di 1.300 euro. Si possono detrarre al 19% anche le spese sostenute per riscattare la laurea di familiari a carico. Nel caso in cui tali spese siano state sostenute per sé, si può procedere alla deducibilità dal reddito.

Erogazioni liberali in natura o in denaro per Covid dell’anno 2020, detrazione del 30%

Infine, le erogazioni liberali in natura oppure in denaro effettuate per contrastare la Covid nel 2020 danno diritto alla detrazione fiscale del 30%. Si tratta di erogazioni fatte a favore:

  • dello Stato;
  • delle regioni;
  • degli enti locali, degli enti (anche religiosi, civilmente riconosciuti) o delle istituzioni pubbliche;
  • delle fondazioni, e delle associazioni no profit.

Modello 730 precompilato, quali sono le date per il rimborso o le trattenute?

Quali sono le date per ottenere il rimborso o versare le trattenute del modello 730 precompilato di dichiarazione dei redditi del 2022? A partire dal 23 maggio scorso, i contribuenti possono visualizzare nella propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, il modello 730 precompilato. Se non vi sono rettifiche e correzioni da apportare, il modello può essere accettato così com’è e inviato all’Agenzia delle entrate per la dichiarazione dei redditi. Vi sono date e scadenze da rispettare sia per quanto riguarda la presentazione del modello, sia per la liquidazione del 730 de 2022. Si tratta, essenzialmente delle tappe a partire dalle quali i contribuenti potranno ricevere il rimborso nel caso di dichiarazione dei redditi positiva, o iniziare a versare le trattenute per la dichiarazione a debito.

Quali sono le scadenze per la presentazione del 730 precompilato all’Agenzia delle entrate?

Le scadenze per presentare il 730 precompilato all’Agenzia delle entrate sono i seguenti:

  • entro il 15 giugno 2022 il modello 730 precompilato dovrà essere presentato, in via telematica, all’Agenzia delle entrate. In particolare, entro questa data dovranno essere comunicati i risultati finali delle dichiarazioni presentate entro il 31 maggio. La presentazione potrà avvenire tramite un Centro abilitato fiscale (Caf) oppure tramite altri intermediari come consulenti del lavoro e commercialisti;
  • al 29 giugno, invece, dovranno essere presentati i modelli 730 precompilati presentati dal 1° al 20 giugno;
  • il 23 luglio è la scadenza dei modelli presentati tra il 21 giugno e il 15 luglio;
  • al 15 settembre è la data di scadenza dei modelli 730 presentati tra il 16 luglio e il 31 agosto;
  • il 30 settembre è la scadenza dei modelli presentati tra il 1° e il 30 settembre.

Liquidazione del modello 730 del 2022 per il mese di luglio e agosto per lavoratori e pensionati

Nel prossimo luglio, il lavoratore alle dipendenze riceve lo stipendio con il rimborso o con le trattenute nel caso in cui debba delle somme al Fisco. Nel caso in cui rateizzi il versamento del saldo e degli acconti, a luglio viene versata la prima rata. Le altre rate verranno versate nei mesi a seguire. Per la rateizzazione le somme sono aumentate del tasso di interesse pari allo 0,33%. Per i pensionati tale meccanismo parte dal mese di agosto o di settembre ed è visualizzabile sul cedolino del trattamento previdenziale.

Cosa fa il sostituto di imposta per la liquidazione del modello 730 precompilato?

Il sostituto di imposta, per il mese di luglio, versa il rimborso oppure trattiene l’importo dovuto per le imposte. Pertanto, a luglio trattiene la prima rata consistente nel saldo e nell’eventuale acconto. Nei mesi successivi trattiene le altre rate maggiorate del tasso di interesse pari allo 0,33%.

Cosa avviene se la retribuzione risulta insufficiente al pagamento delle imposte?

Nel caso in cui la retribuzione non sia sufficiente per il versamento delle imposte (anche per le eventuali rate con gli interessi), la quota residua verrà versata con le retribuzioni dei mesi susseguenti. Il tasso di interesse, in questo caso, è pari allo 0,4%. È, dunque, il sostituto di imposta a trattenere la parte residua delle imposte non coperte dalla retribuzione mensile e versata tramite le retribuzioni dei mesi susseguenti.

Dichiarazione dei redditi 2022, le scadenze di ottobre

A ottobre sono previste altre scadenze relative alla dichiarazione dei redditi 2022. Infatti, entro il 10 ottobre prossimo, il contribuente può comunicare al sostituto di imposta di non voler versare il 2° acconto dell’Irpef (oppure l’unico acconto). Può anche comunicare di volerlo fare in una quota inferiore rispetto a quanto indicato nel modello 730-3. Entro il 25 ottobre, poi, il contribuente può presentare il modello 730 integrativo. La presentazione può avvenire tramite il Caf oppure attraverso altri intermediari abilitati come consulenti del lavoro o commercialisti.

Quali sono le scadenze di novembre 2022 per la dichiarazione dei redditi?

Il contribuente, entro la scadenza del 10 novembre prossimo, riceve dal Caf o dal commercialista la copia del modello 730 integrativo. Oltre alla copia, al contribuente va anche il prospetto di liquidazione. Nel cedolino di busta paga del mese di novembre, al contribuente vengono trattenute gli importi dovuti a titolo di acconto Irpef. Nel caso in cui la retribuzione è insufficiente a pagare le imposte dovute, la quota residua verrà versata con la retribuzione del mese di dicembre. In tal caso, sul pagamento sono applicati gli interessi dello 0,4%.

Modello 730 precompilato in arrivo dal 23 maggio 2022: entro quando inviarlo?

Sarà disponibile dal 23 maggio 2022 il modello 730 precompilato per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Si tratterà di un arrivo tardivo rispetto alla data a regime di messa a disposizione del precompilato ai contribuenti che è fissata al 30 aprile di ogni anno. Il ritardo inciderà anche sulle comunicazioni relative alle cessioni dei crediti dei bonus e superbonus edilizi. L’invio del modello precompilato è previsto al massimo entro il 30 settembre 2022.

730 precompilato, da lunedì 23 maggio modello disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate

Da lunedì prossimo, 23 maggio, dunque, l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei contribuenti il modello 730 precompilato. Per poterne prendere visione, basterà entrare con le credenziali Spid, Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) nell’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate. Il 730 precompilato contiene tutti i dati relativi alle spese deducibili e detraibili sostenute dai contribuenti nel periodo di riferimento, ovvero nel 2021. Nel caso in cui i dati riportati siano corretti, e non occorreranno modifiche, basterà inviare il modello precompilato all’Agenzia delle entrate. L’accettazione senza modifiche del modello consente di evitare i controlli del Fisco.

Novità in termini di invio del modello 730 precompilato per il 2022

Rispetto agli altri anni, le scadenze di invio del modello 730 precompilato hanno subito delle variazioni. Infatti, sono state previste delle scadenze di invio in base alla data di presentazione che consentiranno ai contribuenti di ottenere il rimborso, per dichiarazioni dei redditi a crediti, o il pagamento del debito in un arco temporale limite di due mesi.

Quali sono le scadenze per inviare il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi?

Pertanto, rispetto alla data di consegna documentale del modello 730 precompilato al professionista, le scadenze per l’invio della dichiarazione sono le seguenti:

  • al 15 giugno 2022 per le dichiarazione presentate dal contribuente entro la fine di maggio;
  • entro il 29 giugno, per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 1° giugno al 20 giugno;
  • al 23 luglio, per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 21 giugno al 15 luglio prossimi;
  • entro il 15 settembre, per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 16 luglio al 31 agosto;
  • infine, non oltre il 30 settembre 2022 per le dichiarazioni presentate durante il mese di settembre.

Dichiarazione dei redditi 2022, quando avranno i rimborsi i dipendenti e i pensionati?

Le novità nell’invio dei termini di scadenza della dichiarazione dei redditi 2022 comporteranno anche variazioni nelle modalità di rimborso per i contribuenti a crediti o di trattenute per quelli a debito. Infatti i termini da fissi, con il versamento del credito nella busta paga del mese di luglio per i dipendenti e delle mensilità di agosto o settembre per i percettori di pensione, diventano adesso mobili. Pertanto, i dipendenti otterranno l’erogazione del credito o inizieranno a pagare le trattenute nella prima busta paga utile successiva all’invio delle dichiarazione dei redditi. Per le pensioni, invece, si partirà dal secondo mese susseguente a quello della ricezione delle informazioni contenute nel prospetto di liquidazione.

Detrazione coniuge a carico 2022: come ottenerla, limiti e importo

Sappiamo che con l’entrata in vigore dell’Assegno Unico sono venute meno numerose misure di welfare tra cui gli assegni per il nucleo familiare, inglobando anche  l’assegno per il coniuge. Ciò che invece non è venuto meno sono le detrazioni per i familiari a carico e tra queste la detrazione per il coniuge a carico. Ecco come funziona, i limiti e quanto si può ottenere.

Detrazione coniuge a carico

Le detrazioni sono un modo per riuscire a diminuire le imposte da pagare in modo legale. Il nostro ordinamento ne prevede numerose e spesso le persone non le conoscono perdendo così dei benefici. Al termine dell’articolo sarà quindi presente una lista delle varie detrazioni che è possibile sfruttare. Ritorniamo però alla detrazione per il coniuge a carico.

La normativa prevede la possibilità di ottenere la detrazione per i familiari a carico, sono considerati fiscalmente a carico i componenti del nucleo che abbiano un reddito annuo inferiore a 2.840,51 euro. Nel caso in cui si tratti di figli con meno di 24 anni, sono considerati a carico se hanno un reddito inferiore a 4.000 euro. Si ricorda che è considerato a carico anche il figlio che non vive più in casa con i genitori. Tali importi devono essere considerati al lordo degli oneri deducibili. Gli oneri deducibili sono le voci di spesa che devono essere sottratti al reddito al fine di ricavare l’imponibile, cioè la base su cui viene calcolata l’imposta.

Come determinare se il coniuge è fiscalmente a carico?

Per quanto riguarda il coniuge a carico si applica la detrazione nei limiti visti per gli altri familiari fiscalmente a carico, cioè nel caso in cui abbia maturato un reddito inferiore a 2840,51 euro.

Nel calcolo per determinare il reddito del coniuge devono essere compresi:

  • i redditi da lavoro dipendente ( anche se prestato in zone di frontiera o all’estero), redditi da impresa o lavoro autonomo;
  • i redditi da fabbricati e da terreni;
  • le retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni, Santa Sede…

Per ottenere la detrazione per il coniuge a carico è necessario compilare nel modello 730/2022 nella prima pagina, il riquadro “Familiari a Carico” barrando la casella “C”. E’ necessario quindi indicare il codice fiscale del coniuge e i mesi per i quali è a carico.

A quanto ammonta la detrazione per il coniuge a carico?

Sappiamo che la detrazione è una quota che va sottratta all’imposta Irpef calcolata, la detrazione per il coniuge a carico dipende dal reddito del contribuente.

  • Per redditi fino a 15.000 euro la detrazione è di 800 euro;
  • per redditi da 15.000 a 29.000 euro la detrazione ammonta a 690 euro;
  • da 29.001 a 29.200 la detrazione è di 700 euro;
  • da 29.201 a 34.700 euro la detrazione è di 710 euro;
  • da 34.701 a 35.000 euro è di 720 euro;
  • da 35.001 a 35.100 euro è di 710 euro;
  • da 35.101 a 35.200 euro è di 720 euro;
  • da 35.201 a 40.000 euro è di 690 euro;
  • da 40.000 a 80.000 euro la detrazione deve essere calcolata con la formula: 690- (80.000 – reddito complessivo)/40.000.
  • Superati gli 80.000 euro di reddito non vi è il diritto alla detrazione per il coniuge a carico.

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