Cacao, aumenta il prezzo e supera i diecimila dollari

Il cacao aumenta il suo prezzo e supera i diecimila dollari, ecco le motivazioni, ma i consumatori lo avevano già notato.

Cacao, quest’anno le uova costano di più

E’ arrivata la Pasqua e come da tradizione i più piccoli e i più golosi ricevono le uova pasquali. Tra cioccolato e sorprese si festeggia la Resurrezione di Gesù. Ma quest’anno i genitori, lo sanno bene, i costi delle uova sono decisamente aumentati. Gli aumenti di prezzo delle uova di cioccolato delle marche più note vanno in media dal +16% al +24% rispetto allo scorso anno, e si aggiungono ai rincari del +15% già registrati nel 2023. – spiega il Codacons.

Ad esempio le uova di fascia più alta per adulti, con cioccolato al latte o fondente e un peso tra i 320 e i 365 grammi, arrivano a superare i 18 euro al pezzo, con incrementi superiori al 33% rispetto ai listini del 2023. Va meglio, si fa per dire, per i prodotti destinati ai bambini: i prezzi delle uova legate a cartoni animati, giochi, personaggi famosi, serie tv, ecc., aumentano in media del +16,7% rispetto allo scorso anno, rileva il Codacons.

Ma perché le Uova costano di più?

Uno dei motivi di aumento del costo delle uova è legato al prezzo del cacao. Ebbene il prezzo del cacao ha superato i 10 mila dollari a tonnellata. Ma a dire il vero, da inizio anno, il costo è più che raddoppiato. Ecco quindi perché il prezzo al consumatore dell’uovo di Pasqua è apparso quanto mai aumentato.

Tuttavia la crisi del cacao non è l’unica motivazione. Infatti sembrano essere aumentate anche altre materie prime, come lo zucchero i cui prezzi da listino sono cresciuti del +72%, e del burro di cacao, +52% – spiega il Codacons – I produttori, quindi, hanno scaricato i maggiori costi di produzione sui consumatori finali, attraverso incrementi dei listini al pubblico che renderanno la Pasqua più amara per tutti.

Il motivo della crisi del cacao

Il motivo principale della crisi del cacao è da ricercarsi nella minore resa delle piantagioni in tutto il mondo, soprattutto in Africa. Ebbene l’Africa è il continente in cui viene prodotto circa il 70% di produzione del cacao mondiale. E proprio in questo continente, a causa dei cambiamenti climatici, la produzione è notevolmente diminuita.

Nello specifico, sul Ghana si è abbattuto “El niño”, fenomeno meteorologico che rende il clima secco e i raccolti scarsi.  Si ricorda che il Ghana è il secondo paese leader, per il 2023/24 al minimo degli ultimi 14 anni, pari a 650.000-700.000 tonnellate, rispetto a una precedente previsione di 850.000 tonnellate. 

 

Vacanze Pasquali, ottimismo degli operatori, ma attenzione alle truffe

Le Vacanze Pasquali sono iniziate per molti italiani che hanno confermato la voglia di staccare la spina, ma attenzione alle truffe.

Vacanze pasquali, le mete preferite

Qualche giorno per staccare la spina quotidiana e ricaricarsi. Sono queste le vacanze pasquali per milioni di italiani che hanno scelto di passare del tempo a mare, in montagna o nelle città d’arte. Per Pasqua saranno 10,5 milioni gli italiani in viaggio: il 92% resterà in Italia, mentre l’8% sceglierà una località estera.

Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno in Italia saranno il mare (32,5%), le località d’arte (28,9%), la montagna (21,8%), i laghi (3,4%) e le località termali (2,5%). Per coloro che invece si recheranno all’estero, vincono le grandi capitali europee (74,4%), seguite dalle crociere (10,2%) e dal mare (6,3%). Segni positivi per gli operatori che sperano anche quest’anno nell’arrivo della bella stagione e del tempo mite che ha accompagnato anche l’inverno.

Vacanze pasquali, attenzione alle truffe

A dire il vero sono già prenotate anche le vacanze per i ponti legati al 25 aprile, il primo maggio e il due giugno. Le  mete preferite in Europa sono le capitali classiche a cui si aggiungono: Canarie, Irlanda, Islanda, Portogallo, Repubblica Domenicana, e i paesi scandinavi. Tuttavia sul fronte dei prezzi si registra un aumento minore rispetto a quelli dello scorso anno. Anche se i maggiori rincari riguardano i prezzi dei voli, ma sicuramente più contenuti rispetto a quelli della scorsa estate. Tuttavia si registra un buon trend di crescita e questo fa ben sperare gli operatori del settore.

Ma in questo scenario di voglia di vacanza occorre stare attenti alle truffe. E’ il caso di annunci pubblicitari in cui vengono proposti dei soggiorni da favola che in realtà sono veri e propri incubi. Tra queste ci sono case in affitto messe a disposizione all’insaputa dei proprietari, case fatiscenti descritte come di estremo lusso, cene romantiche che sono tutt’altro. Quindi attenzione quando si decide di fare una vacanza fai da te.

Come proteggersi dalle truffe

La polizia postale ha stirato un vademecum per cercare di proteggersi dalle truffe online. La prima regola d’oro è quella di non condividere dati personali e sensibili su messaggi o mail. La seconda è quella di scegliere sempre pagamenti sicuri, siti noti e piattaforme legali per la ricerca della propria vacanza. Meglio sempre fare una verifica attraverso i più comuni motori di ricerca.

In ogni caso prima di prenotare è sempre meglio contattare la struttura per verificare la disponibilità dei posti, la veridicità di un messaggio o di un annuncio e controllare se l’offerta appare troppo allettante. Le vacanze devono essere un momento di relax, riposo, pertanto vanno scelte con intelligenza, senza pensare solo al lato economico.

 

Povertà assoluta, in Italia sono 5,7 milioni di persone

Povertà assoluta per circa 5,7 milioni di persone su un totale di circa 58.997.201 abitanti in tutta la Nazione, cosa sta succedendo?

Povertà assoluta, che cosa vuol dire?

In un periodo di crisi globale è inevitabile che il numero di poveri cresca. Persone che vedono totalmente cambiare la propria condizione, magari a causa della tanto temuta perdita di lavoro, per chiusura dell’azienda dove lavoravano. E per tantissime altre motivazioni, tra cui l‘inflazione che crea un aumento generale del livello dei prezzi. Altro dato negativo riguarda i minori. Appartengono a famiglie in povertà assoluta circa a 1,3 milioni minori, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2022.

La povertà estrema o povertà assoluta è la più dura condizione di povertà, nella quale non si dispone – o si dispone con grande difficoltà o intermittenza – delle primarie risorse per il sostentamento umano, come l’acqua, il cibo, il vestiario e l’abitazione. Si parla di persone e famiglie  che non riescono a mangiare. E che quindi non possono accedere a tutti i servizi che di solito ci sono all’interno di una casa.

Povertà assoluta, i dati dell’Istat

Secondo quanto dice l’Istat in generale, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022).

Nel 2023, la stima preliminare della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo). Lo indica l’Istat, aggiungendo che in termini reali, la spesa media si riduce infatti dell’1,8%.

Il sud soffre di più del Nord

L’incidenza di povertà assoluta familiare mostra il valore più elevato nel Mezzogiorno (10,3%, coinvolgendo 866mila famiglie), seguito dal Nord (8,0%, un milione di famiglie) e dal Centro (6,8%, 365mila famiglie). L’incidenza individuale conferma un Sud che mostra i valori più elevati (12,1%), sebbene, rispetto al 2022, il Nord presenti segnali di peggioramento (9% dall’8,5%; 2,4 milioni di persone).

L’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media della spesa per consumi delle famiglie povere dalla soglia di povertà, nel 2023 rimane stabile rispetto all’anno precedente (18,2%), con dinamiche differenziate fra le ripartizioni: è in crescita nel Nord (18,6%, dal 17,6% del 2022), mentre segna una riduzione nel Mezzogiorno (scende al 17,9%, dal 19,3%). Le stime preliminari 2023 mostrano per le diverse tipologie familiari una stabilità dell’incidenza, confermando il quadro del 2022.

 

Stretta superbonus, resterà possibile solo la detrazione fiscale

E’ stretta superbonus dopo il nuovo decreto semplificazioni approvato dal Governo Meloni, che vede delle novità importanti.

Stretta superbonus, solo detrazione

Via libera del Consiglio dei Ministri ad un nuovo decreto che restringe ulteriormente le regole sul superbonus. Si ricorda che il Superbonus è una misura di incentivazione edilizia introdotta dal Governo Conte nel 2020 con l scopo di migliorare l’efficienza degli edifici attraverso un sistema di agevolazioni e rimborsi. Misura che però ha portata solo crediti incagliati per le aziende che hanno eseguito i lavori e sanguinamento delle casse dello Stato. Tuttavia la misura suscita sempre molta attenzione per coloro che voglio ristrutturare il proprio immobile.

La nuova stretta prevede la cancellazione di tante agevolazioni, ma rimane solo la detrazione fiscale per coloro che eseguono lavori di miglioramento energetico. In pratica le spese possono essere detratte dalla Dichiarazione dei redditi, pagando meno tasse. Una scelta quasi obbligatoria visto che la misura è costata tantissimi soldi alle tasche dello Stato.

Stretta superbonus, le novità

Il consiglio dei ministri ha deciso di chiudere definitivamente i rubinetti per i fondi destinati al superbonus. Infatti sono stati cancellati sia lo sconto in fattura che la cessione del credito per le aziende che hanno eseguito i lavori. Rientrano in questa misura anche i lavori fatti in zone altamente sismiche e per l’abolizione di barriere architettoniche.

Annullata anche la remissione in bonis, cioè l’opzione introdotta per consentire ai contribuenti di rimediare a omissioni o ritardi nella presentazione della documentazione necessaria per beneficiare dei bonus edilizi. Tuttavia la presentazione in ritardo prevede una sanzione minima di 250 euro.

L’obbligo della comunicazione preventiva

Per tutti i nuovi bonus sarà obbligatorio fare una comunicazione prima dell’inizio dei lavori. In caso contrario è prevista una sanzione fino a 10 mila euro. In ogni caso e per tutti i bonus il termine ultimo per presentare le richieste rimane quello del 4 aprile.

“Norme nate in modo scriteriato e che hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica”, dice il Ministro dell’Economia Giorgetti in conferenza stampa. Si sta quindi cercando di mettere in salvo le finanze pubbliche. Anche se tale stretta sembra non piacere alle imprese edili. Nel comunicato finale del Cdm a proposito del nuovo decreto si legge anche che “al fine di garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto” si prevede “l’introduzione di misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili”.

Bonus gite scolastiche 2024, da oggi è possibile richiederlo

Bonus gite scolastiche 2024, al via a partire da oggi 27 marzo 2024. Ecco chi e come le famiglie possono richiederlo per i figli.

Bonus gite scolastiche 2024, parte la possibilità di richiesta

Da oggi 27 marzo 2024 sarà possibile richiedere il bonus gite scolastiche per  le famiglie con figli che frequentano le scuole medie superiori. Il bonus nasce dall’esigenza di trovare un punto d’accordo tra gli studenti che vogliono partecipare a gite di istruzione e le famiglie che si trovano in difficoltà economica. E si perché in una famiglia le spese non mancano mai. Però sostenere i costi per figli che devono partire, può essere un’uscita che qualcuno non può permettersi. Eppure i ragazzi vogliono partire, non solo per andare in un posto nuovo, ma anche per condividere una nuova esperienza con i propri compagni di classe.

Tuttavia si tratta di un aiuto economico di massimo 150 euro offerto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) alle famiglie in difficoltà economiche ed erogato sotto forma di sconto sui viaggi di istruzione. Per il bonus gite sono stanziati nei mesi scorsi fondi per 50 milioni di euro. E sembra che i fondi siano ancora disponibili quindi dovrebbe esserci spazio per tutte le famiglie richiedenti.

Bonus gite scolastiche 2024, chi può richiederlo

Come in presenza di qualsiasi bonus ci sono dei requisiti necessari. Infatti possono richiedere il bonus da 150 euro le famiglie che hanno difficoltà economiche. In particolare c’è la possibilità di accedere al contributo fino a 150 euro anche per gli studenti che provengono da contesti familiari con Isee fino a 15mila euro. Il limite dell’Isee è stato, dunque, innalzato da un massimo di 5 mila euro a non più di 15 mila.

Per identificare i beneficiari si seguirà l’ordine cronologico di inoltro delle richieste da parte delle famiglie. Inoltre se in una famiglia ci sono più figli, è possibile chiedere una domanda per singolo studente, sempre se si rispettano tutti gli altri requisiti necessari.

Come richiedere l’agevolazione

Per trasmettere le domande è necessario collegarsi alla Piattaforma Unica “Famiglie e studenti” disponibile alla pagina “unica.istruzione.gov.it”. Occorre essere in possesso delle credenziali SPID, CIE, CNS e / o eIDAS. Le domande possono essere presentate dalle ore 8 del 27 marzo 2024 e fino alle 17 del 31 maggio 2024 alle ore 17:00. 

Il percorso da seguire è il seguente: Piattaforma Unica «Famiglie e studenti» (http://unica.istruzione.gov.it), mediante procedura di identificazione e autenticazione informatica e richiedere l’agevolazione nella sezione «Servizi», sotto sezione «Agevolazioni», ambito «Viaggi di istruzione». Infine si ricorda che chi ha già ottenuto il bonus non deve presentare nuova domanda.

 

Concorso Agenzia delle Entrate 2024, istruzioni

Ecco il primo bando di concorso per l’Agenzia delle Entrate del 2024, alla ricerca di 50 ICT, esperti in tecnologie informatiche. Ecco come iscriversi e i requisiti richiesti.

Concorso Agenzia delle Entrate 2024, posti disponibili

La domanda per partecipare al concorso Agenzia delle Entrate può essere presentata entro il 24 aprile 2024. Ricordiamo che, come per tutti i concorsi pubblici, anche in questo caso il bando è reperibile sul sito www.inpa.gov e dallo stesso sito deve essere presentata la domanda.

L’Agenzia delle Entrate è alla ricerca di 50 ICT (Information & Communication Technology), di questi 25 esperti data analyst (codice concorso DA25) e 25 addetti alle infrastrutture e alla sicurezza informatica (codice concorso AISI25), da destinare alle strutture centrali dell’Agenzia delle Entrate.

Chi è in possesso dei requisiti può inviare la candidatura attraverso il portale del reclutamento https://www.inpa.gov.it/. Per accedere è necessario avere un codice Spid, Cie o Cns. Nella presentazione della domanda è necessario indicare un indirizzo pec personale, inoltre deve essere indicato un indirizzo di posta elettronica ordinaria. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 24 aprile 2024 alle ore 23:59.

Per poter completare l’iscrizione validamente occorre effettuare il versamento di 10 euro per ogni selezione a cui si intende partecipare, si può presentare istanza per entrambe.

Prove del concorso Agenzia delle Entrate 2024

Il concorso Agenzia delle Entrate 2024 per esperti ICT prevede 2 prove: prova scritta e prova orale. Si possono visionare le materie delle prove all’interno del bando dove sono specificati tutti i requisiti richiesti per poter partecipare.

La prova scritta consiste in un test a risposta multipla, ulteriori dettagli su questa e sulle date saranno pubblicato sul sito www.inpa.gov.it il 20 maggio 2024, la pubblicazione ha valore di notifica.

Potranno accedere alla prova orale i concorrenti che hanno un punteggio minimo di 21/30, accede all’orale un numero di candidati pari al numero dei posti messi a concorso aumentato del 60%. Il colloquio orale verte non solo sulle materie di concorso, ma mira a valutare la conoscenza della lingua inglese e dell’informatica. Chi supera il concorso non accede subito al contratto a tempo indeterminato, ma a un periodo di prova di durata 4 mesi.

Il periodo di prova è finalizzato a valutare le capacità di problem solving, affidabilità e capacità di organizzare la propria attività.

Bonus mobili con lo scontrino fiscale? Ecco in quali casi.

Tra i bonus maggiormente apprezzati dai contribuenti vi è il bonus mobili. La detrazione è riconosciuta a fronte dell’acquisto di mobili però a condizione che il contribuente abbia effettuato anche una ristrutturazione edile. Naturalmente quando si tratta di bonus i contribuenti hanno spesso dubbi e in questo caso il dubbio riguarda la possibilità di ottenere il bonus mobili con lo scontrino fiscale. Ecco quali sono le linee dell’Agenzia delle Entrate.

Bonus mobili con scontrino fiscale, è possibile?

Con il tempo la disciplina è cambiata e in particolare sono stati ridotti gli importi. Ricordiamo che nel 2023 era possibile ottenere il 50% su una spesa massima di 8.000 euro, il bonus mobili del 2023 potrà essere portato in detrazione con la dichiarazione del 2024. Per l’anno di imposta 2024 invece il bonus mobili scende a 5.000 euro, resta la percentuale di detrazione al 50%. Sappiamo che per poter ottenere le detrazioni fiscali è necessario che i pagamenti siano tracciabili, un contribuente ha però chiesto all’Agenzia delle Entrate se è possibile avvalersi delle detrazioni per il bonus mobili anche nel caso in cui si sia in possesso dello scontrino fiscale.

Ecco cosa dice l’Agenzia delle Entrate in merito.

I requisiti dello scontrino fiscale per avere il bonus mobili

La risposta è affermativa, di conseguenza è possibile ottenere la detrazione bonus mobili anche nel caso in cui si sia in possesso dello scontrino fiscale e non della fattura di acquisto. Vi sono però delle precisazioni da fare.

Nel caso in cui il pagamento sia avvenuto in contanti è necessario che dallo scontrino emergano i seguenti dati:

  • codice fiscale dell’acquirente;
  • importo pagato;
  • indicazione della natura, qualità e quantità dei beni acquistati.

Nel caso in cui non sia presente il codice fiscale del soggetto che ha effettuato il pagamento, la prestazione deve comunque essere tracciabile e di conseguenza, oltre all’indicazione del prezzo pagato della natura, qualità e quantità di beni acquistati, deve essere rilevato il pagamento con carta di debito o con carta di credito. In questo modo è possibile risalire al titolare della stessa e quindi identificare in modo corretto il soggetto che ha effettuato il pagamento.

Leggi anche: Bonus mobili ed elettrodomestici, come cambierà il prossimo anno?

Bollette di luce e gas, non scendono nonostante il mercato libero

Bollette di luce e gas si parte con il mercato libero, ma continuano a non scendere, anzi in alcuni casi raddoppiano o triplicano, ma perché?

Bollette di luce e gas, cosa sta succedendo?

Scegliere secondo le proprie esigenze: è questa la chiave del mercato libero nella fornitura di luce e gas. A segnare una tappa fondamentale verso il suo passaggio, con la fine del mercato tutelato, saranno due date: il 10 gennaio 2024 per il gas e il primo luglio per l’elettricità. Ma attenzione le bollette sembrano non voler scendere, anche se le previsioni erano davvero differenti, e gli italiani sono delusi. Ma addirittura in alcuni casi sembrano ci siano bollette raddoppiate o triplicate, ma cosa sta succedendo?

Arera già nel mese di dicembre 2023 aveva comunicato le tariffe che dovevano avere le bollette della luce nel primo trimestre del 2024 per le famiglie che ancora sono nel mercato tutelato. Ciò che si prevedeva era un calo del costo dell’energia elettrica e del gas. Ebbene le cause principali del rincaro delle bollette di luce e gas sono determinate da un aumento dei costi per: l’approvvigionamento delle materie prime energetiche, la produzione ed emissione di CO2 (anidride carbonica) e la richiesta di gas naturale.

Bollette di luce e gas, oneri di sistema ed iva ordinaria

Secondo le stime, infatti, a causa del ritorno di oneri di sistema e Iva ordinaria, sulle bollette del gas del 2024 la spesa totale per l’energia potrebbe arrivare addirittura a 2.600 euro, con incrementi tra il 20% e il 38% per ogni famiglia. Gli oneri di sistema sono una voce presente nelle bollette energetiche che rappresenta un costo aggiuntivo per i consumatori e rappresentano circa il 22% del costo totale della fattura elettrica e il 4% della fattura gas. Questi valori sono dei costi fissi, quindi si applica sempre, anche a consumi bassi da parte del consumatore.

A causa della crisi energetica del 2022 questi valori erano stati annullati e l’iva scesa al 5% dal Governo. Purtroppo però da gennaio 2024, invece, gli oneri di sistema sono stati reintrodotti anche nelle bollette gas. Oltre ad essere annullata la riduzione dell’IVA, che (a seconda del volume di gas consumato) torna così alla regolare aliquota del 10-22%. Ecco quindi perché qualcuno si è ritrovato con costi alle stelle da pagare.

Come tutelarsi e a cosa stare attenti

Per ridurre i costi in bolletta è possibile mettere in atto piccole azioni per contenere i consumi. Ad esempio scegliere un fornitore di luce e gas con promozioni e tariffe convenienti, in linea con le abitudini di consumo, sfruttando le opportunità offerte dal mercato libero per risparmiare. Attenzione però a controllare bene, quando inizia e terminano eventuali agevolazioni previste nel contratto. In particolare il fornitore ha l’obbligo di avvisare il cliente, almeno 3 mesi prima, la data prevista per la scadenza delle eventuali agevolazioni.

Altro consiglio è sempre quello di controllare con attenzione il contratto proposto. Rimane sempre la possibilità di rateizzare le bollette, con piani di rientro concordati con il consumatore. Inoltre si ricorda che i consumatori vulnerabili possono restare con il regime di tutela. Infine rientrano in questa categoria i consumatori che hanno un’età superiore a 75 anni, si trovano in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio, percettori di bonus). Oppure sono soggetti con disabilità ai sensi dell’articolo 3 della legge 104/92, l’utenza serve una abitazione di emergenza a seguito di eventi calamitosi.

Farmacie, dai vaccini a tutte le novità del decreto semplificazioni

Le farmacie potranno aumentare i servizi offerti alla clientela, come previsto dal decreto semplificazioni in discussione.

Farmacie, quali altri servizi potrebbe offrire

E’ in discussione il testo del nuovo Decreto semplificazioni che prevede importanti novità. Anche per quanto riguarda i nuovi servizi che le farmacie potranno offrire ai propri clienti. Infatti le farmacie potranno fare tutte le vaccinazioni (quelle contenute nel piano nazionale vaccinale) per gli over 12 oltre a quelle già possibili come Covid e influenza. Inoltre si potrà scegliere il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta tra quelli convenzionati con il Servizio sanitario nazionale.

Cresce anche il numero di esami che si potranno fare all’interno della struttura come alcuni esami di tipo diagnostico in telemedicina e la possibilità di fare prelievi del sangue. Si potranno coì controllare i valore di colesterolo, glicemia e tanti altri. Le farmacie dovranno abilitarsi per le funzioni aggiuntive. Ma potranno anche avere un “bollino” che attesti che quella farmacia ha aderito alle nuove funzioni per la comunità.

Immobili vincolati e morte presunta si dimezzano i tempi

Si dimezzano i tempi necessari per dichiarare la morte presunta da parte degli eredi. Ad oggi, quando sono trascorsi dieci anni dal giorno cui risale l’ultima notizia dell’assente, il Tribunale dell’ultimo domicilio o dell’ultima residenza, su domanda degli interessati, può dichiarare presunta la morte dell’assente nel giorno a cui risale l’ultima sua notizia. Sulla base del decreto semplificazioni i termini possono dimezzarsi fino a raggiungere solo 5 anni.

Bonus zanzariere 2024, limiti, importi e regole

Anche per il 2024 è possibile avere il bonus zanzariere 2024 e risparmiare fino al 50% delle spese, affinché si possa ottenere la detrazione occorre rispettare alcuni criteri, in particolare, è necessario che le zanzariere siano inserite all’interno di un lavoro di efficientamento energetico, ad esempio, in caso di applicazione di schermature solari. Vediamo nel dettaglio come avere il bonus zanzariere al 50%.

Come ottenere fino a 30.000 euro con il bonus zanzariere

Il bonus zanzariere 2024 offre la possibilità di ottenere il 50% di rimborso della spesa sostenuta fino a un massimo di spesa di 60.000 euro. Il rimborso si ottiene sotto forma di detrazione Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) o di Ires, Imposta sul reddito delle società.

Non si può ottenere il bonus su zanzariere semplici, occorre prediligere modelli che abbiano una schermatura solare. In questo caso si ottiene il doppio vantaggio, infatti, la schermatura solare consente di regolare la luce, ma anche di evitare il surriscaldamento in estate, consente quindi di ottenere un risparmio energetico e allo stesso tempo di denaro. Naturalmente prediligere una schermatura solare consente anche di avere un maggiore comfort abitativo.

Caratteristiche delle zanzariere per avere il bonus 2024

Le zanzariere devono avere ulteriori caratteristiche tassative:

  • devono essere fissate in modo stabile (cioè non devono essere smontabili);
  • devono essere regolabili, cioè devono essere alzate e abbassate in modo da regolare la luce e la protezione;
  • devono proteggere una superficie vetrata (come una finestra o una portafinestra);
  • devono avere il marchio CE.

Particolare attenzione deve essere posta al valore Gtot, si tratta del valore di riferimento che determina la capacità della zanzariera di schermare la luce del sole in combinazione con il vetro, deve essere uguale o inferiore a 0,35. Tale valore deve essere certificato da un organismo autorizzato.

Il limite di 60.000 euro è, infine, riferito al costo di acquisto dei prodotti, installazione degli stessi, rimozione di precedenti zanzariere già installate, eventuali opere accessorie e il valore Gtot – ossia il parametro con cui si determinata la capacità della zanzariera di schermare la luce del sole in combinazione con il vetro – deve essere uguale o inferiore a 0,35. Tale valore deve essere certificato da un organismo autorizzato.

Per ottenere la detrazione al termine dei lavori ed entro 90 giorni dal collaudo deve essere effettuata la comunicazione all’Enea.

Leggi anche: Forfettario, superbonus, detrazioni, patrimoniale, le critiche dell’Ocse