Decontribuzione Sud: nuova proroga per imprese fino al 31 dicembre 2023

Continua anche per il 2023 la misura denominata Decontribuzione Sud che prevede una riduzione del 30% del costo dei contributi in favore delle aziende che assumono al Sud. Ecco i dettagli.

Arriva la proroga di Decontribuzione Sud per tutto il 2023

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che la Commissione europea ha autorizzato anche per il 2023 l’applicazione della misura denominata Decontribuzione Sud e che mira ad agevolare le imprese del Meridione che decidono di assumere. L’obiettivo è rendere la misura strutturale. Deve sottolinearsi che la misura ha visto la luce per la prima volta nella legge di bilancio 2021 e prevede l’applicazione fino al 2029, ma l’Unione Europea provvede ad autorizzazioni solo temporanee, l’ultima in scadenza al 31 dicembre 2022.

La buona notizia è che la misura, non solo è stata prorogata al 30% fino al 31 dicembre 2023, ma non è stata considerata dall’Unione Europea un Aiuto di Stato, questo vuol dire che non rientra tra le misure da indicare nell’Autodichiarazione Aiuti di Stato e non contribuisce al raggiungimento delle soglie previste dalla relativa disciplina. Inoltre la decontribuizione non incide negativamente sulla maturazione del requisito pensionistico.

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Particolare soddisfazione è stata espressa non solo da Giorgia Meloni, ma anche dal Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto che ha sottolineato come questa possa essere considerata un’importante misura per le imprese del Sud che soffrono più delle altre la particolare congiuntura economica del periodo.

Cosa prevede Decontribuzione Sud

A questo punto è bene delimitare il campo di applicazione. Decontribuzione Sud è una misura in favore delle Regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Puglia, Calabria. Spetta per le assunzioni in tutti i settori, esclusi il settore agricolo e il lavoro domestico. Lo sgravio contributivo è del 30%, ma non si applica ai premi Inail e ai versamenti in favore dei vari fondi. Inoltre non possono usufruirne consorzi, enti ecclesiastici, IACP, fondazioni.

Con la Circolare 90 del mese di luglio 2022 l’Inps aveva invece provveduto a chiarire ulteriormente i requisiti necessari per poter ottenere l’agevolazione. La stessa infatti è riservata ad imprese che:

  • siano in regola con gli obblighi di contribuzione previdenziale secondo la normativa del Durc ( Documento Unico regolarità contributiva);
  • rispettino le norme fondamentali sulla sicurezza sul luogo di lavoro;
  • rispettino accordi e contratti collettivi.

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Resta infine da sottolineare che decontribuzione Sud è compatibile con altre forme di incentivo o aiuto, tranne nel caso in cui sia proprio la disciplina specifica a vietare il cumulo.

Decontribuzione Sud: arriva la circolare operativa dell’INPS

La legge 178 del 30 dicembre 2020 all’articolo 1 commi da 161 a 168 ha previsto la decontribuzione per le aziende che assumono al Sud, sono esclusi i contratti di lavoro agricolo, lavoro domestico. L’Inps con la circolare 90 del 27 luglio 2022 ha dato indicazioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi a tale esonero contributivo per il periodo da luglio 2022 a dicembre 2022.

A quanto ammonta l’agevolazione Decontribuzione Sud?

La legge 178 del 2020 prevede l’esonero contributivo in misure diverse nel tempo, in particolare:

– 30% fino al 31 dicembre 2025;
– 20% per gli anni 2026 e 2027;
– 10% per gli anni 2028 e 2029.

In quali regioni si applica?

Tale esonero si applica a Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L’obiettivo di questa disciplina di favore è preservare l’occupazione delle imprese del Mezzogiorno in prospettiva pluriennale, tale esigenza, ribadisce la circolare 90 del 2022, diventa ancora più importante visti gli eventi socio-economici, tra cui la guerra in Ucraina, che stanno caratterizzando gli ultimi mesi.

Possono richiedere il beneficio economico i datori di lavoro anche non imprenditori che abbiano subito gli effetti negativi della guerra in Ucraina e che siano collocati nelle 8 regioni interessate. Ricordiamo che tra gli eventi connessi alla guerra ci sono i costi dell’energia.

Esclusione dei benefici Decontribuzione Sud

Oltre ad essere esclusi alcuni contratti di lavoro e in particolare lavoro domestico e nel settore agricolo, vi è l’esclusione dal beneficio della decontribuzione Sud per:

  • consorzi di bonifica;
  • enti pubblici economici;
  • istituti autonomi case popolari;
  • enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
  • ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato;
  • enti ecclesiastici;
  • enti morali;
  • consorzi industriali.

Sono inoltre escluse le imprese che operano nel settore finanziario e quelle sottoposte a sanzioni UE.

Dal punto di vista oggettivo la decontribuzione Sud non si applica ai premi e contributi Inail, inoltre non si applica per i versamenti ai fondi per il TFR e ai fondi interprofessionali.

Decontribuzione Sud e contratto di somministrazione di lavoro

Il beneficio viene riconosciuto anche nel caso in cui trattasi di contratto di somministrazione di lavoro, in questo caso se l’agenzia di somministrazione ha sede in una regione diversa rispetto a quelle ammesse al beneficio, l’esenzione viene applicata comunque se la sede effettiva di lavoro si trova in una delle regioni ammesse al beneficio. L’agevolazione viene comunque concessa tenendo in considerazione i limiti previsti per gli aiuti di Stato.

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Prestazioni pensionistiche

L’Inps precisa nella circolare che, in seguito all’applicazione di questa misura, resta comunque fermo il computo delle prestazioni pensionistiche per il lavoratore, cioè non vi è una perdita per il lavoratore sull’ammontare di pensione maturata.

Istruzioni operative

La circolare dell’Inps sulla Decontribuzione Sud detta anche le modalità operative per ottenere tale agevolazione per i mesi intercorrenti da luglio 2022 al 31 dicembre 2022. Nel flusso Uniemens dovranno esporre per i lavoratori per i quali spetta l’agevolazione:

  • elemento <Imponibile> e elemento <Contributo> della sezione <DenunciaIndividuale>. In particolare, nell’elemento <Contributo> deve essere indicata la contribuzione piena calcolata sull’imponibile previdenziale del mese.

Per esporre il beneficio la procedura è:

andare alla sezione <DenunciaIndividuale>, <DatiRetributivi>, nell’elemento <InfoAggcausaliContrib> i seguenti elementi:
– nell’elemento <CodiceCausale> dovrà essere inserito il valore “DESU”, avente il significato di “Esonero per assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato Articolo 1, commi da 161 a 168, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”;

– nell’elemento <IdentMotivoUtilizzoCausale> dovrà essere indicato il valore “N”. Per quanto concerne le agenzie di somministrazione, relativamente alla posizione dei lavoratori assunti per essere impegnati presso l’impresa utilizzatrice (posizione contributiva contraddistinta dal CSC 7.07.08 e dal CA 9A), dovrà essere concatenato alla data di assunzione, il numero di matricola dell’azienda utilizzatrice, nel seguente formato AAAAMMGGMMMMMMMMMM (18 caratteri; ad esempio: 202106091234567890) o, in sua mancanza, il codice fiscale;

– nell’elemento <AnnoMeseRif> dovrà essere indicato l’Anno Mese di riferimento del conguaglio;

– nell’elemento <ImportoAnnoMeseRif> dovrà essere indicato l’importo conguagliato, relativo alla specifica competenza.

Per coloro che non riuscissero ad adeguare i sistemi entro il mese di luglio, il beneficio riguardante il mese di luglio potrà essere esposto nei successivi (agosto, settembre e ottobre 2022). per il mese arretrato deve essere compilata la sezione “InfoAggcausaliContrib” .

Puoi scaricare la circolare 90 dell’Inps qui Circolare_numero_90_del_27-07-2022

 

 

Imprese innovative: ecco dove si trova la maggioranza

Per favorire la nascita di nuove startup, ma che siano innovative, in questo periodo vengono promossi interventi di agevolazione fiscale e semplificazione burocratica, sia a livello regionale sia a livello nazionale.
Si tratta in particolare di aziende che hanno come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

A questo proposito, dal 2012 è stata aperta una sezione speciale del Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio riservata alle startup innovative. A fine 2016 risultavano iscritte 6.475 imprese.

Considerando questi numeri, a livello regionale le maggiori incidenze di nuove imprese con idee innovative si trovano in Trentino-Alto Adige (5,3% delle nuove imprese), Sardegna (5,0%), Toscana (4,9%) e Sicilia, Umbria e Veneto (tutte con il 4,6%).
Le regioni in cui si conta nel periodo esaminato un rapporto più elevato tra nuove imprese con idea innovativa e startup innovative sono Toscana (6,5 nuove imprese innovativa per ogni start up), Puglia (5,7), Sicilia (5,5), Campania (5,3), Basilicata e Calabria (4,9).
In particolare nel Mezzogiorno (5,3) è più elevato il peso relativo delle imprese innovative rispetto a quelle che transitano per il canale formale del registro delle startup.

Inoltre, l’orientamento all’innovazione del sistema imprenditoriale italiano si può rafforzare anche attraverso forme di trasmissione di asset di impresa che garantiscano la continuità aziendale e il mantenimento del know how di imprese orientate all’innovazione.
Se consideriamo che la propensione all’innovazione delle micro imprese è pari al 32,3% delle imprese attive, nell’ipotesi di scuola di una riduzione prudenziale dei due terzi del tasso di innovazione per le imprese nella fase conclusiva del ciclo di vita e avviate alla cessazione, si può stimare che, sempre nell’arco del periodo 2013-2016, siano cessate 146.504 imprese con potenziale di innovazione, pari a circa 22 volte le startup innovative per legge.

Vera MORETTI

Agriturismi sempre al top

Il 2016 è stato sicuramente un anno positivo per gli agriturismi, che si fanno amare dagli italiani alla ricerca di vacanze all’insegna di romanticismo, enogastronomia e natura.
A stabilirlo, e a raccogliere un po’ di dati utili, è stato il portale Agriturismo.it, leader nel settore, che ha registrato un aumento dell’offerta su territorio nazionale del 3%, con un incremento della domanda del 7%.

Non sono aumentati, invece, i prezzi, poiché quasi l’80% dei proprietari o gestori di agriturismi ha dichiarato di aver mantenuto stabili i propri listini, con una media del costo del soggiorno a notte di 43 euro.

Ancora una volta è la Toscana a primeggiare, con un aumento dell’offerta (+8,4% nel 2015 secondo l’Istat), anche la domanda sale, e di molto (+31% in un anno). Considerando la richiesta di alloggio su scala nazionale, la regione arriva a raccogliere il 33,1% del totale.
Segue, anche se con un notevole distacco, l’Umbria, con una crescita del 46% e l’8,2% delle domande totali, e poi il Veneto, con il 6,4% delle richieste. Segue a ruota la Lombardia, che raccoglie il 5,6% dell’interesse.

Ma questo tipo di vacanza non è amato solo dagli italiani, perché, a dir la verità, gli stranieri apprezzano particolarmente ciò che un agriturismo può offrire, tanto da rappresentare il 26% di tutta la domanda. Mete preferite sono Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sardegna.

La durata media dei pernottamenti + rimasta stabile: sono 4,6, che diventano quasi una settimana in Sardegna (6,65) e nelle Marche (6,92 giorni). Sono vacanze letteralmente mordi e fuggi, invece, in Campania (3,08) e in Piemonte (3,22).

Considerando le province, prima in assoluto è Grosseto, che raccoglie da sola ben l’8,8% di tutta la domanda del 2016. La seguono Siena, con l’8,1%, e Perugia, con il 6,7%. Non mancano, però, province di montagna come Bolzano (3,3%) e destinazioni del Sud Italia, come Lecce (2,8%).

Veronica Mariani, fondatrice di Agriturismo.it, ha dichiarato in proposito: “L’ultimo Osservatorio sul Turismo del Politecnico di Milano rivela che il 58% dei proprietari di agriturismi ha stimato di chiudere il 2016 con una crescita del proprio fatturato. Si tratta, evidentemente, di un comparto del nostro sistema economico che gode di buona salute e che guarda al futuro con interesse. Dato che quasi l’80% delle loro attività di promozione ormai è online, ipotizziamo, per l’anno appena iniziato, un ulteriore ampliamento dell’utenza straniera, che usa sempre più il web per gestire viaggi e prenotazioni”.

Vera MORETTI

Matching compie 10 anni

Per il decimo anno di Matching, il più prestigioso evento ideato e promosso dalla Compagnia delle Opere per aiutare le imprese a incrementare le proprie attività, verrà organizzata un‘esposizione presso gli spazi di Rho Fiera Milano dal 24 al 26 novembre.

La manifestazione, che vedrà coinvolte le 17 sedi estere dell’associazione, viene vista come una grande opportunità per le imprese sarde, come ha confermato anche Gian Gavino Perra, direttore della Cdo Sardegna.

In effetti, dal 2004 ad oggi, hanno partecipato al progetto più di 250 ditte isolane, e di queste ben 40 sono state in prima linea lo scorso anno, realizzando più di mille incontri con diverse altre società, buyers ed enti interessati.

Il Matching è una grande piattaforma ideale per favorire e migliorare il business delle piccole, medie e grandi aziende attraverso incontri ed eventi, perfezionando una solida rete tra imprese, istituzioni e professionisti.

Le prime fasi dell’edizione 2014 sono già iniziate.

Quella introduttiva, la Welcome, permette il dialogo tra le ditte affinché possano valorizzare al meglio la loro adesione all’iniziativa.
Gli strumenti a disposizione sono il website, i canali sociali dedicati e il catalogo digitale nel quale raccontare e ascoltare le varie esperienze e quindi individuare le necessità e gli obiettivi di ciascuno.

Il secondo momento è il Training, che permette di accedere a una Piattaforma digitale dedicata per aiutare ogni azienda a farsi conoscere, a comunicare i propri valori e le caratteristiche distintive.

La terza è considerata la fase culminante, come ha dichiarato Marco Arru, responsabile dei servizi Cdo e referente Matching per la Sardegna: “Si chiama Matching Live ed è l’appuntamento che a “Fiera Milano Rho” renderà l’impresa e il suo business davvero protagonisti. Gli ampi spazi espositivi saranno allestiti per offrire un’immagine innovativa, ben organizzata e di facile intuizione. Si potrà dialogare con i leader di mercato, i decision maker e gli stakeholder – aggiunge Arru -. Sarà possibile conoscere e farsi conoscere, e confrontarsi con chi fa il mercato. Si potranno inoltre coinvolgere esperti, esemplificare le medotologie di lavoro, stimolare collaborazioni durevoli e mettere a disposizione proposte, idee e progetti“.

Questa fase cruciale è composta da quindici aree tematiche, e all’interno di ognuna di esse è possibile incontrare leader di settore, imprenditori, manager e professionisti che hanno avuto la capacità di guardare oltre i confini del proprio business e sono riusciti a progettare e realizzare un cambiamento.

Il Live è seguito dal Follow up, con l’entrata, da parte dell’impresa, in una community attiva tutto l’anno, tramite la quale è possibile condividere esperienze e migliorare insieme.

Le imprese interessate a partecipare o a ricevere ulteriori informazioni possono collegarsi ai siti ufficiali di Cdo Sardegna e di Matching.

Vera MORETTI

 

La crisi fa bene al mercato delle auto usate

La crisi del mercato dell’auto non accenna a calare, soprattutto per quanto riguarda le nuove immatricolazioni.

Il Centro Studi Promotor, infatti, ha confermato che, dal 2007 ad oggi, il numero di vetture nuove acquistate nel Belpaese è sceso del 47,7%.

La buona notizia arriva dal mercato dell’usato e del Km0, che, nonostante abbia dovuto fare i conto con una diminuzione delle richieste, ha saputo reggere la crisi con una perdita “solo” del 19%, ma che ora sta risalendo la china in maniera probabilmente definitiva.

La conferma di questo andamento arriva anche dal Centro Studi Continental di Reggio Emilia, secondo il quale il rapporto tra le vendite di auto usate e Km 0 e di veicoli nuovi è quasi del 2 a 1: 184 vetture usate vendute per ogni 100 automobili nuove.

Si tratta sicuramente di un dato sorprendente, che riguarda in particolare le regioni del Sud e delle isole, dove tradizionalmente i redditi sono più bassi rispetto a quelli delle regioni del Nord.
A rafforzare questa tesi, arrivano i dati del Molise, dove sono state vendute ben 462 auto usate per ogni cento vetture nuove.
A seguire, invece, compaiono la Campania, con 428 vetture usate vendute per ogni 100 nuove, la Puglia con 414, la Sicilia con 396, la Basilicata con 373, la Calabria con 352 e la Sardegna con 335.

A conferma di quanto appena sostenuto c’è anche il dato relativo alla Valle D’Aosta, una delle regioni più ricche d’Italia, dove c’è un rapporto di appena 114 auto usate per ogni 100 nuove.

Ma questa situazione ha anche un rovescio della medaglia, che riguarda l’eccesso di domanda. Il fermento che sta caratterizzando il mercato dell’usato non era previsto, o comunque non così tanto, ed ora diventa sempre più difficile accontentare le richieste, spesso relative ai veicoli di successo con chilometraggio compreso tra i 30.000 ed i 70.000 km.

Secondo il Centro Studi Promotor, negli ultimi anni si è assistito ad un generoso aumento delle quotazioni di mercato delle auto usate dotate di alimentazione a gas; infatti, secondo il 54% dei concessionari intervistati, al giorno d’oggi un’auto a metano o a gpl ha un valore di mercato superiore rispetto al corrispondente modello dotato di alimentazione a benzina o a gasolio, mentre il 23% dei rivenditori attribuisce alle auto a gas lo stesso valore di mercato dei medesimi modelli a gasolio e una quotazione leggermente più alta di quelli a benzina. In ultimo, solo il restante 23% dei salonisti ritiene che le auto alimentate a gas abbiano un valore di mercato inferiore rispetto a quelle a gasolio o a benzina.

Vera MORETTI

Sardegna: 1 milione di euro per finanziare l’arte

La Sardegna riceverà 1 milione di euro per restaurare, custodire e tutelare i suoi beni artistici ed architettonici, ma anche per finanziare iniziative e manifestazioni, nonché sponsorizzare progetti culturali.

Tutte queste iniziative contribuiranno alla crescita e allo sviluppo artistico e culturale della regione.

Il finanziamento arriva, secondo quanto detto da Abi, dagli investimenti fatti ogni anno dalle banche sarde per l’arte e la cultura.
Più precisamente, secondo i dati dell’Abi, in tre anni, dal 2011 al 2013, le banche che operano sul territorio sardo hanno investito circa 3 milioni di euro in arte e cultura, con un trend in crescita nonostante la crisi economica in corso.

In particolare, gli investimenti a sostegno dell’editoria rappresentano il 53% della spesa “culturale” complessiva delle banche della regione. Seguono le spese per le arti performative, come cinema, teatro, musica e danza (25%), i progetti educativi e di formazione (13%), i restauri conservativi (5%) e l’organizzazione di mostre (4%).

Tra le manifestazioni culturali sostenute dalle banche, ci sono Tuttestorie e Abbabula, la mostra Gaudì all’Alguer, ma anche il restauro di palazzo Giordano a Sassari.

Vera MORETTI

Ozieri tra i Comuni vistuosi della Sardegna

E’ stato registrato un vero boom di richieste nell’ambito del bando Poic, fondo rotativo che prevede la ridistribuzione alle imprese delle somme restituite nel corso degli anni, promosso dal comune di Ozieri, in provincia di Sassari.
Il progetto, che si presenta con un plafond di 1 milione e 260 mila euro, conta ad oggi 35 domande, per una richiesta totale di 36mila euro.

Il successo dell’iniziativa ha spinto l’amministrazione comunale a chiedere alla regione di destinare ai Comuni virtuosi le risorse non utilizzate da altri Comuni.

Ozieri sembra avere le carte in regola per poter ricevere queste risorse, poiché si è classificata
al quarto posto in Sardegna per progetti di investimento inviati, piazzandosi subito dopo le grandi città sarde.

Sono rimaste indietro, invece, Sassari, Cagliari e Alghero, colpevoli di aver fallito il click day e per le quali la Regione aveva stanziato ulteriori risorse, che ora rischiano di rimanere inutilizzate.
Sta accadendo ad Alghero, dove finora ci sono state solo un paio di domande e a Sassari, dove la quota è pressoché nulla.

Questi dati sono stati diffusi dalla Sfir, la finanziaria regionale incaricata di gestire l’istruttoria delle pratiche, che ha inoltre confermato l’avvio della fase istruttoria per le domande di Ozieri, che prevede una verifica generale e il rispetto dell’ordine cronologico, il che può far pensare che l’accreditamento dei primi fondi potrebbe avvenire entro maggio.

A questo proposito, Carmelo Lostia, assessore alle Attività Produttive, ha dichiarato: “Non possiamo che esprimere soddisfazione per la risposta delle nostre imprese che nonostante la crisi hanno espresso fiducia sul futuro e dimostrato la vitalità del tessuto produttivo locale. Il risultato è ancora più positivo se si considera la presenza di diversi piani start up per la nascita di nuove imprese“.

Le domande presentate per il Poic riguardano attività nel settore artigiano manifatturiero, commercio al dettaglio e servizi di alloggio, ristorazione e somministrazione, che hanno chiesto di beneficiare di finanziamenti a tasso zero fra i 15 e i 50 mila euro da restituire in 5 anni.

La questione delle risorse è sorta nella speranza di riuscire ad accontentare tutte le domande ricevute, per le quali Lostia ha commentato: “Chiediamo alla Regione che il budget di 500 mila euro ottenuto dal Comune di Ozieri venga incrementato con le risorse non utilizzate dagli altri centri per riconoscere lo sforzo fatto da un territorio per aderire al programma regionale e per impedire che la Regione sia costretta a restituire all’Europa ingenti somme“.

Vera MORETTI

L’INT si arricchisce di due nuovi delegati provinciali

A seguito della nomina dei Delegati territoriali per le province di Gorizia e Nuoro con rispettivamente Gaetana Paolillo e Antioca Mula, le Delegazioni provinciali dell’Istituto Nazionale Tributaristi sono ora salite a quota 88.

Ma non è solo il numero ad essere aumentato, ma anche la capacità dell’INT di confrontarsi sul territorio con gli Enti e le Istituzioni pubbliche e con gli iscritti.

A livello regionale si è invece provveduto a nominare la Tributarista Tiziana Pucciarmati quale nuovo Delegato per la Regione Liguria, ed ora in ogni regione italiana è presente ed operativa una Delegazione INT.

A questo proposito, ha dichiarato Riccardo Alemanno, presidente INT: “Dopo avere istituito una Delegazione in ogni regione il nostro obiettivo è di istituire anche in ogni provincia una nostra sede territoriale. In 88 delle attuali 110 province italiane è presente una nostra Delegazione, l’obiettivo ovviamente è quello di riuscire a costituire le Delegazioni mancanti per una completa copertura del territorio, la nostra però è sempre stata una politica dei piccoli ma ben fermi passi con un incremento costante dal 1997 ad oggi, quindi anche per questi obiettivi adotteremo la stessa filosofia operativa. Colgo l’occasione per porgere un sentito ringraziamento personale ai dirigenti territoriali che costituiscono un importante patrimonio ed una importante risorsa per l’attività dell’INT”.

Vera MORETTI

In Sardegna, progetto per incoraggiare le reti d’impresa

Nonostante le aggregazioni in reti d’impresa diano la possibilità, in molti casi, di difendersi contro la crisi e trovare risorse per poter investire in innovazione e tecnologia, e nonostante le imprese che fanno rete siano in continuo aumento, ci sono alcune zone d’Italia dove questo trend è ancora negativo.

Un esempio? La Sardegna, dove sono molto poche le aziende che si aggregano per diventare più competitive.
A comunicare ciò è il nuovo Rapporto di Confartigianato, che certifica come, a metà del 2013, in terra sarda sono stati stipulati solo 18 contratti di rete che hanno coinvolto 87 imprese.
Questi numeri corrispondono al 6,3×1.000 delle attività produttive della regione. Ciò conferma che sono molto poche le aziende che sono ricorse a questi strumenti di collaborazione per affrontare la crisi e andare alla ricerca di nuovi mercati.

Al contrario, la regione più dinamica, quando si tratta di fare impresa, è risultata la Lombardia, con 782 imprese che hanno sottoscritto 198 contratti.
In termini percentuali, è invece la Basilicata il territorio con la maggior propensione (13.9 contratti ogni 1.000 imprese) seguita dall’Emilia Romagna e dalla Toscana con 12,7.
Fanalino di coda non è la Sardegna, ma la Sicilia, con 0,6 contratti ogni 1.000 imprese, contro una media italiana del 6,5×1.000.

Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, ha commentato così questi risultati: “Soprattutto in questo periodo il contratto di rete si conferma un’occasione per rispondere alla difficile congiuntura economica e mantenersi competitivi sul mercato. Le aziende sarde da qualche settimana hanno la possibilità di lavorare e di crescere insieme a quelle del Veneto attraverso uno strumento che le renderà competitive, coniugando territori regionali e mercati internazionali”.

L’opportunità data alle imprese sarde è il “Progetto di Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile” ed interessa oltre 300 imprese sarde e venete, che appartengono ai settori dell’ICT, dell’agroalimentare, dell’edilizia sostenibile, del turismo e della green economy e viene sviluppato da un Organismo Intermedio costituito da Confartigianato Imprese Sardegna, Confindustria Sardegna e Confcooperative Sardegna e dalle omonime Associazioni venete.

Questa importante iniziativa sosterrà tra il 2014-2015, la cooperazione tra le aziende delle due regioni, con l’obiettivo di fornire loro servizi reali e finanziari, formazione, assistenza alla creazione di partnership e reti di impresa. Inoltre verranno messi a disposizione aiuti economici destinati a sostenere progetti integrati di collaborazione, per supportare processi di innovazione che riorganizzino e amplino le filiere, incrementando l’efficienza dei processi produttivi e lo sviluppo commerciale delle stesse.

A questo proposito, ha voluto aggiungere Murgianu: “Le esportazioni e l’innovazione nelle imprese “in rete” sono più elevate: è questo il punto di forza del contratto di rete perché consente ad ogni impresa che ne fa parte di aggregare competenze attraverso un rapporto di collaborazione organizzata, salvaguardando la propria autonomia“.

Vera MORETTI