Basta Bufale, l’appello lanciato dalla Camera e sottoscritto anche da INT

E’ stato lanciato da Laura Boldrini, presidente della Camera, l’appello #BastaBufale, riferito alle informazioni che, spesso, sul web vengono distorte e diffuse in modo non veritiero.

L’Istituto Nazionale Tributaristi ha aderito all’iniziativa, sottoscrivendo il format contenuto nel sito Bastabufale.it/, ribadendo un concetto molto chiaro: se l’informazione è un diritto, e ovviamente tutti pensiamo che lo sia, deve esserlo anche un’informazione corretta e veritiera, perché le notizie false recano danni talvolta irreparabili per la democrazia e la convivenza civile.

Riccardo Alemanno, presidente INT, che ha aderito anche a titolo personale, ha dichiarato in proposito: “Inviteremo i nostri iscritti ad aderire perché è un atto di civiltà, le cosiddette bufale, quando non siano palesemente mirate all’ironia, possono avere effetti devastanti data la velocità con cui, tramite la rete, le notizie si diffondono”.

Il problema non riguarda solo la rete ma sicuramente le informazioni pubblicate online sono maggiormente esposte, se pensiamo in particolare ai social, dove tutti possono esprimere il loro parere, anche quando vengono fornite notizie non proprio reali o, comunque, non verificate.

Per questo motivo, Alemanno sostiene che ci vorrebbe una “educazione all’informazione partendo dalle scuole, come INT vogliamo dare il nostro contributo invitando a pensare e riflettere quando si legge una notizia ad andare oltre i titoli, soprattutto se poi si contribuisce alla diffusione della stessa. Tutto ciò non è un atteggiamento ostile verso i social che, come INT ed anche personalmente, utilizziamo perché rappresentano uno strumento formidabile per la comunicazione, si tratta di un invito prima di tutto al rispetto ed al buon senso che spesso purtroppo sono latitanti. E’ purtroppo un rischio il passare dalla positività dell’informazione 2.0 alla disinformazione 2.0, spetta alle istituzioni, ai media ma anche ai cittadini gestire il problema”.

Vera MORETTI

INT contro la decisione del MEF della chiusura agevolata delle liti fiscali

L’Istituto Nazionale Tributaristi ha voluto esprimere la sua opinione circa l’annuncio fatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze riguardo la chiusura agevolata delle liti fiscali pendenti, ribattezzata “rottamazione”, termine che probabilmente calza poco quando si affrontano argomenti delicati.

Se, infatti, ai non addetti ai lavori questa può sembrare una buona notizia, soprattutto in quanto ad oneri fiscali e pendenze, INT sostiene che, al contrario, se all’inizio ogni intervento atto ad eliminare l’eccesso di sedimentazione delle liti fiscali o delle cartelle esattoriali potrà sembrare positivo, avrà in realtà questo effetto solo a breve termine, e anche un temporaneo incremento del gettito nelle casse erariali.

Purtroppo, infatti, questi tipi di intervento non sono in grado di risolvere la situazione alla radice, se alla base non c’è la possibilità e la volontà, di semplificare gli adempimenti fiscali, e non si emaneranno leggi tributarie chiare e durevoli, con una modificazione dell’ intero impianto del sistema sanzionatorio amministrativo.

Queste le parole di Riccardo Alemanno, presidente INT: “ Abbiamo evidenziato al Ministro Padoan che negli ultimi mesi al MEF sono stati ascoltati solo una parte degli intermediari fiscali ed abbiamo chiesto di essere sentiti in merito alle ultime iniziative legislative ed a quelle ancora in cantiere. La sensazione è che il progetto di riforma fiscale previsto dalla Legge delega sia ormai un ricordo, perché pare si stia navigando a vista e questo non può che creare confusione e non risolvere il problema di un sistema fiscale farraginoso e complesso. Noi siamo, come sempre, disponibili a fare la nostra parte, senza pretendere di avere soluzioni miracolistiche che nessuno possiede, ma nella convinzione che attraverso il confronto con gli operatori del settore, ma tutti però, ognuno con le proprie competenze, si possa migliorare l’attuale stato di cose”.

Vera MORETTI

Lettera di INT al Ministro dell’Economia circa la richiesta di proroga della dichiarazione Iva

strong>Riccardo Alemanno, Presidente INT, ha inviato a Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze e ai Vice Ministri Casero e Morando, una richiesta di proroga della dichiarazione IVA e una serie di comunicazioni su problematiche fiscali urgenti.

Ecco uno stralcio della lettera scritta dal Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi:

La presente per chiedere che una rappresentanza dell’Istituto Nazionale Tributaristi, sia sentita sulle problematiche fiscali, come sempre avvenuto tranne che negli ultimi mesi.
Si era chiesta ufficialmente la partecipazione al tavolo al Vice Ministro Casero, la cui segreteria rispondeva che non rientravamo tra i soggetti ammessi per regolamento, quale regolamento ancora oggi non sappiamo e quando questo sia cambiato, visto che, sino a luglio scorso, abbiamo incontrato l’allora Vice Ministro Zanetti proprio per problematiche fiscali ed antiriciclaggio. Si era pensato che fossero ammessi solo gli ordini professionali e non le associazioni, già questo comunque avrebbe rappresentato una profonda discriminazione, ma abbiamo appreso dalla stampa che più di un’ associazione di rappresentanza professionale, di natura privatistica come l’INT, abbia partecipato al dibattito.
Ciò detto, si ribadisce la nostra volontà a collaborare per migliorare un sistema sicuramente complesso e farraginoso, come abbiamo sempre fatto ed il Vice Ministro Morando ne è testimone. Senza minacciare serrate o astensioni dai nostri compiti di intermediari fiscali, ritenendo che già troppe tensioni sociali siano presenti nel nostro Paese, ma con l’unico intento di salvaguardare l’interesse generale dei contribuenti.
A tal proposito, preso atto che sarà concessa proroga al reintrodotto obbligo d’ invio dei modelli Intra acquisti ed all’invio dei dati forniti dagli amministratori condominiali, chiediamo che sia concessa anche per la dichiarazione annuale IVA con scadenza 28/2 notevolmente anticipata solo per quest’anno. Gli studi sono in difficoltà non tanto per i software, già forniti dalle varie società, ma per il reperimento di tutti i documenti soprattutto quelli dei contribuenti trimestrali”.

Vera MORETTI

Confassociazioni soddisfatta per la certificazione di qualità ai professionisti

Riccardo Alemanno, presidente INT ma anche vice presidente vicario di Confassociazioni, ha espresso la sua approvazione circa il D.L.193/2016, nel quale, per la prima volta viene indicata la certificazione UNI, prevista dalla Legge 4/2013, come requisito per ottenere una funzione professionale.

Si tratta, senza ombra di dubbio, di un provvedimento che mira a tutelare i professionisti, i quali, per svolgere il proprio lavoro, necessitano, come biglietto da visita, una buona dose di credibilità. E, ovviamente, non lascia posto a chi, al contrario, non dimostra di avere la preparazione necessaria.

Queste le parole di Alemanno: “Nel caso particolare si tratta della certificazione collegata alla Norma UNI 11511 destinata ai tributaristi, argomento, questo, del tavolo della giornata di studio organizzata dall’Associazione, focalizzata sulle novità fiscali contenute nel D.L. 193/2016 e nella Legge di Bilancio, che si svolge questa mattina a Napoli. La novità è che viene identificato un percorso nuovo, per il nostro Paese, per svolgere una funzione professionale richiamando la normativa UNI e l’attestazione di qualità entrambi contenute nella Legge 4/2013. Il Legislatore potrà pertanto fare riferimento, in futuro, a questi requisiti per individuare i professionisti destinatari di nuove funzioni. Professionisti che non solo dovranno avere requisiti controllati dall’associazione di appartenenza, ma anche quelli previsti dalle norme UNI che costituiscono una certificazione di parte terza, un’assoluta novità nel panorama professionale italiano”.

Cosa succede, dunque, dopo aver ottenuto questa certificazione, insieme all’attestato di qualità? Il tributarista, perché di questo si tratta, potrà autenticare la firma del proprio assistito ai sensi dell’art.63 del DPR 600/73 che regolamenta l’assistenza e la rappresentanza avanti gli uffici finanziari.

Ha poi concluso il vice presidente vicario: “Da ciò si deduce facilmente l’importante novità che c’è stata in campo professionale. Un risultato questo che valorizza ulteriormente il lavoro svolto finora da Confassociazioni e da tutte le Associazioni che rappresenta, quale appunto l’Istituto Nazionale Tributaristi che presiedo. Ovvio che non restiamo seduti a crogiolarci su quanto ottenuto, ma anzi saremo costantemente attenti sullo stato delle professioni, così da garantire competenze e professionalità certificate e qualificate, sempre e per ogni esigenza del nostro Paese”.

Vera MORETTI

INT sulle consulenze fiscali aggressive

L’Istituto Nazionale Tributaristi, era presente alla consultazione pubblica della Commissione Europea sulle consulenze aggressive fornite dai consulenti fiscali – Disincentives for advisors and intermediaries for potentially aggressive tax planning schemes – Intermediaries tax planning.
In merito, sono stati presentate opinioni relativi ad eventuali rischi ed aggravi che derivano dal controllo preventivo generalizzato dell’attività dei consulenti fiscali.

INT ha voluto precisare che, pur mantenendo la sua posizione favorevole circa il controllo su possibili consulenze aggressive fornite da consulenti fiscali, spera comunque che eventuali obblighi in capo al contribuente e/o all’intermediario abbiano specifici ambiti che tengano conto delle dimensioni del soggetto committente, della localizzazione e del valore dell’operazione derivante dalla consulenza aggressiva nonché del raggio d’azione ovvero inteso come numero dei paesi membri interessati da quella operazione.
Si tratterebbe di una precauzione necessaria per evitare che singoli paesi membri adottino al loro interno regolamenti che, se troppo generalizzati , creerebbero costi e burocratizzazione del lavoro degli intermediari dei contribuenti riducendo l’efficacia del controllo delle effettive consulenze aggressive.

A questo proposito, Riccardo Alemanno, presidente nazionale INT, ha voluto precisare: “Abbiamo sottolineato che siamo ovviamente pienamente d’accordo sul contrastare atti e comportamenti che possano creare situazioni di elusione e/o evasione, ma siamo altrettanto convinti che vadano posti dei limiti alle consulenze da controllare. Limiti che a nostro avviso devono tenere conto della localizzazione dei committenti e dei Paesi ove sarà svolta l’attività, l’importo e la natura dell’ operazione nonché la natura giuridica dei soggetti imprenditoriali coinvolti. La preoccupazione deriva dal fatto che, gli Stati membri possano poi emanare norme troppo invasive dell’attività dei consulenti fiscali e delle imprese assistite. L’elusione e l’evasione si combattono con norme mirate, la generalizzazione di nuovi obblighi in capo all’impresa ed al consulente fiscale provocherebbe solo la ulteriore burocratizzazione delle attività e questo va assolutamente evitato”.

Ovviamente, INT auspica che tutte le organizzazioni rappresentative dei consulenti fiscali presentino i propri pareri in merito, poiché è proprio chi opera nel settore che ha maggior facoltà di dare pareri preventivi, soprattutto nella fase di formazione delle norme.

Vera MORETTI

Alemanno: modificare le comunicazioni trimestrali Iva

Il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, ai viceministri Luigi Casero, Enrico Morando, Enrico Zanetti ed ai presidenti delle Commissioni Finanze di Camera e Senato Maurizio Bernardo e Mauro Maria Marino, nella quale evidenzia la necessità di modificare le comunicazioni trimestrali Iva previste dal Decreto Legge fiscale in discussione alla Camera.

Alemanno nella missiva scrive: “La presente per richiedere un intervento di modifica dell’art. 4 del D.L. 22/10/2016 N.193 relativo all’introduzione delle comunicazioni trimestrali telematiche dei dati delle fatture emesse e ricevute”.

Precisa poi Alemanno: “Pur comprendendo la necessità di razionalizzare i controlli in materia di imposta sul valore aggiunto, vorrei evidenziare come i nuovi adempimenti graveranno in termini di costo e di tempo nei confronti dei contribuenti e degli intermediari fiscali che li assistono, costi e tempi che non potranno essere compensati dall’abrogazione di altri obblighi dichiarativi che riguardano esclusivamente particolari soggetti e non la quasi totalità dei possessori di partita Iva”.

Al fine di rendere meno gravosi gli adempimenti in oggetto – conclude Alemannosi chiede che le comunicazioni abbiano scadenza semestrale e una revisione al ribasso delle sanzioni collegate, nonché l’applicazione dell’art.1 2 del Decreto Legislativo n. 472 del 1997”.

Alemanno (INT): bene riduzione aliquota gestione separata Inps

Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi e Vice Presidente vicario di Confassociazioni, plaude alla riduzione dell’aliquota contributiva della gestione separata Inps, dal 27% al 25%, contenuta nella legge di Bilancio.

Ne avevamo avuta conferma già con il Draft Budgetary Plan, il documento sulla legge di Bilancio inviato a Bruxelles dal Governo, ma leggere la norma nell’articolato della legge, ci solleva da eventuali dubbi e ci permette di concentrarci su altri aspetti della problematica su cui si dovrà aprire un confronto”, ha dichiarato Alemanno.

Lo stesso Alemanno ha poi sottolineato: “In tal senso ci fa ben sperare questa inversione di tendenza e l’attenzione che l’attuale Esecutivo ha dimostrato di avere sulla previdenza dei professionisti della Legge 4/2013”.

A chi evidenzia che, trattandosi di contributi previdenziali con l’attuale sistema di calcolo contributivo, il beneficio attuale di cassa potrebbe poi avere effetti negativi sulla liquidazione della pensione, Alemanno ha replicato: “Il dubbio è legittimo in presenza di sistema di calcolo contributivo, ma l’aliquota resta comunque la più elevata del settore professionale autonomo ed il rischio di un mancato intervento sarebbe stato l’aumento sino al 33% entro il 2018, ciò sarebbe stato insostenibile. Nel sistema contributivo si deve trovare un punto di equilibrio tra versamenti contributivi e salvaguardia del reddito, punto che noi avevamo indicato nel 24%, il 25% previsto dal Governo possiamo dire che viene incontro alle nostre richieste”.

Credo che oggi la riflessione urgente sul rapporto contributi e calcolo contributivi la debbano fare quelle casse previdenziali che, nonostante gli sforzi degli ultimi anni, applicano ancora aliquote troppo basse, in questo caso sì che l’effetto sul calcolo della pensione sarà estremamente negativo”, ha concluso Alemanno.

Congresso INT e riforme: il confronto

di Davide PASSONI

L’ultima parte della prima giornata di lavori si è chiusa con un lungo confronto tra personalità della politica, delle professioni e dell’industria sui temi delle riforme. A discutere, moderati dalla giornalista Rai Elena Carbonari, si sono trovati Enrico Morando, viceministro dell’Economia e delle Finanze, Anna Cinzia Bonfrisco, presidente della Commissione per la vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti, Carlo Bonomi, presidente del Gruppo Tecnico per il Fisco di Confindustria, Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, e Giorgio Del Ghingaro, vicepresidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi.

La prima patata bollente a Morando, chiamato a discutere di come conciliare rigore e crescita alla luce dei paletti messi all’Italia dall’Ue. Il senatore ha avuto l’onesta di ammettere che gli ultimi governi che si sono succeduti non hanno avuto la forza politica per attuare le riforme strutturali necessarie a rimettere l’Italia sulla strada della crescita, indipendentemente dall’Ue. Una impossibilità che è spesso derivata dalle dimensioni non sufficienti degli investimenti necessari a sostenere lo sviluppo. Inevitabile, poi, il riferimento di Morando ai risultati portati dal Jobs Act, così come al referendum del 4 dicembre prossimo, da lui definito un tentativo di riformare il sistema politico istituzionale a favore della governabilità e non solo nella direzione di un taglio dei costi della politica. Parlando poi della legge di Bilancio attualmente in elaborazione, Morando l’ha dipinta come il tentativo di introdurre una cura choc per l’Italia che possa far tornare nel Paese investimenti pubblici e privati dopo il crollo degli anni della crisi.

Poteva forse la senatrice Bonfrisco concordare con le tesi di Morando sulle riforme? Naturalmente no: le ha definite finte riforme, poiché nessuna di esse, ha sostenuto, è quantificabile dal punto di vista finanziario. Specialmente la riforma del Senato che dovrebbe essere introdotta dal referendum di dicembre, per la quale Bonfrisco ha pronosticato un destino simile a quella del 2001 sul cosiddetto federalismo fiscale, che ha penalizzato, invece di favorire, molte attività sinergiche nel rapporto Stato-regioni. In sostanza, ha concluso la senatrice, una riforma non chiara su troppi punti.

Dopo la politica, è stata la volta dell’industria, che ha parlato di riforme al congresso INT attraverso Carlo Bonomi. Dopo aver ricordato la posizione presa da Confindustria nei confronti del referendum “in tempi non sospetti” (l’associazione è a favore del SI, ndr), Bonomi ha sottolineato che la riforma introdotta dalla consultazione referendaria cambierebbe una quarantina di articoli e che va dunque ben ponderata. Bonomi si è augurato che, se vincesse il SI, le riforme introdotte non siano prese e buttate da una successiva legislatura di orientamento diverso dall’attuale, ma che possano essere applicate e far riflettere tutti su quale Paese si vuole costruire. Un Paese che punti su produttività, investimenti e crescita, tre driver sui quali, ha ricordato Bonomi, Confindustria insiste dal 2009 e che è contenta di vederli affrontati dall’attuale governo, nonostante le risorse limitate a disposizione. La missione di tutti, ha concluso, deve essere quella di spezzare il clima di sfiducia che opprime l’Italia. Anche con le riforme che servono al Paese.

Sulla mancanza di fiducia si è trovato d’accordo anche Angelo Deiana, che ha parlato dell’Italia come di un “Paese seduto”. E tornando, sul referendum, si è chiesto se per il futuro del Paese serve di più il principio della rappresentatività o della stabilità. In contrasto rispetto a Bonomi, secondo Deiana la stabilità non è un driver della crescita, come dimostrano i casi di Spagna e Belgio, Paesi da mesi istituzionalmente in difficoltà ma che crescono economicamente. E allora che fare? Valorizzare quelli che sono oggi i punti forti dell’Italia, che è un Paese attrattivo per gli investimenti, specialmente esteri, e fare rete per recuperare la fiducia che manca, un po’ a tutti i livelli.

A conclusione degli interventi, Giorgio Del Ghingaro, vicepresidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha parlato di riforme e semplificazione fiscale analizzando la questione sia dal punto di vista del professionista, sia da quello del cliente. Secondo Del Ghingaro, negli ultimi anni gli studi professionali e i loro clienti hanno affrontato molte difficoltà e, nonostante l’ottimismo verso la capacità di cambiare le cose attraverso il proprio lavoro, queste in realtà non sono mai cambiate. Ora, di fronte a un crescente distacco tra politica e cittadini, la necessità di riforme e semplificazione è sempre più forte. Durante i lavori congressuali, ha sottolineato il vicepresidente INT, la parola “cambiamento” è stata pronunciata da tutti i relatori: ebbene, ora è il momento di trasformarla da parola a fatto, è davvero il momento delle riforme.

Lo speciale Congresso INT 2016

Congresso INT e riforme: gli interventi

di Davide PASSONI

Riforme. Una parola magica, quasi un mantra nella vita politica ed economica italiana di questa seconda decade del millennio. Riforme. Una parola con la quale in tanti, troppi, si riempiono la bocca senza pensare alla traduzione che essa dovrebbe avere nella quotidianità di un Paese dalla memoria troppo spesso corta.

Riforme. Riformare significa, letteralmente, dare nuova forma alle cose. Sì, ma quale forma? E quali cose? Ci sono settori delle realtà produttive e pubbliche che parlano di riforme nei salotti, altri che portano nel concreto del loro lavoro, ogni giorno, idee e proposte per dare alle riforme la sostanza di cui hanno bisogno per incidere sul presente e sul futuro dell’Italia.

Una di queste realtà è l’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), che dal 7 all’8 ottobre scorsi ha tenuto a Roma il suo quinto Congresso Nazionale (nel, quale il presidente Riccardo Alemanno è stato riconfermato per il triennio 2016-2019) con un titolo che è un manifesto: Riformare per Modernizzare. Una due giorni di lavori nel quale le riforme non sono state solo una parola vuota di significato, ma un concetto sul quale confrontarsi, discutere, elaborare proposte vere.

Lo si è capito fin dal primo giorno di lavori congressuali, con la prima serie di interventi di ospiti illustri. Il senatore Mauro Maria Marino, presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, ha ricordato gli sforzi dell’INT nei confronti delle istituzioni per spingere verso riforme come la certezza e la stabilità della norma, la semplificazione, la corretta comunicazione al cittadino delle novità normative, la sburocratizzazione dei processi tributari (e non solo…).

Gli ha fatto eco il senatore Federico Fornaro, membro della Commissione presieduta da Marino, il quale ha rivendicato l’impegno sull’introduzione delle norme dello split payment e del reverse charge nella legge di Stabilità 2015, ricordando poi la necessità, sposata in pieno dai tributaristi, di scrivere leggi sempre meno interpretabili e sempre più certe, riducendo il numero dei soggetti che le possano interpretare. Passi fondamentali per introdurre riforme che vadano nel senso della semplificazione.

L’onorevole Carla Ruocco, della Commissione Finanze della Camera, ha invece ricordato uno dei cavalli di battaglia dell’INT, oggetto di una sua proposta di legge e sul quale il presidente Alemanno si sta spendendo da anni in prima persona, senza risparmiarsi: la costituzionalizzazione dello Statuto del Contribuente, un passaggio che consentirebbe allo Statuto di non essere più calpestato, ignorato, maltrattato. Lui e, di riflesso, il cittadino-suddito del “paga e taci” o del “solve et repete”. Caso concreto, questo obiettivo di Ruocco e Alemanno, di riforme che davvero, se attuate, potranno incidere sulla vita quotidiana del cittadini.

Infine il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, in un videomessaggio ha ricordato l’impegno del governo nell’affrontare il cosiddetto Jobs Act del lavoro autonomo con le relative riforme, soprattutto dal punto di vista previdenziale, inteso come una prosecuzione e un completamento del percorso iniziato, per quanto riguarda le professioni cosiddette non ordinistiche, con la legge 4/2013.

E, a proposito di videomessaggi, messaggi e affini, la prima parte della prima giornata congressuale si era aperta con il saluto del presidente del Consiglio Matteo Renzi, uno che sulle riforme ha costruito la propria storia politica a livello locale prima e nazionale poi. Uno che alle riforme, nello specifico quelle costituzionali, sta legando, suo malgrado, il proprio futuro alla guida del Paese. Ebbene Renzi, nel formulare gli auguri di rito ai tributaristi riuniti, ha espresso la sua totale condivisione del tema del congresso, Riformare per Modernizzare. Avrebbe forse potuto non essere d’accordo?

Lo speciale Congresso INT 2016

Congresso INT e riforme: le conversazioni

di Davide PASSONI

La prima giornata di lavori del Congresso Nazionale INT ha vissuto momenti di leggerezza quando, nella sessione dedicata alle Conversazioni, il presidente Riccardo Alemanno ha dialogato amabilmente dal palco con tre personalità del nostro tempo, di ambiti e di estrazioni diverse: Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi e storico segretario Uil negli anni più difficile del rapporto tra industria e sindacati, e Fulvio Giuliani, giornalista, caporedattore e voce familiare di RTL 102.5.

Chiacchierate tra amici, a tratti intime e personali, che hanno messo in luce aspetti privati di personaggi e pubblici e offerto profondi spunti di riflessione e di confronto.

Come nel caso di Rossella Orlandi, che la chiacchierata con Alemanno è riuscita a presentare non come arcigno manovratore della grande macchina riscuoti-tasse e ammazza-contribuenti, ma come donna e come persona. Come quando ha parlato ai tributaristi INT della passione che l’ha spinta ad accettare un incarico difficile e importante, grazie al fatto di avere, per il proprio lavoro, passione e coscienza. O come quando ha ricordato le proprie aspirazioni da magistrato, messe da parte nel momento in cui la vita l’ha messa “su altre strade”, senza mai dimenticare di essere una donna positiva, convinta che migliorare su può e si deve, lavorando tutti insieme.

Come ogni persona, poi, anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha confessato di avere sogni nel cassetto. Da quello di diventare nonna a quello di raccontare al Paese che sul fronte dell’evasione fiscale va tutto bene. Perché, ha ricordato, nonostante le difficoltà bisogna avere fiducia nel cambiamento e lavorare con onestà e buon senso per portare l’Italia nel futuro. Abbiamo bisogno di norme e procedure chiare, ha concluso Orlandi, e lavorando insieme per l’intero Paese ce la possiamo fare a migliorare.

Di tenore diverso la chiacchierata con Giorgio Benvenuto, amico di vecchia data dell’ INT, nella quale è tornato spesso il tema delle esperienze sindacali. Alemanno e Benvenuto hanno ricordato a più riprese la differenza tra il sindacato ai tempi in cui Benvenuto era alla guida della Uil e il sindacato oggi. Da tempi nei quali le battaglie erano fatte per acquisire diritti elementari, in un Paese più giovane e diverso, a tempi in cui, la certezza di possedere questi diritti li rende paradossalmente più vulnerabili, facendo prevalere la paura.

Oggi, ha sottolineato Benvenuto, è più difficile fare il sindacalista che negli Anni ’70, perché tutto è più complesso e meno locale. E, di conseguenza, il sindacato è più necessario oggi di ieri e deve farsi portatore di valori positivi e di speranza che aiutino o cancellare il prevalere della paura. Poi, un invito a tutti: nelle riflessioni e nelle proposte, passare dal “credere” al “pensare”. Il valore di un “io penso che…” è infinitamente maggiore di quello di un “io credo che…”.

Infine, il confronto frizzante e serrato tra Alemanno e Fulvio Giuliani. Un professionista che, in virtù di una visione giovane del mondo e della contemporaneità (ha 46 anni) ha portato il dibattito su temi diversi e caldi: dai social network alle riforme, dallo sport all’economia, dalla politica al lavoro. Il tutto sempre partendo da una dimensione intima, con il presidente INT che ha provato a far emergere i lati più privati del personaggio pubblico, che si nascondono dietro una delle voci più conosciute della radio italiana.

Per concludere, va sottolineato che al termine del dibattito Fulvio Giuliani ha potuto fregiarsi di un primato che in pochi al mondo hanno conseguito: l’essere riuscito a far parlare pochissimo il presidente Alemanno. Siamo comunque certi che ciò non gli precluderà un invito per il prossimo congresso INT, in programma nel 2019.

Lo speciale Congresso INT 2016