Patente a punti e cantieri edili, come dovrebbe funzionare

Patente a punti e cantieri edili sono la nuova combinazione che dovrebbero evitare le morti sul lavoro, ma ecco come dovrebbe funzionare.

Patente a punti e cantieri edili, il punto della situazione

Basta morti sul lavoro e soprattutto nei cantieri edili. Occorre che la sicurezza dei lavoratori sia al primo posto, perché non si può morire per portare a casa il pane per se e per i propri figli. Tuttavia l’ultima bozza del Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 febbraio 2024 prevede l’obbligo di una patente a punti per le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’articolo 89, comma 1 lettera a) del D.Lgs. n. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza Lavoro o TUSL).

Quindi la sicurezza nei cantieri prevede una patente a punti per le imprese edili che ne garantisca la qualità. Ma anche con l’aumento delle forze ispettive e nuove regole su qualificazione e formazione. Mettendo quindi in conto anche la possibilità di nuovi posti di lavoro tra ispettori e formatori. Nel primo caso si parla di persone che possano controllare in qualsiasi lavoro e il rispetto degli standard richiesti. Invece, nel secondo caso, la presenza di formatori che possano migliorare la cultura della sicurezza del lavoro.

Patente a punti e cantieri edili, a partire da quando?

La patente a punti non è subito operativa, anche perché mancano i dettagli della norma. Tuttavia a partire dal primo ottobre 2024 tutte le imprese edili, i liberi professionisti e gli operatori del settore sono tenuti ad avere la patente a punti. Un documento rilasciato dell’Ispettorato nazionale del lavoro sulla base di diversi requisiti. Tra questi requisiti ci sono:

  • l’iscrizione alla Registro delle imprese presso la Camera di Commercio industria e artigianato;
  • l’adempimento degli obblighi formativi e il possesso del Documento unico di regolarità contributiva (DURC);
  • il Documento di valutazione dei rischi (DVR);
  • e il Documento unico di regolarità fiscale (DURF).

Infine la patente sarà rilasciata, in formato digitale, dalla competente sede territoriale dove ha sede l’impresa o dove opera il lavoratore autonomo.

Come dovrebbe funzionare?

Una volta aver ottenuto tutti i documenti richiesti sarà possibile richiedere la patente a punti. Si avrà una dotazione iniziale di 30 crediti. I crediti si perdono ogni volta in cui ci siano delle violazioni che espongono i lavoratori agli infortuni, rischi, inabilità o morte dei lavoratori. Ma i punti possono essere ripresi attraverso la partecipazione a corsi di formazione e seguendo le indicazioni previste dal Ministero.

Per lavorare in un cantiere edile, i crediti residui sulla patente dovranno essere almeno 15. Il lavoratore autonomo o l’impresa che lavora in un cantiere edile senza la patente o con un credito inferiore a 15 punti, pagherà una sanzione amministrativa da 6 mila a 12 mila euro.

Concordato preventivo biennale, approvato il modello di adesione

Con il provvedimento del 28 febbraio 2024 è stato approvato il modello di adesione per il concordato preventivo biennale. Lo stesso è stato approvato in concomitanza con i 175 modelli Isa.

Concordato preventivo biennale, formulazione della proposta

Il concordato preventivo biennale è stato introdotto dal Dlgs n. 13/2024, con lo scopo di favorire l’adempimento spontaneo dei contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, che svolgono attività nel territorio dello Stato.

Si tratta di un accordo tra fisco e contribuente, titolare di partita Iva. L’accordo ha durata biennale per gli anni di imposta 2024 e 2025, prevede che l’Agenzia delle Entrate, in base ai dati in suo possesso (quelli derivanti dalla banca dati elaborata attraverso fatturazione elettronica, redditi percepiti negli anni precedenti, analisi di mercato e del settore), formuli al contribuente una proposta di potenziale base imponibile per i successivi due anni. Occorre però ricordare che tra gli elementi che l’Agenzia valuta per formulare la proposta vi è anche il punteggio Isa. In un primo momento era stata esclusa la possibilità di accesso al concordato preventivo biennale per i contribuenti con un punteggio Isa inferiore a 8, ora tale limite è stato tolto, ma rientra comunque tra gli elementi da valutare.

Oltre a questi dati, il contribuente viene invitato a fornire ulteriori dati che evidentemente non sono già in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Una volta concordata la tassazione per i due anni di imposta, non sarà possibile modificare tale scelta indipendentemente dal volume di affari.

Il modello di adesione al concordato preventivo biennale

Il modello pubblicato il 28 febbraio 2024 e disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate è particolarmente scarno, poche semplici domande che qui riportiamo. Non tutte le informazioni presenti nel modello devono essere compilate a cura del contribuente; quattro si riferiscono, infatti, al calcolo della proposta di concordato. Il contribuente potrà limitarsi ad accettarle, laddove intenda aderire al Cpb.

Il modello può essere presentato da soggetti che:

  • nel periodo d’imposta 2023 hanno esercitato, in via prevalente, una delle attività economiche del settore dell’agricoltura, delle manifatture, dei servizi, delle attività professionali e del commercio per le quali risultano approvati gli Isa
  • sono tenuti all’applicazione degli Isa per il medesimo periodo d’imposta
  • intendono aderire alla proposta di concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2024 e 2025.

ricordiamo che per i titolari di partita Iva che hanno aderito al regime forfettario vi è la possibilità di aderire per il solo anno di imposta 2024. Si tratta di una misura sperimentale. L’accettazionedella proosta di tassazioen deve essere effettuata entro il 15 otttobre 2024. Non sono mancate polemiche e critiche verso tale decisione.

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Agevolazioni edilizie, aumenta dal 1° marzo la ritenuta sui bonifici

A partire dal 1° marzo 2024 aumenta la ritenuta sui bonifici eseguiti per il pagamento delle spese per la ristrutturazione in caso di agevolazioni edilizie.

Cos’è la ritenuta sui bonifici per agevolazioni edilizie?

Per ottenere i bonus casa, ad esempio il bonus ristrutturazione, bonus barriere architettoniche, ecobonus, sismabonus e superbonus è necessario effettuare i pagamenti utilizzando i bonifici parlanti. Ricordiamo che i bonus edilizi consentono a chi effettua lavori di ristrutturazione di ottenere il rimborso di parte delle spese sostenute attraverso le detrazioni fiscali.

Sui bonifici parlanti usati per pagare imprese e fornitori viene effettuata una ritenuta calcolata sull’importo del bonifico stesso. La legge di bilancio per il 2024 prevede che a partire dal 1° marzo 2024 la ritenuta attualmente all’8% passi all’11%.

L’effetto immediato di questa modifica sarà la diminuzione della liquidità delle imprese che ricevono il bonifico, queste somme potranno comunque essere recuperate attraverso l’Irpef e l’Ires, saranno infatti scomputate dalle somme effettivamente dovute.

La modifica  è prevista dall’articolo 1, comma 88, della legge 213/2023, legge di Bilancio 2024. La ritenuta viene applicata a titolo di acconto per il versamento delle imposte dovute dai beneficiari delle agevolazioni, con obbligo di rivalsa.

Aumenta la ritenuta sui bonifici per agevolazioni edilizie, difficoltà per le imprese

Si tratta però di una modifica che può mettere in difficoltà le imprese che stanno già avendo problemi a causa della difficoltà a ottenere i crediti incagliati da cessione del credito e sconto in fattura.

L’aumento delle entrate nelle Casse dello Stato è stato stimato a 622 milioni di euro che naturalmente rappresentano minori entrate per le imprese. A ciò deve aggiungersi che, considerando la possibilità che un’impresa abbia maturato anche altri crediti di imposta, ad esempio relativi al versamento del trattamento integrativo in favore dei lavoratori dipendenti, potrebbero non avere sufficiente capienza fiscale per recuperare tali somme attraverso le imposte da versare.

Ricordiamo che la ritenuta sui bonifici parlanti per bonus edilizi passa dall’8% all’11% e che questo cambiamento è recepito automaticamente da banche e uffici postali.

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Sicurezza sul lavoro, arriva il decreto con condono contributi

Gli incidenti sul lavoro sono una piaga per l’Italia e proprio per questo già nei giorni scorso il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone aveva annunciato l’avvio dei lavori per un decreto legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. I fatti di Firenze hanno però portato a un’accelerazione, ecco perché già nei prossimi giorni il provvedimento potrebbe essere in Consiglio dei ministri. Tra le novità annunciate vi è anche il condono per i contributi previdenziali non versati.

Condono per i contributi previdenziali non versati

Il lavoro irregolare aumenta l’incidenza degli incidenti sul luogo di lavoro perché si tratta di veri lavoratori fantasma, non tutelati in caso di incidente e quindi spesso lasciati in condizioni precarie, senza le dovute protezioni individuali e collettive. Al fine di aumentare la sicurezza sul lavoro sono quindi incentivate le regolarizzazioni attraverso la riduzione delle sanzioni applicate. Sia chiaro: la regolarizzazione prevede comunque il pagamento dei contributi, ma il datore di lavoro potrà beneficiare di una riduzione delle sanzioni applicate.

Queste non è l’unica novità che sarà introdotta. L’obiettivo è quello di contrastare il caporalato, contrastare il lavoro sommerso e aumentare la sicurezza.

Minori controlli per le aziende più sicure

Il provvedimento prevede anche la creazione di una lista di conformità in cui saranno iscritte le imprese che in seguito a controlli risultano essere in regola per quanto riguarda le norme in materia di sicurezza sul lavoro. L’iscrizione nella lista implica che per 18 mesi non saranno eseguiti ulteriori controlli.

Non vengono invece intaccate le misure già applicate, in particolare continua ad esservi l’obbligo il personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice di avere il tesserino di riconoscimento sul luogo di lavoro.

Infine, dovrebbe venir meno la penale per la somministrazione fraudolenta di lavoro, sostituita dall’aumento dell’ammenda applicata da 20 a 30 euro per ogni lavoratore impiegato e per ogni giornata di lavoro effettuata.

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Concordato preventivo biennale bollinato: legittima l’evasione?

Dopo settimane dalla stesura definitiva, il testo del decreto che istituisce il concordato preventivo biennale è stato bollinato. Molti sono coloro che ritengono che possa legittimare l’evasione fiscale, ecco perché.

Bollinato il testo del concordao preventivo biennale: è definitivo

Il concordato preventivo biennale prevede che il contribuente e il Fisco si accordino sulle imposte da versare per gli anni di imposta 2024- 2025, per due anni, qualunque sia il reddito effettivamente prodotto non sarà possibile applicare una tassazione diversa. La proposta del Fisco viene fatta tenendo in considerazione i redditi prodotti negli anni precedenti. Ciò implica che per chi guadagna di più vi è un potenziale risparmio di imposta, per chi guadagna di meno, invece, vi è il rischio di pagare più tasse.

Rispetto alla versione iniziale vi sono delle novità, tra queste vi è l’apertura ai forfettari e la possibilità di accedere al concordato preventivo biennale anche con un punteggio ISA (indice sintetico di affidabilità fiscale), inferiore a 8. Proprio questo elemento ha indotto molti a ritenere che con il concordato preventivo biennale vi è il rischio di incentivare l’evasione fiscale.

Per i forfettari il concordato preventivo biennale è disponibile solo per l’anno di imposta 2024 e, una volta ricevuta la proposta dall’Agenzia delle Entrate, potranno decidere di aderire entro il 15 ottobre 2024, quando ormai già conoscono in modo abbastanza preciso l’andamento dell’anno.

Soggetti esclusi dal concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale potenzialmente riguarda 4,5 milioni di partite Iva. Il concordato è riservato ad autonomi e imprese con redditi fino a 5 milioni di euro. Naturalmente non può aderire chi negli anni compresi tra il 2021 e il 2023 non ha presentato la dichiarazione dei redditi, perché la proposta è comunque basata sui dati economici di questo triennio.

Il software predisposto per la formulazione della proposta di tassazione tiene in considerazione i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate in quanto contenuti nelle banche dati, ad esempio i dati della fatturazione elettronica, tiene inoltre in considerazione ulteriori dati che non sono in possesso della stessa e che dovranno essere indicati dal contribuente utilizzando la piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate entro il 15 giugno 2024.

Nel frattempo si è in attesa di ulteriori tre decreti attuativi di cui uno indica l’esatta metodologia con la quale l’Agenzia formula la proposta di tassazione. Un altro dovrà indicare i dati da comunicare telematicamente al Fisco ai fini della formulazione della proposta di concordato. Infine, è atteso un decreto del MEF, con l’elenco delle circostanze eccezionali al ricorrere delle quali è possibile disapplicare il concordato preventivo biennale.

La proposta comunque non sarà basata solo sui redditi dichiarati, ma anche su dati di settore, punteggio Isa, se l’affidabilità è bassa la tassazione potrà aumentare infine la proposta tiene conto degli andamenti economici dei mercati.

Occorre ricordare che i contribuenti che non aderiscono al concordato preventivo biennale potranno essere sottoposti a controlli di particolare tenore.

Leggi anche: Concordato preventivo biennale per i forfettari, ecco i vantaggi

Precompilata Iva 2024, da domani via libera all’invio

Precompilata Iva 2024 è già online per la consultazione. Mentre dal prossimo 15 febbraio sarà possibile inviarla, tutti i dettagli.

Precompilata Iva 2024, che cos’è e a cosa serve

La precompilata IVA consente all’Agenzia delle entrate di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo fissato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per semplificare gli adempimenti di imprese e professionisti. Come nel caso della dichiarazione dei redditi precompilata permette di agevolare il contribuente nell’adempimento dei proprio doveri. Attraverso il comunicato dell’Agenzia delle entrate del 12 febbraio 2024, si rendono noti alcuni dettagli importanti.

E’ attivo il servizio che consente di visualizzare il proprio modello 2024, in parte già compilato dall’Agenzia delle Entrate. Mentre da domani, 15 febbraio, sarà possibile modificare o integrare i dati, inviare la dichiarazione e versare l’eventuale imposta. Quindi continua la sperimentazione per mettere a disposizione degli operatori la bozza della dichiarazione elaborata con i dati delle fatture elettroniche. Ma anche maggior trasparenza delle comunicazioni delle operazioni transfrontaliere e dei corrispettivi telematici.

Precompilata IVA 2024, la platea coinvolta

La Precompilata Iva sarà disponibile per circa 2,4 milioni di professionisti e imprese. Il servizio è già disponibile per le imprese e i lavoratori autonomi che rientrano nella platea definita dai provvedimenti dell’8 luglio 2021 e del 12 gennaio 2023. In particolare, si tratta di soggetti passivi residenti e stabiliti in Italia che effettuano la liquidazione trimestrale. Ma con esclusione di alcune categorie per le quali sono previsti regimi speciali ai fini Iva (come, per esempio, le agenzie di viaggio e i soggetti che operano nel settore dell’editoria). Inoltre sono coinvolti anche i produttori agricoli e gli agriturismi.

Nella precompilata IVA 2024 sono state aggiunte anche delle funzioni che permettono di raccogliere un maggior numero di dati. Ad esempio per le operazioni effettuate dal 1° gennaio 2024: i destinatari dei documenti Iva precompilati e i loro intermediari potranno scaricare in forma massiva le bozze dei registri Iva mensili. I prospetti riepilogativi su base mensile e trimestrale; le bozze delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche e la bozza della dichiarazione Iva annuale.

Come visualizzarla ed inviarla

Per visualizzare la dichiarazione annuale predisposta dall’Agenzia occorre entrare con le proprie credenziali all’interno del portale “Fatture e corrispettivi”. A questo punto occorre accedere alla sezione dedicata ai documenti Iva precompilati in cui è presente la sezione “Dichiarazione annuale Iva”. Dal domani 15 febbraio, sarà possibile modificare e integrare i quadri del modello. Ma anche aggiungere i quadri non precompilati, inviare la dichiarazione e versare l’imposta con addebito diretto sul proprio conto (o, in alternativa, stampare il modello F24 precompilato e procedere al pagamento con le modalità ordinarie).

Bonifico istantaneo europeo, arrivano le nuove regole

Il sistema dei pagamenti in ambito UE sarà ora più veloce grazie all’introduzione del bonifico istantaneo europeo.

Perché è stato introdotto il bonifico istantaneo europeo?

Il Parlamento dell’Unione Europea ha approvato definitivamente le regole per il bonifico istantaneo europeo, questo deve consentire di avere il trasferimento del denaro in tempo reale, da un conto all’altro, 10 secondi. L’obiettivo è migliorare la liquidità per le imprese, infatti ricevere un bonifico contestualmente allo svolgimento delle operazioni consente di avere disponibilità economica per ulteriori operazioni. Ad esempio, un fornitore di materiali, può ottenere denaro già al momento in cui effettua l’operazione di scambio e di conseguenza può immediatamente rifornire il magazzino di nuova merce perché ha liquidità disponibile.

La normativa prevede che gli intermediari, prestatori di servizi di pagamento debbano processare i bonifici in tempo reale garantendo il trasferimento del denaro in 10 secondi che decorrono dal momento della conferma dell’operazione. Questo indipendentemente dall’orario in cui l’operazione sia ordinata e dal giorno della settimana, questo implica che chi opera con l’home banking potrà usufruire degli effetti dei bonifici istantanei anche da casa.

La conferma di esecuzione viene inviata a chi ordina il pagamento nello stesso arco temporale, in questo modo viene assicurata trasparenza alle operazioni. Per gli Stati membri dell’UE che non utilizzano l’euro come moneta ufficiale, è prevista un’implementazione graduale delle nuove regole.

Il bonifico istantaneo europeo è sicuro?

Il regolamento prevede inoltre che per questa tipologia di bonifico non possano essere fissate tariffe di importo superiore rispetto a quelle applicate ai bonifici ordinari. Le nuove norme entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. Gli Stati membri avranno 12 mesi per applicare il regolamento, potranno implemenare le regola ma non possono derogare rispetto al “contenuto minimo”.

Naturalmente questo trasferimento immediato di denaro può destare qualche preoccupazione dal punto di vista della sicurezza. Proprio per questo motivo è previsto che ogni cliente possa impostare un limite massimo di importo per i bonifici istantanei. In questo modo vi può essere un controllo diretto sui movimenti di denaro. Inoltre deve essere sempre data la possibilità ai prestatori di servizi e ai clienti di verificare l’identità dei beneficiari dei bonifici stessi.

 

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Bonus sud 2024, la misura a favore delle imprese del Mezzogiorno

Il bonus sud 2024 è una realtà per tutte le aziende del Mezzogiorno e che prevede la possibilità di avere aiuti da parte del Governo.

Bonus sud 2024, che cos’è?

La Premier Giorgia Meloni ha sempre detto di voler puntare anche al Mezzogiorno d’Italia per la crescita economica del nostro Paese. Dando non solo fiducia alle imprese del sud, ma anche finanziamenti attraverso le misure approvate dalla legge di bilancio. Le principali agevolazioni disponibili vanno  dal credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, alla decontribuzione, al bonus ricerca e innovazione.

La buona notizie è che quindi le medie e piccole imprese di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia potranno chiedere finanziamenti a sostegno di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Il tutto all’interno di un programma nazionale con incentivi alle imprese di ogni dimensione.

Bonus sud 2024, le tecnologie al primo posto

Per le imprese del Mezzogiorno ci sono una serie di misure a disposizione con un fondo di 300 milioni di euro. Se si è un’impresa nel Mezzogiorno che vuole realizzare un progetto innovativo di ricerca industriale e sviluppo sperimentale si può accedere al fondo promosso dal Governo. In particolare il fondo è finalizzato a sostenere le imprese che utilizzano le tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), come i materiali avanzati, la nanotecnologia, la fotonica, la micro/nano elettronica, i sistemi avanzati di produzione, le tecnologie delle scienze della vita, l’intelligenza artificiale, la connessione e la sicurezza digitale.

L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato e un contributo diretto alla spesa, in base alla dimensione dell’impresa:

  • 25% della spesa per le grandi imprese;
  • 35% per le imprese medie;
  • 45% per le piccole imprese.

Tutte le altre agevolazioni

Arriva anche l’annuncio per “Fare Impresa in Sicilia” contributi a fondo perduto che possono arrivare fino al 90 per cento per neo imprenditori, giovani e donne, che vogliono fare impresa nell’Isola. Il bando, ha tra gli obiettivi di creazione e sviluppo nel territorio regionale di nuove imprese gestite soprattutto da giovani e donne e di favorire la nascita e la crescita di start-up innovative.

Fondo Rotativo Imprese (FRI), un fondo che offre contributi e finanziamenti agevolati per progetti di grande valore. Il FRI è destinato a tutte le imprese che operano nelle regioni del Mezzogiorno e dispone di oltre 470 milioni di euro. L’opportunità è rivolta soprattutto a progetti di grandi dimensioni, con un valore compreso tra i 3 e i 20 milioni di euro.  Le istanze per accedere ai fondi del bonus Sud dovranno essere inviate tramite lo sportello online di Mediocredito centrale che gestisce il fondo sud 2024.

 

Incentivi alle imprese, gli aiuti su cui si può contare

Incentivi alle imprese sono sempre aiuti che piacciano agli imprenditori. Ecco una breve carrellata di quelli che sono in corso.

Incentivi alle imprese, finanziata la Nuova Sabatini

Fare impresa non è mai stata cosa semplice, soprattutto in questi tempi così difficili. Ma se ci sono a disposizione degli aiuti statali, si può avere una base di partenza importante. Pertanto vediamo quali sono le misure che sono state attivate e/o prorogata con la legge di bilancio in materia di incentivi alle imprese.

La nuova Sabatini è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. La misura è un sostegno agli investimenti in beni strumentali da parte di micro, piccole e medie imprese. Prevede facilità di accesso ai soldi necessari per comprare strumenti e finanziarli con tassi agevolati.

Incentivi alle imprese, contratti di sviluppo e fondo per la crescita sostenibile

La legge di Bilancio 2024 autorizza la spesa di 190 milioni per l’anno 2024, di 310 milioni per l’anno 2025 e di 100 milioni per ciascuno degli anni dal 2026 al 2030, per il finanziamento dei contratti di sviluppo, relativi ai programmi di sviluppo industriale. Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro:

  • finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili;
  • contributo in conto interessi;
  • contributo in conto impianti;
  • e contributo diretto alla spesa.

Mentre per il Fondo per la crescita sostenibile sono stati stanziati 110 milioni per l’anno 2024 e 220 milioni per l’anno 2025. Il Fondo è destinato al finanziamento di programmi e interventi con un impatto significativo in ambito nazionale sulla competitività dell’apparato produttivo. Inoltre le agevolazioni del Fondo sono concesse nella forma del finanziamento agevolato. Infine c’è anche la possibilità di concedere incentivi in forma diversa è subordinata al cofinanziamento comunitario o regionale.

Garanzia SACE a condizioni di mercato 

SACE garantisce i finanziamenti erogati da banche, istituzioni finanziarie nazionali e internazionali, società di factoring, società di leasing e altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia. Il limite di importo dei finanziamenti ottenibili ammonta al maggiore fra:

  • il 15% del fatturato annuo totale medio in Italia degli ultimi 3 esercizi conclusi come risultante dai bilanci
  • il 50% dei costi sostenuti per fonti energetiche nei 12 mesi precedenti la richiesta di finanziamento.

Mentre le garanzie sono concesse, previa istruttoria, per una durata massima di 25 anni. Dal primo gennaio 2024 non sono state accettate nuove richieste, ma le condizioni dovrebbero a presto cambiare.

Concordato preventivo biennale esteso, cosa cambia

Tra le principali novità previste per i titolari di partita Iva, vi è la possibilità di accedere già a partire dal 2024 al concordato preventivo biennale, un vero e proprio accordo con il Fisco per la tassazione di due anni successivi.

Il concordato preventivo biennale in prima stesura

Il concordato preventivo biennale nasce con l’obiettivo di semplificare i rapporti con il Fisco attraverso una tassazione frutto di accordo e valida per due anni, in questo modo non è necessario presentare dichiarazioni e seguire adempimenti, inoltre si sa fin da subito quante tasse si pagheranno. Si tratta per il contribuente di una sorta di scommessa perché, se effettivamente c’è un maggiore guadagno rispetto all’anno preso come punto di riferimento, vi è un risparmio di imposta, ma se si guadagna di meno, vi è una perdita.

Nella prima formulazione disponibile, il concordato preventivo biennale prevede dei limiti, ovvero non possono accedervi i titolari di partita Iva che abbiano un punteggio ISA (Indici sintetici di affidabilità fiscale) inferiore a 8. Perché tale esclusione? Perché il Fisco parte dal presupposto che un contribuente che abbia un punteggio Isa inferiore a 8 non sia affidabile dal unto di vista fiscale e di conseguenza è bene applicare una tassazione analitica anno per anno anche con maggiori controlli.

Di fatto chi accede al concordato preventivo facendo un accordo che implica l’esclusione dalla tassazione sui redditi effettivi prodotti per i due anni, non è sottoposto a controllo sui redditi dichiarati.

Come cambia il concordato preventivo biennale

Partendo da tale riflessione è stata proposta l’estensione del concordato preventivo biennale anche ai contribuenti con un punteggio Isa inferiore a 8. Nonostante l’eliminazione del punteggio Isa come causa ostativa all’accesso, resta la valutazione da parte dell’Agenzia delle Entrate di tale parametro (ne deriva che nella proposta di tassazione l’AdE può prendere in considerazione l’affidabilità fiscale).

Queste non sono le uniche proposte formulate che potrebbero portare a modifiche al concordato preventivo biennale infatti è previsto anche il limite di aumento del reddito concordato fissato al 10% rispetto al reddito dell’anno di riferimento. Infine, sono previsti corsi di formazione professionale per professionisti a elevata specializzazione impegnati nel rilascio della certificazione del rischio fiscale le cui spese saranno a carico degli ordini professionali e della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione.

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