Tutti i bonus edilizi: superbonus, ecobonus, bonus sicurezza e ristrutturazioni

Negli ultimi mesi si sono susseguite le norme riguardanti i bonus edilizi e nonostante molti ritengano che il Superbonus non esista più in realtà non è così, ecco quali agevolazioni fiscali si possono ottenere per le ristrutturazioni edilizie.

Superbonus: è ancora in vigore anche se con cambiamenti

Per realizzare lavori edilizi ci sono ancora numerose opportunità, infatti il Superbonus non ha cessato di esistere, semplicemente sono cambiate alcune condizioni per poterne usufruire.

Resta la possibilità di accedere a detrazioni fino al 90% degli importi, non si potrà optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura, ma resta la possibilità di detrazione dalla imposte per un periodo massimo di 10 anni. Per ottenere il 90% è necessario che dai lavori derivi il recupero di almeno due classi energetiche e che siano eseguiti i lavori trainanti.

Ricordiamo che il Superbonus può essere un buon aiuto per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva case Green.

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Ecobonus: ecco quanto si può ottenere con i bonus edilizi

Nel caso in cui dai lavori di ristrutturazione non dovesse derivare il recupero di due classi energetiche vi sono comunque altre possibilità da sfruttare i bonus edilizi sebbene con agevolazioni ridotte. La prima detrazione fruibile è l’Ecobonus. In questo caso in base alla tipologia di lavoro la percentuale di detrazione da sfruttare varia dal 65% al 50%. Anche in questo caso i lavori devono essere finalizzati all’efficientamento energetico.

Ad esempio per la realizzazione del cappotto termico si può ottenere una detrazione del 65%. Per la sostituzione degli infissi con modelli che assicurino un maggiore isolamento termico e per l’installazione di una pompa di calore si può ottenere il 50%. Trattandosi di lavori che devono avere la finalità di migliorare le prestazioni energetiche, entro 90 giorni dal completamento degli stessi deve essere inviata la comunicazione all’Enea. La trasmissione dei documenti avviene online e deve contenere l’asseverazione di un tecnico abilitato che deve certificare i lavori eseguiti.

Bonus sicurezza e bonus ristrutturazioni: differenze

Chi vuole semplicemente aumentare la sicurezza del proprio edificio, può invece optare per il Bonus Sicurezza. Si applica per la sostituzione degli infissi con modelli con vetro antisfondamento, installazione di portoni blindati, sistemi di videosorveglianza, allarme, grate di sicurezza e tutto ciò che può servire a diminuire il rischio di intrusioni. In questo caso la detrazione massima è al 50% con tetto massimo di spesa di 90.000 euro. La detrazione si può ottenere in 10 rate costanti di uguale importo.

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Infine, resta la possibilità di avvalersi delle detrazioni fiscali con il Bonus ristrutturazioni. In questo caso non vi sono vincoli inerenti i lavori da eseguire, insomma non devono essere finalizzati a migliorare le prestazioni termiche o la sicurezza. Il limite massimo di spesa che può fruire delle detrazioni fiscali è di 96.000 euro, mentre la detrazione è al 50% sempre fruibile in 10 anni.

Superbonus: Banche e Poste Italiane riaprono alla cessione del credito

Il Superbonus sta mettendo in difficoltà numerose famiglie, non solo per le nuove misure ma anche per i crediti incagliati che stanno mettendo a rischio molti proprietari.

Cessione del credito: al lavoro per sbloccare i crediti incagliati

Il Superbonus ha avuto un percorso molto travagliato, infatti dopo i primi mesi, iniziano a venire i nodi al pettine. Le imprese hanno ormai terminato la capienza fiscale, quindi le uniche possibilità per i proprietari che hanno maturato dei crediti, e a loro volta non hanno capienza, è la cessione del credito a banche e intermediari finanziari.

Questi secondo le stime avrebbero ancora capienza fiscale, ma l’aumento delle responsabilità in caso di truffe con i lavori sul Superbonus hanno di fatto reso la strada in salita e già dalla scorsa estate, oltre ad aver reso le condizioni poco convenienti, hanno iniziato a chiudere all’ipotesi di acquisto dei crediti derivanti dal Superbonus. Ciò ha messo in difficoltà le famiglie che avevano già iniziato i lavori e che si sono ritrovate a dover anticipare i soldi per sbloccare i cantieri contraendo anche debiti, oppure hanno cantieri aperti e in molti casi sono fuori casa.

Le ultime misure del Superbonus

Il Governo ha quindi deciso con il decreto Aiuti Quater di ridurre le percentuali di credito d’imposta che si possono maturare e con il decreto Cessioni del 16 febbraio ha bloccato le nuove cessioni, anche se si sta lavorando ad alcune ipotesi residue. Di conseguenza ora i proprietari potranno fare affidamento solo sulla propria capienza fiscale. Resta però il problema per chi in passato aveva fatto affidamento sulla cessione del credito e ora si ritrova crediti deteriorati. Per queste persone il governo sta lavorando a diverse ipotesi.

Banche e Poste italiane riaprono l’acquisto dei crediti del Superbonus

Il Ministro Giorgetti ha però dichiarato che già nei prossimi giorni saranno riaperte le piattaforme per la cessione del credito di Poste Italiane e di alcune banche. Questo vuol dire che le famiglie più veloci a sfruttare tale opportunità potranno cedere i loro crediti.

A sciogliere questo importante nodo sono state le trattative poste in essere con banche, assicurazioni e Poste Italiane dal Governo. Si ricorda che attualmente sono incagliati circa 20 miliardi di euro di crediti e secondo le dichiarazioni presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato (Fdi) a breve si opterà per il riconoscimento della possibilità di utilizzare i crediti con il modello F24.

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Superbonus e cessione del credito: cosa succede il 31 marzo 2023?

Per i contribuenti che hanno iniziato i lavori con il Superbonus 110%, il 31 marzo 2023 è una data importantissima, infatti coloro che non sono riusciti a cedere il loro credito entro tale data, potranno avvalersi solo delle detrazioni fiscali. Molti contribuenti sono però incapienti, le perdite potrebbero essere ingenti.

Dal 31 marzo 2023 stop alla cessione del credito per il Superbonus

Il Superbonus 110% è stato un provvedimento che ha permesso ai proprietari di effettuare ristrutturazioni volte all’efficientamento energetico potendo godere di importanti benefici fiscali che potevano coprire fino al 110% della spesa prevista. Purtroppo il Superbonus ha creato un buco nelle Casse dello Stato e di conseguenza c’è stato un importante stop dal mese di febbraio 2023. Gli effetti si stanno vedendo man mano e tra le date che è bene segnare c’è il 31 marzo 2023, da questa data infatti non sarà più possibile cedere il credito. Tale norma vale non solo per il Superbonus, ma anche per gli altri lavori in edilizia che avevano usufruito di questa modalità di agevolazione fiscale.

Di conseguenza coloro che hanno eseguito i lavori, da tale data non potranno effettuare la cessione, dovranno pagare i lavori effettuati e in seguito ottenere le detrazioni fiscali sulle proprie imposte. Naturalmente chi ha effettuato lavori di una certa entità potrebbe non riuscire a coprire con le proprie imposte le somme a cui si avrebbe diritto. In base ai calcoli effettuati dal Corriere della Sera, le detrazioni medie avrebbero un costo di circa 114 mila euro, questo implica che i contribuenti per riuscire a sfruttarle dovrebbero avere un reddito annuo di circa 80.000 euro, somma che non molti italiani guadagnano.

Proprietari indebitati a rischio

A ciò deve aggiungersi che molte famiglie, al fine di riuscire a raggiungere il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, obiettivo necessario per non perdere le agevolazioni già riconosciute, hanno anticipato i soldi per i lavori, anche stipulando prestiti e mutui e quindi sono molti oggi a essere indebitati, con il rischio di non riuscire a cedere il credito, lavori non terminati, impalcature ancora installate e con l’elevata probabilità di non ottenere neanche sufficienti detrazioni fiscali. Proprio per questo motivo iniziano a sollevarsi le proteste che accomunano non solo i proprietari, tra cui molti anche in condominio, ma anche i costruttori che in molti casi rischiano il fallimento a causa della sovraesposizione economica e cantieri aperti difficili da terminare. Insomma una situazione difficile da gestire.

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Superbonus: per incapienti, Onlus e Iacp potrebbero esservi deroghe

Cessione del credito Superbonus: Ruffini, le banche hanno ancora capienza

Superbonus: per incapienti, Onlus e Iacp potrebbero esservi deroghe

Le settimane scorse hanno visto notevoli cambiamenti in merito al Superbonus a causa dello stop alla cessione del credito, ora iniziano ad aprirsi degli spiragli, ma solo per alcune categorie di soggetti. Ecco le deroghe che sta valutando il Governo.

Superbonus: allo studio del Governo possibili deroghe allo stop

Lo stop alla cessione del credito è arrivato il 17 febbraio 2023, ora coloro che vogliono effettuare lavori edili e vogliono usufruire delle agevolazioni fiscali per Superbonus, ristrutturazioni, sisma bonus, bonus facciate e altri bonus edilizi, possono scontare i crediti maturati (secondo le nuove percentuali) solo attraverso i loro debiti fiscali. Naturalmente ci sono state molte polemiche perché tale sistema esclude dalla possibilità di ottenere le agevolazioni tutti coloro che hanno redditi bassi e quindi una capienza fiscale ridotta.

D’altro canto il ministro Giorgetti ha sottolineato che il debito pubblico italiano con il Superbonus è fuori controllo, di conseguenza non si può continuare a elargire un eccesso di bonus fiscali, ha paragonato il Superbonus a una vera droga. Il Governo ha però promesso che avrebbe pensato ai crediti incagliati e le dichiarazioni di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, vanno nella direzione di spronare le banche a utilizzare i loro debiti fiscali per la cessione dei crediti.

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Incapienti, Onlus, Sisma bonus, le possibili deroghe allo stop alla cessione del credito per lavori edilizi

Il Governo attualmente è però a lavoro anche per qualche piccola deroga al divieto di nuove cessioni e queste andrebbero in favore esclusivamente delle categorie deboli. Tra le ipotesi allo studio vi è quella di consentire la cessione a incapienti, non è però stato ancora definito cosa si intende per incapienti e quindi quali limiti di reddito potrebbero essere inseriti.

Un’altra ipotesi allo studio è quella di prorogare ulteriormente il termine per l’accesso al Superbonus con cessione del credito per gli Istituti autonomi case popolari (Iacp). Questi attualmente possono usufruire del beneficio fiscale fino 31 dicembre 2023, ma nel caso in cui risultino eseguiti entro il 30 giugno dello stesso anno almeno il 60% dei lavori.

Sembra, infine, che sia allo studio una proroga per le Onlus e per il sisma bonus che prevede agevolazioni fiscali fino all’85% dei lavori nel caso in cui questi siano in grado di assicurare la riduzione del rischio sismico.

Superbonus, si punta alla compensazione dei crediti

Il superbonus è la misura che in questo momento sta creando maggiore polemica e paura per molte imprese che combattono con i crediti, cosa fare adesso?

Superbonus, lo stop del Governo

Lo stop del Governo alla crisi dell’industria edile creata dal superbonus era inevitabile. Infatti il governo ha bloccato le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura, creando non poco malcontento tra gli esperti del settore. Tuttavia servono delle probabili soluzioni per evitare ulteriori danni alle imprese. La scelta più plausibile è la compensazione dei crediti, attraverso il modello F24. Tuttavia questa misura potrebbe entrare in vigore con qualche slittamento rispetto alla data del 17 febbraio 2022.

I crediti incagliati sono circa 19.9 miliardi, di cui 12 miliardi per il superbonus e 7 miliardi tra bonus facciate e sismabonus. La cartolarizzazione o l’intervento della Cassa depositi e prestiti sono delle scelte più lunghe che magari possono essere utilizzate per una parte restanti dei crediti residui. Adesso serve agire subito per evitare il fallimento di molte imprese che operano nel settore dell’edilizia e la relativa perdita di posti di lavoro.

Altre soluzioni tra Confindustria e Banca d’Italia

A seguito dei continui confronti tra il Governo e le parti sociali in merito ai crediti arrivano anche altre soluzioni. Ad esempio Confindustria sembra essere disponibile ad acquistare, dalle aziende, parte dei crediti maturati. Le banche invece ritengono che la detrazione con l’utilizzo del modello F24 sia la soluzione più veloce da applicare per uscire dallo stallo. Ad esempio l’Abi propone lo scudo penale agli istituti di credito.

Le banche potrebbero acquistare i crediti incagliati dei bonus edilizi in modo da far completare i lavori a chi ha presentato la Cila prima dell’entrata in vigore del provvedimento che fermo gli sconti in fattura. Gli istituti di credito, Poste italiane, assicurazioni e cassa depositi e prestiti avranno una protezione dai sequestri della magistratura anche per quei crediti che risultano oggetto di frode, ma che hanno acquistato in “buona fede“.

Sul tema si è espressa anche la Banca d’Italia che valuta positivamente l’impatto dei bonus in termini di valore aggiunto nell’occupazione, ma gli oneri per il bilancio pubblico sono pesanti e crescenti nell’ultimo biennio. Non resta che aspettare le decisioni prese dal tavolo tecnico a cui sono stati invitati: Abi, Cdp, Sace, Agenzia delle Entrate. Presenti anche le associazioni di categoria che hanno già partecipato all’incontro a Palazzo Chigi (Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confassociazioni). Tuttavia la parola finale spetterà comunque al prossimo Consiglio dei Ministri.

 

Superbonus e crediti incagliati: cosa succede ora?

Il Superbonus mette in apprensione molti italiani, soprattutto coloro che hanno già iniziato i lavori e rischiano di dover pagare di propria tasca gli interventi, sebbene avessero fatto affidamento sulla misura introdotta dal Governo Conte e voluta dal M5S. Da quanto emerso ieri c’è però la volontà di uscire dall’empasse e risolvere il problema dei crediti incagliati. Ecco le ipotesi allo studio.

Superbonus: i numeri della legge che consentiva di ristrutturare gratis

Con il decreto 11 del 16 febbraio 2023 il Governo ha provveduto a bloccare la cessione del credito e dello sconto in fattura per le operazioni per le quali entro il 16 febbraio 2023 non sia intervenuta la Cila (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) e per i lavori in condominio anche la delibera di assemblea.

Lo stop dello sconto in fattura non riguarda solo il Superbonus, ma anche tutti i bonus edilizi in vigore che potranno però continuare ad ottenere le agevolazioni con lo sconto Irpef a rate.

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Nelle ultime ore sono in forte apprensione i proprietari di case e le imprese edili, le seconde mettono in rilievo soprattutto la necessità di dover licenziare migliaia di lavoratori e il rischio di fallimento per circa 25.000 imprese del settore edile. La perdita dei posti di lavoro ammonterebbe a circa 100.000 unità. In questo momento vi è la certezza dello stop alla cessione dei crediti futuri. Molta apprensione vi è invece per la sorte di quelli che già sono esistenti, si parla di circa 15 miliardi di crediti incagliati. L’obiettivo dello stop alla cessione dei crediti futuri è proprio quello di favorire lo “smaltimento” di quelli pre-esistenti.

I proprietari invece scontano il blocco della cessione dei crediti maturati. Resta che, in base a quanto dichiarato dal Governo, il Superbonus avrebbe generato 9 miliardi di debito pubblico che pesa per circa 2.000 euro su ogni italiano, compresi i neonati. Il totale del debito pubblico italiano ammonta invece a 2.700 miliardi di euro.

Crediti incagliati: cartolarizzazione o uso del modello F24

Per aiutare tutte le parti a superare il problema, nella giornata del 20 febbraio 2023 vi è stato un incontro tra il Governo, l’ABI (Associazione bancari) e i costruttori dell’Ance, Cassa Depositi e Prestiti, Sace (Servizi Assicurativi e Creditizi per le Imprese). L’obiettivo è evitare il completo blocco anche dei cantieri già avviati e tra le soluzioni che sembrano essere maggiormente apprezzate e condivise tra le parti l’ipotesi dell’utilizzo del modello F24 per “scontare” i crediti vantati.

Tra le ipotesi allo studio vi è un intervento di Cassa Depositi e Prestiti, partecipata dallo Stato, che dovrebbe intervenire con una cartolarizzazione dei crediti, a questa ipoetesi sta lavorando soprattutto Forza Italia con l’aiuto del Mef ( Ministero dell’Economia e delle Finanze). La stessa ipotesi sembra però residuale.

L’intervento di Sace invece sembra confermare l’ipotesi di un aumento delle garanzie pubbliche sui crediti incagliati.

Resta infine l’ipotesi più plausibile, cioè utilizzare i crediti incagliati con il modello F24. Si tratta del modello utilizzato per il pagamento della maggior parte dei tributi e di conseguenza i crediti maturati potrebbero essere usati in compensazionee quindi smaltiti in questo modo.

 

Superbonus, arriva lo stop alla cessione del credito e sconto in fattura

Il superbonus cambia ancora il suo percorso ed adesso arriva lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fatture, ecco tutte le novità.

Superbonus, arriva un’ulteriore stretta

Il superbonus non ha proprio pace. Del resto il Governo aveva ampiamente fatto capire che avrebbe fatto di tutto per cedere i soldi alle famiglie e alle imprese. E così arriva lo stop in fattura e alla cessione del credito per tutti i bonus edilizi. Un meccanismo che permette al privato di trasformare la detrazione dalle tasse del bonus (spalmabile in un arco di tempo) in uno sconto sulla fattura pari alla detrazione o nella totale gratuità dei lavori quando il bonus supera il 100%.

Lo stop arriva, oltre al superbonus, anche il bonus facciate, ristrutturazione, ecobonus, sismabonus e barriere architettoniche. La stretta di applicherà a partire da tutti i nuovi cantieri. Dal nuovo provvedimento restano escluse tutti coloro che stanno già ultimando i lavori o in corso d’opera. Rimangono anche escluse le costruzioni unifamiliari e i condomini che, pur non avendo ancora avviato i lavori, hanno già presentato la Dichiarazione di inizio lavori. Nel caso dei condomini occorre anche la delibera dei condomini entro le scadenze.

Cosa resta da fare?

A questo punto resta solo la possibilità di effettuare la detrazione d’imposta del costo delle spese sostenute. La detrazione può essere effettuata solo quindi con la Dichiarazione dei redditi. Fino al 31 dicembre 2024 il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione del 50% è di 96 mila euro per ciascuna unità immobiliare. Questo limite è annuale e riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate.

La detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi. E’ sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile. Inoltre tra gli obblighi connessi, per monitorare e valutare il risparmio energetico c’è quello di dare comunicazione all’Enea entro 9 giorni dalla data di fine lavori.

Le reazioni politiche sulla stretta

Per il ministro Giorgetti la misura è necessaria per riparare ai danni creati dal superbonus. L’obiettivo quindi è mettere al sicuro i conti dello Stato. Anche se invece i costruttori e gli operatori del settore dichiarano che la restrizione non sia altro che un grave provvedimento. Ad oggi i crediti non scontati ammontano a 15 milioni di euro. E sono 25 mila le imprese che potrebbero fallire con 90 mila cantieri in tutta Italia. Tutte le associazioni sono state convocata al Governo per cercare di trovare una valida soluzione. Bocciata anche la possibilità che i crediti vengano comprati dalla pubblica amministrazione, anche se già erano state annunciate da alcune Regioni.

Bonus mobili: ultimi giorni per avere l’importo pieno. Le novità da gennaio 2023

C’è tempo fino al 31 dicembre 2022 per fruire del bonus mobili di 10.000 euro, da gennaio 2023 tutto cambia. Gli importi saranno ridotti e saranno riconosciuti solo a fronte di lavori recenti.

Cos’è il bonus mobili e chi può usufruirne?

Il bonus mobili è un incentivo che consente di avere il riconoscimento in detrazione di imposta dell’ammontare speso per l’acquisto di arredamento. La detrazione al 50% viene riconosciuta per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione per il quale sia stato usufruito anche il bonus ristrutturazioni ( 50% o 65% in caso di efficientamento energetico, oppure superbonus 110%). La detrazione non può essere fruita in caso di interventi di manutenzione ordinaria come tinteggiatura, sostituzione dei pavimenti.

Per gli elettrodomestici il beneficio si ottiene anche in base alla classe energetica, infatti la lavatrice, la lavastoviglie e l’asciugatrice devono essere almeno in classe E, per i forni è richiesta la classe A, per frigoriferi e congelatori è richiesta almeno la classe F. La detrazione matura per gli aventi diritto in quote di pari importo divise in 10 rate annuali. Le somme saranno quindi riconosciute attraverso lo sconto di imposta Irpef e se la stessa è già stata versata dal sostituto di imposta viene restituita in seguito alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Bonus mobili 2023: ecco cosa cambia

Il bonus mobili, come detto, può essere utilizzato solo a fronte di un intervento di ristrutturazione edilizia. Fino al 31 dicembre 2022 è possibile fruire di un plafond di spesa detraibile di 10.000 euro a fronte di interventi di recupero del patrimonio edilizio effettuati dal primo gennaio 2021.

Dal primo gennaio 2023 ci sono però delle novità, infatti il plafond detraibile passa da 10.000 euro a 5.000 euro. Non essendovi novità nella legge di bilancio in merito al plafond è molto probabile che non ci siano nuove proroghe del raddoppio, inoltre è difficile che la misura possa essere inserita nel mille proroghe a cui il governo già sta lavorando.

Non è questa però l’unica novità che partirà dal 1° gennaio 2023, infatti potrà essere fruito solo a fonte di interventi per il recupero edilizio iniziati a partire dal primo gennaio 2022. Lo stesso importo di 5.000 euro dovrebbe essere riconosciuto anchenel 2024 per lavori effettuati dal primo gennaio 2023. Non è previsto il bonus mobili per il 2025.

Ricordiamo che nel caso in cui i lavori abbiano interessato solo parti comuni nei condomini e nonabbiano riguardato singoli appartamenti, il bonus mobili spetta ai condomini solo per l’allestimento dell’appartamento del custode o per l’arredamento di guardiole.

Infine, è bene sottolineare che è possibile usufruire del bonus mobili solo a fronte di spese dimostrabili attraverso sistemi di pagamento tracciabili.

Crediti incagliati Superbonus 110%: arriva l’operazione di Banca Intesa

Buone notizie per chi ha dei crediti incagliati con il Superbonus 110%, mentre la partita della proroga per la presentazione della Cilas è ancora aperta, in quanto gli emendamenti presentati ancora non sono caduti, il gruppo Intesa San Paolo ha reso noto che sono stati sbloccati 1,3 miliardi di euro di crediti di imposta, la più grande operazione finora compiuta in questo settore e che permetterà a molti proprietari di casa restati bloccati di ripartire con i lavori.

Perché ci sono crediti incagliati per il Superbonus?

Per capire l’importanza di questa operazione è bene fare una piccola premessa. Il Superbonus prevede la possibilità di riscattare gli importi dei lavoro eseguiti tramite crediti di imposta, cioè compensazione con le tasse da versare. Per evitare i problemi legati all’incapienza fiscale dei proprietari (cioè le tasse non bastano a coprire gli importi dei lavori), la normativa prevede la possibilità di cessione dei crediti a imprese, fornitori e infine banche (queste a loro volta possono cedere i crediti).

Di fatto imprese e fornitori già dopo poco dall’introduzione hanno esaurito la loro capienza fiscale e di conseguenza sono rimaste le banche che, da un lato hanno quasi esaurito la loro capienza fiscale e dall’altro hanno dovuto far fronte alle tante modifiche legislative e soprattutto all’introduzione di nuove responsabilità inerenti le “truffe” che purtroppo nel settore abbondano. L’insieme di questi fattori, semplicisticamente spiegati, ha portato alla nascita dei crediti incagliati e molti cantieri già avviati ormai bloccati.

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I dettagli dell’operazione Banca Intesa San Paolo per i crediti incagliati

Il comunicato di  Banca Intesa naturalmente non svela tutti i dettagli della importante operazione, ma di fatto rende noto ciò che più interessa ai proprietari che hanno crediti Superbonus incagliati. La banca Intesa San Paolo ha provveduto alla cessione dei crediti per 1,3 miliardi di euro a Ludoil Energy, impresa impegnata nel settore dell’energia, infrastrutture ed economia circolare.

La cessione riguarda esclusivamente i crediti di imposta acquistati dalle banche dal mese di maggio 2022 e aventi il codice univoco rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Questa cessione riapre il mercato dei crediti e quindi consentirà alle imprese di ampliare la loro capacità fiscale, di fatto è come se liberasse risorse pari a 1,3 miliardi di euro. Intesa San Paolo ha sottolineato che nello sblocco dei crediti incagliati darà la priorità ai propri clienti.

Sappiamo bene che il Governo ha già dichiarato che in merito al Superbonus l’obiettivo principale non è tanto prorogare i termini per la presentazione della Cilas da parte dei condomini, quanto far fronte alle difficoltà che stanno affrontando imprese con i lavori bloccati a causa dei crediti incagliati e questa operazione va proprio in tale direzione. L’obiettivo è anche evitare che i crediti fiscali siano considerati debito pubblico con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per il Paese. Deve però essere ricordato che, nonostante questa cessione rappresenti una boccata d’aria, il mercato è comunque saturo perché le banche sono al limite della capienza dei crediti fiscali.

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Superbonus, possibile proroga Cila al 31 dicembre

Il Superbonus continua a essere uno dei temi caldi per tutte le parti coinvolte. Tra queste la proroga alla presentazione della Cila, ma ecco i dettagli.

Superbonus, tema caldo della manovra

Il Superbonus continua ad essere uno dei maggiori problemi di questo Governo. L’agevolazione fiscale è disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), ma fin dalla sua approvazione ha destato vari problemi. La Premier Meloni ha firmato una legge di bilancio che non piace a molte parti sociali. Ma punta ad andare avanti, e a rispondere a più di tre mila emendamenti e modifiche richieste. Un lungo lavoro che vede nel mirino la norma sul Pos, il tetto al contante, le pensioni, la flat tax e appunto il Superbonus.

In merito a quest’ultimo tema, si vuole prorogare la data scadenza del 25 novembre al 31 dicembre per la presentazione della Cila di inizio lavori. In altre parole prolungare di un mese questo adempimento, per permettere a più persone di godere ancora del 110%, piuttosto del 90% previsto già dal prossimo anno. Si ricorda che la CILA è la comunicazione di Inizio Lavori Asseverata, un titolo abilitativo necessario per ristrutturare un edificio con interventi di manutenzione straordinaria. In realtà la Cila relativa ai superbonus viene chiamata CILAS, ma di base è la stessa cosa.

Superbonus, la proroga richiesta da Forza Italia

Proroga del Superbonus sostenuta da Forza Italia. Forza Italia è, come sempre” al fianco di famiglie e imprese e “per questo siamo già al lavoro per mettere a punto una soluzione di buon senso” sul superbonus “che vada incontro alle esigenze dei cittadini e degli operatori di questo comparto strategico, in primo luogo sbloccando i crediti fiscali e, al contempo, prorogando il termine al 31 dicembre. Così Alessandro Cattaneo, presidente dei deputati di Forza Italia, dopo un incontro con una rappresentanza di imprenditori del mondo edile. In particolare sono state illustrati i dati sulle famiglie degli imprenditori edili. Occorre una mediazione per portare al termine le pratiche in essere e dare solidità alla “Casa” che poi è il bene più importante per una famiglia.

L’emendamento sulla cessione dei crediti

Sempre dalla stessa forza politica arriva un emendamento per sbloccare la cessione dei crediti. Prevede che i crediti siano da considerare come “Attributi al fornitore che applica lo sconto sul corrispettivo e ai cessionari a titolo originario ed indipendentemente dalla spettanza della detrazione di imposta a favore del relativo beneficiario. I crediti devono essere considerati come esistenti, pertanto spettanti e compensabili da parte del fornitore e del cessionario. Mentre la norma separerebbe il credito d’imposta dalla detrazione, quindi considerandoli come due fattori distinti.