Superbonus, arriva l’indennizzo per questi contribuenti

Sappiamo che dal primo gennaio 2023 coloro che effettuano lavori lavori edili sfruttando le agevolazioni fiscali previste per il Superbonus, non possono più ottenere il 110%, previsto inizialmente, ma il 90%. Per alcuni contribuenti vi è però un’importante novità, infatti possono ottenere un indennizzo pari alla differenza tra quanto avrebbero ricevuto con il Superbonus 110% e quanto possono ricevere con il Superbonus al 90%. ecco chi può avere questo vantaggio.

Chi può richiedere l’indennizzo Superbonus?

Il decreto 31 luglio 2023 del ministero dell’Economia, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 198 del 25 agosto 2023, ha previsto l’erogazione di un contributo in favore dei contribuenti che abbiano sostenuto spese per gli interventi, di cui all’art. 119, comma 8-bis, primo e terzo periodo, nel periodo compreso tra l’1/1/2023 e il 31/10/2023. Si deve avere come punto di riferimento la data in cui risultano effettuati i bonifici.

Il fondo previsto per l’erogazione di tale contributo è di 20 milioni di euro e l’indennizzo non può avere misura superiore al 10% delle spese ammesse all’agevolazione.

Affinché si possa ottenere questo aiuto sono però previste delle condizioni:

  • il richiedente deve avere un reddito non superiore a 15.000 euro;
  • deve essere titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare oggetto dell’intervento o sull’unità immobiliare parte del condominio sul quale sono stati eseguiti i lavori;
  • l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale.

Quando si potrà chiedere l’indennizzo Superbonus?

Attualmente la norma ancora non è attiva, infatti è necessario attendere che l’Agenzia delle Entrate provveda all’emanazione di un provvedimento in cui dovranno essere individuate le modalità di compilazione delle istanze.

Il provvedimento, in base a quanto previsto dal decreto del 31 luglio, pubblicato in Gazzetta il 25 agosto, dovrà arrivare entro il 24 ottobre 2023. L’Agenzia potrebbe anche abbreviare i termini.

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I paletti al Superbonus 90%, reddito e abitazione principale

Il Superbonus continua a creare confusione, si è detto che è possibile usufruire della detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2023 per coloro che al 30 settembre 2022 avevano realizzato il 30% dei lavori, per tutti gli altri sarà possibile usufruire per i lavori eseguiti nel 2023 del Superbonus al 90%. Per i lavori del 2024 la percentuale della detrazione fiscale scende al 70%. Quali sono però gli altri paletti al Superbonus?

I paletti del Superbonus 90%

Quando con il decreto Rilancio si è provveduto all’introduzione del Superbonus 110% i limiti erano davvero pochi, si poteva ottenere cessione del credito e sconto in fattura, era possibile ottenere i benefici fiscali per la prima casa e per qualunque altro immobile, inoltre non c’erano limiti di reddito. Bastava recuperare due classi energetiche per avvalersi dei benefici fiscali su lavori trainanti e trainati. Con il tempo le cose sono cambiate. Ecco quindi i paletti al Superbonus 90%.

Si può ottenere la detrazione fiscale al 90% solo per i lavori di efficientamento energetico sull’abitazione principale. Su questo punto occorre però precisare che l’Agenzia delle Entrate con la risposta a Interpello 377 del 10 luglio 2023 ha precisato, in riferimento a un immobile demolito e poi ricostruito che il requisito della dimora abituale deve sussistere al momento del termine dei lavori o entro il 31 dicembre 2023.

I limiti di reddito per poter usufruire del Superbonus 90%

Paletti al Superbonus sono previsti anche per quanto riguarda il reddito, infatti la regola generale è che per poter usufruire delle detrazioni fiscali il reddito, calcolato con il Quoziente familiare non deve essere superiore a 15.000 euro. Ma cosa vuol dire esattamente? Ecco i reali limiti:

  • single, reddito 15.000 euro (in questo caso il reddito con quoziente familiare coincide con quanto effettivamente percepito);
  • coppia, soglia di reddito 30.000 euro;
  • single con un figlio a carico, reddito percepito fino a 22.500 euro;
  • coppia con un figlio, 37.500 euro;
  • coppia con due figli, 45.000 euro;
  • coppia con più di 2 figli, 60.000 euro.

Molti hanno criticato la scelta di inserire un reddito come limite alla possibilità di usufruire del Superbonus, specialmente per i lavori iniziati dopo 17 febbraio 2023, data in cui entra in vigore il decreto blocca cessioni che di fatto ha bloccato l’accesso alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Con i limiti di reddito visti, infatti non vi è sufficiente capienza fiscale per potersi avvalere in pieno delle detrazioni fiscali che deriverebbero dal Superbonus.

Ricordiamo nel frattempo che per coloro che hanno crediti fiscali maturati prima del decreto blocca cessioni, a breve sarà ripristinata la piattaforma di Poste Italiane per la cessione del credito. La stessa sarà attiva a partire da ottobre ma solo per le prime cessioni.

Per saperne di più, leggi l’articolo: Cessione del credito, Poste Italiane riapre la piattaforma

Superbonus, ultimi mesi di detrazioni. Tutti i bonus

Ultimi mesi per completare i lavori del Superbonus con percentuale di detrazione al 90% a sottolineare che sta per scadere l’incentivo è la Cassa dei ragionieri. Ecco a cosa prestare attenzione.

Superbonus al 90%, ecco chi può ancora usufruirne

Dal 2024 il Superbonus vedrà ancora scendere la percentuale di detrazioni fiscali di cui si può usufruire, la stessa sarà al 70%, nel frattempo è bene ricordare che ancora per pochi mesi è possibile avere le detrazioni fiscali al 90% per i lavori di efficientamento energetico realizzati sullo stabile.

Ricordiamo che con l’introduzione delle nuove norme rispetto al Superbonus 110% sono cambiate numerose regole, non solo infatti è stata ridotta la soglia di detrazione fiscale e non è possibile utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura ma sono previsti nuovi limiti.

Il Superbonus può essere sfruttato solo per immobili di proprietà o sui quali ci sia un diritto reale di godimento, utilizzati come abitazione principale, le vecchie norme prevedevano la possibilità di utilizzare il Superbonus 110% anche per le seconde case.

Non finiscono qui i limiti, infatti, si può usufruire del Superbonus al 90% per i lavori eseguiti nel 2023 solo nel caso in cui si abbia un reddito calcolato con il sistema del Quoziente familiare, non superiore a 15.000 euro.

Incentivi fiscali per i lavori edili

Visti tutti i limiti previsti dalla normativa sul Superbonus al 90%, ricordiamo che chi vuole eseguire lavori di ristrutturazione e ottenere delle detrazioni fiscali, può sfruttare altri incentivi fiscali con percentuali meno elevate, ma di fatto con pochissimi limiti. Ad esempio è ancora possibile ottenere il bonus ristrutturazioni al 50%, questo consente di avere detrazioni fiscali pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, non è necessario ottenere il miglioramento di 2 classi per quanto riguarda le prestazioni energetiche, non vi sono limiti di reddito.

Un’altra opportunità riguarda il bonus barriere architettoniche che permette di avere detrazioni fiscali, ancora con cessione del credito e sconto in fattura, per lavori di eliminazione delle barriere architettoniche, tra questi rientrano l’installazione di ascensori e servoscale, ma anche la sostituzione degli infissi, in alcuni casi sostituzione di pavimentazioni, rifacimento bagni, naturalmente seguendo le direttive previste per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Buone possibilità di detrazioni fiscali vi sono anche per quanto riguarda l’eco-bonus, si distingue dal Superbonus perché è necessario migliorare le prestazioni energetiche, ma non vi è il vincolo delle due classi energetiche. La percentuale di detrazione fiscale dipende dalla tipologia di lavoro eseguito.

Infine, resta la possibilità di avvalersi del sismabonus che prevede detrazioni fiscali a fronte di interventi volti a migliorare la stabilità degli edifici.

Leggi anche: Cessione del credito con il bonus barriere architettoniche, a cosa stare attenti per non perderlo

Cessione del credito: quali novità ci sono?

Quali sono le novità in materia di cessione del credito? Siamo ormai alle porte dell’estate, molte attività iniziano ad andare a rilento e in tanti si chiedono cosa ci aspetta dopo la pausa estiva per quanto riguarda i crediti da Superbonus e altri bonus edilizi incagliati.

Ecco un piccolo sunto.

Sblocco delle cessioni del credito, come approfittarne

Per i crediti fiscali già maturati e bloccati c’è la possibilità di rientrare in una delle operazioni di cessione del credito messe a disposizione dalle banche che stanno lavorando in questo settore. Per approfondimenti si possono leggere gli articoli:

Cessione del credito, sblocco dei crediti da un’altra banca

e

Cessione del credito, nuovi fondi per i crediti incagliati.

Nel frattempo ricordiamo che la piattaforma Enel X per ora non riparte e non vi sono particolari novità per quanto riguarda le operazioni più volte annunciate da Poste Italiane.

Per chi ha capienza fiscale e pazienza un’altra possibilità sono le detrazioni fiscali che si possono sfruttare in 10 anni o in 4 anni, l’opzione deve essere esercitata dal contribuente tenendo in considerazione esigenze personali, ammontare dei crediti e capienza fiscale.

Piccoli spazi per nuove cessioni del credito

Nel frattempo ricordiamo che il decreto cessioni non ha bloccato la possibilità di continuare a fruire delle cessioni del credito e degli sconti in fattura anche per i lavori del 2023 per alcuni Bonus, ad esempio il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Leggi anche: Cessione del credito e sconto in fattura, come ottenerli per cambiare i serramenti

Inoltre ci sono residue possibilità per gli istituti autonomi case popolari ed enti assimilabili per scopi perseguiti.

Le deroghe sono contenute all’interno della legge di conversione del decreto legge 11 del 2023 ( decreto cessioni), cioè la legge 38 del 2023.

La deroga è contenuta nel comma 3 bis dell’articolo 1.

Deroghe vi sono anche anche per le zone colpite da sisma che possono continuare a usufruire di cessione del credito e sconto in fattura.

Cessione del credito, ritardi per Enel X. la piattaforma potrebbe non riaprire

Cattive notizie per chi ha in cassa dei crediti fiscali per lavori in edilizia e vorrebbe optare per la cessione del credito, Enel X aveva infatti annunciato la riapertura della piattaforma, ma sembra che tutto sia bloccato. Ecco cosa succede.

Crediti incagliati, brutte notizie per chi attende la cessione del credito

Sono ancora molti i crediti incagliati da Superbonus e bonus edilizi, fino al decreto Rilancio del 2020 chi effettuava lavori edili aveva la possibilità di ottenere agevolazioni fiscali solo tramite detrazioni da riscuotere in 10 rate annuali di importo uguale. Con il decreto Rilancio viene data la possibilità di ottenere lo sconto in fattura oppure di cedere i crediti a imprese, banche, intermediari finanziari ed assicurativi. Questo consentiva ai proprietari di eseguire lavori senza dover anticipare le spese.

Con il decreto Cessioni, decreto 11 del 16 febbraio, questa opportunità è venuta meno, restano però i crediti maturati in precedenza. Anche per questi vi sono problemi in quanto le imprese hanno praticamente terminato la capienza fiscale, mentre gli altri soggetti non danno disponibilità in quanto intimoriti dai controlli dell’Agenzia delle entrate.

I dati resi noti dalla Guardia di Finanza sulla inconsistenza delle truffe inerenti il Superbonus hanno in parte ridotto il rischio, ma gli effetti li vedremo solo nel prossimo futuro.

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Enel X, perché la piattaforma cessione dei crediti non riapre?

Nel frattempo occorre registrare che Enel X sembra aver abbandonato il proposito di acquistare i crediti maturati.

Dopo l’iniziale dichiarazione di Enel X di essere pronta ad aprire alle cessioni del credito da Superbonus e altri bonus edilizi, ci sono stati dei ritardi. Ora la situazione sembra essere del tutto mutata in seguito al riassetto aziendale e agli impegni economici che la società ha assunto con i progetti PNRR che hanno generato un indebitamento temporaneo dovuto al fatto che la società fornisce anticipi per i progetti Pnrr.

Per chi ha crediti incagliati ricordiamo che è ancora possibile accedere alla cessione del credito messa a disposizione da banca Intesa che sta continuando le operazioni di ricessione del credito per liberare capienza fiscale e di conseguenza acquistare i crediti incagliati.

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Inoltre ricordiamo che resta sempre percorribile la strada delle detrazioni fiscali in 4 o 10 anni.

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Superbonus, tutte le novità nella circolare dell’Agenzia delle entrate

Il Superbonus in questi anni ha subito notevoli modifiche al punto che la normativa iniziale risulta ad oggi completamente stravolta. Gli interventi normativi sono stati numerosi e a breve intervallo di tempo e chi si è ritrovato a dover applicare le norme ha avuto molti motivi di confusione. Anche per questo motivo l’Agenzia delle entrate ha pensato a una circolare ricognitiva delle regole ad oggi in vigore che almeno per i prossimi mesi dovrebbero rimanere invariate. Ecco le norme che si applicano.

Ambito di applicazione delle nuove norme Superbonus

L’Agenzia sottolinea che le nuove norme si applicano a:

  • i condomini e le persone fisiche proprietarie o comproprietarie con altre persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate
  • edifici unifamiliari;
  • enti del terzo settore;
  • Iacp;
  • interventi di demolizione e ricostruzione.

La normativa prevede ora il decalage, cioè la riduzione delle agevolazioni fiscali per i lavori eseguiti dal 1° gennaio 2023.

Il decalage si applica a: condomini, persone fisiche, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale.

Il decalage prevede agevolazione al:

  • 90% per spese sostenute nel 2023;
  • 70% per spese del 2024;
  • 65% per spese del 2025.

Superbonus al 110% in questi casi

C’è però una deroga infatti per gli edifici unifamiliari oppure unità immobiliari con accesso autonomo ( villette a schiera) è possibile avvalersi per le spese sostenute fino al 30 settembre 2023 dell’agevolazione al 110% nel caso in cui al 30 settembre 2022 risultava completato il 30% dei lavori programmati.

Per quanto invece riguarda gli altri immobili unifamiliari, è possibile avvalersi delle detrazioni al 90% al verificarsi di queste condizioni:

  • il contribuente sia titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare;
  • l’immobile sia adibito ad abitazione principale;
  • il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro. Si applicano per determinare il reddito i principi indicati nel decreto Bilancio per il quoziente familiare.

Gli istituti autonomi case popolari (Iacp) e altri istituti comunque denominati aventi le stesse finalità sociali, potranno beneficiare del Superbonus al 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 a condizione che alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo.

Eccezioni, quando non si applica il decalage al 90%?

La circolare fa una ricognizione relativa al passaggio dall’aliquota di agevolazione al 90%. La stessa non si applica nel caso in cui:

  • i condomini abbiano presentato la Cila (comunicazione inizio lavori asseverata) entro il 31 dicembre 2022 e abbiano adottato la delibera d’assemblea prima del 18 novembre 2022;
  • la Cila risulta presentata al 25 novembre 2022 e la delibera di assemblea sia stata adottata tra il 19 novembre 2022 e il 24 novembre 2022;
  • per edifici diversi dai condomini la Cilas risulti presentata prima del 25 novembre 2022;
  • interventi di demolizione e ricostruzione per i quali risulti presentata l’istanza di acquisizione del titolo per gli interventi al 31 dicembre 2022.

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Cessione del credito, una banca acquista i crediti incagliati

I crediti incagliati per il Superbonus e altri bonus edilizi ammontano a circa 30 miliardi di euro e l’obiettivo è aiutare famiglie e imprese che hanno effettuato lavori facendo affidamento su cessione del credito e sconto in fattura. Buone notizie sono però in arrivo perché si stanno liberando nuove risorse grazie a Intesa Sanpaolo.

Partono nuove cessioni del credito con Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo è l’istituto di credito che più di altri si sta impegnando in operazioni di ricessione del credito, l’obiettivo è liberare capienza fiscale vendendo i crediti già acquistati, in questo modo è possibile acquistare nuovi crediti.

L’ultima operazione annunciata è la ricessione di crediti per un contro valore di 29 milioni di euro in favore di Piva Group, azienda leader nella produzione e distribuzione di infissi. L’operazione arriva dopo le ricessioni già effettuate in favore dell’Università Luiss Guido Carli e nei confronti di Sacef Group.

Il particolare successo delle operazioni di ricessione dei crediti sviluppate da Intesa Sanpoalo è dovuto al fatto che i crediti prima di essere acquistati dall’Istituto di credito sono sottoposti a meticolosi controlli dalla società Deloitte. Questo implica che i crediti sono verificati e chi li riacquista da Intesa Sanpaolo può avere la certezza di utilizzarli come credito di imposta.

Dal punto di vista pratico l’accordo di Intesa Sanpaolo, consente all’istituto di credito di liberare 29 milioni di euro di crediti fiscali, che saranno nuovamente acquistati da imprese che hanno problemi di crediti incagliati da Bonus edilizi.

Ad oggi Intesa Sanpaolo ha siglato contratti di ricessione del credito per 7,7 miliardi di euro aiutando così molte imprese ad evitare il fallimento.

Per chi è interessato alle operazioni la strada è l’inserimento in piattaforma dei propri crediti.

Nel frattempo è bene ricordare che la piattaforma di Enel X sebbene annunciata da tempo, molto probabilmente riaprirà alle cessioni del credito non prima di settembre.

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Superbonus, per salvare lo sconto serve la certificazione Soa

Entrano in vigore importanti norme per coloro che vogliono avvalersi delle agevolazioni fiscali previste per i bonus edilizi e per il Superbonus. Il decreto Ucraina prevede che per ottenere le agevolazioni fiscali è necessario affidare i lavori a imprese che abbiano ottenuto la certificazione Soa. Ecco cosa succede ai proprietari.

Certificazione Soa: cos’è?

Il Decreto Ucraina prevede che nel caso di lavori edili volti ad ottenere le agevolazioni fiscali previste dal decreto 34 del 2020 di importo superiore a 516.000 euro occorre affidare i lavori a imprese che abbiano ottenuto la certificazione Soa. La stessa è generalmente richiesta alle imprese che partecipano a bandi di gara nel settore pubblico, è rilasciata da Organismi di valutazione autorizzati dall’Anac, in seguito a verifica del possesso dei requisiti tecnici ed economici necessari per poter effettuare lavori di una certa entità.

In quali casi è richiesta la certificazione Soa?

L’Agenzia delle entrate con la circolare 10 del 20 aprile 2023 ha chiarito i limiti temporali dell’applicazione della nuova normativa.

La stessa prevede che:

  • per appalti e subappalti affidati successivamente al 1° gennaio 2023 è necessario verificare che l’impresa abbia stipulato contratti con Organismi di valutazione al fine di ottenere la certificazione Soa.
  • Per appalti e subappalti affidati dal 1° luglio 2023 è necessario che l’impresa abbia già ottenuto la certificazione Soa.

 

In caso di lavori eseguiti e appalti concessi dopo il 21 maggio 2022, la certificazione Soa:

  • non è richiesta per lavori eseguiti prima del 1° luglio 2023;
  • per lavori eseguiti dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2023 occorre che l’impresa abbia stipulato un contratto volto ad ottenere l’attestato ;

per appalti e subappalti concessi prima del 21 maggio 2022 non è richiesta la certificazione Soa anche se i lavori sono eseguiti dopo il 21 maggio 2022.

La circolare 10 precisa che le nuove norme si applicano ai lavori di importo maggiore a 516.000 euro. Inoltre si applica a tutti i bonus edilizi previsti dall’articolo 119 del decreto legge 34 del 2021, vi rientrano il Superbonus, sismabonus, ecobonus, bonus per installazione colonnine di ricarica, fotovoltaico. Infine, le norme trovano applicazione sia nel caso in cui si fruisca delle agevolazioni attraverso cessione del credito, sconto in fattura, sia nel caso in cui il contribuente scelga le detrazioni fiscali.

Superbonus: arriva la prima sentenza di condanna per il falso condominio

Fino ad ora si è sempre parlato dei controlli sul Superbonus volti a prevenire e reprimere le truffe, ora arrivano le prime sentenze e non ci sono buone notizie per i contribuenti. Si tratta si una condanna per la costituzione di un falso condominio volta ad ottenere agevolazioni a cui non si aveva diritto. La sentenza resa dalla Corte tributaria di Trieste ed è la n° 81 dell’ 11 aprile 2023, ecco cosa stabilisce.

Superbonus, il falso condominio blocca i lavori. Il caso

Nel caso in oggetto, nel pieno rispetto dei termini temporali previsti per il condominio, il condominio presenta una prima attestazione per il completamento del 30% dei lavori. Una seconda attestazione al completamento del 60% dei lavori esercitando l’opzione ex articolo 121 del decreto legge 34 del 2020 (cessione del credito o sconto in fattura).

A seguito di tale seconda comunicazione l’Agenzia delle Entrate ha sospeso il beneficio in quanto ipotizza la falsa costituzione del condominio, infatti si ipotizza il tentativo dell’impresa esecutrice dei lavori di acquisire l’immobile, risanarlo/ristrutturarlo con i benefici del Superbonus per poi rivenderlo.

La ricostruzione parte dal fatto che l’architetto titolare dell’impresa esecutrice dei lavori aveva sottoscritto il preliminare di vendita e aveva anche provveduto al versamento del prezzo pattuito. L’architetto aveva poi trasferito il preliminare di vendita alla coniuge, alla mamma e alla suocera dello stesso architetto. Si provvedeva quindi alla nomina di un amministratore di condominio e i lavori di ristrutturazione affidati poi alla stessa impresa che non avrebbe potuto godere dei benefici della legge 34 del 2020 (Superbonus).

Sentenza: condannati gli escamotage per fruire dei benefici fiscali del Superbonus

Naturalmente in seguito a tale ricostruzione le parti hanno proposto ricorso. Il tribunale di Trieste ha sposato in pieno la teoria dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate e ha sottolineato che appare evidente che la costituzione del condominio è stata un escamotage per accedere a benefici che non sarebbero spettati all’impresa appaltatrice dei lavori. Questi avrebbero dato l’opportunità di realizzare l’intervento di ristrutturazione a spese dello Stato sebbene non spettassero tali benefici.

Il Tribunale ha sottolineato che deve essere applicata una nozione molto rigorosa di condominio visto che la normativa violata ha ad oggetto importanti benefici fiscali.

La pronuncia ora vista è una sentenza di condanna di primo grado, molto probabilmente sarà presentato appello in secondo grado quindi non è chiaro come finirà la vicenda. Resta però che i lavori sono bloccati e a fronte dell’esecuzione del 60% degli stessi sono stati sospesi gli effetti dei benefici fiscali.

Superbonus, rimangono le detrazioni a 10 anni, ecco come fare

Il superbonus è sempre in continuo cambiamento. Tuttavia rimangono le detrazioni a dieci anni, ecco quindi come funziona nel dettaglio.

Superbonus, le detrazioni in dieci anni

Attraverso la detrazione fiscale il contribuente può lecitamente ridurre le proprie imposte lorde, sottraendo ad esse alcune spese sostenute o parte di esse. Ecco anche per il superbonus è possibile usufruire della detrazione in 10 anni. E questa è l’ultima novità che coinvolge il superbonus. Anche se a dire il vero è anche arrivata  la notizia secondo cui molti istituti di credito sarebbero pronte alla riapertura della cessione del credito, per coprire i 19 miliardi di debiti incagliati.

Tuttavia attraverso le detrazioni il contribuente potrebbe allungare il periodo di detrazione. La rapida approvazione della legge di conversione del dl 11/2023, da parte del Senato, consente di ‘rilanciare’ almeno in parte la maxi-detrazione. E si perché la misura riguarderebbe tutti i lavori legati all’edilizia che sono stati apportati sugli immobili ai fini di una maggiore riqualificazione, soprattutto dal punto di vista energetico.

Superbonus, le altre novità

Il superbonus porta con se una serie di modifiche. Innanzitutto il superbonus è stato prorogato alle unifamiliari fino al 30 settembre 2023. Quindi almeno per le villette i lavori possono continuare ed essere finiti come previsto, dando un pò di respiro alle imprese implicate. Mentre per tutti gli altri come abbiamo detto è rimasta la detrazione in 10 quote annuali di identico ammontare e già applicabile al periodo di imposta del 2023.

Quindi i contribuenti che hanno sostenuto nell’anno 2022 le spese relative agli interventi edilizi hanno diritto all’agevolazione del 110%. Quindi possiamo dire in misura completa si possono dividere le detrazioni in 10 anni e non più in quattro anni come era in principio previsto. La novità consente quindi di allungare il periodo di detrazione e questo aiuta sicuramente tutte le persone che non hanno un reddito particolarmente elevato.

Inoltre l’opzione è irrevocabile. Essa è esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2023. L’opzione è esercitabile a condizione che la rata di detrazione relativa al periodo d’imposta 2022 non sia stata indicata nella relativa dichiarazione dei redditi. Quindi prendere la somma delle spese sostenute e suddividerle nelle dichiarazione dei redditi in 10 anni, con importo uguale ogni anno. Per questo basta affidarsi ad un commercialista, un Caf o comunque chi si occupa della dichiarazione dei redditi.

Legge 38/2023 pubblicata in Gazzetta Ufficiale

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 38/2023 legge di conversione del dl 11/2023 (decreto blocca cessioni) contenente urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. Queste le principali novità:

  • proroga di 6 mesi per le unifamiliari;
  • divieto di acquisto dei crediti per le Pubbliche Amministrazioni;
  • conversione dei crediti acquisiti dalla Banche in Buoni del Tesoro Poliennali;
  • responsabilità solidale e documentazione necessaria per eliminarla;
  • stop alla cessione del credito e modifiche al sistema di eccezioni;
  • allungamento dei termini di cessione e di detrazione diretta;
  • abrogazione dei “vecchi” meccanismi di cessione;
  • norme di interpretazione autentica dei progetti in variante per il Superbonus 110% e per l’utilizzo della cessione del credito;
  • le norme di interpretazione autentica su cessione a SAL;
  • visto di conformità;
  • asseverazione sisma-bonus e attestazione SOA;
  • compensazione orizzontale;
  • remissione in bonis al 30 novembre 2023.