Costo del denaro, BCE ancora ferma e mutui più leggeri

La BCE ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro, un sospiro di sollievo per il mercato immobiliare che prova ripartire.

Costo del denaro, la BCE continua a non aumentare il tasso di interesse

Eravamo abituati ai rialzi mensili del costo del denaro, rialzi che fanno tremare soprattutto il mondo immobiliare perché hanno come effetto immediato il rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui. Dopo 10 rialzi consecutivi a distanza di 1 mese o poco più, da qualche mese tutto è rimasto fermo, in tre successive riunioni della BCE non c’è stato alcun rialzo dei tassi.

Il rialzo dei tassi di interesse è dovuto al tentativo di correggere l’inflazione attraverso una riduzione della domanda indotta. In effetti negli ultimi mesi la corsa dei prezzi sembra essersi calmata e proprio per questo motivo la BCE ha deciso di non continuare la serie di rialzi del costo del denaro.

Attualmente il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.

Perché la BCE non rialza il costo del denaro?

La motivazione della BCE sono: “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

L’obiettivo è portare il tasso di inflazione al 2%, questo potrebbe voler dire che nel breve termine non è possibile aspettarsi una riduzione dei tassi di interesse, sicuramente non crescerà la rata del mutuo a tasso variabile.

Nel comunicato diramato dalla BCE si conferma che le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario.

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Allarme mutui: la continua crescita si riflette sul mercato immobiliare

I tassi di interesse continuano a crescere e Bankitalia lancia l’allarme mutui con costi in crescita, ma nonostante questo il mercato immobiliare reagisce bene. Ecco cosa succede.

Allarme mutui: qual è l’andamento dei tassi di interesse?

I tassi di interesse sui mutui sono in continua crescita a generare questo fenomeno è l’aumento del costo del denaro deciso dalla BCE, lo stesso è iniziato nella scorsa estate ed è costante. L’ultimo rialzo risale al mese di marzo e ha portato il costo del denaro al 3,50%. A questo devono però aggiungersi ulteriori voci che vanno a determinare il costo del mutuo generato dall’indice Eurirs per il mutuo a tasso fisso ed Euribor per il mutuo a tasso variabile, dallo spread, oltre gli oneri accessori che costituiscono quello che può essere definito il costo della pratica.

In media, le offerte dei vari intermediari finanziari negli ultimi giorni oscillano intorno al 4,06% per il mutuo a tasso fisso, naturalmente si parla di TAEG, Tasso Annuale Effettivo Globale. Rispetto al costo del denaro, il tasso di interesse regge bene perché le banche stanno contenendo lo spread che rappresenta il guadagno degli intermediari.

Il tasso di interesse variabile è invece generalmente più basso, ma è soggetto a fluttuazioni dovute all’andamento dei tassi e il rischio è di veder crescere la rata di mese in mese, fino a superare quella prevista per il tasso fisso.

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Le previsioni sul mercato immobiliare: nessun rischio per Gabetti

Nonostante questo, Gabetti, società leader nella intermediazione per la compravendita di immobili, registra un aumento delle transazioni. Le vendite del 2022, rispetto all’anno precedente, sono aumentate del 5% con picchi del 12% nel primo trimestre e un valore negativo nel quarto trimestre.

A generare questo cambio di passo è stato proprio l’aumento dei tassi di interesse, ma secondo Gabetti è un trend temporaneo, infatti si aspetta un nuovo calo dei tassi di interesse e dell’inflazione, già nel 2024 e questo dovrebbe portare il mercato immobiliare a riprendersi abbastanza in fretta e a non accusare in modo rilevante il colpo.

Secondo Gabetti, il mercato immobiliare inizierà a mostrare i primi segni di ripresa già nel secondo semestre del 2023, infatti coloro che avevano deciso di acquistare casa, semplicemente stanno attendendo piccoli segnali del mercato che possano rendere l’investimento più conveniente, ma nella maggior parte dei casi non vi rinunceranno. Per tutte queste ragioni, secondo Gabetti l’allarme mutui non ha ragione di esistere.

Contributi INPS: aggiornato il tasso di interesse legale

A seguito della decisione della BCE di aumentare il costo del denaro di ulteriori 0.50 punti percentuali, L’Inps rende noti i nuovi tassi di interesse da versare sui contributi previdenziale, ecco cosa cambia per imprese, lavoratori autonomi e professionisti.

Contributi Inps: nuovi tassi in caso di ritardo pagamento

La politica monetaria della BCE continua prevedere aumenti del costo del denaro periodici e costanti al fine di contenere la spinta inflazionistica. Con l’ultimo aumento del 16 marzo 2023, il costo del denaro ha raggiunto il livello del 3,50%. Questa sta già influenzando i tassi di interesse per mutui e prestiti e si riversa ora anche sugli interessi da versare sui contributi previdenziali.

L’Inps con la circolare 31 del 20 marzo 2023 ha reso noti i nuovi tassi di interesse e sanzioni applicate. Le stesse si applicano a partire dal 22 marzo 2023.

L’interesse di dilazione per la regolarizzazione rateale dei contributi e delle sanzioni dal 22 marzo 2023 vede l’applicazione di un tasso del 9,50%. I piani di ammortamento emessi e notificati prima di tale data non subiranno variazioni.

Per quanto riguarda le sanzioni civili per il mancato o ritardato pagamento di contributi e premi, si applica la sanzione pari al 9% ( tasso del 3,5% maggiorato del 5,5%).

Resta fermo che in caso di evasione, la sanzione civile è pari al 30% nel limite del 60% dell’importo dei contributi e premi non versati alla scadenza.

In caso di procedure concorsuali continuano a trovare applicazione le sanzioni ridotte con riduzione massima del tasso di interesse del 5%.

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Mutuo: cosa scegliere tra tasso fisso e variabile dopo le decisioni BCE?

Ci troviamo in un momento economico che costituisce un importante passaggio, dopo 11 anni in cui il tasso di interesse BCE era stato sotto quota 0, ora si prevede a luglio un aumento di +0,25 punti percentuali e a settembre è stato annunciato un nuovo aumento del costo del denaro. In questa situazione quale tasso di interesse sul mutuo è bene scegliere? Ecco alcune riflessioni.

Effetti dell’aumento del costo del denaro deciso da BCE sui tassi del mutuo

L’acquisto di casa non è mai una scelta semplice e tra le variabili da valutare c’è sicuramente la scelta tra il tasso fisso e il tasso variabile. Diciamo la verità: acquistare casa nei mesi passati è stato davvero vantaggioso perché il costo del denaro era basso, il tasso fisso era molto conveniente e si aveva la certezza che durante tutto l’arco del piano di ammortamento la rata sarebbe rimasta immutata. A ciò si è aggiunto un mercato immobiliare stagnante e di conseguenza prezzi non particolarmente proibitivi.

Siamo però in un momento di transizione, i tassi di interesse, fisso e variabile, hanno iniziato la loro crescita già dalla fine del 2021. A dicembre 2021 in media veniva praticato sul tasso fisso un interesse dello 0.6%, al 9 giugno siamo arrivati con aumenti costanti 2,19% su un piano ventennale. Tali aumenti si sono registrati prima dell’intervento della BCE, sebbene gli stessi fossero largamente annunciati, questo implica che nei prossimi mesi molto probabilmente correranno ancora di più.

Il tasso variabile è sicuramente più basso, ma ricordiamo che questo viene costantemente aggiornato in base all’andamento dell’euribor e questo implica che potrebbe essere eccessivamente rischioso in questo periodo scegliere questa soluzione. Nonostante questo, negli ultimi mesi le richieste di mutuo a tasso variabile sono aumentate e rappresentano 1/5 del totale. L’aumento di richieste del tasso variabile è dovuto alla crescita abbastanza veloce del tasso fisso.

Le stime dei prossimi mesi

Mutuionline stima che nei prossimi mesi la forbice tra il tasso di interesse del mutuo a tasso fisso e quello del variabile dovrebbe stringersi proprio in virtù dell’aumento del costo del denaro che sarà attivo a luglio. Questo vuol dire che stipulando ora un contratto a tasso variabile si ha sicuramente una rata più bassa del mutuo a tasso fisso, ma già alla prossima revisione trimestrale è molto probabile che le rate dovrebbero pareggiare, il risparmio effettivo sarebbe quindi solo per i primi mesi.

Fino a quando cresceranno i tassi di interesse?

Fino a quando cresceranno i tassi di interesse non lo possiamo sapere perché molto dipenderà dall’andamento dell’economia. Il nuovo aumento del costo del denaro di settembre dovrebbe essere dello 0,25% o addirittura dello 0,50% e questo porterà sicuramente anche a un nuovo aumento dei tassi di interesse sui mutui.

La stessa BCE ha però reso noto che in questi mesi, cioè da luglio a settembre, ci sarà un’attenta osservazione delle dinamiche inflazionistiche e le scelte di settembre saranno dettate dalla necessità di calmierare i prezzi e quindi raffreddare gli investimenti delle aziende. Ecco perché non ci sarà più immissione di liquidità nel sistema attraverso il quantitative easing. Raffreddare l’economia potrebbe voler dire anche procedere ad aumenti importanti del costo del denaro in modo da limitare gli investimenti.

A questo punto chi ha già scelto di acquistare casa, ed è sicuro di poter fare questo investimento, è meglio che si muova e tenti di farlo il prima possibile. Deve però essere ricordato che le tempistiche in alcuni casi possono essere lunghe, da un’indagine condotta da Facile.it motore di ricerca che si occupa anche di confrontare i tassi di interesse praticati dalle varie banche, emerge che in Trentino Alto Adige, regione più celere, ci vogliono 85 giorni per completare la fase istruttoria, va molto peggio in Calabria dove possono volerci 5 mesi.

Soluzioni per tenere sotto controllo il tasso di interesse del mutuo

In ogni caso ricordiamo che, una volta stipulato il mutuo non si è costretti a mantenere condizioni fuori dal mercato. Questo vuol dire che se oggi stipuliamo un contratto di mutuo con tasso fisso o variabile e nel tempo le condizioni economiche cambiano nuovamente e quindi il costo del denaro diminuisce e con esso il tasso di interesse generalmente applicato ai mutui, si può chiedere la rinegoziazione del mutuo presso la stessa banca. Se questa non accetta di rinegoziare le condizioni, si può invece optare per la surroga, cioè il passaggio del mutuo presso un’altra banca. Si tratta di un’operazione gratuita e che, soprattutto, non può essere negata. Con la surroga si può avere una riduzione del tasso di interesse fisso, un passaggio dal tasso fisso al variabile e viceversa.

Una possibile alternativa è invece la scelta del mutuo a tasso variabile con cap, per conoscere i dettagli, leggi l’articolo: Mutuo a tasso variabile con tetto, cap. Perché sceglierlo oggi?

Infine, deve essere ricordato che in caso di mutuo per l’acquisto della prima casa vi sono delle agevolazioni fiscali, tra cui la possibilità di portare in detrazione gli interessi pagati alla banca pari al 19% degli interessi passivi e oneri.

Tasso di interesse mutui: nuovo record in aumento

Dopo la decisione della FED di alzare di mezzo punto il costo del denaro, molti sono in attesa di una decisione simile da parte della BCE e, nonostante questa ancora non sia arrivata, sono già in rialzo i tassi di interesse dei mutui con una nuova decisa impennata per il mutuo a tasso fisso.

Tasso di interesse mutui: supera il 2%

Lo avevamo già anticipato nelle settimane scorse nell’articolo: aumentano i tassi di interesse. Previsioni per il 2022 e ora a poco più di due settimane c’è stato un deciso rialzo del tasso di interesse applicato ai mutui a tasso fisso. Siamo infatti al di sopra della soglia del 2%, il 28 aprile era a 1,45%. Al termine del 2021, cioè solo 5 mesi fa, il tasso di interesse Eurirs era 0,30%. Un’accelerata importante che potrebbe comprimere il mercato degli immobili e chi aveva deciso di ristrutturare approfittando del 110% e poi rivendere, potrebbe avere una brutta sorpresa.

Con tassi di interesse alti, infatti le famiglie possono avere difficoltà ad acquistare anche perché devono fare i conti con il deciso rialzo dei prezzi di tutti i prodotti di largo consumo (carburanti, energia, pasta, pane, olio…). A incidere sui tassi c’è anche il nuovo aumento dello Spread che negli anni passati ha costituito per l’Italia una vera dannazione e che ora subisce l’effetto della guerra in Ucraina che rende i mercati instabili ed espone a bruschi rialzi i Paesi che più di altri hanno difficoltà economiche e un elevato debito pubblico.

Le manovre attese dalla BCE sui tassi di interesse: ci saranno nuovi aumenti?

A quanto pare però questo non sarà l’ultimo rialzo atteso, infatti è molto probabile che nel corso dell’anno la BCE possa aumentare il costo del denaro di mezzo punto, ma in due tappe, quindi 0,25% nelle prossime settimane e un ulteriore 0,25% nei prossimi mesi. Questi rialzi sicuramente si riverseranno anche sull’indice IRS, cioè l’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso.

Sebbene i mutui a tasso variabile siano attualmente più convenienti rispetto a quelli a tasso fisso, è bene stare attenti, infatti la volatilità dei mercati e gli attesi aumenti del costo del denaro potrebbero portare già tra qualche mese a un deciso rialzo anche dell’Euribor ( indice utilizzato per i mutui a tasso variabile) al punto che potrebbe essere più conveniente ancora oggi stipulare con tasso fisso.

Ricordiamo che gli indici IRS ed Euribor non delineano il costo finale del mutuo, infatti occorre aggiungere lo spread stabilito dalle banche e il costo di gestione del mutuo, dalle spese per il notaio all’incasso rata.

Ingegneri e architetti, già 377 milioni da Inarcassa di finanziamenti: domande fino al 31 marzo 2022

Sono stati già erogati 377 milioni di euro da Inarcassa a favore degli ingegneri e degli architetti per i finanziamenti necessari per fronteggiare l’emergenza Covid. I fondi sono stati messi a disposizione degli iscritti dall’Ente di previdenza che assiste oltre 170 mila tra ingegneri e architetti dall’inizio della pandemia del marzo 2020. In tutto, Inarcassa ha erogato 16.500 finanziamenti a tasso zero. Ulteriori 1.550 domande, per un totale di 40 mila istanze, sono attualmente in fase di perfezionamento. È la stessa Inarcassa a rendere noti i dati sui finanziamenti concessi ai propri associati a poco meno di 10 giorni dal termine della presentazione delle domande. La scadenza è fissata infatti per il 31 marzo 2022.

Ingegneri e architetti, quali sono i finanziamenti concessi per l’emergenza Covid?

Inarcassa mette a disposizione degli ingegneri e degli architetti iscritti finanziamenti fino a 50 mila euro, con contributi in conto interessi al 100%. La restituzione dei prestiti è fissata nel periodo massimo di sei anni. Inoltre, nella seduta del 21 luglio scorso, il Consiglio di amministrazione di Inarcassa ha dato seguito alla possibilità di erogare finanziamenti a tasso zero per gli iscritti, in considerazione dei fondi ancora a disposizione. Il servizio di finanziamento viene erogato tramite la Banca Popolare di Sondrio.

Chi può presentare domanda dei finanziamenti Inarcassa anche a tasso zero?

Possono presentare domanda dei finanziamenti Inarcassa gli architetti e gli ingegneri iscritti. Sono ammissibili anche le istanze presentate da componenti o da soci di una società di professionisti e di società tra professionisti. Non vi sono limiti di età. Chi presenta domanda deve essere in regola con i certificati di regolarità contributiva al giorno di presentazione dell’istanza. Possono richiedere i finanziamenti anche gli ingegneri e gli architetti morosi. Il prestito viene concesso, infatti, ai professionisti impossibilitati a partecipare alle gare o a ottenere il saldo delle fatture o che non possano candidarsi a nuovi incarichi. In tal caso, il sostegno di Inarcassa può agevolare il professionista a ottenere il certificato di regolarità contributiva.

Per cosa si possono richiedere i finanziamenti Inarcassa?

I finanziamenti Inarcassa possono essere richiesti dagli architetti e dagli ingegneri per qualsiasi esigenza di liquidità inerente l’attività professionale nella situazione attuale di crisi. Tra le tipologie di investimenti ammissibili rientrano anche i costi di progetti e di interventi da effettuare a committenti di uno o più incarichi professionali. I finanziamenti vengono erogati anche per pagare le spese dei fornitori necessarie a portare avanti l’attività professionale. Prestiti sono concessi anche per regolarizzare la propria posizione contributiva.

Quanto si può richiedere di finanziamento a Inarcassa per la propria attività professionale e condizioni applicate

I finanziamenti richiedibili a Inarcassa vanno da un minimo di 5 mila euro a un massimo di 50 mila euro. Il prestito può avere diverse durate: di due anni, di tre anni, di quattro anni, di cinque anni o di sei anni. È richiesto un periodo di preammortamento di un anno. Le rate a rimborso del finanziamento sono mensili a iniziare dai 12 mesi successivi all’erogazione del prestito.

Quali sono le spese a carico degli iscritti a Inarcassa?

Il tasso nominale annuo, a carico di Inarcassa, è pari al 2% per gli iscritti regolari, e al 2,5% per quelli irregolari. Sono a carico di Inarcassa anche le spese di istruttoria (100 euro per prestiti fino da 5 mila euro a 15 mila euro; 150 euro per finanziamenti superiori e fino a 50 mila euro). Risultano dunque a carico di Inarcassa tutte le spese della quota interessi alla scadenza di ciascuna rata, le spese di incasso delle rate e quelle di istruttoria.

Come presentare domanda dei finanziamenti Inarcassa entro il 31 marzo 2022?

La scadenza delle domande dei finanziamenti Inarcassa per architetti e ingegneri è prevista per il 31 marzo 2022. Gli interessati devono presentare velocemente la domanda perché la Banca Popolare di Sondrio lavora le istanze in base all’ordine cronologico di arrivo e nei limiti delle risorse stanziate e residue. Per presentare la domanda è necessario entrare nell’area personale del portale Inarcassa on line, accedere con le proprie credenziali e andare nella sezione “Servizi finanziari e assicurativi”. Successivamente, l’iscritto può cliccare sul link che porta al sito della Banca Popolare di Sondrio dove sono disponibili tutte le istruzioni per la domanda dei finanziamenti e il modello stesso dell’istanza.

Apertura di credito in conto corrente: cos’è, quanto costa e cosa c’è da sapere

L’apertura di credito in conto corrente consiste in un fido concesso dalla banca fino a un importo massimo prestabilito. Lo strumento, chiamato anche “scoperto di conto”, può essere a tempo determinato o indeterminato. Si tratta, essenzialmente, di una forma di credito che il correntista può utilizzare nei momenti in cui abbia bisogno di liquidità. Si può verificare, infatti, per il ritardo nell’avere dei pagamenti, oppure in periodi in cui si sommano più scadenze. Ma anche per una generica necessità momentanea di denaro.

Apertura credito in conto corrente, come funziona e quando è sconsigliata

È importante premettere che l’apertura di credito in conto corrente consiste in uno strumento utilizzabile per necessità momentanee di denaro. Al correntista è pertanto sconsigliato di utilizzare questa formula per finanziare delle attività in modo permanente. In questo caso il costo sarebbe sicuramente elevato, molto di più rispetto ad altri strumenti di finanziamento. Per ottenere il fido il richiedente deve avere un conto corrente. Su questo strumento di credito la banca chiede delle commissioni e il pagamento degli interessi. Il tasso di interesse applicato dalla banca è riportato nel contratto con il quale si è aperto il conto corrente stesso. Inoltre, il tasso di interesse viene applicato sulle somme effettivamente utilizzate.

Chi può chiedere l’apertura di credito in conto corrente?

Per ottenere l’apertura di credito in conto corrente è necessario che il cliente della banca non sia stato protestato e non abbia pagato in ritardo le rate di altri finanziamenti. Inoltre, la richiesta deve avvenire per un importo che sia proporzionale alle capacità di rimborso da parte del cliente stesso. Per dimostrare la “capacità di rimborso” è necessario presentare un reddito documentabile o una fidejussione. Inoltre, a garanzia del credito ottenuto, sono possibili le formule:

  • garanzia personale di un terzo;
  • polizza assicurativa o pegno;
  • ipoteca sui beni reali.

Chiedere più volte l’apertura del credito in conto corrente: quando la banca dice ‘sì’

Nel momento in cui si restituisce tutta la somma ottenuta dall’apertura di credito in conto corrente è possibile ottenere altre linee di credito. Tuttavia, con le nuove formule proposte dalle banche, è possibile utilizzare lo stesso credito ottenuto anche per importi parziali, andando a ricostituire il credito man mano che si pagano le rate.

Quanto costa l’apertura del credito in conto corrente?

Sull’apertura di credito in conto corrente il costo principale è costituito per buona parte dagli interessi passivi sull’importo utilizzato. Oltre agli interessi a debito, la banca applica una commissione che la ricompensa del servizio offerto e dalla messa a disposizione della linea di credito della quale il cliente può in ogni momento disporre. La commissione che prende la banca è calcolata sull’ammontare del credito e sulla durata del finanziamento. Di solito viene comunicata dalla banca ma non può superare lo 0,5% dell’importo del fido per trimestre. Nel caso in cui il cliente provveda all’estinzione anticipata del debito, la commissione deve essere restituita per la parte non maturata.

Costo dell’apertura di credito in conto corrente e flessibilità di utilizzo

In genere, il costo dell’apertura del credito in conto corrente può ricalcare quello del Tasso annuo effettivo globale (Taeg). Questo tasso comprende il costo del finanziamento che dipende dalla somma messa a disposizione dalla banca, dal tasso di interesse e dalla commissione applicata. Rispetto ad altre formule di finanziamento, il Taeg può essere più elevato. Questo dipende dal fatto che il finanziamento concesso mediante l’apertura di credito in conto corrente sia estremamente flessibile. Il cliente ha la possibilità di utilizzare tutta o una parte del credito a sua disposizione e, per ogni utilizzo del credito all’interno dell’importo del fido, non c’è bisogno che presenti ulteriori domande.

Rischi nell’apertura di credito in conto corrente: pagare le rate, interessi e commissioni

Quali rischi si possono correre con l’apertura di credito in conto corrente? Innanzitutto, è necessario controllare sempre i rimborsi effettuati per non incorrere in ulteriori costi. Dunque, è consigliabile dare un’occhiata sempre alla situazione della linea di credito prima di effettuare nuove operazioni a debito. Nel caso in cui il correntista utilizzi una somma maggiore del fido concesso (sconfinamento) può essere prevista l’applicazione della Commissione di Istruttoria Veloce (Civ). In questo caso, la banca recupera i costi mediamente sostenuti per l’attività di istruttoria.

Si può chiedere l’apertura di credito in conto corrente se si hanno già in corso altri finanziamenti?

Quando si chiede alla banca l’apertura di credito in conto corrente si prende un impegno in quanto si tratta di un finanziamento. Dunque, la richiesta del fido comporta il rimborso delle rate, oltre all’applicazione degli interessi e delle commissioni. Chi ha già dei finanziamenti potrebbe non riceverne ulteriori. Infatti, i finanziamenti vengono registrati su diverse banche dati relativi al credito, tra le quali la Centrale dei rischi della Banca d’Italia.

Quali informazioni ottenere prima di chiedere l’apertura di credito in conto corrente?

Trattandosi di una linea di credito che ha dei costi e che va rimborsata, il consiglio è quello di utilizzare l’apertura di credito solo per le situazioni nelle quali si ha davvero bisogno di liquidità. Sono sconsigliati, pertanto, i pagamenti ordinari. Si può tuttavia fare un confronto sui costi e sulle condizioni applicate dalle banche sulle aperture di credito in conto corrente. In particolare, è utile leggere tutte le condizioni applicate sui fogli informativi. Se la richiesta viene fatta alla propria banca, le informazioni sono reperibili nel foglio informativo del conto corrente. Se delle informazioni non sono chiare, la banca è tenuta a fornirle prima che il cliente firmi qualsiasi contratto di finanziamento.

Mutui, a cosa prestare attenzione nella scelta: l’informativa precontrattuale

Chiedere un mutuo per acquistare una casa rappresenta un passo importante che merita la giusta attenzione già dalla fase precontrattuale. Tuttavia, anche nel corso del pagamento delle rate del mutuo, chi l’ha contratto dovrebbe dedicare del tempo agli aggiornamenti del mercato dei mutui. È sempre possibile, infatti, surrogare il mutuo fatto con uno nuovo cercando di risparmiare sulla spesa dell’investimento. E comunque, nella scelta del mutuo a tasso variabile o misto, l’oscillazione dei tassi va a incidere nella rata del mutuo stesso.

Scelta del mutuo più conveniente, perché non bisogna fermarsi al tasso di interesse

Tuttavia, chi sta cercando un mutuo per l’acquisto della casa pone l’attenzione soprattutto sul tasso, che può essere fisso o variabile. E il dubbio che ci si pone normalmente è quello relativo all’opportunità di optare per una rata costante assicurata dal tasso fisso o avere la possibilità di risparmiare sulla rata con un tasso variabile. Quest’ultima scelta pone il soggetto comunque all’incertezza futura.

La scelta del mutuo è uguale per tutti?

È bene chiarire che non esiste una regola che vada bene per tutti i compratori e per tutti i sottoscrittori di un mutuo. Ogni soggetto interessato a stipulare un finanziamento ha le proprie esigenze e deve fare i conti con le proprie disponibilità. Ma è importante giungere a una scelta consapevole, cioè dopo essersi informati su tutte le condizioni contrattuali.

Idee chiare sul mutuo da contrarre: le informazioni precontrattuali

Nella scelta del mutuo è indispensabile dunque comprendere tutte le informazioni precontrattuali. Nella richiesta alla banca è utile chiedere tutto ciò che non si è compreso bene, senza porsi problemi. I timori di chi è deciso a chiedere un mutuo devono trasformarsi in opportune delucidazioni. Avere le idee chiare permette anche di poter confrontare adeguatamente tra le tante offerte di mutui proposti dalle banche.

Informazioni sul mutuo, perché è utile non fermarsi solo al Tan?

A tal proposito, le informazioni che bisogna reperire non devono fermarsi al solo Tan, ovvero il tasso annuale nominale (o tasso di interesse puro) del finanziamento. Il Tan, infatti, non comprende le commissioni e le spese. Pertanto, non esprime in maniera complessiva quello che sarà il costo del mutuo e dunque della rata periodica.

Scelta dei mutui, verificare qual è il Taeg

Più utile della conoscenza del Tan nella richiesta del mutuo è il Taeg, ovvero il tasso annuo effettivo globale di interesse. La percentuale del Taeg infatti comprende tutte le spese obbligatore per poter aprire e pagare un mutuo. Proprio a questo scopo è fondamentale prendere visione di tutta l’informativa precontrattuale che si riceve dalla banca. Ma anche all’interno dell’informativa stessa, ci sono dei punti che è necessario tenere sotto osservazione per confrontare l’offerta con le altre proposte di mutuo di altri istituti.

Informativa precontrattuale: la tipologia di mutuo

In primo luogo, dunque, è importante verificare le caratteristiche principali del contratto del mutuo. Ci si riferisce alle informazioni generali del finanziamento: il tipo di tasso applicato, come si articolano i periodi se si sceglie un mutuo a tasso fisso oppure uno a tasso variabile o, ancora, se si opta per una soluzione mista. In questa parte è indicato anche il valore del bene posto a ipoteca.

Mutui, sezione dell’informativa precontrattuale: i tassi di interesse

Dopo aver letto attentamente le caratteristiche del mutuo, per i tassi di interesse è presente una sezione apposita. In particolare, per chi è interessato al mutuo a tasso variabile, nella sezione si spiegano le modalità di oscillazione dei tassi. Sempre qui è possibile trovare tutte le informazioni relative alle spese che compongono il Taeg. Tra queste è possibile distinguere:

  • le spese una tantum;
  • quelle periodiche che sono comprese nella rata del mutuo;
  • le spese che non sono incluse nella rata periodica.

Nella sezione sono indicati anche gli importi delle spese, il destinatario dei pagamenti e le relative scadenze. Tra le spese rientrano anche quelle inerenti le polizze obbligatorie.

Importo delle rate nei mutui

L’importo delle rate del mutuo da pagare periodicamente ha una sezione a parte. Se si stipula un mutuo a tasso fisso, la sezione è piuttosto semplice. Infatti, le informazioni comprendono la quota capitale e quella degli interessi. Diverso è il discorso se si sceglie un mutuo a tasso variabile o a tasso misto.

Mutui, informazioni precontrattuali sui tassi variabili e misti

Infatti, in questi ultimi due casi, nelle informazioni è compresa la rata massima da pagare. Ma anche se è previsto un tetto alla rata stessa. Trattandosi di un costo variabile, l’informativa deve contenere quali potrebbero essere gli scenari futuri. E, per il cliente, l’informazione più importante della sezione è quella relativa allo scenario peggiore che si sia verificato nei venti anni precedenti.

Scelta del mutuo più conveniente, la sezione degli obblighi supplementari

Ulteriori attenzioni devono essere dedicate nella scelta del mutuo e nella lettura delle informative precontrattuali alla sezione degli obblighi supplementari. Nella sezione sono indicati:

  • il costo delle polizze obbligatorie per arrivare a sottoscrivere il contratto di mutuo (polizza per scoppio e incendio);
  • la possibilità di sottoscrivere servizi supplementari da soggetti terzi a scelta del richiedente. In questo caso la banca può porre dei limiti minimi.

È importante sottolineare che se la banca propone una polizza tramite una compagnia convenzionata, deve proporre al richiedente il mutuo anche altre 2 soluzioni alternative tramite preventivo. Tra i costi della polizza, la banca inoltre deve indicare anche le eventuali commissioni che percepisce.

Buoni fruttiferi postali per minori: sono convenienti?

L’università, la scuola, il master, un’attività, una casa: genitori e parenti in genere vogliono sempre dare il massimo ai piccoli di casa e proprio per questo spesso pensano fin dalla tenera età a investimenti per il loro futuro. Tra gli strumenti apprezzati ci sono sicuramente i buoni fruttiferi postali per minori, ma di cosa si tratta e cosa sono?

Cosa sono i buoni fruttiferi postali per minori?

I Buoni Fruttiferi per minori sono uno strumento di investimento a cui gli italiani hanno dimostrato di essere molto affezionati, anche se in passato sicuramente lo erano di più. A molte famiglie negli anni Ottanta e Novanta hanno consentito di creare dei veri tesoretti e proprio per questo hanno costituito regali per nascite, battesimi, comunioni, festività varie e cerimonie. Oggi non hanno lo stesso successo del passato soprattutto perché i tassi di interesse sono molto bassi, ma le persone dimostrano di esservi ancora molto affezionate, proprio per questo continuano a comprarli.

Oggi i Buoni Fruttiferi per minori possono essere sottoscritti in favore di tutti i minori da 0 a 16 anni e 6 mesi, li emette Cassa Depositi e Prestiti e sono collocati sul mercato da Poste Italiane. Possono avere tagli a partire da 50 euro e multipli. Il buono fruttifero per minori può essere sottoscritto senza alcun onere e senza dover avere altri prodotti finanziari, quindi non occorre avere un conto corrente o un libretto di risparmio postale.

Come sono calcolati gli interessi sui buoni per minori?

Il tasso di interesse che si matura dipende da quanto tempo manca al minore per il compimento del diciottesimo anno di vita. In particolare, prima si sottoscrive il buono e maggiori saranno gli interessi che possono maturare. L’interesse massimo è del 2,50%, ma per ottenerlo è necessario sottoscrivere il buono alla nascita e poi riscuoterlo al compimento del diciottesimo anno di vita del ragazzo. Più passa il tempo e minori sono i tassi di interesse maturati. Ad esempio se stipulo oggi un buono per un neonato del valore di 500 euro, al compimento del diciottesimo anno di età avrà un rimborso di 742,05 euro.

Se invece sottoscrivo oggi un buono fruttifero per minori dello stesso valore, ma per un bambino di due anni di età, potrà riscuotere 739, 26 euro. Si può notare che la differenza è poca. Se invece il bambino ha 4 anni, quindi è nato nel 2017, gli importi maturati saranno 659,15 euro. Man mano gli importi quindi diminuiscono anche perché si riduce il termine temporale di investimento. Gli importi che abbiamo visto sono netti. Deve essere ricordato che sugli interessi maturati si dovrà pagare un’imposta pari al 12,50%, inoltre nel caso in cui il valore superi i 5.000 euro, sarà necessario versare l’imposta di bollo.

I buoni fruttiferi postali per minori possono essere riscossi anche prima, ma naturalmente vi è una perdita netta di interessi, inoltre sarà necessario avere un’autorizzazione del giudice tutelare che darà la stessa solo nel caso in cui ritenga che la riscossione in anticipo risponda a un’esigenza del minore.

Documenti necessari

Per poter sottoscrivere un buono fruttifero per minori è necessario avere con sé:

  • il certificato di nascita del minore (in alternativa il passaporto o la carta di identità) e il suo codice fiscale o tessera sanitaria;
  • codice fiscale del richiedente (genitore, nonno o chiunque voglia fare questo regalo);
  • carta di identità o altro documento di riconoscimento in corso di validità del richiedente.

I buoni fruttiferi postali per minori possono essere sottoscritti presso un qualunque ufficio postale oppure da web o App in questo caso è però necessario avere il Libretto Minori. Può essere sottoscritto un buono cartaceo o dematerializzato, in caso di buoni dematerializzati sarà possibile anche la riscossione per frazioni e non dell’interno montante, ma il taglio minimo di riscossione è 50 euro.

Conviene sottoscrivere buoni fruttiferi postali per minori?

La domanda non è affatto ovvia, infatti i tassi di interesse risultano essere bassi, ma di fatto sono più alti rispetto a tante altre forme di investimento e tra quelle i buoni ordinari di Poste Italiane (1,33% lordo e 0,81% netto) e di conseguenza se l’opzione è scegliere tra questi due strumenti, sicuramente conviene di più stipulare i buoni fruttiferi per minori.

Attualmente il panorama degli investimenti è  variegato, infatti si possono acquistare azioni ( da non intestare a minori) che potrebbero avere rendimenti migliori, ma a questi corrisponde comunque un rischio di perdita più elevato, mentre i buoni sono garantiti dallo Stato, di fatto il capitale e piccoli interessi non si perdono. Tra le note positive vi è il fatto che si possono sottoscrivere anche tagli molto piccoli, questo vuol dire che anche il nonno che un mese riesce a risparmiare 50 euro sulla pensione può contribuire a creare un fondo che potrà essere utile in futuro per i più piccoli.

Un’ultima informazione è necessaria: in passato vi era l’abitudine di acquistare buoni postali e intestarli a un minore e a un maggiorenne. Dal 5 ottobre 2003 questa pratica è vietata e di conseguenza l’unica strada per intestare i buoni ai minori, è scegliere questi prodotti postali.

Se vuoi saperne di più sulla disciplina dei buoni fruttiferi postali cointestati leggi l’articolo: Buoni fruttiferi postali cointestati: cosa succede in caso di morte

Reggio Calabria: sostegno alle aziende

Sostenere le aziende e i futuri imprenditori che hanno difficoltà di accesso al credito ordinario, ovvero non bancabili, in questa fase di calo di fatturati e di stretta creditizia: è l’obiettivo del programma microcredito della Camera di Commercio di Reggio Calabria che ha stanziato 200mila euro, creando un fondo per garantire finanziamenti agevolati per un totale di 400mila euro.

Il programma camerale, operativo dal 2010, ha avuto un ottimo riscontro sul territorio reggino.

Il microcredito è rivolto a soggetti in difficoltà economica, e non bancabili, che desiderano creare o far crescere la propria impresa: persone fisiche, singole o in gruppo, e microimprese (ditte individuali, cooperative, società di persone) con sede legale e/o operativa nella provincia di Reggio. I microimprenditori interessati devono far domanda alla Camera di Commercio che, valutata la fattibilità del progetto, segnalerà i soggetti selezionati alla Banca Etica. Concesso il prestito, la Camera sosterrà la loro idea con un fondo di garanzia e un fondo per abbattere il tasso di interesse. Il finanziamento va da un minimo di 5mila a un massimo di 25mila euro e può essere dilazionato fino a 84 mesi. Non bisogna sostenere spese per la richiesta né per l’istruttoria e l’avvio della pratica, né per l’estinzione anticipata se effettuata dopo un anno dalla concessione. Deve essere restituito con rate mensili posticipate.

«Questo meccanismo di restituzione del prestito crea una sorta di fondo rotativo che si alimenta automaticamente e consente ad altri aspiranti imprenditori di accedere alla misura. In un momento in cui le banche sono poco propense a dare fiducia al mercato, la Camera di Commercio di Reggio Calabria riafferma e consolida la propria natura sociale di Ente che opera sul territorio a fianco delle aziende e che investe ingenti capitali per sostenere il loro mercato» ha dichiarato Lucio Dattola, presidente della Camera reggina.

È previsto un percorso di assistenza per verificare la sostenibilità dell’idea di impresa e la fattibilità del piano di restituzione del prestito, e per presentare la domanda e tutta la documentazione necessaria. Il bando integrale e la domanda sono reperibili sul sito della Camera di Commercio di Reggio Calabria.

Oltre al microcredito la Camera di Commercio ha attivato anche altre azioni per sostenere concretamente le imprese. Ha messo a disposizione un fondo di 400mila europer abbattere i tassi di interesse e, grazie all’accordo camerale con la Banca Popolare del Mezzogiorno, le neoimprese e le microimprese attive in provincia possono accedere a finanziamenti fino a 30mila euro con un abbattimento del tasso di interesse pari al 2% (elevato al 3% nel caso di nuove imprese, giovanili, femminili, innovative). Le domande vanno presentate alla Camera di Commercio, dopo la concessione del finanziamento da parte dell’istituto bancario.

Fonte: camcom.gov.it