Bonus 300 euro per la banda larga famiglie: chi può ottenere il voucher?

Prende forma il bonus da 300 euro destinato alle famiglie per la fornitura di banda larga. Il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha messo a disposizione 407,5 milioni di euro per la banda ultralarga delle famiglie e dei condomini. A gestire le risorse sarà Infratel, la società in house del ministero incaricata di portare a termine le operazioni di distribuzione di banda larga e fibra ottica, oltre alla fornitura di servizi cloud. Al momento, si attende il decreto del Mise che destinerà le risorse dopo le osservazioni degli operatori del settore.

Voucher banda larga e fibra, quante risorse sono state stanziate?

Le risorse per la banda larga di famiglie e condomini, pari a 407,5 milioni di euro, derivano dal Fondo nazionale di sviluppo e coesione. Per l’80% andranno alle regioni del Sud Italia, soprattutto alla Sicilia (81,5 milioni di euro), alla Campania (75,9 milioni di euro) e alla Puglia (32,8 milioni di euro). Secondo i dati Infratel, inoltre, le altre regioni riceveranno risorse pari a:

  • Sardegna, 32,8 milioni di euro;
  • Calabria, 30,8 milioni;
  • Abruzzo, 17,7 milioni;
  • Lombardia, 16,8 milioni;
  • Basilicata, 14 milioni;
  • Piemonte, 11,9 milioni;
  • Lazio, 10,7 milioni;
  • Toscana e Veneto, 10,2 milioni;
  • Emilia Romagna, 8,8 milioni;
  • Molise, 8,4 milioni;
  • Marche, 4,8 milioni;
  • Liguria, 4,1 milioni;
  • Umbria, 3,9 milioni;
  • Friuli Venezia Giulia, 3,1 milioni;
  • Provincia autonoma di Bolzano, 2,1 milioni;
  • P. A. Trento, 1,4 milioni;
  • Valle d’Aosta, 800 mila euro.

Voucher banda larga, in cosa consiste il bonus per internet veloce alle famiglie?

Il voucher per le famiglie avrà il valore di 300 euro e nella domanda non vi saranno limiti di Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), a differenza dei requisiti richiesti per il bonus precedente, erogato a partire da novembre 2020. L’importo del bonus, come calcolato da Infratel, è basato su una valutazione dei prezzi di mercato degli operatori e serve a coprire, mediamente, almeno la metà dei costi del servizio internet ultraveloce per i primi due anni.

Quali famiglie potranno richiedere il bonus 300 euro per la banda larga?

Il bonus 300 euro per la banda larga potrà essere richiesto dalle famiglie fino a esaurimento delle risorse. Sono due i criteri di assegnazione:

  • l’assenza, al momento della domanda, di un servizio di connettività;
  • il passaggio da una connettività non eccedente i 30 megabit per secondo a una più veloce.

Nel caso in cui nell’edificio arrivi più di una rete ultraveloce, il contributo potrà essere richiesto solo per il gestore che offra la velocità maggiore tra le offerte disponibili. In ogni caso, ciascuna famiglia potrà chiedere al massimo un solo voucher. Non vi sarà un vincolo contrattuale, ma se si cambia gestore durate i primi due anni di erogazione del bonus, si perderà la quota residua dell’incentivo.

Voucher banda larga, la novità 2022 dei condomini

La fase 2 del voucher 300 euro per la banda larga prevede la partecipazione alle risorse anche dei condomini. Si tratta del cablaggio verticale dei condomini e della richiesta di servizi cloud. I condomini potranno richiedere il voucher per la fibra ottica che dovrà essere messa a disposizione per ciascuna unità abitativa. Per i condomini non vi è ancora una cifra del bonus.

Bonus banda larga, come andarono le domande del 2020 legate a computer e tablet?

La fase 1 del voucher banda larga, riservata alle famiglie con Isee fino a 20 mila euro, non ha tenuto fede alle attese in termini di richiesta del bonus. A partire da novembre 2020, per un periodo di un anno, le richieste videro l’assorbimento di risorse per 107 milioni di euro rispetto ai 200 milioni di euro stanziati. I fondi residui vennero poi dirottati alle connettività delle piccole e medie imprese. L’erogazione dei bonus prevedeva anche la concessione di un computer o di un tablet. In questa tornata di domande saranno previsti anche servizi aggiuntivi come quelli cloud: si punterà a offrire alle famiglie tecnologie per la gestione e l’archiviazione dei contenuti digitali.

Banda ultralarga alle micro e Pmi: chi può avere il voucher fino a 2000 euro?

Con la firma del ministro per lo Sviluppo Economico (Mise), Giancarlo Giorgetti, prende il via la messa a disposizione delle micro e piccole e medie imprese dei voucher per la banda ultralarga. Gli incentivi erano stati ideati dal Comitato governativo per la banda ultralarga a maggio del 2020. Con la firma del ministro viene di fatto sbloccato il fondo di circa 610 milioni di euro per la connettività delle imprese più piccole. La misura entra dunque nella dimensione degli aiuti alle imprese dopo aver assicurato i voucher alle famiglie fino allo scorso novembre.

Decreto dei voucher per la banda ultralarga alle imprese: per quali imprese?

Il contributo previsto dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico fissa come obiettivo, a fronte del voucher erogato, il “salto tecnologico” delle connessioni delle micro, piccole e medie imprese. Delle risorse messe a disposizione (608,2 milioni di euro), 9 milioni di euro andranno alla comunicazione e al monitoraggio della misura. I voucher saranno messi a disposizione di un numero variabile di micro e piccole e medie imprese da 850 mila a 1,4 milioni.

Voucher banda ultralarga, le tre fasce di contributo alle micro e Pmi

Saranno tre le fasce di contributi messi a disposizione delle micro e piccole e medie imprese per la connettività ultralarga. La prima fascia garantisce un voucher di 300 euro per i contratti dai 18 ai 36 mesi e una connessione garantita alla velocità massima tra i 30 e i 300 megabit per secondo in download, oppure tra 300 megabit per secondo a un gigabit per secondo. In tutto, per la prima fascia, il governo ha stanziato 120 milioni di euro per la prima opzione e altrettanti per la velocità fino a un gigabit. In quest’ultimo caso, è previsto un ulteriore voucher di 500 euro per sostenere le spese di allaccio dell’infrastruttura. Per la prima fascia non sono previsti limiti minimi di banda garantita.

Voucher connessione ultralarga, la seconda fascia di contributi alle imprese

Per la seconda fascia di voucher connettività alle imprese il governo ha stanziato circa 300 milioni di euro. In questo caso, l’importo del contributo previsto è di 500 euro a fronte di un contratto dai 18 ai 36 mesi. Il servizio al quale la micro o piccola e media impresa aderisce deve garantire una connessione tra 300 megabit per secondo e un gigabit. È previsto un voucher aggiuntivo di 500 euro per le spese di installazione per le connessioni a un gigabit per secondo. La differenza con la prima fascia è che nella seconda è necessaria una banda minima garantita di 30 megabit per secondo.

Voucher banda ultralarga, la terza fascia: banda minima garantita di 100 megabit per secondo

La terza fascia del Voucher banda ultralarga prevede l’erogazione di contributi del governo per 60 milioni di euro. E, in questa categoria, i voucher sono più generosi. Infatti si possono ottenere 2 mila euro di contributi per i contratti dai 24 ai 36 mesi per velocità di connessione superiori a un gigabit per secondo. Inoltre è prevista la soglia minima di banda garantita a 100 megabit per secondo. Ai 2 mila euro può essere aggiunto anche il bonus di 500 euro per i costi di allaccio.

Quali sono i motivi per i quali non viene riconosciuto il voucher banda ultralarga?

I voucher banda ultralarga possono non essere riconosciuti per i seguenti motivi:

  • se si cambia operatori che assicurano servizi analoghi;
  • se si fa il cambio di intestazione del contratto presso la stessa sede della micro o piccola o media impresa.

Ogni impresa può presentare la richiesta di voucher solo una volta. Nel caso in cui si proceda con la portabilità del servizio, è possibile trasferire la quota del voucher residuo.

Voucher banda ultralarga, fino a quando si possono presentare le domande?

La domanda del voucher banda ultralarga può essere presentata fino al momento in cui termineranno le risorse stanziate dal governo. In ogni caso, la misura non potrà andare oltre i due anni. Durante questo periodo, in ogni modo, il ministero continuerà a monitorare la situazione della distribuzione dei voucher per evitare che i contributi alle imprese possano risultare poco utilizzati, come è successo per i voucher alle famiglie. Infatti, nella fase 1 del voucher, sono avanzati circa 93 milioni di euro (quasi la metà della dote della misura) che sono stati girati al fondo per le imprese. Per le famiglie dovrebbe riprendere il contributo per la banda ultralarga, ma con la novità dell’eliminazione dei vincoli dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Le precedenti risorse stanziate erano a favore delle famiglie con Isee fino a 20 mila euro.

Banda larga: i contributi alle Pmi italiane per la transizione digitale

In tutto un miliardo di euro andranno alle piccole e medie imprese italiane per la banda larga e per il digitale dai fondi europei. Lo stanziamento arriva dalla Commissione europea che scommette sulle nuove tecnologie e sulla connettività sicura e innovativa per far crescere la digitalizzazione delle imprese. Si tratta pertanto di contributi che le piccole e medie imprese potranno utilizzare nell’ambito dei programmi di assegnazione delle risorse provenienti da Bruxelles.

Connettività a banda larga, le piccole e medie imprese possono beneficiare di 610 milioni di euro

Le piccole e medie imprese italiane hanno a disposizione fondi per 610 milioni di euro per la connettività sicura e veloce. Si tratta di un regime di buoni o di voucher con il quale le Pmi italiane possono accedere ai servizi offerti da provider nel campo della connettività a internet. Le risorse verranno distribuite anche con l’obiettivo di limitare le distorsioni della concorrenza. I fondi si collegano nel programma europeo “Mce – Settore digitale” che specifica gli obiettivi della Commissione europea nel campo della connettività digitale. Il periodo di riferimento della programmazione riguarda i prossimi tre anni (2021-2023). La connettività stabile e veloce è, peraltro, uno dei servizi fondamentali per accedere ad altri strumenti sui quali la Commissione europea punta per accrescere la digitalizzazione delle Pmi, ovvero i servizi in cloud.

Requisiti delle Pmi per la richiesta dei bonus per la banda larga

La richiesta dei bonus (o dei voucher) per i servizi di connettività veloce e stabile potrà essere presentata dalle piccole e medie imprese nel limite delle risorse stanziate. Gli abbonamenti che potranno essere oggetto di bonus sono quelli relativi ai servizi di connettività a banda larga con la garanzia di una velocità minima di download che sia di almeno 30 migabit per secondo (mbps).

Connessioni a banda larga per le Pmi italiane: gli obiettivi della misura

I bonus per le connessioni a banda larga delle piccole e medie imprese italiane rientrano nel generale obiettivo di accrescere la digitalizzazione delle realtà aziendali. Questo obiettivo è una delle priorità per giungere alla transizione digitale che si ritrova sia nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che in numerosi programmi del nuovo settennato europeo (2021-2027). Insieme alla digitalizzazione, le piccole e medie imprese saranno avvantaggiate dallo sviluppo economico che ne deriverà. Proprio le piccole e medie imprese italiane, secondo i dati a disposizione, dimostrano tuttavia una certa reticenza a utilizzare servizi di connettività a banda larga. Tale tendenza risulta, peraltro, in controtendenza rispetto alla varietà delle offerte presenti sul mercato.

Doppia finalità degli aiuti di Stato per la banda larga: accrescere la connettività delle Pmi e favorire i fornitori di servizi

La Commissione europea, peraltro, nell’obiettivo di assicurare servizi di connettività a banda larga alle piccole e medie imprese, persegue anche finalità di aiuti a favore dei fornitori dei servizi di comunicazione elettronica. La doppia finalità risulta in linea con quanto previsto dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. In base a questo articolo, gli aiuti di Stato sono destinati a far sviluppare determinate attività o certe regioni economiche.

Obiettivi di connettività digitale in tutta Europa e con i Paesi terzi entro il 2030

Il miliardo di euro stanziato per la connettività digitale opera in un contesto di aiuti economici alle imprese nell’ambito del programma “Mce – Settore digitale”. L’espansione e la qualità delle connessioni a banda larga consentiranno di rafforzare le reti in tutta l’Unione europea e con i Paesi terzi. Si punterà, secondo gli obiettivi prestabiliti, a nuove infrastrutture digitali o al miglioramento di quelle già esistenti, condizioni essenziali per poter fare in modo che possano essere sfruttate tutte le potenzialità di servizi digitali come quelli del calcolo, dei dati e del cloud. Inoltre, migliori infrastrutture di connettività consentiranno di arrivare alla trasformazione digitale dell’Europa. Infine, si cercherà di rendere possibile uno scenario nel quale la connessione in Gigabit arrivi capillarmente in tutte le case del continente. Tale obiettivo deve essere raggiunto entro il 2030 insieme alla copertura totale del 5G.

Inviti a presentare proposte delle imprese: a gennaio 2022 i primi bandi sul digitale

A gennaio 2022 sarà possibile partecipare ai primi progetti per la connettività digitale. La Commissione europea, infatti, metterà a bando i primi inviti a presentare proposte (call for proposal) per collegare tutta Europa e per l’implementazione dei nuovi servizi digitali. Dopo la pubblicazione dei primi bandi, sono previste delle giornate informative (Infoday). Negli incontri si presenteranno gli obiettivi, le priorità e gli elementi essenziali affinché le imprese possano partecipare alla progettazione europea. Saranno altresì illustrati anche i processi di valutazione e di aggiudicazione delle call.

Bonus banda larga Pmi fino a 2500 euro: ecco da quando si prevede la fase di avvio delle domande

Emergono novità sul bonus della banda larga a favore delle piccole e medie imprese. Sono in arrivo i fondi per assicurare i voucher da 300 a 2500 euro alle Pmi e avviare la “fase 2” (la fase 1 era partita con l’adesione delle famiglie con Isee fino a 20 mila euro) del piano che assicurerà alle aziende la connettività ultralarga. Già il secondo governo Conte aveva previsto di far partire il voucher a inizio del 2021.

Voucher banda ultra larga per le Pmi, quando potrebbe partire?

Con ritardo, tuttavia, il piano di connettività delle Pmi potrebbe partire già entro fine anno o, al massimo, nei primi mesi del 2022. Ancora in stand by, invece, la parte del piano relative alle famiglie dopo una prima fase che ha visto l’utilizzo di circa la metà dei 320 milioni messi a disposizione.

Bonus per alta connettività delle imprese, a quanto ammontano i fondi a disposizione?

Dunque, nell’immediato, il bonus banda larga coinvolgerà le piccole e medie imprese. I fondi in arrivo dalla Commissione europea per la quota imprese ammontano alla cifra di 515 milioni e 800 mila euro. Fondi che la Commissione stessa ha assicurato all’Italia già dallo scorso agosto. E il governo Draghi sta accelerando sui tempi di partenza del bonus che assicurerà alle imprese un voucher tra i 300 e i 2500 euro. A occuparsi dell’attuazione del piano è il Comitato interministeriale per la banda ultralarga.

Connessione ultraveloce, si cerca di partire tra novembre e dicembre 2021

Ad oggi, l’organo governativo ha quindi dato il via alle operazioni preparatorie della fase 2 della banda ultralarga alle imprese. E, tra gli operatori del settore rappresentati da Asstel, c’è ottimismo che la partenza del bonus banda larga e, dunque, delle nuove installazioni della connessione ultraveloce a internet possa essere avviata già nell’ultimo periodo del 2021, cercando di fare in fretta per recuperare i mesi perduti dell’anno.

Chi può richiedere il bonus banda ultralarga e quali sono gli importi dei voucher

Il bonus banda ultralarga, in questa fase iniziale, avrà come imprese beneficiarie le piccole e medie realtà italiane. Ovvero le imprese che hanno fino a 250 dipendenti. Caratteristica della velocità di connessione internet è quella di avere un minimo di prestazioni di 30 megabit per secondo fino ad arrivare a velocità che superano un gigabit per secondo. Il valore del bonus, da 300 a 2500 euro, varia in base alla prestazione e alle dimensioni delle aziende.

Tre fasce del bonus banda larga delle piccole e medie imprese

Pertanto, alle imprese andranno bonus suddivisi in tre fasce di importo nel quale rientra il costo di attivazione. I destinatari della prima fascia (per dimensioni e prestazioni) avranno un voucher di 300 euro; il bonus della seconda fascia è pari a 1000 euro e quello della terza fascia è dell’importo di 2500 euro. Per la seconda e la terza fascia sono inclusi fino a 500 euro del costo di attivazione.

Bonus Pmi per connettività veloci, si cerca di evitare gli errori fatti con le famiglie

Il governo di Mario Draghi avrebbe messo in preventivo che la fase 2 dovrebbe partire approssimativamente tra novembre e dicembre 2021. Nel frattempo, le imprese di telecomunicazione avrebbero richiesto del tempo per prendere in esame il decreto del bonus banda ultralarga prima di essere approvato in via definitiva e in concomitanza con l’esame della Commissione europea. La presa visione delle imprese telco sarebbe stata richiesta per evitare gli errori che si sono verificati nella “fase 1” dei voucher, partita un anno fa, con beneficiari le famiglie.

Bonus banda larga famiglie, finora adesione alla metà dei fondi a disposizione

Infatti, la fase 1 era stata riservata alle famiglie che volessero beneficiare della banda ultralarga. I voucher, attivi dal 9 novembre 2020, hanno fatto registrare un’adesione parziale dei nuclei che, peraltro, erano stati incentivati anche mediante l’acquisto di un personal computer o di un tablet. Il requisito per ottenere il voucher delle famiglie è avere l’Isee non superiore ai 20 mila euro.

Voucher banda larga famiglie, quando riprenderà la possibilità di richiedere il bonus?

Gli ultimi dati sui voucher delle famiglie relativi al bonus delle connessioni a banda larga risalgono a ieri: sono stati attivati 187 mila voucher per un totale di oltre 91 milioni di euro e circa 8 milioni in fase di prenotazione. L’adesione ha impegnato finora la metà delle risorse messe in campo dal governo per le famiglie. Per questa ragione una quota dei fondi è stata messa in stand by in attesa del completamento della fase 2 delle Pmi. Alla ripresa, il requisito Isee delle famiglie verrà innalzato a 50 mila euro.

Imprese italiane sempre più attirate dalla banda larga

Le imprese stanno dimostrando di aver capito che devono necessariamente stare al passo con i tempi anche e soprattutto con la tecnologia.
L’avvertimento è stato dato, e ribadito, da tempo, poiché le aziende, soprattutto se medio piccole, per non soccombere sono costrette ad adottare e sposare le nuove tecnologie, essere innovative e aperte ad investimenti se necessario. Si tratta sicuramente di un dispendio di denaro ed energie, ma è per una buona causa, per emergere in un mare di imprese che inevitabilmente si fanno concorrenza tra loro.

A conferma che questo consiglio è stato recepito, c’è un’indagine condotta da Istat che rileva come siano aumentate e stiano aumentando progressivamente le imprese che si connettono ad Internet utilizzando la banda larga.

Dati alla mano, la quota di imprese con almeno dieci dipendenti che si connette ricorrendo alla banda larga mobile è salita di oltre sette punti percentuali rispetto al 2016, passando da 63,8 a 70,9%.
Aumenta anche il numero di imprese che invece hanno adottato la banda larga fissa, passando dal 16,5% del 2016 al 23,6% del 2017.

In crescita anche le imprese che usano abitualmente un social media, che passano dal 39,2% del 2016 al 44% del 2017, mentre resta limitata la diffusione di competenze digitali. In aumento il numero di imprese che vendono online: dall’11% al 12,5%.

Vera MORETTI

La competitività delle aziende si misura anche con la banda larga

Le imprese, per essere competitive, devono anche utilizzare la banda larga veloce, che sicuramente ha il suo peso su sviluppo e produttività aziendale.

Purtroppo, anche in questo caso l’Italia fatica a stare al passo, poiché si trova al 25esimo posto tra i 28 paesi dell’Unione Europea per quanto riguarda l’avanzamento digitale e che si misura attraverso cinque componenti che sono connettività, capitale umano, uso di Interne, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

Se poi si considerano le imprese che hanno adottato la banda larga ad alta velocità, l’Italia scende al 27esimo posto, poiché la percentuale è del 15,2%, la metà rispetto alla media Ue. In questo caso, le migliori sono Spagna con il 38,4%, Germania con il 35,4% e Francia con il 21,7%.

L’Italia è il primo paese manifatturiero europeo per occupati nelle piccole imprese e sta registrando un recupero nell’accumulazione di capitale dopo anni di trend negativo. Secondo Istat, infatti, nel quarto trimestre 2016 il tasso di investimento delle società non finanziarie è salito al 20,5%, in salita di 1,2 punti rispetto al 19,3% del corrispondente trimestre 2015.
L’acquisizione di macchinari ad elevato contenuto digitale potrebbe, però, non manifestare a pieno i suoi effetti sull’efficienza dei processi di produzione se l’impresa non dispone di una adeguata connettività.

La riduzione del gap infrastrutturale indica come indice da raggiungere il 50% di copertura entro il 2020, che può essere raggiunto mediante investimenti cumulati nel periodo 2017-2020 per 12,7 miliardi di euro di cui 6,7 miliardi pubblici e 6,0 miliardi privati.

Vera MORETTI

Banda larga Enel, vicini accordi con Wind e Vodafone

Da anni si parla di Enel come possibile soggetto impegnato nell’offerta di banda larga a livello nazionale e ora i tempi sembrano essere maturi. Lo ha confermato l’amministratore delegato dell’ex monopolista elettrico, Francesco Starace, di fronte alle commissioni Industria e Lavori Pubblici del Senato.

Noi abbiamo sempre detto che avremmo parlato con tutti e continuiamo a farlo. E’ più avanzato il discorso con Vodafone e Wind e al consiglio del 22 porteremo un accordo“, ha detto Starace, ufficializzando di fatto l’ormai imminente via libera al progetto banda larga di Enel.

L’avvio della banda larga distribuita dal gestore elettrico è legato all’installazione dei nuovi contatori digitali di seconda generazione che Enel conta di iniziare a distribuire da maggio, almeno nelle aree urbane nelle quali il mercato è in concorrenza: “Siamo allo stadio finale di un accordo per circa 250 città – ha detto Staracee siamo pronti ad allargarlo“.

Wind e Vodafone sono, al momento, le aziende più vicine all’accordo con Enel ma, ha comunicato Starace, “sono aperti tavoli con Telecom e Fastweb e anche Metroweb è in vario modo interessata. L’interesse degli operatori c’è“.

Ed è facile capire perché. Come ha spiegato l’ad di Enel, gli operatori telefonici potranno contare su costi di cablaggio con la banda larga Enel di circa il 30-40% inferiori agli attuali, grazie al fatto di poter utilizzare l’infrastruttura elettrica esistente. Un’infrastruttura che, a differenza di quella tlc che tocca 21 milioni di clienti finali, ne tocca 32 milioni.

In ogni caso, ha ricordato Starace, quello per la banda larga tra Enel e gli operatori di tlc “è un accordo commerciale, non credo che saranno azionisti“. Parallelamente, è possibile una “apertura all’ingresso nell’azionariato di investitori sia istituzionali sia privati, sia nazionali sa esteri“, come “fondi di investimento italiani e stranieri che potrebbero entrare non solo come finanziatori ma come soci“.

Infine, uno sguardo anche all’estero, dal momento che secondo Enel questo modello di gestione della banda larga può essere facilmente replicabile e scalabile: i “30 milioni di ulteriori possibili cablaggi in giro per il mondo – sostiene infatti Staracesono , una leva di creazione di valore per Enel non solo in Italia“.

Un 2015 in calo per Telecom Italia

Non sono piaciuti al mercato i conti preliminari dell’esercizio 2015 di Telecom Italia, risultati in flessione, e mitigati solo in piccola parte dal nuovo piano strategico al 2018, che prevede margini in crescita e 12 miliardi di investimenti solo in Italia.

Il gruppo telefonico ha infatti chiuso il 2015 con un –8,6% di ricavi (19,7 miliardi) rispetto al 2014, e con una flessione netta del margine operativo lordo: -17,9% a 7 miliardi. Cresce di 627 milioni l’indebitamento finanziario netto rettificato, a quota 27,3 miliardi. Non buone anche le previsioni di chiusura dell’utile consolidato attribuibile ai soci della controllante: 150 milioni, contro i 1.350 del 2014.

Come detto, Telecom Italia ha provato ad addolcire queste cifre amarissime presentando il nuovo piano strategico triennale, che punta a una stabilizzazione dell’Ebitda realizzato in Italia nel 2016 e a una crescita per il biennio successivo. Telecom Italia punta anche a identificare ulteriori opportunità di crescita dei propri target economico-finanziari, recuperando efficienza anche attraverso una riduzione dei costi operativi.

Telecom Italia ha anche annunciato quasi 12 miliardi di investimenti in Italia, dei quali circa 6,7 miliardi saranno destinati alla componente di innovazione, principalmente per lo sviluppo della banda ultralarga fissa in fibra ottica (3,6 miliardi), la banda ultralarga mobile Lte (1,2 miliardi) e Telecom Italia Sparkle (400 milioni).

Obiettivi ambiziosi che si accompagnano alla copertura prevista, a fine 2018, dell’84% della popolazione in rete fissa con fibra ottica e del 98% della popolazione in rete mobile con la rete Lte.

Via libera agli incentivi per la Banda Larga

Sono partiti gli incentivi per la Banda Larga contenuti nel decreto Sblocca Italia, che prevedono la concessione di un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute alle imprese che optino per interventi infrastrutturali volti alla realizzazione di reti a Banda Larga.

Il credito d’imposta maturato può essere utilizzato in sede di dichiarazione dei redditi e di dichiarazione IRAP.
Si tratta comunque di una misura sperimentale. A tale proposito, l’agevolazione verrà riconosciuta fino al 31 dicembre 2015.

L’agevolazione spetta alle imprese che realizzino nuovi interventi infrastrutturali con le seguenti caratteristiche:

  • per essi non devono essere previsti contributi pubblici a fondo perduto;
  • devono essere realizzati sulla rete di accesso a Banda ultralarga, attraverso cui viene fornito lo stesso tipo di servizio all’utente;
  • devono essere nuovi e non già previsti in programmi industriali o finanziari già esistenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione;
  • devono essere idonei ad assicurare il servizio a banda larga a tutti gli abitanti dell’area coinvolta;
  • devono soddisfare gli obiettivi di pubblico interesse previsti dall’Agenda Digitale Europea;
  • siano di importo non inferiore a 200 mila euro in caso di Comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, a 500 mila euro per Comuni con popolazione compresa tra 5 mila e 10 mila abitanti e a 1 milione di euro in caso di Comuni con popolazione superiore ai 10 mila abitanti.

Vera MORETTI

La banda larga per risollevarsi dopo il sisma

Il Comune di Pieve di Cento, tra quelli colpiti dal sisma dell’Emilia Romagna nel 2012, ha deciso di sfruttare, per risollevarsi da quella terribile e distruttiva esperienza, i progetti Smart City, promuovendo così una nuova rete di comunicazione basata sulla tecnologia Fiber To The Home.

Per risalire la china, dopo il sisma che ha fortemente danneggiato la cittadina bolognese, si fa affidamento alla banda larga, e proprio da Pieve di Cento, a questo proposito, partirà una sorta di autostrada digitale che coinvolgerà gli abitanti del territorio e collegherà il Comune con le aziende pubbliche e private.

La fibra ottica di ultimissima generazione FTTH verrà diffusa non solo nei luoghi pubblici, come scuole ed uffici, ma anche nelle abitazioni private.

L’assessore allo sviluppo economico Alessandro Pirani ha definito il progetto: “un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato che, se replicato, potrebbe consentire di superare il digital divide anche nei piccoli e medi centri urbani, quelli di scarso interesse per i grandi operatori di telefonia“.

Vera MORETTI