Rottamazione ter e saldo e stralcio, slittan i termini

Rottamazione ter e saldo e stralcio, salta il termini del 30 aprile per pagare le rate. Tra festivi e Pasqua il tutto slitta a maggio.

Rottamazione ter e saldo e stralcio, il nuovo termine

Siamo nella parte dell’anno in cui si vi è il maggior numero di festività in pochi mesi. Dalla celebrazione della Pasqua, alla festa della Liberazione (25 aprile) e dei lavoratori (1 Maggio). Una parte dell’anno molto amata dai lavoratori che possono godere di qualche giornata in più con la famiglia, e se il tempo è complice, anche all’aria aperta.

Per queste sospensioni, c’è tempo fino al 9 maggio per pagare le rate del 2020 di rottamazione ter e saldo e stralcio. A specificarlo è un comunicato dell’Agenzia delle Entrate, ente riscossione. Il termine del 30 aprile prevede 5 giorni di tolleranza, festivo di mezzo, e per questo motivo è stata annunciata la nuova data. Tuttavia per mantenere i benefici se il versamento delle rate viene effettuato entro il 30 aprile per le rate in scadenza originaria del 2020, entro il 31 luglio, 30 novembre e quelle del 2022.

Tutti i modi in cui è possibile versare

Per il versamento dovranno essere utilizzati i bollettini già inviati dall’Agenzia delle entrate-Riscossione. Bollettini che sono riferiti alle originarie scadenze delle rate di ciascun anno. Se non si hanno di già,  si possono richiedere anche sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it.

Inoltre è possibile pagare presso la propria banca, agli sportelli bancomat abilitati ai servizi di pagamento. Ma si può versare anche negli uffici postali, con l’internet banking e nei tabaccai aderenti a Banca 5 SpA e tramite i circuiti Sisal e Lottomatica. Ed infine si può anche pagare sul portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it e con l’App Equiclick tramite la piattaforma PagoPa.

Si può pagare anche direttamente agli sportelli ma esclusivamente su appuntamento da prenotare sul sito nella sezione “Trova lo sportello e prenota“. Infine, è possibile effettuare il versamento mediante compensazione con i crediti commerciali non prescritti, certi, liquidi ed esigibili (cosiddetti crediti certificati) maturati per somministrazioni, forniture, appalti e servizi nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Rottamazione ter e saldo e stralcio, le scadenze del 2021 e del 2022

Per  le scadenze del 2021 il termine per pagare le rate è fissato al 31 luglio 2022. Per mantenere i benefici entro tale data devono essere corrisposte le rate del 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre 2021. Anche in questo caso sono previsti i 5 giorni di tolleranza, quindi c’è tempo fino all’8 agosto 2022.

Infine per il 2022 il termine ultimo è fissato al 30 novembre 2022. Entro tale data si dovranno versare le rate in scadenza il 28 febbraio, 31  maggio, 31 luglio e 30 novembre 2022. Per il termine del 30 novembre 2022 sono previsti i cinque giorni di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018. Il pagamento dovrà, quindi, avvenire entro il 5 dicembre 2022. Quindi come sempre, attenzione alle scadenze, perché è importante non perdere i benefici che offrono la rottamazione ter e saldo e stralcio.

Cartelle, ecco tutte le scadenze dei pagamenti della rottamazione ter

Cambia ancora il calendario per i pagamenti delle rate delle cartelle esattoriali dopo la rimessione dei termini per la pace fiscale. Giovedì 17 marzo 2022 c’è stato il primo passaggio al Senato del decreto “Sostegni ter” in attesa dell’ultima approvazione alla Camera prevista entro fine mese. Con il provvedimento, 532 mila contribuenti decaduti dalle due sanatorie, ovvero dalla rottamazione ter e dal saldo e stralcio, saranno riammessi a pagare le rate dovute. Ovvero quelle che dovevano essere pagate entro il 2020 e il 2021, prorogate a causa dell’emergenza sanitaria.

Cartelle esattoriali, entro il 31 marzo 2022 l’ultima notifica per i pagamenti a 180 giorni

Da quest’ultimo decreto, il calendario per i pagamenti delle rate decadute risulta completamente stravolto. Il nuovo decreto va a integrarsi con i pagamenti delle cartelle esattoriali degli ultimi provvedimenti approvati. E, pertanto, entro il 31 marzo 2022 potranno essere notificate ai contribuenti le ultime cartelle esattoriali da pagare entro la scadenza di 180 giorni e non entro i consueti 60 giorni di tempo.

Rate scadute nel 2020, entro il 30 aprile 2022 la nuova dilazione ed entro il 2 maggio 2022 il pagamento delle rate della rottamazione ter e saldo e stralcio

Ai fini dei pagamenti delle rate già scadute, è da cerchiare in rosso sul calendario la data del 30 aprile 2022. Infatti, entro questa scadenza dovranno essere rimodulate le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio originariamente in scadenza entro il 2020. Si tratta della rateizzazione intercorsa anteriormente alla sospensione della riscossione per l’emergenza sanitaria della prima ondata di Covid. I contribuenti potranno dunque richiedere una nuova dilazione delle rate mancanti. Il termine per il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo è stralcio del 2020 è fissato al 2 maggio 2022 dal momento che il 30 aprile capiterà di sabato e il 1° maggio è una giornata festiva.

Scadenza del 29 giugno 2022 per il pagamento delle cartelle notificate al 31 dicembre 2021

la scadenza successiva per i pagamenti delle rate scadete è fissata al 29 giugno 2022. Entro questa data, infatti, andranno pagate le cartelle notificate al 31 dicembre 2021. Si tratta degli effetti dovuti al posticipo dei pagamenti a 180 giorni dalla ricezione delle cartelle esattoriali. La scadenza successiva da cerchiare in rosso è quella del 1° agosto 2022. Entro tale data andranno pagate le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio originariamente in scadenza nell’anno 2021. Il termine del 1° agosto è stato spostato dal 31 luglio 2022 che capita di domenica.

Cartelle esattoriali, le scadenze del 27 settembre e del 30 novembre 2022

Il 27 settembre 2022 sarà l’ultimo giorno utile per pagare le ultime cartelle notificate entro il 31 marzo 2022 con scadenza a 180 giorni. I sei mesi di tempo per pagare le cartelle dunque terminano in questa data. Infatti, per le cartelle notificate a partire dal 1° aprile 2022 il termine di pagamento ritorna ai consueti 60 giorni. Infine, il 30 novembre 2022 è l’ultimo giorno per pagare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio per quelle originariamente in scadenza nel 2022. Entro questa data, pertanto, andranno pagate tutte le rate dovute nell’anno in corso.

Rottamazione ter e saldo e stralcio: riapertura dei termini per i decaduti

La Rottamazione Ter e il Saldo e Stralcio sono provvedimenti che hanno aiutato coloro che avevano delle pendenze fiscali a porre rimedio alle stesse attraverso una uscita agevolata da tale insolvenza. Molti però hanno avuto difficoltà ad affrontare il piano dei pagamenti, anche a causa della pandemia che ha ridotto notevolmente le entrate delle imprese che in molti casi erano in difficoltà anche prima dell’arrivo della pandemia. Per loro il decreto Sostegni Ter offre una nuova opportunità per non perdere i benefici ottenuti.

Approvato l’emendamento con proroga dei termini per rottamazione ter e saldo e stralcio

Il decreto Sostegni Ter (decreto legge 4/2022) è in fase di conversione in legge e ha già ottenuto l’approvazione in Commissione Bilancio al Senato. Proprio in questa sede è stato proposto un emendamento che offre l’opportunità agli oltre 500.000 contribuenti che non sono riusciti a versare la rata del 14 dicembre di rimettersi in pari attraverso una nuova proroga. L’emendamento in oggetto è stato approvato nella notte del 14 marzo 2022, questo vuol dire che ormai i giochi potrebbero essere già conclusi, anche perché lo stesso in questo momento di difficoltà consentirebbe allo Stato di rimpinguare in breve tempo le casse.

Le rate che possono essere recuperate con la proroga della Rottamazione Ter e del Saldo e Stralcio sono quelle del 2020 e del 2021. Le prime dovranno essere pagate entro il 30 aprile 2022. Per le rate invece scadute nel 2021 il termine per mettersi in pari sarà quello del 31 luglio 2022.

La nuova dilazione di pagamento messa a disposizione fa slittare anche i pagamenti dovuti nel 2022. In particolare le rate in scadenza durante il 2022 potranno essere versate in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2022. Questa proroga riguarda quindi anche coloro che avevano la scadenza al 28 febbraio 2022 e non sono riusciti a pagare, costoro, infatti potranno pagare senza perdere i benefici della pace fiscale entro il 30 novembre 2022.

Il decreto Sostegni Ter passa in aula con la proroga della Rottamazione Ter e Saldo e Stralcio

Il decreto Sostegni Ter dopo aver superato il vaglio della Commissione, è ora in Aula, sarà approvato prima al Senato e poi alla Camera. L’iter dovrà concludersi entro il 28 marzo. Difficilmente i testi approvati in Commissione sono poi nuovamente rimessi in discussione in Aula e molto probabilmente il testo sarà blindato dalla Fiducia. Ecco perché le nuove scadenze previste dall’emendamento già approvato saranno con molta probabilità confermate in sede di conversione.

Ricordiamo le nuove date:

  • per le rate scadute nel 2020 il pagamento dovrà avvenire entro il 30 aprile 2022;
  • le rate scadute nel 2021 possono essere pagate entro il 31 luglio;
  • per gli importi in scadenza nel 2022 ci potrà essere il pagamento anche in unica soluzione entro il 30 novembre 2022.

Naturalmente viste le difficoltà e la carenza di liquidità dovuta anche ai maggiori costi di carburanti ed energia, le imprese potrebbero trovarsi comunque in difficoltà, ma appare abbastanza improbabile al termine di questa nuova rateizzazione che siano applicate nuovamente proroghe.

Cartelle: nuove scadenze per le rate dal 2020 al 2022, opzioni bonus edilizi entro il 29 aprile

Arriva il nuovo calendario per 532 mila contribuenti che non hanno pagato le rate del 2020, del 2021 e del 2022 della rottamazione ter e del saldo e stralcio. La riapertura della pace fiscale arriva dall’emendamento approvato nella Commissione Bilancio del Senato. Si tratta di una strada già percorsa con il decreto legge numero 137 del 2020 (decreto “Ristori”), convertito nella legge numero 176 del 2020. Intanto è slittata la data di scadenza delle comunicazioni relative ai bonus edilizi per le opzioni di cessione dei crediti di imposta o per lo sconto in fattura. Di conseguenza slitta anche il termine per la messa a disposizione dei contribuenti del modello 730 precompilato e i giorni a disposizione per confermarlo da parte dei contribuenti.

Nuova possibilità per i pagamenti delle cartelle esattoriali risultanti dalla rottamazione ter e saldo e stralcio

L’emendamento dunque riapre i termini di pagamento delle cartelle esattoriali in seguito alla chiusura del 31 dicembre 2021. La platea riguarda i contribuenti decaduti. Si tratta del 43% su 1,25 milioni di contribuenti (pari a 532 mila debitori) che rientra in corsa per la rottamazione ter e il saldo e stralcio. Per questi contribuenti, risultati fuori dalle due definizioni agevolate precedenti, c’è la possibilità del pagamento scontato di quanto dovuto.

Cartelle esattoriali, ecco il nuovo calendario delle scadenze e dei pagamento delle rate dal 2020 al 2022

Con la nuova opportunità concessa dall’emendamento approvato in Commissione Bilancio, i nuovi termini di pagamento saranno i seguenti:

  • per le rate in scadenza originariamente nel 2020, il pagamento deve essere effettuato entro il 30 aprile 2022;
  • i debiti dovuti originariamente nel 2021 dovranno essere saldati entro il 31 luglio 2022;
  • per le somme dovute nel 2022 la scadenza è fissata al 30 novembre prossimo.

Per tutte e tre le scadenze, saranno considerati validi i pagamenti effettuati entro i 5 giorni successivi. Si tratta del termine concesso al contribuente come tolleranza.

Bonus edilizi, slitta la data di scadenza della comunicazione della cessione dei crediti di imposta

Intanto, è slittata al 29 aprile 2022 la scadenza per le comunicazioni relative ai superbonus e bonus edilizi. Il termine iniziale era il 7 aprile prossimo, scadenza già prorogata rispetto al 16 marzo. Entro il 29 aprile, dunque, i contribuenti dovranno procedere all’invio della comunicazione della cessione dei crediti di imposta. La comunicazione va fatta sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate e riguarda le spese sostenute nel 2021 e le rate residue non utilizzate dalle detrazioni fiscali riferite all’anno 2020.

Dichiarazione redditi 2022, slitta anche il calendario della precompilata

La conseguenza dello slittamento delle scadenza delle comunicazioni delle opzioni dei bonus edilizi è quella di un cambio di calendario anche della dichiarazione dei redditi precompilata. Infatti, l’Agenzia delle entrate dovrà attendere prima le informazioni relative alle detrazioni fiscali dei bonus edilizi per poi predisporre, in maniera corretta, le dichiarazioni.

Invio del modello precompilato 730, quando si potrà fare?

Ragione per la quale il termine del 30 aprile, giorno entro il quale l’Agenzia delle entrate avrebbe dovuto mettere a disposizione il modello 730 precompilato, subisce uno slittamento al 23 maggio 2022. E, a cascata, il termine per poter accettare, modificare e inoltrare il 730 precompilato dalla propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, dovrebbe slittare a inizio di giugno prossimo.

Rate scadute, si può richiedere una nuova dilazione: ecco come

Le rate scadute e decadute e da versare all’agente della riscossione possono essere oggetto di una nuova dilazione. È quanto prevede il decreto “Milleproroghe” in merito alla riapertura, fino al 30 aprile 2022, della possibilità di chiedere un nuovo piano di rientro, con nuove rate, per quelle che risultavano decadute alla data dell’8 marzo 2020. Secondo quanto prevede il decreto, non è necessario versare in anticipo le rate già scadute.

Rate decadute, bisogna saldare i debiti non pagati per ottenere la nuova dilazione?

La possibilità di dilazionare ulteriormente le rate già scadute con l’agende della riscossione rientra nella normativa emergenziale. Il decreto “Milleproroghe” ha quindi “bypassato” quanto prevede il decreto del Presidente della Repubblica numero 602 del 1973 che, all’articolo 19, stabilisce che nel caso in cui la rateazione decada, non si possa più dilazionare in seconda battuta il debito residuo. A meno che non si paghi prima il totale delle rate scadute.

Rate decadute all’8 marzo 2020, cosa fare?

Il decreto legge numero 137 del 2020, all’articolo 13 decies, aveva già bypassato questa norma, in riferimento alle rate decadute alla data dell’8 marzo 2020. Questa data è quella di entrata in vigore della sospensione dei pagamenti previsti dal decreto legge numero 18 del 2020, secondo quanto specifica l’articolo 68.

Rate decadute al giorno 8 marzo 2020, riaperte le richieste dei nuovi piani di dilazione entro il 30 aprile 2022

Tuttavia, lo stesso articolo specificava che era necessario trasmettere la domanda della nuova rateazione entro la fine del 2021. Il decreto “Milleproroghe”, dunque, ha riaperto i termini per la domanda del nuovo piano di rateazione da presentare entro il 30 aprile 2022. In altre parole, i debitori che si trovino nella condizione di non aver saldato il debito dovuto, possono chiedere una nuova rateazione, senza dover procedere con il pagamento delle rate rimate non pagate in precedenza.

Nuovo piano di rateazione, quante rate non pagate determinano la decadenza del piano?

Va chiarito, inoltre, che alle rateazioni andrà applicata la norma ordinaria. La regola, infatti, prevede la decadenza del piano di rateazione nel caso in cui non si provveda a pagare 5 rate complessive. La riduzione delle rate non pagate, dalle originarie 10, proviene dall’articolo 13 decies del decreto legge numero 137 del 2020 per le domande inviate entro il 31 dicembre 2021. Lo stesso decreto “Milleproroghe” richiama il decreto 137 del 2020 solo per la possibilità di dilazionare il debito residuo, senza apportare modifiche al nuovo impianto delle cinque rate non pagate.

Quote scadute e nuove opportunità concesse alle rate rimanenti fino al 30 aprile 2022

Pertanto, anche i piani rateali riguardanti le dilazioni dei debiti residui alla data dell’8 marzo 2020 rientrano nella disciplina delle decadenza con cinque quote non pagate. Oltre al versamento delle cinque rate, la decadenza avviene anche in presenza delle difficoltà di pagamento di un debito che superi il limite dei 60 mila euro. Per questi debiti, pertanto, viene abbandonato il tetto dei 100 mila euro previsto in precedenza.

Rottamazione ter e altre sanatorie scadute, le condizioni per richiedere il nuovo piano di rientro delle rate

Inoltre, il decreto legge numero 18 del 2020 prevede, in via eccezionale, che i debitori decaduti dalla rottamazione ter possano chiedere la nuova dilazione del totale rimasto da pagare. La stessa agevolazione può applicarsi anche ad altre rottamazioni agevolate precedenti. La nuova dilazione può essere ammessa purché la decadenza della sanatoria sia già avvenuta al 31 dicembre del 2019. Con ulteriori sanatorie precedenti, si può osservare la scadenza del 30 aprile 2022 per richiedere un nuovo piano di rateazione.

Cartelle, ecco entro quando va pagata la rata della rottamazione ter di febbraio 2022

Si potrà pagare entro il 7 marzo 2022 la rata della rottamazione ter in scadenza al 28 febbraio prossimo. La scadenza è valida per i soggetti che abbiano rispettato la maxi scadenza dello scorso 14 dicembre. A fare chiarezza sulla scadenza ultima del pagamento della rata è la sezione Riscossione dell’Agenzia delle entrate (Ader). Il pagamento della prossima scadenza è importante per poter continuare a mantenere il piano di rateizzazione del debito residuo.

Quando scade la prossima rata della rottamazione ter per le cartelle esattoriali?

La scadenza del 28 febbraio 2022, con termine ultimo di pagamento al 7 marzo prossimo, è valido per i soggetti che abbiano rispettato il termine di pagamento del 14 dicembre 2021. Tale scadenza si riferiva alle rate di rottamazione che, in origine, erano in scadenza negli anni 2020 e 2021. La scadenza ultima del 7 marzo deriva dal periodo di tolleranza dei 5 giorni. Il 7 marzo è il primo giorno lavorativo susseguente al 5 marzo.

Cosa succede se non si paga in tempo la rata della cartella della rottamazione ter?

In caso di mancato pagamento, anche parziale, oppure di ritardo superiore alla data ultima di scadenza del 7 marzo della rottamazione ter, il debitore incorre in varie situazioni penalizzanti. In primo luogo, si ricompone il debito originario con l’aggravio degli interessi di mora e delle sanzioni. Al debito va, naturalmente, sottratto l’importo già versato. In secondo luogo, si perde il piano di rateazione dell’importo residuo da pagare. E, inoltre, l’agente della riscossione può legittimamente esercitare le azioni esecutive nei confronti del soggetto debitore.

Si può procedere con una nuova rateazione delle rate da pagare nella rottamazione ter?

Diversamente da quanto disponeva il comma 3 bis dell’articolo 68 del decreto legge numero 18 del 2020, non è ammessa alcuna possibilità di stabilire un nuovo piano di rateazione delle rate della rottamazione ter nel caso in cui si salti una sola delle scadenze previste. L’articolo 68, invece, prevedeva la possibilità di poter stabilire un nuovo piano di rateazione dell’importo residuo ma limitatamente alle decadenze verificatesi entro il 31 dicembre del 2019.

Mancato pagamento delle rate della rottamazione ter, i casi di pignoramento, fermo veicoli e preavvisi

Nel caso di mancato pagamento delle rate della rottamazione ter, oltre alla caduta del piano di rateazione, l’agente della riscossione può procedere con il pignoramento. In tal caso, il soggetto riceve una intimazione a pagare le somme dovute entro i cinque giorni successivi. Non vi è alcun atto di intimazione e preavviso per quanto riguarda il fermo dei veicoli o l’ipoteca.

Cartelle esattoriali, quali sono le prossime rate della rottamazione ter?

Superata la scadenza del 28 febbraio (con termine ultimo al 7 marzo 2022), i prossimi termini per il pagamento delle rate della rottamazione ter sono fissati al:

  • 31 maggio 2022;
  • 31 luglio 2022;
  • 30 novembre 2022.

 

Pace fiscale: il 43% dei contribuenti ammessi non ha pagato. Proposte

Nuovo allarme bomba sociale: il 43% dei contribuenti che avevano aderito ai provvedimenti di “pace fiscale” sono decaduti dal beneficio. Nuove proposte per rientrare nei termini.

Cosa prevede la pace fiscale

La Pace Fiscale prevede una serie di provvedimenti volti ad agevolare la definizione dei debiti fiscali insoluti. Le misure messe in campo erano di diversa natura, tra queste lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro per il periodo compreso tra il 2000 e il 2010. Con il decreto Sostegni (governo Draghi), al fine di aiutare le imprese coinvolte dalla crisi pandemica, invece si è provveduto allo stralcio delle cartelle affidate all’agente di riscossione di valore fino a 5.000 euro. In questo caso deve verificarsi una condizione preliminare: il contribuente (persona fisica o impresa) nel 2019 deve aver maturato un reddito non superiore a 30.000 euro lordi. Per aderire a questa agevolazione non era necessaria alcuna istanza del contribuente, infatti l’Agenzia della Entrate ha provveduto automaticamente.

Per la rimanente parte invece era prevista una definizione agevolata Saldo e Stralcio. L’ultimo provvedimento rientrante nel piano di Pace Fiscale era la Rottamazione Ter prevista nell’articolo 3 del decreto legge 119 del 2018 e prevedeva la possibilità di accedere alla definizione agevolata per i debiti iscritti al ruolo tra il 10° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017. La definizione agevolata prevedeva la possibilità per questi debiti di pagare i soli importi senza sanzioni e interessi. Il pagamento poteva avvenire in un’unica soluzione, oppure con una rateizzazione in 10 rate dilazionate però in ben 5 anni. La normativa prevedeva anche la possibilità di compensare i debiti con il fisco con eventuali crediti maturati nel frattempo.

Il mancato pagamento delle rate prevedeva però la decadenza dal beneficio e quindi la riviviscenza dei vecchi importi da pagare.

Dati allarmanti per la pace fiscale: il 43% dei contribuenti è decaduta dal beneficio

Naturalmente la crisi pandemica ha influito sulla capacità di coloro che avevano aderito a far fronte alla rateazione e i dati sono allarmanti. Alla fine del 2021 solo il 57% di coloro che avevano aderito è ancora in corsa con i pagamenti, (718 mila contribuenti), mentre il 43 % è purtroppo decaduto dal beneficio. Si tratta di 532 mila contribuenti che non sono riusciti a pagare entro il 9 dicembre 2021 con tolleranza fino al 14 dicembre 2021 e decaduti dal Saldo e Stralcio e dalla Rottamazione Ter. Mancano all’appello 2,45 miliardi di euro che non potranno più essere riscossi mediante la definizione agevolata, ma dovranno essere riscossi in modo ordinario, quindi con interessi, sanzioni e senza sconti.

I dati sono stati forniti dal Ministero dell’Economia e delle finanze, attraverso la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra, in risposta all’interrogazione parlamentare del senatore del Movimento 5 Stelle Emiliano Fenu. Nella risposta si sottolinea che tali piani hanno beneficiato di un’ulteriore agevolazione in seguito all’inizio della crisi pandemica. La perdita dei benefici ha avuto una dilazione in caso di mancato pagamento da 5 a 18 rate per i piani in corso alla data dell’8 marzo 2020. Per i piani successivi all’8 marzo 2020 il numero di rate non pagate che porta alla perdita dei benefici ha avuto un innalzamento da 5 a 10. Infine, la soglia per la richiesta delle rateizzazioni ha avuto un incremento 60.000 euro a 100.000 euro.

Rischio di una bomba sociale e prospettive

Per il senatore Fenu è di forte al rischio di una vera e propria bomba sociale e a tale allarme non è indifferente il MEF che ha chiarito come di fronte a questi numeri è necessario agevolare i contribuenti. Proprio per questo motivo non è esclusa una nuova calendarizzazione, la stessa è richiesta in modo unanime anche dai Commercialisti che chiedono anche l’accesso a un nuovo piano di ammortamento dei debiti.

Nel frattempo è stato approvato un emendamento al decreto Milleproroghe che consente di rientrare nei piani di dilazione per i debiti rateizzati per i quali è intervenuta la decadenza anteriormente alla data di inizio della sospensione dei termini di versamento delle cartelle. La rateizzazione riguarda le richieste presentate tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2022 per una dilazione massima di 72 rate.

Cartelle esattoriali 2022: proroga e decadenza dopo 5 rate, resta da pagare l’aggio

Si amplia l’arco temporale di pagamento delle cartelle esattoriali notificate fino al 31 marzo 2022. I contribuenti avranno più tempo per pagarle, fino a 180 giorni dalla data della notifica. La decadenza invece torna a scattare dopo cinque rate non pagate. A procedere con l’estensione dei termini di pagamento è stata la legge di Bilancio 2022 (legge numero 234 del 2021) che ha confermato e prolungato quanto già previsto dal decreto Fisco Lavoro all’articolo 2 del decreto legge numero 146 del 2021.

Cartelle esattoriali, entro quando bisogna pagarle?

L’estensione della scadenza di pagamento è prevista per le cartelle esattoriali che vengono notificate tra il 1° gennaio e il 31 marzo del 2022. I contribuenti avranno 180 giorni di tempo per procedere con il versamento a partire dalla data della notifica. Le ultime scadenze di pagamento saranno fissate a fine settembre prossimo. Già il decreto legge Fisco Lavoro aveva esteso i termini di pagamento delle cartelle esattoriali da 60 a 180 giorni. In particolare, il provvedimento si riferiva alle cartelle notificate tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021.

Cartelle esattoriali, termine di pagamento a 180 giorni: sono dovuti gli interessi o procedure cautelari o pignoramento?

La legge di Bilancio 2022 ha provveduto a prolungare i termini di pagamento delle cartelle relative al primo trimestre dell’anno. All’interno della scadenza dei sei mesi per il pagamento non sono dovuti gli interessi di mora. Analogamente, nello stesso periodo non si possono attuare procedure cautelari o avviato il pignoramento. Rimane invariato, invece, il termine per presentare il ricorso fissato in 60 giorni dalla data di notifica della cartella.

Cartelle esattoriali a 180 giorni, va pagato l’aggio? Ecco la risposta dell’Agenzia delle entrate

Sulle cartelle esattoriali che rientrano nel prolungamento della scadenza di pagamento a 180 giorni, deve essere pagato l’aggio? A questa domanda ha risposto l’Agenzia delle entrate riportando la regola consueta che vuole l’applicazione dell’aggio dal 3% al 6% quando il pagamento viene effettuato dopo i consueti 60 giorni. Con la maggiore concessione di tempo per il pagamento delle cartelle esattoriali ricevute fino a marzo prossimo, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che non si può procedere con il raddoppio dell’aggio. Pertanto, per tutte le cartelle rientranti nei termini dei 180 giorni, l’aggio rimane invariato al 3%, senza raddoppiare.

Cartelle esattoriali, cosa cambia per gli accertamenti esecutivi o a seguito di sentenza della Cpt

Non risultano esserci novità dalla legge di Bilancio 2022 per quanto concerne i pagamenti derivanti dagli accertamenti esecutivi e quelli emessi in seguito alle sentenze dei Consulenti tecnici di Ctp. Nel primo caso, i pagamenti devono essere effettuati entro i termini ordinari. Se si tratta di un atto impoesattivo originario, la scadenza coincide con la data entro la quale sia possibile presentare ricorso. Se si tratta, invece, di atto impoesattivo secondario (dopo sentenza dei Ctp), la scadenza di pagamento è fissata in 60 giorni.

Cartelle esattoriali e domanda di rateazione di quanto dovuto: torna la decadenza con 5 rate non pagate

Per le cartelle notificate nel 2022, i contribuenti potranno chiedere la rateazione all’agente della riscossione. La rateazione torna a essere applicata con le misure consuete. Ciò vuol dire che non dovranno essere più applicate le agevolazioni vigenti durante il periodo di emergenza sanitaria ed economica. La causa di decadenza della rateazione, dal 1° gennaio 2022, è tornata a essere quella del mancato pagamento di cinque rate.

Cartelle esattoriali, quali notifiche non rientrano nel beneficio di pagamento di 180 giorni?

Infine, tra le cartelle che i contribuenti possono ricevere, non rientrano nel beneficio del prolungamento della scadenza a 180 giorni:

  • le ingiunzioni fiscali pervenute dai comuni;
  • quelle arrivate da concessionari privati che non si avvalgono dell’Agenzia delle entrate Riscossioni.

I termini di pagamento, in tutti questi casi, rimangono fissati a 60 giorni dalla data di notifica della cartella.

Cartelle esattoriali, si possono pagare entro 180 giorni per quelle notificate al 31 marzo 2022

Arrivano novità dalla correzione del disegno di legge di Bilancio 2022 sulle cartelle esattoriali. Il termine di 180 giorni per pagarle si riferirà alle notifiche che i contribuenti riceveranno fino al 31 marzo 2022 e non più fino al 31 dicembre 2021. Si amplia pertanto l’arco temporale per usufruire dei benefici del Fisco. Altre misure contenute nella legge di Bilancio vanno a modificare la tassa sui tavolini, gli aiuti ai piccoli proprietari e l’Imu applicata agli immobili dei pensionati residenti all’estero.

Cartelle esattoriali: i 180 giorni per pagare valgono per quelle notificate entro marzo 2022

Arriva dunque l’estensione di tre mesi sulle notifiche delle cartelle esattoriali da pagare entro 180 giorni. La misura comprende pertanto le cartelle notificate a partire dal 1° settembre 2021 fino al 31 marzo 2022. Inizialmente il termine della notifica era fissato al 31 dicembre 2021. L’estensione delle notifiche va a rafforzare anche il maggior tempo per procedere con il pagamento. Precedentemente i giorni per pagare erano 150, rispetto alle modifiche apportate che fanno slittare a 180 giorni l’adempimento.  A conti fatti, il termine per il pagamento delle ultime cartelle notificate a marzo prossimo slitterà fino alla fine di settembre 2022.

Altre misure fiscali dalla legge di Bilancio 2022: esenzione tassa sui tavolini fino a marzo

Altre tre modifiche sono in arrivo dalla legge di Bilancio 2022. In primis, la proroga dell’esenzione della tassa sui tavolini con un nuovo termine fissato a marzo 2022. Si tratta dunque della possibilità di non pagare il canone unico patrimoniale (Cup), l’ex tassa Tosap o Cosap. La misura andrà a vantaggio dei bar, dei ristoranti e degli ambulanti.

Contributi per gli affitti persi per gli sfratti bloccati ai piccoli proprietari di immobili

Si va verso l’aiuto ai piccoli proprietari di immobili che abbiano subito perdite per il blocco degli sfratti determinata da uno dei decreti legge per l’emergenza Covid. L’aiuto verrà garantito dal Fondo di solidarietà per i piccoli proprietari che avrà una dote di 10 milioni di euro per tutto il prossimo anno. La misura prevede l’erogazione di un contributo pari al 50% del canone. Il limite massimo per proprietario all’anno del contributo sarà di 6.400 euro. Il contributo dovrà essere rapportato ai mesi di sospensione fino a un massimo di 16.

Imu 2022 su immobili di pensionati residenti all’estero: cala l’aliquota al 10%

Dovrebbe arrivare per il 2022 anche il calo dell’Imu per i pensionati italiani che siano resistenti all’estero e che possiedano un immobile in Italia, purché non locato. L’emendamento va a beneficio dei pensionati che abbiano un trattamento previdenziale maturato in regime di convenzione internazionale. La dote della misura è fissata in 3 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, 6 mesi per pagare: a fine 2021 scadono i benefici sulle dilazioni

Saranno concessi 180 giorni per pagare le cartelle esattoriali che sono arrivate ai contribuenti a partire dal 1° settembre 2021 o che arriveranno entro il 31 dicembre prossimo. Si tratta della principale novità della legge di conversione del decreto fisco lavoro (decreto legge numero 146 del 2021) che ha allungato di ulteriori 30 giorni i termini per il pagamento delle cartelle (da 150 a 180 giorni). Inoltre, dal giorno in cui è entrato in vigore il decreto, non sarà più possibile presentare ricorso contro gli estratti di ruolo.

Elevazione dei termini per pagare le cartelle esattoriali da 60 a 180 giorni

Durante il periodo concesso per il pagamento delle cartelle esattoriali (i 180 giorni dalla notifica della cartella stessa), non maturano gli interessi di mora. Non possono essere altresì portate avanti azioni cautelari o esecutive da parte dell’Agenzia delle entrate. Entro fine anno scade, invece, il beneficio che aumentava da cinque a dieci le rate non pagate per la decadenza del beneficio della rateazione.

Tornano a 5 le rate non pagate per la perdita del beneficio della rateazione

L’elevazione del numero delle rate da 5 a 10 era prevista dalle norme emergenziali per la Covid. Resta invariato, invece, il termine di 60 giorni per presentare ricorso contro le cartelle ricevute. Tale termine non è riferibile ai ricorsi contro i ruoli e le cartelle notificate attraverso il rilascio degli estratti di ruolo. Per queste ultime non sarà possibile presentare ricorso secondo quanto prevede la modifica dell’articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica numero 602 del 1973.

Quali ricorsi sono ammessi per le cartelle esattoriali?

Il ricorso contro le cartelle esattoriali, secondo la modifica dell’articolo 12, è possibile solo per le cartelle notificate erroneamente e nel momento in cui il contribuente possa dimostrare i pregiudizi disciplinati dalla legge. Ovvero, la partecipazione alle gare e la perdita dei benefici dalla Pubblica amministrazione. Restano tuttavia necessari ulteriori chiarimenti sulla norma per la tutela degli interessi dei contribuenti.