Monopattino e bici elettrica, arriva l’obbligo dell’assicurazione

Monopattino e bici elettrica devono avere l’assicurazione per poter circolare, ecco tutti i dettagli che interessano questi mezzi ecologici sempre più usati.

 Monopattino e bici elettrica, il codice di sicurezza stradale

L’utilizzo di monopattini e biciclette elettriche è sempre più diffuso nelle città. Ad oggi esiste l’obbligo dell’utilizzo del casco per tutti coloro che utilizzeranno i monopattini elettrici, indipendentemente dall’età. Fino ad ora, ricordiamo, il casco era obbligatorio solo per i minorenni. Inoltre, arriva l’obbligo della targa e dell’assicurazione.

Un’assicurazione monopattino elettrico è un contratto che prevede l’indennizzo dei danni causati a cose o a persone durante la guida del mezzo. Nel momento in cui si decide di stipulare questo tipo di polizza, si ha la possibilità di utilizzare il monopattino tranquillamente e in totale sicurezza.

I monopattini elettrici possano muoversi esclusivamente sulle strade urbane con limite di velocità di 50 km/h. Oggi, si può anche uscire dalle città a patto di utilizzare piste ciclabili o altri percorsi riservati alla circolazione delle biciclette. Una serie di nuove normative del codice della strada che sono diventate sempre più necessarie a seguito anche dei crescere degli incidenti.

Monopattino e bici elettrica, RCA obbligatoria

Il Consiglio dei ministri ha deciso di estendere l’obbligo di assicurazione per responsabilità civile a monopattini e biciclette elettriche. Approvata in via preliminare la proposta del ministero delle imprese che recepisce una direttiva dell’Unione Europea, per garantire maggiore trasparenza. Quindi verrà attivato il così detto preventivatore che permette ai clienti di consultare online i vari prezzi messi a disposizione dalle compagnie di assicurazione.

Il Preventivatore Pubblico è un’applicazione web, realizzata attraverso i finanziamenti del MISE (fondi a vantaggio dei consumatori – Art. 148 L. 388/2000), che consente di confrontare i costi delle coperture r.c. auto offerte dalle imprese assicurative operanti in Italia.

Previsto anche il diritto alla sospensione

Le compagnie di assicurazione dovranno garantire la possibilità per l’assicurato di sospendere momentaneamente la polizza. Una sospensione che può arrivare fino a 9 mesi per mancato utilizzo. E’ la stessa che già esiste per gli scooter che prevede appunto di bloccare  la polizza di assicurazione durante il periodo invernale.

La sospensione dell’RC consiste nel ‘congelare’ la polizza annuale per un determinato periodo, per poi riattivarla al momento opportuno. Nei mesi di interruzione non si paga il premio stabilito e soprattutto questi mesi non vengono conteggiati per quel che riguarda la durata del contratto.

Provando a fare dei preventivi online, ad oggi,  si preveda un costo di 40 euro annui, circa, per un singolo beneficiario. La cifra sale però a 80 euro, almeno, con chance di superamento della soglia dei 100 euro, per l’intera famiglia.

Tassi sui mutui, quando scenderanno e sarà più facile comprare casa?

I tassi sui mutui sono il problema che sta mettendo in crisi il settore immobiliare italiano. Ci si chiede quanto torneranno a scendere e sarà più semplice comprare casa?

Tassi sui mutui, la situazione attuale

La Banca centrale europee ha scelto, già dai mesi scorsi, di aumentare i tassi di interessi sui mutui. Allo stato attuale si parla di un percentuale intorno al 4%. Ma non è difficile pensare che si possa immaginare un aumento fino al 5% entro la fine del 2023, se non già dal mese di settembre. Tutto dipenderà dall’aumento dell’inflazione. Anche se nel nostro Paese il mese di giugno ha registrato una frenata dell’inflazione. E’ un dato positivo per le scelte monetarie europee che punta all’aumento dei tassi di interesse per bloccare l’inflazione all’interno dell’Euro zona.

Come scrive la Banca Centrale Europea nel suo ultimo bollettino “I tassi di interesse devono ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”.

Cosa si prevede per il prossimo settembre?

L’autunno non prevede nulla di positivo. Finché l’inflazione sarà alta anche i tassi di interessi sui mutui saranno elevati. A farne le conseguenze sono sempre coloro che hanno fatto un mutuo a tasso variabile. Si è registrato un progressivo aumento che ha visto passare da valori negativi (-0,58% a dicembre 2021), al 4,0% attuale. Tradotto in moneta, chi ha un variabile della durata di 25 anni aperto da circa un anno, ha subìto un aumento della rata di più di 100 euro.

A questo punto, oggi, conviene scegliere una soluzione a tasso fisso. Potrebbe essere una soluzione un pò più cara, ma sicuramente consente di pianificare il piano di rientro, indipendentemente dall’inflazione. Ma in ogni caso quando si vuole sottoscrivere un mutuo è sempre meglio fare un giro presso diversi istituti di credito. In questa difficoltà generale, non si esclude la possibilità che la banca di fiducia tenti di “tenersi i clienti” piuttosto che farli passare presso altro istituto. E magari riesce ad applicare qualche agevolazione in più sul contratto di mutuo.

Proiezioni di fine anno

L’ottenimento di un mutuo è strettamente collegato alla verifica che la banca, erogatrice del finanziamento, effettua per appurare che il richiedente abbia tutti i requisiti necessari. Ma la banca non è altro che un’azienda, ed anche lei deve fare i conti sui budget di fine anno. Quindi anche sui soldi che sono destinati ai clienti, visto che si la banca guadagna sul prestito. La banca è un’impresa la cui attività consiste nella raccolta di risparmio tra il pubblico unitamente alla concessione del credito: raccoglie denaro e lo dà in prestito a famiglie e imprese. Le banche raccolgono fondi attraverso i depositi di denaro da parte del pubblico ed emettendo obbligazioni.

Ma anche se la previsione sui tassi è quella di crescita, rimane sempre la possibilità di un ribasso chiesto a gran voce dalle stesse banche. E gli operatori del settore sanno che spesso a fine hanno le banche sono un pò più propense a concedere i mutui rispetto ad inizio anno. Perché del resto è come un’attività all’inizio dell’anno fa programmazione e negli ultimi mesi cerca sempre di addrizzare il tiro per ottenere i propri obiettivi.

Bonus prima casa 2023, la guida completa all’agevolazione

Bonus prima casa 2023 sembra essere l’unico fatto che spinge le compravendite in un mercato immobiliare profondamente in crisi, come funziona

Bonus prima casa 2023, cos’è e chi può accedere

Il mercato immobiliare è in forte crisi con le compravendite che sono notevolmente diminuite rispetto allo scorso anno. Uno stop fortemente legato all’aumento dei tassi di interessi sui mutui come conseguenza della politica monetaria europea contro l’inflazione. Scelte che sembrano più creare problemi a famiglie ed imprese, ma che comunque l’Europa si ostina a portare avanti. Tuttavia c’è ancora chi sogna la prima casa e cerca appunto di acquistarla, anche senza ricorrere per forza al prestito presso un istituto di credito.

Soprattutto per chi vuole comprare una prima casa, ed ha un’età inferiore a 36 anni, esistono una serie di agevolazioni. Per accedervi occorre non avere altri immobili di proprietà ed avare un Isee inferiore a 40 mila euro. ll bonus sull’acquisto della prima casa degli under 36 permette di ottenere diverse agevolazioni, quali:

  • l’esenzione del pagamento delle imposte ipotecarie, di registro e catastali;
  • l’ottenimento del credito di imposta pari all’Iva, nel caso in cui si tratti di acquisto da soggetti soggetti all’Imposta sul valore aggiunto.

Bonus prima casa 2023, immobili e agevolazioni fiscali

L’agevolazione scatta per gli immobili che rientrano nelle categorie catastali: abitazioni di tipo civile (A/2), economico (A/3), popolare (A/4), ultrapopolare (A/5), rurale (A/6), villini (A/7) e alloggi tipici dei luoghi (A/11). Si aggiungono poi le pertinenze algi immobili principali come i magazzini (C/2), le rimesse (C/6) e le tettoie (C/7). Sono esclusi tutti gli immobili di lusso.

Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali il bonus prevede una riduzione dell’Iva dal 10% al 4% per chi acquista direttamente dal costruttore. E’ il caso di compra casa durante e nell’immediatezza della fine dei lavori e quindi della consegna degli immobili. Invece è previsto o sconto del 2% sull’imposta di registro fino al credito d’imposta per chi vende e riacquista entro 12 mesi. Ma per chi ha meno di 36 anni, e un isee inferiore a 40 mila euro, vi è l’esenzione del pagamento delle imposte ipotecarie, di registro e catastali. 

Infine chi acquista con le agevolazioni prima casa deve anche ricordarsi di spostare la residenza sull’immobile entro 18 mesi dall’acquisto. Pena la perdita delle agevolazioni e il pagamento della differenza su tasse e imposte. Infine il cambio di residenza non è necessario se la casa si trova nel territorio del comune in cui l’acquirente svolge la propria attività. 

Altre agevolazioni che è meglio conoscere

Si ricorda che quando si compra un immobile con l’accesso ad un mutuo, gli interessi passivi possono essere scaricati in dichiarazione dei redditi. La stessa cosa dicasi anche per i costi sostenuti per il pagamento dell’agenzia immobiliare che ha permesso la compravendita. Le spese sono detraibili nella misura del 19%.

 

 

 

 

Reddito di cittadinanza 2023 dopo la sospensione si punta all’occupazione

L’addio al reddito di cittadinanza 2023 per molte famiglie è arrivato attraverso un messaggio. Ma è record di occupati e di nuovi corsi di formazione

Reddito di cittadinanza 2023, i comuni sono presi d’assalto

Da oltre 7 mesi era stato annunciato che il reddito di cittadinanza sarebbe stato tolto. Ed infatti così è accaduto ed il governo lo ha fatto attraverso un messaggio. La reazione è stata quella di prendere d’assalto i propri comuni di residenza per chiedere spiegazioni. Ebbene già dalla campagna elettorale di settembre, la premier Giorgia Meloni, lo aveva detto ed ha mantenuto la sua promessa. Tuttavia è scontro politico tra la maggioranza e le opposizioni.

Hanno detto addio al reddito e pensione di cittadinanza ben 169.000 famiglie italiane. A giugno sono state circa un milione i beneficiari. L’importo medio per famiglia a giugno è stato di 565,69 euro, e la spesa totale ha raggiunto i 571,6 milioni di euro. Tuttavia, si nota un crollo delle richieste rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un calo del 45,94%. Tuttavia l’INPS si prepara ad inviare altri sms di sospensione.

Reddito di cittadinanza 2023, adesso si punta all’occupazione

A lavoro i servizi per l’impegno e dopo lo stop al reddito di cittadinanza devono prendere in carico tutte le richieste dei lavoratori. Da settembre sarà attiva anche la piattaforma a cui dovranno registrarsi tutti coloro che vorranno seguire dei corsi di formazione. Questo da diritto ad un contributo di sostegno per la formazione ed il lavoro pari a 350 euro al mese fino a dodici mesi. Tuttavia è in arrivo un decreto che contiene tutti i corsi che danno diritto ad ottenere il supporto.

Mentre per gli altri, quelli con minori, anziani o disabili a carico, è prevista la nuova misura dell’assegno di inclusione, che entrerà in vigore il primo gennaio 2024. Dovrebbe infatti essere introdotta Mia. Le città più colpite sono Napoli, Palermo e Roma dove già le proteste in Piazza non sono certo mancate. Ma adesso è arrivato il momento di rimboccarsi le mani e di riuscire a trovare il lavoro necessario per far ripartire l’economia.

Buone notizie per l’occupazione italiana

Buone notizie invece arrivano dall’occupazione italiana. Il tasso di disoccupazione a giugno è sceso al 7,4%. Un dato incoraggiante visto che non è mai stato così basso dal 2009. E’ record anche per l’occupazione pari al 61,5%. Questo probabilmente dovuto a diversi fattori, la perdita del reddito di cittadinanza, in primis. Ma anche altri fattori come la crescita esponenziale del settore dei servizi e la ripresa del settori turistico/alberghiero e vacanziero. Tuttavia un dato incoraggiante che spinge l’Italia verso una crescita e che potrebbe essere l’unico appiglio per poter uscire definitivamente da questa crisi economica.

Mercato immobiliare in crisi, colpa anche dei tassi di interessi elevati

Il mercato immobiliare in crisi è la conseguenza dei continui aumenti dei tassi di interessi fatti dall’Unione europea. Ma com’è la situazione su vendite e affitti?

Mercato immobiliare in crisi, qual’è la situazione?

Il mercato immobiliare in Italia è in crisi. Lo annunciano molti operatori di settore che trovano sempre più difficoltà a concludere trattative di compravendita e di locazione. E’ un pò il rovescio della medaglia della politica monetaria dell’Unione Europea di aumentare il costo del denaro per frenare l’inflazione. E c’era anche da aspettarselo visto che più volte si era fatto notare la difficoltà delle persone di accedere ad un mutuo per comprare casa e magari comprare la casa per la propria famiglia.

Ma con tassi così elevati, gli italiani stanno decidendo di spostare più avanti di qualche mese il loro acquisto. Anche perché spesso si tratta di un acquisto che prevede un mutuo di almeno 20-25 anni, quindi un lungo rapporto con la banca. E a tassi elevati, si pensi che sono più che raddoppiati rispetto lo scorso anno, il “mattone” diventa ancora più costoso. E se non si vende, gli immobili vengono messi sul mercato delle locazioni, con prezzi, anche quelli in netto aumento. Aumenti che si registrano un pò in tutte le città italiane, anche se con pesi diversi sulle tasche degli italiani da nord a sud.

Mercato immobiliare in crisi, -17% sulle compravendite

Lo scorso autunno si è registrato un tasso negativo sulle compravendite -17%. La causa principale, come abbiamo detto, è legato all’aumentare costante dei tassi di interessi e quindi alla diminuzione di mutui bancari. Ma le cause sono da ricercarsi anche in altri fattori. Ad esempio l’inflazione, ha portato gli italiani a preferire di mettere in tavola pranzo e cena, e far fronte al caro bollette, piuttosto che aumentare le spese con una rata di mutuo.

Tuttavia sulle bollette è stato prorogato al terzo trimestre il bonus sociale per aiutare i più bisogni. Per accedere al bonus sociale, anche detto bonus energia, occorre appartenere ad un nucleo familiare che ha un valore ISEE fino a 15 mila euro. È confermata fino al 31 dicembre 2023 la soglia Isee per l’accesso al bonus sociale da parte delle famiglie numerose (con almeno 4 figli) che dal primo aprile scorso è passata da 20mila a 30mila euro. Inoltre tale aiuto non va in contrasto con Reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza, oggi sostituiti dall’assegno di inclusione. Ma certamente chi ha bisogno del bonus energia, non è in grado, di poter affrontare l’acquisto di un immobile.

Cosa succede sul mercato degli affitti?

Anche sul mercato degli affitti la situazione non è delle più rosee. Infatti sono sempre più gli appartamenti messi a disposizione per gli affitti brevi a discapito di quelli utilizzati per uso residenziale. Infatti i pochi appartamenti che ci sono arrivano a costare anche +35% dei canoni di locazione dello scorso anno. Mentre crescono in modo esponenziale gli appartamenti che si trasformano in B&B  e case vacanze, molto più fruttiferi come investimenti.

Tuttavia anche gli stessi studenti, nelle città universitarie, trovano fatica a trovare camere a prezzi ragionevoli. Cresce anche il numero dei contratti di locazione non rinnovati, a causa delle troppe tasse da pagare sugli affitti a carico dei proprietari. Questi ultimi infatti sono più propensi a vendere i propri immobili per vivere in modo più sereno grazie al guadagno derivante dalla compravendita.

 

Pos arriva l’accordo per ridurre i costi di commissione

Il pos permette di pagare i propri acquisti o servizi attraverso le carte elettroniche. Ma gli alti costi di commissione scoraggiano gli utenti.

Pos, rimane l’obbligo per i pagamenti elettronici

L’utilizzo del pos è sempre più frequente tra gli italiani. Soprattutto per non uscire con grandi somme in portafoglio, permette di pagare in modo rapido comodo e sicuro. Ma quando si tratta di piccole somme, gli alti costi di gestione sui commercianti sfiduciavano tali transazioni. Infatti dal primo luglio 2022 tutti gli esercenti dovranno accettare i pagamenti elettronici da parte dei loro clienti. Altrimenti si rischia una multa e un’ammenda commisurata al valore dell’operazione. Ma sono stati indicati anche gli obblighi da parte degli operatori finanziari.

Pos, arriva l’accordo per i costi di gestione

Labi e l’associazione dei prestatori di servizi di pagamento hanno raggiunto un accorto. Infatti è stato firmato un protocollo con Cna, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti e Fipe per ridurre le commissioni a carico delle piccole attività commerciali per l’uso del post sotto i 30 euro.

L’accordo prevede l’impegno da parte delle banche e degli operatori dei pagamenti a “promuovere iniziative commerciali” per ridurre l’impatto dei costi delle transazioni di basso valore” anche quando si parla di piccoli importi sotto i 30 euro. Ed addirittura ridurre i costi quando i pagamenti sono inferiori a 10 euro. In altri termini per comprare pane, latte anche sotto casa sarà possibile utilizzare i pagamenti elettronici, senza che diventano un salasso per il commerciante.

Gli sconti sulle commissioni saranno pubblicizzati per almeno sei mesi e avranno durata non inferiore a 9 mesi. Si tratta di un passo molto importante nel campo dell’utilizzo e sulla trasparenza dei pagamenti elettronici.

Parere positivo anche dall’Antitrust

L’accordo incassa anche il parere positivo da parte dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM). I firmatari dell’accordo hanno dichiarato che l’iniziativa si rivolge esclusivamente ad alcune specifiche attività di vendita. Per esempio, la promozione è rivolta alle attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche di tipo professionale, con compensi nell’anno di imposta precedente fino a 400 mila euro. Secondo Confesercenti, con la firma del protocollo sul taglio delle commissioni ci sarà un risparmio di quasi 500 milioni di euro.

 

 

 

 

Tasse e avvisi di pagamento, previsti circa 3 milioni di cartelle

Tasse e avvisi di pagamento per tantissimi contribuenti italiani. Ma c’è la possibilità di favorire l’adempimento spontaneo per i contribuenti inadempienti.

Tasse e avvisi di pagamento, un controllo congiunto

In Italia già da tempo c’è la volontà di stringere sui controlli contro le evasioni. Dal bilancio operativo è emerso che è più che raddoppiato anche il valore dei sequestri di beni profitto dell’evasione e delle frodi fiscali: dai 2,2 miliardi del periodo gennaio 2021-maggio 2022 si è passati ai 4,8 miliardi dal gennaio 2022 al maggio 2023. 

Ma non finisce qui, sembra che siano previste 60.000 verifiche congiunte tra l’Agenzia delle entrate e Guardia di finanza. Ma anche previsti circa 320.000 controlli sostanziali al fine di contrastare la sottrazione all’imposizione delle basi imponibili e mappare territorialmente i fenomeni evasivi. Fenomeni che sono presenti in tutta la penisola e che lo stato cerca sempre di reprimere per incassare quei soldi che giustamente vanno investiti nei servizi pubblici nazionali.

Tasse e avvisi di pagamento, come regolare la posizione

L’Agenzia delle entrate sta mandando delle lettere di avviso in cui si invitano i contribuenti a regolare la propria posizione. Lettere in cui vengono comunicate al contribuente eventuali anomalie, secondo i controlli incrociati tra agenzia delle entrare e Guardia di finanza. Tuttavia le lettere contengono anche comunicazioni di omissioni o infedeltà che nascono dai dati delle dichiarazioni dei redditi o dei dati forniti al Fisco.

Ma i contribuenti hanno quindi la possibilità di regolare la propria posizione. Questo è possibile attraverso diversi passi:

  • presentando telematicamente una dichiarazione integrativa;
  • versando le maggiori imposte dovute e gli interessi con il modello F24;
  • versando in misura ridotta le sanzioni specifiche delle violazioni oggetto di comunicazione e in essa contenute, con modello F24.

Si ricorda che nell’apposito campo del modello F24 va riportato il “codice atto” indicato in alto a sinistra nella lettera ricevuta.

Come controllare la propria posizione

Ogni contribuente ha sempre a disposizione la possibilità di controllare la propria posizione presso l’Agenzia delle entrate Riscossione. Si possono verificare le cartelle a partire dall’anno 2000, pagare, controllare le rateizzazioni e le procedure in corso su tutto il territorio nazionale. Come sempre occorre accedere con lo Spid o la carta di identità digitale e controllare la propria posizione in qualsiasi momento e direttamente da casa.

Sul sito dell’Agenzia delle entrate-Riscossione è possibile compilare direttamente online la domanda, per ottenere via e-mail il prospetto informativo con il dettaglio di cartelle, avvisi di accertamento e avvisi di addebito che rientrano nella definizione agevolata prevista dalla legge di bilancio 2023. 02

Nuove regole per il superbonus, scende la percentuale e il reddito

Nuove regole arrivano per il superbonus 2023. Ecco la linea su cui sembra essersi orientato il Governo Meloni e che a breve potrebbe stravolgere le regole.

Nuove regole per il superbonus 2023, il 70% per tutti

Il superbonus è sempre una delle notizie che interessa molto gli italiani. E di conseguenza anche le sue evoluzioni sono molto seguite. Così arriva una novità che potrebbe cambiare le regole del gioco. Anche in vista delle nuove regole europee sulla casa green che prevedono il miglioramento energetico degli edifici. Quindi il superbonus potrebbe essere una nuova strada maestra, sempre se gestito meglio di come lo è stato fino ad oggi.

L’ANCE afferma che le linee guida saranno essenziali per la stabilità del mercato. Il Superbonus avrà una aliquota del 70% a regima e una elevata al 100% solo per gli incapienti. Inoltre funzionerà per almeno un decennio e si potrà scegliere se fruire per una detrazione da 5 anni, da 10 anni o da 20 anni. L’ANCE ha anche ipotizzato dei mutui verdi per il finanziamento delle quote a carico delle famiglie richiedenti.

Le parole dell’Ance sul superbonus

“Per poter pensare al futuro dei bonus edilizi e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare del Paese, dichiara a Tg2 Post la Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, bisogna recuperare la fiducia di famiglie e imprese in primis” e ricorda che il Superbonus ha rappresentato il rilancio dell’economia italiana e che il grande errore dei bonus, soprattutto nel caso del bonus facciate, è stato quello di non chiedere la qualificazione alle imprese, cosa che non dovrà accadere in futuro.

Quindi dovrebbe cambiare il ruolo delle istituzioni che dovrebbero portare a maggior controllo sulle aziende che dovrebbero eseguire i lavori di ristrutturazione. In realtà sono proprio queste che sono “vittime” del superbonus, visto che molti dei loro crediti sono incagliati e non si sono ancora trasformati in liquidità.

Tutte le nuove regole per il superbonus

I lavori antisismici, invece, raggiungeranno un netto miglioramento di almeno una classe di rischio, ma solo nelle zone 1-2-3. Il Superbonus non è mai stato predisposto per l’upgrade completo delle classi di rischio sismico, però può essere molto utile per poter scalare di almeno 1 il punteggio. Inoltre potrebbe esserci il riconoscimento del 70% per tutti coloro che accederanno al superbonus. Ma  la percentuale potrebbe arrivare al 110% solo con redditi inferiori a 15 mila euro. Tuttavia tutto è in divenire e non resta che aspettare le decisioni finali del Governo Meloni sul superbonus e su tutti i bonus comunque legati all’edilizia.

Agosto 2023, tutte le scadenze previste in quest’estate italiana

Agosto 2023 si va in vacanza, ma non le scadenze ed i tantissimi appuntamenti da non dimenticare con il Fisco, Inps e il pagamento delle tasse.

Agosto 2023, un dopo ferragosto da paura

Chiuse le dichiarazioni dei redditi per il 2022 si parte con il pagamento delle tasse. Agosto è sempre un mese strano in cui l’euforia delle tanto agognate vacanze si scontra con il malumore dei pagamenti. Ebbene il Fisco non va in vacanza mai e quindi nemmeno i pagamenti sotto il sole rovente d’agosto. Archiviato Ferragosto ci saranno circa 148 adempimenti per famiglie ed imprese, così come previsto dallo scadenziario dell’Agenzia delle entrate.

Si parte il 21 Agosto con il versamento della quota fissa trimestrale dei contributi INPS per Artigiani e commerciati inscritti alle relative gestioni speciali IVS. Inoltre previsti i versamenti dei contributi alla Gestione Separata INPS e il lavoro dipendente in relazione alle retribuzioni maturate nel mese precedente. Per il pagamento si utilizza il modello F24.

Agosto 2023, altri pagamenti di metà  mese

soggetti Ires, con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare che approvano il bilancio entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio, e che hanno scelto il pagamento rateale e hanno effettuato il primo versamento entro il 30 giugno 2023, devono effettuare il versamento della terza rata, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,51%.

Per i proprietari di immobili in “cedolare secca”, versamento della 3 rata dell’imposta sostitutiva operata nella forma della “cedolare secca”, a titolo di saldo per l’anno 2022. E di primo acconto per l’anno 2023, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,51%.

Mentre per i titolari di partita Iva è previsto il versamento della terza rata delle imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali, a titolo di saldo per l’anno 2022 e di primo acconto per l’anno 2023, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,51%.

Infine i sostituti di imposta, sono chiamati a versare l’imposta sostitutiva dell’Irpef, addizionali regionali e comunali sulle somme erogate ai dipendenti nel mese di luglio per gli incrementi di produttività. Il 21 è previsto anche il versamento della Tobin tax sulle transazioni finanziarie.

Le scadenze previste per il 31 agosto

Il mese si conclude con altra data importante: il 31 agosto. Le parti contraenti di contratti di locazione e affitto che non abbiano optato per il regime della “cedolare secca” devono versare l’imposta di registro sui contratti di locazione e affitto stipulati in data 01/08/2023 o rinnovati tacitamente con decorrenza dal 01/08/2023, con Modello “F24 versamenti con elementi identificativi” (F24 ELIDE).

I contribuenti persone fisiche NON Titolari di partita Iva, tenuti ad effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi annuali delle persone fisiche (Modelli 730/2023, Redditi PF 2023), che hanno scelto il pagamento rateale e hanno effettuatoil primo versamento entro il 30 giugno 2023, devono versare la 3° rata delle imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali,a titolo di saldo per l’anno 2022 e di primo acconto per l’anno 2023, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,66%

Mutuo per comprare casa, costa meno al nord che al sud

Il mutuo per comprare casa è la soluzione per molte famiglie, ma sembra che al nord costi meno rispetto al sud d’Italia, ecco alcune differenze.

Mutuo per comprare casa, sempre più difficile

L’Istat certifica il rallentamento dell’inflazione. Ma i tassi sugli interessi di mutuo no e questo mette sempre di più in difficoltà le famiglie. Come se non bastasse il reddito di cittadinanza sarà abolito e molti sono in piazza per manifestare.  Ma altro tema caldo è sicuramente quello legato ai mutui per comprare casa e ai tassi di interesse.

Il tasso di interesse è il compenso che si paga a chi concede i mutui, o i prestiti, da restituire in un determinato periodo di tempo. Il debitore, seguendo il piano di ammortamento, si impegna a rimborsare con le rate oltre al capitale anche una somma a titolo di interessi, calcolata in percentuale. Ma l’Unione Europea si accinge al suo nono aumento e ciò equivale a rate sempre più alte per chi ha un mutuo a tasso variabile.

Mutuo per comprare casa, il divario tra nord e sud

Un mutuo al nord costa meno di uno al Sud. Secondo uno studio della Federazione Bancari italiani, i tassi di interessi sui mutui al sud sono più salati di quelli del nord.  A conti fatti chi risiede al sud deve pagare di più, in termini di tassi di interesse, per acquistare la casa, anche se prima casa. Questo si traduce in rate mediamente più alte rispetto a quelle del resto del Paese.

Nelle isole la media è al 4.23%. Mentre al sud scende al 4.18%, contro il 4,10% del dato nazionale. Ed ancora al Nord/Ovest i tassi scendono al 4.09%. Risulta particolarmente vantaggio richiedere un mutuo al nord/Est dove i tassi scendono a 3.99%. Ancora una volta si evidenzia un divario tra nord e sud dello stivale.

I motivi del divario tra nord e sud

I motivi potrebbero risiedere sulla fragilità del Mezzogiorno. I dati evidenziano un sud del paese che è indietro economicamente rispetto al nord. I numeri sono molto rilevanti e al sud le famiglie continuano a non farcela. In Italia le famiglie indebitate sono circa 6.800.000. Chi pagava circa 500 euro di rata di mutuo oggi ne arriva a pagare quasi 800 euro. Secondo il Segratario Generale di Fabi, Sileoni, occorre: «Aumentare gli stipendi e controllare prezzi. Nella lotta all’inflazione non basta la stretta monetaria». 

Italia divisa in due sul costo dei prestiti per comprare casa: mutui meno cari al Nord e interessi alle stelle nel Mezzogiorno e nelle Isole. I tassi praticati dalle banche sono infatti più “salati” per le famiglie italiane che vivono nel Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia) oltre che in Sardegna e Sicilia: chi risiede in quelle due aree geografiche del Paese, infatti, paga rate mediamente più alte rispetto a chi abita nel resto d’Italia