Incassi Pos non dichiarati, arrivano gli avvisi del Fisco

Arrivano i primi avvisi bonari per l’anno 2022 per il riscontro di difformità tra gli scontrini emessi e i dati provenienti dal Pos, l’Agenzia delle Entrate effettua i controlli in tempi record.

Avvisi del Fisco su incassi Pos non dichiarati

Migliaia di contribuenti stanno ricevendo comunicazioni inerenti le difformità riscontrate dall’Agenzia delle Entrate in merito a difformità tra le entrate registrate con il Pos e gli scontrini emessi, questi avrebbero un valore inferiore rispetto alle reali transazioni effettuate e di conseguenza è necessario regolarizzare la posizione. Avere entrate registrate con il Pos di valore superiore rispetto agli scontrini fiscali, di fatto vuol dire che c’è una fetta di potenziale evasione fiscale.

L’avviso che l’Agenzia delle Entrate sta inoltrando in questi giorni contiene un elenco dettagliato dei pagamenti elettronici ricevuti dall’interessato e relativi ai mesi per i quali si rileva lo scostamento.

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Cosa fare se si riceve una lettera di compliance dall’Agenzia?

Chi riceve una lettera di compliance dell’Agenzia delle Entrate in cui si riscontra difformità tra i dati rilevati dalle transazioni Pos e gli scontrini può chiedere ulteriori delucidazioni in merito all’Agenzia. Inoltre può segnalare fatti e circostanze non conosciute dall’Agenzia delle Entrate e che possano dimostrare la regolarità delle operazioni e quindi evitare l’accertamento fiscale. Questa operazione può essere effettuata anche con la collaborazione di professionisti e intermediari.

Nel caso in cui invece il contribuente dovesse rilevare la correttezza dei dati contenuti nell’avviso dell’Agenzia può regolarizzare la posizione avvalendosi articolo 13 del d.lgs 472/1997 (ravvedimento operoso) con riduzione delle sanzioni in base al tempo trascorso tra la violazione e la regolarizzazione della stessa.

Nel caso di omissione nel rilascio degli scontrini è ancora possibile fruire della sanatoria prevista dall’articolo 4 del decreto legge 131 del 2023. Questa consente di regolarizzare le violazioni collegate alla mancata trasmissione/ emissione anche se le stesse siano state già constatate non oltre la data del 31 ottobre 2023. L’utilizzo di tali strumenti riparatori consente di evitare conseguenze più dannose, come la sospensione della licenza collegata a plurime violazioni dell’obbligo di emissione di fatture e scontrini.

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Pos arriva l’accordo per ridurre i costi di commissione

Il pos permette di pagare i propri acquisti o servizi attraverso le carte elettroniche. Ma gli alti costi di commissione scoraggiano gli utenti.

Pos, rimane l’obbligo per i pagamenti elettronici

L’utilizzo del pos è sempre più frequente tra gli italiani. Soprattutto per non uscire con grandi somme in portafoglio, permette di pagare in modo rapido comodo e sicuro. Ma quando si tratta di piccole somme, gli alti costi di gestione sui commercianti sfiduciavano tali transazioni. Infatti dal primo luglio 2022 tutti gli esercenti dovranno accettare i pagamenti elettronici da parte dei loro clienti. Altrimenti si rischia una multa e un’ammenda commisurata al valore dell’operazione. Ma sono stati indicati anche gli obblighi da parte degli operatori finanziari.

Pos, arriva l’accordo per i costi di gestione

Labi e l’associazione dei prestatori di servizi di pagamento hanno raggiunto un accorto. Infatti è stato firmato un protocollo con Cna, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti e Fipe per ridurre le commissioni a carico delle piccole attività commerciali per l’uso del post sotto i 30 euro.

L’accordo prevede l’impegno da parte delle banche e degli operatori dei pagamenti a “promuovere iniziative commerciali” per ridurre l’impatto dei costi delle transazioni di basso valore” anche quando si parla di piccoli importi sotto i 30 euro. Ed addirittura ridurre i costi quando i pagamenti sono inferiori a 10 euro. In altri termini per comprare pane, latte anche sotto casa sarà possibile utilizzare i pagamenti elettronici, senza che diventano un salasso per il commerciante.

Gli sconti sulle commissioni saranno pubblicizzati per almeno sei mesi e avranno durata non inferiore a 9 mesi. Si tratta di un passo molto importante nel campo dell’utilizzo e sulla trasparenza dei pagamenti elettronici.

Parere positivo anche dall’Antitrust

L’accordo incassa anche il parere positivo da parte dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM). I firmatari dell’accordo hanno dichiarato che l’iniziativa si rivolge esclusivamente ad alcune specifiche attività di vendita. Per esempio, la promozione è rivolta alle attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche di tipo professionale, con compensi nell’anno di imposta precedente fino a 400 mila euro. Secondo Confesercenti, con la firma del protocollo sul taglio delle commissioni ci sarà un risparmio di quasi 500 milioni di euro.

 

 

 

 

Legge di bilancio 2023: chiusa la partita emendamenti, passa quello su iva pellet

Scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti alla legge di bilancio 2023, ci sono importanti novità per quanto riguarda soprattutto gli emendamenti governativi. Ricordiamo  he, sebbene alcuni emendamenti siano passati, non è detto che rientrino nella versione definitiva finale.

Salvi solo 400 emendamenti alla legge di bilancio 2023

Nel momento in cui scade il termine per la presentazione degli emendamenti, il contenuto della legge di bilancio è in gran parte determinato perché vi sono già stati confronti e generalmente sono stati raggiunti accordi su quelli che sono stati i temi più caldi, anche quest’anno è andata allo stesso modo. Possiamo quindi vedere ora qual è il nuovo quadro. Inizialmente maggioranza e opposizione hanno presentato  3.000 emendamenti, 1.000 dichiarati inamissibili. Duemila emendamenti sono comunque tanti, ecco perché maggioranza e opposizione devono segnalare quelli principali e così si passa a 400 emendamenti, 200 della maggioranza e 200 dell’opposizione.

Fondi per le associazioni che aiutano i disabili e famiglie

Tra le proposte che hanno trovato spazio meritano menzione numerosi fondi in favore di associazioni che aiutano i disabili e le loro famiglie, tra cui anche all’Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo .

Il Governo ha in queste ore fornito chiarimenti anche sull’emendamento che in teoria avrebbe dovuto bloccare il bonus 18app, lo stesso viene in realtà modificato probabilmente con l’inserimento del tetto Isee.

Legge di bilancio 2023: iva sul pellet, rivalutazione pensioni e Superbonus

Tra gli emendamenti supersegnalati che quindi hanno una certa priorità, c’è una buona notizia sul fronte riscaldamento, infatti tra questi favoriti c’è, presentato per l’ennesima volta, l’emendamento sulla riduzione dell’Iva sul pellet al 5%.

Leggi anche:  Iva sul pellet: quanto incide sul prezzo finale? Perché così alta?

Resta la partita della rivalutazione delle pensioni con Forza Italia che punta a 600 euro per le minime e la Lega che si oppone. La via di mezzo potrebbe essere l’aumento solo per gli over 75 con Isee basso per tutti gli altri rivalutazione a 570 euro.

Ancora non è sciolto il nodo del Superbonus infatti gli stessi partiti della maggioranza hanno proposto emendamenti per estendere la Cilas al 31 dicembre 2022, ma il Governo ha finora espresso parere negativo.

Emendamenti legge di bilancio su sgravi contributivi, Pos, limiti al contante

Tra le proposte di Forza Italia per la legge di bilancio 2023 c’è anche l’aumento degli sgravi contributivi per l’assunzione degli under 36.

Partita ancora aperta anche per quanto riguarda il Pos, infatti, si sta studiando la possibilità di abbassare il limite dell’obbligo di accettare i pagamenti con carta a 30 euro rispetto agli attuali 60 previsti nella legge di bilancio. Sembra invece finita la partita sul tetto all’uso del contante a 5.000 euro.

Modifiche potrebbero esservi alla disciplina prevista per la tassazione delle criptoattività, attualmente la norma è abbastanza confusionaria, e la tassazione dovrebbe essere al 26% con possibilità di versare il 14% sulle criptoattività detenute al 1 gennaio 2023 e non dichiarate. Ora si pensa di introdurre una tassazione al 14% per tutti.

Nessuna novità sembra esservi per il reddito di cittadinanza che resta quindi a 8 mesi per gli occupabili.

Tra le proposte saltate c’è anche l’aumento dell’età pensionabile per i medici in servizio presso il Servizio Sanitario Nazionale a 72 anni.

Fatturazione elettronica e sanzioni pos, cosa cambia tra oggi e domani?

Fatturazione elettronica e sanzioni pos, sono due degli argomenti caldi di questi giorni. Ecco tutte le novità previste per oggi e domani.

Fatturazione elettronica e sanzioni pos per i commercianti

A partire da oggi, 30 giugno 2022 scatteranno le sanzioni nei confronti degli esercenti attività di impresa, arti e professioni, che non accettano pagamenti con carte elettroniche: lo prevede l’art. 18, comma 1, del decreto “PNRR 2” (D.L. 30 aprile 2022, n. 36), che modifica l’art. 15, comma 4-bis, del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179. La disposizione viene confermata anche nella versione definitiva del decreto, a seguito della conversione in legge, approvata ieri dall’Aula della Camera.

L’applicazione effettiva partirà quindi dal 30 giugno 2022, non più dal 1° gennaio 2023, come aveva, invece, stabilito il primo decreto “PNRR” (art. 19-ter, D.L. 6 novembre 2021, n. 152). Per i trasgressori, a prescindere dall’importo dell’operazione, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria, composta:

  1. da una parte fissa di 30 euro;
  2. e da una parte variabile, pari al 4 per cento del valore della transazione per la quale è stato rifiutato il pagamento tramite POS.

Attenzione perché la legge non è un obbligo pos, ma vanno bene qualsiasi strumento che permette il pagamento in via telematica e con carte di credito.

Fatturazione elettronica e sanzioni pos, per i forfettari

Da domani, 1° luglio 2022, scatta l’obbligo di fatturazione elettronica per i forfetari con ricavi o compensi superiori a 25.000 euro. A prevedere l’obbligo è stato l’art. 18 del decreto “PNRR2” (D.L. 30 aprile 2022, n. 36, convertito in legge 29 giugno 2022 n. 79 , pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri), che intervenendo in materia di fatturazione elettronica e trasmissione telematica delle fatture o dei relativi dati.

L’obbligo è in merito ai soggetti che ricadono nei cd. regimi minimi (regime di vantaggio e regime forfetario), nonché per coloro che hanno esercitato l’opzione di cui agli artt.1 e 2 della legge n. 398/1991, ha stabilito che tali contribuenti sono tenuti all’obbligo di fatturazione elettronica da luglio, qualora i ricavi/compensi dell’anno precedente, ragguagliati ad anno, siano risultati superiori a euro 25.000.

Fatturazione elettronica, alcune precisazioni

In merito alla fatturazione elettronica si precisa quanto segue:

  1. qualora, nell’anno precedente i compensi/ricavi siano stati inferiori a euro 25.000, non vi sarà l’obbligo di utilizzo della fattura elettronica. Infatti, l’obbligo, per i ricavi/compensi inferiori nell’anno precedente a euro 25.000 scatterà unicamente dalle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2024;
  2. l’obbligo di utilizzo della fattura elettronica per i cd. soggetti minori scatta dalle operazioni effettuate dal 1° luglio 2022, per i soggetti che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi ovvero percepito compensi, ragguagliati ad anno, superiori a euro 25.000. Dal contenuto letterale della disposizione normativa citata si evince che si debba fare riferimento ai compensi/ricavi dell’anno precedente, anche ragguagliati ad anno (quindi, in caso di inizio attività nel corso del 2021, il limite di compensi andrà “scomposto” per il periodo di riferimento, al fine di verificare il superamento della soglia), quindi, non considerando l’anno in corso in cui è iniziata l’attività. Sul punto si auspica una conferma ministeriale;
  3. a seguito del nuovo obbligo di utilizzo della fattura elettronica, i soggetti minori, saranno tenuti anche:
    • alla ricezione in formato elettronico delle fatture passive emesse dai propri fornitori;
    • alla conservazione elettronica delle fatture;
    • all’assolvimento elettronico dell’imposta di bollo.

Pos, sanzioni dal 30 giugno 2022: dati transazioni da trasmettere ogni giorno

Dal 30 giugno 2022 per commercianti e professionisti scattano le sanzioni per ogni transazione per la quale si sia impedito il pagamento tramite Pos, con carte di credito, bancomat e applicazioni varie. Lo prevede il decreto “Pnrr 2” che fissa gli obiettivi di disincentivazione dei pagamenti mediante l’utilizzo del contante e di maggiori controlli ai fini del contrasto all’evasione fiscale. La norma anticipa le sanzioni che sarebbero dovute entrare in vigore a partire dal 2023.

Pagamenti con Pos dal 30 giugno 2022, la finalità della trasmissione dei dati giornalieri delle transazioni

Per gli esercenti e i professionisti arriva anche l’obbligo di trasmettere, giorno per giorno, i dati relativi alle transazioni elettroniche effettuate. L’obbligo persegue le finalità contenute nell’articolo 18 del decreto legge numero 36 del 2022. Ovvero di dare attuazione alla Missione M1 C1 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) nella parte in cui si dà attuazione alle norme sul rispetto degli obblighi fiscali e al miglioramento dei controlli.

Quali dati devono essere trasmessi giornalmente da professionisti ed esercenti sui pagamenti Pos?

L’obbligo che esercenti e professionisti avranno nel dover trasmettere i dati giornalieri all’Agenzia delle entrate risponde alla finalità di mettere più strumenti a disposizione per combattere l’evasione fiscale. I soggetti obbligati dovranno trasmettere giornalmente:

  • l’ammontare complessivo delle transazioni effettuate durante la giornata lavorativa;
  • i dati identificativi di tutti i pagamenti elettronici ricevuti nella giornata;
  • le informazioni sui metodi di pagamento, anche in considerazione delle specifiche caratteristiche tecniche.

La trasmissione dei dati e delle informazioni da trasmettere sarà oggetto di un altro provvedimento dell’Agenzia delle entrate. Il decreto individuerà le modalità con le quali effettuare l’operazione.

Quali sanzioni sono previste a commercianti e professionisti dal 30 giugno 2022?

A partire dal 30 giugno 2022 è prevista l’applicazione delle sanzioni per i commercianti e i professionisti che non accettino pagamenti dai clienti con gli strumenti elettronici. Il mancato pagamento tramite Pos, carte di credito, bancomat o altre applicazioni specifiche, comporterà una sanzione composta da due parti:

  • una quota fissa, della misura di 30 euro per ogni pagamento non accettato tramite Pos, indipendentemente dall’importo della transazione;
  • una parte variabile, pari al 4% dell’importo della transazione per la quale non sia stata accettato il pagamento tramite Pos.

Obbligo di ricevere pagamenti tramite Pos: cosa avviene se ci sono problemi tecnici?

L’obbligo di accettare pagamenti elettronici è già operativo dal 30 giugno 2014. Lo stabiliva l’articolo 15 del decreto legge numero 179 del 2012. A partire dal prossimo 30 giugno saranno anticipate, dunque, le sanzioni che erano previste a decorrere dal 1° gennaio 2023. In attesa di ulteriori chiarimenti dell’Agenzie delle entrate, la sanzione non verrà comminata nei casi di oggettiva impossibilità tecnica. Anche in questo campo, si attendono maggiori delucidazioni dell’Agenzia delle entrate per delimitare le ipotesi nelle quali, effettivamente, commercianti e professionisti siano impossibilitati a ricevere i pagamenti tramite carta di credito, di debito o altri strumenti elettronici.

Pos, quanto costa e quali sono le offerte più convenienti?

Dal 1° luglio 2022 sarà obbligatorio per i commercianti, gli esercenti e i professionisti accettare pagamenti tramite Pos con carte di credito, bancomat e app varie. Secondo quanto prevede il decreto “Pnrr 2”, la mancata accettazione del pagamento mediante questi strumenti di moneta elettronica comporterà una sanzione pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione. Gli esercenti dovranno adeguarsi alle nuove regole acquistando o prendendo a noleggio il dispositivo Pos. Ecco dunque quanto costa dotarsi di un Pos e quali sono le offerte più vantaggiose.

Dotarsi di un Post con Banca Sella, quanto costa?

Banca Sella offre la possibilità di dotarsi di un Pos pagando un canone mensile che va da 0 a 20 euro in base a quanto transato. Le spese per l’attivazione sono pari a 150 euro una tantum e il costo in caso di furto variano da 70 euro a 150 euro.  Le commissioni sulle transazioni variano dallo 0% all’1,80%. Ma ci sono pacchetti promozionali che consentono di risparmiare. Fino al 30 giugno 2022 ci si può dotare di un Pos con i primi tre mesi del noleggio gratuiti. Il canone è gratuito anche successivamente se si una un transato minimo di seimila euro al mese. Inoltre, la banca prevede anche il rimborso delle commissioni sul transato per tutte le operazioni non eccedenti i 10 euro fino al 31 dicembre 2022.

Quali sono i costi del Pos con Banca Sella?

Al di là della promozione, i costi del Pos con Banca Sella comprendono:

  • commissioni dello 0,95% su transato circuiti internazionali, incluse le carte business;
  • le commissioni dello 0,45% su transato PagoBancomat;
  • il costo di attivazione e di recesso gratuiti;
  • l’accredito in 24 ore lavorative su qualunque conto corrente.

Banco Bpm, quanto costa prendere il Pos?

Per commercianti e professionisti c’è anche la possibilità di valutare le offerte del Banco Bpm. L’offerta base prevede un canone mensile per il noleggio del Pos da 0 a 30 euro; le spese di attivazione e di installazione da 0 a 29 euro; il costo per il furto del dispositivo pari a 215 euro, addebitato per la non restituzione del Pos; le commissioni sulle transazioni variano dallo 0,45% al 2,90%. Anche per il Banco Bpm ci sono delle agevolazioni. Fino al 31 dicembre 2022 le commissioni sulle transazioni PagoBancomat inferiori a 5 euro sono gratuite.

Quali sono i costi e le commissioni con il Pos di Banco Bpm?

Inoltre è possibile sottoscrivere con Banco Bpm l’offerta “Speedy Pos“. Richiedendo il dispositivo entro il 31 dicembre 2022, il canone del primo mese è gratuito e si pagano 20 euro alla sottoscrizione. I costi per le commissioni sono i seguenti:

  • 0,45% per le carte PagoBancomat;
  • 0,95% per le Carte di Credito Visa e MasterCard;
  • 0,90% per le Carte di Debito Visa e MasterCard;
  • 1,95% per le Carte Commerciali;
  • 2,90% per le carte Cinesi e Giapponesi (Upi e Jcb);
  • 0,90% di maggiorazione prevista sulle carte Extra Aee.

Pos con Bper, quali sono i costi?

Il noleggio del Pos è possibile anche con Bper. Il canone mensile è pari a 15,50 euro per i Pos tradizionali con spese di attivazione e di installazioni da 0 a 150 euro. In caso di furto la spesa è di 75 euro e le commissioni per le transazioni variano da 0,48% a 2,10%. Si può richiedere anche un Pos virtuale per le operazioni di pagamento online. In tal modo si possono gestire le vendite online e ricevere pagamenti sicuri. Tra i servizi a disposizione c’è la possibilità di usufruire del “Paymail“. Si tratta di un servizio che permette di incassare a distanza, anche quando non si ha di fronte il cliente, inviandogli un semplice link tramite email. Il cliente, cliccando sul link ricevuto, procedere con il pagamento in maniera sicura, rapida e semplice.

Credem, ecco le offerte per il noleggio del Pos

Tra le offerte dei principali acquirers italiani, c’è anche quella di Credem, il cui costo mensile per il noleggio varia da 0 a 30 euro in base a quanto transato. Non sono previste spese di attivazione e di installazione, mentre il costo per il furto è pari a 180 euro. Le commissioni variano da 0,25% a 1,85%. Il servizio d’incasso mobile Pos di Credem si chiama “Siapay” e permette di ridurre il rischio di furti, rapine e truffe, di ricevere gli accrediti direttamente sul conto corrente e di accettare tutti i più diffusi metodi di pagamento elettronici in circolazione. I servizi sono disponibili anche mediante l’utilizzo di smartphone e tablet: pertanto si possono ricevere pagamenti anche in mobilità, fuori dalla sede di lavoro e su tutto il territorio nazionale.

Quali sono i Pos più convenienti? Le spese del Pos di Intesa Sanpaolo

Richiedere il Pos a Intesa Sanpaolo comporta un costo di noleggio mensile da 0 a 6 euro per il Pos mobile e da 8 a 22 euro per quello fisso. Le spese di attivazione e di installazione sono pari a 60 euro una tantum solo per il Pos mobile. In caso di furto, il costo varia da 129 a 199 in base al tipo di dispositivo. Infine le commissioni variano da 0,55% a 1,60%. Tra le promozioni di Intesa Sanpaolo c’è la possibilità di sottoscrivere la soluzione Pos Nexi, con un canone mensile di 21 euro anziché di 50 euro.

Pos con Unicredit, quali sono i costi?

Con Unicredit il canone mensile per il noleggio del Pos varia da 30,50 euro a 87,50 euro a seconda del modello. Per l’attivazione e l’installazione va considerato un costo di 100 euro una tantum, mentre la disattivazione del dispositivo comporta una spesa di 80 euro. Non è previsto, però, un costo nel caso di furto del dispositivo. Le commissioni variano da un minimo dell’1,75% a un massimo del 5% (in base al volume di affari). Anche Unicredit prevede delle promozioni come “One Pos“. Per attivazioni fino al 30 giugno 2022 il canone mensile del Pos è scontato a 2,90 euro fino al 31 dicembre 2023; le commissioni per volume transato sono dello 0,9% per PagoBancomat, Bancomat Pay, Visa e Mastercard. Inoltre, fino al 30 giugno prossimo le commissioni sui pagamenti inferiori a 10 euro sono pari a zero.

Pos con Nexi, quanto costa?

Il Pos di Nexi ha un costo del canone mensile di noleggio da zero a 29 euro, con attivazione fino a 79 euro, includendo nell’offerta lo Smart Pos e un Pos Extra. In media, i costi delle commissioni variano dall’1% sui pagamenti dei circuiti internazionali allo 0,80% per i circuiti domestici. Fino al 31 dicembre 2022 è previsto il rimborso dei costi delle commissioni per pagamenti fino a 10 euro con carte Mastercard, Bancomat e Visa. Fino al 2 maggio è possibile beneficiare della promozione con il canone mensile scontato a 15 euro, costo di attivazione una tantum di 15 euro e commissione unica dell’1,89% per tutti i pagamenti con carte europee Mastercard, Visa, Maestro, VPay e PagoBancomat (fermo restando le commissioni pari a zero per transazioni fino a 10 euro per tutto il 2022). Nexi offre anche il servizio Pay by Link incluso per accettare pagamenti inviando un link via Sms, email e social network ai clienti anche quando si è distanti dal punto vendita.

Worldline, quali sono le offerte sul Pos?

Infine, altre offerte sono a disposizione da Worldline, con uso gratuito del Pos (noleggio) e spese di attivazione e di installazione non previste. Il costo per il furto varia da zero euro a 300 euro in base all’offerta. Le commissioni sulle transazioni variano da 1,25% al 4%.

Fattura elettronica, per le partite Iva forfettarie sanzioni per irregolarità di 500 euro

Il decreto legge “Pnrr 2” riorganizza le sanzioni per le irregolarità relative alla fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario. L’utilizzo del documento elettronico è previsto per gli operatori in regime forfettario per volumi annui di compensi e di ricavi superiori a 25 mila euro a partire dal 1° luglio 2022 secondo quanto prevede l’articolo 18 decreto legge “Pnrr 2”. Ma anche per le violazioni dovute per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici effettuati tramite Pos, bancomat e carte di credito sono previste sanzioni che entreranno a regime dal 30 giugno 2022.

Quale sanzione spetta alle partite Iva forfettarie per il mancato utilizzo della fattura elettronica?

Per le partite Iva forfettarie, il mancato utilizzo della fattura elettronica comporterà una sanzione amministrativa tra il 5% e il 10% di quanto non documentato con un minimo di imposto pari a 500 euro. Inoltre, quando la violazione non rileva ai fini della determinazione del reddito la sanzione amministrativa parte da un minimo di 250 euro fino a un massimo di 2 mila euro. Le sanzioni amministrative entreranno a regime a decorrere dal quarto trimestre del 2022.

Regime transitorio, per i forfettari da luglio a settembre un mese di tempo per emettere la fattura elettronica

Fino a tutto il terzo trimestre (dal 1° luglio al 30 settembre 2022) le partite Iva forfettarie beneficeranno del regime transitorio. Ovvero, la mancata emissione della fattura elettronica non comporterà l’applicazione della sanzione a patto che le partite Iva forfettarie emettano il documento elettronico entro il mese successivo a quello nel quale sia stata fatta la relativa operazione. L’obbligo di utilizzo della fattura elettronica vigerà fino al 31 dicembre 2024.

Sanzioni per mancato utilizzo di Pos per accettare i pagamenti elettronici con carte di credito e bancomat

Il decreto “Pnrr 2” anticipa anche le sanzioni a carico di commercianti ed esercenti per il mancato utilizzo del Pos per l’accettazione dei pagamenti elettronici con carte di credito e bancomat. A partire dal 30 giugno 2022, anziché dal 1° gennaio 2023, i commercianti che non accetteranno i pagamenti con Pos e carte di credito saranno soggetti a una sanzione amministrativa del valore di 30 euro fissi, più il 4% del valore della transazione.

Pagamenti elettronici e Pos, le misure in arrivo con il decreto Pnrr 2

In arrivo nuove misure per i pagamenti elettronici con il decreto Pnrr 2, e sanzioni per gli esercenti che non applicano correttamente le regole del Pos. Con il provvedimento verranno anticipate al 30 giugno 2022 le multe i commercianti che non accettino i pagamenti mediante carte di credito e bancomat. Inoltre, gli esercenti saranno obbligati all’invio giornalieri degli acquisti. La misura rientra nell’obiettivo di incrementare i pagamenti digitali: con app, carte di credito, bancomat e altri strumenti di pagamento tracciabili i pagamenti elettronici nel 2021 hanno rappresentato il 38% del totale delle transazioni.

Sanzioni per la mancata accettazione del Pos: di quanto sono e come si calcolano

Il decreto Pnrr 2, che dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, mira a stabilire nuovi paletti all’utilizzo del denaro contante. Il primo è l’anticipo al 30 giugno 2022 delle multe per i commercianti che non accettino i pagamenti elettronici per mezzo del Pos. La sanzione è fissata in 30 euro, più il 4% dell’importo della transazione. Dunque, per un acquisto di 50 euro, la sanzione in caso di non accettazione del metodo di pagamento elettronico, è fissata in 30 euro più il 4% di 50 euro. Ovvero, in totale in 32 euro. Il provvedimento in arrivo anticipa di sei mesi l’applicazione delle sanzioni. Inizialmente le multe erano fissate, infatti, al 1° gennaio 2023.

Pagamenti tramite Pos, carte di credito e bancomat: sanzioni difficili da applicare

La sanzione per chi non accetti i pagamenti tramite moneta elettronica per la vendita di prodotti e servizi vige dal 30 giugno 2014. Ma la misura non ha trovato effettiva applicazione per l’utilizzo di carte di credito e bancomat. Il provvedimento mira dunque a sanzionare chi non osservi le sanzioni previste. È stato tuttavia già obiettato che non sempre le sanzioni sono di facile applicazione. Ad esempio, si pensi i casi in cui l’esercente rifiuti il pagamento tramite Pos per mancanza di connessione.

Crediti di imposta sui pagamenti tramite Pos: fino al 30 giugno 2022 incentivi ancora attivi

Peraltro, fino al 30 giugno 2022 sono maturabili i crediti di imposta sulle commissioni sostenute dai commercianti per l’utilizzo dei metodi di pagamento elettronico tramite Pos. A partire dal 1° luglio 2022, il credito di imposta (potenziato al 100% fino al 30 giugno 2022), tornerà alla percentuale del 30%. Inoltre, la data 30 giugno 2022 rimane anche per i commercianti che acquistino, noleggino o utilizzino dispositivi Pos collegati ai registratori telematici e ai Server Rt. La scadenza del 30 giugno prossimo, dunque, fissa il termine per questi incentivi tramite credito di imposta.

Pagamenti tramite denaro contante: dal 1° gennaio 2023 la soglia scende da 2 mila euro a mille euro

I pagamento elettronici e i vari incentivi per l’utilizzo del Pos vanno combinati con l’abbassamento degli importi dei contanti a partire dal 1° gennaio 2023. A partire da questa data, infatti, il decreto legge “Milleproroghe” ha fissato l’abbassamento da 2 mila euro a mille euro dell’utilizzo del denaro contante. Con l’abbassamento dell’importo massimo, saranno vietate anche le transazioni frazionate in maniera artificiosa. Ad esempio, frazionare le transazioni per rimanere sotto la soglia dei mille euro comporterà sanzioni per la violazione del tetto di denaro contante.

Pagamenti elettronici richiesti per la tracciabilità e le detrazioni fiscali

Inoltre, i pagamenti elettronici sono richiesti per la tracciabilità e le detrazioni fiscali. Dal 2020, infatti, per la detraibilità del 19% è richiesto che i pagamenti vengano effettuati con mezzi tracciabili. La regola non vale per gli acquisti di medicinali e per le prestazioni effettuate presso le strutture del Servizio sanitario nazionale o quelle accreditate. Per determinate tipologie di spese, come ad esempio quelle di istruzione, universitarie o funebri, la detrazione è piena (al 100%) per chi ha redditi che non eccedano i 120 mila euro. La detrazione decresce per redditi fino a 240 mila euro fino a azzerarsi.

Cashback fiscale, a che punto è il rimborso immediato?

Presenta difficoltà di applicazione il Cashback fiscale, ovvero il rimborso immediato di alcune detrazioni collegate alle spese effettuate. Nella discussione del disegno di legge della delega fiscale si sono riscontrate delle difficoltà in particolare per le spese sanitarie e l’incrocio dei rimborsi delle Casse sanitarie.

Lotteria degli scontrini, si punta alle vincite immediate

Novità sono attese anche per la lotteria degli scontrini. Infatti, nel provvedimento dovrebbero arrivare misure che consentano di assegnare immediatamente premi legati agli acquisti e ai pagamenti elettronici al fine di superare le diffidenze del 2021 e rendere il meccanismo più accattivante accattivante. Infatti, nel debutto della misura lo scorso anno, l’estrazione avveniva settimanalmente, mensilmente e annualmente. Per l’assegnazione dei premi era necessario comunicare il codice lotteria dell’acquirente, ma ai premi concorrevano anche gli esercenti. Tuttavia, solo un terzo dei compratori comunicava il proprio codice lotteria. Il governo dunque sta studiando modalità per rendere più attraente la lotteria degli scontrini, assegnando premi immediati senza dover aspettare le estrazioni periodiche.

Transazioni Pos e scontrini: il nuovo sistema di lotta all’evasione fiscale

Negli ultimi anni la lotta all’evasione fiscale sta diventando sempre più aspra. E’ di soli pochi giorni fa la notizia che sono anticipate le sanzioni previste a carico dei commercianti che non accettano il pagamento con il POS e ora un’altra notizia mette in allarme i commercianti. I dati delle transazioni POS saranno tutti comunicati all’Agenzia delle Entrate e incrociati con gli scontrini emessi, ma cosa comporta ciò?

Transazioni POS e scontrini: cosa cambia per i commercianti?

Vi sono dei commercianti che al momento di accettare il pagamento con il POS decidono di non tramutare la transazione effettuata in scontrino fiscale. Tale pratica viene comunemente denominata “pre-conto”. Questo vuol dire che il pagamento va a buon fine e i soldi arrivano nel conto, ma di fatto vi è comunque evasione perché non si emette lo scontrino, cioè l’equivalente della fattura fiscale. Sono così sottratte delle entrate dai redditi prodotti con contestuale evasione delle imposte che devono essere versate.

D’ora in poi questo meccanismo non potrà più essere attuato, o meglio non potrà essere attuato in modo fruttuoso. Con le nuove norme tutti i dati relativi alle transazioni effettuate sui POS saranno dirottati direttamente all’Agenzia delle Entrate che provvederà a incrociare i dati con gli scontrini e le fatture emesse da tutte le tipologie di attività commerciali.

Nel momento in cui dovessero emergere delle difformità tra le entrate determinate in base ai movimenti dal POS e le entrate dichiarate attraverso gli scontrini, non solo il contribuente dovrà versare le maggiori tasse, ma saranno comminate anche delle multe. Ricordiamo che ora i registratori di cassa sono tutti connessi all’Agenzia delle Entrate

Inasprimento della lotta all’evasione fiscale

Il sistema consente non solo di tracciare i movimenti quindi dell’acquirente, che dovrà avere una capacità di spesa comunque inferiore rispetto alle entrate dichiarate, ma anche di tracciare in modo capillare le entrate del venditore.

Le nuove norme sono contenute all’interno del decreto Pnrr2 che quindi pone una decisa accelerazione nella lotta all’evasione fiscale. Ricordiamo che per coloro che non accettano i pagamenti con il POS vi è una sanzione pari a 30 euro a cui si aggiunge il 4% dell’importo della transazione.

Per avere maggiori informazioni sulla nuova disciplina delle sanzioni, leggi l’articolo: Pagamento con POS a giugno partono le sanzioni per i commercianti

Pos, dal 1° gennaio 2022 sanzioni a chi nega i pagamenti elettronici

Ritornano le sanzioni per i commercianti e professionisti che negano il pagamento con il Pos. La nuova stretta arriva dal decreto di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che rilancia la lotta all’evasione fiscale attraverso i pagamenti elettronici. Il provvedimento porta la firma di Roberto Pella di Forza Italia e di Gian Pietro Dal Moro del Pd ed è stato approvato nella giornata del 13 dicembre alla Commissione Bilancio della Camera.

Commercianti e professionisti dal 1° gennaio 2022 sono obbligati ad accettare i pagamenti elettronici

In base al provvedimento normativo, dal 1° gennaio 2022 arriveranno sanzioni per i commercianti e per i professionisti che non accetteranno i pagamenti con carta di credito o con il bancomat. I pagamenti saranno relativi, dunque, sia per la vendita di beni che per la prestazione di servizi professionali.

Come si calcola l’importo della sanzione se non si accetta il pagamento con il Pos?

La sanzione amministrativa per i commercianti e i professionisti che dovessero rifiutare il pagamento elettronico sarà di 30 euro più il 4% dell’importo della vendita o del valore della prestazione. Si tratta di un provvedimento chiave nella lotta all’evasione fiscale. Peraltro, come specificato nell’emendamento, il commerciante e il professionista sono obbligati ad accettare almeno una tipologia di carta di credito o di carta di debito. Altri provvedimenti sono attesi anche per quanto riguarda il mancato rilascio dello scontrino o della fattura.

Lotta all’evasione fiscale come obiettivo del Pnrr

La lotta all’evasione fiscale rappresenta uno degli obiettivi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Tra gli indicatori presi in esame a livello europeo per il rispetto del Piano, si fa riferimento al “tax gap”, ovvero alla quota del gettito che lo Stato non riesce a incassare a causa proprio dell’evasione fiscale. Sulla base degli ultimi dati disponibili, il tax gap è attualmente al 18,5%, percentuale che è già risultata in calo negli anni dal 2014 al 2019 del 3,6%. Ma il Pnrr chiede altri sforzi per ridurre questa percentuale.

Riduzione del mancato gettito entro il 2024: gli strumenti di lotta all’evasione fiscale

Infatti, tra gli obiettivi del Pnrr in tema di evasione fiscale, sono stati fissate le percentuali di riduzione del tax gap nei prossimi anni. La decurtazione dovrà essere di non meno del 5% entro il 2023 e di non meno del 15% al 2024. Un percorso alla portata del governo che, oltre all’accettazione dei pagamenti tramite la moneta elettronica, ha già individuato altri strumenti per la lotta all’evasione fiscale.

Gli strumenti di lotta all’evasione fiscale che potrebbero essere intensificati nel 2022

Tra questi strumenti che il governo metterà in campo per la lotta all’evasione fiscale rientrano:

  • la precompilata Iva;
  • l’utilizzo dell’anagrafe dei rapporti finanziari;
  • la revisione delle sanzioni per la mancata emissione dello scontrino fiscale;
  • l’accrescimento delle lettere di incentivo per l’adempimento spontaneo.

Su questi quattro strumenti il governo intensificherà il proprio lavoro nei primi sei mesi del nuovo anno.