A scuola da Alenia Aermacchi

Cento studenti di istituti tecnici superiori delle regioni Puglia, Campania, Lombardia e Piemonte potranno partecipare al progetto A Scuola d’Azienda, promosso ed ideato da Alenia Aermacchi.

I partecipanti , ad anno scolastico concluso, potranno frequentare un tirocinio di formazione negli stabilimenti Alenia Aermacchi.
Ogni sito produttivo ospiterà 15 ragazzi delle terze e quarte classi, che potranno attingere beneficiare del supporto dei tutor che li affiancheranno e che percepiranno anche un compenso a titolo di rimborso spese pari a 300 euro nette.

La selezione avverrà direttamente dalle scuole di base, seguendo due criteri:

  • dimostrata attitudine a lavorare in aree di produzione
  • risultati ottenuti nell’ultimo anno scolastico.

Dal comunicato di Alenia Aermacchi: “L’alternanza scuola-lavoro contribuisce all’integrazione tra i sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro, facendo leva su di una sempre più stretta collaborazione tra i diversi ambiti. Questa iniziativa è un primo, efficace esempio di attività rivolta a trasformare un determinato territorio in un vero e proprio Learning District, in cui le persone che fanno parte dei più diversi soggetti coinvolti possano, attraverso interventi strutturati e non più episodici, sviluppare le proprie competenze professionali e le performance produttive in modo integrato. Il progetto rappresenta un’opportunità di crescita e di primo contatto con il mondo del lavoro, mentre per l’azienda si tratta di investire in modo concreto sulle future generazioni e sul capitale umano“.

Alenia Aermacchi non è nuova ad iniziative nei confronti del mondo della scuola.
Un mese fa, infatti, a Bari è stata presentata la sesta edizione del progetto Natural..mente scuola: innovazione e sviluppo sostenibile, il cui obiettivo è “educare i giovani alla tutela dell’ambiente e all’importanza dello sviluppo sostenibile”.

Vera MORETTI

Consulenti del Lavoro: ecco come semplificare la burocrazia del lavoro

La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha proposto una serie di provvedimenti da seguire per riuscire finalmente a semplificare, e rendere più snello, il mondo del lavoro.

Rosario De Luca, alla guida della Fondazione Studi, ha dichiarato: “La ricetta per semplificare il lavoro c’è, basta attuarla con provvedimenti normativi. Per ora, è uno slogan di grande attualità, ma quando si passa dal dire al fare tutto diventa complicato. Per semplificare concretamente, basterebbe seguire le indicazioni dell’Osservatorio del mercato del lavoro dei consulenti del lavoro. Un punto di osservazione privilegiato del mondo del lavoro che ha come base di studio ben 7 milioni di rapporti di lavoro privati, gestiti negli studi dei professionisti, ben oltre due terzi degli esistenti. Semplificare bene si può. Basta volerlo intervenendo chirurgicamente sulle vere complicazioni burocratiche”.

Ecco i sei punti che sarebbe necessario seguire:

  • La Costituzione. E’ considerata la madre di tutte le semplificazioni. Togliere alle Regioni competenza in materia di lavoro, eliminerebbe una serie di complicazioni e intralci burocratici; oltre che far recuperare per uso collettivo una lunga serie di sperperi che esistono nella gestione della formazione professionale. Riportare allo Stato questa competenza significherebbe semplificare di colpo una serie di istituti.
  • Apprendistato. Non decolla a causa della burocrazia. Esistono infatti 20 diverse regolamentazioni, affidate alle strutture regionali, che ne impediscono un’ampia diffusione a causa delle complesse procedure. E lo strumento principale di avviamento al lavoro dei giovani non riesce a decollare.
  • Registro infortuni. Il nuovo Testo unico per la sicurezza sul lavoro ha abrogato le disposizioni che regolamentavano il registro infortuni, in quanto sostituito nella sua funzione dalla obbligatoria denuncia online. Ma dipende dalle varie Regioni normare l’abolizione dell’obbligo di vidimazione, ormai inutile adempimento ma dalla incredibile sanzione di 15.000 euro. Al momento solo Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia e Lombardia hanno eliminato tale l’obbligo.
  • Cassa integrazione. Anche questo strumento, risultato fondamentale in questi anni per sostenere le famiglie dei lavoratori di aziende in crisi, risente della gestione affidata alla Regioni. Vale il medesimo ragionamento fatto per l’apprendistato: 20 diverse regolamentazioni con tanto di modulistica e modalità di fruizione differenti che creano solo intralci e disguidi a cittadini che attraversano un momento di grande debolezza.
  • Formazione professionale. E’ gestita a livello regionale con assegnazione di fondi ad enti diversi per l’erogazione della formazione ai lavoratori. La casistica fa rilevare molti abusi con assoluta assenza di attività formativa. Un accentramento della gestione non potrebbe che riportare ordine e risparmio in un settore ampiamente critico.
  • Previdenza complementare. Settore ormai indispensabile in supporto alla previdenza pubblica, ma dall’utilizzo disincentivato dall’esistenza di ben 300 diversi fondi complementari e fondi sanitari. Ognuno di essi ha proprie regole per la denuncia degli importi dovuti e per l’incasso delle somme, senza peraltro poter utilizzare la compensazione con altri crediti aziendali. Un’armonizzazione del sistema porterebbe ad un aumento esponenziale dei numeri dei lavoratori aderenti.

Vera MORETTI

La green economy contro la crisi

Di dubbi, Ermete Realacci di Fondazione Symbola e Ferruccio Dardanello di Unioncamere, ne hanno ben pochi: la green economy e le sue molteplici potenzialità, ci salveranno dalla crisi.

I due hanno dichiarato in coro: “La green economy, è un nuovo paradigma produttivo che esprime, nel nostro Paese, la parte propulsiva dell’economia. Dall’inizio della crisi, nonostante la necessità di stringere i cordoni della borsa, più di un’impresa su cinque ha scommesso sulla green economy. Che è stata, quindi, percepita come una risposta alla crisi stessa, e non ha deluso le aspettative“.

A testimoniarlo, i dati di GreenItaly 2013, il rapporto annuale di Unioncamere e Fondazione Symbola che racconta le eccellenze della green economy nazionale e che è stato presentato a Milano presso la sede di Expo 2015.
Dal 2008, infatti, hanno investito, o lo faranno entro la fine dell’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale ben 328mila aziende italiane appartenenti ai settori dell‘industria e dei servizi, che corrispondono al 22% del totale.

E proprio da queste imprese quest’anno arriverà il 38% delle assunzioni totali, segnale che l’economia green non solo traina il mercato italiano, ma crea anche buone opportunità di lavoro. Se si considerano, poi, le assunzioni destinate a ricerca e sviluppo, la percentuale si alza fino al 61,2%.

Ha dichiarato Ferruccio Dardanello: “GreenItaly ci racconta di un’Italia che sa essere più competitiva e più equa, perché fondata su un modello produttivo diverso. In cui tradizione e innovazione, sostenibilità e qualità si incrociano realizzando una nuova competitività. L’Italia non una delle vittime della globalizzazione ma, anzi, un Paese che ne ha approfittato per modificare profondamente la propria specializzazione internazionale, modernizzandola, proprio grazie alla green economy. Creando valore aggiunto in settori in cui ci davano per spacciati e creando nuove specializzazioni in altri settori, in cui siamo oggi leader. L’Expo 2015 è un’occasione unica per presentare al mondo questo modello di sviluppo e l’Italia come suo autorevole paladino. Se vogliamo che questo modello vincente contagi tutto il nostro sistema produttivo, dobbiamo sostenerlo. Anzitutto liberandolo dagli ostacoli che incontra lungo il cammino, primo fra tutti l’eccesso di burocrazia. E poi con politiche industriali e fiscali più green: nelle tecnologie, nella formazione, nella tassazione del lavoro, nel credito, negli investimenti“.

Altri interessanti numeri arrivano dal rapporto, giunto ormai alla sua quarta edizione: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno.
Il 30,4% delle imprese del manifatturiero che investono in eco-efficienza ha effettuato innovazioni di prodotto o di servizi, contro il 16,8% delle imprese non investitrici.
Il 21,1% delle imprese manifatturiere eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2012, tra le non investitrici è successo solo nel 15,2% dei casi.

Cosa significa ciò? Semplicemente che la green economy aiuta ad aver maggior successo anche all’estero, oltre che ad aumentare produttività e reddito.

Anche i dati relativi all’occupazione giovanile sono incoraggianti, poiché il 42% del totale delle assunzioni under 30 programmate quest’anno dalle imprese dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente, verrà fatto proprio da quel 22% di aziende che fanno investimenti.

Sostengono Unioncamere e Symbola: “Non stiamo parlando, evidentemente, di un settore dell’economia, ma di un tracciante verde che percorre il sistema produttivo italiano e che, a ben guardare, delinea il ritratto più fedele del nuovo made in Italy“.

I settori che maggiormente si sono dimostrati sensibili ed attenti all’economia green, sono
il comparto alimentare (27,7% contro una media del complesso dell’industria e dei servizi del 22%), quello agricolo (49,1%), il legno-mobile (30,6%), il settore della fabbricazione delle macchine ed attrezzature e mezzi di trasporto (30,2%), e poi tessile, abbigliamento, calzature e pelli (23%).

Il Nord del Paese si sta dimostrando più partecipativo in questo senso, con 170mila imprese sul totale delle 327mila, ossia il 52% del totale.
Di queste, 94mila sono al Nord Ovest (28,7%) e circa 75.600 nel Nord-Est (23,1%).
Aziende verdi si trovano anche al Sud, con 93.500 imprese (28,5%), mentre nel Centro si fermano a 64.800 (19,8%).

Per quanto riguarda la distribuzione a livello regionale, spicca la Lombardia, dove le aziende green sono più di 60mila, ovvero il 18% delle imprese green di tutto il Paese.
Segue il Veneto con 30.670 imprese che puntano sull’eco-efficienza (9,4%), terza posizione a pari merito davanti all’Emilia-Romagna e il Lazio, dove sono presenti, in ciascun territorio, poco più di 28mila imprese (8,6%).
Seguono Piemonte, Campania, Toscana e Puglia, rispettivamente con 23.690, 22.540, 21.440 e 20mila imprese attente alle loro performance ambientali. E quindi troviamo la Sicilia, a quota 19.760, e le Marche, che si attestano a 9.830 imprese green.

Ha dichiarato Ermete Realacci: “Non sarà certo la politica economica dell’Adda passà ’a nuttata, per dirla con De Filippo, a tirarci fuori dalla crisi. L’Italia deve affrontare i suoi mali antichi, che vanno ben oltre il debito pubblico e che la crisi ha reso ancora più opprimenti: le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace. Deve rilanciare il mercato interno, stremato dalla recessione, dall’austerità e dalla paura. E deve saper fare tesoro della crisi per cogliere le sfide, e le opportunità, della nuova economia mondiale. Lo deve fare scommettendo sull’innovazione, la ricerca, la qualità, la green economy, per rinnovare il suo sapere fare, la sua vocazione imprenditoriale e artigiana. L’Italia, insomma, deve fare l’Italia. La prossima Expo di Milano, pensata dopo la crisi, può essere anche la prima esposizione mondiale della green economy“.

Vera MORETTI

Tremila tirocini per i Neet

 

E’ partito nei giorni scorsi il progetto Neet, al quale possono aderire le imprese per aderire all’iniziativa che prevede l’ avviamento di 3.000 tirocini aziendali che verranno retribuiti con una borsa di 500 euro mensili.

Si tratta di un progetto rivolto a coloro che, ad oggi, non frequentano scuole nè università, ma neanche hanno un’occupazione.

Aderire all’iniziativa è semplice: basta registrarsi al portale Cliclavoro nell’apposita sezione “Amva-Giovani Laureati Neet” e inserire le informazioni relative al tirocinio offerto, al fine di permettere ai giovani di candidarsi e poter esaminare i curricula via via presentati.

Il Ministero del Lavoro ha deciso così di intervenire in modo deciso per tentare di risolvere il problema della disoccupazione in Italia, specialmente nelle regioni dove trovare lavoro risulta ancora particolarmente ostico.
Vengono chiamati ad aderire i residenti in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, di età compresa tra i 24 e i 35 anni e in possesso di una laurea. Qui il fenomeno dei Neet è particolarmente grave: nel 2012 i giovani di 15-29 anni in questa condizione erano 1.098.759, pari al 35% di tutti i giovani di questa età in queste regioni.

Tremila giovani “Not in Education, Employment or Training” avranno l’opportunità di trovare un impiego, come ha spiegato Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro: “Come giustamente ha avuto modo di dire il ministro Carrozza, mai più a 25 anni anni senza aver fatto un giorno di lavoro: con Neet realizziamo un’operazione importante per il recupero di tanti giovani inattivi nel Mezzogiorno d’Italia, ma anche per noi una sorta di sperimentazione in vista degli interventi previsti da Youth Guarantee“.

Per favorire la mobilità territoriale, inoltre, con 200 tirocini si offrirà ai residenti di una delle regioni coinvolte dall’iniziativa la possiblità di lavorare in una realtà diversa, e in questo caso la borsa mensile sarà di 1.300 euro lordi.

Dalla nota di presentazione del progetto si legge: “Il progetto focalizza l’attenzione prevalentemente sui laureati in quegli ambiti disciplinari che comportano particolari difficoltà per l’inserimento nel mercato del lavoro. Sulla base dei dati Istat, si tratta dei seguenti gruppi disciplinari: geo-biologico, letterario, psicologico, giuridico, linguistico, agrario, politico-sociale“.

Vera MORETTI

Truffatore elargiva prestiti illegalmente

Un’altro falso povero beccato con le mani nel sacco.
Questa volta si tratta di un truffatore di Salerno, il quale è stato denunciato ed arrestato dalla Guardia di Finanza per aver erogato illegalmente prestiti per un totale di 6 milioni di euro.

L’uomo, avendo evaso il fisco per diversi anni, sembra abbia accumulato la cifra totale di 9 milioni di euro. Vista l’entità del debito, l’evasore ora si trova in una situazione molto complessa, dalla quale difficilmente uscirà indenne.

L’operazione è stata portata a termine positivamente dai militari della Tenenza di Sapri in provincia di Salerno, i quali hanno effettuato una serie di indagini capillari prima di scoprire la truffa.

Quella imbastita dal truffatore era una vera e propria attività bancaria abusiva e nascosta, che erogava finanziamenti e disponibilità monetaria a soggetti privati ed imprenditori del basso Cilento.
Nei conti dell’uomo erano presenti oltre 424 assegni erogati a fini di prestito, per un totale di 6,4 milioni di euro.

Nonostante i guadagni consistenti, il finto bancario, nonchè finto povero, aveva dichiarato, nel triennio 2004-2006, cifre irrisorie che lo facevano sembrare indigente, mentre dal 2007 al 2009 non ha compilato alcuna dichiarazione.

Il truffatore è stato deferito all’A.G. di Vallo della Lucania per i reati di “Infedele presentazione della dichiarazione dei redditi” e di “Omessa presentazione della dichiarazione dei redditi”.

Vera MORETTI

Saldi: si parte già con i prezzi dimezzati

Sono partiti col turbo, i saldi estivi 2013: già dalla prima giornata, che quasi in tutta Italia è stata fissata per il 6 luglio, ad eccezione di Basilicata, Campania e Molise, che hanno inaugurato la stagione dei ribassi il 2 luglio, le vetrine dei negozi hanno esposto la loro merce scontata del 50%.

A differenza degli anni passati, dunque, i negozianti hanno deciso di passare subito alle “maniere forti”, considerate il rimedio migliore contro una stagione pessima, caratterizzata da una contrattura notevole delle vendite.

Famiglie e turisti che hanno atteso prima di fare qualsiasi acquisto, possono finalmente varcare la soglia dei negozi e cercare l’oggetto desiderato senza dover dar fondo a tutti i risparmi.
Il budget, tuttavia, che i consumatori hanno a disposizione per questa tranche di acquisti, è parecchio ridotto rispetto a qualche tempo fa, poiché ogni nucleo familiare è intenzionato a spendere circa 229 euro, ovvero meno di 100 a testa.

E se il 2012 era stato considerato un anno di “vacche magre”, con una spesa di 103 euro a testa durante la stagione dei saldi, il 2013 sta andando ancora peggio, come confermano i dati di Confcommercio.
I negozianti, però, ci sperano, in una ripresa proprio sul filo di lana, poiché si stimano in 15,7 milioni gli italiani che approfitteranno di questa opportunità.

Le associazioni dei consumatori, Codacons in testa, invece, arricciano il naso e prevedono un crollo delle vendite del 22% rispetto al già negativo 2012, con una spesa pro capite che non supererà i 70 euro.
Più ottimisti Federconsumatori e Adusbef, che prevedono un calo dell’8-9%, con una famiglia su tre che si dedicherà allo shopping, per una spesa di 117 euro a famiglia e un giro d’affari che si fermerà a 936 milioni di euro.

Vera MORETTI

Le cartelle esattoriali arrivano via PEC

Periodo di spending review anche per Equitalia: per evitare, infatti, lo spreco di carta stampata e di conseguenza ridurre l’impatto sull’ambiente, anche le cartelle esattoriali verranno inviate via PEC.

In via sperimentale in alcune regioni italiane, Lombardia, Toscana, Molise e Campania, e con riferimento alle sole società di capitali, dunque, la Posta Elettronica Certificata, molto in auge in questi giorni, contribuirà anche a recapitare le cartelle esattoriali.

Destinatari saranno persone giuridiche che da giugno 2012, devono già essere dotate di PEC per legge e aver comunicato l’indirizzo di posta elettronica certificato al Registro delle Imprese.

Il contatto via e-mail avrà lo stesso valore di quanto fino ad ora veniva inviato per raccomandata ed è in grado di fornire certezza sia per quanto riguarda l’invio che per quanto riguarda la ricezione (data e ora), garantendo al contempo la tempestività del servizio.

Se la sperimentazione produrrà effettivamente i benefici sperati, il servizio verrà esteso a tutte le persone fisiche e giuridiche presenti sull’intero territorio nazionale.

Vera MORETTI

Un ponte tra Napoli e la Silicon Valley

C’è attesa a Napoli per la tappa del Mind the Bridge Job Creator Tour 2013, che arriverà nella città partenopea il prossimo 25 giugno.
Presso PICO, il Palazzo dell’Innovazione e della Conoscenza, in quell’occasione verranno presentati i migliori progetti di business campani.

Un’intera giornata verrà dedicata alla formazione imprenditoriale e sarà finalizzata alla ricerca e alla valorizzazione dei migliori talenti locali, che potranno anche ambire all’assegnazione di una delle tre borse di studio che prevedono la partecipazione alla Startup School di Mind the Bridge, a San Francisco.

L’evento avrà luogo nell’ambito dell’iniziativa “Unite the two Bays: dal Vesuvio a Silicon Valley e ritorno” promossa dall’Associazione Skillpoint, Campania Felix e Campania Innovazione.

Si tratta perciò di una ghiotta occasione per gli imprenditori campani, come ha anche sottolineato Marco Marinucci, direttore esecutivo di Mind the Bridge: “Con il nostro fondo stiamo facendo scouting dei migliori progetti dell’area del mediterraneo. C’è tantissimo talento e potenzialità di innovazione che richiede di essere strutturato e messo nelle condizioni di crescere. È quello che facciamo nel nostro programma di accelerazione a San Francisco: fare germogliare grandi imprese che mantengano però i centri di sviluppo e quindi l’occupazione nei posti in cui sono nati”.

Coloro che fossero interessati a partecipare, dovranno inviare i progetti entro il 14 giungo compilando la form sul sito ufficiale del’evento ed entro il 21 giugno saranno resi noti i nominativi dei prescelti.

Vera MORETTI

Da disoccupato a “imprenditore dell’amore”

La qualità che tutto il mondo ci invidia, e ci riconosce, è la creatività, che spesso ha permesso a noi italiani di cavarcela anche nelle situazioni più difficili.
E anche in questo grave e lungo periodo di crisi, c’è chi, trovandosi da un giorno all’altro senza lavoro, ha aguzzato l’ingegno creandosi una nuova professione.

Le storie di chi, da disoccupato, si è reinventato imprenditore, sono tante, ma ce n’è una che, ultimamente, sta impazzando sui media e sul web.

Daniele Calasetta, operaio cassintegrato e residente a Napoli, ha deciso, insieme al fratello Riccardo, di mettersi in proprio e ritornare, quindi, a lavorare, dopo un’inattività forzata di ben otto mesi.

I due fratelli, rispettivamente di 31 e 36 anni, hanno inaugurato La Parada del Amor, ovvero un grande parcheggio allestito in un’area verde di Pozzuoli e destinato alle coppie in cerca di intimità.
Invece di “consumare” la loro passione in un vicolo buio, e possibilmente lontano da sguardi indiscreti, ma potenzialmente pericoloso, gli innamorati di qualunque età, alla modica cifra di 2,50 euro per due ore, con “scatto” di 1,50 per una mezz’ora aggiuntiva per chi volesse andare anche ai supplementari, potranno sostare all’interno del parco con la certezza di non essere disturbati, o spiati.

All’ingresso del parcheggio, ad attenderli, troveranno i due fratelli napoletani, i nuovi “imprenditori dell’amore“, che, a pagamento del pedaggio, regaleranno a ciascuna coppia un profilattico ed un volantino che allerta sui rischi dell’Aids.

L’idea, Daniele, ce l’aveva da un po’, dopo l’ennesima rapina ai danni di una coppia che si era appartata in auto e sembra che l’esordio sia stato più che positivo: dopo l’inaugurazione da parte di una decina di coppie di amici, hanno cominciato ad arrivare i primi clienti, anche se una coppia non ha potuto usufruire del “servizio”.
Spiega Daniele: “L’ ultima coppia si e’ presentata alle 2.05 ma non abbiamo potuto farli entrare. Fino al venerdì chiudiamo alle 2, solo il sabato e la domenica teniamo aperto fino alle 4“.

Ma, se da un lato i frequentatori del parco hanno accolto l’iniziativa con entusiasmo, c’è anche chi cercherà di osteggiare il Parco dell’Amore.
Il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, ha dichiarato: “Nessuno ha mai autorizzato la realizzazione sul territorio comunale di un”parco dell’amore” o strutture simili. In ogni caso ho disposto immediati accertamenti con gli uffici comunali competenti in modo da fare luce su tutti gli eventuali passaggi burocratici che sarebbero stati fatti e siamo pronti anche ad intervenire in forma di autotutela“.

Nel frattempo, gli affari dei fratelli Calasetta vanno avanti.

Vera MORETTI

Le imprese campane a scuola di e-commerce

Per avere professionisti sempre più preparati in materia di e-commerce e web-marketing, la Camera di Commercio di Avellino ha deciso di organizzare una serie di lezioni, articolate in 4 giornate, rivolte ai dirigenti d’impresa e ai loro collaboratori, ma anche a professionisti e consulenti aziendali che operano nella provincia avellinese, purché iscritti ai relativi albi professionali.

Le pmi, dunque, attraverso questi incontri, potranno ricevere informazioni sulle risorse e le opportunità di business offerte dalla Rete.

In particolare, il corso verterà su quattro precise tematiche:

  • Search Engine Optimization e Search Egine Marketing;
  • Struttura SEO, Web Marketing Persuasivo, Landing Page;
  • Dinamiche/strategie di rete;
  • Web-marketing: dal marketing locale al marketing globale.

Le imprese e i professionisti interessati a prendere parte al corso devono inviare la domanda entro il 13 maggio 2012.

Vera MORETTI