Sostituzione climatizzatore, quale bonus posso sfruttare?

In Italia c’è una giungla di bonus e spesso i contribuenti fanno fatica a capire quali agevolazioni fiscali possono sfruttare e se vi è la possibilità di ottenerne. Questo è ciò che è capitato a un contribuente che ha chiesto delucidazioni all’Agenzia delle Entrate in merito ai bonus da sfruttare per la sostituzione del climatizzatore.

Quali bonus/agevolazioni fiscali sfruttare per la sostituzione del climatizzatore?

Un contribuente ha chiesto all’Agenzia delle Entrate “Devo sostituire il climatizzatore nella mia abitazione con un impianto dotato di pompa di calore. Vorrei capire se posso richiedere la detrazione per manutenzione straordinaria del 50% o quella per la riqualificazione energetica del 65%.

Il dubbio nasce dal fatto che la normativa italiana attualmente in vigore per il settore “casa” prevede la possibilità di sfruttare diversi bonus che permettono di ottenere detrazioni fiscali con percentuali diverse. Ad esempio chi esegue ristrutturazioni che consentono di recuperare almeno due classi energetiche può ottenere il Superbonus con percentuale di detrazioe al 90% nel 2023.

In alternativa è possibile ottenere il bonus ristrutturazione con percentuale di agevolazione fiscale al 50%, oppure il bonus per la riqualificazione energetica che consente di ottenere fino al 65% di detrazione. Dal punto di vista pratico cambia quanto si può realmente ottenere come risparmio di imposta, naturalmente se non vi è capienza fiscale, tutto è inutile.

Nel caso in questione a fornire chiarimenti in merito è l’Agenzia delle Entrate che ha fornito risposta al quesito tramite la rubrica sul sito FiscoOggi.

Detrazione al 65% in casi particolari per la sostituzione del climatizzatore

L’Agenzia sottolinea che “La sostituzione, integrale o parziale, del vecchio impianto di climatizzazione con un climatizzatore a pompa di calore rientra, in generale, tra gli interventi finalizzati al conseguimento di risparmio energetico” di conseguenza si può ottenere la detrazione prevista dall’articolo 16-bis, lettera h) del Tuir che consente di ottenere il 50% della spesa sostenuta per una spesa massima di 96.000 euro.

Specifica, inoltre, che nel caso in cui il nuovo impianto di climatizzazione presenti determinate caratteristiche tecniche l’intervento di sostituzione può rientrare tra quelli per i quali è prevista la detrazione del 65% delle spese sostenute, nel limite massimo di 30.000 euro.

Per rientrare in questa categoria l’impianto deve rispettate le condizioni tecniche previste nella tabella 1 dell’allegato F al decreto interministeriale del 6 agosto 2020. Risulta inoltre utile consultare la guida dell’Enea “Pompe di calore ad alta efficienza, sistemi geotermici a bassa entalpia o scaldacqua a pompa di calore”.

Specifica infine l’Agenzia che naturalmente non è possibile avvalersi di entrambe le agevolazioni per lo stesso lavoro.

Leggi anche: Superbonus, in arrivo una nuova proroga? Le ipotesi allo studio

Esenzioni Irpef coltivatori diretti, detrazioni fiscali e bonus edilizi: chiarimenti Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate ha provveduto a illustrare, con la circolare 9/E del 1° aprile 2022, le novità relative alla legge di Bilancio 2022 (legge numero 234 del 2021) inerenti l’esenzione Irpef dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, le detrazioni per il risparmio energetico e i vari bonus su affitti e lavori edilizi. Per varie misure di detrazione fiscale, l’Agenzia delle entrate chiarisce la data di scadenza della fruizione. Ecco quali sono i chiarimenti nel dettaglio.

Esenzione Irpef dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali fino al 31 dicembre 2022

La legge di Bilancio 2022 ha prorogato l’esenzione dalla tassazione delle detrazioni relative all’Irpef e alle addizionali, dei redditi dominicali e agrari per i terreni dichiarati dagli imprenditori agricoli professionali (Iap) e dai coltivatori diretti. La proroga opera fino al 31 dicembre 2022. I soci che abbiano scelto la tassazione fondiaria nelle società di persone, invece, sono esclusi dalle agevolazioni fiscali. Rientrano nella detrazione fiscale, inoltre, i soci delle società semplici ai quali viene attribuita la quota del reddito fondiario.

Bonus facciate e bonus verde: quali sono le detrazioni spettanti?

Per il bonus facciate, l’Agenzia delle entrate chiarisce che solo fino al 31 dicembre 2022 si potrà beneficiare della detrazione inerente il rifacimento delle facciate degli edifici. Il comma 219 dell’articolo 1 della legge numero 160 del 2019 ha introdotto la misura in oggetto. Ma, per i lavori del 2022, la percentuale di detrazione scende dal 90%, applicato fino al 31 dicembre 2021, al 60%. Analogamente, anche il bonus verde è stato prorogato fino a tutto l’anno 2024. La misura consiste nella sistemazione del verde dei giardini secondo quanto prevede il comma 12 dell’articolo 1 della legge numero 205 del 2017.

Detrazioni fiscali per ristrutturazione edilizia, efficientamento energetico e bonus mobili

Inoltre, tutti i più importanti bonus per le detrazioni dei lavori edilizi sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2024. Nei bonus rientrano gli interventi di ristrutturazione edilizia, di efficientamento energetico e le detrazioni spettanti per i bonus mobili disciplinati. La disciplina delle detrazioni fiscali è descritta agli articoli 14 e 16 del decreto legge numero 63 del 2013.

Bonus mobili, quando spetta la detrazione e quali sono le condizioni?

Si può beneficiare dell’agevolazione fiscale acquistando mobili e grandi elettrodomestici per i costi sostenuti nei tre anni dal 2022 al 2024 ma con delle novità:

  • l’acquisto dei mobili deve essere correlato alla fruizione dei bonus per gli interventi di edilizia indicati nell’articolo 16 bis del decreto del Presidente della Repubblica numero 917 del 1986;
  • la misura della detrazione risulta ridotta rispetto allo scorso anno (16 mila euro di acquisti mobili) a 10 mila euro per l’anno in corso e alla metà per gli anni 2023 e 2024.

Bonus affitti, in cosa consiste la detrazione a favore dei giovani?

Per tutto il periodo di imposta 2022 si può beneficiare del bonus affitto. La misura è riservata ai giovani dai 20 ai 31 anni di età che abbiano un reddito complessivo non eccedente i 15.493,71 euro. Il beneficio fiscale consiste nella detrazione dell’Irpef per i giovani che stipulino un contratto di affitto di una unità abitativa oppure di una sua parte destinando in essa la propria residenza. L’unità immobiliare presa in affitto deve essere diversa dalla casa principale dei genitori del soggetto beneficiario.

 

Società Benefit: cosa sono, come funzionano e quali vantaggi portano?

A breve saranno una realtà consolidata, per ora sono una realtà sporadica e poco conosciuta in Italia, si tratta delle Società Benefit o semplicemente SB. Si tratta di una particolare tipologia di azienda che integra lo scopo “ordinario”, cioè creare profitto, con uno scopo “altruistico o solidaristico” consistente nell’avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.

Perché nasce la Società Benefit?

Sono sempre più numerose le società che propongono attività anche a sfondo sociale e decidono di adottare misure volte a migliorare la qualità della vita nell’ambiente circostante attraverso una particolare sensibilità ambientale e politiche sostenibili. Queste possono rientrare nelle società benefit. Naturalmente non basta l’intento e neanche compiere azioni mirate, infatti per rientrare in questa particolare forma di società è necessario adottare strumenti legali specifici. In Italia questo modello di società è stato introdotto nel 2016 ed è il primo Paese nell’Unione Europea ad aver provveduto. Negli Stati Uniti invece è stata introdotta nel 2010 e attualmente è presente già in 33 Stati.

Si tratta quindi di una società che è in grado di unire in un’unica forma le caratteristiche tradizionali della società il cui obiettivo è creare profitto e dividere gli utili e una impresa sociale che opera nel No Profit. Adottare lo schema societario della Società Benefit apporta notevoli vantaggi, infatti consente di proteggere l’ulteriore oggetto sociale della stessa anche in caso di vendita, passaggio generazionale, quotazioni in borsa, cambio di leadership, aumenti di capitale.

Come è stata normativizzata in Italia la società benefit

In Italia la prima proposta di introdurre questa tipologia particolare è del 2006 quando il movimento globale di imprese, le B Corp® certificate, ha proposto di introdurre una modifica sostanziale alla natura delle aziende che prevedesse uno scopo ulteriore rispetto allo scopo di lucro, tale scopo ulteriore doveva però essere istituzionalizzato per far in modo che fosse salvaguardato nel tempo. La proposta di legge vera e propria è arrivata nell’aprile del 2015 con primo firmatario Mauro del Barba (Italia Viva). La normativa è stata poi sviluppata da un team internazionale di giuristi, imprenditori e stakeholder. La proposta è stata poi inglobata nella legge di bilancio per il 2016 (legge 208 del 2015, commi 376-384) ed è attiva in Italia dal primo gennaio 2016.

Come funziona la società benefit in Italia?

La descrizione della Società Benefit dice che è : una società che persegue nell’esercizio dell’attività economica, oltre allo scopo di lucro,  anche “una o più finalità di beneficio comune e opera in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse”

A differenza di società che assumono la responsabilità sociale di impresa (RSI), con la Società Benefit lo “scopo solidale” entra nel contratto e di conseguenza vincola le parti.

La normativa prevede che il beneficio comune possa essere perseguito attraverso attività positive, ma anche attraverso la “ riduzione degli effetti negativi, su una o più categorie di portatori di interesse”, quindi attraverso un non fare, o meglio non inquinare.

La società Benefit può assumere qualunque forma di società di persone o di capitali, ad esempio società a responsabilità limitata, società per azioni, società cooperative, mutue assicuratrici, società in accomandita semplice, e quindi ad essa si applicano comunque le norme previste dal nostro ordinamento per tali tipologie. A ciò si aggiunge l’integrazione dell’oggetto sociale.

Lo Statuto delle SB

La disciplina prevede che lo scopo aggiuntivo debba essere indicato in modo preciso. Le società benefit possono essere sia quelle di nuova costituzione, sia quelle già costituite. Nel secondo caso è necessario preventivamente provvedere a una modifica dello Statuto, da adottare seguendo le regole previste in questi casi per ciascuna tipologia di società. Il legislatore ha previsto che annualmente al bilancio societario sia allegata una Relazione sul perseguimento degli obiettivi previsti. In questo modo si ottempera al principio di trasparenza.

Alla Società Benefit si applicano: le disposizioni in materia di materia di pubblicità ingannevole e il Codice del Consumo decreto legislativo 206 del 2005.

Per quando riguarda invece l’indicazione del nome della società, vi è libertà sull’opzione tra inserire o meno la sigla “SB” nel nome della stessa. Nel caso in cui si opti per tale possibilità, la sigla deve essere posposta rispetto all’indicazione della tipologia della società. Ad esempio si può optare per “Società Alba Srl SB” , oppure “Alba Srl Società Benefit”. Non è invece possibile indicare “Alba Società Benefit SRL”.

Vantaggi di una società con doppio scopo statutario

I vantaggi di costituire una società di questo tipo sono diversi. In primo luogo vi è la garanzia  che nel tempo tempo gli obiettivi saranno portati avanti e garantiti. L’unico modo per evitare questo è cambiare lo statuto della società andando a togliere il doppio scopo. In secondo luogo la Relazione annuale da allegare al bilancio costituisce una garanzia di trasparenza per tutti i soci e per i terzi, la relazione deve infatti essere pubblicata.

Tra i vantaggi vi è anche la possibilità di attrarre investitori particolarmente sensibili alle tematiche perseguite dalla società benefit e di attrarre giovani talenti che sono più propensi a lavorare in società che assumono delle responsabilità sociali in quanto solitamente si tratta anche di aziende più stimolanti.

Ciò che ancora manca sono agevolazioni fiscali, sgravi contributivi e agevolazioni finanziarie, ma non è detto che all’incrementarsi di questa figura societaria non possa cambiare qualcosa. Naturalmente le agevolazioni previste in modo ordinario per la società base, restano anche per le SB.

Sebbene si tratti di una realtà poco conosciuta, ad oggi le società Benefit con sede in Italia sono oltre 1.000. I settori in cui ha avuto più successo sono cibi e bevande, manifatturiero, servizi tecnici e professionali. Tra le più conosciute ci sono Aboca SPA SB, Agromed SRL SB, Alessi SPA SB, Eolo SPA,

 

Cessione dei crediti di imposta su bonus edilizi: codice identificativo e tre operazioni

In arrivo novità sulle cessioni dei crediti di imposta relative ai bonus e ai superbonus edilizi dal decreto “Frodi” che andrà a correggere la stretta operata dal decreto “Sostegni ter”. Si riapre alla cessione dei crediti di imposta con tre operazioni e codice identificativo. Ma c’è bisogno dell’intervento della banca per il secondo e il terzo trasferimento. Il provvedimento prevede anche nuove sanzioni penali per i tecnici asseveratori che effettuino false documentazioni.

Quali novità sono in arrivo sullo sconto in fattura e sulla cessione dei crediti di imposta con il decreto ‘Frodi’?

Le operazioni di cessioni dei crediti di imposta sui superbonus e bonus edilizi, con il nuovo decreto in arrivo, potrebbero arrivare a tre. Due delle operazioni di cessione dovranno avvenire in ambito controllato. Dal 1° maggio 2022, inoltre, si prevede l’alt alle operazioni parziali di cessione dei crediti. Le operazioni di trasferimento dei crediti di imposta con il nuovo provvedimento avvengono con la prima e le eventuali seconda e terza operazione di trasferimento.

Sconto in fattura e cessione dei crediti di imposta sui bonus edilizi con la prima operazione di trasferimento

Con la prima cessione del credito di imposta sugli interventi rientranti nei bonus edilizi si dà accesso alle detrazioni fiscali. Ovvero, dopo la realizzazione dei lavori che danno il via alle detrazioni, rimane possibile procedere con lo sconto in fattura e un successivo trasferimento dei crediti di imposta. In alternativa, si può procedere con la sola cessione diretta del credito di imposta a qualsiasi soggetto. Non vi è, dunque, limitazione sulla prima scelta dell’opzione, ovvero sconto in fattura e cessione del credito di imposta. Fino alla prima operazione di cessione, lo schema di scelta delle opzioni delle detrazioni fiscali è uguale a quanto prevede il decreto “Sostegni ter”.

Seconda e terza operazione di cessione del credito di imposta sui superbonus edilizi: quando si può fare?

Il nuovo decreto “Frodi” attua dei cambiamenti in merito alla seconda e alla terza cessione del credito di imposta sugli interventi rientranti nei bonus edilizi. Infatti, dopo la prima operazione di cessione, i trasferimenti successivi sono possibili solo in ambito controllato. Ovvero, il credito di imposta può essere trasferito per altre due volte, ma solo se interveniente come soggetto la banca o gli altri intermediari finanziari elencati nell’articolo 106 del Testo unico bancario (Tub). Sono ammesse operazioni anche a favore dei gruppi bancari o delle assicurazioni.

Cessione dei crediti di imposta sui bonus edilizi con codice identificativo: cosa significa?

L’ulteriore novità relativa alla cessione dei crediti di imposta sugli interventi edilizi riguarda il codice identificativo. A partire dal 1° maggio 2022, infatti, una volta che si comunica la prima operazione di trasferimento del credito, il credito stesso non potrà essere spacchettato e trasferito in maniera parziale. Per evitare lo spacchettamento, al credito di imposta verrà assegnato un codice identificativo univoco. Procedendo in questo modo, i soggetti che volessero ricostruire la storia dei passaggi del credito di imposta tra le varie operazioni potranno farlo ricomponendo la catena dei trasferimenti avvenuti.

Cessione dei crediti di imposta: in arrivo nuove sanzioni penali per i tecnici asseveratori

Con il nuovo provvedimento del governo, oltre alla disciplina della cessione dei crediti di imposta e dello sconto in fattura sulle operazioni dei bonus e superbonus edilizi, sono in arrivo anche nuove sanzioni penali per i tecnici professionisti che provvedono alle documentazioni di asseverazione dei lavori. Si tratta di una nuova sanzione penale, con multa che va da 50 mila euro a 100 mila euro e la reclusione da 2 a 5 anni, per i tecnici professionisti che emettano false attestazioni e documentazioni inerenti le detrazioni fiscali. Il nuovo reato riguarda, nello specifico, tutti i visti legati ai bonus sulla casa.

Quali reati sono previsti per i tecnici professionisti che procedono con le asseverazioni delle spese dei bonus edilizi?

Il nuovo reato riguarderà le asseverazioni dei tecnici professionisti per i lavori di:

  • efficientamento energetico;
  • visti di conformità e congruità delle spese relative agli interventi;
  • le asseverazioni sulla efficacia della messa in sicurezza degli edifici in chiave antisismica.

Le sanzioni penali verranno applicate sia in ambito del superbonus 110% che su tutti gli altri bonus, anche minori, relativi agli interventi sulla casa.

Credito di imposta per pc, stampanti e software ai professionisti: scadenza 31 dicembre 2022

Il credito di imposta ai professionisti per l’acquisto di pc, stampanti e software sarà possibile solo fino al 31 dicembre 2022. Si tratta di agevolazioni per investimenti in beni strumentali nuovi rientranti nella misura del credito 4.0. Il beneficio fiscale del credito di imposta 4.0 è stata prorogato fino a tutto il 2025, ma non per queste tipologie di beni, indicati come “generici“. Tali beni possono beneficiare del credito di imposta per il loro acquisto e sono accessibili ai liberi professionisti, per l’appunto fino al termine del 2022.

Credito di imposta 4.0 per acquisto di pc, stampanti e software: cosa sono i beni generici?

Fino al 31 dicembre 2022 i liberi professionisti possono acquistare pc, stampanti e software rientranti nei beni generici. Si tratta di beni diversi da quelli ad alto contenuto tecnologico individuati dagli allegati a) e b) della legge numero 232 del 2016. Rientrano tra i beni generici, pertanto:

  • i computer;
  • le stampanti,
  • le altre macchine ordinarie per l’ufficio;
  • le attrezzature necessarie allo svolgimento della professione;
  • i programmi gestionali e software, programmi informatici. Sono da escludere i canoni periodici su questi prodotti;
  • gli arredi.

Rimane invariato, è ovvio, che i beni oggetto di credito di imposta debbano possedere il carattere della strumentalità. Ovvero devono essere utilizzati per svolgere l’esercizio della professione. Risulta di conseguenza escluso l’utilizzo personale.

Credito di imposta su beni generici, quali sono le spese ammissibili all’agevolazione fiscale?

L’acquisto di computer, stampanti, software e degli altri prodotti generici rientra negli investimenti differenti da quelli materiali e immateriali 4.0 dei prodotti ad alto contenuto tecnologico degli allegati a) e b) della legge numero 232 del 2016. La successiva legge numero 178 del 2020, al comma 1061, ha consentito ai liberi professionisti e a chi svolge l’attività di arti di poter beneficiare del credito di imposta legato all’acquisto dei beni generici. I professionisti risultano esclusi, tuttavia, dal poter beneficiare del credito di imposta sull’acquisto dei beni ad alto contenuto tecnologico. Si tratta dei beni materiali e immateriali 4.0 elencati negli allegati a) e b) della legge 232 del 2016.

Credito di imposta, in quale misura si beneficia per l’acquisto di computer, stampanti e software?

Di conseguenza, la legge di Bilancio 2022 non ha previsto delle modifiche per gli investimenti in beni generici. L’agevolazione sull’acquisto di pc, stampanti e software e degli altri prodotti generici risulta ridotta rispetto al 10% o al 15% del 2021.  Il credito di imposta per tutto il 2022 risulta fissato al 6%. L’utilizzo del credito di imposta si può fare in tre quote annuali di uguali importi. Non è consentito utilizzare il credito di imposta tutto in un’unica soluzione. L’acquisto dei beni generici può essere concluso anche entro il 31 dicembre 2023, ma a determinate condizioni. Infatti, entro la fine del 2022 l’ordine deve essere stato concluso dal venditore e deve essere stato versato un acconto pari al 20%.

Credito di imposta 4.0 su acquisto dei beni generici, c’è un tetto minimo di spesa?

Sul tetto di spesa minimo rientrante nella disciplina dell’acquisto dei beni generici (e in generale sui beni 4.0) è intervenuta l’Agenzia delle entrate con la circolare 9/E del 2021. Nel chiarimento fornito, l’Agenzia delle entrate ha stabilito che l’acquisto non richiede un investimento minimo in termine di spesa. È necessario tuttavia rispettare il carattere della strumentalità del bene rispetto all’attività esercitata dai professionisti. Per tale motivo, l’Agenzia ha chiarito che per i beni materiali strumentali dal costo unitario fino a 516,46 euro si può procedere con il credito di imposta, a prescindere dal fatto che il professionista abbia scelto di dedurre o meno l’intero costo sostenuto per l’acquisto nell’esercizio in cui abbia sostenuto il costo stesso.

Credito di imposta bonus edilizi: come fare prima, seconda e terza cessione?

Riparte il mercato delle cessioni del credito di imposta e dello sconto in fattura legati al superbonus 110% e bonus edilizi. Il Banco Bpm risulta già operativo alle operazioni dopo la sospensione dettata dalle nuove disposizioni del decreto “Sostegni ter”. AnchePoste Italiane e Cassa depositi e prestiti stanno per mettersi nuovamente al lavoro. La nuova operatività delle operazioni di cessione del credito e dello sconto in fattura arriva dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri dei provvedimenti che rivedono le norme del decreto di gennaio.

Bonus e superbonus casa, ecco le novità per la cessione del credito di imposta e sconto in fattura

Proprio con le nuove regole del governo in merito alla cessione dei crediti di imposta e alla corretta applicazione dello sconto in fattura sui bonus e superbonus edilizi, è possibile realizzare la prima cessione, la seconda e la terza. Si tratta di tre passaggi che ampliano la circolazione della “moneta fiscale” anche se con delle limitazioni ben precise rispetto a quanto avveniva fino al 16 febbraio scorso. La prima cessione diventa operativa dopo la realizzazione degli interventi rientranti nel superbonus 110% e dei bonus e la maturazione della detrazione.

Quando si può cedere più volte il credito di imposta sui superbonus e bonus casa?

In prima battuta rimane possibile beneficiare delle agevolazioni fiscali in edilizia con lo sconto in fattura. Lo sconto determina una successiva cessione del credito di imposta maturato. Questo ultimo passaggio si può fare a qualsiasi soggetto, senza che vi siano particolari limiti. La prima cessione del credito di imposta rimane, pertanto, libera. La stretta può avvenire in caso di secondo e di terzo passaggio. Infatti, in seconda battuta, ovvero per i trasferimenti susseguenti, la cessione si può fare solo in un ambito controllato. E, pertanto, la seconda e la terza cessione del credito di imposta può avvenire solo a favore delle banche e degli intermediari finanziari elencati dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario (Tub). Sono compresi nell’elenco anche i gruppi bancari e le assicurazioni.

Bonus casa, no alle cessioni parziali e pene più severe ai tecnici che fanno le asseverazioni

Una novità sulle cessioni dei crediti di imposta sui bonus e sui superbonus edilizi partirà per le operazioni a decorrenza del 1° maggio 2022. Il provvedimento prevede che, una volta comunicata la prima operazione di cessione del credito di imposta, il credito stesso non potrà essere spacchettato attraverso il trasferimento parziale. Per garantire l’interezza dell’operazione, al credito verrà attribuito un codice identificativo univoco che servirà a identificarlo. Infine, pene più severe sono previste per i tecnici abilitati che effettuano le asseverazioni relative ai bonus edilizi. Nel caso in cui forniscano false informazioni sul visto da apporre, è prevista la reclusione da 2 a 5 anni. La norma punta soprattutto a punire le false asseverazioni relative alle effettive realizzazioni degli interventi che beneficiano dei bonus casa.

Bonus barriere architettoniche al via, si può fare la cessione del credito di imposta?

Per tutto il 2022 sarà possibile utilizzare il bonus barriere architettoniche. La misura, attesa al debutto nei prossimi giorni, permette la detrazione fiscale del 75% degli interventi effettuati per l’eliminazione degli ostacoli fisici che causano disagi per la mobilità. In questi giorni, l’Agenzia delle entrate è intervenuta per aggiornare le specifiche inerenti i lavori sulle parti comuni degli edifici. Inoltre, l’agevolazione fiscale consente di utilizzare la cessione del credito di imposta come opzione alternativa alla detrazione diretta. L’attesa è per le nuove disposizioni su come potrà essere esercitata la scelta.

Eliminazione delle barriere architettoniche, quali sono i lavori ammessi?

Con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate numero 46900 del 2022 sono state adottate nuove interpretazioni tecniche per inviare la comunicazione relativa alla detrazione del 75% del bonus barriere architettoniche. I relativi lavori consentiranno il vantaggio fiscale per tutto il 2022. Il bonus può essere utilizzato a partire dal 24 febbraio 2022 per:

  • eliminare gli ostacoli fisici che causano disagio alla mobilità di chiunque, specificatamente per chi ha capacità motorie ridotte o impedimenti sia temporanei che definitivi;
  • abbattere gli ostacoli che impediscono o limitano a chiunque l’utilizzo di parti, di attrezzature e di componenti in modo comodo e sicuro;
  • sopperire all’assenza di segnalazioni e accorgimenti per orientarsi e riconoscere i luoghi e le situazioni di pericolo. Questo elemento si riferisce sia nel caso di non vedenti, ipovedenti o sordi, che per chiunque.

Quali altri lavori sono possibili con il bonus barriere architettoniche?

Oltre agli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, con il bonus è possibile fare favori di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità abitative funzionali a eliminare le barriere architettoniche. Se si sostituisce l’impianto, il bonus spetta per le spese inerenti lo smaltimento e la bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito. Devono essere rispettati, inoltre, i requisiti elencati dal decreto del ministro dei Lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989 relativi all’accessibilità degli edifici.

Bonus barriere architettoniche, si può utilizzare la cessione del credito di imposta?

Con il bonus barriere architettoniche si può esercitare l’opzione della cessione del credito di imposta. L’attesa è per l’emendamento al decreto “Milleproroghe” che potrebbe consentire fino a tre passaggi nell’operazione di cessione del credito stesso. In alternativa si può richiedere lo sconto in fattura al fornitore per i pagamenti effettuati entro la fine dell’anno.

Bonus barriere architettoniche, quando si può utilizzare il superbonus 110%? Le ipotesi dei condomini

Il bonus barriere architettoniche si può utilizzare anche come superbonus 110%. In tal caso, e fino a tutto il 2023, viene riconosciuta la detrazione fiscale del 110% ma è necessario che il lavoro di eliminazione degli ostacoli rientri tra gli interventi trainati del condominio. Risulta, in ogni modo, necessario che i lavori vengano effettuati sulle parti comuni del condominio nel caso di deliberazioni di ulteriori interventi:

  • cappotto termico;
  • sostituzione impianto di climatizzazione invernale;
  • lavori per la sicurezza antisismica;
  • interventi a favore degli ultra 65enni (decreto legge numero 34 del 2020).

Cessione credito bonus, le novità attese per oggi

Sono attese per la giornata di oggi, 15 febbraio, alcune novità relative alle cessioni dei crediti di imposta legati ai bonus e superbonus edilizi. Il tetto delle cessioni potrebbe salire a tre nel testo dell’emendamento al decreto “Milleproroghe” che verrà depositato in Commissione Bilancio alla Camera nella giornata odierna. Ulteriore novità riguarda l’assegnazione di un certificato di qualità per le operazioni di cessione. L’operazione consentirebbe di ricostruire i passaggi delle cessioni e di stabilirne una tracciabilità. Inoltre, con le novità in arrivo i tempi si fanno stretti per l’aggiornamento della piattaforma dell’Agenzia delle entrate per le relative comunicazione delle opzioni di scelta (cessione dei crediti di imposta e sconto in fattura).

Cessione dei crediti di imposta su bonus e superbonus edilizi, i nodi da sciogliere

I nodi da sciogliere sui limiti alla cessione dei crediti di imposta rimangono, dunque, vari. E i tempi per arrivare a una soluzione iniziano a essere ristretti. Se il provvedimento non dovesse approvare in aula entro giovedì 16 febbraio, potrebbe sfumare la possibilità di approvazione nel contesto della conversione del decreto “Milleproroghe”. L’alternativa sarebbe quella di adottare le correzioni nel decreto relativo al caro bollette. In tempi così stretti è necessario pertanto trovare l’accordo unanime di tutti i partiti per l’approvazione definitiva. Tra le modifiche alla cessione dei crediti di imposta l’ipotesi più accreditata è quella di aumentare il numero delle operazioni e dei passaggi tra i soggetti.

Superbonus e bonus edilizi, i passaggi della cessione del credito di imposta potrebbero salire a tre

Nella conversione del decreto si potrebbe salire al numero di tre passaggi nelle operazioni di cessione del credito di imposta legati ai superbonus e ai bonus edilizi. L’operazione sarebbe a vantaggio dei soggetti vigilati dalla Banca d’Italia e delle società dei gruppi bancari. Inoltre potrebbe essere introdotta una certificazione di qualità dei crediti di imposta in modo da renderli tracciabili. Tale documentazione andrebbe apposta a valle dei controlli dell’Agenzia delle entrate.

Cessione dei crediti di imposta sui bonus edilizi, in arrivo un nuovo aggiornamento della piattaforma dell’Agenzia delle entrate?

Suddette operazioni potrebbero comportare un nuovo aggiornamento della piattaforma dell’Agenzia delle entrate per le comunicazioni degli operatori delle opzioni di scelta sul bonus e superbonus edilizi. Si tratta delle comunicazione con le quali i soggetti scelgono tra cedere i crediti e avvalersi dello sconto in fattura. Le due opzioni sono alternative alla detrazione fiscale diretta di quanto previsto dai bonus e dal superbonus 110% in termini di vantaggi fiscali.

Cessione dei crediti di imposta sulle agevolazioni fiscali: la questione della privacy

In ogni caso, l’introduzione di una certificazione di qualità nelle operazioni di cessione dei crediti di imposta dei bonus implicherebbe la necessità di tutela della privacy dell’originario soggetto che ha provveduto a cedere il credito di imposta. La ricostruzione del percorso delle operazioni di cessioni implicherebbe, dunque, il parere del Garante della privacy. Con ulteriore allungamento dei tempi di conversione del decreto.

Crediti di imposta, cosa ne sarà di quelli oggetto di frode o inesistenti?

Peraltro, la misura dovrebbe andare a consentire anche la possibilità di cedere i crediti di imposta, sottoposti a sequestro, nel corso degli anni susseguenti alla maturazione. Il passaggio, in altre parole, dovrebbe consentire ai soggetti titolari del credito di poterlo utilizzare nel tempo per non perdere il beneficio fiscale. Annessa alla questione diventa di primaria importanza stabilire cosa ne sarà dei crediti di imposta legati a operazioni oggetto di frodi e, ancora più indispensabile, il nodo legato a operazioni di crediti inesistenti.

Comprare casa con il bonus ristrutturazioni: come fare?

Acquistare casa con i bonus previsti per i lavori edilizi. Si può e, soprattutto, la scelta ricade su varie formule di detrazioni fiscali possibili. Ad esempio, per le case ristrutturate o messe in sicurezza antisismica, le agevolazioni sono possibili fino al 2024. E si può utilizzare anche la cessione del credito di imposta o lo sconto in fattura per sfruttare il vantaggio fiscale. I bonus edilizi, dunque, non sono utilizzabili solo per svolgere gli interventi di ristrutturazione necessari, ma possono finanziare anche le unità immobiliari.

Comprare casa con il bonus ristrutturazioni, cosa si può fare?

Il bonus ristrutturazioni può tornare utile anche per acquistare una casa. Si tratta di comprare un immobile abitativo che faccia parte di un edificio interamente interessato da interventi edilizi di recupero, di restauro, di ristrutturazione o di risanamento conservativo. L’agevolazione fiscale può essere sfruttata fino al 31 dicembre 2024 alle condizioni attuali, prima della riduzione della percentuale di detrazione spettante. Il beneficio fiscale può risultare maggiore rispetto a quello ordinario. Ovvero la detrazione, da ripartire nell’arco dei 10 anni, è pari al 50% anziché al 36%. Più alto è il limite di spesa che arriva a 96 mila euro anziché a 48 mila euro.

Bonus ristrutturazione per comprare una casa, ecco come fare

L’utilizzo del bonus per acquistare una unità immobiliare ristrutturata è prevista dal comma 3, dell’articolo 16 bis del Testo unico imposte sui redditi (Tuir). In particolare, la detrazione può arrivare al 50% del 25% del prezzo di acquisto, con il limite di 96 mila euro. Ad esempio, se il prezzo di acquisto di un immobile è di 400 mila euro, il 25% risulta 100 mila euro. La detrazione fiscale del 50% su 100 mila euro è pari a 50 mila euro che rappresenta il beneficio ottenibile su questa operazione di acquisto.

Quali sono le condizioni per utilizzare il bonus ristrutturazioni?

Il bonus ristrutturazioni è a favore del proprietario dell’immobile, del nudo proprietario, dell’usufruttuario e del titolare di un altro diritto reale. Si possono far svolgere interventi sull’immobile purché comportino il restauro o il risanamento conservativo dell’edificio stesso. Il bonus ristrutturazione deve riguardare lavori svolti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare da far effettuare su tutto il fabbricato. Non c’è obbligo di utilizzare il bonifico per il pagamento. Se il prezzo dell’intervento viene pagato prima che i lavori siano terminati, la detrazione è possibile solo dall’anno di ultimazione e per i dieci anni successivi.

A quali condizioni si può acquistare casa con il bonus ristrutturazioni?

Comprare casa usufruendo dei vantaggi fiscali del bonus ristrutturazione si può fare su unità immobiliari di qualsiasi tipo. L’acquisto deve essere effettuato entro 18 mesi dal termine degli interventi di ristrutturazione e, in ogni modo, entro il 31 dicembre 2024. Per gli acquisti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 la detrazione fiscale scende al 36% del 25% del costo di acquisto, fino al limite della detrazione di 48 mila euro.

Sconto in fattura per acquisto casa con il bonus ristrutturazioni

Al posto della detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi, il contribuente può scegliere le due alternative dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta. Ovvero, nel caso di sconto in fattura, si può ottenere un beneficio sul prezzo di vendita dovuto all’impresa venditrice fino a corrispondere l’entità della detrazione. In questo caso, l’impresa venditrice recupera l’importo concesso come sconto dal credito di imposta, per un importo pari alla detrazione spettante. La società venditrice può, a sua volta, cedere il credito di imposta mediante successiva operazione a favore di altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Cessione del credito di imposta nel caso di acquisto di immobile con bonus ristrutturazioni

Analogo discorso per la cessione del credito di imposta derivante dal prezzo di acquisto di un’unità immobiliare ristrutturata con il bonus edilizio. Nel dettaglio, la cessione del credito di imposta avviene per l’ammontare pari alla detrazione fiscale stessa. In tal caso, chi acquista l’immobile può, a sua volta, cedere il credito maturato a favore del venditore, di altre persone fisiche che esercitino anche attività di impresa, di società o enti, o di esercenti attività di lavoro autonomo. Il credito può essere ceduto anche a istituti di credito o a intermediari finanziari. In tutti questi casi, tuttavia, in ottemperanza al decreto legge “Sostegni ter”, chi riceve il credito di imposta non può più trasferire ulteriormente il credito stesso. La stretta, al momento, è attiva fino al 17 febbraio 2022, in attesa di ulteriori sviluppi della normativa.

Visti e asseverazioni di conformità e di congruità delle spese nel caso del bonus ristrutturazioni

Anche il bonus ristrutturazioni, come gli altri bonus e in applicazione del decreto “Antifrodi”, poi recepito dalla legge di Bilancio 2022, è soggetto ai visti di conformità delle spese e all’asseverazione di congruità delle stesse. In particolare, per i casi di sconto in fattura o di cessione del credito di imposta, il visto di conformità deve essere rilasciato da un professionista abilitato alla presentazione delle dichiarazioni fiscali. Per l’asseverazione della congruità delle spese è necessario, invece, il rilascio di un tecnico abilitato che certifichi le spese sostenute. Tuttavia, quando la detrazione corrisponde al prezzo di acquisto dell’unità immobiliare, l’asseverazione di congruità delle spese non è necessaria secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle entrate negli interpelli numero 190 del 2021, 556 del 2021 e 697 del 2021.

Bonus prima casa under 36 per tutto il 2022, Iva ridotta su gas e altri prodotti

L’Agenzia delle entrate ha chiarito come utilizzare il bonus prima casa degli under 36 per tutto il 2022 e fornito indicazioni sul pagamento dell’Iva su determinati prodotti, primo tra i quali la somministrazione del gas domestico e industriale. Gli atti di acquisto della prima casa stipulati entro il 30 giugno 2022 beneficeranno delle agevolazioni per i giovani entro i 35 anni di età fino al 31 dicembre 2022. Tutte le indicazioni sono contenute nella circolare dell’Agenzia delle entrate del 4 febbraio 2022.

Acquisto prima casa under 36, le novità sulle agevolazioni valide per tutto il 2022

Nella circolare dell’Agenzia delle entrate sono illustrati i chiarimenti in merito all’acquisto della prima casa dei giovani under 36. Soprattutto per quanto riguarda il calendario delle scadenze per usufruire delle agevolazioni. Il documento contiene le interpretazioni sulle novità della legge di Bilancio 2022. Tra gli argomenti chiariti, la corretta applicazione dell’Iva sul gas metano, sulle imposte sulla casa (di registro, catastali, di bollo e ipotecarie), sugli acquisti di prodotti per l’igiene intima femminile e sui versamenti degli enti sportivi entro la data del 30 aprile 2022.

Bonus prima casa giovani under 36: sconto prolungato per tutto il 2022

Il bonus per l’acquisto della prima casa dei giovani under 36 è prolungato per tutto il 2022. Ciò significa che, in base alla modifica operata dalla legge di Bilancio di quest’anno, si potrà usufruire dell’agevolazione per i contratti di compravendita immobiliare fino al 30 giugno 2022. Entro quella data dovranno stipulati i contratti di acquisto per poter beneficiare delle agevolazioni fino al 31 dicembre 2022. Confermato il tetto dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) a 40 mila euro della famiglia dell’acquirente.

Bonus prima casa under 36, quali sono le agevolazioni previste per il 2022?

Il bonus sull’acquisto della prima casa degli under 36 permette di ottenere diverse agevolazioni, quali:

  • l’esenzione del pagamento delle imposte ipotecarie, di registro e catastali;
  • l’ottenimento del credito di imposta pari all’Iva, nel caso in cui si tratti di acquisto da soggetti soggetti all’Imposta sul valore aggiunto.

Legge di Bilancio 2022, Iva più bassa sul gas metano

Iva più bassa sul gas metano. L’aliquota per i primi tre mesi del 2022 è stata confermata al 5% per i mesi di gennaio, febbraio e marzo. L’Iva ridotta deriva dal decreto “Energia” (decreto legge numero 130 del 2021) che aveva previsto l’imposta più bassa per il quarto trimestre dello scorso anno. L’applicazione dell’Iva al 5% riguarda il gas metano destinato agli utilizzi di combustione civili e industriali.

Altre misure di riduzione dell’Iva nel 2022: prodotti intimi femminili ed enti sportivi

L’Agenzia delle entrate ha confermato, per tutto il 2022, la riduzione dell’Iva applicata ai prodotti di igiene intima femminile. Inoltre, viene confermata per tutto l’anno anche l’esenzione dell’imposta di bollo per tutti i certificati che vengano rilasciati in via telematica. Fino al 30 aprile prossimo, invece, gli enti sportivi saranno esonerati di alcuni versamenti fiscali.