Microcredito a sostegno delle nuove Pmi: cos’è e come è stato esteso alle donne vittime di violenza

Il microcredito a sostegno della nascita delle nuove piccole e medie imprese sta diventando sempre più una realtà consolidata nel mondo dei finanziamenti. In più, il microcredito alle Pmi sta crescendo anche grazie alla stretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati. Le banche offrono una serie di servizi a soggetti altrimenti “non bancabili“, ovvero che non potrebbero ricevere il necessario sostegno per la creazione di una nuova impresa. Infine, il recente protocollo di Microcredito di Libertà ha esteso la possibilità di finanziamenti che possono essere richiesti dalle donne vittime di violenze.

Microcredito a favore di imprenditori e Pmi, che cos’è?

Il microcredito a favore degli imprenditori e per la nascita di nuove piccole e medie imprese si configura, nell’ottica dei finanziamenti, come un mutuo chirografario. Le condizioni applicate possono avere nell’ordine:

  • una durata del mutuo che può arrivare a 84 mesi;
  • l’importo del credito fino a 40 mila euro;
  • un importo maggiore del mutuo, fino a 50 mila euro, nel caso in cui i pagamenti avvengano con puntualità. In particolare, si verificano quelli effettuati nelle ultime sei mensilità e i risultati raggiunti dalla nuova impresa.

Investimenti Microcredito alle Pmi e possibilità di accedere agli strumenti di garanzia

Le possibilità offerte dal microcredito alle piccole e medie imprese sono ampliate anche dall’accesso alla garanzia pubblica. Chi beneficia delle opportunità di finanziamento può accedere al Fondo di garanzia per le Pmi. La misura massima prevista dalla legge per la garanzia è pari al 90% del finanziamento. A sostegno delle piccole e medie imprese, l’Ente nazionale per il Microcredito non solo favorisce l’accesso al credito, ma offre anche vari servizi che vanno dalla ricerca alla formazione, dall’assistenza tecnica alle buone pratiche per potersi avvalere della rete di banche che offrono finanziamenti.

Microcredito di Liberà per le donne vittime di violenza: in cosa consiste?

Il 3 dicembre 2021, il ministro per le Pari Opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, l’Associazione bancaria italiana (Abi), la Federazione italiana delle Banche di Credito cooperativo e Casse Rurali (Federcase), l’Ente nazionale per il Microcredito e la Caritas Italiana hanno sottoscritto un protocollo di intesa per il Microcredito di Libertà.  Si tratta di uno strumento finanziario per l’emancipazione economica delle donne che abbiano subito violenza e che mira anche a favorire le richieste di finanziamento per far nascere nuove imprese a conduzione femminile.

Microcredito di Libertà delle donne, la garanzia offerta dallo strumento

Il Microcredito, inoltre, si propone come obiettivo quello dell’abbattimento del Taeg sui finanziamenti, sia che si tratti di microcredito di impresa, che di quello “sociale”.  In casi di finanziamento di Microcredito sociale, la garanzia sale al 100%. A prevederlo è un nuovo fondo di garanzia istituito dal Dipartimento delle Pari Opportunità con una dotazione di partenza di 3 milioni di euro (Fondo di Garanzia per il Microcredito di Libertà).

Microcredito, quali sono i sostegni offerti dalle banche alle piccole e medie imprese?

Partner del microcredito per il sostegno alle nuove piccole e medie imprese, sia nelle formule tradizionali che nel nascente aiuto alle donne vittime di violenza, sono gli istituti bancari. Il gruppo Intesa Sanpaolo offre la possibilità dello strumento Finanziamento Microcredito Imprenditoriale. Si tratta di finanziamenti erogati a favore delle nuove Pmi. Finora, nei numeri, lo strumento ha sostenuto circa 3.500 progetti per un totale di 78 milioni di euro erogati.

Microcredito, i servizi offerti da Unicredit a sostegno delle piccole e medie imprese

Il servizio Microcredito offerto da Unicredit è più recente ed è partito dallo scorso mese di settembre. Le possibilità di finanziamento mirano a realizzare progetti di micro imprese sociali. Finora sono stati concessi 4.819 prestiti per un complessivo di finanziamenti pari a circa 99 milioni di euro. Circa un terzo dei finanziamenti è andato a donne imprenditrici. I giovani under 35 risultano destinatari di una buona parte dei finanziamenti Microcredito. Bnl del gruppo Bnp Paribas sta erogando finanziamenti Microcredito soprattutto a giovani interessati ad aprire nuove attività nei settori dell’artigianato, del commercio, della ristorazione e dei servizi privati.

Quante opportunità offre il Microcredito per la nascita di nuove piccole e medie imprese?

Dai dati sulle richieste di microcredito per la nascita di nuove piccole e medie imprese relative all’anno 2021, emerge quale sia l’andamento della domanda di finanziamenti. In particolare:

  • in totale le richieste di Microcredito agli istituti bancari che aderiscono alla convezione nel 2021 sono risultate essere 9.704;
  • le consulenze fornite dagli sportelli territoriali e dagli agenti sono state 3.939;
  • nel 2021 le donne hanno chiesto crediti per far nascere nuove imprese nel 41% delle pratiche rispetto al 59% degli uomini;
  • la fascia di età per la quale le richieste siano state maggiori è quella dai 15 ai 39 anni (per il 62% delle domande). Il restante è di nuovi imprenditori dai 40 agli 83 anni;
  • la nazionalità dei richiedenti è per il 92% di cittadini italiani e per il restante estera.

Simest, prorogata la scadenza del fondo 394 per l’internazionalizzazione delle Pmi

Prorogata fino a fine maggio 2022, rispetto alla chiusura prevista per domani 3 dicembre 2021, la possibilità per le piccole e medie imprese di presentare la domanda per il Fondo 394 per l’internazionalizzazione. Il fondo, gestito da Simest in convenzione con il ministero degli Affari esteri, consente di richiedere finanziamenti a fondo perduto per tre diversi canali di internazionalizzazione.

Simest, disposto l’allungamento della scadenza per il Fondo 394

L’allungamento dei termini per la presentazione delle domande del Fondo 394 è stato deliberato dal Comitato per le agevolazioni, l’organo che provvede ad approvare le misure del Simest, formato da tecnici del ministero degli Affari esteri, dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia e dalle Regioni. La proroga è collegata anche all’allungamento dei termini per il Temporary Framework, il regime di aiuti alle imprese che, a sua volta, è stato prorogato fino al termine di giugno 2022.

Quante risorse possono essere richieste dalle Pmi per il Fondo 394 Simest?

A disposizione delle piccole e medie imprese sono a disposizione ancora circa 360 milioni di euro. Il Recovery Plan, infatti, aveva destinato al fondo per l’internazionalizzazione delle imprese un miliardo e 200 milioni. Alla data del 1° dicembre 2021 le imprese che hanno presentato domanda per l’internazionalizzazione sono state 5860, per un complessivo di risorse assegnate pari a 836 milioni di euro.

Fondo Simest internazionalizzazione Pmi, buona la risposta delle imprese

L’obiettivo fissato dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) di 4 mila imprese da coinvolgere nella misura entro la fine dell’anno è stato dunque largamente superato. Buona anche la risposta delle Pmi del Mezzogiorno d’Italia. Infatti, le imprese che hanno fatto richiesta sono state 1830 (il 31% rispetto al totale). I fondi da assegnare sono pari a 246 milioni di euro (il 29% delle risorse).

Fondo perduto Simest per le Pmi del Sud Italia fino al 40% delle spese

Inoltre, le piccole e medie imprese del Sud Italia avranno risorse più ampie da richiedere. Il Recovery Plan ha stanziato per le imprese del Mezzogiorno 480 milioni di euro rispetto al totale di 1,2 miliardi di euro. Le imprese che hanno almeno una sede operativa nel Mezzogiorno d’Italia sono inoltre avvantaggiate dall’assegnazione delle risorse: il fondo perduto può arrivare fino al 40% dell’importo complessivo del progetto. Per le imprese con sede nel Centro e nel Nord Italia, il fondo perduto si ferma al 25%.

Quante risorse ci sono ancora da spendere per il Fondo 394 delle Pmi?

La nuova scadenza al 31 maggio 2022 per la presentazione delle domande del Fondo 394 del Simest permetterà alle Pmi di accedere alle risorse rimanenti. Ad oggi sono di euro che residuano per completare il finanziamento delle imprese. I fondi potranno essere richiesti dunque fino al termine di maggio prossimo, salvo l’esaurimento anticipato degli stessi.

Fondo 394 Simest, quali tipologie di finanziamento sono previste per le Pmi?

Le risorse ancora a disposizione del Fondo 394 Simest potranno essere richieste dalle piccole e medie imprese per tre tipologie di finanziamenti:

  • la transizione digitale ed ecologica;
  • lo sviluppo del commercio elettronico;
  • la partecipazione a mostre e fiere internazionali, anche in Italia.

Per richiedere i finanziamenti le piccole e medie imprese devono accedere all’area personale del portale di Simest.

 

Pmi, che cosa si intende per riorganizzazione al fine di rafforzare patrimonio e operatività?

Le piccole e medie imprese spesso procedono alla riorganizzazione della propria struttura. Le ragioni possono essere svariate, ma quasi sempre gli obiettivi sono due. Da un lato il rafforzamento del proprio patrimonio; dall’altro arrivare a creare un sistema integrato delle filiere produttive. In entrambi i casi, la riorganizzazione richiede competenze in ambito gestionale e organizzativo, ma anche in campo fiscale e giuridico. Ecco allora che, per arrivare alle ottimali aggregazioni patrimoniali e operative, sono tre gli strumenti che possono assicurare la giusta integrazione: le fusioni, i joint venture e le reti di impresa.

Pmi, le ragioni di una riorganizzazione

Un primo elemento che conduce alla decisione, da parte delle piccole e medie imprese, di procedere con una riorganizzazione è la patrimonializzazione. Quest’ultima, infatti, può rappresentare un limite significativo nell’esposizione verso il sistema creditizio, in particolare quando si tratta di gestione e di sofferenza dei crediti. Un’altra situazione interessante e frequente nelle piccole e medie imprese italiane è quella dell’alta percentuale di aziende a conduzione familiare. In questo caso, il limite potrebbe essere rappresentato non solo dal fatto che la famiglia tenda a mantenere il controllo totalitario dell’azienda, ma anche nella mancata apertura ad accordi con la filiera dello stesso settore produttivo.

Piccole e medie imprese, le difficoltà di tipo industriale, commerciale e finanziario

La ragioni sopra esposte portano spesso le piccole e medie imprese a risultare sottodimensionate, sottocapitalizzate e sottomanagerializzate. La somma di questi fattori produce difficoltà che si traducono, in termini industriali, nelle complicazioni a reperire le necessarie materie prime. Ma anche in termini commerciali le Pmi a conduzione familiare e poco dimensionate tenderebbero a riscontrare difficoltà nell’intraprendere politiche al rialzo dei prezzi al pari di quanto riescano invece le imprese di più grandi dimensioni. Infine, ulteriori e decisive difficoltà potrebbero riscontrarsi sulle leve finanziarie. Piccole e medie imprese poco patrimonializzate e a conduzione prettamente familiare potrebbero vedersi escluse dalla possibilità di finanziare nuovi investimenti e iniziative imprenditoriali.

Pmi, cosa succede se al proprio interno sussiste la non capacità manageriale?

Non da ultimo, una piccola e media impresa che non pensi a una ristrutturazione e riorganizzazione del proprio interno potrebbe riscontrare delle difficoltà di tipo manageriale. E, in questo ambito, risultare inadeguata rispetto agli obiettivi e alle capacità di muoversi sul mercato da parte di altre imprese che abbiano al loro interno manager qualificati.

Riorganizzazione Pmi: fusioni, joint venture e reti di imprese

In tutti i casi descritti e per le difficoltà finanziarie, industriali, commerciali e manageriali che le piccole e medie imprese possono incontrare nella propria attività, spesso si ricorre alle aggregazioni societarie e industriali. Si tratta di vere e proprie fusioni e joint venture (aggregazioni reali) o di filiera (come le reti di imprese). I vantaggi, in tali operazioni, potrebbero risultare di tre tipi: di forza negoziale, di ottimizzazione operativa e di condivisione di tecnologie.

Quali vantaggi negoziali dall’aggregazione delle Pmi?

La maggiore capacità negoziale delle piccole e medie imprese che procedano con fusioni, aggregazioni e reti di imprese si manifesta nella possibilità di confrontarsi con i principali clienti e i maggiori fornitori del marcato di riferimento. Inoltre, dall’aggregazione con altre imprese potrebbe derivare una maggiore rappresentatività e visibilità nel mercato internazionale, oltre a una maggiore attrattività riguardo a possibili accordi industriali e commerciali.

Aggragazioni Pmi, quali sono i vantaggi in termini operatività e di condivisione?

Infine, la riorganizzazione delle piccole e medie imprese potrebbe garantire una maggiore ottimizzazione operativa. Si pensi, ad esempio, alle Pmi che procedano alla fusione e alla messa in comune dei propri servizi in ambito di ricerca e di sviluppo, di internazionalizzazione e di rotazione del personale. Tutto ciò favorirebbe anche maggiori opportunità professionali del personale interno alle imprese. Non da meno, la condivisione delle tecnologie tra imprese e di accessibilità ai finanziamenti potrebbe aprire le porte a nuovi modelli di business basati sull’effettiva domanda sul mercato dei consumatori finali.

Bonus investimenti per le piccole e medie imprese del Sud: quali sono e cosa finanziano?

Sono vari i bonus riconosciuti per gli investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese con sede nel Sud dell’Italia. La scadenza dei benefici sarà il 31 dicembre 2022 su acquisti fatti per macchinari, attrezzature e impianti nuovi di fabbrica. Sull’acquisto è riconosciuto un credito di imposta.

Come si accede ai bonus per gli investimenti delle Pmi del Sud Italia?

Per accedere ai bonus per gli investimenti, le piccole e medie imprese delle regioni del Sud Italia devono realizzare un investimento iniziale. Ovvero l’obiettivo dell’investimento deve rientrare in una delle seguenti motivazioni:

  • per realizzare un nuovo stabilimento;
  • o ampliare quello già esistente;
  • per procedere con la diversificazione della produzione all’interno di uno stabilimento;
  • o trasformare radicalmente il processo produttivo di uno stabilimento che già risulta esistente;
  • per attivare nuovamente uno stabilimento che risulta chiuso;
  • oppure evitare la chiusura di uno stabilimento con l’acquisto di macchinari, di impianti e di attrezzature.

Quali incentivi spettano alle imprese del Sud per impianti, attrezzature e macchinari?

Per l’acquisto di impianti, attrezzature e macchinari, le piccole e medie imprese possono ottenere un credito di imposta corrispondente al 45% del prezzo di acquisto. Quest’ultimo deve essere considerato al netto dell’Iva. L’incentivo del 45% è pieno per le regioni:

  • Puglia;
  • Campania;
  • Basilicata;
  • Calabria;
  • Sicilia;
  • Sardegna.

Per le imprese che hanno la sede in Abruzzo o nel Molise, il credito di imposta è pari al 30%.

Come farsi riconoscere il credito di imposta sugli acquisti di macchinari, attrezzature e impianti?

Le piccole e medie imprese che procedano all’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti e che vogliano beneficiare del credito di imposta devono presentare domanda. L’istanza si presenta in via telematica sul sito dell’Agenzia delle entrate. Per importi di credito di imposta richiesti che eccedano la soglia dei 150 mila euro, l’impresa deve allegare alla domanda anche il nullaosta antimafia.

Risposta dell’Agenzia delle entrate sulla domanda di credito di imposta sugli investimenti

È necessario usare l’opportuno modello che si trova sul sito dell’Agenzia delle entrate. Nel momento in cui si inoltra la domanda di credito di imposta, la piattaforma dell’Agenzia delle entrate rilascia una ricevuta. Si tratta di un documento elettronico con il quale l’amministrazione finanziaria comunica di aver preso in carico la domanda stessa. Successivamente, entro un limite di qualche mese, l’Agenzia delle entrate provvede ad autorizzare, in caso di esito positivo della domanda, la piccola o media impresa nell’utilizzo del credito di imposta.

I bonus sugli investimenti sono cumulabili?

Si possono cumulare i bonus del credito di imposta sulle spese effettuate dalle Pmi per gli investimenti con altre misure? La risposta è positiva. Nel dettaglio, per investimenti effettuati non oltre il 30 giugno 2022 si potrà cumulare un bonus del 10% del prezzo di acquisto. Questa possibilità presuppone che entro il 31 dicembre 2021 l’impresa abbia pagato un acconto di almeno un quinto del prezzo di acquisto del bene. Nel caso di acquisto a partire dal 1° gennaio 2022, il credito di imposta aggiuntivo scende al 6%.

Crediti di imposta per le Pmi per beni rientranti nella transizione digitale e tecnologica

Le piccole e medie imprese possono ottenere particolari vantaggi nell’assegnazione del credito di imposta per impianti, macchinari e attrezzature che hanno anche caratteristiche in comune con gli obiettivi di transizione digitale e tecnologica. In tal caso, infatti, il credito di imposta andrebbe a soddisfare anche obiettivi rientranti nei programmi dell’Industria 4.0. In tal caso si modificano le percentuali del credito aggiuntivo che abbiamo visto nel precedente paragrafo. Le percentuali passano dal 10% al 50% per acquisti fatti con almeno l’acconto di un quinto entro la fine del 2021, e dal 6% al 40% per gli acquisti che verranno effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. In tal modo, la percentuale potenziale massima raggiungibile dalla piccola e media impresa per il credito di imposta può arrivare al 95%.

Bonus Pmi per investimenti con credito di imposta: quali sono le spese per la transizione digitale e tecnologica

Il bonus aggiuntivo relativo alle spese di investimento delle piccole e medie imprese riguarda, dunque, le spese sostenute per l’adeguamento delle realtà aziendali ai nuovi obiettivi di transizione digitale e tecnologica. Nello specifico si tratta:

  • di spese per l’acquisto di beni strumentali che vengono fatti funzionare da sistemi computerizzati o anche da sensori;
  • si costi sostenuti per l’adeguamento a sistemi che possano assicurare la sostenibilità e la qualità;
  • di spese fatte per adeguare la sicurezza del posto di lavoro mediante una migliore interazione tra il lavoratore e la macchia.

Quali documenti sono necessari all’atto di acquisto di beni rientranti nella transizione digitale e tecnologica?

Al fine di poter presentare domanda per il credito di imposta aggiuntivo per l’acquisto di strumenti e attrezzature rientranti nell’Industria 4.0, è necessario assicurarsi che:

  • il venditore abbia rilasciato una certificazione apposita sulle caratteristiche degli strumenti oggetto di vendita;
  • la dichiarazione sostitutiva del legale rappresentante dell’impresa. Il documento è necessario per attestare l’adeguamento del sistema acquistato rispetto alle attività che si svolgono all’interno dell’azienda, sia che riguardino la produzione che la fornitura stessa.

 

Superbonus 80% e fondo perduto al turismo, da quan do si può presentare domanda?

Via libera al pacchetto di aiuti al settore del turismo. Nella giornata del 27 ottobre è stato approvato il decreto sul Piano nazionale di ripresa e resistenza (Pnrr) che prevede il superbonus 80% e aiuti a fondo perduto per il settore del turismo con lo stanziamento di 2,4 miliardi di euro. Per le domande verrà rispettato l’ordine cronologico dell’invio al ministero.

Chi può presentare domanda per il superbonus 80% e gli aiuti a fondo perduto del turismo?

Con l’approvazione del decreto sul Pnrr, il settore turistico beneficerà di risorse per lanciare il superbonus 80% e aiuti a fondo perduto alle imprese del settore. Delle risorse stanziate, 1,7 miliardi di euro andranno alle strutture ricettive, agli alberghi, agli stabilimenti balneari, ai parchi tematici, ai porti turistici, alle fiere e ai congressi e agli agriturismi. Le opere da realizzare riguardano in particolare l’efficientamento energetico e la riqualificazione.

Superbonus 80% turismo, quali sono le opere che danno diritto al credito di imposta?

Il superbonus 80% è ottenibile sotto forma di credito di imposta. Le spese da sostenere per ottenere il contributo riguardano, oltre all’efficientamento energetico, la riqualificazione e la ristrutturazione edilizia, anche:

  • la realizzazione di strutture attinenti l’attività, come le piscine termali e le relative attrezzature;
  • lavori per eliminare le barriere architettoniche;
  • spese di digitalizzazione;
  • costi sostenuti per la manutenzione straordinaria;
  • opere di conservazione;
  • messa in sicurezza anti-sismica.

Contributi a fondo perduto per il turismo, in cosa consistono?

Non c’è solo il superbonus 80% per gli operatori del turismo. Sono previsti, infatti, anche aiuti a fondo perduto dell’importo che può arrivare a 40 mila euro. Gli aiuti possono essere aumentati di ulteriori 30 mila euro se sono previsti interventi di digitalizzazione e di innovazione energetica e tecnologica per almeno il 15% dell’importo dell’intervento. Ulteriori 20 mila euro possono essere concessi (oltre ai 40 mila euro) alle imprese femminili e ai giovani fino a 35 anni di età. Per le imprese con sede nelle regioni del Sud Italia, l’incremento del fondo perduto è di 10 mila euro.

Superbonus 80% e aiuti a fondo perduto, da quando si potranno presentare le domande?

Le due misure, il superbonus 80% e gli aiuti a fondo perduto per il turismo, sono cumulabili. Ma non bisogna andare oltre i costi sostenuti. Il solo fondo perduto non può superare l’importo di 100 mila euro. E il superbonus 80% non può essere cumulato con altri aiuti dell’edilizia. L’assegnazione delle risorse avviene attraverso un metodo che garantisce l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Occorrerà attendere l’avviso del ministero del Turismo entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto approvato nella giornata di ieri.

Come utilizzare il credito di imposta degli aiuti al turismo?

Il credito di imposta derivante dagli aiuti contenuti nel pacchetto del decreto Pnrr al turismo può essere utilizzato sia in compensazione che essere ceduto. Nel caso della cessione del credito di imposta, l’operazione può avvenire anche solo in parte. Tra i terzi verso i quali cedere il credito, figurano anche le banche e gli intermediari finanziari.

Aiuti al turismo, risorse al Fondo per le piccole e medie imprese del settore

Tra le risorse stanziate dal governo con il pacchetto del turismo, figurano aiuti anche alle Pmi con il rafforzamento del relativo fondo. Infatti, 358 milioni di euro sono stati assegnati al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sia per rafforzare la competitività delle aziende già attive che per lanciare l’attività delle nascenti imprese. Obiettivi del Fondo sono la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica.

Finanziamenti Simest Pmi e fondo perduto: ecco come presentare domanda dal 28 ottobre 2021

Dal 28 ottobre prossimo le piccole e medie imprese potranno inviare la domanda per i finanziamenti Simest. Si tratta di tre tipologie di aiuti destinati alla transizione digitale ed ecologica delle Pmi, al commercio elettronico e alla partecipazione a fiere e mostre. Inoltre, le imprese saranno supportate anche contributi a fondo perduto assicurati dal nuovo fondo 394.

Quali imprese possono presentare domanda dei finanziamenti Simest?

I finanziamenti Simest sono destinati in via esclusiva alle imprese di medie e piccole dimensioni. Ciascuna impresa può presentare un’unica domanda di finanziamento. Per i finanziamenti Simest il governo ha stanziato 1,2 miliardi di euro dei quali 400 milioni sono inerenti alla quota di cofinanziamento a fondo perduto. Si può dunque presentare domanda fino all’esaurimento delle risorse stanziate.

Quali sono le tipologie di finanziamento Simest?

È possibile presentare domanda per uno dei tre finanziamenti Simest.  Per il finanziamento relativo alla transizione ecologica e digitale delle piccole e medie imprese è necessario che le società richiedenti siano costituite nella forma di società di capitali. Il fatturato relativo all’export nell’ultimo anno deve essere pari ad almeno il 10% del totale (altrimenti del 20% dell’ultimo biennio). Le condizioni applicate al finanziamento agevolato consistono:

  • nel tasso dello 0,055% all’anno;
  • una quota di finanziamento a fondo perduto che può arrivare al 25%.

Finanziamenti Simest per la transizione ecologica e digitale: quali investimenti si possono fare?

Gli investimenti da effettuare dovranno essere in linea con la transizione ecologica e digitale. La durata del finanziamento è di sei anni, con due di pre-ammortamento. L’importo finanziabile massimo è di 300 mila euro. In ogni caso, l’importo del finanziamento non può essere superiore al 25% dei ricavi medi degli ultimi 2 bilanci dell’azienda richiedente.

Simest, quali caratteristiche hanno i finanziamenti per l’e-commerce?

I finanziamenti Simest per le piccole e medie imprese che svolgono e-commerce riguardano i seguenti obiettivi:

  • creazione o miglioramento della piattaforma utilizzata per il commercio elettronico (finanziamento da 10 mila a 300 mila euro);
  • accesso alla piattaforma di terzi per commercializzare servizi o beni prodotti in Italia o con marchio italiano (finanziamento fino a 200 mila euro).

L’importo finanziabile, in ogni caso, non può superare il 15% dei ricavi degli ultimi 2 bilanci. La durata del finanziamento è di quattro anni con uno di pre-ammortamento.

Simest, in cosa consistono i finanziamenti per mostre e fiere?

Nell’ambito delle mostre e delle fiere, le piccole e medie imprese possono ottenere finanziamenti Simest agevolati per la partecipazione a un evento singolo internazionale. L’evento può essere una mostra, una fiera, una missione imprenditoriale o di sistema e può essere anche virtuale. Tra le spese ammissibili, il 30% dell’importo richiesto deve essere destinato alle spese digitali dell’evento. Il massimo ottenibile è di 150 mila euro entro il 15% dei ricavi medi degli ultimi 2 bilanci. La durata del finanziamento è di quattro anni, con uno di pre-ammortamento.

Come si presenta la domanda per i finanziamenti Simest?

Per presentare domanda dei finanziamenti è necessario collegasi alla piattaforma dedicata accessibile dal portale Simest. La domanda consiste nella compilazione e nella sottomissione del modello di domanda. È necessaria la firma digitale. Già a partire dal 21 ottobre scorso è il sito Simest ha messo a disposizione la piattaforma per compilare una pre-domanda (che non dà comunque diritto a preferenze nell’assegnazione dei fondi). La domanda vera e propria può essere presentata a partire dalle ore 9:30 di giovedì 28 ottobre 2021.

Principali informazioni sulla domanda finanziamenti Simest

Saranno tre i modelli di domanda a seconda dell’ambito di finanziamento oggetto di richiesta:

  • transizione digitale ed ecologica delle Pmi con vocazione internazionale;
  • sviluppo del commercio elettronico per le Pmi in Paesi esteri (e-commerce);
  • Partecipazione di Pmi a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, e missioni di sistema.

Nel caso in cui l’impresa crei una prima bozza di domanda, l’eventuale creazione di una nuova sostituisce la precedente.

Finanziamenti Simest: come considerare i bilanci da produrre?

Ai fini della presentazione della domanda, è necessario prestare particolare attenzione ai bilanci. Infatti, è necessario accertarsi di aver depositato il Bilancio civilistico 2020 e verificare che la Camera di commercio competente lo abbia messo a disposizione affinché i dati possano essere acquisiti dal portale. È in ogni modo necessario caricare il Bilancio civilistico 2020 comprensivo del certificato di deposito nella sezione dedicata prima di inoltrare la domanda.

Avvertenze nella compilazione della domanda Simest: la firma digitale

Nella domanda, inoltre, dovrà essere indicato il conto corrente dedicato alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Si deve allegare anche il relativo contratto di apertura del conto. Inoltre, è necessaria la firma digitale del legale rappresentante. Ulteriori chiarimenti riguardano:

  • l’utilizzo del browser Chrome per la compilazione della domanda;
  • di non rinominare il file pdf scaricato prima dell’apposizione della firma digitale;
  • è importante firmare sempre l’ultima copia scaricata;
  • trasmettere i file pdf a mezzo mail (in caso di necessità) tramite la cartella zip.

Finanziamenti Simest per le Pmi del Sud Italia: informazioni sulla sede

Sono previste risorse dedicate alle regioni del Sud Italia. In particolare, il 40% delle risorse del nuovo fondo 394 è destinato alle piccole e medie imprese che hanno almeno una sede operativa in Abruzzo, Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise o Campania). La quota del cofinanziamento a fondo perduto sale al 40%.  Nella presentazione della domanda è necessario indicare la sede operativa al Sud dell’impresa richiedente, attiva da non meno di sei mesi.

Altre informazioni sull’impresa che richiede i finanziamenti Simest

Ulteriori informazioni dell’azienda che richieda i finanziamenti Simest riguardano: il nome, il cognome, la data e il comune di nascita, il codice fiscale del titolare o dei titolari effettivo/i della piccola e media impresa richiedente. Affinché la dimanda possa procedere alla fase dell’istruttoria, l’istanza deve essere inviata completa e devono essere soddisfatti i parametri di ammissibilità.

Fondo perduto per le Pmi, 6 bandi aperti per gli aiuti alle imprese della Lombardia

In arrivo, già dai prossimi giorni, un pacchetto di misure di finanziamenti e di fondo perduto per le imprese e i liberi professionisti della Regione Lombardia. Le nuove iniziative della Regione a favore degli imprenditori lombardi vale 460 milioni di euro. Già nei prossimi giorni è possibile presentare domanda, ma per il contributo a fondo perduto per tutti i settori economici la scadenza è quella del 29 ottobre 2021.

Finanziamenti alle imprese, Attilio Fontana: ‘Lombardia locomotiva del Paese’

A presentare il nuovo pacchetto di finanziamenti e di fondo perduto alle imprese è stato il presidente della Regione Attilio Fontana e Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico. Le misure andranno nella direzione della ripresa economica della regione dopo la fase più dura della pandemia. “Ci sono tutte le condizioni affinché le capacità, il dinamismo e la creatività del popolo lombardo continueranno a fare della Lombardia la versa locomotiva del Paese, tra le più importanti dell’intera Europa”, ha detto il presidente regionale.

Finanziamenti alle Pmi, quali sono le imprese interessate?

In tutto, sono sei le misure a sostegno delle imprese che la Regione Lombardia ha messo in campo per la ripresa economica. Ci sono fondi anche per le nuove attività, per i liberi professionisti, le imprese artigiane, quelle che investono nel digitale e nel green. Non mancano fondi perduti per particolari settori economici, particolarmente danneggiati dell’emergenza sanitaria, come la ristorazione, i matrimoni, l’abbigliamento e le calzature.

Bando Investimenti per la ripresa, dal 25 ottobre riapertura bando del contributo a fondo perduto

Entrando nello specifico delle misure, la prima riguarda il piano “Investimenti per la ripresa“.  Lunedì 25 ottobre verrà riaperto alle ore 12:00 lo sportello “Linea A”, quello riguardante gli artigiani e, unicamente per le Aree Interne, anche le imprese che offrono servizi di ristorazione e di alloggio. La dotazione complessiva è di 15,5 milioni di euro. Si tratta di un contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili, ovvero quelle sostenute nell’ambito della transizione digitale, della transizione green e della sicurezza sul lavoro (anche in ambito di emergenza sanitaria). Il massimo di contributo è pari a 40 mila euro e sono ammissibili spese per un importo minimo di 15 mila euro. Il bando è reperibile nella sezione “Bandi” del sito della Regione Lombardia.

Bando in scadenza per le micro, piccole e medie imprese di tutti i settori

È in scadenza il bando Si 4.0 2021 destinato a soluzioni, prodotti e servizi innovativi di Impresa 4.0. Si tratta di un fondo a favore delle micro, piccole e medie imprese per 1,8 milioni di euro totali. Il contributo a fondo perduto previsto è al massimo del 50% delle spese ammissibili. Le domande possono essere presentate fino alle ore 12:00 del 29 ottobre 2021. 

Sostegno al credito con fondo perduto: il bando per le imprese ‘Credito Adesso Evolution’

Il bando con maggiori risorse per le imprese è quello relativo al “Credito Adesso Evolution“. In tutto la dote finanziaria del fondo ammonta a 324 milioni di euro e coinvolge anche i liberi professionisti e gli studi associati, oltre alle micro, piccole e medie imprese e alle imprese fino a 3.000 dipendenti. Si tratta di un contributo regionale volto ad abbattere i tassi di interesse con un contributo a fondo perduto dell’importo massimo di 70 mila euro e pertanto di accesso al credito e alla liquidità in tempi brevi. La domanda può essere presentata fino all’esaurimento della dotazione finanziaria.

Fondo Arest per il sostegno alle nuove attività economiche e a quelle già esistenti

Altri 75 milioni di euro sono riservati dall’Accordo di rilancio economico, sociale e territoriale (Fondo Arest). Le risorse vanno ai comuni, alle comunità mondane e alle province per un cofinanziamento del 50% dell’investimento ammissibile da parte delle imprese. Si tratta, in questo caso, di programmi di rilancio che includono la realizzazione di opere infrastrutturali e di servizi che permettano un più agevole insediamento delle nuove attività economico. Ma il fondo prevede anche il sostegno delle attività già presenti sul territorio. Il tetto per ciascuna impresa è di 2 milioni di euro e il valore minimo della proposta è fissato a 500 mila euro. La domanda può essere presentata dalle ore 12:00 di lunedì 25 ottobre 2021.

Fondo ‘Confidiamo nella ripresa’, fondo perduto del 10%

Alle piccole e medie impresse più colpite dall’emergenza sanitaria ed economica è riservato anche il fondo “Confidiamo nella ripresa“. In tutto 60 milioni di euro soprattutto per le attività di commercio al dettaglio di calzature e abbigliamento, di ristorazione, di attività sportive, di eventi privati e matrimoni. Gli aiuti andranno anche ai locali da ballo e alle discoteche. Si tratta di un finanziamento a medio termine con risorse dei Confidi sostenute dalla garanzia regionale fino al 100% del finanziamento. Il limite massimo del finanziamento è di 20 mila euro ed è previsto un fondo perduto del 10% sul valore di quanto ricevuto. Il bando è in approvazione e l’avviso sarà pubblicato dalla Regione Lombardia presumibilmente entro il 15 novembre.

Con il fondo ‘Nuova impresa’ aiuti da Regione e Camere di commercio alle Mpmi e autoimprenditorialità

Per le micro, piccole e medie imprese del commercio, del terziario, del manifatturiero e per gli artigiani è previsto anche il Fondo “Nuova impresa” con una dote di 4 milioni di euro. Sono previsti finanziamenti anche per l’autoimprenditorialità come occasione per ricollocarsi nel mondo del lavoro. Il fondo, promosso dalla Regione insieme alle Camere di commercio, prevede l’erogazione, in un’unica rata, di un contributo a fondo perduto sulle spese ammissibile. Il contributo può arrivare fino al 50% nel limite dei 10 mila euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal 1° dicembre 2021 dalle ore 14:30.

Contributi a fondo perduto nel turismo, in arrivo pacchetto di misure per 1,7 miliardi

Contributi a fondo perduto, superbonus, fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. È in arrivo un pacchetto di misure per gli operatori del turismo per 1,7 miliardi di euro dal Pnrr. Le misure dovrebbero entrare in vigore già prima del 31 dicembre 2021. Per fare in fretta, nei prossimi giorni il governo dovrebbe varare il decreto Pnrr destinato agli operatori di alberghi, stabilimenti balneari, imprese femminili e aziende gestite da giovani. L’obiettivo è la riqualificazione di circa 3500 strutture nei prossimi quattro anni.

Dai contributi a fondo perduto al credito di imposta, quali sono le misure attese per il turismo

Nel pacchetto di misure attese per il turismo dovrebbero rientrare:

  • il superbonus fino all’80% per la riqualificazione di alberghi, strutture ricettive e stabilimenti balneari;
  • un fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, comprese misure per l’imprenditoria femminile e per i giovani fino a 35 anni;
  • un fondo di rotazione a garanzia degli investimenti nel settore;
  • contributi alle attività del Sud Italia;
  • una tax credit consistente nel credito di imposta per agenzie di viaggi e tour operator.

Misure per il turismo: il superbonus 80%

Una delle misure più attese è il superbonus 80% per le imprese del settore. Dovrebbero rientrare tra i beneficiari gli alberghi, le terme e gli stabilimenti balneari, gli agriturismi, i porti turistici, i congressi e le fiere, i parchi a tema. Il superbonus 80% dovrebbe essere applicato al rinnovamento delle strutture dal punto di vista dell’efficienza energetica e della riqualificazione per le barriere architettoniche e lavori antisismici.

Chi può accedere al superbonus 80% turismo?

I lavori ammessi al superbonus 80% dovranno essere effettuati e conclusi entro la fine del 2024. Tuttavia, il superbonus potrebbe finanziare anche interventi già svolti e terminati prima dell’entrata in vigore del decreto Pnrr, purché l’inizio dei lavori sia avvenuto a partire da febbraio 2020.

Come si può utilizzare il superbonus 80% con il credito di imposta?

Il superbonus 80% per i lavori effettuati su strutture turistiche potrà essere usato come credito di imposta destinato a coprire contributi e tasse. Il limite temporale di utilizzo dovrebbe essere l’anno di imposta 2025. Il credito di imposta potrà essere anche ceduto a soggetti terzi.

Fondo perduto per le imprese turistiche

I contributi a fondo perduto per le imprese del turismo dovrebbe arrivare a un importo limite di 40 mila euro. A questi dovrebbero aggiungersi ulteriori 30 mila euro se le spese per la digitalizzazione e per l’innovazione tecnologica dovessero ammontare ad almeno il 15% dell’intero intervento previsto per la struttura. Ulteriori incrementi sono previsti per le imprese gestite da giovani under 35 o da donne (20 mila euro aggiuntivi di fondo perduto). Per le imprese operati nelle regioni del Sud Italia l’incremento si attesterebbe a 10 mila euro. L’importo massimo spettante per ciascuna impresa è pari a 100 mila euro. Il contributo verrà erogato solo al completamento degli interventi, con un anticipo massimo del 30% di quanto previsto.

Turismo, atteso il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese

Il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese del turismo dovrebbe supportare oltre 24 mila investimenti. Il totale delle garanzie dovrebbe attestarsi intorno ai 2,7 miliardi di euro con un accantonamento presunto di 358 milioni di euro. Le categorie riservate sono, anche per questo strumento, le imprese operanti nel Sud Italia e quelle gestite da donne o da giovani.

Fondo di rotazione: garanzia del 35% delle spese ammissibili per digitalizzazione e riqualificazione

Un ulteriore strumento di garanzia per gli investimenti fatti nel settore del turismo sarà il fondo di rotazione. È prevista la garanzia delle spese ammissibili del 35%. Per il fondo verranno stanziati 40 milioni di euro nel prossimo anno e 50 milioni negli anni susseguenti. Gli interventi ammessi sono soprattutto quelli di digitalizzazione e di riqualificazione energetica.

Aiuti al turismo, la tax credit ai tour operator

Per i tour operator e le agenzie di viaggi è prevista la tax credit. Si tratta di un credito di imposta a copertura delle spese per la digitalizzazione dei servizi. Si può arrivare al 50% del credito di imposta sulle spese sostenute e ammissibili, fino al tetto massimo di 25 mila euro. Tra i lavori ammessi al credito di imposta risultano l’acquisto di siti web e la gestione delle prenotazioni di pernottamenti attraverso la digitalizzazione dei servizi stessi. Il fondo godrà di uno stanziamento di 98 milioni di euro da assegnare agli anni dal 2022 al 2025.

Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze

Diverse volte nel trattare argomenti inerenti le imprese e in particolare obblighi, aiuti, agevolazioni, si è visto che la normativa di riferimento ha come soggetto destinatario Micro, Piccola, Media Impresa (PMI), mentre imprese di grandi dimensioni sono destinatarie di norme diverse, a questo punto è bene cercare di delineare le differenze e soprattutto i confini tra queste varie forme.

Definizione di Micro, Piccola e Media Impresa

La disciplina che definisce le varie tipologie di imprese è prevista dall’Unione Europea e in particolare dalla Raccomandazione UE n. 2003/361/CE che è stata recepita con il decreto del Ministero delle Attività Produttive del 18 aprile 2005 .

L’Unione Europea definisce come impresa ogni entità che svolge un’attività economica, quindi rientrano tra le imprese gli artigiani, le attività commerciali, ditte individuali, associazioni che svolgono attività economica.

Le differenze tra Micro, Piccole, Medie e Grandi Imprese vengono fatte avendo in considerazione 3 parametri, cioè il numero dei dipendenti, il fatturato dell’esercizio e il totale attivo del bilancio che rappresenta l’insieme degli averi di un’impresa.

In base all’articolo 2 del decreto ministeriale che recepisce la Raccomandazione dell’Unione Europea:

  • possono essere definite Micro Imprese quelle che hanno meno di 10 occupati e un fatturato annuo, o un totale di bilancio, inferiore a 2 milioni di euro;
  • sono definite Piccole Imprese quelle che hanno meno di 50 occupati e un fatturato annuo o totale di bilancio non superiore a 10 milioni di euro;
  • sono invece definite Medie Imprese quelle che hanno meno di 250 occupati e un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio attivo inferiore a 43 milioni di euro.

Come devono essere valutati i requisiti

I requisiti visti non devono essere alternativi ma cumulativi cioè devono coesistere, quindi se un’impresa ha 11 dipendenti, ma un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro, comunque ricade nella piccola e non nella micro impresa. Lo stesso discorso può essere fatto per un’impresa che ha 48 dipendenti ( quindi ricadrebbe nelle piccole imprese), ma un fatturato di 11 milioni di euro che deve quindi essere considerata media impresa e non piccola.

Il decreto precisa anche la natura degli elementi da considerate. Per occupati infatti si intende coloro che hanno un rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato o un contratto che comunque delinea un vincolo di dipendenza. Ad esempio i collaboratori occasionali non fanno parte degli occupati. Per fatturato invece si intende l’importo netto del volume di affari che comprende i proventi di vendite e prestazioni di servizio diminuiti dell’IVA e delle altre imposte connesse al volume di affari. Il bilancio comprende invece anche il patrimonio dell’impresa.

Si è visto che in alcuni casi le imprese non sono tenute alla redazione del bilancio, oppure per le attività di nuova costituzione non sono ancora disponibili tali dati, in questo caso per ricavare la qualificazione dell’impresa si fa riferimento esclusivamente al numero dei dipendenti. Ad esempio coloro che hanno scelto il regime forfettario non hanno l’obbligo di tenuta delle scritture contabili.

Associazioni di imprese e imprese collegate

In caso di associazioni di imprese per determinare la categoria entro la quale deve essere inserita l’impresa, si deve fare riferimento al fatturato aumentato della percentuale in cui l’impresa stessa partecipa alla associata.

Differente è il trattamento per le imprese collegate, in questo caso infatti c’è un’impresa che ha un ruolo dominante all’interno dell’altra, ad esempio attraverso la maggioranza dei voti in assemblea, in questi casi se le due imprese collegate non redigono il bilancio consolidato, per determinare la categoria di un’impresa devono essere sommati i risultati di entrambe.

La distinzione fatta tra Micro, Piccole, Medie Imprese e imprese di grandi dimensioni è importante per alcuni auiuti, ad esempio per le agevolazioni previste nella Nuova Legge Sabatini 

Diverso è invece il caso degli aiuti de minimis che possono essere erogati a imprese di qualunque dimensioni.

Bonus banda larga Pmi fino a 2500 euro: ecco da quando si prevede la fase di avvio delle domande

Emergono novità sul bonus della banda larga a favore delle piccole e medie imprese. Sono in arrivo i fondi per assicurare i voucher da 300 a 2500 euro alle Pmi e avviare la “fase 2” (la fase 1 era partita con l’adesione delle famiglie con Isee fino a 20 mila euro) del piano che assicurerà alle aziende la connettività ultralarga. Già il secondo governo Conte aveva previsto di far partire il voucher a inizio del 2021.

Voucher banda ultra larga per le Pmi, quando potrebbe partire?

Con ritardo, tuttavia, il piano di connettività delle Pmi potrebbe partire già entro fine anno o, al massimo, nei primi mesi del 2022. Ancora in stand by, invece, la parte del piano relative alle famiglie dopo una prima fase che ha visto l’utilizzo di circa la metà dei 320 milioni messi a disposizione.

Bonus per alta connettività delle imprese, a quanto ammontano i fondi a disposizione?

Dunque, nell’immediato, il bonus banda larga coinvolgerà le piccole e medie imprese. I fondi in arrivo dalla Commissione europea per la quota imprese ammontano alla cifra di 515 milioni e 800 mila euro. Fondi che la Commissione stessa ha assicurato all’Italia già dallo scorso agosto. E il governo Draghi sta accelerando sui tempi di partenza del bonus che assicurerà alle imprese un voucher tra i 300 e i 2500 euro. A occuparsi dell’attuazione del piano è il Comitato interministeriale per la banda ultralarga.

Connessione ultraveloce, si cerca di partire tra novembre e dicembre 2021

Ad oggi, l’organo governativo ha quindi dato il via alle operazioni preparatorie della fase 2 della banda ultralarga alle imprese. E, tra gli operatori del settore rappresentati da Asstel, c’è ottimismo che la partenza del bonus banda larga e, dunque, delle nuove installazioni della connessione ultraveloce a internet possa essere avviata già nell’ultimo periodo del 2021, cercando di fare in fretta per recuperare i mesi perduti dell’anno.

Chi può richiedere il bonus banda ultralarga e quali sono gli importi dei voucher

Il bonus banda ultralarga, in questa fase iniziale, avrà come imprese beneficiarie le piccole e medie realtà italiane. Ovvero le imprese che hanno fino a 250 dipendenti. Caratteristica della velocità di connessione internet è quella di avere un minimo di prestazioni di 30 megabit per secondo fino ad arrivare a velocità che superano un gigabit per secondo. Il valore del bonus, da 300 a 2500 euro, varia in base alla prestazione e alle dimensioni delle aziende.

Tre fasce del bonus banda larga delle piccole e medie imprese

Pertanto, alle imprese andranno bonus suddivisi in tre fasce di importo nel quale rientra il costo di attivazione. I destinatari della prima fascia (per dimensioni e prestazioni) avranno un voucher di 300 euro; il bonus della seconda fascia è pari a 1000 euro e quello della terza fascia è dell’importo di 2500 euro. Per la seconda e la terza fascia sono inclusi fino a 500 euro del costo di attivazione.

Bonus Pmi per connettività veloci, si cerca di evitare gli errori fatti con le famiglie

Il governo di Mario Draghi avrebbe messo in preventivo che la fase 2 dovrebbe partire approssimativamente tra novembre e dicembre 2021. Nel frattempo, le imprese di telecomunicazione avrebbero richiesto del tempo per prendere in esame il decreto del bonus banda ultralarga prima di essere approvato in via definitiva e in concomitanza con l’esame della Commissione europea. La presa visione delle imprese telco sarebbe stata richiesta per evitare gli errori che si sono verificati nella “fase 1” dei voucher, partita un anno fa, con beneficiari le famiglie.

Bonus banda larga famiglie, finora adesione alla metà dei fondi a disposizione

Infatti, la fase 1 era stata riservata alle famiglie che volessero beneficiare della banda ultralarga. I voucher, attivi dal 9 novembre 2020, hanno fatto registrare un’adesione parziale dei nuclei che, peraltro, erano stati incentivati anche mediante l’acquisto di un personal computer o di un tablet. Il requisito per ottenere il voucher delle famiglie è avere l’Isee non superiore ai 20 mila euro.

Voucher banda larga famiglie, quando riprenderà la possibilità di richiedere il bonus?

Gli ultimi dati sui voucher delle famiglie relativi al bonus delle connessioni a banda larga risalgono a ieri: sono stati attivati 187 mila voucher per un totale di oltre 91 milioni di euro e circa 8 milioni in fase di prenotazione. L’adesione ha impegnato finora la metà delle risorse messe in campo dal governo per le famiglie. Per questa ragione una quota dei fondi è stata messa in stand by in attesa del completamento della fase 2 delle Pmi. Alla ripresa, il requisito Isee delle famiglie verrà innalzato a 50 mila euro.