Fisco agosto e settembre, sarà un salasso per i contribuenti

Fisco agosto e settembre un vero e proprio salasso per diversi contribuenti che si sono trovati di fronte tantissimi adempimenti fiscali a cui far fede.

Fisco agosto e settembre, previsti più di cento adempimenti

Fine le feste e le vacanze per molti italiani si ritorna ad effettuare versamenti. E propri oggi lunedì 21 agosto sono previste diverse scadenze come quelle dell’INPS. Infatti artigiani e liberi professionisti dovranno pagare la seconda rata dei contributi fissi. Sono ben 148 i versamenti immediati e tra questi ci sono: versamenti IVA, Irpef con annessi addizionali, Irap per i redditi delle imprese e la cedolare secca sulle locazioni degli immobili ad uso abitativo. Ma che secondo quando stabilito dal Governo a breve la cedolare secca sarà estesa anche agli immobili commerciali.

Tuttavia entro il 31 agosto sono previsti altri 40 versamenti. Un mese davvero pesante per i contribuenti che stanno provvedendo anche a versare le quote delle dichiarazioni dei redditi per il 2022. Tasche degli italiani sempre più vuote e caro vita che non tende a diminuire, anche se l’inflazione sembra aver rallentato la presa. Ma i prezzi dei beni anche alimentari non sembrano voler diminuire.

Fine agosto e settembre, difficile anche i pagamenti

Oltre alla quantità di versamenti da dover eseguire, occorre fare i conti anche con i metodi di pagamento. Anche i commercialisti dichiarano che ormai il calendario delle scadenze è davvero fuori controllo e va ridefinito. I contribuenti persone fisiche NON Titolari di partita Iva, tenuti ad effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi annuali delle persone fisiche (Modelli 730/2023, Redditi PF 2023), che hanno scelto il pagamento rateale e hanno effettuato il primo versamento entro il 30 giugno 2023, devono versare la 3° rata delle imposte risultanti dalle dichiarazioni annualità titolo di saldo per l’anno 2022 e di primo acconto per l’anno 2023, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,66%. E anche settembre non sarà da meno.

Più prelievi contro la lotta all’evasione

Contribuenti sempre più stanchi, ma non si frena la lotta all’evasione da parte dell’Agenzia delle entrate riscossione.  Il direttore Ruffini si sente soddisfatto del lavoro di recupero e di lotta che sta portando avanti l’ente che gestisce. Anche perché rappresentano risorse finanziare importantissime da rinvestire nella sanità o nell’istruzione.

In Italia secondo gli ultimi dati presentati, circa l’80% dell’evasione esegue la dichiarazione dei redditi infedele o non la presenta affatto. L’evasione da versamento si attesta solo al 20% degli evasori, cioè coloro che non pagano le proprie tasse. Ma poi per fortuna ci sono tantissimi italiani che lavorano e pagano correttamente o se si sono stati degli scostamenti, provvedono a sanare eventuali errori.

 

Ferragosto al museo, la cultura al posto del tradizionale mare

Ferragosto al museo lasciare il mare per visitare i luoghi di cultura. E’ la nuova idea del Ministero della cultura, ecco tutti i dettagli della novità.

Ferragosto al museo, quelli statali resteranno aperti

Il quindici di agosto, Ferragosto appunto, le spiagge sono prese letteralmente di assalto. Si saluta così la festa che dà idea di fine estate e che ricorda che ormai l’autunno è vicino. Ma se i pranzi in spiaggia sono una tradizione, c’è la possibilità di una scelta alternativa. Un’idea che arriva direttamente dal Ministero della cultura.

Il Ministero della Cultura comunica che, durante il ponte di Ferragosto, i musei, i parchi archeologici e i luoghi della cultura statali tra cui castelli, abbazie, complessi monumentali, ville e giardini resteranno aperti il 14 e il 15 agosto 2023. Tuttavia per l’occasione, alcuni istituti posticiperanno ad altro giorno della settimana la chiusura prevista il lunedì o il martedì.

Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura e secondo le modalità di fruizione stabilite dalle singole strutture, inclusa la prenotazione dove prevista. Si sottolinea che quelle del 14 e 15 agosto non sono aperture gratuite, ma sono previsti i normali prezzi per l’acquisto dei biglietti.

Come conoscere i siti disponibili

L’elenco, in continuo aggiornamento, è disponibile su https://cultura.gov.it/evento/ferragostoalmuseo2023. Si consiglia comunque di consultare anche i siti ufficiali di ciascun museo, magari chiamando ed assicurarsi che il sito sia aperto. Sono giorni, senza dubbio, molto dediti alle vacanze, quindi potrebbero esserci dei disservizi o delle mancanze di personale. Ma l’idea serve sempre più ad attrarre i turisti, e non solo stranieri, verso il patrimonio culturale italiano. “È un’occasione straordinaria per offrire a cittadini e turisti l’opportunità di scoprire il patrimonio culturale nazionale anche nei luoghi di vacanza e nelle città d’arte”, ha dichiarato il ministro Gennaro Sangiuliano.

L’idea sembra piacere anche ai turisti che non amano il mare. Complice anche il caro spiaggia, diventate proibitive per le famiglie numerose. Ma per fortuna ci sono turisti che vogliono dedicare le proprie ferie alla scoperta delle città culturali. Anche se il caro estate un pò li spaventa, visto i prezzi fuori controllo di alberghi e ristorazione. Tuttavia la cultura e i luoghi possono offrire un’esperienza indimenticabile e l’Italia è davvero piena di luoghi così.

Vendere la propria casa, alcuni consigli utili per non commettere errori

Vendere la propria casa è un momento molto importante nella vita del proprietario. Ecco quindi alcuni consigli utili che possono evitare di commettere errori.

Vendere la propria casa, siamo sicuri che sia il momento giusto?

Tutte le volte che un proprietario sta pensando di vendere casa si genera una serie di dubbi. Sarà il momento giusto? Sarà il prezzo corretto? Tutte domande importanti a cui occorre rispondere. Quindi il primo passo è capire se è un momento corretto. Altrimenti si rischia di sprecare tempo e soldi inutilmente, senza essere disposti a ricevere in casa le persone per effettuare le visite necessarie.

La componente del tempo è importantissima in questo tipo di decisioni. Le case non si vendono nell’istante in cui si decide di farlo. Quindi, se si hanno scadenze importanti è meglio cominciare qualche mese prima. Evitando, così, di accettare la prima proposta che arriva, perché non si ha più il tempo a disposizione. Per questo motivo è anche importante controllare che tutta la documentazione sia in ordine. Visura catastale, planimetria, atto di provenienza, attestato di prestazione energetica, conformità catastale ed urbanistica, tutto pronto perché se un acquirente arriva deve poter provvedere all’acquisto senza perdite di tempo.

Vendere la propria casa, stabilire il prezzo corretto

Altro consiglio importante è quello di stabilire un prezzo realistico. Il venditore ha un valore effettivo che il compratore non ha. Per questo motivo, spesso il venditore parla di “prezzo per un amatore“. Ma di questi tempi, con un’elevata presenza di immobili sul mercato, non è difficile pensare che non ci sia nessuno disposto a pagare di più un immobile.

Per questo è meglio affidarsi ad un agente immobiliare di zona. Una persona non solo specializzata nella vendita di un immobile, ma soprattutto di dare con esattezza la giusta valutazione della casa. Una giusta valutazione che mischia sia il valore delle vendite, ma anche la conoscenza del mercato e del luogo in cui esso è situato. Anche perché, a differenza del proprietario, non ha alcun legame di tipo affettivo con quelle pareti. Un prezzo reale di mercato, rende un immobile interessante. Ma con una leggera diminuzione del prezzo, l’immobile diventa più appetibile ai potenziali acquirenti.

Altri fattori da considerare relativi all’immobile

Tra i tanti fattori da considerare c’è quello di effettuare piccoli lavori di manutenzione. L’immobile va presentato al massimo delle sue potenzialità. E se questo comporta di dover fare dei piccoli lavori come la sistemazione di porte, finestre, una tinteggiatura è meglio farla. Sia dalla fase di presentazione dell’immobile, attraverso foto ben luminose in cui tutto è pulito ed ordinato. E si perché non sembra, ma l’ordine permette di vedere la casa nella sua reale grandezza. Un ambiente ordinato piace a chiunque e crea molto interesse, soprattutto durante le visite.

 

Spese condominiali, se non le paga l’inquilino che succede?

Le spese condominiali sono uno dei punti di maggiore litigio tra proprietari e inquilini. Ma cosa succede quanto l’inquilino non le paga?

Spese condominiali, spettano per le parti comuni

Le spese condominiali sono quelle che devono essere pagate dai proprietari immobiliari per la gestione delle parti in comune. Parti che devono essere gestite dall’amministratore di condominio che controlla anche che tutti paghino le quote spettanti. Ai sensi dell’art. 1123 del codice civile, tutti i condomini devono pagare le spese condominiali, in base al valore del proprio immobile. Qualora un edificio abbia più scale, cortili, lastrici solari, opere o impianti destinati a servire una parte dell’intero fabbricato, le spese relative alla loro manutenzione sono a carico del gruppo di condomini che ne trae utilità.

Tuttavia quando si dà un immobile in locazione il proprietario è sempre obbligato a versare il pagamento delle spese ordinarie e straordinarie. Anche se il più delle volte nei contratti di locazione, c’è l’accordo che il proprietario si occupi del pagamento delle spese straordinarie, come il rifacimento delle facciate. Mentre l’inquilino si occupa di quelle ordinarie, come ad esempio il pagamento delle pulizie delle scale, visto che è lui che si gode tale servizio.

Spese condominiali, cosa succede se l’inquilino non le paga?

La Signora R. ha concesso in locazione un appartamento con un normale contratto registrato presso l’Agenzia delle entrate. Nel contratto è espressamente scritto che il locatore adempie per le spese di condominio straordinarie, mentre il conduttore per quelle ordinarie. Non ci sono stati mai ritardi nei pagamenti del canone mensile di locazione. Tuttavia lo scorso mese, l’amministratore di condominio le ha mandato una raccomandata in cui indica che negli ultimi mesi le spese relative alle parti comuni non sono state versate. E quindi chiede alla Signora R di provvedere al pagamento di queste somme. La Signora R dopo essere andata su tutte le furie, ci chiede se è corretto che deve farsi carico lei di queste spese.

Partiamo dal principio che l’amministratore non può agire nei confronti dell’affittuario, ma solo nei confronti del proprietario. Tale principio è stato sancito dalla Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10719/1993.  Sarà, poi, quest’ultimo a rivalersi sul conduttore moroso, chiedendo, ad esempio, lo sfratto.

Il proprietario è sempre responsabile

La regola è che spetta sempre al proprietario pagare. Quindi è corretto che l’amministratore di condominio citi il proprietario dell’immobile per il pagamento delle spese condominiali. Quest’ultimo non può fare altro che pagarle. Anche le spese condominiali vanno in prescrizione, dopo:

  • 5 anni, per le quote ordinarie;
  • 10 anni, per quanto riguarda le quote straordinarie (cioè quelle da versare una tantum).

Questi termini, tuttavia, sono validi solo nel caso di azione legale da parte dell’amministratore nei confronti del proprietario. Il diritto di rivalsa del proprietario nei confronti del conduttore moroso, invece, si prescrive in 2 anni.

 

 

 

 

Assemblea di condominio, quando è obbligatorio convocarla?

L’assemblea di condominio è la massima espressione del volere del proprietari immobiliari che appunto si riuniscono per deliberare sui temi dell’ordine del giorno.

Assemblea di condominio, ogni quanto va convocata

L’amministratore di condominio gestisce le parti in comune di un edificio. Spesso quando si tratta di interventi di urgente o di piccola entità l’amministratore può subito agire. Ma in tutti gli altri casi l’assemblea di condominio è sovrana. Si pensi ad esempio alla decisione di dover rifare la facciata, l’androne o qualsiasi altro lavoro straordinario.

Quindi è chiaro che a convocare l’assemblea è ci deve pensare l’amministratore. E alcune volte può farlo anche su richiesta da parte di uno qualsiasi dei condomini. Tuttavia l’amministratore non può rifiutarsi se la convocazione proviene da due condomini che hanno almeno un sesto del valore dell’edificio. Inoltre nulla vieta che i condomini possono anche decidere di autoconvocarsi.

Infine la legge dice che l’assemblea deve essere convocata almeno una volta l’anno. Con precisione entro 180 giorni dal rendimento di fine anno, anche perché deve essere approvato. Non occorre invece convocare l’assemblea annualmente per la nomina dell’amministratore: secondo la legge, l’incarico si intende rinnovato tacitamente di un solo anno. Ciò significa che l’assemblea per la nomina/conferma dell’amministratore va convocata almeno una volta ogni due anni.

Come si fa la convocazione?

L’avviso di convocazione dell’assemblea condominiale deve essere comunicato almeno cinque giorni prima della data fissata per l’adunanza in prima convocazione, a mezzo di posta raccomandata, posta elettronica certificata, fax o tramite consegna a mano. Secondo una recente e condivisibile decisione la legge non vieta di utilizzare la posta elettronica per conferire una delega, fermo restando che la stessa deve indicare in modo specifico, oltre all’oggetto del conferimento, anche il soggetto delegato (Trib. Roma 4 gennaio 2021, n.78).

La convocazione deve contenere l’ordine del giorno. L’ordine del giorno dell’Assemblea e delle Commissioni indica il giorno e l’ora di svolgimento di una seduta, con l’elenco degli argomenti che saranno discussi e il loro ordine di esame. Poi c’è sempre un ultimo punto che contiene “varie ed eventuali” in cui si accennano spesso spunti che saranno affrontati in successive assemblee.

Assemblea di condomini, il verbale

A fine di ogni assemblea deve essere redatto il verbale. Il verbale d’assemblea costituisce prova delle dichiarazioni rilasciate da chi l’ha sottoscritto e prova presuntiva dei fatti che afferma essersi verificati. Una volta soddisfatto del verbale, il segretario deve presentarlo a un amministratore per la firma. Di solito viene sottoscritto dal presidente della riunione, ma potrà trattarsi di qualsiasi membro del consiglio di amministrazione.

Ma il verbale può essere impugnato. L’impugnazione della delibera assembleare deve essere proposta da un avvocato. Può essere proposta personalmente dal condomino se il giudizio si rivolge davanti al Giudice di Pace e il valore della causa è inferiore a 516,46 euro. Il termine per impugnare una delibera condominiale è di 30 giorni (cfr. art. 1137, comma 2) che decorrono: dalla data dell’assemblea per i condòmini dissenzienti e/o astenuti.

 

Cedolare secca 2023, estesa anche ad attività commerciali

La cedolare secca 2023 prevede una bella novità e cioè l’estensione anche ad attività commerciali e studi, ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cedolare secca 2023, che cos’é?

La “cedolare secca” è un regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile). In più, per i contratti sotto cedolare secca non andranno pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni. Ma anche non ci saranno pagamenti per le risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. Tuttavia la cedolare secca non sostituisce l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.

Inoltre la scelta per la cedolare secca implica la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente. Infine tutte le variazioni che riguardano la cedolare secca devono essere comunicate all’Agenzia delle entrate.

Arriva l’estensione anche alle attività

Secondo quanto previsto dalla legge delega approvata dal Consiglio dei ministri, è introdotta la possibilità di estensione anche a fabbricati diversi da quelli abitativi. La legge 145/2018 aveva esteso ai soli contratti stipulati nell’anno 2019, la possibilità di applicare la cedolare secca con l’aliquota del 21% anche ai fabbricati accatastati con categoria catastale C/1 (negozi e botteghe) e relative pertinenze, se locate congiuntamente. Una scelta che aveva portato molti nuovi contratti di locazione propri perché prevedono la rinuncia all’aggiornamento annuale e le spese relative alla registrazione, modifica o disdetta.

L’estensione è valida sono nel caso in cui il conduttore dell’immobile destinato ad uso diverso dalla locazione sia un esercente attività di impresa, di un’arte o una professione. Una scelta proprio per agevolare le locazioni e di chi ha bisogno di prendere in affitto il locare in cui esercitare la propria attività. Tuttavia si attende poi il decreto per l’attuazione definitiva.

Infine nessun cambiamento è previsto per i contratti di locazione a uso abitativo. Per quelle rimane la possibilità della tassazione al 21% sul canone di locazione che può scendere fino al 10% nei casi di contratti d’affitto a canone concordato. A breve le regole per capire se la novità riguarda solo i nuovi contratti o se possono essere modificati anche quelli già esistenti.

Contratti di credito al consumo, al via la restituzione dei costi

Contratti di credito al consumo il Governo fa marcia indietro e cambia le regole. Ecco tutto quello che prevede il nuovo decreto che piace agli italiani.

Contratti di credito al consumo, cosa cambia?

Il Credito al Consumo è un finanziamento concesso dalle banche o società finanziarie per permettere al beneficiario l’acquisto di beni e servizi o eventualmente la rateizzazione di una spesa. E sono davvero molte le persone che cercano di accedere al credito per poter realizzare i loro sogni, come l’acquisto di una casa, o piccoli piaceri come l’acquisto di una macchina.

Il Governo ha deciso anche sui contratti di credito al consumo annullando una vecchia normativa. Infatti con il decreto Omnibus è stata ripristinata una regola che potrebbe piacere molto ai consumatori. Infatti  si è deciso per l’estinzione anticipata di un prestito, regola che è stata sottoscritta il 25 luglio 2023.

Grazie a questa scelta del Governo, i consumatori potranno riavere indietro tutti i costi sostenuti in caso di chiusura anticipata del proprio prestito. Insomma quando un consumatore chiede ad un istituto di credito o finanziario un prestito, qualora avesse scelto di pagare prima il suo debito, perdeva tutti i costi sostenuti. Ma con la novità tutto cambia e i costi sostenuti dovrebbero essere restituiti al cliente. Quindi si cancella definitivamente la restrizione temporale.

Arriva la firma di Mattarella in accordo con l’Unione Europea

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella ha firmato anche il decreto “recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della Pubblica amministrazione“. Non solo il presidente Mattarella ha anche firmato i decreti Asset e Giustizia approvati pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri.

Ma in realtà la scelta del Governo deriva da una pronuncia direttamente dall’Unione Europea. “Nel rispetto del diritto dell’Unione europea, come interpretato dalle pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione europea, in caso di estinzioni anticipate dei contratti sottoscritti prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto continuano ad applicarsi, fatte salve le disposizioni del codice civile in materia di indebito oggettivo e di arricchimento senza causa, le disposizioni dell’articolo 125-sexies del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, vigenti alla data della sottoscrizione dei contratti; non sono comunque soggette a riduzioni le imposte”.

 

Imprese del Mezzogiorno, disponibili 300 milioni per nuovi progetti

Per le imprese del Mezzogiorno è stato firmato un decreto per progetti di sviluppo innovativo e ricerca industriale, ecco tutti i dettagli del provvedimento.

Imprese del Mezzogiorno, stanziati 300 milioni

Le imprese hanno bisogno di ripartire, soprattutto quello del sud del Paese. E mentre al Governo si discute ancora sul salario minimo, la maggioranza spingono per incentivi a fare delle imprese, soprattutto per quanto riguarda le assunzioni. Ma le imprese sono il motore di qualsiasi economia, pertanto andrebbero comunque aiutante.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato il decreto che assegna 300 milioni di euro a sostegno di progetti innovativi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale per la competitività delle piccole e medie imprese. In particolare per i contributi occorre che l’azienda entri nel territorio del Mezzogiorno italiano: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

I fondi sono destinati alle imprese che fanno utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (KETs). Ed in particolare, materiali avanzati e nanotecnologia, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale.

Imprese nel mezzogiorno, il fondo crescita sostenibile

L’intervento, attivato nell’ambito del Fondo crescita sostenibile e che sarà gestito da Mediocredito Centrale, sarà rivolto a imprese, organismi di ricerca e centri di ricerca e prevede, oltre al finanziamento agevolato, la concessione di un contributo diretto alla spesa, per una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili articolata sulla base della dimensione dell’impresa proponente:

– 35 per cento per le imprese di piccola dimensione;

– 30 per cento per le imprese di media dimensione;

– 25 per cento per le imprese di grande dimensione.

Il termine di apertura e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione saranno definite dal Ministero con successivi provvedimenti. Quindi ad oggi c’è solo lo stanziamento delle somme. Ma presto usciranno i provvedimenti messi a punto dal Mise e i relativi bandi.

Bandi già emanati per le imprese

Con l’emanazione dei bandi, in corso di registrazione presso gli organi di controllo, diventano operative per l’annualità 2023 le misure agevolative denominate Brevetti+, Disegni+e Marchi+ per la concessione di agevolazioni per la valorizzazione dei titoli di proprietà industriale. Le domande di contributo potranno essere presentate a partire:

  • dal 24 ottobre 2023 per Brevetti+
  • dal 7 novembre 2023 per Disegni+
  • e dal 21 novembre 2023 per Marchi+

In favore delle tre misure sono stati messi a disposizione, per l’anno 2023, 32 milioni di euro complessivi, 20 dei quali per Brevetti+, 10 per Disegni+ e 2 per Marchi+.

Assegno unico 2023, più tempo per regolarizzare il proprio ISEE

L’assegno unico 2023 è regolarmente in pagamento. Tuttavia esiste la possibilità di regolarizzare l’attestazione ISEE difforme, ecco come fare.

Assegno unico 2023, cosa vuole dire ISEE difforme

Il valore dell’assegno unico dipende dall’ISEE del nucleo familiare. Le dichiarazioni ISEE difformi sono circa il 10% del totale. Spesso si tratta di dati che non coincidono con quelli presenti nel portale dell’INPS, e si verifica questa difformità. Se l’ISEE è difforme il Reddito di cittadinanza, per esempio, viene bloccato.

Il messaggio 1° agosto 2023, n. 2856 ha indicato le modalità con cui gli utenti che richiedono l’Assegno unico e universale possono regolarizzare la situazione in caso di attestazione ISEE difforme. In questi casi l’utente può regolarizzare la situazione in una delle seguenti modalità:

–    presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), priva di difformità;

–    richiedere al CAF intermediario la rettifica della DSU che è stata trasmessa dallo stesso in precedenza, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora il CAF abbia commesso un errore materiale;

–    presentare alla Struttura INPS territorialmente competente. Presentare idonea documentazione per dimostrare la completezza e la veridicità dell’ISEE, relativamente al componente del nucleo familiare cui sono riferite le omissioni/difformità.

Assegno unico 2023, la precisazione dell’INPS

Con messaggio Hermes n. 2856 in data 1 agosto u.s.  sono stati illustrati i criteri di gestione delle domande della prestazione denominata Assegno unico e universale adottati dall’Istituto in presenza di attestazione ISEE recante omissioni/difformità (c.d. ISEE difforme), relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali auto dichiarati.

Quando ci ci rende conto della difformità è opportuno ricorrere quindi alla sistemazione degli errori. Con il messaggio 8 agosto 2023, n. 2913 l’INPS precisa che, considerate le difficoltà che si potrebbero riscontrare per regolarizzare l’ISEE in estate, procederà al pagamento dell’importo minimo dell’Assegno unico dalla mensilità di novembre 2023.

Le difficoltà del periodo estivo

Al riguardo, in considerazione delle difficoltà che si potrebbero determinare in capo ai cittadini connesse al periodo estivo nel regolarizzare la propria situazione, si procederà al pagamento della misura AUU con importo al minimo di legge solo a decorrere dalla mensilità di novembre p.v., garantendo in tal modo agli interessati un lasso di tempo maggiore per procedere alla regolarizzazione dell’ISEE con le modalità indicate dal messaggio n. 2856  cui si rinvia per tutti i necessari approfondimenti.

Resta fermo sia in caso di presentazione di una nuova DSU priva di difformità che nell’ipotesi di presentazione della documentazione giustificativa, che la regolarizzazione dell’ISEE da parte dell’utente può avvenire entro il termine di validità della stessa DSU da cui siano derivate le omissioni e/o difformità (31 dicembre dell’anno di presentazione della DSU).

Caro vacanze, alcuni consigli per risparmiare e divertirsi

Il caro vacanze è l’argomento del periodo. L’estate 2023 sarà forse ricordata come quella con le vacanze più salate, ma si può ancora risparmiare, ecco come.

Caro vacanze, luoghi e date da evitare

Andare in vacanza, soprattutto se si ha una famiglia può essere un salasso. Porto Cervo, Cefalù, isole, Capri, Costiera Amalfitana, Jesolo possono davvero rappresentare dei posti da sogno, spiagge meravigliose, ma non sempre fattibili. Infatti soprattutto in questo periodo, sono presi d’assalto dai turisti americani e stranieri. Anche se si registra una lieve flessione della presenza degli italiani, forse perché i costi sono diventati insostenibili e l’inflazione non risparmia nessuno.

Tuttavia anche le date delle vacanze sono importanti da evitare. Il ferragosto ad esempio, e  la relativa settimana sono tra le più care di tutto l’anno. Mentre basta aspettare qualche giorno per avere tariffe più vantaggiose, come il fine agosto e godersi le vacanze senza restare senza un euro in tasca. Ma ci sono tanti altri consigli che possono permettere di fare vacanza, pur risparmiando.

Caro vacanze, all inclusive e prenotazioni last minute

Se si vuole risparmiare, anche sotto il caro spiaggia, è consigliabile fare attenzione ai last minute. Le offerte last minute sono pacchetti ribassati dai tour operator che non sono stati venduti entro una scadenza specifica. Di solito, i veri last minute vengono proposti a partire da 15 giorni prima della partenza. Quindi se non si hanno esigenze particolari di preavviso si può risparmiare anche il 30% per una vacanza una settimana.

Non solo, ma altro consiglio legato alla prenotazione è quello di preferire i pacchetti all inclusive. I pacchetti All inclusive comprendono il pernottamento per tutta la durata del soggiorno, la colazione, il pranzo e la cena, il libero accesso al bar durante tutta la giornata per bevande analcoliche (all inclusive soft) o alcoliche (all inclusive full), la possibilità di richiedere spuntini, break, accedere al buffet. Questo permette di evitare i ristoranti, visto che ultime notizie, in cui in un ristorante è stato richiesto un supplemento di ben 2 euro per dividere un toast a metà.

Tanti altri consigli utili

Altra strategia è quella di visitare i piccoli centri storici o i luoghi poco conosciuti. C’è oltre alla possibilità di risparmiare di vedere anche dei posti incontaminati e senza file per entrare. Come luoghi sulle montagne o paesini di costa meno conosciuti. Spesso questi luoghi sono collegati anche con grandi centri d’attrazione, quindi magari si può sempre spostarsi.

Altra strategia è chiedere consiglio alle persone del luogo, ad esempio su dove mangiare bene a costi contenuti. E qui arriva la sorpresa perché spesso si può assaggiare specialità culinarie fatte in casa e senza spendere una fortuna. Lo sanno bene i tantissimi agriturismi in Italia che stanno offrendo, oltre alla ristorazione, servizi aggiuntivi. Tra questi ci sono la piscina, le passeggiate a cavallo, l’apicoltura, la presenza di animali e tanto divertimento e intrattenimento anche la sera.

L’Italia è bella tutta, da Nord a Sud, basta solo fare qualche ricerca più per godersela senza spendere molto. E su questo internet aiuta moltissimo e creare un piccolo tour alla scoperta di luoghi sconosciuti potrebbe essere davvero una bella sfida.