Il fermento della giovane avvocatura italiana

L’ avvocatura è un mondo vecchio e stantio? Non quella italiana, come dimostra la commissione #Lab@vvocaturaGiovane, di recente istituzione da parte del Consiglio Nazionale Forense che ha accolto a Roma nei giorni scorsi, per la prima riunione della Rete, i referenti per la Avvocatura Giovane dei Consigli degli Ordini.

Un’iniziativa dinamica per l’ avvocatura, il cui obiettivo è la promozione della Rete per individuare insieme, fanno sapere dal Cnf, “azioni positive, progetti di start up, studiare incentivi e sgravi fiscali per i giovani avvocati”.

Alla riunione del Consiglio hanno partecipato i referenti di 94 Consigli degli Ordini, che hanno portato proposte e offerto soluzioni su formazione, tutele, organizzazione dello studio. Un bel fermento nel mondo dell’ avvocatura italiana, come sottolineato dal presidente del Cnf Andrea Mascherin, il quale ha ricordato che la scelta del Consiglio attuale è quella di promuovere la vicinanza della giovane avvocatura alle istituzioni forensi, contribuendo a fare crescere un vivaio che sappia esprimere nel futuro una squadra forte.

L’appartenenza ad un Ordine, l’osservanza di regole deontologiche – ha sottolineato Mascherinfa e farà sempre di più la differenza tra gli avvocati e i meri prestatori di servizi legali. Questo è il luogo giusto per affrontare tutti questi temi, sapendo che le proposte che spesso vengono spacciate come a favore della giovane avvocatura non sempre corrispondono ai suoi reali interessi, come l’esperienza ci ha insegnato”.

Chiarimenti dell’ Inps sull’indennità AsPI

L’ Inps torna sull’indennità ASpI lavoratori sospesi per chiarire alcuni punti della normativa e lo fa con un messaggio ad hoc, il 7037 del 18 novembre, con il quale precisa il contenuto di un messaggio e di una circolare emessi nei mesi scorsi sull’argomento dall’istituto stesso e dal ministero del Lavoro.

Per la precisione, con il messaggio 6024/2015 dello scorso settembre, l’ Inps aveva chiarito le istruzioni che seguivano l’abrogazione dell’ articolo 3, comma 17, legge 92/2012, se non che il ministero del Lavoro, a ottobre, era intervenuto con una circolare nella quale considerava come validi gli impegni assunti dalle parti durante le consultazioni sindacali, prima dell’entrata in vigore della norma abrogativa.

Tali impegni prevedevano che le sospensioni le cui istanze fossero state presentate entro il 12 ottobre 2015, sarebbero iniziate entro il 23 settembre 2015, ossia il giorno precedente l’abrogazione della norma.

Ora, l’ Inps si è quindi trovata nella condizione di precisare la materia nel messaggio del 18 novembre scorso: “Nel limite delle risorse disponibili, l’Istituto procederà ad indennizzare i periodi, autorizzati dagli Enti Bilaterali, di sospensione del 2015 – sempre nel rispetto del limite normativo dei 90 giorni nel biennio mobile – indicati nelle richieste pervenute entro la data del 12 ottobre 2015, anche se si tratta di periodi successivi al 23 settembre 2015, purché il periodo di sospensione abbia inizio in data antecedente al 24 settembre 2015”.

Prosegue la nota Inps: “Per le domande presentate dal 29 settembre 2015 al 12 ottobre 2015 (periodo in cui la procedura non permetteva, sulla base delle prime indicazioni Ministeriali, la presentazione di richieste che contenevano periodi di sospensione successivi all’abrogazione della norma, limitando quindi l’indicazione del periodo di fine sospensione ad una data antecedente o coincidente con il 23 settembre 2015) la Direzione centrale dell’Istituto chiederà, tramite PEC, agli Enti Bilaterali interessati che hanno autorizzato la prestazione, di far pervenire, sempre tramite PEC, per ciascun lavoratore inserito nella richiesta, l’indicazione della data di fine sospensione prevista dagli accordi stipulati entro la data del 23 settembre 2015, in modo da consentire all’Istituto di variare la fine del periodo richiesto senza bisogno di ripresentazione dell’istanza”.

Le Pmi del commercio diffidano dell’ e-commerce

Noi di Infoiva per l’ e-commerce abbiamo il chiodo fisso. Siamo da sempre convinti che sia un’opportunità anche per le piccole imprese, non tanto per sostituire il commercio fisico, quanto per creare un canale alternativo al retail che possa raggiungere un mercato potenzialmente sconfinato. Con ricadute vitali sul business.

A capire quanto anche le piccole imprese italiane abbiano questa percezione dell’ e-commerce ci ha provato anche Confesercenti, con uno studio sul commercio elettronico e i piccoli e le Pmi del commercio, realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Swg e l’Osservatorio innovazione digitale del Politecnico di Milano.

Ebbene, dalla ricerca emerge che le piccole imprese commerciali hanno una visione non univoca delle potenzialità e degli effetti dell’e-commerce: il 55% degli imprenditori considera le vendite online un’opportunità di crescita mentre il 31% vede nell’ e-commerce una minaccia per la rete commerciale tradizionale, che rischierebbe persino di sparire.

Vincono quindi coloro i quali vedono positivo, tanto che per il 48% degli imprenditori intervistati le imprese commerciali devono implementare canali di e-commerce, magari da affiancare a un investimento sui social network per promuovere la propria attività.

Entrando nel dettaglio dei dati, la ricerca di Confesercenti rivela che solo il 12% degli imprenditori intervistati usa il web come canale di vendita, il 38% prevede di farlo e ben il 42% non è interessata a farlo in futuro.

Tra gli intervistati, il 53% ha un proprio sito indipendente di e-commerce, il 51% si appoggia a eBay, il 16% utilizza i social network, il 7% si appoggia ad Amazon e il 6% ad altre piattaforme di e-commerce.

Il freno all’investimento in e-commerce, secondo quanto risulta dallo studio, è caratteristico soprattutto delle imprese commerciali più piccole; infatti, solo il 20% delle realtà intervistate consente l’acquisto online dal proprio sito mentre ben l’80% si è limitato a promuovere la propria attività attraverso coupon, mail promozionali, sms promozionali o social network.

Rimane, alla fine dello studio di Confesercenti, un dato poco incoraggiante. Secondo l’associazione, infatti, il sentimento che prevale è lo scetticismo, poiché la maggior parte degli intervistati esclude di attivare una piattaforma di e-commerce a causa di investimenti che ritiene troppo elevati (specialmente quelli in logistica), a fronte di ricavi non sicuri. Speriamo che il vento cambi…

Il notariato italiano si distingue in Europa

Come si suol dire, gli italiani lo fanno meglio. Un adagio che vale anche nel mondo delle professioni, specialmente nel notariato. L’Assemblea Generale del Consiglio dei Notariati dell’Unione Europea (Cnue), riunitosi venerdì 20 novembre a Bruxelles, ha eletto come nuovo presidente del Cnue per il 2016 un esponente del notariato italiano.

È stato infatti nominato Paolo Pasqualis, Consigliere Nazionale del Notariato con delega agli affari internazionali. La cerimonia di insediamento di Pasqualis si svolgerà il 12 gennaio 2016 a Roma, nella sede del Notariato italiano.

Il Cnue, il Consiglio dei Notariati dell’Unione europea, è l’organismo ufficiale e rappresentativo della professione del notariato presso le istituzioni europee. Costituito nel 1993, raggruppa 22 organizzazioni notarili dell’Ue: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. La Turchia ne è membro osservatore.

Da Infoiva i migliori auguri di buon lavoro a Paolo Pasqualis e un plauso al notariato italiano per l’illustre nomina in sede europea.

E-commerce, un interessante video seminar per le imprese

Ultimo appuntamento del 2015, oggi, con i video seminar di Go International!, il programma di UniCredit che offre alle imprese corsi gratuiti su temi legati all’export e all’internazionalizzazione per sostenerne la crescita nei mercati internazionali. Dalle 16,30 alle 18 si parlerà di “Logistica ed E-commerce nei mercati esteri: cosa cambia per le Imprese?”.

Durante l’incontro, realizzato in collaborazione con l’Università Parthenope di Napoli, saranno approfonditi: la logistica per l’ e-commerce: cosa cambia per le imprese; le scelte di flessibilità e di dimensione delle attività logistiche nelle imprese di produzione; l’outsourcing logistico; l’ e-commerce dei distributori, verso un ribaltamento dei ruoli con l’industria dei produttori; la nuova offerta di servizi logistici integrati per l’ e-commerce.

Il relatore, prof. Francesco Calza dell’Università Parthenope, intervistato da un manager UniCredit, sarà collegato in diretta audio/video nelle sale dislocate su tutto il territorio nazionale. Il video seminar è di interesse trasversale sia per lo small business sia per le imprese corporate.

Si tratta del quarto video seminar del 2015, ottavo della serie. Il primo del 2015 è stato realizzato lo scorso 20 marzo, sul tema “L’e-commerce come scelta strategica” e ha visto la partecipazione di oltre 900 persone in rappresentanza di circa 800 imprese.

Il secondo, lo scorso 21 maggio, su “E-commerce e social network: due leve vincenti per l’export” ha fatto registrare 967 persone in rappresentanza di circa 800 imprese. Il terzo si è tenuto il 30 settembre sul tema “E-commerce e fiscalità internazionale: Iva e dogane”.

Queste le sedi dalle quali seguire il video seminar:

NORD OVEST: per info gointernational-nordovest@unicredit.eu

  • Torino – Lcc Torino Nizza, via Nizza 150
  • Torino – Api Torino, via Pianezza 123
  • Pinerolo (To) – UniCredit, corso Porporato 2
  • Ciriè (To) – Ciriè Martiri della Libertà , corso Martiri della Libertà 37
  • Alessandria – UniCredit, via Alessandro III, 3
  • Novara – UniCredit, corso Cavour 6
  • Alba (Cn) – UniCredit, piazza Savona 11
  • Genova – UniCredit, via Dante 1

LOMBARDIA: per info gointernational-lombardia@unicredit.eu

  • Milano – UniCredit Tower Hall, via Fratelli Castiglioni (ang. viale don Luigi Sturzo)
  • Brescia – UniCredit, via Sorbanella 26
  • Varese – UniCredit Varese Marconi, via Marconi 14
  • Como – Unindustria Como, via Raimondi 1
  • Pavia – Polo Tecnologico di Pavia, via Fratelli Cuzio 42

NORD EST: per info gointernational-nordest@unicredit.eu

  • Trento – Trento Galilei, UniCredit, via Galileo Galilei 1
  • Verona – UniCredit, Direzione Nord Est, via Garibaldi 1
  • Affi (Vr) – 3° dei Fratelli Antonini, via Alessandro Volta 7
  • Vicenza – UniCredit, Area Vicenza, via Cesare Battisti 10
  • Treviso – TrevisoBastia, via Bastia 40
  • Padova – aula training UniCredit, via Trieste 51
  • Venezia – sede Area Venezia – Mestre – via Cristoforo Colombo 5
  • Belluno – UniCredit, piazza dei Martiri 41
  • Trieste – Trieste via Cassa di Risparmio 10
  • Udine – UniCredit, via Vittorio Veneto 20
  • Pordenone – UniCredit, Area Commerciale, corso Vittorio Emanuele II , 2

CENTRO NORD: per info gointernational-centronord@unicredit.eu

  • Parma – Filiale UniCredit, via Repubblica 4/A
  • Modena – Modena Piazza Grande, piazza Grande 40
  • Carpi (Mo) – UniCredit – Sala del Consiglio, via Berengario 3
  • Forlì – Camera di Commercio di Forlì-Cesena, corso della Repubblica 5
  • Ravenna – Cna sede provinciale, viale Randi 90
  • Firenze – UniCredit – Via Dei Pescioni 14
  • Pisa – UniCredit, piazza del Pozzetto 9
  • Perugia – UniCredit, via Francesco Baracca 5
  • Ancona – Aula Formazione UniCredit Torrette – An- via Velino 10

CENTRO: per info gointernational-centro@unicredit.eu

  • Roma – Roma Tupini, viale Umberto Tupini, 180
  • Roma – Irfi – Istituto romano per la formazione imprenditoriale – via Capitan Bavastro 116
  • Latina – UniCredit – Centro Commerciale Orologio, via Isonzo
  • Chieti – Camera di Commercio, via Fratelli Pomilio SNC
  • Cagliari – UniCredit, Largo Carlo Felice 27

SUD: per info gointernational-sud@unicredit.eu

  • Napoli – Unioncamere Campania, via Sant’Aspreno 2
  • Salerno – Intertrade – Azienda speciale della CCIAA di Salerno, via Roma 29
  • Cosenza – Confindustria Cosenza, via G. Tocci 2/C
  • Matera – CCIAA Matera, via Lucana 82
  • Bari – AICAI –Azienda Speciale Camera di Commercio Bari, via Emanuele Mola, 19

SICILIA: per info gointernational-sicilia@unicredit.eu

  • Agrigento – UniCredit Area Commerciale, piazzale Aldo Moro
  • Caltanissetta – UniCredit Area Commerciale, corso Umberto I, 122
  • Palermo – Training Center UniCredit Palermo, via Ruggero Settimo 42

Chi ha paura della sharing economy?

Per tanti, purtroppo, l’espressione inglese sharing economy è ancora qualcosa di poco familiare. Diciamo purtroppo, perché in realtà, la cosiddetta economia della condivisione è un fenomeno sempre più importante e diffuso anche in Italia, Paese di solito più lento di altri a recepire simili cambiamenti.

A testimonianza di quanto la sharing economy sia ormai non più solo una moda è l’evento Sharitaly, che si è tenuto a Milano nei giorni scorsi e durante il quale sono stati presentati numeri e tendenze che rendono l’idea della portata del fenomeno.

Durante l’evento sono state infatti portate all’attenzione del pubblico due ricerche svolte su dati relativi a quest’anno: “Il crowdfunding in Italia. Report 2015: statistiche, piattaforme e trend”, realizzata dall’Università Cattolica in collaborazione con Tim e Starteed e “Sharing economy: la mappatura delle piattaforme italiane 2015”, curata da Collaboriamo.org in collaborazione con Phd Italia.

Dalle ricerche emerge che in Italia vi sono ben 187 piattaforme di sharing economy, +35,5% rispetto al 2014. Si tratta di 118 piattaforme di sharing (+21,6% sul 2014) e 69 di crowdfunding (+68,2%).

Spacchettando poi per settore merceologico i dati delle diverse piattaforme di sharing economy, si scopre che la parte del leone tra le aziende dell’economia collaborativa la fanno quelle dei trasporti (19%), seguite da turismo e scambio di beni (15%), alimentare e cultura (9%).

E a testimonianza del fatto che la sharing economy è qualcosa ormai non più relegato all’astratto mondo del digitale ma una realtà ben calata nel concreto dell’economia c’è il dato relativo alle piattaforme iscritte al registro imprese, che sono il 70% del totale, per la maggior parte Srl, (56%), seguite dalle start up innovative (26%). Lato crowdfunding abbiamo il 52,5% di Srl e il 17,5% di start up innovative.

Un dato confortante, perché sta a significare che il fenomeno della sharing economy ha ancora ampi margini di sviluppo, è quello relativo a utenti e donatori. Il 51% delle piattaforme di sharing ha meno di 5mila utenti e ben l’11% ne ha più di 100mila. Quasi la metà delle piattaforme di crowdfunding ha meno di 500 donatori (49%), solo in 9% più di 50mila.

Infine, due parole sulla profilazione per sesso ed età degli imprenditori della sharing economy: under 40, con laurea in materie ingegneristiche o economiche, 2/3 uomini. Di questi imprenditori, l’81% di coloro che hanno attivato piattaforme di sharing e il 65% di quelle degli ideatori di piattaforme di crowdfunding dichiara di aver messo in piedi la propria idea e il proprio servizio grazie a risparmi personali. L’augurio è che siano ben spesi…

Casa di proprietà, prevale il trilocale

La casa di proprietà è un punto fermo nella vita delle famiglie italiane e la conferma viene da un’analisi delle compravendite realizzate attraverso le agenzie di uno dei gruppi immobiliari più strutturati d’Italia, Tecnocasa.

La ricerca è stata effettuata sul territorio nazionale nel primo semestre del 2015 e ha rilevato che il 52,3% degli scambi per l’acquisto di una casa di proprietà sono stati effettuati da persone coniugate. Un dato sostanzialmente invariato rispetto al primo semestre 2014, quando la percentuale di compravendite da parte di coniugi si attestava sul 52,5%.

Nella prima parte del 2015 il trilocale è stata la tipologia più acquistata dai coniugi con il 33% delle preferenze. Al secondo posto ci sono i quattro locali (20,1% degli acquisti) e a seguire ville, villette, case e tutte le tipologie indipendenti e semi-indipendenti, che nel complesso raggiungono il 19,7% delle compravendite.

Tra le compravendite della casa di proprietà prevale l’acquisto dell’abitazione principale (68,4%), seguito dalla casa a uso investimento (21,4%) e poi dalla casa vacanza (10,2%). Rispetto al primo semestre del 2014 si registra un lieve aumento della percentuale di acquisti di casa vacanza, che un anno fa si attestava all’8,3%.

Nel 53,2% dei casi, i coniugi hanno acquistato la casa di proprietà grazie all’ausilio di un mutuo bancario, mentre il 46,8% delle transazioni è avvenuto in contanti. Percentuali molto simili a quelle di un anno fa, quando gli acquisti con mutuo erano il 52,7% del totale e quelli senza mutuo erano il 47,3%.

La tassa occulta della burocrazia

Come se non bastassero la crisi, le tasse e le imposte a mettere in ginocchio le imprese italiane, lo Stato ci mette anche il carico da 10 per fa affogare il poveri imprenditori con una burocrazia assurda che fa perdere tempo e, soprattutto, denaro.

Secondo una ricerca realizzata dal Centro Europa Ricerche per conto di Rete Imprese Italia, superano infatti i 30 miliardi i costi che le Pmi italiane sopportano ogni anno a causa dell’eccesso di adempimenti richiesti dalla burocrazia cui devono sottostare. Un valore equivalente al 2% del Pil che, secondo quanto si legge nella ricerca, “costituisce un evidente freno al processo di sviluppo“.

Secondo gli estensori dello studio, oltre il 25% dei costi della burocrazia potrebbe essere tagliato se si seguissero “procedure più semplici che, in quasi due casi su tre, dovrebbero riguardare materie del lavoro e del fisco“. Nove miliardi che potrebbero essere risparmiati in quanto “oneri impropri determinati da complicazioni e inefficienze burocratiche che un programma di semplificazione consentirebbe di evitare“.

La percezione della burocrazia come di una tassa occulta è comune al 60% delle Pmi, le quali ritengono che l’incidenza degli oneri amministrativi sia aumentata negli ultimi anni, con il moltiplicarsi di norme sempre più complicate.

Impressionante la traduzione in numeri del trend. Secondo la ricerca, i giorni dedicati a sbrigare adempimenti amministrativi sono aumentati nel corso della crisi: da 26 che erano nel 2008 sono passati a 30 nel 2013 (+7%), con un massimo di 32 nel 2010.

Mutuo, niente commissioni per estinzione anticipata

Una buona notizia per quanti si trovano nella situazione da sogno di poter estinguere anticipatamente il proprio mutuo. E questa volta, incredibile a dirsi, la buona notizia viene dall’Europa.

La direttiva europea 17/2014 stabilisce infatti che non dovrà essere applicata alcuna commissione in caso di estinzione anticipata del mutuo. La direttiva dovrà essere recepita dal nostro Paese entro il 21 marzo 2016 e il suo recepimento, che farà felici diversi titolari di mutuo, è previsto dal disegno di legge di delegazione europea 2015 approvato il 6 novembre dal Consiglio dei ministri, dopo il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni.

La direttiva comunitaria sul mutuo prevede, oltre alla possibilità per il mutuatario di estinguerlo anticipatamente senza l’applicazione di commissioni, oneri o indennità assortite, l’elaborazione di standard per valutare i beni immobili ai fini della concessione del mutuo stesso.

La direttiva affida il monitoraggio sul mercato immobiliare all’Osservatorio del mercato immobiliare dell’agenzia delle Entrate. Inoltre, la normativa prevede un periodo di sette giorni durante i quali chi si è rivolto a un istituto di credito per l’erogazione del mutuo può confrontare le offerte sul mercato prima di firmare il contratto secondo lui più vantaggioso.

Disagio da disoccupazione? Vai allo Standupificio

Perdere il lavoro è un trauma, una tragedia, ed è necessario ammettere che il disagio da disoccupazione esiste: inizia con l’incapacità di ritrovare lavoro dopo un periodo prolungato di inattività e lo scoraggiamento nel continuare a cercarlo, seguito poi da stress fisico e psichico, ansia, depressione, disturbi psicosomatici, fenomeni di immobilità e ritiro sociale.

Bisogna anche sapere, però, che da questa situazione di emergenza, nella quale il tasso di disoccupazione secondo l’Istat a settembre 2015 raggiungeva l’11,8%, si può uscire, anche grazie a interventi psicologici e psicoterapeutici mirati. Gli stessi cui hanno fatto riferimento i professionisti dell’associazione Dentro un quadro che scendono in campo contro il disagio da disoccupazione con una iniziativa originale, importante ma al tempo stesso costruita all’insegna della leggerezza. Si tratta dello Standupificio, un luogo e un evento pensato per restituire alle persone la capacità di rimettersi in piedi (to stand up, in inglese), con pratiche e attività utili per ricominciare da sé.

Si tratta di un’iniziativa che si terrà il prossimo 30 novembre a Milano, con il patrocinio del Comune, dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva sezione Lombardia.

Come sottolinea Serena Basile, presidente di Dentro un quadro e psicoterapeuta della SITCC, “il nostro primo obiettivo è contribuire allabbattimento delle barriere culturali ed economiche che spesso impediscono a molte persone laccesso a forme di intervento sul benessere psicologico oggi quanto mai indispensabili. Il tema centrale dellevento è il disagio da disoccupazione e limportanza di recuperare e riscoprire le proprie risorse per farvi fronte, vincendo in questo modo forme inevitabili di scoraggiamento che spesso sconfinano in sintomatologie dansia e depressione invalidanti, quando non in sintomatologie da traumatizzazione vera e propria. Siamo nellera delle start-up, ma molte persone hanno prima bisogno di stand up, cioè di rialzarsi, e a questo servono psicologia e psicoterapia.

Il programma della giornata del 30 novembre sarà composto da una prima parte pomeridiana, dalle 14 alle 18, alla Casa dei Diritti del Comune di Milano (via De Amicis 10), dove psicologi e psicoterapeuti qualificati si renderanno disponibili gratuitamente ad affrontare il tema del disagio da disoccupazione nelle attività di Tutti su da terra! Laboratorio di psicologia pratica. La serata, invece, si svolgerà all’insegna dell’intrattenimento finalizzato a consentire ai partecipanti un’esperienza personale e relazionale utile e al contempo festosa, incentrata sulla valorizzazione delle proprie risorse personali e della cooperazione fra pari come chiave di volta per un possibile cambiamento sociale.

Chi è interessato a partecipare può inviare una mail con la richiesta all’indirizzo: segreteria@dentrounquadro.it.