Monza e Brianza: nuovi itinerari di tour operator internazionali

Un educational tour alla scoperta delle bellezze e degli attrattori turistici del territorio brianzolo: oggi 22 tour operator internazionali, dal Giappone agli Stati Uniti e dai principali Paesi europei, hanno scoperto Monza attraverso un itinerario che ha toccato diverse eccellenze tra cui il Duomo con la cappella degli Zavattari.

L’iniziativa, promossa dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con la DG Turismo di Regione Lombardia, con l’obiettivo di valorizzare l’offerta turistica monzese, si inserisce all’interno del programma Educational Tour “Città e siti Unesco di Lombardia” e segue il “Press Trip Green Lombardy”, tenutosi lo scorso 10 febbraio, grazie al quale una decina di tour operator internazionali, provenienti dai Paesi scandinavi, Germania, Portogallo e Spagna, hanno potuto apprezzare l’itinerario turistico “verde” della Brianza, con una speciale visita guidata al parco di Monza. E il turismo green rappresenta per Monza e Brianza il 27,7% dei flussi turistici del territorio, dato superiore alla media lombarda che si attesta al 22,5%. Prima di Monza troviamo le province “dei laghi” (Varese, Como e Lecco) e Cremona.

Il 78,9% delle strutture ricettive di Monza e Brianza ha un approccio eco-compatibile, attraverso azioni di sensibilizzazione ambientale, capaci di attrarre il turista green, motivato in primo luogo dalla curiosità per un posto mai visto (22,4%), seguito dalle bellezze naturali (21,2%) e dal desiderio di relax (19,2%). Decisivo anche il fattore sport: il 17,2% dei turisti green è mosso dalla possibilità di praticare attività sportive possibilmente all’aria aperta.

Monza e Brianza detiene anche il primato per le pratiche eco-sostenibili di certificazione ambientale (19,2%), contro una media lombarda di 6,3%. È quanto emerge dall’Osservatorio turistico regionale Isnart-Unioncamere Lombardia.“Il territorio di Monza e della Brianza – ha dichiarato Giuseppe Meregalli, Vicepresidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – presenta un’eterogenea offerta turistica che contempla elementi architettonici di assoluta riconoscibilità internazionale come la Villa Reale, l’Autodromo e il Duomo insieme a bellezze paesaggistiche straordinarie come il Parco di Monza e campi da golf unitamente a specialità enogastronomiche tipiche della tradizione brianzola.

Si tratta di una pluralità di eccellenze che certamente può incontrare il gusto e l’interesse di un turista, attraverso un mix di prodotti e percorsi turistici.”

Fonte: camcom.gov.it

Moda, Milano veste l’Europa

Scatta oggi l’ennesima edizione di Milano Moda Donna e, ora più che mai, la Lombardia si conferma la regione che, nel vero senso della parola, veste l’Europa. È infatti prima con circa 28mila imprese nei settori abbigliamento, tessile e moda, il 6,2% del totale continentale; una cifra che la mette al pari di interi Paesi, tanto che in una classifica nazionale si posizionerebbe al sesto posto, dopo Italia, Francia, Polonia, Spagna, Portogallo. In Italia ha sede un’impresa su tre di quelle europee del settore: circa 140mila su 450mila. Sono numeri che emergono da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Eurostat 2010 su oltre 200 regioni europee.

Per lo shopping al femminile, solo New York risulta più conveniente di Milano, mentre Parigi risulta sullo stesso livello (596 euro). Più costose le altre città: in Europa si passa ai 688 euro di Londra, ai 727 euro di Berlino e ai 788 euro di Madrid.

E vale un miliardo all’anno l’indotto dal turismo per shopping a Milano, grazie a una competitività sui prezzi e sulla qualità che paga.

L’intero comparto della moda e del design (che comprende l’industria del tessile, dell’abbigliamento, concerie, gioielleria e bigiotteria, commercio al dettaglio di abbigliamento, studi di architetti e attività di design legato alla moda) è costituito a Milano e provincia da quasi 15mila imprese, pari al 4,7% del totale nazionale. Il solo settore “industriale” della moda a Milano è costituito da 495 imprese di gioielleria, 270 di bigiotteria, 1.031 di industria tessile, 2.649 di articoli di abbigliamento, 971 di pelletteria.

Il settore del commercio al dettaglio arriva a 3.383 negozi di abbigliamento, 774 di calzature, 2.600 di ambulanti. Se si considerano gli studi di architetti (e ingegneri) e quelli di design, il peso di Milano sul dato nazionale cresce ancora di più: a Milano e provincia ci sono quasi 1.700 studi di architetti e tecnici (il 13,3% del totale italiano) e circa 550 attività di design, oltre una su 8 in Italia.

Laura LESEVRE

Milano: la Lombardia veste l’Europa

La Lombardia veste l’Europa, prima con circa 28 mila imprese nei settori abbigliamento, tessile e moda, il  6,2% del totale continentale, al pari di interi Paesi (in una classifica nazionale si posizionerebbe al sesto posto, dopo Italia, Francia, Polonia, Spagna, Portogallo). In Italia ha sede ben un’impresa su tre di quelle europee del settore (circa 140 mila su 450 mila). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Eurostat 2010, appena diffusi, su oltre 200 regioni europee.

Vestirsi a Milano (di marca) conviene, per la solo New York più conveniente. Una spesa da 626 euro da capo ai piedi per la donna.  Solo New York risulta più conveniente di Milano, mentre Parigi risulta sullo stesso livello (596 euro). Decisamente più costose le altre città: in Europa si passa ai 688 euro di Londra, ai 727 euro di Berlino e ai 788 euro di Madrid (elaborazione della Camera di Commercio di Milano sugli ultimi dati disponibili di statistiche internazionali prezzi relative al 2011, capi considerati: abito, scarpe, cardigan e collant).

Un miliardo l’indotto dal turismo per shopping a  Milano. Una competitività sui prezzi e sulla qualità di Milano che paga: all’anno, il giro di affari prodotto dal turismo per shopping nel capoluogo lombardo si aggira su 1 miliardo di euro. I dati emergono dalla ricerca “Shopping a Milano” della Camera di Commercio di Milano in collaborazione con IULM.

“La moda per Milano e per L’Italia – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano – rappresenta un elemento di attrattività internazionale sul quale occorre investire con una “logica di sistema”, per rafforzare la competitività delle nostre imprese e del nostro territorio.  Le attività imprenditoriali diffuse svolgono anche un ruolo importante per l’immagine e la competitività in Europa e un fattore rilevante di attrazione anche turistica”.
In allegato il comunicato completo.

Fonte: camcom.gov.it

Le assunzioni vanno a mille, anzi a 100mila

Una nuova assunzione su 3 è rivolta agli under 30 e sempre una su 3 sarà a tempo indeterminato. Nei prossimi 3 mesi sono oltre 100mila le imprese italiane che prevedono di siglare nuovi contratti di assunzione. Si tratta in tutto di circa 152mila nuove assunzioni, tra industria (34%) e servizi (66%), anche se i più ricettivi si confermano i settori del turismo (13,5%) e dei servizi operativi (7,8%).

Unico dato negativo, sono sempre le quote rose a faticare a trovare posto nell’industria in Italia: solo nel 9% dei casi è preferita una donna.

Le stime sulle assunzioni sono state elaborate dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, basandosi sui dati Sistema Informativo Excelsior e Registro Imprese.

Restringendo lo sguardo al solo territorio lombardo, nei primi tre mesi del 2012 saranno 28mila le nuove assunzioni, ripartite tra industria (32,6%) e servizi (67,4%). Nella pianura padana sono i servizi avanzati (12,1%) e i servizi alla persona (12,8%) i settori più ricettivi in assoluto.

Nella sola provincia di Monza e Brianza le nuove assunzioni saranno invece circa 1.500, suddivise tra settore della metalmeccanica (21,8%) e dell’elettronica. Il trend positivo riguarda il numero di giovani neoassunti nella provincia di Monza e Brianza: sono circa 35,6%, dato di gran lunga superiore alla media nazionale.

E proprio per questo la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha dato vita a ‘Bando Obiettivo Occupazione – edizione 2012′, stanziando 500mila euro per contributi a fondo perduto destinati a favorire l’incremento dell’occupazione nelle piccole e medie imprese di tutti i settori economici del territorio.

Ecco i requisiti per accedere alla domanda di finanziamento: le imprese di Monza e Brianza dovranno testimoniare che tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2012 hanno attuato uno dei seguenti interventi

  • assumere a tempo indeterminato lavoratori disoccupati, in mobilità e di prima occupazione
  • trasformare contratti da tempo determinato in contratti a tempo indeterminato
  • assumere lavoratori con contratto di apprendistato

Ciascuna impresa può potrà beneficiare del contributo per un solo intervento o per l’assunzione di un solo lavoratore. Le domande dovranno essere presentate entro il 30 giugno 2012 (o fino a esaurimento risorse). Per ulteriori informazioni o per scaricare la domanda d’adesione è possibile consultare il sito www.mb.camcom.it o inviare un email a sviluppoimpresa@mb.camcom.it.

Al turismo servono regole elastiche

di Vera MORETTI

L’Italia continua a piacere ai turisti, nostrani e non, e anche il 2011, nonostante le previsioni pessimistiche, dovute anche alle condizioni climatiche spesso avverse, si è concluso in positivo.

Con un incoraggiante +2,3%, quindi, si riparte con l’anno nuovo, sperando di migliorare ulteriormente e vedere aumentare ancora il numero di turisti stranieri, l’anno scorso in forte ripresa.
Infatti, il 2,3% rappresenta una media tra il timido +0,3 degli italiani e l’ottimo +5,3 degli stranieri, che hanno contribuito a fare dell’azienda turistica italiana un settore fortemente competitivo.

L’andamento positivo è stato certamente determinato, oltre che dalle attrattive del Belpaese, anche dai prezzi, dal momento che sono stati “ritoccati” solo dell’1,8% rispetto all’anno precedente.

E non solo i turisti sono soddisfatti, perché anche i lavoratori possono sorridere, a fronte di una variazione negativa solo dello 0,3% che, confrontato con altri settori, rappresenta un risultato di tutto rispetto ma che, soprattutto, confrontato con il -4,7% del 2009 e il -2,4% del 2010, fa ben sperare per il 2012 appena cominciato.

Questi dati, inoltre, rappresentano un significato ancora più importante se confrontati con quelli dell’industria: tra il 2000 e il 2010 l’occupazione nel turismo è crescita del +28.9% mentre nell’industria ha registrato un eloquente -7.8%.

Ad impensierire, come ha confermato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, è “il varo della manovra ‘salva-Italia’, manovra che produrrà, tra IMU ed aumento dell’IVA, un aggravio fiscale quantificabile per il solo 2012 in quasi 600 milioni di euro, ai quali andranno aggiunte le concessioni demaniali e la mina dell’imposta di soggiorno che, a macchia di leopardo e senza una quantificazione omogenea, finirà inevitabilmente, col creare forme di disparità tariffaria e di concorrenza sleale.”

L’appoggio da parte di Federalberghi al Governo Monti e al Ministro del Turismo Piero Gnudi rimane immutato, ma si chiede di applicare “regole elastiche nel mercato del lavoro, soprattutto per le località stagionali“.

Raggiunta intesa per la detassazione nelle Marche

di Vera MORETTI

E’ stata raggiunta un’intesa per la detassazione dei salari per migliaia di dipendenti che operano nel settore del Turismo e del Terziario nelle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.

Tale accordo è stato sottoscritto da Confcommercio Imprese per l’Italia Marche, Federalberghi Marche, Fipe provincia di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali regionali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil Marche.
Ciò porterà, dunque, buste paga più consistenti per chi lavora in un comparto di assoluta rilevanza nella regione delle Marche.

A questo proposito, Massimiliano Polacco, Coordinatore Confcommercio Imprese per l’Italia Marche, ha affermato: “Si tratta di un accordo che porta positività e un po’ di ottimismo a ridosso del nuovo anno. Il 2012 si preannuncia come un anno di grande complessità e problematicità, iniziarlo con un’ intesa che è in grado di incrementare il potere di acquisto delle famiglie senza aumentare il costo del lavoro aziendale, è certamente un buon primo passo“.

La firma dell’accordo garantisce l’attivazione, indipendentemente dal contratto collettivo applicato, del meccanismo di detassazione e si configura come un’imposta sostitutiva al 10%.

Il ricorso a tale aliquota, sulle componenti accessorie della retribuzione, scatta a fronte di incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa, in relazione a risultati riferibili all’andamento economico o agli utili dell’impresa o ad ogni altro elemento in grado di migliorare la competitività aziendale.

1 italiano su 10 andrà in vacanza a Natale

Quasi un italiano su dieci sarà in viaggio durante le vacanze per le feste 2011, per una spesa media pro capite di circa 650 euro. Un italiano su sette tra quelli in viaggio si concederà, invece, una vacanza più dispendiosa dal costo superiore ai 1.000 euro.

Tra gli italiani che vanno in vacanza, all’estero o tornando nel luogo di origine per passare il Natale in famiglia, il 67,9% ha scelto come meta l’Italia (71,4% per i romani) mentre un viaggiatore su quindici passerà le feste in una capitale europea o straniera e circa il 4% festeggerà in una località di mare tra Carabi e Brasile. Un italiano su undici, invece, deciderà dove trascorrere le feste solo all’ultimo minuto, confidando magari nelle occasioni last- minute. Quest’anno sotto l’albero, quasi un italiano su cinque (19,5%) vorrebbe ricevere un viaggio verso una capitale europea o internazionale anche se i napoletani sognano soprattutto la crociera (21,7%) e i romani una destinazione da mare d’inverno (16,5%). E l’8,2% dei milanesi vorrebbe fare l’esploratore in posti esotici, anche rischiosi.

“Per le vacanze delle feste si scelgono in prevalenza mete italiane o capitali europee rimanendo nella tradizione e contenendo i costi– ha dichiarato Luigi Maderna, presidente Fiavet Lombardia, Associazione regionale delle agenzie di viaggio aderente all’Unione Confcommercio di Milano –. Si sogna anche una crociera o un bel trattamento al centro benessere. La novità di quest’anno è poi il Capodanno nei casali ristrutturati della Toscana”.

Laura LESEVRE

Addio “ponti primaverili”. Turismo a rischio

Il recente annuncio del governo di voler cancellare i ponti del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno spaventa le associazioni di categoria del settore turistico. “Siamo assolutamente consapevoli del momento di difficoltà dell’economia italiana – interviene il Presidente di Assoturismo Claudio Albonetti – proprio per questo, però, ci stiamo interrogando se l’abolizione dei ponti primaverili vada nella direzione giusta, infatti con questa manovra si acquisterebbero 3 giorni di produttività ma si perderebbero ben 12 giorni di lavoro per l’industria del turismo. Non stiamo parlando solo di albergatori, ma della ristorazione, del commercio, dell’agroalimentare cioè di tutta la filiera del turismo, filiera in cui sono ben presenti lavoratori come in tutti gli altri settori economici. Per questo ci chiediamo se non sia il caso di fare una riflessione e di rendersi conto che questa medicina potrebbe produrre più danni che benefici. Con la soppressione dei ponti primaverili, continua Albonetti, si farà un grave danno all’economia turistica e nazionale, se poi a tutto questo aggiungiamo la tassa di soggiorno, l’incubo Bolkestein e non si mette mano alla riduzione dell’IVA sul turismo, mettendo così le nostre imprese turistiche in grado di competere con la concorrenza estera, rischiamo di assestare al nostro turismo un colpo gravissimo. Chiediamo pertanto al Ministro del Turismo di intervenire energicamente per salvaguardare il settore, ivi incluse quelle imprese stagionali che in questo momento stanno vivendo un periodo estremamente critico“.

Più positivo il presidente di Asshotel, Filippo Donati che apprezza il fatto che le vacanze siano detraibili dal reddito secondo la nuova manovra finanziaria. Manca però spinta propositiva e un reale clima di serena crescita. Chissà se la manovra dal canto suo riuscirà a dare un influsso positivo al settore turistico. Noi lo speriamo vivamente.

Case vacanza: uscire dagli schemi per attirare turisti

Gruppo Immobiliare.it ha evidenziato, analizzando i dati ricavati dal sito CaseVacanza.it, che sempre più italiani scelgono di fare le loro ferie in una casa presa in affitto. Ciò che più colpisce è che se l’aumento degli italiani che affittano case vacanze è del 15%, considerando chi cerca offerte fuori dagli schemi sale addirittura al 44%.

Si tratta di un elevato spirito imprenditoriale quello che muove migliaia di proprietari di casa vacanze che hanno intuito l’importanza della differenziazione per raggiungere nuovi target e attirare gente anche in zone a limitata vocazione turistica.

A Lazise, in provincia di Verona, si può scegliere di soggiornare in un appartamento ricavato in una corte settecentesca appena ristrutturata. In provincia di Arezzo si può andare a fare le vacanze in una suite totalmente indipendente in un mulino del 1600 o, se suite e mulini non fanno per voi, in una splendida villa costruita sulle rovine di un antico convento.

Ma c’è posto anche per un appartamento in affitto all’interno di un parco botanico, la casa colonica del 1800 restaurata da un gruppo di giovani artisti che hanno realizzato alcuni appartamenti a tema, le fattorie biologiche che offrono anche corsi di mungitura.

Presenze negli stabilimenti balneari in calo a luglio

Secondo il Sindacato Italiano Balneari (Sib) l’andamento delle presenze negli stabilimenti marittimi italiani non sarebbe stato positivo per il mese di luglio. La situazione peggiore si sarebbe registrata in Liguria. Riccardo Borgo, Presidente del Sindacato sottolinea: “Continua a luglio il segno negativo negli stabilimenti balneari, in Liguria abbiamo registrato meno 25% di presenze sulle spiagge e nei consumi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, solo la Sicilia e la Sardegna riescono a contenere le perdite“.

Parte della colpa è da dare alle avverse condizioni meteo, ma serve comunque  “avviare un monitoraggio dettagliato su
tutti i circa 8.000 chilometri di costa della nostra Penisola individuando quei tratti di litorale su cui intervenire al più presto con opere di ripascimento e/o di consolidamento“.

Questo l’andamento per regione:

Abruzzo, Basilicata, Marche e Molise invariato; Calabria ed Emilia Romagna -10%; Campania -15% idem per il Friulia V.G.; Lazio -20%, Liguria -25%; Puglia -8%, Sardegna e Sicilia -5%; Toscana -20%; Veneto -12%.