Le startup padovane si riuniscono a Crazy Lab

Al fine di favorire la nascita di nuove startup e di incoraggiare le imprese imprenditoriali giovanili, è nato a Piove di Sacco, in provincia di Padova, Crazy Lab, incubatore di imprese.

L’idea per questo progetto è nata da Paolo Bordin, e la sua realizzazione è avvenuta grazie ad Elio Zago, che ha messo a disposizione l’immobile, di sua proprietà, che ospiterà i 13 uffici dell’incubatore, compreso un servizio di segreteria unificata, Internet, stampa, assicurazione e consulenze.
Il tutto per un affitto totale di 220 euro al mese.

Così i due “papà” di Crazy Lab hanno illustrato la loro creatura: “L’idea è di dare un’opportunità ai giovani, ma anche a coloro che a una certa età si trovano a doversi reinventare un lavoro, vogliamo creare un habitat favorevole per chiunque abbia voglia di fare. Oltre che start up il Crazy Lab potrà ospitare mostre, convegni, appuntamenti culturali e corsi. Sant’Anna ha conosciuto uno sviluppo urbanistico enorme, ma non ha ancora trovato una sua identità, Crazy Lab potrebbe dare nuova vita al quartiere“.

Le selezioni per le startup che vogliono far parte del progetto andranno avanri fino al prossimo ottobre. Ma già altre iniziative stanno prendendo forma, a cominciare dalla creazione di una rete di partner pubblici e privati, comprese scuole e università.

Vera MORETTI

Quali agevolazioni per le startup?

Sono molte le agevolazioni che riguardano le startup innovative, introdotte dal Decreto Sviluppo Bis.
Si tratta di società di nuova costituzione, società di capitali o cooperative, non quotate, di diritto italiano, ma anche società europee con sede in Italia, che dimostrino di avere alcuni requisiti fondamentali:

  • Recente avvio: attività di impresa da non più di quattro anni.
  • Persone fisiche: con loro maggioranza di quote e diritti di voto, detenuti alla nascita della società e per i successivi due anni.
  • Personale qualificato: pari a un terzo degli occupati, compresi gli amministratori.
  • Ricerca e Sviluppo: investimenti mirati.
  • Innovazione tecnologica: con produzione o commercializzazione di prodotti e servizi.

Una volta costituite, le startup vanno iscritte al Registro delle Imprese nella sezione a loro dedicata. La sede principale degli affari deve essere, ovviamente, l’Italia.

Esistono alcune deroghe che riguardano principalmente le Srl:

  • creazione di categorie di quote dotate di particolari diritti;
  • possibilità di effettuare operazioni sulle proprie quote e di emettere strumenti finanziari partecipativi;
  • offerta al pubblico di quote di capitale.

Dal punto di vista fiscale, sono previste detrazioni Irpef e Ires relative al biennio 2013-2015 per le persone fisiche o giuridiche che investono in start up innovative.
In caso di cessazione attività, non si applicano le procedure concorsuali ordinarie ma quelle relative alle crisi da sovra indebitamento.

Importanti anche gli incubatori certificati, anch’essi fruitori di agevolazioni, e la possibilità di finanziare le nuove imprese attraverso il crowdfunding, ovvero la raccolta di capitali attraverso portali online.

Vera MORETTI

Start&Go, il bando per le startup friulane

Le startup innovative sono al centro di un altro bando, questa volta in Friuli.

Si tratta di Start&Go, promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine e vuole, appunto, favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative.

Il progetto riguarda le startup fondate dopo l’1 gennaio 2011 e quelle che nasceranno entro sei mesi dalla concessione degli aiuti, purché siano disposte a creare una partnership con le aziende operative nel territorio della Regione.

Coloro che si iscriveranno al bando verranno sottoposti ad una selezione, che si baserà sui progetti più innovativi presentati, ma soprattutto relativi a sviluppo di prodotti/servizi/processi/modelli di gestione ad alto potenziale innovativo rispetto a quanto offre il mercato attuale.

Le proposte vincitrici riceveranno, come premio, l’erogazione di alcuni servizi:
incontri con aziende qualificate, pre-incubazione o incubazione fisica e mentoring, accesso a finanziamenti agevolati, servizio di tenuta della contabilità per 2 anni, iscrizione gratuita per due anni a Confindustria Udine e al Gruppo Giovani, pacchetto di avvio in comunicazione e posizionamento sul web, brevetto e marchio, partecipazione al corso “executive education” in management ed imprenditoria.

Vera MORETTI

Startup innovative: l’Italia è in forte ritardo

Le startup innovative sono al centro di numerose agevolazioni, per accedere alle quali le giovani aziende già esistenti potranno iscriversi alla Sezione speciale del Registro delle Imprese anche dopo la scadenza del 17 febbraio.
L’unico requisito inderogabile è che l’impresa richiedente deve essere stata costituita prima del 19 dicembre 2012.

Ad iscrizione fatta, le startup accedono ad agevolazioni fiscali, esenzioni per la costituzione e iscrizione al Registro delle Imprese, deroghe al diritto societario e una disciplina specifica per i rapporti di lavoro.

Per quanto riguarda la stipulazione, da parte di queste imprese, di contratti a tempo determinato, questi dovranno avere una durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi, con la possibilità di essere rinnovati più volte all’interno dei 36 mesi e una sola volta successivamente, per un massimo di altri 12 mesi.
Trascorsi questi 48 mesi complessivi il lavoratore, nel caso in cui continui a lavorare per l’impresa, dovrà essere assunto a tempo indeterminato.

I collaboratori possono essere pagati con stock option e i fornitori di servizi esterni attraverso il work for equity.
Sempre in tema di assunzioni, le startup hanno accesso prioritario alle agevolazioni per le assunzioni di personale altamente qualificato.

Nonostante, però, queste “corsie preferenziali”, l’Italia è ancora molto indietro al riguardo, come è stato riconosciuto anche dallo studio sulle startup ““Presenza ed impatto economico delle Start Up innovative di successo : un confronto internazionale” realizzato da I-Com per conto della Fondazione Lilly e presentato a Roma il 22 gennaio.

La presenza di un ambiente innovativo che promuova la ricerca scientifica ed un tessuto imprenditoriale in grado di trasformarne in business di successo i risultati, è una condizione necessaria per lo sviluppo di un sistema industriale competitivo all’interno delle economie moderne. Tra i Paesi analizzati, l’Italia è quello che fino ad oggi si è dimostrato meno efficace nel creare le condizioni ideali per lo sviluppo di Start Up innovative di successo”.

In particolare, se in molto Paesi è alta la presenza di aziende tra le prime società quotate sui mercati azionari, in Italia è ancora irrilevante, tanto che sono solo quattro, tra le prime 150, le aziende quotate in borsa a Milano, con una incidenza sulla capitalizzazione complessiva pari allo 0,17%, corrispondente a 558 milioni su un totale di 324 miliardi di euro, a fronte di valori superiori riscontrati nelle piazze di Stati Uniti, Germania, Israele, Francia, Corea del Sud e finanche Cile.

Il divario con i Paesi esteri è ampio anche per quanto riguarda l’occupazione, poiché le aziende innovative italiane impiegano 3.537 unità, mentre quelle USA 481.170, in Francia 121.926, in Germania 66.474 e in Cile 13.230.
A causare questo ritardo è, tra le altre cose, una mancanza di provvedimenti per favorire finanziamento pubblico, agevolazioni sugli investimenti in Ricerca e Sviluppo e iniziative territoriali.

Secondo il documento “le deroghe alla normativa societaria e giuslavorista, nonché la riduzione degli oneri per l’avvio dell’impresa, sono misure necessarie ma non sufficienti per consentire all’Italia di allinearsi ai Paesi considerati nello studio”.

Anche i brevetti sono in calo, malgrado l’alto livello raggiunto dalla ricerca scientifica. Solo il 4% delle imprese italiane con meno di 5 anni ha registrato un brevetto contro il 15% di Germania e Spagna, il 16% di Francia, il 29% degli USA e il 36% della Danimarca.

Vera MORETTI

Agevolazioni per le startup che assumono

Le startup innovative rimangono al centro di importanti agevolazioni, anche per quanto riguarda le assunzioni di personale dipendente.

Se viene assunto a tempo indeterminato personale altamente qualificato, ciò determina un credito d’imposta fruibile dalla società o dal datore di lavoro pari al 35% del costo aziendale di tale personale, purché nel limite massimo di 200mila euro annui per impresa.

Le regole previste in questi casi sono, per le startup, ancora più semplificate: il personale altamente qualificato può essere assunto anche attraverso contratti di apprendistato.
Inoltre, tali assunzioni sono esenti dalle regole sui controlli da parte di un revisore contabile.

Per poter usufruire del bonus deve essere redatta un’istanza in forma semplificata secondo le modalità stabilite dal decreto del ministero dello Sviluppo economico.

Il contributo del credito d’imposta consta di 25 milioni di euro nel 2012 e 50 milioni a partire dal 2013, ma le startup hanno ancora una volta diritto ad una corsia preferenziale. Esse, infatti, sono destinatarie in via prioritaria rispetto alle altre imprese del credito d’imposta in oggetto, ferma restando la quota riservata alle imprese che operano in zone colpite dal sisma del maggio 2012.

Vera MORETTI

Dal DL Sviluppo agevolazioni alle startup

Via libera alle startup innovative da parte del Decreto Sviluppo che, fresco di approvazione in Parlamento, ha deciso di agevolare l’accesso, da parte delle startup, agli incentivi per l’assunzione di personale qualificato.

Le semplificazioni che riguardano queste imprese sono rivolte all’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato, fino ad un massimo di 200mila euro annui per ogni azienda richiedente.
Tale sgravio è applicabile anche ai contratti di apprendistato ed è concesso prioritariamente alle startup, ma vi rientrano anche le aziende colpite da sisma nello scorso maggio.

Le procedure burocratiche sono più snelle, grazie alla possibilità di ricorrere ad un’istanza semplificata che va a sostituire la certificazione del revisore dei conti.
Inoltre, l’iter è esente da imposta di bollo e diritti di segreteria in genere dovuti per l’iscrizione al registro delle imprese ed agevolazioni sono previste anche per amministratori, dipendenti o collaboratori remunerati attraverso strumenti finanziari.

E’ stata anche prevista una deroga alla Riforma del Lavoro inerente ai contratti a tempo determinato. Quando si tratta di startup, infatti, i contratti a termine, anche dopo 3 anni, sono prorogabili di un ulteriore anno previo rinnovo presso la Direzione provinciale del Lavoro e non viene richiesta la pausa obbligatoria tra un contratto e l’altro.

Ovviamente, tali benefici hanno valore solo fino a quando si rientra nella denominazione di startup innovativa, dopodiché decadono. Ciò avviene dopo quattro anni nel caso di nuove imprese e in tempi più limitati nel caso delle imprese già esistenti al momento dell’entrata in vigore della legge.

In questo secondo caso, perciò, l’impresa deve tener conto delle scadenze di:

  • quattro anni se era stata costituita entro i due anni precedenti dall’entrata in vigore della legge,
  • tre anni (quindi non può fare eventuali rinnovi oltre i 36 mesi) se era stata costituita entro i tre anni precedenti,
  • due anni se era stata costituita nei quattro anni precedenti.

I contratti di lavoro delle start up applicano i minimi tabellari previsti dai CCNL del settore di riferimento, a cui possono aggiungere una parte variabile collegata alla produttività ai risultati.
I contratti nazionali, e anche la contrattazione di secondo livello, possono prevedere minimi tabellari specifici per le start up, criteri di definizione per la parte variabile, regole particolari per la gestione del rapporto di lavoro.

Questa parte è rimasta invariata rispetto al Dl del Governo e prevede:

  • estensione di 12 mesi della possibilità di ripianare le perdite che superano un terzo del capitale, posticipata al secondo esercizio successivo,
  • deroghe al codice civile in materia di categorie di quote societarie delle srl: possono essere previsti diritti partecipativi differenti, quote senza diritto di voto o con diritto di voto non proporzionale,
  • le quote delle start up innovative in forma di Srl possono essere oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari.

Anche la sezione dedicata a chi investe in una startup innovativa è rimasta invariata:

  • dal 2013 al 2015 detrazione Irpef del 19% sulle somme investite in start up innovative, l’investimento massimo detraibile è di 500mila euro per periodo d’imposta e deve essere mantenuto per almeno due anni;
  • dal 2013 al 2015, se l’investitore è una società, non concorre alla formazione del reddito d’impresa il 20% della somma investita, investimento massimo, 1,8 milioni di euro per periodo d’imposta, da tenere per almeno due anni, l’agevolazione non si applica alle società di gestione del risparmio;
  • sconti più alti per investimenti in start up a vocazione sociale e per quelle ad alto valore tecnologico del settore energetico.

Parte importante è data dal crowdfunding attraverso portali online. A questo proposito, sono state redatte le regole per la gestione delle piattaforme online per la raccolta di capitali, riservata a imprese di investimento e banche autorizzate con specifici requisiti, e le modalità di raccolta.

Preso atto che la startup è una “società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione“, per essere considerata tale deve avere alcuni fondamentali requisiti:

  • I soci, persone fisiche, detengono al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi, la maggioranza delle quote o azioni
  • L’attività non deve essere stata avviata da più di quattro anni.
  • L’impresa deve avere sede in Italia.
  • Il valore della produzione annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro a partire dal secondo anno di attività.
  • L’azienda non deve distribuire utili.
  • L’oggetto prevalente deve rientrare tra: sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
  • Non deve essere costituita da fusione, scissione societaria, cessione di azienda o di ramo di azienda.

Inoltre, è indispensabile che l’impresa possieda almeno uno dei seguenti requisiti:

  • Spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione.
  • Almeno un terzo della forza lavoro complessiva formata da personale con dottorato di ricerca o in possesso di laurea con almeno tre anni di ricerca certificata in Italia o all’estero.
  • Impresa titolare, licenziataria o anche depositaria di almeno una privativa industriale relativa a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa.

Le spese ammesse sono:

  • relative allo sviluppo pre-competitivo e competitivo, come sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan,
  • servizi di incubazione forniti da incubatori certificati,
  • costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori,
  • spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso.

Sono invece escluse le spese per l’acquisto di immobili e per l’affitto.

Le stesse norme sono previste per le startup sociali, che si occupano di assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza socio-sanitaria, educazione, istruzione e formazione, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, valorizzazione del patrimonio culturale, turismo sociale, formazione universitaria e post-universitaria, ricerca ed erogazione di servizi culturali, formazione extra-scolastica, servizi strumentali alle imprese sociali resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

Inoltre, sono previste agevolazioni anche per l’incubatore di start-up innovative certificato, definito come una società di capitali che “offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative“.

Vera MORETTI