Bonus in scadenza il 31 dicembre, l’elenco completo

Sono molti i bonus in scadenza il prossimo 31 dicembre, almeno stando alle decisioni fin ora prese. Ecco l’elenco completo dei bonus non rinnovati.

Bonus in scadenza il 31 dicembre, il capitolo “Casa”

Alcune agevolazioni e detrazioni sono valide fino al 31 dicembre 2022 come ad esempio il bonus per le villette, bonus facciate ed il bonus barriere architettoniche. Almeno queste sono le scadenze previste ad oggi. Infatti il nuovo Governo di Giorgia Meloni potrebbe  prendere delle decisioni diverse e quindi prolungare queste misure o magari eliminarle completamente.

Mentre altri bonus sono già richiedibili fino al 2024. Ad esempio è stato confermato fino al 2024 il bonus ristrutturazioni. Una detrazione del 50% sugli interventi edilizi di ristrutturazione e riqualificazione. Lo stesso dicasi anche per il bonus elettrodomestici. Anche queste misure sono al vaglio del Governo, visto che è manifesto del fratelli d’Italia, voler aiutare i ragazzi ad acquistare una nuova cosa, ristrutturarla e creare una nuova famiglia.

Bonus in scadenza il 31 dicembre, le altre misure

Dovrebbero scadere tra pochi mesi una serie di bonus. Ad esempio il bonus affitti giovani under 31 che è stato riservato a tutti i giovani che hanno sottoscritto un contratto di locazione, regolarmente registrato, ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n.431. Tuttavia l’agevolazione è per i ragazzi di età compresa tra i 20 e i 31 anni, che hanno un reddito complessivo inferiore a 15.493,71 euro.

Addio anche al bonus trasporti per l’acquisto di un abbonamento per il trasporto sui mezzi pubblici. L’agevolazione compre il pagamento dell’intero costo, il 100%, purché comunque non superi l’importo di 60 euro. Ha invece già esaurito i fondi il bonus asilo nido erogato dall’INPS. Infine sono in scadenza tutte le agevolazioni che riguardano la tv, il decoder, le detrazioni per gli animali domestici e i buoni benzina per i lavoratori dipendenti.

Cosa c’è da aspettarsi per il 2023

Il nuovo Governo fin da subito ha dichiarato di dover “ricostruire l’Italia” attraverso misure per la famiglia e le imprese. Infatti sembra che dovranno essere introdotte nuove misure partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Ma anche una nuova pace fiscale, l’introduzione della flat tax ed una tregua fiscale per aiutare le famiglie e le imprese a mettersi in carreggiata e recuperare.

Aiutare le imprese ad assumere i giovani, che potranno così puntare a creare una famiglia e magari ad acquistare casa. Occorre una nuova politica che possa permettere di avere “meno toppe”, ma misure vere che possano davvero rifar partire l’economia italiana.

Bonus stufe a pellet 2022: tutto quello che c’è da sapere

Prima che arrivi il prossimo inverno, è sempre bene prepararvisi al meglio. Quindi, magari andando a sapere qualcosa in più sulle stufe a pellet e sul bonus apposito del 2022, per scaldarsi in maniera più conveniente. Vediamo, dunque, tutto quello che c’è da sapere sul bonus stufe a pellet.

Bonus stufe a pellet 2022

Partiamo subito col dire che le stufe a pellet sono un modo efficiente, economico ed ecologico per riscaldare la propria casa. Hanno un ottimo rapporto resa/prezzo e anche quest’anno stanno prendendo sempre più piede in Italia, in sostituzione di altri combustibili più costosi e meno ecologici, come ad esempio il gas.

In linea di completamento, il pellet deriva dalla segatura. In pratica, questa segatura viene pressata e legata con una sostanza naturale, così da ottenere la tipica forma cilindrica. Il pellet rappresenta quindi una forma di combustione ecologica non tossica, come la legna, ma meno costosa.

Lo stato ha pensato bene a degli incentivi validi dal 2020. Tre sono i possibili incentivi, o meglio bonus stufe a pellet, di cui usufruire:

  1. Bonus ristrutturazione pari al 50%. Un bonus valido solo se insieme all’acquisto della stufa a pellet, si effettua anche un intervento di ristrutturazione sul proprio immobile. Si tratta di una detrazione fiscale IRPEF da chiedere in fase di dichiarazione dei redditi.
  2. Ecobonus 65%, al quale si può aderire se si acquista soltanto la stufa a pellet, quindi senza ristrutturazione della casa. Si tratta di una detrazione fiscale IRPEF da chiedere in fase di dichiarazione dei redditi.
  3. Sconto in fattura del 65%, per ottenere lo sconto immediato direttamente sul prezzo di acquisto, quindi non occorre fare la dichiarazione dei redditi per ottenere il bonus.

Inoltre vi è la possibilità di detrazione.

Detrazione IRPEF, quando è possibile

Sono due i tipi di bonus che prevedono la detrazione IRPEF:

  1. Bonus con ristrutturazione;
  2. Bonus senza ristrutturazione, solo con acquisto di stufa a pellet, senza lavori in casa.

Vediamo, nello specifico di cosa si tratta.

Detrazione con ristrutturazione

Si ha diritto ad una detrazione IRPEF del 50% della spesa (costo stufa a pellet + montaggio) nel caso in cui si effettuino lavori di ristrutturazione sul proprio immobile, che si tratti di manutenzione ordinaria, straordinaria o di restauro, su singolo immobile o su condominio. Il massimo di spesa è pari a 96.000 euro, ciò significa che si può ottenere una detrazione massima di 48.000 euro.

Il costo della stufa a pellet può rientrare nella spesa detraibile, necessariamente se si acquisti la stufa durante i lavori e che i lavori siano in regola (se la legge prevede particolari autorizzazioni come CILA, ecc.).

Detrazione senza ristrutturazione

Qualora la casa non sia in via di ristrutturazione, ma ci sia solo necessità di comprare la stufa a pellet, si può usufruire dell’ecobonus, che garantisce una detrazione IRPEF del 65% su costo e spese di installazione della stufa. Si può aderire a tale bonus solo se la stufa a pellet possiede tutti i seguenti requisiti in elenco:

  1. È almeno in classe 3 (rendimento minimo 85%);
  2. Non supera determinati limiti di emissione (stabiliti dal D. Lgs. n. 152/2006);

In ultimo, ma non ultimo, vi può essere una possibilità di sconto in fattura, andiamo a vedere come è attuabile.

Bonus con sconto in fattura

Per quanto riguarda i vantaggi visti fin adesso, consistono in una detrazione fiscale, quindi per ottenere il rimborso IRPEF pari al 50 o al 65% (a seconda che si sia chiesto il bonus ristrutturazione o senza ristrutturazione), si ottiene il rimborso tramite la dichiarazione dei redditi e con rate annuali. Quindi se per esempio si ha diritto a un rimborso IRPEF di 8.000 euro, allora si avranno 800 euro di rimborso all’anno.

C’è però un modo per ottenere subito il rimborso che spetta, grazie alla novità introdotta nell’estate 2019 e valida anche per l’acquisto di stufe a pellet per tutto il 2020: bonus stufe a pellet con sconto in fattura.

Occorre precisare una cosa: si può accedere a tale incentivo solo se il negoziante, ossia il venditore/installatore della stufa, aderisce a questa iniziativa. In pratica infatti, si tratta di una cessione di credito: il credito IRPEF a cui il cliente ha diritto (ossia il 65% del costo della stufa + installazione) lo si trasferisce al negoziante, il quale poi lo scarica per conto suo.

Quindi il negoziante andrà a scontare il 65% dalla fattura e a sua volta, compensando le tasse dovute con questo credito che gli è stato trasferito dal cliente.

Dunque, questo è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito alle possibilità di vantaggi e bonus stufe a pellet, in questo 2022.

Bonus condizionatori 2022: cosa c’è da sapere

Si avvicina il tempo della calura ed in tal senso è bene essere aggiornati sulla possibilità di acquisto di un condizionatore. Andiamo, quindi a vedere tutto quel che c’è da sapere sul bonus condizionatori 2022, in questa nostra rapida guida.

Bonus condizionatori 2022, di cosa si tratta

Il bonus condizionatori è stato prorogato con la nuova legge di bilancio 2022, andiamo a vedere nello specifico di cosa si tratta.

Il bonus condizionatori 2022 appartiene al pacchetto dei cosiddetti Bonus Casa, e consente di recuperare dal 50 al 65% della spesa.

Il suddetto bonus può essere fruito come detrazione fiscale, cessione del credito o sconto in fattura.

Nei paragrafi di seguito, andiamo a scoprire tutto il possibile in merito alla questione del bonus.

Bonus condizionatori 2022: a chi spetta

Ma chi sono, quindi i potenziali beneficiari del bonus condizionatori? Vediamolo molto rapidamente.

Questo particolare bonus è rivolto a coloro che intendono installare un nuovo condizionatore o sostituirne uno usurato (in misura diversa in base al caso) con un modello più performante dal punto di vista energetico.

L’acquisto di un sistema di climatizzazione concede accesso a due differenti modalità di bonus: il bonus mobili ed elettrodomestici (detrazione al 50%) oppure l’Ecobonus per l’efficienza energetica (detrazione al 65%).

Inoltre, va detto che possono usufruire del bonus condizionatori tutti i proprietari di un immobile, che siano essi privati cittadini, condomini, imprese o associazioni.

Come fare richiesta per il bonus condizionatori 2022

E’ possibile fare richiesta anche non essendo proprietari, ma semplicemente titolari di diritti reali o personali, come nei casi di nude proprietà, locatari o comodatari.

Inoltre, si ha possibilità di accedere all’incentivo, solo nel caso intenda sostenere interamente le spese, anche:

  • se si è familiare convivente del proprietario dell’immobile.
  • se si è coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge.
  • se si è componente dell’unione civile.
  • se si è convivente more uxorio.

Ma, quindi cosa fare per attuare richiesta all’ottenimento del bonus? Vediamo i termini e requisiti necessari.

Termini e requisiti necessari

Iniziamo col dire che il suddetto bonus ha valenza fino al prossimo 31 dicembre 2022, per l’acquisto di:

  • Climatizzatore a basso consumo energetico.
  • Deumidificatore.
  • Pompa di calore.

Nel caso rientri nel bonus ristrutturazioni i requisiti sono:

  • Immobile a norma di legge.
  • Pagamento con sistemi tracciabili.

Per ottenere la detrazione del 50% il tetto massimo può essere di 16.000 euro, detraibile in dieci anni. L’importo può essere ceduto o fruito sotto forma di sconto in fattura.

Nel caso invece della detrazione del 65%, questa essere richiesta solo nel caso dell’Ecobonus, senza interventi edilizi. Pure in questo caso sono possibili le modalità della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Nello specifico contesto, l’incentivo va riservato alla sostituzione di un vecchio impianto di climatizzazione con uno di classe energetica superiore, il quale consenta la climatizzazione sia estiva che invernale, ovvero una pompa di calore.

Il tetto massimo di detrazione è di 46.154 euro, e sarà necessaria la presentazione di un APE (Attestato di Prestazione Energetica) che sia stato rilasciato da un tecnico abilitato.

Cosa altro c’è da sapere sul bonus condizionatori 2022

Va, in ultimo specificato che chi vuole usufruire del bonus condizionatori 2022 dal 50 al 65% dovrà mandare la comunicazione all’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie energia sviluppo economico sostenibile), in cui vengono specificati i lavori effettuati, dimostrando un risparmio energetico.

Andando a riepilogare, il bonus 2022 spetta ai proprietari di un immobile in cui sarà installato l’impianto, quindi:

  • persone fisiche;
  • esercenti arti e professioni;
  • società di persone;
  • società di capitali;
  • associazioni professionisti;
  • enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • condomini;
  • Istituti autonomi per le case popolari;
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito al bonus condizionatori 2022.

Nuovo bonus da 500 euro invalidi e badanti, domande a partire dal 2 agosto

Non sono pochi gli italiani alle prese con problemi di disabilità o con familiari disabili all’interno del proprio nucleo familiare. Ci sono leggi e normative che offrono sostegno a questo genere di famiglie a tal punto che le misure loro dedicate sono davvero tante. Soprattutto per i disabili gravi ovvero quelli col 100% di invalidità assegnata, oltre al sostegno economico ci sono benefici che prevedono anche la tutela di una assistente. E in questo campo che è ci sono alcune misure poco note ma che possono tornare utili facendo prendere al disabile dei soldi utili a munirsi per esempio di una badante.

Via le domande per il bonus da 500 euro al mese

Evidentemente è una misura che negli ultimi anni ha funzionato bene dal momento che si è deciso di prorogarla anche nel 2022. Parliamo del bonus badanti da 500 euro al mese che è appena ripartito. Infatti si potranno presentare le domande per il beneficio a partire da oggi 2 agosto 2022. Al fine di garantire l’assistenza per gli invalidi in condizioni di gravità assoluta, la regione Liguria ha deciso di tornare a offrire un contributo da 500 euro al mese per 12 mesi a chi presenta richiesta e rientra nei requisti previsti.

Il bonus  nel dettaglio e cosa conoscere

Parte da oggi 2 agosto la possibilità di presentare domanda per richiedere ed ottenere fino a 500 euro al mese per chi ha bisogno dell’assistenza di una badante. Si tratta della riproposizione di un bonus che ormai in Liguria si ripete da due anni punto infatti con l’avvio delle distanze, siamo al terzo anno di utilizzo di questo incentivo. La dotazione della misura è pari a 1,4 milioni di euro per il 2022. L’aggiunta regionale della Liguria infatti ha riavviato le domande per gli interessati. Se il trend delle domande resterà quello degli ultimi due anni, saranno circa 1.700 le famiglie interessate da questo provvedimento.

I requisiti per il bonus badanti da 500 euro

Naturalmente essendo un contributo a carattere regionale, serve che il disabile che presenta richiesta sia residente in un Comune del territorio della Regione. Naturalmente non basta solo essere residenti in Liguria, perché occorre anche che il disabile non sia ricoverato presso una struttura sanitaria. Infatti il bonus mira a consentire al disabile di restare al proprio domicilio e farsi assistere a casa. Naturalmente bisogna anche essere invalidi al 100%, riconosciuti tali e con questa gravità dalle competenti commissioni mediche delle ASL. L’ISEE Inoltre non deve essere superiore a 35.000 euro e parliamo naturalmente dell’ISEE socio sanitario. La corresponsione del bonus però è limitata ad un adempimento da parte dei richiedenti. Infatti una volta assegnato il bonus, il diretto interessato deve mantenere fede all’impegno di assunzione di una badante, o autonomamente, o per il tramite delle tante agenzie di fornitura di questo genere di lavoratrici, spalmate sul territorio della Regione.

Come presentare domanda per la nuova stagione della misura

Come negli ultimi due anni, anche per il 2022 sarà La Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico , cioè la FI.L.S.E. S.P.A. l’ente che gestirà l’iniziativa. Infatti sarà collegandosi al sito dell’ente che gli interessati potranno presentare domanda. L’iniziativa è fino ad esaurimento risorse per cui la celerità è necessaria. Per le domande presentate entro il 30 settembre infatti, l’ente dovrebbe produrre una prima graduatoria con le assegnazioni. Solo nel caso di fondi sufficienti si passerà ad erogare il bonus anche a chi ha presentato domanda dopo il 30 settembre. In questo caso quindi, l’ente emanerà una seconda graduatoria dei potenziali aventi diritto. Se le risorse saranno insufficienti, non è azzardato considerare attendibile l’ipotesi di un bonus che non arriverà a 500 euro al mese.

Case e bonus tutto quello che si puo’ scaricare nel modello 730

Case e bonus sono uno dei temi più caldi della dichiarazione dei redditi. Ecco tutto quello che si può scaricare nel modello 730.

Case e bonus, il caso della locazione

Nel contratto di locazione una parte (detta locatore) concede ad un’altra parte (detta conduttore) l’uso di un immobile riscuotendone il pagamento di un canone. Il contratto deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate. Solo così è possibile richiedere lo scarico delle spese sostenute.

In particolare le detrazioni sono di 300 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro. Mentre sono di 150 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 euro e 30.987 euro. Se invece si ha un contratto di locazione a canone concordato le detrazioni sono differenti. Si tratta di 496 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro e di 248 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 e 30.987 euro.

Se il contuttore è un giovane inquilino, con età compresa tra 20 e 30 anni per i primi tre anni ha diritto ad una detrazione di 992 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro.

Cosa può detrarre chi compra casa?

Se un soggetto compra casa ha diritto a detrarre le spese relative al mutuo o a quelle sostenute per essere ricorso ad un mediatore. Dunque accedendo ad un mutuo presso un istituto di credito, come qualsiasi prestito, devono essere corrisposti gli interessi passivi. In questo specifico caso è possibile detrarre il 19% sugli interessi passivi pagati fino ad un massimo di quattro mila euro per l’acquisto e fino a 2.582 euro per costruzioni o ristrutturazioni della casa principale.

E’ possibile comprare casa con compravendita tra privati, oppure con l’ausilio di un terzo. Se invece si è comprato casa attraverso la professionalità di un’agenzia immobiliare si può detrarre il 19% su una spesa minima di mille euro per l’acquisto dell’abitazione principale.

Case e bonus, tutte le agevolazioni

Com’è noto è possibile detrarre la maggior parte delle agevolazioni relative alla ristrutturazione o al risparmio energetico attraverso il rimborso di 10 rate annuali. In dettaglio le detrazioni sono:

  • 90% dell’intera spesa sostenuta per gli interventi relativi al bonus facciate e agli interventi finalizzati al recupero degli esterni degli edifici esistenti;
  • 50% sulla ristrutturazione e su una spesa minima di 96 mila euro;
  • 80% sulla ristrutturazione su una spesa minima di 96 mila euro, ma che riduce anche il rischio sismico;
  • 65% sugli interventi di efficientamento energetico;
  • 50% per la sostituzione del gruppo elettronico di emergenza esistente con generatori a gas più moderni;
  • 36% su una spesa minima di cinque mila euro per la sistemazione a verde di giardini, arre, recinzioni, impianti di irrigazione, progettazione e manutenzione di aree verdi;
  • 50% per il bonus mobili per acquisti di grandi elettrodomestici di classe A+ fino a 16 mila euro e destinati ad una ristrutturazione tra il primo 2020 ed il 31 dicembre 2021;
  • 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare. Interventi finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. Si può risparmiare fino a 1.000 euro per ogni unità immobiliare.

Spese relative al condominio, anche quelle possono essere scaricate

In merito al condominio si possono detrarre il 50% per la manutenzione ordinaria e fino al 75% per la riqualificazione energetica in base la miglioramento della prestazione. Mentre il 36% per il bonus verde nelle aree condominiali e fino all’85% per gli interventi antisismici. Detrazione del 50% sui costi d’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, a servizio di condomini o delle singole abitazioni.

Inoltre in merito al superbonus spetta una detrazione pari al 110% della spesa sostenuta. Gli interventi devono essere realizzati sotto la supervisione di un tecnico che si occupa di redigere e trasmettere le dovute asseverazioni ed è richiesta l’apposizione del visto di conformità da parte di un intermediario abilitato.

 

 

Controlli bonus e ristori: nuove indicazioni dall’Agenzia delle Entrate

Dall’Agenzia delle Entrate arrivano nuove indicazioni (circolare 21 del 20 giugno 2022) alle direzioni regionali: intensificare i controlli su bonus e ristori e renderli più celeri.

Nuove direttive per i dipendenti dell”Agenzia delle Entrate: maggiori controlli su tutti i contribuenti

Nella giornata del 20 giugno 2022 Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha inviato una nota alle direzioni regionali con nuove indicazioni operative. Gli obiettivi sono molteplici: scovare evasori fiscali, ma anche migliorare il rapporto con il contribuente facilitando gi “incontri” con il personale dell’Agenzia delle Entrate.

Le strategie indicate sono diverse a secondo dei contribuenti che vengono divisi in: Grandi Contribuenti, PMI, persone fisiche, lavoratori autonomi, enti non commerciali. Indicazioni dettagliate sono anche fornite i controlli sulle operazioni internazionali.

Le fondi da tenere d’occhio

Gli occhi saranno puntati sulle frodi realizzate attraverso il riconoscimento di credito di imposta. Ad oggi si tratta di una delle modalità più utilizzate per aiutare imprese e famiglie a far fronte al carico fiscale. Ad esempio il credito di imposta viene riconosciuto per ottenere il bonus pos, per i contributi alle imprese gasivore ed energivore, per gli investimenti nel Mezzogiorno.

Saranno inoltre attenzionati i contributi a fondo perduto, sempre molto apprezzati dalle imprese perché consentono di avere un aiuto economico importante senza dover restituire i fondi ricevuti. Inoltre dalle indicazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, arriva l’invito a maggiori controlli anche sui ristori. A questi ci aveva abituati il periodo di emergenza Covid in cui le imprese hanno ricevuto ritorni economici a fronte di perdite importanti.

Favorire l’adempimento spontaneo e agevolare i contribuenti attraverso l’uso dei servizi online

Ernesto Maria Ruffini immagina un rapporto tra Agenzia delle Entrate e contribuenti più amichevole. Si scoraggio il  contenzioso tributario attraverso un invito ai dipendenti ad una maggiore cura delle varie pratiche in modo da scongiurare i contenziosi in cui l’Agenzia risulti soccombente. Questo anche attraverso una particolare attenzione alle sentenze già pronunciate dai giudici tributari.  L’obiettivo è favorire l’adempimento spontaneo, proprio per questo dovrà essere intensificato l’invio di lettere di invito a mettersi in regola.

Dal comunicato del Direttore emerge anche il piano di rendere i servizi online dell’Agenzia delle Entrate sempre più efficienti e quindi di stringere i tempi per le erogazioni in favore dei contribuenti. Questo per favorire la disponibilità di liquidità per imprese e famiglie in un momento particolarmente delicato dal punto di vista economico.

Nella circolare  si sottolinea che l’uso degli strumenti adottati in via d’urgenza a causa della pandemia devono utilizzarsi in via ordinaria al fine di migliorare il rapporto con i contribuenti. In particolare si propone di intensificare l’uso della video-call e di continuare ad utilizzare il sistema di appuntamenti prenotati online dalla homepage dell’Agenzia delle Entrate. In caso di urgenza invece gli uffici possono continuare a trattare a vista i vari casi proposti. L’Agenzia implementa la possibilità di inviare documenti all’Agenzia delle Entrate utilizzando le credenziali di accesso ai servizi personali.

Credito di imposta sull’aumento del gas e su altre spese: quali sono?

Quali crediti di imposta spettano sull’aumentato prezzo del gas naturale e su altri beni, come ad esempio per l’utilizzo dell’energia elettrica o per i beni strumentali immateriali e la formazione 4.0? Il credito di imposta maturato su tutti questi beni, come si può utilizzare? Ecco, dunque, quali sono i bonus spettanti sull’acquisto di questi beni e fonti energetiche anche alla luce degli aumenti di aliquota dei crediti di imposta.

Credito di imposta sugli aumenti dei prezzi del gas, aliquota del 25%

Sull’aumento del prezzo del gas naturale a danno delle imprese, il governo ha stabilito un contributo straordinario pari al 25%. Si tratta di una revisione al rialzo rispetto alle precedenti aliquote che introducevano un credito di imposta originariamente del 15% e, poi, del 20%. Le modalità di fruizione del bonus sono contenute nei decreti legge:

  • numero 4/2022 (decreto legge “Sostegni ter”);
  • 17/2022 (decreto “Energia”);
  • decreto 21 del 2022 (“Ucraina”);
  • 50/2022 (provvedimento “Aiuti”).

Quali imprese possono ottenere il contributo straordinario pari al 25% sull’incremento del prezzo del gas?

Il credito di imposta straordinario sul prezzo del gas per le imprese consiste nel fruire di un bonus del 25% sull’aumentato costo del gas. Per il primo trimestre del 2022 (gennaio, febbraio e marzo), il contributo è pari al 10% dei costi sostenuti per comprare il gas naturale. Riguardo ai mesi di aprile, maggio e giugno 2022 (secondo trimestre), il contributo aumenta al 25% (in precedenza era stato stabilito al 20%). Per fruire del bonus è necessario che l’azienda sia a forte uso di gas naturale. Si tratta delle imprese gasivore, ma i contributi andranno anche alle aziende che fanno un uso ridotto di gas naturale. La qualificazione delle aziende per ottenere il bonus straordinario è contenuta nell’Allegato 1 al decreto legge 541 del 2021. Oltre ai settori, il decreto stabilisce anche la quantità consumata di gas naturale corrispondente a non meno del 25% del tetto stabilito nel comma 1 dell’articolo 3 del decreto del ministero per la Transizione ecologica 541 del 2021.

Come fruire del contributo di imposta del 25% per l’incremento del prezzo del gas naturale?

Per fruire del contributo del 25% è occorrente che le imprese a forte uso di gas naturale abbiano pagato un costo superiore per il prodotto. La determinazione dell’incremento di costo del gas si basa sul prezzo medio pagato nel primo trimestre del 2022 rispetto al costo medio sostenuto nell’ultimo trimestre (mesi di ottobre, novembre e dicembre) del 2021. Per fruire del contributo, le imprese devono aver speso più del 30% confrontando i due trimestri rispetto al prezzo applicato nell’ultimo trimestre del 2019. Il contributo spettante per i mesi di aprile, maggio e giugno 2022 (secondo trimestre) si determina invece mediante il rapporto tra i prezzi medi sostenuti nei primi tre mesi del 2022 rispetto ai prezzi medi del primo trimestre del 2019. Dal rapporto ne deve derivare un incremento di prezzo di almeno il + 30%. Si tratta, dunque, dell’incremento di costi del 2022 rispetto a quelli applicati nel 2019.

Utilizzo in compensazione del bonus per l’aumento del prezzo del gas delle imprese gasivore

L’utilizzo del bonus derivante dall’aumentato prezzo del gas naturale delle imprese gasivore avviene mediante il modello F 24. Il modello deve essere presentato in via esclusiva utilizzando i servizi on line del portale dell’Agenzia delle entrate. Il relativo codice tributo da utilizzare è il numero 6962, descritto come “credito di imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale” per i mesi di aprile, maggio e giugno del 2022. Il relativo decreto di riferimento è il numero 17 del 1° marzo 2022, in particolare l’articolo 5. Nella compilazione del modello F 24, inoltre, il codice tributo si ritrova nella sezione “Erario” della colonna “Importi a credito compensati”. Ovvero, se il contribuente deve riversare l’agevolazione, il codice tributo si ritrova nella colonna “Importi a debito versati”. Nel campo dell’anno di riferimento (AAAA) deve essere inserito l’anno nel quale la spesa è stata sostenuta.

Bonus gas naturare imprese non gasivore: quale bonus spetta?

Per le imprese che utilizzano gas naturale in quantità ridotte rispetto alle aziende definite “gasivore”, il governo ha previsto il credito di imposta, sempre 25%, nel caso in cui il prezzo ha subito aumenti significativi. La determinazione dell’incremento di prezzo si ottiene dal rapporto del primo trimestre del 2022 (gennaio, febbraio e marzo) rispetto alla media del primo trimestre del 2019. Il risultato deve dare un costo aumentato di oltre il 30% per ottenere il credito di imposta.

Come utilizzare il credito di imposta sul maggior prezzo sostenuto per il gas naturale?

Il credito di imposta derivante dal maggior costo sostenuto dalle imprese non gasivore sul gas naturale non concorre a formare il reddito dell’impresa. Pertanto, il contributo ottenuto non forma la base imponibile ai fini dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e nemmeno ai fini della deducibilità degli interessi passivi e della deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi differenti dagli interessi passivi. Lo precisano gli articoli 61 e 109 (al comma 5) del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Inoltre, il bonus è cumulabile con altri contributi riferiti anche agli stessi costi. Ma dal cumulo non deve derivarne un cumulo che ecceda lo stesso costo sostenuto.

Credito di imposta sul prezzo del gas naturale: come si può cedere?

La cessione del credito di imposta del contributo spettante per il prezzo più alto pagato sul gas naturale spetta alle:

  • imprese gasivore, sia per il bonus del primo che del secondo trimestre del 2022;
  • aziende non gasivore, relativamente al secondo trimestre del 2022.

Fino a quando si può cedere il credito di imposta sul prezzo del gas?

Il credito di imposta può essere utilizzato fino al 31 dicembre 2022: entro tale data il bonus si può cedere, ma solo per l’intero importo. La cessione può avvenire verso altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. Chi riceve il credito di imposta non ha, però, ulteriore facoltà di procedere con una nuova vendita dello stesso, a meno che non si tratti di (due ulteriori cessioni):

  • banche ed altri intermediari finanziari iscritti all’albo dell’articolo 106 del Testo unico bancario;
  • società facenti parte di un gruppo bancario, iscritte all’albo sulla base del medesimo Testo unico;
  • compagnie di assicurazioni.

Credito di imposta su aumentato prezzo del gas: si può cedere solo parzialmente?

Il legislatore ha stabilito che i crediti di imposta derivanti dall’aumentato prezzo del gas sono cedibili sono per intero. Il che implica, necessariamente, che non può utilizzarsi il bonus in parte per compensazione tramite il modello F 24 e in parte cedendolo. Le eventuali cessioni concluse violando questa disposizione sono da considerarsi nulli.

Aumento del credito di imposta per le imprese che utilizzano energia elettrica

Il decreto legge “Aiuti” ha aumentato l’aliquota anche di altri crediti di imposta. Infatti, per le imprese non energivore, a parziale compensazione dell’aumento dei prezzi dell’energia elettrica usata nei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, l’aliquota è passata dal 12% al 15%.

Per quali altri crediti sono state aumentate le aliquote del bonus?

Sono altresì aumentate le aliquote del credito di imposta spettante per:

  • gli investimenti nei beni strumentali immateriali 4.0 (aliquota dal 20 al 50%) per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. L’aliquota maggiorata si applica anche per i beni immateriali prenotati entro la fine del 2022 per consegne fino al 30 giugno 2023 purché sia stato versato un acconto di almeno il 20%;
  • per le spese sostenute per la formazione 4.0 dalle piccole imprese l’aliquota di credito di imposta passa dal 50% al 70%. Se sostenute da medie imprese il bonus spettante sale dal 40% al 50%;
  • sul credito di imposta per le spese sostenute per potenziare l’offerta cinematografica, per gli anni 2022 e 2023 il bonus spettante è aumentato dal 20% al 40%.

Bonus abbonamenti ai mezzi pubblici, chi potrà riceverlo?

Meno risorse per il bonus abbonamenti, la misura introdotta dal governo Draghi nel decreto legge “Aiuti” a sostegno di chi utilizza i mezzi pubblici per gli spostamenti. Secondo quanto prevede l’articolo 35 del decreto, il bonus abbonamenti è a vantaggio di studenti e di lavoratori. Ma la riduzione delle risorse per la misura andrà a incidere sulla numerosità della platea dei beneficiari. Infatti, nella prima bozza del provvedimento, il ministero del Lavoro aveva previsto lo stanziamento di 100 milioni di euro. Adesso, i fondi sono scesi a 79 milioni di euro per l’anno 2022. Nella versione definitiva del decreto andrà sottratto un ulteriore milione di euro, che andrà a favore della progettazione e della realizzazione del sito informatico per erogare il bonus stesso.

Bonus abbonamento ai mezzi di trasporto pubblici, in arrivo la misura per giovani e lavoratori

Il bonus abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblici arriverà, dunque, con il nuovo provvedimento del governo. A decorrere dalla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale, e fino a tutto il 2022, si potrà beneficiare di sconti sul prezzo di acquisto degli abbonamenti e dei servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. Il beneficio può essere utilizzato anche per il trasporto ferroviario a livello nazionale.

Bonus abbonamento al trasporto pubblico, chi e come può utilizzare il buono?

Il bonus abbonamento ai mezzi di trasporto pubblici può essere utilizzato esclusivamente per i servizi di trasporto. Ovvero per comprare abbonamenti. Il valore del bonus non può eccedere la somma di 60 euro. Il bonus è riconosciuto solo alle persone fisiche. Per ottenerlo è necessario che, nell’anno 2021, non sia stato dichiarato un reddito personale ai fini dell’Irpef eccedente la cifra di 35 mila euro. Inoltre, il bonus non può essere ceduto ad altre persone ed è utilizzabile per comprare un solo abbonamento. L’importo dell’agevolazione non incide sul reddito imponibile di chi lo richiede. Inoltre, i 60 euro di bonus abbonamento non rilevano ai fini del calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee).

Come richiedere il bonus abbonamento per il trasporto pubblico?

Ad oggi non si hanno ancora indicazioni sulle modalità di richiesta del bonus abbonamento ai mezzi pubblici di trasporto. La procedura per il rilascio del bonus sarà solo telematica. Tuttavia, non sono noti ancora i dettagli per presentare la domanda. Si dovrà attendere il provvedimento del ministero del Lavoro, di concerto con il ministero dell’Economia e delle Infrastrutture. Il relativo decreto è atteso entro il 30 luglio 2022. Nel provvedimento saranno indicate le modalità per la richiesta del bonus e per l’emissione. Il beneficio potrebbe, per questo motivo, essere emesso a partire dal mese di settembre ed essere valido per i mesi fino alla fine dell’anno.

Bonus 750 euro per bici, monopattini e rimborso bus: domanda dal 13 aprile

Si potranno presentare dal 13 aprile 2022 le domande per il bonus bici, monopattini e rimborso abbonamenti bus, senza alcun limite di reddito dei richiedenti. Le agevolazioni sono riconosciute ai soggetti che dal 1° agosto al 31 dicembre 2020 hanno sostenuto spese per acquistare mezzi e servizi di mobilità a zero emissioni rottamando un veicolo di categoria M1. Questi ultimi sono veicoli costruiti per trasportare fino a 8 persone, oltre al posto del conducente. Il bonus si concretizza in un credito di imposta che può essere richiesto anche per il rimborso degli abbonamenti al trasporto pubblico.

Bonus mobilità sostenibile 2022, chi può fare richiesta del credito di imposta?

Il bonus mobilità sostenibile 2022 è previsto dal decreto legge numero 34 del 2020 (cosiddetto decreto “Rilancio). Il comma 1 septies dell’articolo 44 del provvedimenti chiarisce che il bonus consiste in un credito di imposta che può arrivare fino a 750 euro da riconoscere ai soggetti che, negli ultimi cinque mesi del 2020, hanno sostenuto spese per acquistare:

  • bici, e-bike e monopattini elettrici;
  • servizi sharing di mobilità elettrica condivisa o sostenibile;
  • abbonamenti ai trasporti pubblici.

Bonus bici, e-bike e monopattini: è richiesta la rottamazione

La presentazione delle domande di bonus e di rimborso ha il limite dello stanziamento delle risorse, pari a 5 milioni di euro. Per beneficiare del bonus è necessaria la rottamazione. Questa deve essere avvenuta contestualmente all’acquisto di un veicolo di categoria M1 (autovetture) previsto dalla normativa. L’acquisto del veicolo deve essere con emissioni di CO2 da 0 a 110 grammi per chilometro e può essere stato effettuato anche nel mercato dell’usato.

Come presentare domanda per il credito di imposta sull’acquisto di bici e monopattini elettrici?

Per presentare la domanda del bonus bici e monopattini elettrici c’è tempo dal 13 aprile al 13 maggio 2022. È necessario comunicare all’Agenzia delle entrate l’acquisto effettuato. Può essere lo stesso contribuente o il suo commercialista a compilare il modulo disponibile nell’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate per richiedere il bonus. Nel modello deve essere riportato l’importo speso per l’acquisto e il credito di imposta richiesto.

Bonus mobilità sostenibile 2022, la risposta arriva dall’Agenzia delle entrate

Una volta inviata la domanda di richiesta del bonus, l’Agenzia delle entrate rilascia una ricevuta entro 5 giorni di presa in carico dell’istanza. Nel caso di rifiuto della domanda, si riceve una comunicazione dell’Agenzia delle entrate dove vengono indicate le motivazioni. Nel mese utile per presentare la domanda si possono inviare anche più richieste: l’ultima inviata sostituisce le precedenti.

Come utilizzare il credito di imposta del bonus bici e monopattini elettrici?

Il credito di imposta fino a 750 euro del bonus bici e monopattini elettrici può essere utilizzato solo in sede di dichiarazione dei redditi a sottrazione delle imposte dovute. Il limite per usufruire del credito di imposta è fissato al periodo di imposta del 2022. Sulla base delle domande pervenute e accettate, nel limite dei 10 giorni successivi alla scadenza delle domande (quindi entro il 23 maggio 2022), l’Agenzia delle entrate stilerà una graduatoria dei soggetti ammessi al credito di imposta con la relativa percentuale di bonus riconosciuta.

 

Tutti i bonus fiscali chiariti dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate finalmente ha prodotto una nuova circolare esplicativa riguardante tutti i vari bonus fiscali presenti nel nostro ordinamento. Una circolare resasi necessaria per spiegare tutte le grandi novità introdotte dalla riforma del fisco soprattutto per le Partite Iva ed i lavoratori autonomi, ma non solo.

Tutte le novità fiscali introdotte con Legge di Bilancio 2022 sono state oggetto quindi dei chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate. La circolare in questione è la n° 9 del primo aprile 2022. Una circolare che spazia tra la miriade di agevolazioni e sconti, dal bonus affitto al bonus per il rientro in Italia dei cosiddetti cervelli.

La nuova circolare n° 9 dell’Agenzia delle Entrate sui bonus

Come dicevamo, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto opportuno uscire fuori con una nuova circolare illustrativa con le spiegazioni di tutti i nuovi bonus fiscali che la manovra finanziaria del 2022 ha introdotto. Si tratta della circolare n° 9/2022 emanata il primo aprile. Un documento che il Fisco ha messo a disposizione degli interessati sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate.

Una serie di informazioni che chiariscono tutti gli aspetti delle varie agevolazioni di carattere fiscale. L’importanza della circolare è confermata anche dal fatto che è stata accompagnata da un comunicato stampa delle Entrate, con cui sono stati annunciati i chiarimenti. Infatti tra novità assolute e proroghe di vecchi provvedimenti, il panorama fiscale nostrano è cambiato radicalmente. Le agevolazioni oggetto della circolare e del comunicato sono:

  • Bonus rientro cervelli;
  • Nuovo bonus affitto prima casa under 31;
  • Bonus casa;
  • Bonus rientro dei cervelli.

I chiarimenti del Fisco italiano sui nuovi bonus e sulle proroghe dei precedenti

Si parte dal cosiddetto bonus rientro dei cervelli. Una misura che tramite agevolazioni di carattere fiscale vuole favorire il ritorno in Patria delle eccellenze italiane. Parliamo di quegli italiani che proprio alla luce della minor imposizione fiscale estera, hanno deciso in passato di andare a lavorare fuori dal nostro territorio. Un autentico fenomeno questo. La novità riguarda una agevolazione di carattere fiscale potenziata. Infatti, è dedicata a quanti, tra docenti e ricercatori (sia quelli che sono stati iscritti all’Anagrafe degli italiani all’estero che quelli che sono cittadini di Stati Ue) sono rientrati in Italia prima del 2020. Chi tra questi, risultava già beneficiario  dell’agevolazione prevista per il rientro dei ricercatori introdotta da un decreto del 2010, potrà scegliere grazie a queste novità. Alla luce dei chiarimenti delle Entrate, potrà scegliere l’estensione delle agevolazioni fino a 13 anni.Un lungo periodo in cui versando una imposta forfettaria, risparmierà sulle tasse. Condizione necessaria l’acquisto di una casa in Italia, avvenuto o entro i 12 mesi precedenti il rientro in Patria o immediatamente dopo. Altro requisito è la presenza di almeno un figlio minorenne nel nucleo familiare.

Il nuovo bonus affitto prima casa giovani per under 31

Già nel nome del nuovo bonus affitto giovani, chiamato anche bonus affitto giovani under 31, si evidenzia la novità. Infatti il bonus affitto giovani è da tempo in vigore. Con la legge di Bilancio è stata innalzata la soglia anagrafica. Il bonus precedentemente spettante a chi aveva fino a 30 anni di età non ancora compiuti, passa a 31 anni sempre non ancora compiuti.

Le Entrate sottolineano che la misura arriva fino ad un massimo di 2.000. In alternativa va considerato il limite della misura che è pari al 20% del canone pagato. Altra novità è l’estensione da 3 a 4 anni per questo beneficio. Non meno importante è l’estensione alle porzioni di immobile. Infatti il beneficio può essere sfruttato anche per le stanze, nel senso che non è necessario prendere in affitto una intera abitazione.

Bonus casa e bonus facciate, i chiarimenti del Fisco

Estensione fino al 2024 anche per il cosiddetto bonus casa. Parliamo di fatto di quelle detrazioni fiscali spettanti nei casi di interventi specifici sulle case. Si tratta di interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia, acquisto di mobili e per la sistemazione a verde di aree scoperte private degli edifici. Anche il bonus facciate è stato prorogato fino al 31 dicembre del 2022, ma le Entrate confermano anche la riduzione del beneficio che fino al 2021 era pari al 90% e adesso nel 2022 scende al 60%.

I crediti compensabili diventano strutturali

Diventa strutturale infine, la misura conosciuta come “limite crediti compensabili”. Infatti dal 2022 questa misura che è stata oggetto di diversi interventi correttivi. Una serie di intervnti nei vari decreti emergenziali del governo, diventa in pianta stabile una misura del nostro ordinamento fiscale. Grazie al decreto Sostegni bis del 2021, cioè al decreto legge n° 73, la misura ha visto una grande novità. Il decreto Sostegni bis ha fatto innalzare il limite dei crediti compensabili o rimborsabili fino a 2 milioni di euro. lo stesso credito che fino al 2019 era pari a massimo 700.000 euro e che fu issato ad un milione di euro dal decreto 43/2020, altrimenti detto decreto Rilancio. Adesso, come già detto e come confermato dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate, si passa a 2 milioni di euro per il 2022 e per gli anni successivi.