Bandi Pnrr Ricerca e Università per le imprese: ecco quelli in uscita nel 2021 e 2022

Già in uscita i bandi per la Ricerca e l’Università dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Nell’ultima parte del 2021 sono attesi quattro avvisi per uno stanziamento di fondi pari a 4,5 miliardi di euro. Il cronoprogramma dei bandi segnerà ulteriori date di uscita nel corso di tutto il 2022.

Bandi Ricerca e Università Pnrr, perché interessano le imprese del privato?

I bandi della Ricerca e dell’Università che usciranno nell’ambito degli interventi del Pnrr saranno aperti a soggetti pubblici e privati. Il che significa che le imprese potranno agire in partenariato con i soggetti pubblici nella realizzazione dei progetti previsti dai bandi stessi. Si tratta di una sinergia tra settore pubblico e imprese del privato che punta a una ricaduta, anche se non diretta, sulle realtà aziendali. La stima è di 45-50 progetti che includeranno la partecipazione delle imprese private.

Come possono partecipare le imprese privati ai bandi del Pnrr Ricerca e Università?

La modalità con la quale le imprese saranno chiamate a partecipare ai bandi in uscita su Ricerca e Università saranno diverse a seconda del tipo di intervento. Per i bandi che prevedano la realizzazione delle infrastrutture di ricerca, le imprese potranno unirsi in consorzi. In quelli inerenti l’innovazione l’obiettivo è, invece, quello di costituire dei poli nei quali le aziende possano partecipare alle attività di ricerca insieme alle università e ai centri di ricerca stessa. Il contributo che le imprese daranno agli ambiti potrà essere finanziato fino al 49% dei costi di esercizio, compresi quelli del personale.

Bandi in arrivo di Ricerca e Università del Piano nazionale di ripresa e di resilienza: quali a dicembre 2021?

Dei bandi in uscita a dicembre sulla Ricerca e Università, quello più corposo riguarda la misura M4 C2 dei centri nazionali. L’importo totale delle risorse messe in campo dal Pnrr è di 1,6 miliardi di euro. Le imprese potranno partecipare in partenariato con enti pubblici e con atenei. Cinque sono gli ambiti di intervento di questa misura:

  • la simulazione, il calcolo e l’analisi dei dati ad alte prestazioni;
  • l’agritech;
  • lo sviluppo della terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna;
  • la mobilità sostenibile;
  • la biodiversità.

Bandi in uscita a dicembre su ecosistemi, infrastrutture, Ricerca e innovazione nell’ambito del Pnrr

Il secondo bando del Pnrr relativo all’ambito della Ricerca e dell’Università è quello relativo alla misura M4 C2 denominata “Ecosistemi innovazione“. In tutto le risorse stanziate dal Pnrr sono pari a 1,3 miliardi di euro. Il bando mirerà alla creazione di 12 nuovi ecosistemi italiani. Il terzo bando, rientrante nella misura M4 C4, riguarderà le infrastrutture di ricerca per 1,08 miliardi di euro. Infine, l’ultimo bando di dicembre 2021 sarà quello delle innovazioni (misura M4 C2) per 500 milioni di euro. Per questi ultimi due bandi è prevista la creazione di circa 30 nuove infrastrutture.

Obiettivo parità di genere nei bandi Ricerca e Università di dicembre 2021

Tra gli obiettivi dichiarati dei bandi in uscita a dicembre 2021 sulla Ricerca e sull’Università vi è quello della parità di genere. Il 40% delle misure spetterà, infatti, alle ricercatrici. Gli stessi enti che si candideranno dovranno adottare un programma di azioni per valorizzare la parità di genere.

Bando per gli alloggi degli studenti: i bandi in arrivo

Nell’ambito del diritto allo studio arriverà anche un bando per il potenziamento degli alloggi per gli studenti. Si tratta di un bando ibrido, cioè finanziato in parte con programmi europei e in parte con risorse dello Stato italiano. In tutto le risorse che verranno stanziate per gli alloggi degli studenti sono pari a 407 milioni di euro.

Bandi Università e Ricerca con partecipazione delle imprese: quali quelli previsti per il 2022 dal Pnrr?

Il cronoprogramma della Ricerca e dell’Università previsto per il 2022 nell’ambito degli interventi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza rimanda a marzo prossimo l’uscita di due bandi per un valore totale di circa 1,75 miliardi di euro. Nel dettaglio, si tratta della misura M4 C2 dei “Partenariati estesi” per 1,61 miliardi di euro nella quale i privati dovranno avviare, in partenariato con gli enti pubblici, almeno 10 dei 16 progetti previsti.

Quali sono gli ambiti di intervento del Pnrr con il bando Partenariati estesi?

Nel dettaglio, il bando relativo ai Partenariati estesi del Pnrr tratterà gli ambiti elencati:

  • l’intelligenza artificiale;
  • i rischi ambientali, naturali e antropici;
  • gli scenari energetici del futuro;
  • la cultura umanistica e il patrimonio culturale;
  • le scienze e le tecnologie quantistiche;
  • la cybersecurity;
  • la diagnostica e le terapie innovative della medicina di precisione;
  • le conseguenze e le sfide dell’invecchiamento;
  • le nuove tecnologie e la tutela dei diritti;
  • i modelli per l’alimentazione sostenibile;
  • la sostenibilità economica e finanziaria dei sistemi e dei territori;
  • le neuroscienze e la neurofarmacologia;
  • il Made in Italy circolare e sostenibile;
  • le telecomunicazioni del futuro;
  • le malattie infettive emergenti;
  • le attività spaziali.

Gli altri bandi del Pnrr Ricerca e Università previsti per il 2022

Sempre a marzo è prevista l’uscita del bando del Pnrr Ricerca e Università inerente i dottorati nella Pubblica amministrazione e nei beni culturali. La misura prevista è quella relativa alla M4 Ci inerente “Phd per Ricerca, Pa e patrimonio culturale” che stanzierà 144 milioni di euro. A maggio uscirà il bando della misura M4 C2 “Phd innovativi per l’impresa“, con uno stanziamento di 200 milioni di euro. Si tratta essenzialmente di dottorati di ricerca innovativi. Oltre 173 milioni di euro verranno stanziati a giugno 2022 per il bando del Fondo Italiano Scienza (Fis).

Bandi di dicembre 2022 del Pnrr Ricerca e Università

Alla fine del 2022 sono previsti bandi che andranno soprattutto a favore di studenti e giovani ricercatori. Tra un anno, infatti, è atteso il bando Prin (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) per complessivi 368 milioni di euro. Nello stesso mese usciranno i bandi per gli alloggi degli studenti (misura M4 C1) per 660 milioni di euro e il bando dei progetti presentati da giovani ricercatori (misura M4 C2) per complessivi 600 milioni di euro.

Finanziamenti imprese: il quadro completo dei fondi a disposizione del Pnrr

Oltre 40 miliardi di euro corrispondono alle risorse stanziate dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) a favore dei finanziamenti delle imprese. In tutto, secondo la ricostruzione delle linee programmatiche della Ragioneria Generale dello Stato, sono 27 gli ambiti di intervento a favore delle imprese, ognuna delle quali stanzia risorse a seconda delle missioni.

Struttura del Pnrr per grandi aree di intervento: 5 le ‘missioni’ per le imprese

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è infatti strutturato per missioni. Si tratta di sei ambiti di intervento nei quali sono organizzate e strutturate le risposte alle sfide secondo grandi obiettivi e aree. Le missioni, a loro volta, sono organizzate in “cluster” che raggruppano singoli progetti coerenti tra loro. Interessanti per le imprese sono le prime 5 missioni del Pnrr, a esclusione della sesta relativa all’ambito della “Salute”.

Missione 1 del Pnrr per le imprese: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

La Missione 1 del Pnrr riguarda la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo. Per l’intera missione sono stati stanziati dal Pnrr 24,81 miliardi di euro. Nell’ambito della missione la parte più corposa è inerente la Transizione 4.0, con 13,38 miliardi di euro stanziati. A seguire 6,71 miliardi di euro sono stati disposti per le Reti ultraveloci (banda ultra larga e 5G); 1,79 miliardi per i Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche.

Pnrr, i fondi minori per la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese

Inoltre, per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo del Pnrr, 1,20 miliardi sono stati stanziati per il rifinanziamento e la ridefinizione del Fondo 394/81 in gestione a cura del Simest; 750 milioni di euro per la competitività e resilienza delle filiere produttive; 500 milioni per l’ambito Caput Mundi Nge per grandi eventi turistici; 340 milioni per l’innovazione e la tecnologia della microelettronica; 110 milioni per l’Hub digitale del turismo; 30 milioni per gli investimenti nel Sistema della proprietà intellettuale.

Missione 2 di rivoluzione verde e transizione ecologica delle imprese nel Pnrr

La Missione 2 del Pnrr assegna alle imprese risorse per 5,15 miliardi di euro. Si tratta del macro obiettivo da raggiungere della rivoluzione verde e della transizione ecologica. La parte più cospicua dei fondi sono a favore del Parco Agricolare per 1,5 miliardi di euro, seguita dagli 800 milioni per lo Sviluppo della logistica per i settori agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, la floricoltura e il vivaismo.

Missione 2 Pnrr, le risorse minori destinate alle imprese di gestione rifiuti e meccanizzazione agricola

Un altro miliardo e mezzo andrà alla realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento degli impianti già esistenti. A seguire, 600 milioni andranno ai progetti dell’economia circolare; 500 milioni all’Innovazione e alla meccanizzazione del settore agricolo e alimentare; 250 milioni per il supporto e start up e venture capital che risultino attivi nella transizione ecologica.

Missione 3 del Pnrr: gli investimenti per le imprese operanti nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile

La missione 3 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza concerne gli investimenti per la mobilità sostenibile. In questo ambito, la digitalizzazione della catena logistica porterà all’assegnazione di fondi per 250 milioni di euro. Le risorse andranno a favore di imprese attive nei servizi di logistica attraverso contributi da assegnare per i servizi tecnologici.

Missione 4 del Pnrr: l’Istruzione e la Ricerca delle imprese

Corposa risulta essere nell’ambito dei finanziamenti alle imprese dal Pnrr la missione 4, relativa all’Istruzione e alla Ricerca. In tutto saranno 10,22 i miliardi di euro messi a disposizione dei due macrosettori che investono sia nell’Università, che nei centri di ricerca. Ma nei finanziamenti rientrano le imprese attive nei vari ambiti. Il cluster con maggiori risorse risulta quello del Fondo per il Programma nazionale della ricerca (Pnr) e per i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin).

Imprese attive nella Ricerca e Istruzione, i finanziamenti in partenariato con soggetti pubblici

A favore delle imprese sono state stanziate risorse per 1,61 miliardi di euro per partecipare a partenariati per portare a termine progetti di ricerca con le Università e i centri di ricerca. Inoltre, 1,60 miliardi andranno al potenziamento delle strutture di ricerca e alla creazione di campioni nazionale in ambito di Ricerca e Sviluppo su determinati ambiti tecnologici.

Istruzione e Ricerca nella Missione 4 del Pnrr, quali finanziamenti per le imprese?

Sempre nell’ambito della Missione 4 del Pnrr, un miliardo e mezzo è destinato è destinato al Fondo Ipcei che è lo strumento agevolativo che supporta le attività svolte dai soggetti italiani coinvolti nella realizzazione degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo. Ulteriori 1,3 miliardi di euro finanzieranno la creazione e il rafforzamento degli ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità.

Istruzione, i progetti relativi agli alloggi per gli studenti, start up e partenariati di Horizon Europe

A seguire, 950 milioni di euro andranno agli alloggi per gli studenti e alla riforma legislativa degli alloggi stessi; 600 milioni per introdurre dottorati innovativi che rispondano ai fabbisogni di innovazione delle realtà aziendali e alla promozione dei ricercatori da parte delle imprese. Altri 350 milioni di euro andranno al potenziamento dei centri di trasferimento tecnologico a favore delle imprese. Trecento milioni finanzieranno le start up e 200 i partenariati con il programma europeo “Horizon Europe“.

Missione 5 del Pnrr, fondi per le imprese a conduzione femminile

Nella Missione 5 del Pnrr al centro degli obiettivi si ritrova la creazione di imprese femminili. In tutto si tratta di 400 milioni di euro.

Cosa devono fare le imprese per ottenere i fondi del Pnrr?

Con la suddivisione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza in ambiti di intervento, l’attesa per le imprese è quella dell’uscita dei relativi bandi. Le imprese potranno concorrere all’assegnazione degli specifici fondi, a seconda anche dell’ambito di attività, anche concorrendo con con soggetti pubblici. In questa ottica, l’ambito che presenterà maggiori opportunità di divenire partner di soggetti pubblici è quello della Missione 4, relativo alla Ricerca e all’Istruzione.

Nuovo Portale per il Reclutamento in PA: oppurtunità per professionisti

Il 23 novembre 2021 il ministro Renato Brunetta ha presentato il nuovo portale per il reclutamento nella Pubblica Amministrazione. Lo stesso ha l’obiettivo di aiutare nel trovare circa 500.000- 600.000 professionisti impegnati nella realizzazione dei progetti legati alle risorse del PNRR. Ecco tutti i dettagli del portale per il reclutamento in PA.

Il fabbisogno per il reclutamento in PA

La prima cosa da sottolineare è che il piano assunzionale reso noto dal Ministro non è approvato dalle associazioni di settore, infatti  Unioncamere ha già dichiarato che per assicurare l’efficienza nella Pubblica Amministrazione, servirebbero almeno 700.000 unità di personale.

Il portale InPA è attivo già dal mese di agosto 2021, l’obiettivo è rendere edotti i professionisti interessati a lavorare con la Pubblica Amministrazione delle opportunità di lavoro presenti, quindi un collegamento ufficiale e veloce tra la Pubblica Amministrazione e chi invece vuole iniziare a lavorare in questo settore che può essere attraente per molti. L’annuncio del Ministro per la Pubblica Amministrazione è inerente la pubblicazione a breve di un bando per il reclutamento di 1000 persone che saranno occupate nelle Regioni in mansioni inerenti la semplificazione di procedure complesse.

Come funzionerà il portale per il reclutamento InPA?

Il portale InPA www.inpagov.it è diviso in due parti, in una sono comprese le normali procedure di selezione tramite concorso ordinario, solitamente i concorsi sono volti al reclutamento di personale a tempo indeterminato. Il Ministro Brunetta ha sottolineato durante la conferenza di presentazione che grazie allo Slocca Concorsi, le procedure svolte hanno una durata inferiore a 100 giorni, in media si tratta di 86 giorni. La seconda parte invece mira al reclutamento di personale impiegato nella realizzazione di progetti del PNRR, in questo caso la ricerca è diretta a professionisti esperti che avranno un contratto a tempo determinato e legato esclusivamente alla realizzazione del progetto stesso.

Nel sito è presente una sezione per la registrazione, una volta registrati si può compilare il proprio curriculum. Non solo, infatti sono stati creati dei collegamenti con piattaforme come LinkedIn e con associazioni di professionisti. Grazie all’insieme di questi 3 strumenti è possibile ad oggi contare un bacino di utenza di 5,6 milioni di curricula, mentre le persone iscritte direttamente tramite InPA sono 95.000. Si spera che l’utenza possa aumentare. Infatti sicuramente i 95.000 iscritti alla piattaforma sono interessati al lavoro in PA, mentre gli altri utenti degli ordini professionali o semplicemente iscritti a LinkedIn, non è detto siano interessati.

La registrazione e l’accesso al sito si può fare tramite l’uso di un codice di identità digitale, si può trattare di un codice:

  1. SPID;
  2. CIE;
  3. CNS.

Chi sono i professionisti reclutati per il PNRR

I professionisti ricercati al fine di dare attuazione al PNRR avranno un contratto a tempo determinato della durata massima di 5 anni. Dovranno collaborare con i vari enti ( la selezione pubblicata a breve per 1000 professionisti prevede il coinvolgimento della Regione, ma di fatto possono accedere anche i comuni che ottengono fondi e altri enti), svolgendo mansioni specifiche rispetto al loro percorso di formazione e di lavoro.

Si tratta solitamente di esperti di diritto, ingegneri, architetti, ma anche tecnici informatici. Gli interessati possono candidarsi ai vari progetti, allo stesso tempo le Pubbliche Amministrazioni possono effettuare delle ricerche all’interno del data base, scegliere dei professionisti e proporre dei contratti. Naturalmente non mancano dubbi sull’efficienza di tali meccanismi di reclutamento in PA.

Tra le novità presentate dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta lo scorso 23 novembre 2021 vi è la Linea Amica Digitale, si tratta di un servizio di raccordo tra Pubbliche Amministrazioni e cittadini, infatti le prime potranno ottenere supporto nella gestione del piano di attuazione del PNRR mentre i cittadini ottenere un punto di ascolto esprimere dubbi e perplessità. 

Se vuoi conoscere le linee guida per l’utilizzo del PNRR nella Pubblica Amministrazione, leggi l’articolo: PNRR Pubblica Amministrazione: procedure per il reclutamento in PA

Turismo, quali sono i finanziamenti per le nuove attività dal Pnrr?

Dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) arrivano finanziamenti per sostenere la nascita e il consolidamento delle piccole e medie imprese (Pmi) del settore del turismo. Si tratta di concessione di garanzie per complessivi 358 milioni di euro fino al 2025. A beneficiarne saranno i giovani che avvieranno una nuova attività nel settore turistico.

Come agisce il Pnrr per sostenere le nuove imprese del turismo?

I finanziamenti alle nuove attività nel turismo rientrano nella misura M1 C3 del punto 4.2.4 del Piano nazionale per la ripresa e al resilienza. Nell’ambito dell’intervento verrà istituita la “Sezione Speciale del Turismo”, all’interno della quale agirà il Fondo centrale di Garanzia per le Pmi. Il fondo farà da garante per i finanziamenti ottenuti dalle nascenti imprese del turismo dei giovani.

Quali sono le risorse stanziate dal Pnrr per le nuove imprese dei giovani nel turismo?

Infatti, la concessione di garanzie per le nuove attività del turismo e per il consolidamento delle stesse andrà a vantaggio dei giovani fino ai 35 anni di età che, dunque, vogliano avviare una nuova realtà nel settore. Le dotazioni del fondo centrale di Garanzia per le Pmi del turismo saranno di:

  • 100 milioni di euro per il 2021;
  • 58 milioni di euro per l’anno 2022;
  • 100 milioni di euro per il 2023;
  • 50 milioni di euro per il 2024 e per il 2025.

Quali sono i requisiti per l’accesso ai finanziamenti per il turismo del Pnrr?

Le garanzie del fondo per il turismo ai giovani fino ai 35 anni che vogliano avviare una nuova attività andranno a coprire gli investimenti in riqualificazione energetica e in innovazione digitale. La garanzia concessa dal fondo è totalmente gratuita nell’importo massimo di 5 milioni di euro per ciascuna nuova impresa. Sono ammesse alla garanzia le imprese che abbiano un numero di dipendenti non eccedente le 499 unità.

Quali garanzie per le nuove attività del turismo dal Pnrr?

La copertura assicurata dal fondo istituito dal Pnrr per le nuove attività del turismo è inerente a ciascuna operazione finanziaria fino al 90%. Detta percentuale scenderà al 70% al termine della disciplina emergenziale del comma 1 dell’articolo 13 del decreto legge numero 23 del 2020. La percentuale stessa è, in ogni modo, aumentabile fino nel limite dell’80%.

Garanzia del debito per nuove attività turistiche in caso di rinegoziazione

Il fondo del Pnrr per il turismo garantisce anche le operazioni di rinegoziazione del debito del soggetto richiedente. Affinché questa misura possa risultare ammissibile è necessario che:

  • il nuovo finanziamento rinegoziato preveda, a favore dello stesso beneficiario del primo finanziamento, un incremento del credito di almeno il 25% rispetto al precedente prestito;
  • alla rinegoziazione del debito deve conseguire un minor costo oppure una durata maggiore del finanziamento rispetto a quello rinegoziato.

Garanzie nuove imprese del turismo per inadempienze probabili

La garanzia dei finanziamenti a favore delle nuove imprese del turismo copre anche le situazioni nelle quali il beneficiario, nel momento in cui faccia richiesta della garanzia, abbia esposizioni che il soggetto finanziatore abbia classificato come inadempienze probabili. Lo stessa copertura è assicurata per le esposizioni scadute oppure per quelle sconfinanti deteriorate. La classificazione non deve essere avvenuta in data precedente al 31 gennaio 2020.

Cumulabilità della garanzia del Fondo per il turismo del Pnrr con altre

Le garanzie ottenibili dal fondo del Pnrr per le nuove imprese del turismo possono essere cumulate anche con le altre garanzie già acquisite sui finanziamenti stessi. Deve trattarsi di investimenti immobiliari. C’è comunque un termine per le operazioni finanziarie già perfezionate e sulle quali si richieda la garanzia del fondo: l’erogazione del finanziamento non deve essere avvenuto da più di tre mesi. In caso di non perfezionamento dell’operazione finanziaria il richiedente non deve versare la commissione. Inoltre, non è richiesto il modello di valutazione per la richiesta della garanzia.

Fondo perduto Simest, ancora 450 milioni da assegnare: come presentare domanda entro il 3 dicembre 2021

Sono disponibili ancora 450 milioni di euro per le domande delle imprese del Fondo 394. Si tratta dei finanziamenti per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese voluti dal ministero degli Affari esteri. Le tipologie di fondo perduto sono tre: uno riguarda la partecipazione delle Pmi alle mostre e alle fiere internazionali; uno la transizione ecologica e digitale; l’ultimo lo sviluppo dell’e-commerce. Il fondo è stato finanziato nuovamente dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) con i fondi del Next Generation EU per un miliardo e duecento milioni di euro. Dalla riapertura dei termini del 28 ottobre scorso sono arrivate 5321 domande per un’assegnazione dei fondi pari a 766 milioni di euro.

Fondo Simest, le domande arrivate dalle regioni del Sud Italia per il 40% del fondo perduto

Tra le domande pervenute per il Fondo 394, 1659 domande sono arrivate da imprese del Sud Italia per un totale di 227 milioni di euro assegnati. Si tratta di un risultato fino a questo momento positivo anche per la decisione di assegnare il 40% dei fondi (pari a 480 milioni di euro) alle imprese che hanno sede nelle regioni del Mezzogiorno. Per queste imprese la quota a fondo perduto del cofinanziamento può arrivare al 40% dell’investimento.

Quali sono stati i fondi perduti più richiesti finora?

Del fondo perduto Simest, fino a questo momento la maggior parte delle domande hanno riguardato la partecipazione delle piccole e medie imprese alle mostre internazionali (anche se svolte in Italia) e alle missioni di sistema. Si tratta di una delle tre tipologie di fondi previsti. Ad oggi, le domande per questa tipologia hanno riguardato a livello nazionale il 39% del totale delle domande. Le piccole e medie imprese del Sud Italia hanno inoltrato istanza per la partecipazione alle fiere per il 13% del totale. Per questa tipologia di fondo le Pmi possono chiedere un finanziamento che può arrivare a 150 mila euro con almeno il 30% delle spese da destinare alla digitalizzazione relativa all’evento al quale si partecipa.

Domande fondo perduto internazionalizzazione: per quali Paesi si sono presentate più istanze

Le domande di fondo perduto per la partecipazione a mostre e fiere ha riguardato eventi internazionali da tenersi in Italia per il 40%. A seguire, le istanze sono state presentate per la Germania (il 22%), per la Francia (il 7%) e per gli Stati Uniti (il 6%). Sul totale delle domande finora presentate, il 34% riguarda la transizione ecologica e digitale. Per questo fondo le Pmi possono finanziare progetti fino a 300 mila euro dei quali il 50% deve riguardare spese per la digitalizzazione. L’altra metà può essere ripartita per spese relative alla sostenibilità e all’internazionalizzazione.

Fondo perduto e-commerce, quante domande sono arrivate?

Delle 5321 domande complessive finora arrivate, il 27% riguarda spese relative allo sviluppo del commercio elettronico. Le spese ammissibili per questo filone riguardano la creazione o il miglioramento di una piattaforma e-commerce già esistente o di un terzo. Il commercio deve riguardare prodotti e servizi italiani o con marchio dell’Italia.

Come presentare domanda per il fondo perduto Simest entro il 3 dicembre?

Le piccole e medie imprese possono presentare domanda entro il 3 dicembre prossimo. La piattaforma per inoltrare l’istanza è disponibile sul portale Simest. Appena entrati sul sito, una finestra avvisa della possibilità di presentare domanda entrando nell’area personale. All’interno ciascuna impresa può verificare i propri requisiti per presentare la domanda e la relativa documentazione necessaria.

Concorsi pubblici e incarichi nella PA, i professionisti riceveranno una notifica

I professionisti riceveranno una notifica per i concorsi pubblici e per gli incarichi nella Pubblica amministrazione. Il portale di reclutamento InPA, infatti, segnalerà ai professionisti iscritti al portale l’apertura di un bando pubblico che potrebbe risultare di loro interesse. Le notifiche verranno inviate per i requisiti riportati nell’avviso potenzialmente rientranti nelle competenze specifiche dei professionisti stessi.

Decreto per gli elenchi dei professionisti per incarichi nella Pubblica amministrazione

Si tratta della novità più importante introdotta con l’avvio delle adesioni al portale InPa dei professionisti. Infatti, con questo meccanismo, la Pubblica amministrazione si rivolgerà ai professionisti per assegnare incarichi rientranti nelle competenze richieste dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il reclutamento dei professionisti è disciplinato dal decreto del ministero per la Pubblica amministrazione. Il provvedimento riporta al suo interno le modalità per l’istituzione degli elenchi dei professionisti che posseggano la specializzazione necessaria per portare a compimento i progetti rientranti nel Pnrr. Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 268 del 10 novembre 2021.

Professionisti: cosa fare se si riceve la notifica da InPa di un incarico di proprio interesse?

Una volta che il professionista riceve la notifica dell’incarico di proprio interesse, può confermare la disponibilità ad accettare l’incarico. Il portale InPA provvede anche a mettere a disposizione del professionista l’elenco delle amministrazioni pubbliche che selezionano le figure professionali. Il professionista, accettando la proposta, dà il via alla procedura finalizzata all’assunzione a tempo determinato o all’incarico. I colloqui devono essere svolti nel termine di 10 giorni dalla data di chiusura del periodo utile per aderire alla selezione stessa.

Cosa fa il portale InPa per gli incarichi e i concorsi pubblici del Pnrr?

Per concorsi pubblici e per gli incarichi nella Pubblica amministrazione i professionisti saranno sempre aggiornati dal portale InPa. E avranno la possibilità di candidarsi per le posizioni, gli avvisi e i concorsi pubblici che riterranno più in linea con le proprie competenze. Il portale, a chiusura del periodo di candidatura per un avviso, restituisce l’elenco dei candidati interessati alla selezione. Gli elenchi conterranno, per ciascun candidato:

  • il numero degli anni di esperienza nella professione;
  • eventuali titoli di specializzazione aggiuntivi rispetto a quelli richiesti per l’abilitazione all’esercizio della propria professione;
  • altri titoli eventuali rispetto a quelli richiesti dall’avviso, purché siano “strettamente conferenti”.

Posti di lavoro nella Pubblica amministrazione, la convocazione dei professionisti candidati

Al termine dei 10 giorni successivi alla chiusura delle candidature, le amministrazioni pubbliche devono convocare i professionisti per svolgere il colloquio selettivo. I selezionati, pertanto, saranno scelti dalla lista che si trova sul portale InPa. Il numero dei professionisti da chiamare per il colloquio deve essere pari ad almeno quattro volte le posizioni aperte. Nel momento in cui l’amministrazione pubblica termina i colloqui, si provvede all’assunzione dei candidati ritenuti meritevoli. L’assegnazione dell’incarico o l’assunzione deve avvenire mediante “provvedimento motivato”. Il portale InPa riporterà l’assunzione del candidato con annessa la durata dell’incarico.

Bonus agenzie e tour operator, in arrivo il credito di imposta per la digitalizzazione

Aiuti in arrivo per le agenzie e i tour operator. Nel decreto legge del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 27 ottobre sono stati stanziati 98 milioni di euro per la digitalizzazione delle suddette attività. Le agevolazioni rientrano negli articoli del decreto relativi al finanziamento e ai fondi perduti delle imprese operanti nel settore del turismo. Il bonus è predisposto come credito di imposta fino al 50% delle spese ammissibili.

Credito di imposta Agenzie viaggio e tour operator, che cos’è e a chi è riconosciuto

Nel dettaglio, l’articolo 4 del decreto Pnrr, specifica che “per l’attuazione della linea progettuale ‘Digitalizzazione Agenzie e Tour Operator’, Misura M1 C3, investimento 4.2.2, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alle agenzie di viaggi e ai tour operator con codice Ateco 79.1, 79.11 e 79.12, è riconosciuto un contributo da fruire come credito d’imposta a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino alla chiusura del periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2024, nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale come previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legge 31 maggio 2014, numero 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, numero 106, fino all’importo massimo complessivo cumulato di 25.000 euro”.

Credito di imposta a tour operator e agenzie di viaggio: non concorre al reddito e all’Irap

Il credito d’imposta dovrebbe andare a beneficio di 7500 agenzie di viaggio e di un’ottantina di tour operator. Il beneficio riconosciuto “non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, numero 917”.

Quali sono le spese che rientrano nel credito di imposta delle agenzie di viaggio e tour operator?

Le spese di digitalizzazione oggetto di credito di imposta per le agenzie di viaggio e i tour operator sono nel dettaglio:

  • quelle per gli impianti Wifi che abbiano una velocità di connessione di almeno un megabit per secondo in download. La spesa deve essere sostenuta per un impianto messo a disposizione dei clienti in maniera gratuita;
  • spese per ottimizzare i sistemi web necessari alla navigazione mobile;
  • i sistemi informatici e le piattaforme per promuovere e commercializzare i servizi on line, nonché i pernottamenti turistici;
  • le spese sostenute per i servizi di consulenza per il marketing e la comunicazione digitale;
  • gli strumenti per promuovere on line le offerte innovative relative all’inclusione e all’ospitalità nei riguardi di persone con disabilità;
  • le spese di formazione del titolare dell’impresa e del personale alle dipendenze che abbiano attinenza ai servizi sopra elencati.

Bonus agenzie di viaggio e tour operator, quando si potrà presentare la domanda?

L’importo del bonus spettante per le agenzie di viaggio e i tour operator può essere utilizzato in compensazione. Con l’approvazione del decreto Pnrr, è necessario attendere il nuovo decreto del ministero del Turismo che verrà adottato entro i 60 giorni successivi all’entrata in vigore del provvedimento di fine ottobre.

PNRR Pubblica Amministrazione: procedure per il reclutamento in PA

Per il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, il PNRR non ha nulla da invidiare al Piano Marshall, che ha consentito di ricostruire l’Italia nel secondo dopoguerra, investe anche nella Pubblica Amministrazione e prevede nuove forme di reclutamento in PA, necessarie per poter utilizzare le risorse dell’Unione Europea anche in questo settore strategico.

Il PNRR e la Pubblica Amministrazione

All’interno del PNRR viene riconosciuta l’importanza della Pubblica Amministrazione che è assimilata a un architrave per il Paese e quindi una struttura portante, proprio per questo è importante coinvolgerla nel piano di riforme che prevede una forte digitalizzazione e l’attrazione dei migliori talenti del Paese in modo che diventi sempre più efficiente e dia supporto alle imprese e ai privati. Il PNRR prevede tre azioni principali: riforme orizzontali, riforme abilitanti e riforme settoriali. Tra le riforme orizzontali due sono le principali: riforma della Giustizia e riforma della Pubblica Amministrazione.

Il documento sottolinea che, al fine di promuovere un rapido utilizzo delle risorse messe a disposizione dell’Unione Europea per l’attuazione del PNRR, è necessario avere una Pubblica Amministrazione efficiente attraverso un sistema di digitalizzazione dei servizi e la presenza in PA di esperti nei vari settori di attività, proprio per questo sono previste nuove assunzioni.

Per scoprire le linee generali del PNRR, leggi l’articolo:  PNRR: Cos’è il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza

Le carenze della Pubblica Amministrazione: lenta, vecchia e poco competente

Attualmente l’età media dei pubblici dipendenti è di 50,7 anni di età, il 16,3% dei dipendenti pubblici ha più di 60 anni e molti dipendenti sono vicini al pensionamento, emerge la necessità di svecchiare la PA e dare assistenza tecnica necessaria alle amministrazioni centrali e locali al fine di mettere a punto progetti innovativi.

Tra i problemi che più hanno inciso sulla lentezza burocratica e sull’incapacità della Pubblica Amministrazione di tenere il passo dell’innovazione, c’è stata la mancata sostituzione dei dipendenti andati in pensione con nuove energie, questo a causa del blocco del turn over. A ciò si aggiunge il mancato investimento nella formazione dei dipendenti pubblici: nel 2018 solo il 7,3% dei dipendenti pubblici ha seguito un corso per l’aggiornamento ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). A fronte di tali carenze, solo sommariamente indicate, la Pubblica Amministrazione si trova a dover gestire procedure sempre più complesse che si sono stratificate nel tempo in maniera poco coordinata e spesso in conflitto tra i vari livelli amministrativi.

Dall’insieme di queste criticità emerge la necessità di avere nuove procedure di reclutamento in PA, che siano snelle, in media i concorsi in Italia durano anche più di un anno, mentre il periodo intercorrente tra la pubblicazione del bando e l’assunzione è di circa 4 anni, e che allo stesso tempo assicurino l’ingresso in Pubblica Amministrazione dei migliori talenti. Tale indicazione arriva anche dalla Commissione Europea che ha individuato i vari limiti della PA in Italia.

PNRR e nuove procedure di reclutamento in PA

In base alle indicazioni del PNRR (pagine 46 e ss.) le nuove procedure per il reclutamento in PA dovranno prevedere:

  • il rafforzamento dei sistemi di preselezione;
  • maggiore utilizzo delle prove a distanza (naturalmente con un sistema di controllo sicuro);
  • sistemi veloci di reclutamento delle persone per diversi profili;
  • maggiore presenza di profili tecnici ad elevata specializzazione;
  • Disporre di informazioni aggregate qualitative e quantitative sul capitale umano della funzione
    pubblica e sui suoi cambiamenti

Il progetto prevede la possibilità per le singole amministrazioni di accedere a piattaforme della PA per il reclutamento.

Nuove procedure per il reclutamento in PA e Concorso per il Sud

In realtà non sembra che finora ci sia stato molto successo per le nuove modalità di selezione e in particolare è stato registrato il flop al “Concorso per il Sud”. In estate infatti si sono svolte le selezioni per l’assunzione di 2800 tecnici al Sud. La disciplina prevedeva una prima selezione dei candidati per titoli che ha portato a poco più di 8000 candidati ammessi alle prove successive. Di questi si sono presentati in pochi, in media il 65% con punte del 50% nella regione Lazio e in Puglia e soprattutto sono stati pochi quelli che sono riusciti a superare le prove. Per evitare il flop si è pensato di allargare la platea di ammessi alle prove a tutti coloro che si erano iscritti e che erano stati scartati in quanto in possesso di pochi titoli.

Di fatto quasi 2000 posti per i profili più elevati sono rimasti scoperti e proprio per questo sarà scritto un nuovo bando che dovrebbe uscire in questo autunno e che dovrebbe consentire anche una riduzione della disoccupazione femminile. Molti hanno criticato la scelta della preselezione per titoli, in particolare il M5S, in quanto avrebbe tagliato fuori dal concorso i neo-laureati senza esperienza lavorativa pregressa e lo stesso ministro Brunetta ha ammesso che ci sono state delle criticità.

Il Portale del Reclutamento in PA

Nel frattempo dal 10 agosto è attivo il Portale per il Reclutamento in PA all’indirizzo www.inpa.gov.it. Allo stesso è possibile registrarsi con l’uso di CNS (Carta Nazionale Servizi), CIE (Carta di Identità Elettronica) o SPID (Sistema Pubblico Identità Digitale). Una volta entrati è possibile caricare il proprio curriculum, inoltre si potranno avere informazioni sulle posizioni scoperte in Pubblica Amministrazione. Le funzionalità del Portale del Reclutamento per ora sono limitate infatti è previsto che l’entrata in vigore effettiva e la totale funzionalità sia disponibile dal 2023, dovrebbe diventare una sorta di database in cui sono raccolti i dati di coloro che vorrebbero lavorare in Pubblica Amministrazione e da questi dovrebbero attingere gli enti pubblici in base al loro fabbisogno.

Il Portale del Reclutamento è stato sviluppato dal Dipartimento funzione Pubblica insieme ad Almaviva .

Sul Portale, al momento in cui entrerà nel pieno delle funzioni, sarà possibile avere informazioni anche sui bandi Fast Track che prevedono procedure speciali e veloci per l’assunzione in PA con l’uso delle risorse del PNRR. Ricordiamo che le risorse del PNRR non possono essere utilizzate per assunzioni ordinarie, ma solo per l’esecuzione di progetti determinati e specifici, quindi saranno assunzioni a tempo determinato, come quelle previste per il Ministero della Giustizia che ha pubblicato un bando per 8171 posti a tempo determinato (tre anni) in qualità di “addetti all’Ufficio del Processo”, il cui ruolo sarà smaltire il carico eccezionale maturato negli uffici giudiziari.

Save the Children: nel PNRR maggiore impegno per l’infanzia

Save The Children ha lanciato l’allarme sulle condizioni di vita dei più piccoli in Italia e ha sottolineato anche la necessità di inserire nel PNRR misure che possano aiutare a superare le differenze e quindi richiede un maggiore impegno per l’infanzia a rischio povertà.

Allarme sulla condizione dell’infanzia in Italia: divario eccessivo con l’Unione Europea

Save The Children da anni lancia l’allarme sulla condizione dell’infanzia in Italia, questo perché già prima della pandemia c’era un’elevata fascia di bambini in stato di povertà assoluta e senza accesso ai servizi essenziali come nutrizione, cure e scuola.

Il report sottolinea che nel 2020, prima della pandemia,  oltre 1 milione e 300 mila bambini erano in condizione di povertà, questi rappresentano il 13,1% della popolazione infantile. Tale povertà non è solo economica, ma anche educativa infatti proprio tra questa fascia di bambini e adolescenti c’è il più elevato tasso di abbandono delle scuole. Ne consegue la crescente difficoltà a collocarsi nel mondo del lavoro in modo soddisfacente in quanto mancano anche delle competenze di base. Ciò è dovuto agli scarsi investimenti dell’Italia nel sistema scolastico, questi sono molto inferiori rispetto alla media europea.

Carenza educativa/formativa e povertà richiedono un maggiore impegno per l’infanzia

Dalle ricerche condotte emerge che in Italia anche i nativi digitali hanno competenze digitali molto basse e questo incide in modo negativo sulla possibilità di una reale partecipazione civica, visto che si va verso una sempre maggiore digitalizzazione di molte funzioni e si parla sempre più spesso di cittadinanza digitale. A questa povertà formativa si deve aggiungere una povertà materiale, purtroppo ci sono molti minori in Italia che non riescono neanche ad accedere a un pasto adeguato al giorno e la pandemia non ha facilitato la cosa, perché molti studenti riuscivano ad avere un solo pasto completo al giorno ed era quello della mensa scolastica a cui per lungo tempo non hanno avuto accesso.

I dati dicono che il 6% dei ragazzi da 0 a 15 anni non ha un’alimentazione adeguata e con la pandemia 160.000 bambini hanno perso anche il pasto della mensa scolastica. A ciò deve aggiungersi che non tutte le scuole hanno le mense (il 44% degli allunni della primaria non vi ha accesso, su 40.000 istituti solo 10.000 ne sono dotati) e in alcune Regioni questi dati sono particolarmente allarmanti. Ecco perché è necessario puntare sul PNRR per riuscire a migliorare le infrastrutture e la condizione dell’infanzia.

PNRR: maggiore impegno per l’infanzia e incremento nidi

Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è stato approvato dal Parlamento nel mese di luglio del 2021 e in precedenza era stato già approvato anche dalla Commissione Europea e prevede un piano di uso delle risorse provenienti dall’Unione Europea che sembra andare nella direzione auspicata da Save The Children.

In totale per istruzione e università sono stati stanziati 19,44 miliardi da spendere in questa prima fase di rilancio. Gli stessi andranno a finanziare un aumento importante dell’offerta formativa con un incremento del numero di posti disponibili negli asili nido pubblici. Oggi solo il 25,5% dei bambini in questa fascia d’età ha un posto disponibile in nidi pubblici, l’obiettivo è raggiungere il 33%, percentuale inferiore comunque alla media europea del 36%. I nidi accolgono i bambini da 0 a 3 anni di età ed è previsto un aumento di posti disponibili di 228.000 unità. Il piano asili nido prevede uno stanziamento di 4,6 miliardi di euro.

Sport e mense scolastiche: piano infrastrutture

Importanti investimenti saranno fatti anche per migliorare le infrastrutture e tra queste vi sono 0,30 miliardi di euro destinati alle palestre che dovrebbero contribuire, in base ai costi stimati attraverso interventi precedenti, a intervenire su circa 400 palestre, naturalmente pubbliche. L’obiettivo è favorire lo sport come strumento per lo sviluppo sano ed equilibrato dei giovani che devono avere spazi “sani” per un inserimento sociale adeguato.

Il miglioramento delle infrastrutture mira ad aumentare anche l’accesso alle mense scolastiche soprattutto nelle Regioni in cui vi è una maggiore richiesta, come Piemonte e Lazio. Per l’estensione del tempo pieno e per la realizzazione di mense lo stanziamento è di 0,96 miliardi di euro.

Maggiore impegno per l’infanzia nel contrasto all’abbandono scolastico

Il PNRR sottolinea che in Italia i ragazzi di 15 anni hanno una preparazione molto inferiore rispetto alla media OCSE (Oraganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico), difficoltà si incontrano soprattutto in lettura, matematica e scienze. Andando ad analizzare nel dettaglio questi dati emerge che la povertà conoscitiva è molto più grave nelle regioni del Sud, rispetto a quelle del Nord, in genere comunque il tasso di abbandono scolastico è strettamente correlato alla povertà.

In Italia il 14,5% dei ragazzi di età compresa tra 18 e 24 anni non ha un titolo di scuola superiore di secondo grado e solo il 24% dei ragazzi tra 24 e 34 anni ha un titolo di studio terziario (laurea), nel resto dell’OCSE è del 44%. A questo divario contribuisce anche la carenza di strutture residenziali per accogliere gli studenti che di conseguenza si trovano a dover far fronte a spese di locazione spesso molto elevate e a cui non sono in grado di provvedere. Per questo obiettivo attualmente sono stanziati 0,96 miliardi di euro. Infine, 0,50 miliardi di euro sono previsti per un aumento delle borse di studio.

Tra gli obiettivi del PNRR c’è anche quello di incrementare il numero degli iscritti presso gli ITS modificandone la missione e quindi incrementando la collaborazione tra scuola e impresa. Per questo obiettivo sono stanziati 1,50 miliardi di euro.

Tra gli obiettivi c’è il miglioramento del sistema di reclutamento degli insegnanti di ogni ordine e grado anche perché il PNRR con le misure previste per l’infanzia dovrebbe aiutare le donne nella conciliazione tra i tempi di lavoro e la famiglia e dovrebbe aumentare l’occupazione femminile.

Certo non è facile immaginare oggi l’impatto reale di queste misure sulle condizioni dei minori, ma di sicuro si tratta di un primo passo.

Il PNRR per l’occupazione femminile: misure indirette e dirette

Il PNRR, Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, sarà un punto fondamentale per l’economia del Paese per i prossimi anni, lo stesso punta a ottenere anche una maggiore inclusione sociale e quindi a superare alcune criticità dell’Italia, tra queste da sempre c’è la disoccupazione femminile. Ecco le misure del PNRR per l’occupazione femminile che dovrebbero aiutare l’Italia a superare il gender gap.

Il gender gap in Italia e in Europa

L’Italia prima della pandemia registrava record di disoccupazione femminile, in Europa il tasso di occupazione femminile è al 67,4% mentre in Italia al 53,1%, a ciò si aggiunge che le donne inattive, che cioè neanche cercano più un lavoro a causa del “lavoro di cura” che devono prestare alla famiglia, di origine e di nuova formazione, è del 35,7%, molto al di sopra della media europea. I lavoratori autonomi in Italia di genere maschile sono il 7,1% mentre le donne sono la metà. L’insieme di tutti questi dati colloca l’Italia al quattordicesimo posto nella Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality, una particolare classifica sulla parità di genere. Naturalmente la pandemia ha dato un ulteriore colpo all’occupazione femminile, infatti, molte donne hanno perso il lavoro sia per cause “naturali”, cioè la crisi economica, sia perché la didattica a distanza  ha costretto tante ad abbandonare il lavoro.

A ciò deve aggiungersi che quando le donne lavorano hanno comunque retribuzioni inferiori, incontrano molti ostacoli nella gestione di famiglia e lavoro al punto che sono spesso costrette a interrompere la carriera per potersi occupare della famiglia e raramente occupano posizioni apicali. Naturalmente questa situazione è nota anche perché socialmente consolidata e il PNRR ha posto attenzione a questa “fragilità” del nostro sistema. Resta da capire se le misure, che a breve vedremo, potranno realmente incidere sul gender gap.

Cosa prevede il PNRR per l’occupazione femminile

Il PNRR prevede tra le varie misure da attuare anche quelle per il superamento della diseguaglianza di genere.

Il PNRR è diviso in 5 missioni, se vuoi saperne di più sul suo contenuto generale, leggi l’articolo: PNRR: cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Piano ha un ambizioso programma, cioè aumentare l’occupazione femminile di 4 punti percentuali entro il 2026, nel breve periodo è invece previsto un aumento dello 0.7% nel solo 2021. Le strategie per raggiungere l’obiettivo non sono ancora state del tutto delineate anche perché ci sono diverse posizioni a riguardo, ad esempio l’ex ministra del Lavoro, con delega alle Pari Opportunità, Elsa Fornero, ha dichiarato di preferire una linea gentile, mentre l’economista Andrea Ichino propone una gender tax e una “terapia d’urto”.

PNRR per l’occupazione femminile indiretta

La prima misura prevista, o meglio quella che probabilmente sarà attuata per prima, è l’incremento  della presenza di asili nido in Italia, in questo modo per le donne sarà più facile ritornare a lavoro dopo la nascita dei figli. Attualmente l’Italia ha una copertura di posti per asili del 25,5% mentre la media europea è del 33% con le nuove misure e investimenti provenienti dal PNRR, l’Italia dovrebbe gradualmente raggiungere tali livelli. Per assicurare continuità è previsto anche il potenziamento dei servizi educativi per l’infanzia nella fascia dai 3 ai 6 anni e l’estensione del tempo pieno a scuola.

L’insieme degli interventi destinati alla scuola ha attualmente una copertura di 19,44 miliardi di euro, ma la somma prevede anche il potenziamento delle università, quindi attualmente non sappiamo quanto andrà effettivamente ai servizi per l’infanzia e quindi riuscirà ad alleggerire il carico femminile consentendo alle donne di tornare a lavoro. Tra l’altro il potenziamento di asili nido, servizi per l’infanzia ed estensione del tempo pieno dovrebbero da soli generare anche occupazione in modo diretto.

Aiutare le donne nel ruolo di cura

Si è detto che uno dei maggiori ostacoli per le donne è dato dal lavoro di cura che è destinato quasi esclusivamente a loro, questo non si esaurisce nella necessità di occuparsi dei figli, ma spesso anche dei genitori o altri familiari disabili. Proprio per questo nel PNRR è previsto il rafforzamento delle infrastrutture sociali che possono aiutare i disabili ad avere maggiore autonomia (stanziati 500 milioni di euro nel PNRR) e rafforzamento dei servizi di prossimità e dell’assistenza domiciliare con stanziamento di oltre 4 miliardi di euro. Molti criticano il fatto che all’interno del PNRR siano previste misure per favorire l’occupazione femminile, ma attualmente non sono ancora previste misure che coinvolgano maggiormente gli uomini nel lavoro di cura e nella distribuzione equa del carico familiare.

PNRR e occupazione femminile: reclutamento in PA e impresa

Un secondo punto riguarda il reclutamento in PA che prevede delle misure volte a incrementare la possibilità per le donne di raggiungere posizioni apicali. Sempre nella Pubblica Amministrazione vi è l’obiettivo di favorire il lavoro agile che favorisce un equo bilanciamento tra vita professionale e gestione della famiglia. Naturalmente le donne non lavorano solo un Pubblica Amministrazione quindi per stimolare un maggiore impegno nel mondo del lavoro è necessario agire anche nel privato. Sono quindi previste misure per l’imprese attraverso un potenziamento del finanziamento Smart & Start (che finanzia le nuove imprese con un elevato contenuto tecnologico e innovativo, orientate a fornire servizi nel campo delle nuove tecnologie digitali e intelligenza artificiale) e del finanziamento N.I.T.O. con possibilità di avere fondi a tasso agevolato e destinato a giovani e donne che vogliono diventare imprenditori.

Il PNRR per l’occupazione femminile prevede anche il potenziamento nuovo Fondo per l’imprenditoria femminile che è previsto nella Legge di Bilancio per il 2021 ma che ancora non è operativo.