Dai consulenti del lavoro una buona notizia: sì alle agevolazioni contributive per i contratti a termine

Anche i contratti a termine possono beneficiare di agevolazioni contributive qualora gli assunti siano lavoratori in mobilità. Lo esplicita una circolare della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nella quale si fa riferimento al “messaggio n. 32661 del 27 dicembre 2010, con cui l’Inps ha reinterpretato la materia delle agevolazioni contributive per l’impiego di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, con particolare riferimento al riconoscimento delle agevolazioni contributive previste dalla legge n.223/1991”.

Se il contratto a termine ha una durata superiore a 12 mesi (originaria o per proroga), nel corso del quale, prima dello scadere del dodicesimo mese, ci sia la trasformazione a tempo indeterminato, l’agevolazione contributiva spetterà per altri dodici mesi in aggiunta a quella già fruita. In questo caso, e con un rapporto di lavoro a tempo pieno, il datore di lavoro potrà usufruire degli ulteriori benefici previsti dalla legge n. 223/91: per ogni mensilità corrisposta sarò erogato un contributo mensile pari al 50% della indennità di mobilità che sarebbe stata corrisposta al prestatore, nel limite massimo di 12 mesi, elevati a 24 per i lavoratori di età superiore a cinquanta anni e 36 per le aree del Mezzogiorno.

Cnf e Ordini forensi: impegno comune su avvocatura e giustizia

Durante la riunione del Consiglio nazionale forense con i presidenti dei Consiglio nazionale forense e delle Unioni regionali, svoltasi nei giorni scorsi a Roma, è stato ribadito l’impegno comune tra Cnf e Ordini per un confronto costante sulle questioni relative ad avvocatura e giustizia.

La riunione ha evidenziato la grave situazione dell’avvocatura, resa ancora più acuta dalla crisi economica e dal ritardo con cui procede l’approvazione della riforma forense, dalle attività suppletive a cui provvede l’avvocatura per far funzionare la macchina della giustizia e dalla imminente applicazione dei decreti sulla mediazione. A questo proposito, i presidenti degli ordini hanno comunicato che molti presidenti dei tribunali non hanno assegnato le aule per allestire gli organismi di conciliazione, che il numero dei conciliatori è insufficiente a garantire l’immediata effettuazione del servizio e che gli organismi di conciliazione hanno difficoltà a dotarsi di copertura assicurativa; la ristrettezza dei tempi impedisce infatti di organizzare un servizio efficace e utile a smaltire la mole dei procedimenti.

Tutte ragioni oggettive che impongono una proroga dell’entrata in vigore della legge, anche se il confronto ha ribadito la necessità che la legge sia modificata per introdurre, tra l’altro, l’assistenza tecnica, la cui omissione non garantisce una adeguata tutela dei diritti con grave danno dei cittadini e del Paese, ed eliminare la obbligatorietà.

Si è anche ribadito l’impegno del Cnf, degli Ordini, delle Unioni a realizzare risultati concreti come l’immediata calendarizzazione alla Camera della riforma forense, la modifica della legge sulla mediazione, il miglioramento del testo sulle specializzazioni, il confronto continuo sulle riforme del sistema giustizia.

Roma, città sostenibile: a marzo ospita “Ecopolis”

Dal 23 al 25 marzo 2011 Roma diventa città “verde”. Alla Fiera di Roma è infatti in programma Ecopolis, evento dedicato alla sostenibilità ambientale in contesti urbani. Sono previste una parte espositiva e una parte conference. La prima è dedicata alle imprese private che presentano pratiche, processi e prodotti innovativi in materia di sostenibilità e alle amministrazioni cittadine nazionali e internazionali che attuano buone pratiche o hanno in corso progetti di miglioramento della sostenibilità urbana. I settori espositivi sono distribuiti tra energia, rifiuti, natura urbana e natura umana, urban design e ambiente costruito, mobilità, salubrità dell’ambiente, acque, governance.

Per la parte conference due le tematiche principali: “La città che mangia – Lavoro e filiere agroalimentari“, e “La città che vive – Energia e mobilità“. C’è poi la sessione “Racconti d’impresa“, dedicata alle realtà imprenditoriali che hanno fatto della sostenibilità un elemento fondamentale per la loro competitività.

L’evento è organizzato dalla Fiera di Roma in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma, con il sostegno, tra gli altri, di Retecamere e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), dell’Upi (Unione delle province italiane), della Regione Lazio, di Provincia e Comune di Roma.

Il 25 marzo, inoltre, si svolgerà la cerimonia di premiazione della quinta edizione del “Premio Impresa Ambiente“. Poi, l’Istituzione camerale interviene per favorire la partecipazione delle aziende alle varie manifestazioni fieristiche. Anche per Ecopolis dunque, la CdC mette a disposizione degli spazi espositivi per le imprese di Roma e provincia, regolarmente iscritte alla CdC e interessate a partecipare.

Il 10 febbraio 2011 è il termine ultimo per candidarsi secondo le modalità previste dall’apposito Regolamento. Tutte le informazioni sul sito dell’ente camerale capitolino sezione “Fiere” e sul sito http://www.ecopolis.fieraroma.it/

Eh no, Veltroni, non ci siamo: la tua patrimoniale è un’idea insana

di Gianni GAMBAROTTA

Non so chi sia, secondo le ultime statistiche del mensile americano Forbes sui Paperoni del mondo, l’uomo più ricco d’Italia. Forse è ancora Leonardo Del Vecchio, padrone di Luxottica, o uno dei fratelli Benetton, o l’immancabile Silvio Bersluconi, o qualcun altro, una new entry finora sconosciuta al grande pubblico.

Non importa. Chiunque sia, desidero affermare un concetto che ritengo fondamentale nella situazione politica italiana di oggi: sono contrario a qualsiasi proposta, da qualunque parte venga, che punti ad aumentare anche solo di un euro all’anno le tasse sul primo nababbo nazionale. E a scendere su tutti gli altri, compresi i detentori di risparmi per poche decine di migliaia di euro.

Dico questo dopo aver letto le cronache dell’intervento di Walter Veltroni al convegno del Lingotto nel weekend scorso. Il leader di Modem, l’unica minoranza organizzata all’interno del Pd, ha detto che fra le tante cose che farebbe se un giorno dovesse andare al governo, ce n’è una che gli sta particolarmente a cuore: una patrimoniale, sul tipo dell’eurotassa varata dal governo di Romano Prodi nel 1997, che colpisca i grandi patrimoni. “Il debito pubblico italiano – ha detto – ha raggiunto livelli insostenibili. Bisogna per tre anni tassare chi ha di più per portare quel debito a grandezze ragionevoli, attorno all’80 per cento del prodotto interno lordo contro l’attuale 120 per cento“.

Un’idea insana. Oggi una cifra vicina al 50 per cento di tutta la ricchezza prodotta dal Paese va allo Stato e al parastato sotto forma di tasse dirette e indirette e prelievi di vario tipo. Questo succede perché da decenni politici come Veltroni hanno chiesto e spinto sull’aumento delle spese pubbliche per conquistare consensi elettorali. L’Italia si basa su un gigantesco voto di scambio, che è una delle ragioni della sua arretratezza e dell’esplosione del debito pubblico.

Che questo (del debito) sia uno dei più gravi problemi italiani è fuori discussione. Ma lo si deve aggredire tagliando senza andare per il sottile la spesa pubblica, togliendo favori, elargizioni, prebende alle clientele elettorali che invece ogni politico culla amorevolmente. Aumentare le tasse, anche solo introducendo un’imposta straordinaria sulla ricchezza, non farebbe altro che fornire altro ossigeno finanziario ai partiti che lo userebbero come hanno sempre fatto, dilatando la spesa per catturare consensi al momento delle urne.

La stessa eurotassa citata da Veltroni lo prova: è servita sì a darci un salvacondotto momentaneo per entrare nell’euro, ma non ha prodotto alcun effetto sullo stock del debito che ha continuato, imperturbato, a crescere. E’ dal lato della spesa che deve essere affrontata la questione. Anche della spesa che riguarda la politica e il suo costo. Perché Veltroni non mette nel suo programma la netta riduzione degli emolumenti dei nostri parlamentari e ministri che guadagnano più dei loro colleghi tedeschi? Perché deve essere normale che una consigliera della Regione Lombardia, Nicole Minetti, divenuta famosa per le sue capacità di organizzatrice di festini con prostitute, riceva dalla Regione stessa uno stipendio da oltre 10mila euro al mese?

Sicilia, pronti 125 milioni per le imprese turistiche

La Confartigianato imprese Sicilia plaude all’iniziativa presa dall’assessore alle Attività Produttive, Marco Venturi, relativa allo sviluppo delle strutture alberghiere ed extralberghiere. Infatti proprio l’assessorato alle Attività Produttive ha promosso un bando che libererà risorse per 125 milioni di euro. “Un provvedimento importante per chi intende avviare una nuova attività ricettiva – riferisce Salvatore Puglisi, segretario regionale della Federazione – soprattutto perché punta alla riqualificazione e rivalutazione degli edifici siti nei centri storici e nelle borgate marinare. Un progetto che darà una boccata di ossigeno anche alle imprese edili e che si allinea perfettamente alle attività messe in campo dalla Confartigianato, che proprio di recente ha organizzato un importante incontro sul tema“.

Nino Ragosta

Assicurazioni, il ruolo sempre più decisivo dei broker in Italia

In Italia ci sono due figure principali che si occupano della distribuzione assicurativa, due figure di diversa natura: gli agenti e i broker assicurativi. I due attori agiscono per mandatari diversi, i primi seguono il volere di una o più imprese assicurative (grazie al Decreto Bersani è stata abolita la clausola di distribuzione esclusiva per gli agenti) e cercano di promuovere i prodotti assicurativi in modo da perseguire gli interessi dell’impresa. I broker, invece,  operano su incarico dei clienti  e prendono accordi con le imprese assicurative, ma con un’attenzione particolare agli interessi assicurativi del cliente (in questo caso il mandante).

A controllare l’operato dei broker è l’Isvap, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo. Grazie alle molte informazioni che possiede sull’attività dei broker, l’Istituto ha condotto un’indagine sull’evoluzione della distribuzione assicurativa e il ruolo dei broker in Italia. Dall’analisi emergono dei dati molto interessanti che riguardano le prospettive di medio/lungo termine sulla distribuzione e su chi lavora nel settore dell’intermediazione assicurativa.

Principalmente è risultato che nel ramo auto e in quello danni, che detengono rispettivamente il 17% e il 24% del mercato, il canale distributivo predominante rimane quello degli agenti, pur registrando ogni anno una flessione della raccolta (85% nel 2009, 86,4% nel 2008) a favore della nuova figura dei broker che aumentano le vendite di anno in anno.

I dati della crescita dei broker assicurativi sono una realtà: per avere un’ulteriore conferma basta guardare il numero di iscrizioni pervenute al RUI (il registro unico elettronico degli intermediari assicurativi e riassicurativi) in questi anni. A tre anni dalla sua nascita il Rui registra 245.241 intermediari iscritti.

Infine bisogna dire, che le analisi condotte dall’Isvap sulla situazione dei broker sono positive ma non tengono conto dei dati comunicati dall’Aiba (l’Associazione Italiana dei Brokers di Assicurazioni) sulla raccolta dei premi assicurativi. I dati fotografano una situazione ottimale per il ramo danni, in cui i broker sembrano aver raggiunto una quota di mercato pari al 46, 1% e una quota sul totale di mercato pari al 14%.

I dati confermano che la figura del broker si sta espandendo ed è destinata a rappresentare principale intermediario assicurativo, specialmente per il ramo danni e al sempre più apprezzato mondo delle assicurazioni on line.

In collaborazione con Assicurazione.it

Lodi alla Regione Emilia Romagna che grazie ad un bando regionale aiuta 31 nuove imprese

In Emilia Romagna nascono 31 nuove imprese, grazie ad un bando regionale che ha messo a disposizione 2 milioni e 550 mila euro. Le risorse della Regione Emilia-Romagna contribuiscono al 60% degli investimenti necessari per implementare le imprese. Complessivamente le risorse utilizzate per l’avvio delle nuove aziende è stato di 4,3 milioni di euro. Delle 31 imprese – nate grazie al bando per progetti di sostegno allo start-up di nuove imprese innovative e finanziato con i fondi Fesr – ben sette sono spin-off di origine universitaria o degli enti di ricerca.

“È un contributo importante alla ricerca in Emilia-Romagna. In un momento economico non facile, con il Pil in lieve ripresa ma la disoccupazione ancora crescente, nascono – ha sottolineato soddisfatto l’assessore alle Attività Produttive Gian Carlo Muzzarelli – grazie al nostro contributo imprese moderne e innovative, in grado di affrontare la competizione globale. Tra gli aspetti positivi del bando, sottolineo la priorità concessa alle imprese costituite da giovani con meno di 35 anni, donne, o comunque tali da potere assicurare lavoro qualificato a giovani ricercatori. È un aiuto concreto che diamo a chi oggi si affaccia, da ricercatore o imprenditore, al mondo del lavoro”.

Il 41,8% delle risorse, pari ad 1,8 milioni di euro, verrà utilizzato dalle nuove imprese per l’acquisto di impianti macchinari ed attrezzature, necessarie per assicurare qualità, innovazione, competitività delle imprese. Il 26,2% delle risorse, pari ad 1,12 milioni di euro, sarà utilizzato per acquisizione di servizi e prestazioni specialistiche. Con le risorse rimanenti, verranno acquistati software, hardware, spese per consulenze specialistiche finalizzate alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale/industriale e alla loro estensione, realizzazione di opere per ristrutturazione e adeguamento funzionale dei locali per l’attività d’impresa, acquisto di brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, di licenze, e con i rimanenti acquisto di arredi (mobili funzionali all’attività d’impresa con esclusione di suppellettili e complementi di arredo).

Laura LESEVRE

Trovare una soluzione post moratoria: è una “mission impossible”?

Il prossimo 31 gennaio scadrà improrogabilmente la moratoria dei debiti introdotta un anno e mezzo fa. Per agevolare l’uscita dalla moratoria alle piccole imprese, le associazioni imprenditoriali e le banche studiano come fare ad allungare i tempi delle scadenze dei mutui. Ma come fare? Pare si stia studiando per l’introduzione di nuove misure riguardanti tutte le imprese anche quelle che non hanno fatto ricorso alla moratoria e pare si voglia far leva anche su strumenti particolari, derivati o altro, per attenuare il rischio di rialzo dei tassi di interesse. Certo, la missione non è affatto facile perché vi è grande incertezza. Ma ad aiutare la formulazione di una nuova intesa, sulla scia dell’avviso comune, è la ripresa dei finanziamenti all’industria, segnalata proprio dall’Abi. Nell’ultimo scorcio del 2010 infatti i prestiti sono tornati a crescere riportandosi sui livelli di inizio 2009: in novembre del 3,6% e, secondo le prime stime, quasi del 4% in dicembre. Quanto in particolare alle imprese l’incremento è stato in novembre attorno all’1% dopo il livello minimo (-3,1%) toccato nel gennaio 2010. Per le famiglie l’aumento tendenziale dei prestiti, grazie soprattutto ai mutui, è stata del 7,6% al di sopra del resto di Eurolandia.

Ditta individuale: i beni strumentali utilizzati dall’imprenditore nell’esercizio della propria attività sono sempre inerenti all’impresa

La Corte di Cassazione, attraverso la Sentenza n. 772 del 14 gennaio 2011, fissa il principio secondo cui le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni strumentali, utilizzati direttamente ed esclusivamente dalla ditta individuale, concorrono alla formazione del reddito d’impresa, a prescindere dall’eventuale iscrizione dei beni nei registri obbligatori. Secondo la Corte, quindi, gli immobili relativi a imprese commerciali individuali, aventi carattere strumentale e utilizzati dall’imprenditore esclusivamente per l’esercizio dell’impresa, sono sempre da ritenersi relativi all’impresa, in base al combinato disposto degli articoli 40 e 77 del Tuir.

Piemonte, Regione virtuosa: deduzione dell’Irap per chi assume a tempo indeterminato

La virtuosa Regione Piemonte ha pubblicato un bando con cui dà attuazione all’art. 1 comma 1 della legge regionale 3 agosto 2010 n. 19, disponendo così una deduzione dell’Irap sui nuovi assunti. Infatti le imprese che vorranno usufruire della deduzione dovranno incrementare, il numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato nelle sedi produttive localizzate nella Regione Piemonte e con domicilio fiscale in uno dei comuni del Piemonte per tutto il periodo in cui si usufruisce dell’agevolazione. Ovviamente costituiscono nuove assunzioni anche le trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti di apprendistato, di inserimento e a tempo determinato.

La deduzione, ai fini IRAP, è pari a 15.000 euro (30.000 euro per gli ultracinquantenni) per ogni dipendente neoassunto  ed a condizione che lo stesso rapporto d’impiego non si interrompa. In caso di interruzione del singolo rapporto di lavoro la deduzione corrispondente non potrà essere fruita a partire dall’ anno di imposta in cui è avvenuta la cessazione.

La deduzione spetta per ciascun nuovo lavoratore assunto fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013 e può essere utilizzata per i tre anni successivi. Se ad esempio l’incremento si verifica nell’anno 2013 la deduzione verrà utilizzata a partire dal 2014 sino al 2016.

Le segnalazioni di incremento occupazione vanno trasmesse alla Direzione Industria semestralmente e comunque prima di usufruire del beneficio (costituiscono una sorta di prenotazione). Si usufruisce dell’agevolazione come deduzione spettante in sede di versamento a saldo dell’IRAP.

Scarica il bando.