Leasing auto caratteristiche del contratto e differenza dal noleggio

Il commercialista ti ha consigliato il leasing auto, ma non sai di cosa si tratta esattamente? Qui potrai trovare le caratteristiche del contratto.

Che cos’è il leasing auto

Il leasing è un contratto di origine anglosassone, il nome deriva dal verbo to lease che vuol dire “affittare”, in Italia trova spazio in forza del principio della libertà contrattuale che permette di stipulare contratti anche non tipizzati, ma è essenziale che non siano in contrasto con la legge e contrari al buon costume. Il leasing è una commistione tra il contratto di vendita con patto di riservato dominio, articolo 1523 del codice civile, e un contratto di locazione.

In questa guida ci occuperemo del leasing auto, ma è bene sottolineare che in realtà questo tipo di contratto è molto utilizzato per avere beni strumentali caratterizzati da una veloce obsolescenza tecnica, ad esempio per macchinari da utilizzare nel sistema industriale, oppure per molte strumentazioni mediche che in pochi anni sono superate dalle nuove tecnologie.  Quando nel contratto interviene anche una banca che si accolla il costo del macchinario, si parla anche di leasing finanziario e prevede la presenza di tre soggetti.

Dal punto di vista pratico il leasing auto è un contratto che permette di avere un’auto senza doverla acquistare, sono coinvolti due soggetti: il proprietario (locatore), solitamente si tratta di una società,  che acquista un’auto tenendo in considerazione le richieste del cliente e la concede in leasing  all’utilizzatore (locatario).  L’utilizzatore usa il veicolo come se ne fosse il proprietario. Il contratto prevede che un soggetto, dietro il pagamento di una maxi-rata iniziale e di rate mensili, fornisca a un altro soggetto un’auto per un determinato periodo di tempo. Costui ha la facoltà, al termine del contratto, di acquistare l’auto, trasformandosi così in proprietario, versando una maxi-rata finale oppure di restituirla.  L’opzione di acquisto è sempre prevista in questo contratto.

Perché conviene scegliere il leasing auto

Il leasing auto in Italia ancora non è molto utilizzato, sebbene negli ultimi anni ci sia una forte crescita della domanda non solo tra coloro che hanno partita IVA, ma anche tra privati. Il motivo del successo è dovuto al fatto che c’è sempre un maggior numero di persone che si rende conto che l’acquisto di un’auto di proprietà è antieconomico, questo perché ogni veicolo appena uscito dal concessionario inizia a perdere valore, spesso ci si impegna a pagare ogni mese una rata e al termine del pagamento ci si ritrova un’auto obsoleta,  infatti l’obsolescenza tecnica dei veicoli ormai c’è già dopo pochi anni dall’acquisto. Inoltre la possibilità di riscattare il veicolo con una maxi-rata finale consente comunque di valutare l’effettiva convenienza dell’acquisto.

Questo tipo di contratto porta vantaggi soprattutto a coloro che sono abituati a cambiare l’auto ogni 2-3 anni, hanno bisogno di un’auto con elevati standard di sicurezza ed efficiente, ad esempio le aziende che devono fornire l’auto aziendale ai dipendenti. E’ bene ricordare che il contratto di leasing deve essere letto con particolare attenzione in quanto può nascondere delle piccole insidie: una clausola molto utilizzata prevede un limite di km percorribili ogni anno.

Differenza tra noleggio a lungo termine e leasing  auto

Frequentemente si fa confusione tra il contratto di leasing e quello del noleggio a lungo termine, in realtà si tratta di contratti di contenuto diverso. La prima differenza è nella maxi-rata iniziale che non è prevista nel noleggio. Il noleggio a lungo termine non prevede neanche la maxi-rata finale con opzione per il riscatto del veicolo: al termine del contratto l’auto va restituita, si può stipulare un nuovo contratto di noleggio per la stessa auto o per un’altra, ma l’acquisto come opzione a favore dell’utilizzatore non è prevista. Nel contratto di noleggio a lungo termine la manutenzione ordinaria e straordinaria spetta al proprietario, mentre nel leasing tali operazioni spettano a colui che usa il veicolo, spesso però il servizio di manutenzione viene offerto dalla società di leasing, naturalmente aumentano gli importi delle rate.

Vantaggi del leasing auto per le aziende

Per le imprese le rate del leasing auto possono essere fiscalmente dedotte in misura del 20%. Non solo, infatti si possono portare in deduzione anche le spese per la gestione del veicolo, ad esempio gli importi pagati al casello autostradale e il costo del carburante. Tra i vantaggi fiscali vi è anche la possibilità di portare in detrazione il 40% dell’IVA pagata per avere l’auto in leasing, naturalmente la detrazione è sull’IVA che il locatario deve a sua volta versare all’Agenzia delle Entrate.

Le spese del leasing auto

Tutti sappiamo che quando si ha un’auto oltre a doverla mantenere, sono previsti degli oneri accessori, in particolare il bollo auto e l’assicurazione. Fino all’introduzione della legge 28 febbraio 2020, n. 8, in caso di leasing il bollo auto spettava alla società di leasing, in seguito alla modifica intervenuta, spetta a colui che utilizza il veicolo effettuare il pagamento. La Corte di Cassazione nelle sue pronunce ha confermato tale indirizzo.  Per quanto invece riguarda l’assicurazione RCA obbligatoria, la stessa dovrebbe ricadere sull’utilizzatore, ma molto dipende dal contratto, infatti in alcuni casi le società che mettono a disposizione auto in leasing nel contratto prevedono che l’assicurazione sia a loro carico.  Solitamente se l’assicurazione è stipulata dalla società si può ottenere un premio minore perché stipulando molti contratti hanno delle agevolazioni, è ovvio che comunque se è la società a pagare la polizza, poi incrementerà il canone mensile.

L’attribuzione della classe di merito

Dubbi però possono sorgere sull’attribuzione della classe di merito, infatti se l’assicurazione ricade nella sfera dell’utilizzatore e quindi è lui a stipulare il contratto ci sono pochi dubbi: la polizza sarà calcolata sulla sua classe di merito e ciò conviene soprattutto se si tratta di un soggetto a cui è attribuita una classe piuttosto conveniente;

Se invece la polizza è stipulata dalla società di leasing si applica una classe standard che dipende da diversi fattori, ad esempio il numero di contratti che la società ha con la compagnia e i costi sostenuti per sinistri già pagati dalla compagnia. Le assicurazioni diverse da quella obbligatoria: furto e incendio, spettano alla società proprietaria. C’è una piccola nota da fare: un soggetto perde la classe di merito dopo 5 anni di inattività, questo deve essere tenuto in considerazione quando nel leasing l’assicurazione viene intestata alla società di leasing.

Pochi dubbi vi sono invece sulle multe, che solitamente vengono recapitate alla società che concede l’auto, che però le rigira all’utilizzatore.

Noleggio auto a lungo termine per privati: quanto costa?

La formula del noleggio a lungo termine ha preso sempre più piede negli ultimi anni. E’ sicuramente diventata una valida alternativa all’acquisto di un’auto. Ovviamente, la convenienza dipende dall’uso che il consumatore ne vuole fare del veicolo. A scegliere questa opzione è soprattutto colui che ha l’esigenza di cambiare vettura di frequente includendo molti costi accessori nel canone mensile. Ma cos’è, come funziona il noleggio a lungo termine di una vettura per privati e soprattutto quanto costa? A questi e ad altri quesiti abbiamo cercato di rispondere in questo articolo.

Noleggio a lungo termine auto: cos’è e come funziona

Come abbiamo già precedente accennato, il noleggio a lungo termine per privati è una soluzione contrattuale alternativa all’acquisto di un’auto. Da una parte, la Casa costruttrice affitta per un periodo minimo di due anni il veicolo all’automobilista che, s’impegna a pagare un canone di locazione comprensivo di spese accessorie. Quest’ultime sono rappresentate dal bollo auto, dall’assicurazione RC auto, dal soccorso stradale, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria del mezzo di trasporto ecc. Sono a carico del cliente i costi del carburante.

Grazie alla formula del noleggio auto a lungo termine, il privato non dovrà nemmeno occuparsi delle scadenze amministrative e potrà utilizzare vetture che altrimenti non sarebbe stato conveniente acquistare. Al termine del periodo di locazione, il contratto obbliga il cliente alla riconsegna dell’auto senza possibilità di riscatto e in condizioni non deteriorate, salvo lo stato di usura normale previsto dall’accordo.

Quando costa il noleggio a lungo termine per privati

Come ovvio che sia, non c’è un costo fisso per il noleggio a lungo termine per privati di una vettura. La variabile è costituita dalla tipologia di auto, dalla Casa produttrice, da eventuali servizi aggiuntivi concessi al cliente. In linea di massima, il prezzo parte da circa 150 euro al mese.

Il costo del canone di locazione mensile sarà superiore al normale, nel caso in cui l’anticipo previsto dal contratto di noleggio a lungo termine venga eliminato, ricadendo sulle rate da pagare. Infatti, i consumatori che preferiscono rendere meno oneroso il canone, versano un anticipo iniziale. L’anticipo non è da confondere con il deposito cauzionale, il quale viene usato in altri tipi di contratto come forma di garanzia e che verrà restituito per intero, in caso di riconsegna dell’auto senza danni.

Se sei interessato, puoi leggere: Noleggio a lungo termine 2021: le agevolazioni fiscali

Il noleggio a lungo termine conviene?

Nel corso dell’articolo si è parlato dei motivi che spingono un consumatore a scegliere la formula del noleggio auto a lungo termine. Ma è giusto prendere in considerazione anche i chilometri che il cliente pensa di percorrere nel periodo di locazione. Superare almeno i 15.000 km annui e con il presupposto che si ha intenzione di cambiare l’auto con una certa frequenza, sono condizioni che rendono conveniente stipulare un contratto di noleggio a lungo termine rispetto all’acquisto di un veicolo.

Nel caso in cui il consumatore prevede di percorrere molti chilometri, è bene prendere in considerazione la possibilità, se concessa, di inserire nel contratto la clausola dei km illimitati.

Noleggio a lungo termine: auto usate

Alcune case produttrici noleggiano anche auto usate inserite nei propri cataloghi, le quali sono però devono rispettare determinati requisiti che prevedono l’assenza di danni e una manutenzione perfetta della vettura. Il vantaggio per il privato di sottoscrivere un contratto di noleggio a lungo termine di auto usate è rappresentato dal fattore economico. Infatti, in questo caso il canone di locazione, in generale, è inferiore di circa il 20% rispetto a un’auto nuova.

Noleggio a lungo termine 2021: le agevolazioni fiscali

Tutti coloro che decidono di optare per un noleggio auto a lungo termine, per il 2021 possono usufruire di alcune agevolazioni fiscali. Le deduzioni e detrazioni in questione, variano a seconda dell’utilizzo che se ne fa del mezzo e dal richiedente.

Il noleggio auto a lungo termine: detrazioni e deduzioni

Sempre più persone scelgono di noleggiare un auto piuttosto che procedere al suo acquisto. I motivi che inducono a tale scelta possono avere varia natura e comunque essere molto soggettivi. Tuttavia, molti soggetti optano per il noleggio a lungo termine, per via dei diversi benefici fiscali di cui possono fruire.

Il noleggio prevede la possibilità di usare il veicolo dietro il pagamento di una quota mensile che comprende quasi tutti i costi di gestione, come il bollo auto, l’assicurazione relativa, la revisione, i tagliandi, gli imprevisti tecnici, le gestione di furti e sinistri. Al termine del noleggio l’auto deve essere restituita.

Se il proprietario del noleggio deve garantire che il veicolo non abbia difetti e sia funzionale, ci sono degli obblighi anche per il contraente dell’autoveicolo. La diligenza nell’utilizzo, il pagamento del canone mensile dovuto e la responsabilità di restituire la vettura in condizioni non deteriorate rispetto al momento in cui l’ha noleggiata. Inoltre, l’utilizzatore risponde anche in caso di perdita del veicolo.

Quando si parla di benefici fiscali per il noleggio a lungo termine, s’intendono detrazioni e deduzioni. Nel primo caso, l’agevolazione è da calcolare sull’importo lordo; nel secondo caso si tratta di una facilitazione fiscale che incide sul pagamento delle tasse ed è correlata all’imponibile dell’automobilista contribuente.

La deduzione fiscale riduce il reddito imponibile su cui applicare le aliquote Irpef, mentre la detrazione fiscale riduce l’Irpef lorda in percentuale o in valore assoluto.

Agevolazioni fiscali noleggio auto a lungo termine 2021: a chi spettano

La platea di coloro che scelgono di noleggiare un veicolo a lungo termine è varia. Solitamente, si tratta di professionisti, agenti e rappresentanti di commercio, imprese. Le detrazioni e le deduzioni cambiano in base all’utilizzo del veicolo e al soggetto richiedente.

Per quanto riguarda l’uso, esso può essere strumentale: dove il contraente utilizza l’auto per finalità aziendali. Nel caso di utilizzo non strumentale, il contraente usa l’auto non solo per scopi lavorativi. Il noleggio a lungo termine può essere richiesto anche per un uso promiscuo, dove il contraente utilizza il veicolo per motivi personali e professionali. Infine, l’uso pubblico: l’auto è utilizzata per finalità pubbliche.

Sulla base delle suddette modalità d’uso del noleggio combinate con la tipologia del soggetto sottoscrittore, vengono determinate le agevolazioni fiscali.

Noleggio auto a lungo termine: deduzioni e detrazioni per aziende

Le imprese hanno la possibilità di sfruttare detraibilità e deducibilità al 100% per il noleggio a lungo termine, solo nel caso in cui il veicolo venga utilizzato per motivi aziendali. In caso contrario, le quote delle agevolazioni fiscali si riducono sensibilmente, con detrazione al 40% e deduzione al 20%. Nel caso in cui l’azienda utilizzi l’auto a uso promiscuo, la detraibilità è pari al 40% e la deducibilità al 70%.

Noleggio auto a lungo termine: deduzioni e detrazioni per professionisti

Così come per le aziende, anche i professionisti possono ottenere il 100% di deducibilità e detraibilità se la vettura noleggiata a lungo termine per fini esclusivamente lavorativi. In caso contrario, le deduzioni e detrazioni fiscali scendono rispettivamente al 20% e al 40%. Stesso discorso per l’utilizzo del veicolo a uso promiscuo, con la deducibilità al 70% e la detraibilità al 40%.

Da sottolineare, che il professionista può fruire dei benefici fiscali per una sola vettura. Si ricorda che per professionista, s’intende colui che esercita la propria arte o professione in modo autonomo e continuativo, quindi, in assenza di qualsiasi tipo di vincolo di subordinazione. L’attività esercitata non deve essere aziendale e deve avere natura intellettuale.

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Noleggio auto a lungo termine: deduzioni e detrazioni per Agenti

Rappresentanti e agenti di commercio beneficiano di detrazioni e deduzioni fiscali fisse. Infatti, per il noleggio auto a lungo termine, la detrazione è sempre del 100% e la deduzione è fissa all’80%.

Tetto massimo di deducibilità

Esiste un tetto massimo di deducibilità per il noleggio a lungo termine. Per le autovetture e gli autocaravan è pari a 3.615,20 euro che diventa 5.164,57 euro per gli autoveicoli utilizzati da rappresentanti e agenti di commercio. Per i motocicli il limite è fissato a 774,69 euro, per i ciclomotori a 413,17 euro.

Auto aziendali e noleggio a lungo termine

Piccoli imprenditori e professionisti sono due categorie che hanno potenzialmente un grande interesse verso le soluzioni del noleggio a lungo termine per le loro auto. Ecco perché dovrebbero guardare con attenzione a un evento in programma il prossimo 2 e 3 ottobre.

Si tratta di “Auto Aziendali in Pista”, evento dedicato al business delle flotte aziendali organizzato da Quattroruote, previsto sul circuito di Vairano di Vidigulfo, in provincia di Pavia, durante il quale faranno il loro debutto diversi nuovi modelli dedicati a professionisti e piccoli imprenditori.

L’occasione sarà anche buona per fare il punto sulla situazione di domanda e offerta nel mercato delle auto aziendali, con un focus sul noleggio a lungo termine e le modalità di accesso, per piccoli imprenditori, artigiani, liberi professionisti e aziende, grazie a uno dei partner dell’evento, Leasys, società di noleggio a lungo termine.

Sarà infatti attivo durante la manifestazione lo “Sportello del Noleggio a Lungo Termine” per illustrare le caratteristiche del noleggio: dalla scelta delle auto, al regime fiscale, alla convenienza per i diversi target di clienti.

Venerdì 2 ottobre sarà una giornata dedicata ai fleet manager che, oltre ai test drive, potranno approfondire in workshop dedicati i temi più attuali relativi al noleggio a lungo termine per le aziende, oltre a conoscere le novità delle case costruttrici.

Sabato 3 ottobre toccherà ai professionisti, possessori di partita IVA, artigiani e titolari di piccole imprese avere a disposizione gli ingegneri e i collaudatori di Quattroruote, con oltre 100 modelli di auto disponibili per il test drive.

Per informazioni e iscrizioni, cliccare qui.

Auto aziendale, meglio se è piccola

L’ auto aziendale? La voglio piccola, la voglio bianca. Questi, almeno, sono i desiderata della clientela italiana in fatto di auto aziendale secondo un’indagine condotta dall’osservatorio LeasePlan Mobility Monitor e dall’istituto di ricerca internazionale TNS. L’indagine è stata realizzata su un campione di guidatori di auto a noleggio a lungo termine appartenenti a 20 Paesi diversi.

Ebbene, dall’indagine emerge che il 13% degli italiani che attualmente guida un’ auto aziendale a noleggio di piccole dimensioni vorrebbe continuare a condurre un’auto compatta anche nei prossimi anni. Il 20% di loro si è persino detto interessato a sostituire la propria auto aziendale con una più piccola, una volta scaduto il leasing. È del 29%, invece, la quota degli intervistati ai quali l’auto piccola non interessa.

C’è poi l’aspetto del colore. In questo caso il bianco straccia la concorrenza con il 29% delle preferenze, seguito dal grigio (26%) e dal nero e dal blu, entrambi con un 10% di preferenze. Chiudono la graduatoria il rosso (6%), che per il suo retaggio racing mal si concilia con una clientela business, e il marrone (1%).

In sostanza, quindi, gli automobilisti italiani scelgono la propria auto aziendale soprattutto in base alle dimensioni (38%), dopo le quali viene l’aspetto (34%), seguito dai valori di emissione di Co2 e dalle performance motoristiche. E la marca? È un fattore molto residuale nella scelta della propria auto aziendale, dal momento che nella maggior parte dei casi (73%) l’utilizzatore finale può scegliere in un elenco chiuso di case fornito dall’azienda, azienda che 33% dei casi prenderà poi la decisione finale di acquisto. A conti fatti, solo l’11% dei guidatori può scegliere l’ auto aziendale della marca preferita. Poco male… l’importante è che sia piccola e bianca.

Auto aziendali, l’Italia è in ritardo

La fiscalità sulle auto aziendali è, in Italia, una tra le più penalizzanti d’Europa. Ne sanno qualcosa gli operatori che si muovono nel mercato delle flotte aziendali, del noleggio a lungo termine, del leasing.

Una di queste, LeasePlan, ha condotto un’analisi proprio per far emergere tutti gli aspetti che, nel nostro Paese, penalizzano la scelta e la fruizione delle auto aziendali da parte di imprese e dipendenti.

Dall’analisi di LeasePlan emerge che in Italia il freno più pesante sulle auto aziendali è dato dal costo del carburante, nettamente più alto rispetto ad altri Paesi europei, soprattutto a causa delle accise. Del resto la stessa Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti ha sottolineato come, nel decennio 2005-2014, le imposte hanno inciso al rialzo sui prezzi del carburante per il 49%, contro la media Ue del 36%.

C’è poi il fattore della tassazione e della deducibilità Irpef o Ires e della detraibilità Iva sulle auto aziendali, settori nei quali l’Italia è in una posizione di svantaggio. Se, in Italia, la percentuale di detrazione o di deduzione dipende dal fatto che il veicolo sia acquisito o meno relativamente all’attività d’impresa svolta e da quale forma giuridica pertiene all’attività svolta da chi usa le auto aziendali, in Europa le cose sono più facili: si considerano solo l’inerenza all’attività di impresa e il livello di emissioni di CO2: le auto aziendali meno inquinanti hanno infatti maggiori agevolazioni.

In sostanza, dall’analisi di LeasePlan è evidente come in Italia sia necessario rivedere soprattutto la fiscalità delle auto aziendali, non potendo intervenire sulle accise del carburante, per uniformare la situazione del nostro Paese a quella dei partner europei. Pena l’ennesimo ritardo, anche sulla gestione e la fruizione delle auto aziendali.

Federauto: Iva agevolata per far ripartire il mercato

Far ripartire il mercato dell’auto attraverso misure specifiche e concrete destinate alle famiglie e alle partite Iva: è questo il forte auspicio per il 2015 emerso nell’ultimo consiglio di amministrazione di Federauto, composto dai presidenti delle associazioni di concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus.

Anche l’ultimo CdA ha confermato il pacchetto pensato per risvegliare e ampliare in modo significativo la domanda. Tra le misure proposte al governo Renzi, quelle destinate ai privati, per le quali Federauto ha ipotizzato la riduzione dell’aliquota Iva per un triennio, con beneficio decrescente. Si tratterebbe di un piano finalizzato al rinnovo del parco con anzianità superiore a 10 anni (che conta circa 14 milioni di autoveicoli).

L’incentivo sarebbe concesso a condizione che le case automobilistiche mettano a disposizione dell’acquirente una cifra equivalente al beneficio a carico dello Stato, sulla falsariga dell’ultima “rottamazione governativa”. Secondo Federauto, questa misura genererebbe una domanda aggiuntiva di circa 252mila auto l’anno, pari a 756mila nel triennio.

Per Federauto credito o deduzione di imposta sarebbero, invece, le leve utili per sostenere solo la domanda di auto, veicoli commerciali e industriali, destinati alle partite Iva. Per la Federazione dei concessionari questo intervento potrebbe generare 75mila autoveicoli aggiuntivi (210mila in 36 mesi). Se le proposte di Federauto fossero adottate, nel triennio considerato il mercato italiano si alzerebbe, sommando i privati alle partite Iva, di quasi 1 milione di pezzi (966mila).

Probabilmente al quarto anno si tornerebbe a un mercato “normale”, sia per la lenta ma naturale uscita dalla crisi dell’economia reale, sia perché l’uscita graduale dagli incentivi non lascerebbe strascichi. In aggiunta, Federauto fa notare che questi strumenti genererebbero un beneficio che andrebbe tutto in tasca ai privati, alle famiglie e alle imprese, categorie fiscalmente penalizzate dagli ultimi governi quando acquistano o utilizzano un autoveicolo.

Nel CdA si sono affrontante anche le differenze tra le proposte di Federauto e quelle di altre importanti associazioni della filiera. “Con Unrae, che rappresenta i Costruttori Esteri, abbiamo ampie convergenze di vedute – ha affermato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto -. Convergenze che ci hanno portato, ad esempio, a presentare al Governo un piano congiunto Anfia, Unrae e Federauto per l’eliminazione del superbollo sulle vetture prestazionali. L’unica differenza riguarda i provvedimenti richiesti per i privati, ossia per le famiglie. Infatti Unrae ha puntato sul credito o detrazione d’imposta, mentre Federauto ritiene più efficace puntare sull’Iva agevolata”. Una soluzione che, secondo la Federazione dei concessionari, in un momento di crisi di liquidità come quello attuale, farebbe risparmiare alle famiglie “tutto e subito”, essendo nel contempo molto facile da comunicare e assolutamente priva di burocrazia.

Secondo Federauto, infatti, introducendo l’Iva agevolata per tre anni si alzerebbe il mercato dei privati di circa il 18%, mentre quello derivante dalle partite Iva potrebbe registrare un aumento del 5% grazie al credito e alla detrazione d’imposta. Confrontando il pari periodo di 3 anni, Federauto propone misure per alzare il mercato di circa il 23% (966mila pezzi) contro il +5% della proposta Unrae (210mila), con una differenza di 756mila vetture.

Aggiornamento libretto auto aziendali: quando farlo

È scattato una settimana fa il termine che impone di cambiare l’intestazione del libretto di circolazione per far coincidere il nome con quello della patente di guida del conducente abituale. Vediamo cosa cambia per il libretto auto aziendali.

Si tratta infatti di una norma di natura fiscale rivolta soprattutto alle auto aziendali e al noleggio a lungo termine. Riguardo a queste ultime, se l’auto aziendale viene attribuita come corrispettivo in natura ovvero come fringe benefit, e quindi c’è trattenuta fiscale, sullibretto auto aziendali non va annotato nulla, così come nel caso in cui il mezzo venga riconosciuto come veicolo di servizio utilizzato da più dipendenti. Non vanno annotati sul libretto auto aziendali il noleggio a lungo termine e i subcomodati, mentre per il comodato d’uso di veicoli aziendali il nome dell’utilizzatore non deve essere annotato sul libretto auto aziendali ma registrato solo alla Motorizzazione civile. Non è obbligatorio tenere a bordo la ricevuta.

In sostanza, quello che va considerato per aggiornare il libretto auto aziendali è la differenza tra il comodato (che sussiste quando c’è un uso esclusivo personale e a titolo gratuito del veicolo), che va annotato, e altre forme di utilizzo dell’auto aziendale, esenti dall’obbligo di annotazione. Il costo dell’operazione, lo ricordiamo, è di 25 euro ad annotazione.

Requiem per le auto aziendali

La genialità del fisco italiano non ha davvero limiti. Si muove sempre con la filosofia del “meglio l’uovo oggi che la gallina domani” e crea più danni di quanti ne vorrebbe evitare. Sorvolando sull’aumento di un punto dell’Iva, che a fronte di un probabile gettito immediato provocherà una contrazione dei consumi mortale per l’economia, vediamo che succede nel campo delle auto aziendali.

Secondo il rapporto annuale dell’Aniasa, l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria, l’eccessiva pressione fiscale sulle auto aziendali, se non interverranno modifiche all’attuale situazione, provocherà un calo delle entrate per l’erario valutabile in 350 milioni di euro, solo tra imposte dirette e indirette, a causa delle mancate immatricolazioni. Da inizio anno, le immatricolazioni di auto aziendali sono calate di 24mila unità e la prospettiva indica a fine 2013 una perdita di oltre 80mila auto, di cui 25mila per il noleggio.

In Italia il mercato delle auto aziendali vale il 36% del mercato totale, mentre in Germania è al 62%, in Gran Bretagna al 55%, in Spagna al 49% e in Francia al 43%. In Italia la deducibilità è stata ridotta in pochi mesi prima dalla ‘legge Fornero’ e poi dalla legge di Stabilità 2013, dal 40% al 20%, mentre in ambito Ue arriva fino al 100%. Le soglie di deducibilità per le auto utilizzate da imprese e professionisti sono ferme al 1997. In più l’Iva: in Italia è detraibile solo al 40%, mentre nei principali Paesi Ue arriva al 100%. Nel nostro Paese il settore delle auto aziendali rappresenta un giro d’affari intorno ai 5 miliardi di euro con un parco circolante di 670mila veicoli.

Se si considera un’auto aziendale nuova del valore, per esempio, di 30mila euro, la somma di detrazioni e deduzioni fiscali in Italia ammonta a 5.697 euro, quasi un quinto rispetto alle aziende tedesche e spagnole (30mila euro) e circa un quarto di Gran Bretagna (24.200) e Francia (24.180).

Secondo Aniasa, però, il danno per il sistema Paese è ben più grave, poiché interferisce sulla competitività di tutte le aziende italiane. Secondo Paolo Ghinolfi, presidente di Aniasa, “i trasporti rappresentano il 6-8% dei costi complessivi aziendali ed è fondamentale che il nuovo Governo metta in campo interventi lungimiranti e innovativi con costi limitati per l’erario ovvero prospettive di maggiori entrate derivanti dalla ripresa del mercato. Non è assolutamente rinviabile un’azione sulla leva della fiscalità volta a colmare il gap che ci separa da altre nazioni in cui l’auto aziendale rappresenta quote di mercato ben più ampie che in Italia”.

Auto aziendali, quanto deduco ai fini Irap?

La deduzione delle spese e dei costi ai fini Ires delle auto con utilizzo promiscuo che sono concesse in uso ai dipendenti per la maggior parte del periodo di imposta passa dal 90% al 70% mentre ai fini Iva rimane al 40%.

Ai fini Irap, invece, è previsto il medesimo trattamento per quanto riguarda i fini Ires, per cui se risultano soddisfatti i criteri di imputazione civilistica in bilancio il costo sarà all’interno della determinazione del valore della produzione netta e sarà di conseguenza deducibile anche ai fini Irap.

È fondamentale sottolineare che il concetto di auto aziendale utilizzata promiscuamente non deve essere confuso con quello di auto aziendale concessa in uso al dipendente che prevede un trattamento fiscale differente.

Inoltre, rientrano nell’ambito dei costi deducibili quelli spesi per l’acquisto e per la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi come carburanti, lubrificanti, meccanico, revisione, Telepass, autostrade.

I titolari di partita Iva potranno destinare alla propria attività un solo automezzo, mentre gli agenti di commercio e i rappresentanti godono di percentuali di detrazione del costo ai fini Irpef e di detrazione ai fini Iva più elevati per via del più intenso sfruttamento del mezzo.