Pace fiscale: il 43% dei contribuenti ammessi non ha pagato. Proposte

Nuovo allarme bomba sociale: il 43% dei contribuenti che avevano aderito ai provvedimenti di “pace fiscale” sono decaduti dal beneficio. Nuove proposte per rientrare nei termini.

Cosa prevede la pace fiscale

La Pace Fiscale prevede una serie di provvedimenti volti ad agevolare la definizione dei debiti fiscali insoluti. Le misure messe in campo erano di diversa natura, tra queste lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro per il periodo compreso tra il 2000 e il 2010. Con il decreto Sostegni (governo Draghi), al fine di aiutare le imprese coinvolte dalla crisi pandemica, invece si è provveduto allo stralcio delle cartelle affidate all’agente di riscossione di valore fino a 5.000 euro. In questo caso deve verificarsi una condizione preliminare: il contribuente (persona fisica o impresa) nel 2019 deve aver maturato un reddito non superiore a 30.000 euro lordi. Per aderire a questa agevolazione non era necessaria alcuna istanza del contribuente, infatti l’Agenzia della Entrate ha provveduto automaticamente.

Per la rimanente parte invece era prevista una definizione agevolata Saldo e Stralcio. L’ultimo provvedimento rientrante nel piano di Pace Fiscale era la Rottamazione Ter prevista nell’articolo 3 del decreto legge 119 del 2018 e prevedeva la possibilità di accedere alla definizione agevolata per i debiti iscritti al ruolo tra il 10° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017. La definizione agevolata prevedeva la possibilità per questi debiti di pagare i soli importi senza sanzioni e interessi. Il pagamento poteva avvenire in un’unica soluzione, oppure con una rateizzazione in 10 rate dilazionate però in ben 5 anni. La normativa prevedeva anche la possibilità di compensare i debiti con il fisco con eventuali crediti maturati nel frattempo.

Il mancato pagamento delle rate prevedeva però la decadenza dal beneficio e quindi la riviviscenza dei vecchi importi da pagare.

Dati allarmanti per la pace fiscale: il 43% dei contribuenti è decaduta dal beneficio

Naturalmente la crisi pandemica ha influito sulla capacità di coloro che avevano aderito a far fronte alla rateazione e i dati sono allarmanti. Alla fine del 2021 solo il 57% di coloro che avevano aderito è ancora in corsa con i pagamenti, (718 mila contribuenti), mentre il 43 % è purtroppo decaduto dal beneficio. Si tratta di 532 mila contribuenti che non sono riusciti a pagare entro il 9 dicembre 2021 con tolleranza fino al 14 dicembre 2021 e decaduti dal Saldo e Stralcio e dalla Rottamazione Ter. Mancano all’appello 2,45 miliardi di euro che non potranno più essere riscossi mediante la definizione agevolata, ma dovranno essere riscossi in modo ordinario, quindi con interessi, sanzioni e senza sconti.

I dati sono stati forniti dal Ministero dell’Economia e delle finanze, attraverso la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra, in risposta all’interrogazione parlamentare del senatore del Movimento 5 Stelle Emiliano Fenu. Nella risposta si sottolinea che tali piani hanno beneficiato di un’ulteriore agevolazione in seguito all’inizio della crisi pandemica. La perdita dei benefici ha avuto una dilazione in caso di mancato pagamento da 5 a 18 rate per i piani in corso alla data dell’8 marzo 2020. Per i piani successivi all’8 marzo 2020 il numero di rate non pagate che porta alla perdita dei benefici ha avuto un innalzamento da 5 a 10. Infine, la soglia per la richiesta delle rateizzazioni ha avuto un incremento 60.000 euro a 100.000 euro.

Rischio di una bomba sociale e prospettive

Per il senatore Fenu è di forte al rischio di una vera e propria bomba sociale e a tale allarme non è indifferente il MEF che ha chiarito come di fronte a questi numeri è necessario agevolare i contribuenti. Proprio per questo motivo non è esclusa una nuova calendarizzazione, la stessa è richiesta in modo unanime anche dai Commercialisti che chiedono anche l’accesso a un nuovo piano di ammortamento dei debiti.

Nel frattempo è stato approvato un emendamento al decreto Milleproroghe che consente di rientrare nei piani di dilazione per i debiti rateizzati per i quali è intervenuta la decadenza anteriormente alla data di inizio della sospensione dei termini di versamento delle cartelle. La rateizzazione riguarda le richieste presentate tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2022 per una dilazione massima di 72 rate.

Cartelle esattoriali, si possono pagare entro 180 giorni per quelle notificate al 31 marzo 2022

Arrivano novità dalla correzione del disegno di legge di Bilancio 2022 sulle cartelle esattoriali. Il termine di 180 giorni per pagarle si riferirà alle notifiche che i contribuenti riceveranno fino al 31 marzo 2022 e non più fino al 31 dicembre 2021. Si amplia pertanto l’arco temporale per usufruire dei benefici del Fisco. Altre misure contenute nella legge di Bilancio vanno a modificare la tassa sui tavolini, gli aiuti ai piccoli proprietari e l’Imu applicata agli immobili dei pensionati residenti all’estero.

Cartelle esattoriali: i 180 giorni per pagare valgono per quelle notificate entro marzo 2022

Arriva dunque l’estensione di tre mesi sulle notifiche delle cartelle esattoriali da pagare entro 180 giorni. La misura comprende pertanto le cartelle notificate a partire dal 1° settembre 2021 fino al 31 marzo 2022. Inizialmente il termine della notifica era fissato al 31 dicembre 2021. L’estensione delle notifiche va a rafforzare anche il maggior tempo per procedere con il pagamento. Precedentemente i giorni per pagare erano 150, rispetto alle modifiche apportate che fanno slittare a 180 giorni l’adempimento.  A conti fatti, il termine per il pagamento delle ultime cartelle notificate a marzo prossimo slitterà fino alla fine di settembre 2022.

Altre misure fiscali dalla legge di Bilancio 2022: esenzione tassa sui tavolini fino a marzo

Altre tre modifiche sono in arrivo dalla legge di Bilancio 2022. In primis, la proroga dell’esenzione della tassa sui tavolini con un nuovo termine fissato a marzo 2022. Si tratta dunque della possibilità di non pagare il canone unico patrimoniale (Cup), l’ex tassa Tosap o Cosap. La misura andrà a vantaggio dei bar, dei ristoranti e degli ambulanti.

Contributi per gli affitti persi per gli sfratti bloccati ai piccoli proprietari di immobili

Si va verso l’aiuto ai piccoli proprietari di immobili che abbiano subito perdite per il blocco degli sfratti determinata da uno dei decreti legge per l’emergenza Covid. L’aiuto verrà garantito dal Fondo di solidarietà per i piccoli proprietari che avrà una dote di 10 milioni di euro per tutto il prossimo anno. La misura prevede l’erogazione di un contributo pari al 50% del canone. Il limite massimo per proprietario all’anno del contributo sarà di 6.400 euro. Il contributo dovrà essere rapportato ai mesi di sospensione fino a un massimo di 16.

Imu 2022 su immobili di pensionati residenti all’estero: cala l’aliquota al 10%

Dovrebbe arrivare per il 2022 anche il calo dell’Imu per i pensionati italiani che siano resistenti all’estero e che possiedano un immobile in Italia, purché non locato. L’emendamento va a beneficio dei pensionati che abbiano un trattamento previdenziale maturato in regime di convenzione internazionale. La dote della misura è fissata in 3 milioni di euro.

Cartelle, più tempo per pagare: al 9 dicembre rottamazione ter, 180 giorni per quelle di fine 2021

Arrivano le attese proroghe per i pagamenti delle cartelle esattoriali, delle rate scadute della rottamazione ter e saldo e stralcio e per l’Irap da restituire dal decreto Fisco Lavoro approvato nel pomeriggio del 30 novembre. Il provvedimento è stato emanato dopo l’approvazione del Senato al termine di scontri nella maggioranza. I contribuenti avranno qualche giorno per saldare i debiti con il Fisco rispetto ai vari pagamenti fissati tutti nella giornata di ieri.

Rottamazione ter e saldo e stralcio, si possono pagare le rate entro il 9 dicembre 2021

La mini-proroga delle rate non pagate della rottamazione ter e del saldo e stralcio è arrivata. Entro il 9 dicembre prossimo andranno pagate le 8 rate della rottamazione ter e le 4 rate del saldo e stralcio. Il termine massimo per saldare può arrivare al 14 dicembre per via dei 5 giorni di tolleranza massima. Non c’è stato, tuttavia, il rinvio al 2022 come termine ultimo per il pagamento.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: cambiano i termini

Più giorni per pagare le cartelle esattoriale già notificate a partire dal 1° settembre 2021 o che arriveranno entro il 31 dicembre prossimo. La scadenza fissata dal decreto Fisco Lavoro viene prorogata ulteriormente, passando dai 150 giorni del provvedimento originario a 180 giorni. Trenta giorni in più per pagare a partire dalla data della notifica.

Avvisi bonari: la scadenza è al 16 dicembre 2021

Il decreto Fisco Lavoro fissa, poi, al 16 dicembre 2021 la data ultima per pagare gli avvisi bonari. Si tratta dei pagamenti che erano stati sospesi durante la prima ondata della pandemia da Covid-19, ovvero dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020, e che dovevano essere saldati entro il 16 settembre 2020.

Irap, restituzione sanzioni e interessi primavera 2020: scadenza 1° gennaio 2022

Un mese in più di tempo, anche se la comunicazione è arrivata oltre la scadenza del 30 novembre 2021, per la restituzione delle sanzioni e degli interessi dell’Irap delle imprese. Si tratta di saldi che non erano stati versati durante la prima ondata della pandemia da Covid-19 e relativi al superamento del plafond di aiuti di Stato messo in campo proprio per contrastare le prime crisi derivanti dallo stop alle attività. Il termine per il pagamento passa dunque dal 30 novembre 2021 al 1° gennaio 2022.

Cartelle da pagare al 30 novembre, potrebbe arrivare la proroga della scadenza

Per le cartelle fiscali, l’Irap e gli avvisi bonari potrebbero allungarsi i tempi per il pagamento previsto per il 30 novembre 2021. Ma non si tratterebbe di tempi lunghi per i pagamenti: per le cartelle non si andrebbe oltre la scadenza del 9 dicembre 2021, con una proroga massima fino al 14 dicembre per i 5 giorni di tolleranza. Saranno in tutto 62 gli adempimenti fiscali con la scadenza fissata all’ultimo giorno di novembre 2021. Tra oggi e domani potrebbe arrivare la risposta del Senato e del governo su nuove proroghe di fine anno.

Cartelle esattoriali da pagare entro il 30 novembre 2021

Nel caso in cui il governo dovesse decidere per nuove scadenze, dovrebbe arrivare un comunicato legge dal momento che le nuove disposizioni entrerebbero in vigore soltanto successivamente alla scadenza del 30 novembre. In ogni modo, le cartelle esattoriali da pagare entro la prossima scadenza riguardano le 8 rate della rottamazione ter relative al 2020 e al 2021 e le quattro rate del saldo e stralcio. L’ipotesi che si è fatta è quella di una mini-proroga: scadenza posticipata al 9 dicembre con termine massimo di pagamento al 14 dicembre 2021 comprendendo i 5 giorni di tolleranza fissati dalla legge.

Irap, ipotesi di slittamento della scadenza al 31 gennaio 2022

La proroga del versamento dell’Irap dovuto al 30 novembre 2021 potrebbe riguardare le imprese che hanno superato i tetti degli aiuti di Stato. Lo slittamento della scadenza è contenuto in un emendamento al decreto Fisco e lavoro presentato da Forza Italia. La scadenza per il pagamento dell’Irap potrebbe dunque essere posticipata al 31 gennaio 2022.

Avvisi bonari, nuova scadenza al 16 dicembre 2021

Un emendamento al decreto Fisco Lavoro riguarda anche gli avvisi bonari che erano in scadenza dall’8 marzo al 31 maggio 2020, proprio nel pieno della prima ondata della pandemia. Si potrebbe arrivare alla nuova scadenza del 16 dicembre 2021 nella quale si dovranno pagare, in un’unica rata e senza interessi e sanzioni, le somme richieste per i controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi. L’alternativa è pagare quanto dovuto in quattro rate mensili, da versare ogni 16 del mese.

 

 

Tasse, ingorgo scadenze 30 novembre 2021: Irpef, Ires, Irap, pace fiscale e dichiarazioni

Si avvicina la data del 30 novembre 2021, giornata segnata dall’ingorgo delle scadenze di varie tasse e contributi. Nella stessa giornata i contribuenti sono chiamati a versare il secondo acconto delle imposte dirette. In pagamento l’Irpef, l’Ires, l’Irap, le imposte sostitutive ovvero la cedolare secca e i versamenti delle partite Iva a regime forfettario.

Versamento entro il 30 novembre 2021 delle rate non pagate della rottamazione ter e saldo e stralcio

In più quest’anno c’è la scadenza della pace fiscale: dovranno essere pagate tutte le rate sospese a causa dell’emergenza sanitaria ed economica nel corso del 2020 e del 2021. Le rate fanno riferimento alla rottamazione ter e al saldo e stralcio. Per questi pagamenti c’è una tolleranza di alcuni giorni: il termine ultimo per pagare è fissato al 6 dicembre 2021.

Invio al 30 novembre dichiarazioni fiscali 2021

Sempre al 30 novembre è fissata la data di scadenza per l’invio, da parte degli intermediari, delle dichiarazioni fiscali 2021 inerenti l’anno di imposta 2020. Si tratta della scadenza del più importante adempimento fiscale dell’anno. Nel 2021 l’invio sarà condizionato dalla complessità di redazione del quadro Rs. Il quadro, infatti, dovrà riportare i vari aiuti di Stato che sono stati elargiti dal governo nel corso dell’emergenza sanitaria ed economica causata dalla Covid. Ulteriore quadro da compilare è quello Ru, inerente all’iscrizione dei crediti fiscali accumulati a partire da marzo 2020.

Scadenza del 30 novembre 2021: non si può rateizzare il pagamento del saldo

Non è possibile rateizzare il secondo acconto delle dichiarazioni fiscali 2021. Infatti, come dispone il comma 1 dell’articolo 20 del decreto legislativo numero 241 del 1997, il pagamento delle imposte e dei contributi dovuti dai soggetti titolari delle posizioni assicurative gestite dall’Inps, deve essere completato entro il mese di novembre del medesimo anno in cui è stata presentata la dichiarazione o la denuncia dei redditi. Pertanto, mentre si può dilazionare il saldo e il primo acconto delle imposte, ciò non è possibile per il saldo.

Rottamazione ter e saldo e stralcio il comunicato stampa

Rottamazione ter e saldo e stralcio sono l’oggetto del comunicato stampa dell’Agenzie delle entrate sezione Riscossione. Ecco cosa contiene.

Rottamazione ter e saldo e stralcio: le Faq dell’Agenzie delle entrate Riscossione

L’Agenzia delle entrate Riscossione ha pubblicato un comunicato stampa affrontando il tema della rottamazione ter e del salgo e stralcio in base al Decreto fiscale approvato. In particolare il provvedimento prevede dei tempi più lunghi per il pagamento di cartelle notificate dall’agente della riscossione tra il primo settembre ed il 31 dicembre 2021.

Tuttavia si tratta di una nuova opportunità per il contribuente ritardatario che ha perso il beneficio della “Rottamazione Ter” e del “Saldo e stralcio” per non aver rispettato i termini di pagamento previsti per lo scorso anno. Inoltre sono previsti magrini più ampi per la rateizzazione dei debiti erano già in corso alla data dell’8 marzo 2020. Si ricorda che da 9 marzo 2020 a maggio dello stesso anno tutta l’Italia è entrata in Lock down e con esso tutto si è bloccato, anche i debiti nei confronti dell’Erario.

Cinque mesi per pagare le cartelle e la chance del 30 novembre

Il DL n.146/2021 allunga da 60 a 150 giorni (ben 5 mesi) il termine per effettuare il pagamento delle cartelle di pagamento notificate dall’Agenzia delle entrate- Riscossione nel periodo tra il primo ed il 31 dicembre 2020. Pertanto sono saranno previsti interessi di mora per tutti i 150 giorni. Inoltre l’agente addetto alla riscossione non potrà procedere con l’attività di recupero.

Anche in merito alla rottamazione sono previste delle novità. Infatti sarà possibile versare entro il 30 novembre 2021 le rate non pagate dal 31 luglio al 31 ottobre. Inoltre entro la stessa data, per non perdere i benefici delle agevolazioni previste, devono essere anche versate le rate del piano di pagamento della Rottamazione ter e del Saldo e stralcio che erano in scadenza nell’anno 2021.

Rottamazione ter e salgo e stralcio, altri 18 mesi

Per i piani di rottamazione già in corso prima dell’8 marzo è prevista l’estensione da 10 a 18 del numero di
rate che, in caso di mancato pagamento, determinano la decadenza della dilazione (per i soggetti con residenza, sede legale o la sede operativa nei comuni della c.d. “zona rossa” la sospensione decorre dal 21 febbraio 2020). Tuttavia vine differito dal 30 settembre al 31 ottobre 2021 il termine per pagare le rate che erano in scadenza nel periodo di sospensione dell’attività di riscossione.

Mentre per le rateizzazioni approvate dopo giorno 8 marzo e quelle relativa a richieste presentate entro il 31 dicembre 2021, la decadenza di avrà nel mancato pagamento di 10 rate. Infine per la rateizzazione dal primo gennaio 2022, la decadenza si verificherà dopo il mancato pagamento di 5 rate.

 

 

Rottamazione ter, calendario legge Fiscale: le rate scadute vanno pagate entro il 30 novembre

Nuovi termini per i pagamenti delle cartelle esattoriali arrivano dal decreto Fiscale del governo, anche per quanto attiene alla rottamazione ter. Si allunga a 150 giorni la nuova scadenza di pagamento degli importi contenuti nelle cartelle ricevute dai contribuenti tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021. Il termine inizia a decorrere dal giorno di notifica della cartella stessa. Ma ulteriori termini di pagamento riguardano anche la rimessione delle somme del 2020 e del 2021 della rottamazione ter.

Cartelle esattoriali ricevute tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021: ci sono 150 giorni per pagare

In merito alla tempistica del decreto legge Fiscale sulle nuove cartelle che i contribuenti hanno ricevuto a partire dal 1° settembre scorso o che riceveranno entro il 31 dicembre 2021, il termine per il pagamento viene elevato a 150 giorni anziché i consueti 60 giorni. Sia gli interessi di mora che le azioni di recupero coattivo come il pignoramento o il fermo dei veicoli dovranno osservare, altresì, questo termine. Per la presentazione del ricorso contro il provvedimento dell’Agenzia delle entrate il termine rimane fissato a 60 giorni.

Cambiano le date del pagamento delle rate scadute

Cambia anche il calendario e le modalità di pagamento delle rate della rottamazione ter. Entro il 30 novembre 2021 devono essere pagate tutte le rate scadute. Ovvero le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio risultanti dalle definizioni agevolate con l’Agenzia di riscossione. Dette rate originariamente erano già in scadenza nel 2020 o nel 2021. Il termine ultimo era corrispondente alla rata di luglio del 2021.

Nuovo calendario per il pagamento delle rate originarie del 2020 e 2021 e già scadute

Più nel dettaglio, le rottamazioni originariamente stabilite nell’anno 2020 e 2021 erano state rimodulate dal decreto Sostegni bis nei seguenti termini:

  • rate di febbraio e marzo 2020 in pagamento entro il 2 agosto 2021;
  • rata di maggio 2020 in pagamento entro il 31 agosto 2021;
  • rata di luglio 2020 in pagamento entro il 30 novembre 2021;
  • rata di novembre 2020 in pagamento entro il 2 novembre (considerando festivi il 31 ottobre e il 1° novembre);
  • rate in scadenza nel 2021 in pagamento entro il 30 novembre 2021.

La scadenza ultima per le rate scadute del 2020 e 2021 è stato posticipato al 30 novembre 2021

Per effetto del decreto Fiscale, tutte le rate di cui sopra scadute e riguardanti le scadenze del 2020 e del 2021 dovranno essere saldate entro la scadenza del 30 novembre 2021. Sono tollerati fino a 5 giorni di ritardo oltre questa data. Il termine ultimo è dunque il 6 dicembre 2021, considerando i giorni festivi. In caso di mancato pagamento, anche solo di una rata, e anche in caso di ritardo, si va incontro alla caducazione della sanatoria. In tal caso, il debito si ripristina dall’inizio includendo anche gli interessi di mora e le sanzioni.

Rate non pagate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021: decadenza piano rateazione

Novità arrivano anche per le rate da saldare risultanti da dilazioni pendenti alla data dell’8 marzo 2020 nel caso in cui molte delle quali non siano state pagate. Considerando che tra il giorno 8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021 il numero di rate è pari a 18, l’Agenzia delle entrate aveva stabilito che il mancato pagamento di 10 di queste rate avrebbe determinato la decadenza del piano di rateazione.

Pagamento delle rate in sospeso entro settembre 2021: soglia di decadenza elevata a 18 mesi

Il contribuente avrebbe potuto pagare le rate non pagate entro settembre 2021. E dunque, con il pagamento di 9 rate già scadute più quella di settembre, il debitore avrebbe potuto saldare le somme in sospeso. In tal modo, avrebbe ripreso a pagare mensilmente secondo l’originario piano delle rate. Date le difficoltà del saldo, il decreto Fiscale ha previsto dei benefici per i pagamenti in sospeso. Innanzitutto la soglia di decadenza del piano rate è elevato a 18 mesi.

Pagamenti delle rate dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021

Inoltre, il decreto fiscale ha stabilito che per il pagamento delle rate sospese c’è tempo fino al 31 ottobre 2021. Entro fine ottobre, dunque, i contribuenti devono saldare tutte le dilazioni pendenti dal giorno 8 marzo 2020 al 31 agosto 2021.

Rottamazione cartelle sospese, entro il 31 ottobre è sufficiente pagare 3 rate

Calcoli alla mano, per rientrare nel piano di rateazione originario e saldare le rate mese per mese, i contribuenti potrebbero saldare entro il 31 ottobre 2021 tre rate, includendo anche quelle di settembre e di ottobre. In questo modo, considerando la causa di decadenza del piano delle rate elevato a 18 mesi, i contribuenti potrebbero riprendere a pagare secondo il loro piano originario di saldo.

Chi non ha pagato la rottamazione ter

Cosa accade a chi non paga le scadenze delle rate di rottamazione e saldo e stralcio? Nello specifico, parliamo della pace fiscale e delle relative regole in relazione all’appuntamento del 30/09/2021. Ma potrebbe succedere ancora, quindi, quali sono le conseguenze in generale?

Rottamazione ter: chi non paga

La scadenza del 30 settembre 2021 è giunta, per chi non ha pagato subentra la decadenza dalla definizione agevolata e non sarà più possibile chiedere di rateizzare il debito. Facciamo chiarezza.

Chi ha aderito alla pace fiscale deve rispettare le scadenze delle rate della rottamazione e del saldo e stralcio. Per evitare un immediato decadimento dal piano agevolato, sono stati previsti cinque giorni di tolleranza in assenza di altre deroghe.

Superati anche gli ulteriori giorni concessi, chi non paga perde tutti i benefici della pace fiscale. Tuttavia, questo non sembra aver convinto tutti o evidentemente molti contribuenti per circa 800mila pagamenti non hanno potuto rispettare le precedenti scadenze delle rate, nonostante siano stati sempre concessi cinque giorni di tolleranza. All’appello mancano 4 miliardi di euro, era il denaro che si aspettava entrasse l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Situazione simile potrebbe verificarsi dopo la scadenza del 30 settembre 2021. Quindi, un nuovo capitolo si aprirà per tutti i contribuenti che hanno omesso il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio delle cartelle esattoriali.

Ci sarà un ricalcolo del debito e torneranno ad aggiungersi le sanzioni e gli interessi così come la quota del debito cancellata per chi ha aderito al saldo e stralcio. Ribadiamo che non aver rispettato le scadenze suddette, comporta l’impossibilità di avere accesso a nuove rateizzazioni.

Tutto tornerà nella normalità, ossia le procedure di recupero del debito da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e, stavolta, senza possibilità di dilazioni per le somme dovute.

Chiunque non pagherà le rate entro le scadenze prestabilite dalla pace fiscale, inclusi i giorni di tolleranza, riceveranno lo stesso trattamento.

Ormai, la data del 30 settembre 2021 è arrivata e riguardava le rate della rottamazione e del saldo e stralcio dovute a luglio 2020. Il prossimo appuntamento con la scadenza delle rate è il 31 ottobre 2021 per quelle relative a novembre 2020. Infine, il 30 novembre 2021, l’ultima scadenza che calcolando i giorni di tolleranza, significherà che entro il 6 dicembre 2021 dovranno essere pagate tutte le rate della pace fiscale dovute per l’anno 2021.

Decadenza pace fiscale e nuove rateizzazioni ma solo in casi specifici

In futuro, chi non rispetta la scadenza per il pagamento delle rate stabilite dalla pace fiscale, non avrà nuove rateizzazioni. Ma visto l’emergenza Covid-19, alla rottamazione sono previste delle deroghe.

Infatti, chi non ha pagato le rate del saldo e stralcio e della rottamazione ter scadute nel 2019 può accedere alla rateizzazione delle cartelle. La stessa regola è stata poi estesa dal decreto Ristori anche per i debiti relativi alla prima e seconda rottamazione decaduti per via del mancato pagamento entro i termini, nel rispetto della scadenza del 31 dicembre 2021.

Le domande di rateizzazione

Per le richieste presentate entro la fine dell’anno, il contribuente può beneficiare del maggior termine di decadenza, che comporta il non venir meno del piano di versamento accordato in caso di mancato pagamento di dieci rate, anche se non consecutive, in luogo delle cinque ordinariamente previste.

Regole emergenziali che si applicano solo in parte ai decaduti dalla pace fiscale. Al momento non sono infatti previste deroghe per chi non ha versato e non verserà le rate relative al 2020 e al 2021 della rottamazione e del saldo e stralcio.

Nuovo calendario fiscale per la Rottamazione Ter e il Saldo e Stralcio

L’emergenza Covid ha sicuramente portato molti problemi economici agli italiani e in particolare alle aziende la cui liquidità è messa a dura prova dai cali di fatturato che in alcuni settori sono stati davvero importanti. Per aiutare coloro che sono in difficoltà con i pagamenti, il decreto Sostegni Bis ha indicato nuove date di scadenza per le rate della Rottamazione Ter e del Saldo e Stralcio e che erano tutte in scadenza il 31 luglio 2021. Vedremo in sintesi le nuove date per provvedere ai pagamenti.

Il nuovo calendario fiscale

Se avevi delle rate scadute per il piano Rottamazione Ter, che ha agevolato il pagamento di debiti iscritti al ruolo eliminando sanzioni e interessi maturati nel tempo, oppure delle rate del Saldo e Stralcio (questo prevede una riduzione degli importi dovuti dai contribuenti che si trovano in una situazione economica grave che naturalmente deve essere comprovata), il decreto Sostegni Bis ha buone novità per te. Ecco le nuove scadenze:

  • Rata scaduta il 28 febbraio 2020 della Rottamazione Ter: scade il 2 agosto 2021, ma è stata prevista una tolleranza di ulteriori 5 giorni;
  • rata scaduta 31 marzo del 2020 del Saldo e Stralcio scade il 2 agosto 2021, anche in questo caso con un’ulteriore tolleranza di 5 giorni;
  • Rottamazione Ter con scadenza 31 maggio 2020 deve essere pagata entro il 31 agosto 2021;
  • Rottamazione Ter scaduta il 31 luglio 2020 deve essere pagata entro il 30 settembre 2021;
  • Saldo e Stralcio scaduto il 31 luglio 2020 da pagare entro il 30 settembre 2021;
  • Rottamazione Ter scaduta il 30 novembre 2020 da pagare entro il 2 novembre 2021;
  • da pagare entro il 30 novembre 2021 tutte le rate scadute il 28 febbraio 2021, il 31 marzo 2021, il 31 maggio 2021 e il 31 luglio 2021 e non ancora versate.

I vantaggi del nuovo calendario fiscale

Con il nuovo calendario fiscale del decreto Sostegni Bis, convertito in Legge 23 luglio 2021, n. 106 recante misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali, si evita anche un vero e proprio ingolfamento del sistema dovuto alla concentrazione di tutte le scadenze delle vecchie rate al 31 luglio 2021.

Il decreto Sostegni Bis ha quindi previsto un’ulteriore agevolazione con dilazione dei pagamenti per le varie rate scadute nel 2020 e ancora non pagate, mentre ha convogliato tutte le rate scadute nel 2021 alla fine di novembre. Per tutte le date che sono state viste, è prevista un’ulteriore tolleranza di 5 giorni, quindi quelle in scadenza al 30 novembre devono essere versate entro le ore 00:00 del 6 dicembre.

Pace fiscale con annullamento cartelle esattoriali

A questa importante novità occorre aggiungere che, in base al decreto attuativo approvato dal MEF, entro il 31 ottobre del 2021 dovrebbe essere portata a compimento la pace fiscale con annullamento automatico delle cartelle iscritte a ruolo e comprese tra il 1°gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010.

Si tratta di un importante provvedimento che prevede la cancellazione delle cartelle esattoriali comprese tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010 il cui ammontare è inferiore a 5.000. La cancellazione di questo debito fiscale è però riservata ai contribuenti che nel 2019 hanno dichiarato un reddito inferiore a 30.000 euro.

In questo caso il contribuente non ha adempimenti da compiere, infatti ci sarà un incrocio dei dati posseduti dall’Agenzia Entrate e Riscossioni che porterà alla creazione di una lista di contribuenti a cui si annullano le cartelle di pagamento che rientrano nelle caratteristiche viste.

Lo stralcio però non riguarderà tutti i debiti nei confronti dell’erario e in particolare sono esclusi:

  • i debiti derivanti dalla restituzione di aiuti di Stato;
  • debiti che derivano da pronunce della Corte dei Conti;
  • multe, ammende e sanzioni previste in sentenze penali;
  • iva riscossa all’importazione.