Aumento prezzo della benzina, il Governo intervenga

Il Governo non sembra voler accogliere l’appello dei consumatori, nessun intervento per ridurre il prezzo della benzina e degli altri carburanti attraverso interventi sulle accise.

Nuovo record per il prezzo della benzina

Continua la corsa del prezzo della benzina che lungo la rete autostradale arriva a costare 2,50 euro al litro, intanto le associazioni dei consumatori chiedono un intervento del Governo perché, a questi livelli, con il Governo Cobnte c’era stato il taglio delle accise supportato, dal punto di vista economico, dall’aumento delle entrate Iva.

Tagliare le accise ora per il Governo non avrebbe un costo improponibile perché, superati i due euro, di fatto aumentano le entrate Iva collegate all’aumento dei prezzi, proprio per questo sono in tanti a chiedere un deciso intervento. Dal canto suo il Governo sembra non essere sensibile a queste richieste e di fatto stanno semplicemente arrivando maggiori controlli da parte della Guardia di Finanza, gli stessi sono volti a scovare eventuali truffe, come quella sul carburante effettivamente erogato dalle pompe di servizio.

D’altronde sono in molti a ritenere che di fatto il semplice obbligo di esporre il prezzo medi dei carburanti sia un misura inconsistente e senza alcun reale valore o meglio, senza nessuna reale capacità di incidere effettivamente sui prezzi.

Governo intervenga sul prezzo della benzina

I dati ufficiali del ministero delle Imprese e del Made in Italy dicono che il costo della benzina è aumentato per 16 giorni consecutivi. Il prezzo medio nazionale della Super in autostrada è di 2,019 euro al litro. Ricordiamo che per via dei costi delle concessioni, i carburanti in autostrada costano comunque di più rispetto alla rete “ordinaria”. Considerati tali dati sono in molti a chiedersi cosa aspetta il Governo a tagliare le accise visto che comunque proprio tale taglio è una promessa elettorale della Lega ormai da decenni e che i prezzi sono diventati nuovamente proibitivi.

La Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini ha sottolineato che gli aumenti di questi giorni non sono dovuti a speculazioni, bensì all’aumento dei prodotti sui mercati internazionali. Proprio per questo la stessa Federazione chiede al Governo di agire sulla tassazione in modo da consentire una riduzione del prezzo finale a vantaggio dei consumatori. In questo modo è possibile anche consentire un rientro dalle vacanze più tranquillo per gli italiani.

Tutti i prezzi in aumento

L’allarme sui prezzi dei carburanti non è l’unico che attende gli italiani al rientro dalle vacanze, infatti, nonostante le stime sull’inflazione siano in calo da mesi, sono in salita i prezzi di moltissimi prodotti di largo consumo. In particolare bevande analcoliche e prodotti alimentari vedono i prezzi salire del 10,7%. Per abbigliamento e calzature i prezzi sono in salita del 3,4% mentre abitazione, acqua, combustibili ed elettricità vedono i prezzi salire del 9%.

Vista la situazione è difficile capire quale impatto potrebbe avere la scelta del Governo di proporre alla grande distribuzione il programma anti-inflazione che mira a contenere i prezzi dei beni di prima necessità per il trimestre che va dal 1° ottobre al 31 dicembre.

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Trimestre anti-inflazione, prezzi calmierati per i molti beni

Inflazione: misure contro il caro prezzi saranno confermate

Il ministro Giorgetti, nel corso dell’appuntamento con Telefisco, organizzato da Il Sole24Ore, ha confermato che entro il mese di aprile arriverà una nuova proroga delle misure contro il caro prezzi.

Proroga delle misure contro il caro-prezzi

Famiglie e imprese possono tirare un sospiro di sollievo, infatti il ministro Giorgetti ha confermato che si sta lavorando a nuove misure volte a contrastare gli effetti del caro-prezzi in modo da mitigarne gli effetti. Sappiamo che gli ultimi mesi sono stati difficili a causa di un netto aumento dei prezzi, contemporaneamente le misure di adeguamento dei salari sono state pressoché inutili o comunque blande e di conseguenza sono numerose le famiglie e le imprese in difficoltà.

Nel corso dell’anno 2022 il Governo ha provveduto a numerosi interventi volti soprattutto a mitigare gli effetti dei rincari dei prezzi legati al settore energetico (gas, elettricità, carburanti). Con il Governo Meloni vi è stato però un primo cambio di direzione, infatti è venuto meno il taglio delle accise sui carburanti, sono state introdotte le accise mobili, si è proseguito sulla strada dei crediti di imposta riconosciuti alle imprese per i costi del settore energia, è stato confermato il bonus energia.

Ora, in base alle dichiarazioni del ministro Giorgetti ci sarà un ulteriore cambio di direzione. Ha affermato durante la partecipazione a Telefisco che le misure finora adottate sono state una risposta a un’emergenza, ma che nei prossimi provvedimenti si cercherà di andare oltre la gestione emergenziale. In particolare, visto l’andamento dei prezzi dell’energia che sembra aver preso la strada in discesa, potrebbero esservi degli interventi in grado di dare aiuti che siano flessibili cioè in grado di adeguarsi in modo immediato e automatico all’andamento dei prezzi. In base a quanto affermato si sta pensando anche a una misura omogenea nell’ambito dell’Unione Europea.

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Revisione dell’Ires

Tali dichiarazioni potrebbero essere correlate a quelle rilasciate nell’ambito del Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili rilasciate dal viceministro all’economia Maurizio Leo il quale ha ribadito che nei primi giorni di marzo sarà pronta la legge di delega per la riforma fiscale e che questa prevederà una revisione proprio delle accise.

Dalle dichiarazioni emerge anche la volontà di rivedere l’Ires con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri. La riforma dell’Ires punterà all’allineamento tra gli utili civilistici e la base imponibile dell’Ires.

Durante l’appuntamento con il Telefisco il ministro Giorgetti ha sottolineato che si sta lavorando a un pacchetto di misure orientato ad aiutare soprattutto le famiglie che si dimostrano più virtuose.

Non è mancato un riferimento al Pnrr considerato un importante strumento che necessita però di uno snellimento delle procedure al fine di ottimizzare i risultati.

Riforma fiscale: pronta la nuova bozza. Ecco cosa contiene

Dopo aver cestinato la riforma fiscale per la quale già era stata emanata la legge di delega, il Governo si appresta a presentare una nuova legge di delega per la riforma fiscale e a dare le prime indiscrezioni sui lavori in atto è il viceministro dell’Economia Maurizio Leo che, al Forum dei Commercialisti e degli Esperti Contabili a Milano, ha presentato i pilastri su cui si sta lavorando per la legge di delega.

Riforma fiscale: parole d’ordine semplificare e armonizzare

L’obiettivo principale della riforma fiscale sarà la semplificazione del quadro normativo. Il primo punto fermo sarà la revisione del diritto tributario in modo che le norme italiane siano armonizzate con quelle dell’Unione Europea e di diritto internazionale. Inoltre è necessario armonizzare la normativa anche con lo Statuto del contribuente.

Saranno revisionati i vari testi unici in modo da arrivare a un nuovo codice tributario più semplice e lineare. Secondo quanto affermato ci sarà una riforma anche degli interpelli, strumento molto utilizzato dai contribuenti per avere delucidazioni precise su determinate questioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Riforma delle accise e delle aliquote Irpef

Secondo le dichiarazioni vi è l’intenzione di rivedere il sistema delle accise, ad oggi noi italiani conosciamo soprattutto, per il loro peso, le accise sui carburanti, ma non sono le sole che effettivamente versiamo, si tratta di imposte inglobate nel prezzo di vari prodotti, rappresentano entrate certe per lo Stato, ma un esborso spesso considerato eccessivo dai contribuenti.

Un altro obiettivo è semplificare le date degli adempimenti, oggi gli italiani si vedono costretti a fare dei veri e propri calendari con decine di scadenze ogni mese e il rischio di dimenticare qualche adempimento e avere sanzioni. Semplificare gli adempimenti vuol dire consentire anche il risparmio visto che dovrebbero scendere le spese sostenute per la gestione degli aspetti fiscali e tributari.

Per quanto riguarda l’Irpef l’obiettivo è ridurre le aliquote a tre e “addolcire” il sistema, implicherà forse l’eliminazione delle aliquote più alte?

Tra le semplificazioni che potrebbero essere adottate vi è il concordato preventivo biennale per le piccole imprese e semplificazione della riscossione e del contenzioso tributario.

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Il testo della riforma fiscale dovrebbe essere in aula già agli inizi di marzo 2023.

Aumenti sigarette: aumenta il trinciato e si riduce l’aumento per le sigarette

Il Governo ritocca le accise sulle sigarette e il tabacco trinciato, il saldo è invariato rispetto agli aumenti inizialmente previsti su sigarette e tabacco sfuso, ma il peso viene spostato sul trinciato. Ecco i nuovi aumenti sigarette.

Aumenti sigarette: le nuove accise con un emendamento dell’ultimo minuto

La legge di bilancio 2023 inizialmente prevedeva aumenti vistosi sui tabacchi e in particolare sulle sigarette, naturalmente non sono mancate le polemiche e anche per questo all’ultimo momento è stato presentato un emendamento alla legge di bilancio 2023 che sposta il peso degli aumenti dalle sigarette al tabacco trinciato.

Il trinciato, generalmente venduto in pacchetti da 30 grammi negli ultimi anni, ha visto un aumento di vendite importante, le stesse sono dovute al fatto che con il trinciato di tabacco è possibile risparmiare, forse anche per questo il Governo ha pensato di riequilibrare i costi tra sigarette e prodotto sfuso. Ricordiamo che il trinciato prevede che l’utilizzatore debba “rollare” le sigarette nelle cartine e applicare il filtro. La manovra di bilancio inizialmente prevedeva un aumento delle accise sulle sigarette che variava da 15 a 30 centesimi a pacchetto.

Con le modifiche previste nell’ultimo emendamento presentato dal Governo gli aumenti saranno compresi tra 10 e 12 centesimi a pacchetto. L’emendamento presentato va quindi a ridurre l’importo specifico fisso, attualmente fissato dall’articolo 29 del Dl a 36 euro per mille sigarette nel 2023. Con il nuovo emendamento scende a 28 euro, 28,20 euro nel 2024 e in 28,70 euro sempre ogni mille sigarette a partire dal 2025.

Aumento prezzo del tabacco trinciato o sfuso

Per quanto riguarda il tabacco trinciato, deve farsi riferimento all’onere fiscale minimo che per il 2023 sale al 98,10% per il 2023, al 98,50% per il 2024 e al 98,60% a partire dal 2025, con un effetto immediato sul tabacco sfuso. In particolare l’accisa minima specifica per il trinciato arriverà a toccare i 140 euro il chilogrammo. L’aumento sul pacchetto da 30 grammi dovrebbe essere di circa 40 centesimi.

Da questo emendamento dovrebbero arrivare per le casse dello Stato 50 milioni di euro.

Nessun ritocco è invece previsto per le sigarette elettroniche. In questo caso l’accisa minima sui tabacchi da inalazione senza combustione sarà pari al 36,5% dal 1° gennaio 2023 (rispetto al 40% previsto in precedenza), al 38% dal 1° gennaio 2024, al 39,5 per cento dal 1° gennaio 2025 e al 41% dal 1° gennaio 2026 .

Diminuisce invece l’imposta al consumo sulla sigaretta elettronica.

Manovra finanziaria: tutte le misure in breve, sigarette, carburanti, benzina, pace fiscale

La manovra finanziaria appena varata e inviata alla Commissione Europea porta numerose novità, alcune sono state trattate sinteticamente, altre invece ancora no. Ecco una breve sintesi su tutte le novità della manovra finanziaria.

La sintesi di tutte le misure della manovra finanziaria

  • – Taglio delle accise sui carburanti: non sarà più di 30,5 centesimi, ma scende a 18,3 centesimi, dal 1° dicembre il carburante aumenta di 12,2 centesimi;
  •  aumento del prezzo delle sigarette, in media un pacchetto da 20 sigarette costerà circa 20 centesimi in più;
  • criptovalute, diminuzione della tassazione;
  • pensioni, arriva Quota 103 e sono modificati i criteri per accedere a Opzione donna;
  • riduzione Iva su assorbenti al 5%;
  • riduzione Iva prodotti per l’infanzia al 5% (pannolini, seggioloni auto, biberon, omogeneizzati);
  • reddito di cittadinanza, restrizioni dei percettori occupabili che potranno fruirne solo per 8 mesi e non 12 ( dal 2024 totale riforma);
  • superbonus al 90% con riapertura dei termini per le unifamiliari in base al quoziente familiare;
  • aumenta a 15.000 euro l’Isee per accedere al bonus energia (sconto in bolletta);
  • aumenta il credito di imposta in favore delle imprese energivore;
  • incentivi per chi assume donne under 36 e percettori di reddito di cittadinanza;
  • Rivalutazione della pensione minima al 120%;
  • proroga dei termini per applicazione sugar tax e plastic tax;
  • proroga dei termini per l’aumento delle sanzioni per le violazioni al Codice della Strada;
  • pace fiscale, cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro per le cartelle affidate all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015;
  • aumento tassazione degli extra profitti, passa dal 25% al 35%;
  • aiuti alle Marche colpite dall’alluvione recente;
  • flat tax applicata fino a 85.000 euro;
  • commercio, cade l’obbligo di accettare i pagamenti con il Pos per importi inferiori a 30 euro ( già nei mesi scorsi erano caduti alcuni obblighi per i tabaccai);
  • aumento limite all’uso del contante fino a 5.000 euro;
  • istituito fondo di 500.000 euro per la social card destinata alle famiglie con reddito inferiore a 20.000 euro e utilizzabile per acquisto beni di prima necessità;
  • maggiorazione per l’assegno unico;
  • agevolazioni per l’acquisto della prima casa;
  • ripristinato il fondo per le scuole paritarie;
  • riattivazione della società Ponte-Stretto per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina;
  • detassazione delle mance ricevute dal personale impiegato nel settore ricettivo;
  • detassazione premi di produttività;
  • taglio del cuneo fiscale;
  • rifinanziamento  bonus decoder.

Salta invece l’ipotesi della Amazon tax o tassa verde che era stata ipotizzata. Ricordiamo che l’iter di approvazione della manovra finanziaria non è terminato, spetta ora al Parlamento l’ultima parola e non è detto che vi siano delle modifiche ulteriori.

Taglio accise carburanti dimezzato dal 1° dicembre. Un suicidio politico

La manovra di bilancio prende forma e porta anche qualche brutta notizia per gli italiani: in base al decreto collegato alla manovra dal 1° dicembre cessa la vigenza dello sconto sulle accise sui carburanti di 30 centesimi. L’importo del taglio delle accise è dimezzato.

Dimezzato il taglio delle accise sui carburanti dal 1° dicembre 2022

Negli ultimi mesi siamo stati abituati ad avere il taglio delle accise sui prezzi dei carburanti. Questa misura è stata adottata di volta in volta tramite decreto legge o decreto interministeriale di proroga. Il taglio, che resterà in vigore fino al 30 novembre 2022, ammonta a 25 centesimi, ma aggiungendo il risparmio Iva determinato dal minore prezzo, il taglio effettivo sul costo del carburante è di 30,5 centesimi.

Si è trattato di un aiuto importante visto che il prezzo dei carburanti, in particolare diesel e benzina, aveva ormai superato abbondantemente i 2 euro. Con il taglio invece è stato possibile restare in modo costante sotto i due euro al litro. Nel frattempo il prezzo dei carburanti continua ad oscillare, oggi la benzina al self service costa 1,70 euro al litro, mentre il diesel continua a mantenere un prezzo leggermente più alto e in media costa 1,804 euro al litro. All’orizzonte vi sono però aumenti in quanto è in salita il costo del barile e di conseguenza potrebbe ricominciare la catena di aumenti.

Benzina e diesel costeranno di più

La nuova manovra prevede il dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti che passerà da 30,5 centesimi a 18,3 centesimi. In particolare il taglio delle accise sarà di 15 centesimi e aggiungendo il risparmio Iva arriva a 18,3 centesimi. Questo implica che rispetto ad oggi ci sarà un aumento del costo del carburante di 12,2 centesimi al litro. Secondo le stime fatte, in media un pieno di carburante dovrebbe costare circa 6,1 euro in più. L’incidenza sul budget delle famiglie dipenderà dall’effettivo uso fatto dei veicoli a motore.

Codacons e Unione Nazionale Consumatori: il dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti è un suicidio politico

Molto critica nei confronti di questa scelta è stata la Codacons che ha sottolineato come questo dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti avrà pesanti ricadute non solo sul budget degli automobilisti, ma anche indirette con un ulteriore aumento dei prezzi. L’Unione Nazionale Consumatori ha parlato addirittura di un suicidio politico per il Governo, infatti con questo dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti il prezzo della benzina andrà oltre 1,80 euro al litro e il diesel oltre 1,90 euro e nel caso in cui dovessero aumentare nuovamente i prezzi dei carburanti, si ritornerà a sfiorare la soglia dei 2 euro al litro.

Buone notizie invece ci sono sul fronte della plastic tax e sugar tax la cui entrata in vigore prevista per il 1° gennaio 2023 dovrebbe essere rimandata. Nel frattempo salta l’annullamento Iva sui beni di prima necessità.  Ridotta al 5% per prodotti per l’infanzia, pannolini e assorbenti.

Nuovi codici tributo dall’Agenzia delle Entrate. Attenti a non sbagliare

L’Agenzia delle Entrate ha reso noto che per alcune accise e sanzioni sono cambiati i codici tributo, vediamo quali sono e quando devono essere utilizzati.

I nuovi codici tributo dell’Agenzia delle Entrate

Con la Risoluzione 66/E dell’Agenzia delle Entrate sono stati ridefiniti i codici tributi da utilizzare per versare correttamente alcune accise e le somme dovute in seguito ad accertamento. Sono 17 i codici tributo cambiati dall’Agenzia delle Entrate e vanno dal numero 2950 al numero 2966. Riassumiamo in un pratico schema con il vecchio codice tributo e il nuovo.

Vecchio codice tributo Nuovo codice tributo Descrizione Risoluzione
2950 2802 Accisa sull’alcole – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2951 2803 Accisa sulla birra – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2952 2804 Accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/02/2001
Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2953 2805 Accisa sui gas petroliferi liquefatti – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2954 2806 Accisa sull’energia elettrica – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/02/2001
Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2955 2809 Accisa sul gas naturale per autotrazione – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/02/2001
Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2956 2812 Denaturanti- Contrassegni di Stato- Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2957 2813 Diritti di licenza sulle accise e imposte di consumo – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2958 2814 Accisa sul gas naturale per combustione – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/02/2001
Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2959 2816 Imposta di consumo sugli oli lubrificanti e sui bitumi di petrolio – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2960 2817 Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di azoto – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2961 2818 Entrate eventuali diverse concernenti le accise e le imposte di consumo –Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2962 2845 Accisa sul carbone, lignite e coke di carbon fossile utilizzati per carburazione o combustione – Accertamento Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2963 2846 Accisa sugli oli e grassi animali e vegetali utilizzati per carburazione o combustione – Accertamento Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2964 2847 Accisa sull’alcol metilico utilizzato per carburazione o combustione – Accertamento Ris. n. 40/E dell’11/02/2008
2965 2820 Indennità e interessi di mora per ritardati o differiti versamenti delle accise – Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001
2966 2821 Sanzioni amministrative dovute in materia di accise ed imposte di consumo- Accertamento Ris. n. 22/E del 14/01/2001

L’Agenzia delle Entrate sottolinea che restano immutati gli altri codici relativi a reclamo e mediazione di cui all’articolo 17-bis, D.lgs. n. 546/1992.

Indicazione per la compilazione del modello F24 con i nuovi codice tributo

I codici devono essere indicati nella sezione Sezione Accise/Monopoli e altri versamenti non ammessi in compensazione” del modello “F24 Accise” nella colonna “importi a debito versati”.

Per i vari campi è invece necessario indicare:

– “ente”, la lettera “D
– “provincia”, la sigla della provincia in cui avviene l’immissione in consumo
– “codice identificativo”, il codice ditta (composto da nove caratteri alfanumerici privo di caratteri “IT00” ove indicati)
– “anno di riferimento”, l’anno d’imposta per cui si effettua il pagamento, nel formato “AAAA
– “codice ufficio”, nessun valore
– “codice atto”, se richiesto, il codice dell’atto oggetto di definizione
– “mese”, nessun valore.

Nel caso in cui si decida di versare gli importi a rate occorre usare il formato NNRR, dove NN indica il numero della rata in pagamento e RR il totale delle rate. Ad esempio se si deve versare la seconda rata di 6, si dovrà scrivere 0206.

Decreto Aiuti Ter: le misure approvate dal Consiglio dei Ministri

In arrivo un nuovo pacchetto di aiuti per le famiglie e le imprese, si tratta dell’ultimo del governo Draghi, approvato in CdM il decreto Aiuti Ter. Tra le novità c’è un nuovo bonus una tantum per coloro che hanno un redito inferiore a 20.000 euro e taglio sulle accise. Ecco in sintesi i contenuti.

Decreto Aiuti Ter per le imprese

La prima novità importante è per le imprese. Il credito di imposta è riconosciuto fino al 30 settembre al 25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con un consumo maggiore di 16,5 MW. Dal 1° ottobre e per i mesi di ottobre e novembre è previsto il credito di imposta al 25% per le imprese energivore e gasivore e al 40% per tutte le imprese che consumano gas. Per le aziende agricole è previsto uno stanziamento di 190 milioni di euro per far fronte al caro carburanti.

Per le imprese che devono affrontare crisi di liquidità a causa del caro bollette vi è la possibilità di ottenere la garanzia statale sui prestiti, inoltre attraverso accordi da stipulare con le banche, quindi non con immediata entrata in vigore, sarà possibile avere prestiti a condizioni più favorevoli rispetto a quelle dei mercati. Ricordiamo che c’è un aumento del costo del denaro deciso dalla BCE che sta facendo aumentare i tassi di interesse praticati dalle banche.

Non solo buone notizie per le imprese, infatti vi sono maggiori restrizioni in caso di delocalizzazioni.

Aiuti alle famiglie nel decreto Aiuti Ter: accise, bonus una tantum e disabili

Dal decreto Aiuti Ter arriva anche un’altra importante novità, infatti con decreto interministeriale era stato prorogato il taglio delle accise sui carburanti fino al 15 ottobre, interviene ora il decreto Aiuti Ter con una nuova proroga per i mesi di ottobre e novembre. Finalmente un po’ di respiro per gli automobilisti.

Per chi percepisce un reddito inferiore a 20.000 euro lordi è invece previsto un bonus una tantum di 150 euro. Lo stesso si estende anche i pensionati. La platea dovrebbe essere di circa 22 milioni di persone.

Nel decreto Aiuti ter sono stanziati anche 400 milioni in favore delle Servizio Sanitario Nazionale per far fronte ai rincari del settore ospedaliero. Gli aiuti sono estesi ad RSA e strutture private.

Sono previsti contributi in favore delle scuole paritarie per far fronte al caro energia.

Cento milioni di euro è lo stanziamento in favore del trasporto pubblico locale ed è previsto il rafforzamento dell’edilizia in favore degli studenti universitari fuori sede.

In favore di Enti del Terzo Settore e degli enti religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi sociosanitari e sociali in regime residenziale e semi-residenziale per disabili, è istituito un fondo da 120 milioni di euro.

Risparmiare carburante? Con Google Maps si può. Guida

La tecnologia arriva in nostro soccorso ed ecco che Google Maps ci mette di suo con la possibilità di scegliere il percorso che contribuisce a un minor consumo di carburante. La guida per utilizzare al meglio Google Maps e risparmiare carburante.

Come risparmiare carburante con Google Maps?

Google Maps è un amico fidato che molti utilizzano quasi quotidianamente, a volte per scoprire nuovi percorsi, altre per andare in posti nuovi mai visitati, oppure per scegliere il percorso meno trafficato e sul quale non si incontrano lavori in corso. Ora potrà invece essere utilizzato per risparmiare carburante. Questa funzione era già attiva da mesi in altre parti del mondo, ad esempio Canada, e ora è attivo anche in molti Paesi d’Europa, tra cui la Germania e a breve dovrebbe arrivare l’aggiornamento per l’Italia.

Prevede un riscontro costante tra le informazioni sui percorsi detenute da Google e i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente. Inoltre quando si sceglie di utilizzare questa funzionalità, l’utente deve indicare quale tipologia di veicolo ha, ad esempio diesel, ibrido o con alimentazione a benzina, metano o gpl. Fatta questa premessa, diventa facile per Google Maps scegliere il percorso attraverso il quale è possibile raggiungere la destinazione consumando meno carburante e inquinando meno.

Come utilizzare la funzione per risparmiare carburante?

Per usare questa funzione dopo aver normalmente impostato il proprio percorso con Google Maps, in alto a destra occorre cliccare sui tre puntini verticali, esce un menù a tendina verticale dal quale selezione “opzioni percorso”. A questa voce oltre alle tradizionali “evita autostrade”, “evita pedaggi”, “evita traghetti”, ci sarà a breve anche in Italia la voce “Scegli percorsi a minor consumo di carburante”. Il calcolo si fa attraverso tutta una serie di dati, ad esempio le auto diesel hanno prestazioni migliori ad elevate velocità, quindi Google Maps tende a scegliere, dove possibile, percorsi più lineari e con minore traffico.

Google rende noto che l’opzione nasce per ridurre le emissioni inquinanti, ma in effetti può tranquillamente utilizzarsi per risparmiare un po’ di carburante. Secondo i dati forniti da Google può aiutare ad avere un risparmio fino al 30% del carburante, naturalmente su lunghi percorsi tali stime sono più efficaci, mentre sui brevi, soprattutto se cittadini possono esservi variazioni. Ricordiamo che fino al 5 ottobre è in vigore il taglio delle accise sui carburanti. Non resta che aspettare, dovrebbe mancare davvero poco affinché questa funzionalità sia attiva anche in Italia.

Prezzo dei carburanti ancora in calo: cosa devono aspettarsi gli automobilisti?

Fino a qualche settimana fa tutto potevamo attenderci tranne la possibilità di fare il pieno per le vacanze con il prezzo della benzina agli stessi livelli pre-crisi guerra in Ucraina. Non si arresta il calo dei prezzi dei carburanti.

Prezzo dei carburanti in calo: benzina a 1,77 euro al litro

La discesa dei prezzi è iniziata ormai da qualche settimana, inizialmente era un calo sporadico a cui quasi non si faceva caso, pochi centesimi che hanno aiutato a mantenere il prezzo al di sotto dei due euro al litro per benzina e gasolio. Ora questa tendenza sembra essere consolidata, complice il calo del prezzo del petrolio al barile. Attualmente è possibile acquistare benzina in modalità self service a 1,77 centesimi, mentre il gasolio sempre in modalità self service si aggira intorno a 1,75 euro al litro. I prezzi variano di circa 10 centesimi al servito e in base ai distributori, ma tra questi ultimi le differenze sono davvero minime.

Fino a quando il prezzo della benzina continuerà a scendere?

Molti italiani si stanno chiedendo fino a quando continuerà questo calo del prezzo della benzina, attualmente non è facile fare previsioni però raramente era capitata una serie così lunga di cali del prezzo, ricordiamo che nonostante il taglio delle accise, un mese fa la benzina costava almeno 30 centesimi in più al litro in modalità self.

Non possiamo sapere fino a quando ci saranno cali del prezzo della benzina, si ipotizzano ulteriori cali nelle prossime settimane fino a 1,70 euro al litro per la benzina, poco meno per il gasolio. Di sicuro sappiamo che questo sta portando minori entrate alle Stato che potrebbe decidere dopo il 20 settembre 2022, data nella quale scadono gli attuali tagli delle accise sulla benzina di non rinnovarli. In questo caso il prezzo ritornerebbe intorno a 2 euro. Appare difficile ipotizzare un reale crollo del prezzo dei carburanti ai livelli del periodo delle chiusure causa pandemia, in questo caso, senza interventi sulle accise il prezzo era intorno a 1,55 euro.

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