Cartelle, più tempo per pagare: al 9 dicembre rottamazione ter, 180 giorni per quelle di fine 2021

Arrivano le attese proroghe per i pagamenti delle cartelle esattoriali, delle rate scadute della rottamazione ter e saldo e stralcio e per l’Irap da restituire dal decreto Fisco Lavoro approvato nel pomeriggio del 30 novembre. Il provvedimento è stato emanato dopo l’approvazione del Senato al termine di scontri nella maggioranza. I contribuenti avranno qualche giorno per saldare i debiti con il Fisco rispetto ai vari pagamenti fissati tutti nella giornata di ieri.

Rottamazione ter e saldo e stralcio, si possono pagare le rate entro il 9 dicembre 2021

La mini-proroga delle rate non pagate della rottamazione ter e del saldo e stralcio è arrivata. Entro il 9 dicembre prossimo andranno pagate le 8 rate della rottamazione ter e le 4 rate del saldo e stralcio. Il termine massimo per saldare può arrivare al 14 dicembre per via dei 5 giorni di tolleranza massima. Non c’è stato, tuttavia, il rinvio al 2022 come termine ultimo per il pagamento.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: cambiano i termini

Più giorni per pagare le cartelle esattoriale già notificate a partire dal 1° settembre 2021 o che arriveranno entro il 31 dicembre prossimo. La scadenza fissata dal decreto Fisco Lavoro viene prorogata ulteriormente, passando dai 150 giorni del provvedimento originario a 180 giorni. Trenta giorni in più per pagare a partire dalla data della notifica.

Avvisi bonari: la scadenza è al 16 dicembre 2021

Il decreto Fisco Lavoro fissa, poi, al 16 dicembre 2021 la data ultima per pagare gli avvisi bonari. Si tratta dei pagamenti che erano stati sospesi durante la prima ondata della pandemia da Covid-19, ovvero dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020, e che dovevano essere saldati entro il 16 settembre 2020.

Irap, restituzione sanzioni e interessi primavera 2020: scadenza 1° gennaio 2022

Un mese in più di tempo, anche se la comunicazione è arrivata oltre la scadenza del 30 novembre 2021, per la restituzione delle sanzioni e degli interessi dell’Irap delle imprese. Si tratta di saldi che non erano stati versati durante la prima ondata della pandemia da Covid-19 e relativi al superamento del plafond di aiuti di Stato messo in campo proprio per contrastare le prime crisi derivanti dallo stop alle attività. Il termine per il pagamento passa dunque dal 30 novembre 2021 al 1° gennaio 2022.

Cartelle da pagare al 30 novembre, potrebbe arrivare la proroga della scadenza

Per le cartelle fiscali, l’Irap e gli avvisi bonari potrebbero allungarsi i tempi per il pagamento previsto per il 30 novembre 2021. Ma non si tratterebbe di tempi lunghi per i pagamenti: per le cartelle non si andrebbe oltre la scadenza del 9 dicembre 2021, con una proroga massima fino al 14 dicembre per i 5 giorni di tolleranza. Saranno in tutto 62 gli adempimenti fiscali con la scadenza fissata all’ultimo giorno di novembre 2021. Tra oggi e domani potrebbe arrivare la risposta del Senato e del governo su nuove proroghe di fine anno.

Cartelle esattoriali da pagare entro il 30 novembre 2021

Nel caso in cui il governo dovesse decidere per nuove scadenze, dovrebbe arrivare un comunicato legge dal momento che le nuove disposizioni entrerebbero in vigore soltanto successivamente alla scadenza del 30 novembre. In ogni modo, le cartelle esattoriali da pagare entro la prossima scadenza riguardano le 8 rate della rottamazione ter relative al 2020 e al 2021 e le quattro rate del saldo e stralcio. L’ipotesi che si è fatta è quella di una mini-proroga: scadenza posticipata al 9 dicembre con termine massimo di pagamento al 14 dicembre 2021 comprendendo i 5 giorni di tolleranza fissati dalla legge.

Irap, ipotesi di slittamento della scadenza al 31 gennaio 2022

La proroga del versamento dell’Irap dovuto al 30 novembre 2021 potrebbe riguardare le imprese che hanno superato i tetti degli aiuti di Stato. Lo slittamento della scadenza è contenuto in un emendamento al decreto Fisco e lavoro presentato da Forza Italia. La scadenza per il pagamento dell’Irap potrebbe dunque essere posticipata al 31 gennaio 2022.

Avvisi bonari, nuova scadenza al 16 dicembre 2021

Un emendamento al decreto Fisco Lavoro riguarda anche gli avvisi bonari che erano in scadenza dall’8 marzo al 31 maggio 2020, proprio nel pieno della prima ondata della pandemia. Si potrebbe arrivare alla nuova scadenza del 16 dicembre 2021 nella quale si dovranno pagare, in un’unica rata e senza interessi e sanzioni, le somme richieste per i controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi. L’alternativa è pagare quanto dovuto in quattro rate mensili, da versare ogni 16 del mese.

 

 

Tasse, ingorgo scadenze 30 novembre 2021: Irpef, Ires, Irap, pace fiscale e dichiarazioni

Si avvicina la data del 30 novembre 2021, giornata segnata dall’ingorgo delle scadenze di varie tasse e contributi. Nella stessa giornata i contribuenti sono chiamati a versare il secondo acconto delle imposte dirette. In pagamento l’Irpef, l’Ires, l’Irap, le imposte sostitutive ovvero la cedolare secca e i versamenti delle partite Iva a regime forfettario.

Versamento entro il 30 novembre 2021 delle rate non pagate della rottamazione ter e saldo e stralcio

In più quest’anno c’è la scadenza della pace fiscale: dovranno essere pagate tutte le rate sospese a causa dell’emergenza sanitaria ed economica nel corso del 2020 e del 2021. Le rate fanno riferimento alla rottamazione ter e al saldo e stralcio. Per questi pagamenti c’è una tolleranza di alcuni giorni: il termine ultimo per pagare è fissato al 6 dicembre 2021.

Invio al 30 novembre dichiarazioni fiscali 2021

Sempre al 30 novembre è fissata la data di scadenza per l’invio, da parte degli intermediari, delle dichiarazioni fiscali 2021 inerenti l’anno di imposta 2020. Si tratta della scadenza del più importante adempimento fiscale dell’anno. Nel 2021 l’invio sarà condizionato dalla complessità di redazione del quadro Rs. Il quadro, infatti, dovrà riportare i vari aiuti di Stato che sono stati elargiti dal governo nel corso dell’emergenza sanitaria ed economica causata dalla Covid. Ulteriore quadro da compilare è quello Ru, inerente all’iscrizione dei crediti fiscali accumulati a partire da marzo 2020.

Scadenza del 30 novembre 2021: non si può rateizzare il pagamento del saldo

Non è possibile rateizzare il secondo acconto delle dichiarazioni fiscali 2021. Infatti, come dispone il comma 1 dell’articolo 20 del decreto legislativo numero 241 del 1997, il pagamento delle imposte e dei contributi dovuti dai soggetti titolari delle posizioni assicurative gestite dall’Inps, deve essere completato entro il mese di novembre del medesimo anno in cui è stata presentata la dichiarazione o la denuncia dei redditi. Pertanto, mentre si può dilazionare il saldo e il primo acconto delle imposte, ciò non è possibile per il saldo.

Cartelle esattoriali, quali vanno pagate entro il 30 novembre 2021?

Il decreto Fiscale numero 146 del 2021 ha messo ordine ai pagamenti delle cartelle esattoriali dei contribuenti con la scadenza entro il 30 novembre 2021 di quelle insolute. Ma è necessario verificare quali siano esattamente i termini e a quali cartelle si deve far riferimento con il versamento. La norma riguarda anche i mancati pagamenti nei termini della rottamazione ter (i cosiddetti “rottamati decaduti”).

Cartelle, scadenza del 30 novembre 2021 per le rate non pagate nel 2020 e 2021

Proprio l’articolo 1 del decreto Fiscale disciplina la rimessione in termini per la rottamazione ter e il saldo e stralcio. La norma, nel dettaglio, è a vantaggio dei contribuenti che non abbiano rispettato i termini per i pagamenti delle rate secondo il calendario di dilazione dettato dal decreto “Sostegni bis” (il decreto legge numero 73 del 2021).

Entro quando vanno pagate le rate della rottamazione ter e saldo e stralcio del 2020 e 2021?

A questi debitori, che non abbiano eseguito i versamenti delle rate del 2020 e del 2021 della “Pace fiscale”, si può evitare la decadenza pagando entro il 30 novembre 2021 tutte le rimanenti rate. Al termine di novembre, pertanto, si sommano sia le rate che erano in scadenza nel 2020 che le rate a saldo del 2021 sospese per l’emergenza sanitaria.

Fisco, alla scadenza del 30 novembre 2021 vanno pagate cartelle, Ipef, Irap, Ires e contributi previdenziali

La scadenza delle cartelle fiscali, alla quale il decreto offre un periodo di tolleranza che da calendario è fissato al 6 dicembre 2021, è la stessa di altri adempimenti. Infatti, al 30 novembre è fissato anche il pagamento dell’acconto delle imposte dirette, Irpef, Irap e Ires. Alla stessa data scadono altresì le imposte sostitutive e gli adempimenti legati ai contributi previdenziali. In caso di difficoltà di liquidità, i contribuenti non potranno procedere a dilazionare ulteriormente il debito residuo (le rate rimanenti) delle cartelle oltre la scadenza del 30 novembre.

Cartelle ricevute dal 1° settembre al 31 dicembre 2021: 150 giorni per pagare

Il decreto Fiscale disciplina anche l’estensione dei termini di pagamento per le nuove cartelle esattoriali. Si tratta degli avvisi di pagamento che i contribuenti hanno ricevuto a partire dal 1° settembre 2021 o che potrebbero ricevere entro la fine dell’anno. Rispetto all’ordinaria normativa, i termini per il pagamento sono stati allungati dal decreto. Dunque, anziché i consueti 60 giorni di tempo dalla notifica, i contribuenti possono pagare entro 150 giorni. Resta invariato il termine per presentare ricorso. Infatti, l’impugnativa può avvenire entro il consueto periodo di 60 giorni.

Pagamento rate esattoriali in essere all’8 marzo 2020: come procedere con il versamento?

Più complessa è la disciplina all’articolo 3 del decreto legge numero 146 del 2021. La norma riguarda l’estensione della rateazione per i piani di dilazione. Nell’articolo si fa riferimento alle cartelle in essere al giorno 8 marzo 2020 con la previsione di due situazioni. La prima situazione è quella di allungare il termine di decadenza a 18 rate non pagate, rispetto alle 10 precedentemente previste. La seconda riguarda i contribuenti che alla scadenza del 30 settembre 2021 non hanno provveduto ai pagamenti di quanto dovuto. A fine settembre era previsto il versamento minimo di nove rate, più quella di settembre, per non incorrere nella decadenza del piano di rateazione.

Fisco, pagamenti entro il 2 novembre 2021: vanno versate almeno tre rate

Pertanto, per le cartelle in essere al giorno 8 marzo 2020, la decadenza del piano di rateazione viene determinato dal mancato versamento di 18 rate, anziché di dieci, anche non consecutive. A questi contribuenti il decreto consente di regolarizzare i propri versamenti pagando il nuovo minimo di rate per non incorrere nella decadenza entro il 31 ottobre 2021. Non considerando il 31 ottobre (domenica) e lunedì 1° novembre per la festività , il termine ultimo per il pagamento slitta al 2 novembre 2021.

Quali rate e cartelle i contribuenti devono pagare entro il 2 novembre 2021?

Entro domani 2 novembre 2021, pertanto, i contribuenti dovranno pagare il numero minimo di rate sospese di tutte quelle in scadenza durante l’emergenza sanitaria. Pertanto, i contribuenti che non abbiano effettuato dei pagamenti, potranno farlo nel numero minimo di tre rate. Si tratta di una rata in scadenza pregressa più le rate corrispondenti ai mesi di settembre e di ottobre 2021.

Rottamazione ter e saldo e stralcio il comunicato stampa

Rottamazione ter e saldo e stralcio sono l’oggetto del comunicato stampa dell’Agenzie delle entrate sezione Riscossione. Ecco cosa contiene.

Rottamazione ter e saldo e stralcio: le Faq dell’Agenzie delle entrate Riscossione

L’Agenzia delle entrate Riscossione ha pubblicato un comunicato stampa affrontando il tema della rottamazione ter e del salgo e stralcio in base al Decreto fiscale approvato. In particolare il provvedimento prevede dei tempi più lunghi per il pagamento di cartelle notificate dall’agente della riscossione tra il primo settembre ed il 31 dicembre 2021.

Tuttavia si tratta di una nuova opportunità per il contribuente ritardatario che ha perso il beneficio della “Rottamazione Ter” e del “Saldo e stralcio” per non aver rispettato i termini di pagamento previsti per lo scorso anno. Inoltre sono previsti magrini più ampi per la rateizzazione dei debiti erano già in corso alla data dell’8 marzo 2020. Si ricorda che da 9 marzo 2020 a maggio dello stesso anno tutta l’Italia è entrata in Lock down e con esso tutto si è bloccato, anche i debiti nei confronti dell’Erario.

Cinque mesi per pagare le cartelle e la chance del 30 novembre

Il DL n.146/2021 allunga da 60 a 150 giorni (ben 5 mesi) il termine per effettuare il pagamento delle cartelle di pagamento notificate dall’Agenzia delle entrate- Riscossione nel periodo tra il primo ed il 31 dicembre 2020. Pertanto sono saranno previsti interessi di mora per tutti i 150 giorni. Inoltre l’agente addetto alla riscossione non potrà procedere con l’attività di recupero.

Anche in merito alla rottamazione sono previste delle novità. Infatti sarà possibile versare entro il 30 novembre 2021 le rate non pagate dal 31 luglio al 31 ottobre. Inoltre entro la stessa data, per non perdere i benefici delle agevolazioni previste, devono essere anche versate le rate del piano di pagamento della Rottamazione ter e del Saldo e stralcio che erano in scadenza nell’anno 2021.

Rottamazione ter e salgo e stralcio, altri 18 mesi

Per i piani di rottamazione già in corso prima dell’8 marzo è prevista l’estensione da 10 a 18 del numero di
rate che, in caso di mancato pagamento, determinano la decadenza della dilazione (per i soggetti con residenza, sede legale o la sede operativa nei comuni della c.d. “zona rossa” la sospensione decorre dal 21 febbraio 2020). Tuttavia vine differito dal 30 settembre al 31 ottobre 2021 il termine per pagare le rate che erano in scadenza nel periodo di sospensione dell’attività di riscossione.

Mentre per le rateizzazioni approvate dopo giorno 8 marzo e quelle relativa a richieste presentate entro il 31 dicembre 2021, la decadenza di avrà nel mancato pagamento di 10 rate. Infine per la rateizzazione dal primo gennaio 2022, la decadenza si verificherà dopo il mancato pagamento di 5 rate.

 

 

Rottamazione ter, calendario legge Fiscale: le rate scadute vanno pagate entro il 30 novembre

Nuovi termini per i pagamenti delle cartelle esattoriali arrivano dal decreto Fiscale del governo, anche per quanto attiene alla rottamazione ter. Si allunga a 150 giorni la nuova scadenza di pagamento degli importi contenuti nelle cartelle ricevute dai contribuenti tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021. Il termine inizia a decorrere dal giorno di notifica della cartella stessa. Ma ulteriori termini di pagamento riguardano anche la rimessione delle somme del 2020 e del 2021 della rottamazione ter.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: ci sono 150 giorni per pagare

In merito alla tempistica del decreto legge Fiscale sulle nuove cartelle che i contribuenti hanno ricevuto a partire dal 1° settembre scorso o che riceveranno entro il 31 dicembre 2021, il termine per il pagamento viene elevato a 150 giorni anziché i consueti 60 giorni. Sia gli interessi di mora che le azioni di recupero coattivo come il pignoramento o il fermo dei veicoli dovranno osservare, altresì, questo termine. Per la presentazione del ricorso contro il provvedimento dell’Agenzia delle entrate il termine rimane fissato a 60 giorni.

Cambiano le date del pagamento delle rate scadute

Cambia anche il calendario e le modalità di pagamento delle rate della rottamazione ter. Entro il 30 novembre 2021 devono essere pagate tutte le rate scadute. Ovvero le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio risultanti dalle definizioni agevolate con l’Agenzia di riscossione. Dette rate originariamente erano già in scadenza nel 2020 o nel 2021. Il termine ultimo era corrispondente alla rata di luglio del 2021.

Nuovo calendario per il pagamento delle rate originarie del 2020 e 2021 e già scadute

Più nel dettaglio, le rottamazioni originariamente stabilite nell’anno 2020 e 2021 erano state rimodulate dal decreto Sostegni bis nei seguenti termini:

  • rate di febbraio e marzo 2020 in pagamento entro il 2 agosto 2021;
  • rata di maggio 2020 in pagamento entro il 31 agosto 2021;
  • rata di luglio 2020 in pagamento entro il 30 novembre 2021;
  • rata di novembre 2020 in pagamento entro il 2 novembre (considerando festivi il 31 ottobre e il 1° novembre);
  • rate in scadenza nel 2021 in pagamento entro il 30 novembre 2021.

La scadenza ultima per le rate scadute del 2020 e 2021 è stato posticipato al 30 novembre 2021

Per effetto del decreto Fiscale, tutte le rate di cui sopra scadute e riguardanti le scadenze del 2020 e del 2021 dovranno essere saldate entro la scadenza del 30 novembre 2021. Sono tollerati fino a 5 giorni di ritardo oltre questa data. Il termine ultimo è dunque il 6 dicembre 2021, considerando i giorni festivi. In caso di mancato pagamento, anche solo di una rata, e anche in caso di ritardo, si va incontro alla caducazione della sanatoria. In tal caso, il debito si ripristina dall’inizio includendo anche gli interessi di mora e le sanzioni.

Rate non pagate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021: decadenza piano rateazione

Novità arrivano anche per le rate da saldare risultanti da dilazioni pendenti alla data dell’8 marzo 2020 nel caso in cui molte delle quali non siano state pagate. Considerando che tra il giorno 8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021 il numero di rate è pari a 18, l’Agenzia delle entrate aveva stabilito che il mancato pagamento di 10 di queste rate avrebbe determinato la decadenza del piano di rateazione.

Pagamento delle rate in sospeso entro settembre 2021: soglia di decadenza elevata a 18 mesi

Il contribuente avrebbe potuto pagare le rate non pagate entro settembre 2021. E dunque, con il pagamento di 9 rate già scadute più quella di settembre, il debitore avrebbe potuto saldare le somme in sospeso. In tal modo, avrebbe ripreso a pagare mensilmente secondo l’originario piano delle rate. Date le difficoltà del saldo, il decreto Fiscale ha previsto dei benefici per i pagamenti in sospeso. Innanzitutto la soglia di decadenza del piano rate è elevato a 18 mesi.

Pagamenti delle rate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021

Inoltre, il decreto fiscale ha stabilito che per il pagamento delle rate sospese c’è tempo fino al 31 ottobre 2021. Entro fine ottobre, dunque, i contribuenti devono saldare tutte le dilazioni pendenti dal giorno 8 marzo 2020 al 31 agosto 2021.

Rottamazione cartelle sospese, entro il 31 ottobre è sufficiente pagare 3 rate

Calcoli alla mano, per rientrare nel piano di rateazione originario e saldare le rate mese per mese, i contribuenti potrebbero saldare entro il 31 ottobre 2021 tre rate, includendo anche quelle di settembre e di ottobre. In questo modo, considerando la causa di decadenza del piano delle rate elevato a 18 mesi, i contribuenti potrebbero riprendere a pagare secondo il loro piano originario di saldo.

Cartelle esattoriali, nuova scadenza per chi riceve gli avvisi di pagamento

Tra le novità in arrivo con il decreto legge Fiscale ci sarà l’introduzione di un nuovo calendario per le cartelle esattoriali. Cambieranno le date per la rottamazione e i versamenti legati alle cartelle stesse. Ci sarà più tempo per pagare: dai 60 giorni si passerà a 150 giorni. Le cartelle sono quelle relative al periodo dal 1° settembre al 31 dicembre 2021.

Quali cartelle esattoriali rientrano tra le novità del decreto Fiscale?

Le nuove scadenze per il pagamento delle cartelle esattoriali con la proroga dei 150 giorni riguardano le cartelle ricevute nei mesi da settembre a dicembre 2021. La proroga della scadenza riguarda anche la decorrenza degli interessi di mora e dell’avvio della procedura di pignoramento. Per il ricorso, invece, sono previsti 60 giorni dalla data di ricezione della cartella esattoriale.

Invio delle cartelle esattoriale dopo il periodo di sospensione Covid

La misura contenuta nel decreto Fiscale approvato il 15 ottobre nel Consiglio dei ministri relativa alle cartelle esattoriali deriva dal blocco di riscossione delle stesse imposto dall’articolo 68 del decreto legge numero 18 del 2020. La sospensione infatti disponeva che a partire dall’8 marzo 2020 l’agente della riscossione non potesse notificare cartelle di pagamento e di intraprendere azioni volte al recupero delle somme. Pertanto, l’Agenzia delle entrate, durante il periodo di sospensione, non ha potuto notificare, tra gli altri, anche le ipoteche, gli atti di pignoramento e i preavvisi di fermo dei veicoli.

Pagamento cartelle esattoriali ricevute dal 1° settembre 2021

La sospensione della notifica delle cartelle esattoriali è terminata il 31 agosto 2021. Ciò significa che, a partire dal 1° settembre scorso, l’Agenzia delle entrate ha potuto nuovamente inviare avvisi di riscossione nonostante le permanenti difficoltà dei contribuenti. Da qui l’intervento del governo nell’adeguare il ripristino delle operazioni di riscossione con scadenze meno rigide. Intervento che è arrivato nel decreto Fiscale di venerdì scorso.

Cosa impone il decreto Fiscale sulla riscossione delle cartelle esattoriali?

Sulle cartelle esattoriali, nel dettaglio della norma, l’articolo 2 del decreto Fiscale impone che la scadenza del pagamento sia posticipata fino a 150 giorni rispetto limite dei 60 giorni. Pertanto i contribuenti hanno fino a 5 mesi dall’arrivo della cartella notificata tra il 1° settembre e il 31 dicembre prossimo per procedere con il pagamento. Diversamente, chi ha già provveduto al pagamento della somma indicata nella cartella ricevuta, non può richiedere alcun rimborso. Si tratta, infatti, di importi che i contribuenti devono comunque versare.

Cartelle esattoriali, da quando iniziano a decorrere gli interessi di mora?

In virtù del nuovo decreto cambia anche il meccanismo di calcolo degli interessi di mora per il mancato pagamento. La norma generale, infatti, fissa a 60 giorni la decorrenza degli interessi. Con il decreto Fiscale, invece, gli interessi inizieranno a decorrere solo dopo i 150 giorni concessi dal governo per il pagamento di quanto dovuto e indicato nella cartella esattoriale. Per effetto della norma, inoltre, prima dei cinque mesi non potranno partire nemmeno le azioni volte al pignoramento dei beni (recupero coattivo di quanto dovuto dal contribuente). Prima dei 150 giorni non potranno partire, pertanto, neppure le azioni esecutive.

Decreto fiscale: cosa avviene per il fermo dei veicoli e l’ipoteca?

Il decreto fiscale non menziona gli strumenti cautelari dell’ipoteca e del fermo dei veicoli. Tuttavia, l’interpretazione della norma porta a ritenere che la proroga dei pagamenti dei contribuenti a 150 giorni dalla ricezione dell’avviso sia da estendersi anche a questi due casi. Con un’attenzione maggiore sui termini di presentazione del ricorso. Infatti, se il termine di pagamento slitta da 60 a 150 giorni, quello per la presentazione del ricorso deve avvenire entro i consueti 60 giorni dalla ricezione dell’avviso. Infine, il decreto Fiscale non si applica per le ingiunzioni di versamento degli enti regionali e comunali. Per il pagamento agli enti territoriali il limite, infatti, rimane sempre a 60 giorni dal giorno della ricezione dell’avviso di pagamento.

Decreto fiscale, ecco tutte le novità: sicurezza sul lavoro, incentivi auto, cassa integrazione e cartelle

Arrivano le novità del decreto Fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Tra queste, la stretta sulle imprese che non rispettano la sicurezza sul lavoro, il rifinanziamento (parziale) degli incentivi sull’acquisto di un’auto, la cassa integrazione Covid, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali e i fondi per il Reddito di cittadinanza.

Decreto fiscale e irregolarità sul lavoro: si abbassa la soglia di irregolari che dà luogo alla sospensione

Sulle imprese arriva la stretta in merito alla sicurezza sul lavoro. Infatti scende al 10% (dal 20%) il tetto degli addetti irregolari sui luoghi di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività. Il provvedimento prevede che non sia più necessaria la recidiva. In caso di violazione, scatta da subito la sospensione dell’attività. Il decreto rafforza anche le competenze dell’Ispettorato del lavoro: insieme alle aziende sanitarie del territorio dovranno intensificare la vigilanza del rispetto della norma. Si rafforzerà anche l’organico dell’Ispettorato: in arrivo concorsi per 1.024 nuovi posti oltre al bando di 1.122 in corso.

Aziende irregolari per a sicurezza: cosa fare per riprendere l’attività?

In caso di violazione del decreto Fiscale e della sospensione, l’azienda per riprendere l’attività dovrà ripristinare le condizioni regolari di svolgimento del lavoro. Si prevede anche il pagamento di una somma aggiuntiva. L’importo varia da 300 a 3000 euro per ogni lavoratore: vale la gravità della violazione. L’importo da pagare si moltiplica per due nel caso in cui l’azienda sia incorsa, nei 5 anni prima, già in un provvedimento di sospensione. Durante la sospensione, l’azienda non potrà avere contatti con la Pubblica amministrazione.

Decreto fiscale, le novità per gli incentivi auto

Cifre ben più modeste rispetto al 2021 sono state riservate dal decreto Fiscale sugli incentivi auto. Infatti l’ecobonus è stato rifinanziato di soli 100 milioni di euro dei quali:

  • 65 milioni andranno all’acquisto di nuove vetture a basso impatto ambientale, da 0 a 60 g/km di CO2. Si tratta, in buona sostanza, dei modelli plug in (ibridi) e delle auto elettriche;
  • 10 milioni di euro andranno alle auto mediamente impattanti per l’ambiente (da 61 a 135 g/km). Rientrano in questa categoria le vetture ibridi semplici e vari modelli Euro 6 a benzina e a gasolio;
  • per le auto usate il decreto Fiscale destina 5 milioni di euro.

Proroga Cassa integrazione Covid nel decreto Fiscale: da 9 a 13 settimane fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Fiscale del governo prevede anche il rifinanziamento della Cassa integrazione Covid. La proroga è di 13 settimane per:

  • le piccole imprese del terziario;
  • il commercio;
  • gli artigiani;
  • grande distribuzione;
  • giornalisti.

Le 13 settimane vanno utilizzate dal 1° ottobre scorso al 31 dicembre 2021. Devono essere già state utilizzate tutte le precedenti 28 settimane di proroga della Cassa integrazione Covid. Proroga di 9 settimane, invece, per i settori tessili, dell’abbigliamento e delle calzature. L’utilizzo delle settimane deve avvenire sempre nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021 e devono essere state utilizzate le 17 settimane concesse precedentemente. La proroga della Cig Covid ha un costo di 878,4 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle

Altri 5 mesi (150 giorni) vengono concessi per il pagamento delle cartelle notificate dall’agente pubblico della riscossione. La notifica deve essere avvenuta dal 1° settembre 2021 fino al 31 dicembre 2021. Benefici anche per non perdere i vantaggi della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Infatti, si possono saldare le rate del 2020 non ancora versate entro la scadenza del 30 novembre in un unico pagamento insieme alle rate rientranti nella pace fiscale di quest’anno. Inoltre, il piano di rateizzazione non decade per i contribuenti che hanno dilazionato i debiti con richiesta prima dell’8 marzo 2020.

Decreto Fiscale, rifinanziato il congedo parentale delle famiglie

Il decreto Fiscale procede anche al rifinanziamento dei congedi parentali al 50% delle famiglie. Il congedo va a favore sia dei lavoratori dipendenti che autonomi genitori di figli fino a 14 anni. I lavoratori possono assentarsi da lavoro per i casi di sospensione dell’attività educativa e didattica del figlio. La durata della sospensione può essere per tutta per una parte dell’infezione o per la quarantena che sia stata disposta dalle autorità sanitarie. Per i figli da 14 a 16 anni di età il congedo non è retribuito. Rifinanziato anche il fondo dell’Inps per la malattia dei lavoratori posti in quarantena.

Nuovo patent box rafforzato per le imprese dal decreto Fiscale

Va in pensione il vecchio patent box e il decreto Fiscale introduce e rafforza la deducibilità di quello nuovo. Nel provvedimento del governo si prevede la deduzione rafforzata del 90% relativa ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo. I costi deducibili, anche ai fini dell’Irap, devono essere stati sostenuti per:

  • software coperti da copyright;
  • marchi di impresa;
  • brevetti industriali;
  • modelli, disegni, formule delle imprese nello svolgimento della propria attività.

Le imprese che hanno in corso procedure con il vecchio patent box possono richiedere di accedere al più vantaggioso nuovo strumento.

Decreto Fiscale, 200 milioni al Reddito di cittadinanza

Dal decreto Fiscale arriva anche il rifinanziamento per 200 milioni del Reddito di cittadinanza. Salvaguardati anche 100 mila posti di lavoro di somministrati assunti con contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si tratta di lavoratori mandati a tempo determinato presso le imprese utilizzatrici. Il provvedimento cancella la scadenza del 31 dicembre 2021 per i 24 mesi della missione stessa.

Chi non ha pagato la rottamazione ter

Cosa accade a chi non paga le scadenze delle rate di rottamazione e saldo e stralcio? Nello specifico, parliamo della pace fiscale e delle relative regole in relazione all’appuntamento del 30/09/2021. Ma potrebbe succedere ancora, quindi, quali sono le conseguenze in generale?

Rottamazione ter: chi non paga

La scadenza del 30 settembre 2021 è giunta, per chi non ha pagato subentra la decadenza dalla definizione agevolata e non sarà più possibile chiedere di rateizzare il debito. Facciamo chiarezza.

Chi ha aderito alla pace fiscale deve rispettare le scadenze delle rate della rottamazione e del saldo e stralcio. Per evitare un immediato decadimento dal piano agevolato, sono stati previsti cinque giorni di tolleranza in assenza di altre deroghe.

Superati anche gli ulteriori giorni concessi, chi non paga perde tutti i benefici della pace fiscale. Tuttavia, questo non sembra aver convinto tutti o evidentemente molti contribuenti per circa 800mila pagamenti non hanno potuto rispettare le precedenti scadenze delle rate, nonostante siano stati sempre concessi cinque giorni di tolleranza. All’appello mancano 4 miliardi di euro, era il denaro che si aspettava entrasse l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Situazione simile potrebbe verificarsi dopo la scadenza del 30 settembre 2021. Quindi, un nuovo capitolo si aprirà per tutti i contribuenti che hanno omesso il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio delle cartelle esattoriali.

Ci sarà un ricalcolo del debito e torneranno ad aggiungersi le sanzioni e gli interessi così come la quota del debito cancellata per chi ha aderito al saldo e stralcio. Ribadiamo che non aver rispettato le scadenze suddette, comporta l’impossibilità di avere accesso a nuove rateizzazioni.

Tutto tornerà nella normalità, ossia le procedure di recupero del debito da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e, stavolta, senza possibilità di dilazioni per le somme dovute.

Chiunque non pagherà le rate entro le scadenze prestabilite dalla pace fiscale, inclusi i giorni di tolleranza, riceveranno lo stesso trattamento.

Ormai, la data del 30 settembre 2021 è arrivata e riguardava le rate della rottamazione e del saldo e stralcio dovute a luglio 2020. Il prossimo appuntamento con la scadenza delle rate è il 31 ottobre 2021 per quelle relative a novembre 2020. Infine, il 30 novembre 2021, l’ultima scadenza che calcolando i giorni di tolleranza, significherà che entro il 6 dicembre 2021 dovranno essere pagate tutte le rate della pace fiscale dovute per l’anno 2021.

Decadenza pace fiscale e nuove rateizzazioni ma solo in casi specifici

In futuro, chi non rispetta la scadenza per il pagamento delle rate stabilite dalla pace fiscale, non avrà nuove rateizzazioni. Ma visto l’emergenza Covid-19, alla rottamazione sono previste delle deroghe.

Infatti, chi non ha pagato le rate del saldo e stralcio e della rottamazione ter scadute nel 2019 può accedere alla rateizzazione delle cartelle. La stessa regola è stata poi estesa dal decreto Ristori anche per i debiti relativi alla prima e seconda rottamazione decaduti per via del mancato pagamento entro i termini, nel rispetto della scadenza del 31 dicembre 2021.

Le domande di rateizzazione

Per le richieste presentate entro la fine dell’anno, il contribuente può beneficiare del maggior termine di decadenza, che comporta il non venir meno del piano di versamento accordato in caso di mancato pagamento di dieci rate, anche se non consecutive, in luogo delle cinque ordinariamente previste.

Regole emergenziali che si applicano solo in parte ai decaduti dalla pace fiscale. Al momento non sono infatti previste deroghe per chi non ha versato e non verserà le rate relative al 2020 e al 2021 della rottamazione e del saldo e stralcio.

Nuovo calendario fiscale per la Rottamazione Ter e il Saldo e Stralcio

L’emergenza Covid ha sicuramente portato molti problemi economici agli italiani e in particolare alle aziende la cui liquidità è messa a dura prova dai cali di fatturato che in alcuni settori sono stati davvero importanti. Per aiutare coloro che sono in difficoltà con i pagamenti, il decreto Sostegni Bis ha indicato nuove date di scadenza per le rate della Rottamazione Ter e del Saldo e Stralcio e che erano tutte in scadenza il 31 luglio 2021. Vedremo in sintesi le nuove date per provvedere ai pagamenti.

Il nuovo calendario fiscale

Se avevi delle rate scadute per il piano Rottamazione Ter, che ha agevolato il pagamento di debiti iscritti al ruolo eliminando sanzioni e interessi maturati nel tempo, oppure delle rate del Saldo e Stralcio (questo prevede una riduzione degli importi dovuti dai contribuenti che si trovano in una situazione economica grave che naturalmente deve essere comprovata), il decreto Sostegni Bis ha buone novità per te. Ecco le nuove scadenze:

  • Rata scaduta il 28 febbraio 2020 della Rottamazione Ter: scade il 2 agosto 2021, ma è stata prevista una tolleranza di ulteriori 5 giorni;
  • rata scaduta 31 marzo del 2020 del Saldo e Stralcio scade il 2 agosto 2021, anche in questo caso con un’ulteriore tolleranza di 5 giorni;
  • Rottamazione Ter con scadenza 31 maggio 2020 deve essere pagata entro il 31 agosto 2021;
  • Rottamazione Ter scaduta il 31 luglio 2020 deve essere pagata entro il 30 settembre 2021;
  • Saldo e Stralcio scaduto il 31 luglio 2020 da pagare entro il 30 settembre 2021;
  • Rottamazione Ter scaduta il 30 novembre 2020 da pagare entro il 2 novembre 2021;
  • da pagare entro il 30 novembre 2021 tutte le rate scadute il 28 febbraio 2021, il 31 marzo 2021, il 31 maggio 2021 e il 31 luglio 2021 e non ancora versate.

I vantaggi del nuovo calendario fiscale

Con il nuovo calendario fiscale del decreto Sostegni Bis, convertito in Legge 23 luglio 2021, n. 106 recante misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali, si evita anche un vero e proprio ingolfamento del sistema dovuto alla concentrazione di tutte le scadenze delle vecchie rate al 31 luglio 2021.

Il decreto Sostegni Bis ha quindi previsto un’ulteriore agevolazione con dilazione dei pagamenti per le varie rate scadute nel 2020 e ancora non pagate, mentre ha convogliato tutte le rate scadute nel 2021 alla fine di novembre. Per tutte le date che sono state viste, è prevista un’ulteriore tolleranza di 5 giorni, quindi quelle in scadenza al 30 novembre devono essere versate entro le ore 00:00 del 6 dicembre.

Pace fiscale con annullamento cartelle esattoriali

A questa importante novità occorre aggiungere che, in base al decreto attuativo approvato dal MEF, entro il 31 ottobre del 2021 dovrebbe essere portata a compimento la pace fiscale con annullamento automatico delle cartelle iscritte a ruolo e comprese tra il 1°gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010.

Si tratta di un importante provvedimento che prevede la cancellazione delle cartelle esattoriali comprese tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010 il cui ammontare è inferiore a 5.000. La cancellazione di questo debito fiscale è però riservata ai contribuenti che nel 2019 hanno dichiarato un reddito inferiore a 30.000 euro.

In questo caso il contribuente non ha adempimenti da compiere, infatti ci sarà un incrocio dei dati posseduti dall’Agenzia Entrate e Riscossioni che porterà alla creazione di una lista di contribuenti a cui si annullano le cartelle di pagamento che rientrano nelle caratteristiche viste.

Lo stralcio però non riguarderà tutti i debiti nei confronti dell’erario e in particolare sono esclusi:

  • i debiti derivanti dalla restituzione di aiuti di Stato;
  • debiti che derivano da pronunce della Corte dei Conti;
  • multe, ammende e sanzioni previste in sentenze penali;
  • iva riscossa all’importazione.