INI-PEC online

E’ stato messo sul web l’elenco INI-PEC, ovvero l’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata (PEC), che riporta tutti gli indirizzi di imprese e professionisti.

Il sito è stato realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico e da Infocamere e verrà aggiornato in tempo reale con i dati di Registro Imprese e Ordini professionali di appartenenza.
Ad oggi, sul portale ci sono già oltre 660 mila indirizzi PEC di professionisti relativi a 970 ordini e collegi professionali, e quasi 3 milioni di indirizzi PEC di imprese, sia individuali sia a carattere societario.

Poter accedere online agli indirizzi di posta elettronica permette ai vari soggetti economici e alla Pubblica Amministrazione di interagire con professionisti ed imprese provvisti di PEC con maggiore immediatezza e, di conseguenza, rendere le comunicazioni più veloci ed efficienti.

La navigazione del sito è semplice e non richiede nessuna autenticazione: in homepage si trova il riquadro per la ricerca degli indirizzi, cliccando sul quale si accede alla pagina in cui inserire i dati dell’impresa o del professionista: i campi sono diversi e comprendono nome, cognome, codice fiscale, ordine di appartenenza, ma non sono tutti obbligatori, poiché il sistema anche solo con il cognome oppure con il codice fiscale è in grado di trovare il relativo indirizzo PEC.

D’ora in poi, l’utilizzo della PEC dovrebbe diventare più frequente, in vista della prossima scadenza del 30 giugno, alla quale anche le imprese individuali sono chiamate a munirsi di Posta Elettronica Certificata, per la ricezione di comunicazioni e notifiche dagli Enti e dalle PA.
La PEC, infatti, serve anche alla ricezione di raccomandate con ricevuta di ritorno online, che matengono, anche senza cartaceo, lo stesso valore legale.

Vera MORETTI

PEC: bene al Nord, a rilento al Centro e al Sud

La scadenza del 30 giugno per la presentazione della PEC da parte di imprese individuali e professionisti iscritti al Registro delle Imprese sta per arrivare e, per analizzare la situazione della PEC in Italia, Register.it, che fa parte del Gruppo DADA, ha effettuato un’indagine che ci permette di avere uno scenario completo su ciò che sta accadendo nel Paese.

La ricerca rende noto che il 69% delle caselle e-mail sono state attivate nelle regioni del Nord-Ovest e Nord-Est, mentre solo il 20% nel Centro e l’11% nel Sud Italia.
Il maggior numero di caselle aperte è stato registrato in Lombardia (34% circa), seguita da Veneto e Lazio (10%).
Le regioni più indietro nel processo di adozione sono invece Basilicata (0,23%) e Molise (0,13%).

In generale, il 72% di coloro che hanno attivato una casella PEC possiede anche un nome a dominio e la larga maggioranza (90%) è dotata di partita IVA.

Claudio Corbetta, Amministratore Delegato del Gruppo DADA, ha dichiarato: “In Italia sono circa 3 milioni i potenziali interessati dall’imminente scadenza normativa che renderà obbligatoria la PEC per le imprese individuali e i liberi professionisti, e il nostro obiettivo è proprio quello di accompagnare questi soggetti nel loro processo di digitalizzazione aiutandoli a cogliere le opportunità insite nell’obbligo di legge. Le nostre analisi rivelano che lo stato di adozione della PEC è ancora disomogeneo a livello territoriale e ciò indica che diverse regioni hanno bisogno di una guida e di strumenti semplici che ne facilitino il processo di transizione verso il digitale. Ecco perché abbiamo ridefinito la nostra offerta in una logica di estrema semplificazione, ma al contempo di personalizzazione, per consentire a tutti di ottenere vantaggi di business dalla scelta di una casella PEC riconoscibile e consultabile ovunque e in qualsiasi momento”.

Vera MORETTI

Quali agevolazioni per le startup?

Sono molte le agevolazioni che riguardano le startup innovative, introdotte dal Decreto Sviluppo Bis.
Si tratta di società di nuova costituzione, società di capitali o cooperative, non quotate, di diritto italiano, ma anche società europee con sede in Italia, che dimostrino di avere alcuni requisiti fondamentali:

  • Recente avvio: attività di impresa da non più di quattro anni.
  • Persone fisiche: con loro maggioranza di quote e diritti di voto, detenuti alla nascita della società e per i successivi due anni.
  • Personale qualificato: pari a un terzo degli occupati, compresi gli amministratori.
  • Ricerca e Sviluppo: investimenti mirati.
  • Innovazione tecnologica: con produzione o commercializzazione di prodotti e servizi.

Una volta costituite, le startup vanno iscritte al Registro delle Imprese nella sezione a loro dedicata. La sede principale degli affari deve essere, ovviamente, l’Italia.

Esistono alcune deroghe che riguardano principalmente le Srl:

  • creazione di categorie di quote dotate di particolari diritti;
  • possibilità di effettuare operazioni sulle proprie quote e di emettere strumenti finanziari partecipativi;
  • offerta al pubblico di quote di capitale.

Dal punto di vista fiscale, sono previste detrazioni Irpef e Ires relative al biennio 2013-2015 per le persone fisiche o giuridiche che investono in start up innovative.
In caso di cessazione attività, non si applicano le procedure concorsuali ordinarie ma quelle relative alle crisi da sovra indebitamento.

Importanti anche gli incubatori certificati, anch’essi fruitori di agevolazioni, e la possibilità di finanziare le nuove imprese attraverso il crowdfunding, ovvero la raccolta di capitali attraverso portali online.

Vera MORETTI

La CCIAA di Lodi finanzia le startup giovanili

Le imprese giovanili sono al centro di un bando pubblicato dalla Camera di Commercio di Lodi.
In particolare, in questo caso si vuole favorire la creazione di nuove aziende, a patto che gli aspiranti imprenditori abbiano un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.

A beneficiare del bando saranno solo le imprese iscritte, ma anche attive, al Registro delle Imprese della CCIAA di Lodi nel momento in cui viene presentata la domanda, nate grazie a investimento complessivamente non inferiori a 24mila euro.

A essere finanziate saranno le spese sostenute nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2013 e il 30 novembre 2013, grazie all’erogazione di un contributo di 12mila euro a fondo perduto e di un incentivo di 12mila euro a tasso zero, da restituire in 3 rate annuali di 4mila euro.
Coloro che volessero beneficiarne possono presentare la richiesta fino al 30 aprile 2013.

Vera MORETTI

Statuto semplice per le srl a 1 euro

Una circolare del Ministero di Giustizia ha confermato che, per quanto riguarda le srl semplificate, ovvero le srl a 1 euro, l’atto costitutivo deve essere “redatto per atto pubblico in conformità al modello standard tipizzato con decreto”.

Inoltre, è stato chiesto, nella circolare inviata a Camere di Commercio e Registri delle Imprese, che lo Statuto standard, emanato con decreto ministeriale, non sia vincolante, ma sia un testo adattabile, da usare come modello contenente le clausole minime essenziali.

Questo perché “non sarebbe risultato utile strutturare il modello standard riportando (in modo necessariamente incompleto e comunque rimesso alla concreta definizione da parte del notaio rogante) tutte le possibili fattispecie alternative di funzionamento delle molteplici componenti dell’ente”, si legge nel parere del Ministero della Giustizia.

In conclusione la circolare del MiSE precisa che tale modello può essere “integrato dalla volontà negoziale delle parti” e che “in un sistema che delinea il paradigma delle società a responsabilità limitata in chiave di ampia derogabilità da parte dei soci, appare del tutto incongruo ritenere che la norma primaria abbia voluto (non espressamente) limitare l’autonomia negoziale rimettendo ad una normativa regolamentare l’individuazione delle innumerevoli possibili opzioni concernenti l’organizzazione ed il funzionamento della società”.

Vera MORETTI

Contributi sulle energie rinnovabili alle imprese trevigiane

Il Gruppo di Azione Locale Terre di Marca ha deciso di concedere contributi al fine di sviluppare le filiere corte o microfiliere di prodotti a connotazione locale orientate al miglioramento della qualità e alla promozione, anche attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili.

La domanda può essere presentata da microimprese già esistenti o di nuova costituzione, e possono essere in forma individuale, societaria o cooperativa.

Ovviamente, occorre essere iscritti al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e già attive.
A questo proposito, sono considerate attive anche le imprese che, in sede di iscrizione al Registro medesimo avvenuta prima della presentazione della domanda di cui al presente bando, hanno indicato l’adempimento “Costituzione nuova impresa con immediato inizio attività”.

Vengono considerate di nuova costituzione le entità che dopo la presentazione della domanda effettuano l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio oppure che, attraverso la comunicazione unica d’impresa, sono già iscritte al registro medesimo con la formula “Costituzione nuova impresa senza immediato inizio attività economica”.

I soggetti richiedenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • ubicazione UTE nel territorio regionale;
  • i soggetti richiedenti all’atto della domanda devono essere in possesso della partita IVA da cui risulti l’esercizio dell’attività in uno dei settori previsti dal PSL per la presente Misura, con specifico riferimento al codice ATECO relativo alla produzione di energia come riportato in allegato al bando. Ai fini dell’individuazione delle attività economiche esercitate dalle imprese farà fede il Codice ATECO risultante dalla partita IVA;
  • iscrizione all’Anagrafe Regionale del Settore Primario;
  • rispetto dei limiti stabiliti dal regime de minimis.

Gli interventi ammissibili possono riguardare:

  • Produzione e vendita di energia elettrica e/o termica;
  • Lavorazione e trasformazione della biomassa destinata alla produzione di energia;

Le tipologie di investimento consentite sono:

  • Investimenti fissi per la produzione e vendita di energia elettrica e/o termica
  • Investimenti mobili per la produzione e vendita di energia elettrica e/o termica
  • Investimenti mobili per la lavorazione e trasformazione della biomassa destinata alla produzione di energia
  • Spese di gestione per l’avvio dell’attività, limitatamente alle microimprese di nuova costituzione.

Le spese ammissibili sono:

  • Investimenti fissi per la produzione e vendita di energia elettrica e/o termica: acquisto e realizzazione di manufatti funzionalmente connessi all’esercizio dell’impianto di produzione di energia alimentato da fonti rinnovabili; acquisto di impianti di produzione di energia alimentati da energia rinnovabili; acquisto e realizzazione di manufatti e infrastrutture per l’eventuale collegamento degli impianti alla rete di trasporto dell’energia elettrica; acquisto e/o la realizzazione di manufatti e impianti finalizzati alla modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale nonché riattivazione degli investimenti per la produzione di energia.
  • Investimenti mobili per la produzione e vendita di energia elettrica e/o termica: acquisto di attrezzature nell’ambito di investimenti connessi all’esercizio dell’impianto di produzione di energia alimentato da fonte rinnovabile; acquisto di macchine e attrezzature finalizzati alla modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale nonché riattivazione degli interventi concessi.
  • Investimenti mobili per la lavorazione e trasformazione della biomassa destinata alla produzione di energia: acquisto di impianti e attrezzature per la lavorazione e trasformazione della biomassa destinata alla produzione di energia;
  • Spese di gestione per l’avvio dell’attività, limitatamente alle microimprese di nuova costituzione: affitti e noleggi; utenze; spese notarili e oneri amministrativi connessi all’avvio dell’attività.

L’entità del contributo è ripartita:

  • Impianti e attrezzature privi di altri incentivi: 60%
  • Impianti alimentati da biomasse agroforestali e biogas, comprese attrezzature, con incentivi: 40%
  • Altri impianti e attrezzature con incentivi: 20%

Per poter accedere agli aiuti previsti, la domanda va presentata ad AVEPA Sportello Unico Agricolo di Treviso entro il 9 gennaio 2013 secondo le modalità previste da AVEPA.

Vera MORETTI

Se l’imprenditoria italiana ha i capelli bianchi

di Alessia CASIRAGHI

Imprenditori italiani sempre più vecchi. Nonostante le recenti manovre del governo a sostegno dell’imprenditoria giovanile e della creazione di nuove start up – anche con 1 euro si può fare impresa -, il tessuto imprenditoriale italiano diventa sempre più vecchio.

Rispetto al 2010, l’incidenza delle imprese giovanili scende dall’11,8% del 2010 all’11,4% del 2011. E’ quanto rivela uno studio condotto dall’Osservatorio di Unioncamere sull’imprenditorialità giovanile, elaborando i dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio.

Per imprese giovanili si intendono le ditte individuali il cui titolare abbia meno di 35 anni, o le società di persone in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni, o ancora società di capitali in cui la media dell’età dei soci e degli amministratori sia inferiore al limite d’età di 35 anni.

L’indagine ha evidenziato come le attuali 700mila imprese di under 35 hanno registrato un calo del 3,6% rispetto al 2010, contando al netto 26mila unità in meno.

Ma qual è la causa dell’innalzamento d’età dell’imprenditoria made in Italy? La riduzione delle aziende under 35 si spiega sia con il graduale superamento della soglia dei 35 anni da parte di un elevato numero di imprenditori. Dall’altro lato si evidenzia un netto rallentamento delle iscrizioni di imprese giovanili, soprattutto nella seconda metà del 2011.

Lo scorso anno solo 135mila giovani, nonostante uno scenario economico reso difficile dalla crisi e dalla difficoltà di ottenere finanziamenti, hanno deciso di avviare una nuova impresa.

Tributaristi: proroga legislativa per la pec

Circa la proroga della scadenza dell’obbligo di dotarsi di pec da parte delle società, dandone comunicazione al Registro delle Imprese, l’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) aveva evidenziato nei mesi scorsi i problemi legati ad una proroga “interpretabile”, poiché era stata predisposta con circolare del Ministero dello Sviluppo Economico e non con una apposita norma.  Il Presidente dell’INT, Riccardo Alemanno, aveva così scritto al Ministro Corrado Passera titolare del Dicastero dello Sviluppo Economico, per sollecitare un intervento legislativo risolutore e chiarificatore sia per i contribuenti che per le CCIAA.

La cosa si è concretizzata con il Decreto semplificazioni (D.L. 5/2012) in cui è stato prorogato il termine per comunicare la pec al Registro delle imprese (nuoca scadenza (30/06/2012), intervento accolto con soddisfazione da parte dell’INT.

Creare una nuova impresa: basta 1 euro!

di Alessia CASIRAGHI

Se potessi avere mille lire al mese…cantava alla fine degli anni ’30 Gilberto Mazzi. Oggi, quel ritornello, parafrasato, suonerebbe all’incirca così ‘se potessi avere un euro al mese, basterebbe per aprirmi una nuova società’.

Da oggi infatti, basta un euro in tasca per dare vita ad una nuova azienda. E’ quanto stabilito dall‘articolo 3 del decreto per le liberalizzazioni del Governo Monti, che consente a tutti gli under 35 di creare un impresa a un euro.

La nuova delibera è contenuta nel decreto sulle semplificazioni, promosso dal ministro per la Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. Vita più facile per i nuovi rampanti giovani imprenditori under 35 .

La nuova Srl semplificata prevista dal decreto Patroni Griffi non richiede infatti l’intervento del notaio, ma basterà rivolgersi al registro delle imprese della Camera di Commercio per la sua effettiva registrazione. Inoltre è esente da diritti di bollo e di segreteria, ma soprattutto non impone il vincolo di stanziare un capitale minimo di 10mila euro, sostituto dal vincolo simbolico di un euro.

Ma come costituire una Srl semplificata a un euro?

Primo passo: redigere un atto costitutivo, nella modalità della scrittura privata, con il supporto di un avvocato o di un commercialista (niente notaio!), per mettere nero su bianco il proprio progetto.
L’atto costitutivo dovrà contenere nomi e indicazioni anagrafiche dei soci, denominazione sociale, quota di partecipazione di ciascun socio, norme relative al funzionamento della società, persone a cui è affidata l’amministrazione, sede della società e ammontare del capitale sociale. E qui sta la novità: potrà trattarsi anche solo di un euro.

Secondo passo: entro 15 giorni dalla firma, l’atto costitutivo dovrà essere depositato presso l’Ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stata stabilita la sede della nuova azienda.

La nuova Srl semplificata è esclusa poi dal pagamento di qualsiasi spesa di segreteria o di bollo. Inoltre, l’ufficiale del registro, una volta accertate tutte le idoneità, dovrà provvedere entro e non oltre 15 giorni ad iscrivere la nuova azienda. Tutto più semplice, tutto più veloce. Nel caso tale iscrizione non avvenisse infatti, il giudice del registro, su richiesta dei soci, potrà iscrivere la nuova società per decreto.

Unica avvertenza: una volta che i soci della Srl semplificata supereranno tutti l’età di 35 anni, sarà necessario, con la massima tempestività, registrare la trasformazione della società in Srl normale.

PEC: scadenza rinviata a fine anno

La scadenza del 29 novembre per la comunicazione dell’indirizzo di Posta Elettronica Certificata ha colto molte imprese impreparate, tanto che il Ministero dello Sviluppo Economico, nella circolare n. 224402 del 25 novembre scorso, ha invitato le Camere di Commercio a non applicare sanzioni a chi avrebbe provveduto alla comunicazione della PEC dopo tale data.

Il problema pare sia stata l’impossibilità, da parte dei gestori, di accontentare la grande quantità di richieste entro il termine previsto perciò, se si riuscirà a provvedere a tal proposito entro la fine dell’anno, non si andrà incontro a multe o sovratasse.

Quello, dunque, che inizialmente avrebbe dovuto essere un obbligo, ovvero il pagamento di una sanzione pecuniaria prevista dall’art. 2630 del codice civile per l’“omessa esecuzione di denunce, comunicazioni e depositi”, ora è stato annullato.
Tale sanzione amministrativa, dopo le recenti modifiche apportate dallo Statuto delle imprese (Legge n. 180/2011, art. 9, comma 5) che ne ha dimezzato l’importo, va da € 103 a € 1.032 o, in caso di regolarizzazione del mancato adempimento entro i 30 giorni successivi (29 dicembre), va da € 34 a € 344 (1/3 della sanzione ordinaria) ma non sarà applicata per evitare inutili contenziosi a carico dell’Amministrazione.

In sostituzione è stata emanata una nuova circolare indirizzata alle Camere di Commercio, la circolare n. 224402 del 25 novembre 2011, in cui si afferma l’ “opportunità” di non applicare le sanzioni previste alle imprese che non attiveranno un indirizzo PEC entro la scadenza del 29 novembre, almeno in questa prima fase di applicazione “e, comunque, ragionevolmente, almeno fino all’inizio del nuovo anno”.

Il Ministero suggerisce, quindi, alle Camere di Commercio di ritenere come “corretto adempimento” anche quello tardivo effettuato entro la data del 31 dicembre 2011.

La generalizzata e transitoria situazione di difficoltà, infatti, determina “l’impossibilità di individuare, in capo ai soggetti tenuti all’adempimento in parola, l’elemento soggettivo (dolo o colpa) che, ai sensi dell’art. 3 della legge 689/81, è presupposto necessario per l’assoggettamento alla sanzione amministrativa”.

Perciò, anche se non si tratta di una vera e propria proroga, le assomiglia molto.

Vera Moretti