Tregua Fiscale di Salvini, si farà o è solo una dichiarazione estiva?

Nel pieno dell’estate e nel pieno dell’espletamento delle procedure per la rottamazione quater e stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, arriva una dichiarazione bomba di Matteo Salvini, ministro per le Infrastrutture e i Trasporti: è necessario tagliare le cartelle esattoriali dei contribuenti. Scoppiano polemiche e allarmi, ma vediamo per quale motivo molto probabilmente si tratta di un’entrata in campo poco realistica.

Cartelle fiscali dimezzate in  caso di omesso versamento

Appena dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini che sottolinea la necessità di un nuovo provvedimento di pace fiscale volto a dimezzare le cartelle esattoriali di chi non paga perché si trova in difficoltà, scoppiano le polemiche.

La prima cosa da dire è che per come è stato pensato il provvedimento si tratta di una misura diversa rispetto alla rottamazione quater e per due ordini di ragioni. La prima è che a differenza della rottamazione quater andrebbe a tagliare non solo interessi, sanzioni e aggio, ma anche la quota capitale dell’imposta non pagata, questo implica un maggiore risparmio.

In secondo luogo cambia l’oggetto, infatti Salvini ha sottolineato che andrebbe a favorire coloro che hanno presentato una dichiarazione e che in seguito non hanno effettuato i pagamenti, quindi i casi di omesso versamento. Salvini sottolinea che in questi casi c’è l’evidente volontà di pagare, ma che molto probabilmente il contribuente non ha avuto liquidità per farlo e di conseguenza è inutile portare avanti queste cartelle esattoriali, meglio chiudere tutto con uno sconto. Secondo le stime di Mattero Salvini si traterebbe di 15 milioni di italiani interessati da questo potenziale provvedimento.

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Perché riteniamo che il provvedimento non si farà?

I motivi per i quali molto probabilmente non ci sarà questa misura di pace fiscale sono molteplici, in primo luogo siamo nel bel mezzo della campagna rottamazione quater e di conseguenza è improbabile un provvedimento che andrebbe a sovrapporsi a questo. In secondo luogo c’è un’evidente invasione di campo perché Salvini non è certo il Ministro che deve fare proposte inerenti il Fisco.

Con molta probabilità si è trattato di un intento, dell’esternazione di un’opinione, ma nulla che a conti fatti possa avere una qualche rilevanza in questo preciso momento storico. Certamente può essere fuorviante fare queste dichiarazioni perché chi ha aderito alla rottamazione quater potrebbe trovare poco conveniente pagare le rate e magari preferisce attendere un nuovo provvedimento, ma questa scelta potrebbe davvero essere poco saggia perché ad ora, visto che il Governo lavora anche a un’importante riforma strutturale del Fisco che dovrebbe portare a una riduzione delle aliquote Irpef, allargamento della flat tax ed eliminazione dell’Irap (graduale) e ci sarebbe davvero troppa carne alla brace sul tema Fisco.

Uno stop alle dichiarazioni di Salvini arriva anche da Ernesto Maria Ruffini, direttore del’Agenzia delle entrate che sottolinea l’incasso record da evasione fiscale nel 2022 di 20 miliardi di eruo. Sottolinea che sono importanti i provvedimenti di pace fiscale, ma è altrettanto importante contrastare l’evasione fiscale perché è un segnale di giustizia nei confronti di tutti coloro, e sono la maggioranza, pagano regolarmente le imposte.

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Bollo auto non pagato: ecco la sanatoria che tutti aspettavano

Negli anni molte persone hanno accumulato vecchi importi di bollo auto che poi non sono più riusciti a pagare e tra fermi amministrativi, cartelle e sanzioni spesso gli importi sono aumentati, ma per loro è in arrivo un’importante novità, infatti molte cartelle per bollo auto non pagato potranno godere di una sanatoria.

Nella legge di bilancio 2023 lo stralcio delle cartelle esattoriali per bollo auto non pagato

Come quasi tutti ormai sappiamo, la legge di bilancio 2023, se dovesse arrivare ad approvazione nella formulazione presentata alle Camere, cosa molto probabile visti anche i tempi ristretti, porterebbe importanti novità per tutti i contribuenti che hanno conti in sospeso con il Fisco. Le novità, anche se in misura diversa, andranno a riguardare tutti i rapporti con il Fisco, ma particolare attenzione merita l’articolo 46 che permette di avere lo stralcio di molte cartelle esattoriali e tra queste ricadono proprio quelle relative al bollo auto, tassa odiata da quasi tutti al punto che più volte ne è stato auspicato il superamento.

Per un quadro completo sulle misure fiscali previste dalla legge di bilancio 2023, leggi:

Liti tributarie pendenti nella legge di bilancio 2023: sconti per la chiusura

Regolarizzare errori delle dichiarazioni senza sanzioni con legge di bilancio 2023

Quali debiti sono esclusi dalla nuova “pace fiscale”?

Bollo auto: quali non dovranno più essere pagati?

L’articolo 46 della legge di bilancio 2023 prevede la cancellazione delle cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. Oltre al limite temporale, è previsto anche un limite economico, infatti potranno essere cancellate le cartelle esattoriali fino a un importo massimo di 1.000 euro. La ratio di questo limite è dato dal fatto che la riscossione coattiva di queste cartelle ha un costo maggiore rispetto al valore, inoltre molte sono praticamente inesigibili. Rientrano in questa ipotesi quindi piccole cartelle che nella maggior parte dei casi hanno ad oggetto proprio debiti fiscali derivanti dal mancato pagamento del bollo auto.

Questo implica che se sono arrivate a casa cartelle esattoriali relative a bollo auto ricadenti in questo lasso di tempo, è bene aspettare prima di pagare perché con una probabilità molto elevata dal 1° gennaio 2023 saranno cancellate.

Quali debiti sono esclusi dalla nuova “pace fiscale”?

La bozza della legge di bilancio 2023 prevede un intero capo dedicato all’agevolazione dei rapporti tra fisco e contribuente, una sorta di patto attraverso il quale è possibile ridefinire i vari rapporti tributari pendenti e quindi ripartire da zero. Sicuramente la parte più importante, o meglio che più interessa, i contribuenti è lo stralcio delle cartelle esattoriali, ma quali debiti restano esclusi dalla pace fiscale?

Esclusi dalla nuova pace fiscale gli importi superiori a 1.000 euro e affidati all’agente dal 1° gennaio 2016

L’articolo 46 della legge di bilancio 2023 prevede l’annullo automatico delle cartelle di importo fino a 1.000 euro, affidate all’agente di riscossione nel periodo tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. L’importo di 1.000 euro è comprensivo di capitale, interessi e sanzioni. È importante sottolineare che lo stralcio comprende anche i carichi di importo residuo fino a mille euro affidati dal 2000 al 2015 per i quali sono ancora in corso i pagamenti relativi alle misure agevolative di definizione dei carichi pregressi (c.d. “Rottamazione-ter” prevista dal decreto-legge n. 119 del 2018). In base alle stime si tratta di 1.132 miliardi di carichi, di cui alcuni anche di piccolissimo importo affidati all’agente di riscossione e che, secondo le stime della Corte dei Conti, solo nel 6-7% del casi possono arrivare a riscossione.

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Restano di conseguenza escluse dallo stralcio le cartelle che non rientrano in tale asse temporale/ economico, sebbene siano previste comunque misure agevolative anche per queste.

Come sanare i debiti esclusi dalla nuova pace fiscale

Restano escluse le cartelle di importo superiore che è possibile sanare attraverso il pagamento di tutta l’imposta senza sanzioni e interessi e con rateizzazione in 5 anni. In questo caso è l’articolo 47 a definire i termini stabilendo che per le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 non rientranti nell’articolo 46 ( che ricordiamo prevede la cancellazione automatica dal 1° gennaio 2023) è possibile procedere all’estinzione senza pagare interessi, sanzioni e aggio, ma versando le somme dovute a titolo di capitale, quelle previste a titolo di rimborso delle spese maturate per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento.

Il pagamento potrà essere effettuato entro il 31 luglio 2023 oppure con rateizzazione. Il numero massimo di rate è di 18, la prima e la seconda con importo minimo pari al 10% del debito e le ulteriori divise in parti uguali. La scadenza delle prime due rate è 31 luglio e 30 novembre 2023. Le altre rate avranno le seguenti scadenze:

  • 28 febbraio;
  • 31 maggio;
  • 31 luglio;
  • 30 novembre di ciascun anno.

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Regolarizzare errori delle dichiarazioni senza sanzioni con legge di bilancio 2023

Regolarizzare errori delle dichiarazioni senza sanzioni con legge di bilancio 2023

Al fine di fornire supporto alle imprese e ai contribuenti che sono ancora in affanno con le conseguenze dell’emergenza pandemica e del caro energia, con la bozza della manovra di bilancio 2023 si provvede a dettare una serie di norme volte ad agevolare i contribuenti che hanno commesso delle irregolarità nelle dichiarazioni e nei pagamenti. Si tratta di misure diverse rispetto allo stralcio delle cartelle previsto dall’articolo 46. Ecco le diverse opportunità per regolarizzare le dichiarazioni.

Regolarizzare errori materiali nelle dichiarazioni

La prima è prevista dall’articolo 38 della bozza della legge e trova applicazione per le maggiori imposte rilevate in seguito a controllo automatizzato di errori materiali nelle dichiarazioni dei redditi e Iva. Si può ottenere lo “sconto” delle sanzioni per le cartelle per le quali il termine di pagamento non sia ancora scaduto all’entrate in vigore della legge di bilancio 2023 e per quelle recapitate successivamente all’entrata in vigore. La posizione può essere sanata pagando:

  • l’imposta dovuta;
  • interessi e somme aggiuntive ( spese );
  • sanzione al 3%.

L’applicazione di questa agevolazione è limitata alle dichiarazioni inerenti i periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2019, 31 dicembre 2020, 31 dicembre 2021.

Nel caso in cui per le imposte viste sia in corso un pagamento rateale la definizione agevolata può essere richiesta per le somme residue, le somme versate prima della definizione agevolata e acquisite dall’erario non sono rimborsabili. Per le rate rimanenti viene riconosciuta la possibilità di estendere il pagamento in un numero di rate maggiore, fino a 20.

Regolarizzare errori formali nelle dichiarazioni

L’articolo 39 permette la definizione agevolata per gli errori formali nelle dichiarazioni Irap, Iva e imposte sui redditi. Per poter essere regolarizzate deve trattarsi di errori che non vanno a incidere sulla determinazione della base imponibile. Rientrano nella definizione agevolata le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze commesse fino al 31 ottobre 2022, vi sono però limiti:

  • le violazioni non devono essere già state contestate e diventate definitive ( quindi deve trattarsi di una definizione volontaria);
  • la procedura non può essere utilizzata dai contribuenti per l’emersione di attività finanziarie e patrimoni detenuti all’estero;
  • sono infine escluse dalla regolarizzazione gli atti di contestazione o irrogazione di sanzioni già oggetto di procedura di collaborazione volontaria.

Per regolarizzare la posizione prevede, oltre il pagamento dei tributi anche una somma pari a 200 euro per ogni periodo di imposta a cui si riferiscono le violazioni. Il pagamento può avvenire in due rate di uguale importo entro il 31 marzo 2023 e il 31 marzo 2024.

L’articolo 40 prevede invece la regolarizzazione di violazioni che non rientrano nei due casi precedenti relative a periodi di imposta fino al 31 dicembre 2021. In questo caso per la regolarizzazione è necessario versare 1/18 del minimo edittale previsto per la violazione posta in essere. A ciò si aggiungono gli interessi legali e l’imposta. Il pagamento può essere rateizzato per un numero massimo di rate di 8 e primo versamento entro il 31 marzo 2023. Le successive scadenze sono:

  • 30 giugno;
  • 30 settembre;
  • 20 dicembre;
  • 31 marzo di ciascun anno.

Al mancato rispetto delle scadenze consegue la decadenza dal beneficio.

In caso di liti tributarie pendenti è possibile regolarizzare attraverso la procedura specifica prevista sempre nella legge di bilacio 2023. Puoi leggere l’approfondimento all’articolo:

Liti tributarie pendenti nella legge di bilancio 2023: sconti per la chiusura

Cancellazione cartelle esattoriali con il nuovo saldo e stralcio. Guida

La legge di bilancio 2023 all’articolo 45 regola lo stralcio delle cartelle esattoriali con carichi fino a 1000 euro. Per gli altri contribuenti invece c’è la definizione agevolata. Ecco chi potrà beneficiarne.

Cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro: come funziona?

La bozza della legge di bilancio 2023 all’articolo 45 prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. La norma prevede che: “Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore della presente legge, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni”. Questo implica che il contribuente non dovrà fare nulla per far valere tale cancellazione.

La norma prevede inoltre che “L’agente della riscossione trasmette agli enti interessati, entro il 30 giugno 2023, l’elenco delle quote annullate su supporto magnetico, ovvero in via telematica”.

Definizione agevolata per altre cartelle esattoriali

L’articolo 46 del disegno di legge di bilancio 2023 definisce invece gli importi diversi da quelli compresi nell’articolo 45 e affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

In questo caso viene applicata la definizione agevolata con la possibilità di estinguere il debito fiscale senza il pagamento delle somme previste a titolo di interessi e di sanzioni, ma versando esclusivamente le imposte e il rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento. Per il versamento degli importi è possibile procedere a un unico versamento entro il 31 luglio 2023 oppure chiedere la rateizzazione degli importi fino a un massimo di 18 rate, la prima e la seconda di queste devono però corrispondere al 10% complessivamente dovute, le rimanenti di minore importo uguale per ogni mese. Le scadenze saranno:

  • 31 luglio;
  • 30 novembre 2023;
  • 28 febbraio;
  • 31 maggio;
  • 31 luglio;
  • 30 novembre di ciascun anno fino a completare il pagamento.

In caso di pagamento rateale dal 1° agosto 2023 sugli importi sono caricati interessi legali pari al 2%.

I contribuenti che vogliono addivenire alla definizione agevolata, devono farne richiesta all’agente di riscossione entro il 30 aprile 2023.

Per conoscere in sintesi tutte le misure approvate con il disegno di legge di bilancio 2023, leggi l’articolo:

Manovra finanziaria: tutte le misure in breve, sigarette, carburanti, benzina, pace fiscale

 

 

Cartelle esattoriali, sanzione solo al 5% e altri cinque anni per pagare

Cartelle esattoriali arrivano le novità sulla nuova manovra che prevede una tregua per le famiglie e le imprese, i dettagli in merito ai debiti dei contribuenti.

Cartelle esattoriali, in attesa del nuovo decreto aiuti

In attesa del nuovo decreto aiuti arrivano delle novità per le cartelle esattoriali. Già dalla fase di campagna elettorale il premier Meloni ha parlato di pace fiscale e riduzione delle tasse. Più che altro una tregua per le famiglie e le imprese per un determinato periodo che possa permettere di rimettersi in linea con i pagamenti. Anche perché gli ultimi due anni sono stati davvero difficili tra Covid, guerra nel cuore dell’Europa, inflazione e crisi mondiale.

Lo stesso lo h ribadito anche il ministro all’economia Giorgetti che ha parlato di “tregua fiscale”. Inoltre nella legge di bilancio si prevede anche il rinnovo per i primi mesi del 2023 delle misure relative ai crediti di imposta a favore delle imprese per l’acquisto di energia e gas. Anche al contenimento degli oneri generali di sistema per le utenze di energia e gas ed al taglio a 5% dell’Iva sui consumi. Una misura che serve soprattutto per i soggetti con bassi redditi.

Le novità previste dal decreto

In merito alle cartelle esattoriali le novità dovrebbe essere su più fronti. Una sanatoria che potrebbe vedere un “saldo e stralcio” per chi vuole mettersi in riga. Per pagare sembra essere possibile farlo attraverso una rateizzazione fino a cinque anni. Per un debito fino a 2500 euro il debitore dovrà pagare solo il 20% dell’importo dovuto. Una misura solo per chi ha un reddito fino a 25 mila euro. Per le stesse persone è anche possibile un condono totale delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro.

Tuttavia un grande problema rimane quello delle cartelle inesigibili. Secondo Maurizio Leo, responsabile economico di Fdl e viceministro dell’Economia, “l’Agenzia delle entrate deve togliere di mezzo le cartelle inesigibili, perché li non ci sarà di che recuperare e comunque parliamo di importi inferiori al costo di recupero”. Infine in caso di importi e redditi superiori l’imposta andrebbe pagata per intero, ma quel circa 40% di sanzioni e interessi verrebbero sostituiti da una assai più modesta maggiorazione del 5%, con un comodo pagamento in rate decennali.

Cartelle esattoriali, è in dirittura d’arrivo la rottamazione quater

Martedì potrebbe giurare il nuovo Governo e già ci sono molte indiscrezioni sui provvedimenti che saranno adottati fin da subito, tra questi, oltre ad interventi volti ad affrontare il caro bollette, vi è la pace fiscale con la rottamazione Quater. Continuano a trapelare informazioni circa i dettagli del provvedimento che potrebbe portare a sanare numerose cartelle esattoriali.

Rottamazioen quater: saranno comprese anche le cartelle esattoriali rottamate e decadute?

La rottamazione quater è il cavallo di battaglia della Lega da ormai molto tempo. Gli ostacoli da superare sono di tipo economico, infatti è necessario fare in modo che non vengano meno le entrate fiscali necessarie a fornire i vari servizi pubblici. Nonostante questo, è molto probabile che un qualche intervento vi sarà al fine di evitare di aggravare la situazione già compromessa di molte famiglie e imprese. In base alle indiscrezioni rese note dal quotidiano di Confindustria, Il Sole 24Ore, sembra che la nuova pace fiscale includa anche le cartelle esattoriali decadute dai precedenti provvedimenti.

Sono numerosi infatti i soggetti che a causa della pandemia non sono riusciti a far fronte al pagamento della rottamazione ter e di conseguenza sono decaduti. A questo proposito ricordiamo che il 30 novembre, con termine ultimo di pagamento il 5 dicembre, scade l’ultima rata della rottamazione ter.

Rottamazione quater fino ai carichi fiscali di giugno 2022

La rottamazione quater quindi sarebbe un vero e proprio maxi condono fiscale e dovrebbe riguardare i carichi fiscali affidati alla riscossione fino a giugno 2022, quindi fino a pochi mesi fa.

In questa prospettiva, non ancora confermata, la nuova pace fiscale andrebbe a ricomprendere anche molti debiti fiscali maturati con l’emergere della crisi energetica.

Tra le ipotesi allo studio c’è anche uno sconto su sanzioni e interessi che dovrebbe portare a una riduzione fino al 5%, come forfait, mentre resterebbe dovuto il pagamento del debito iniziale.

Infine, il piano dei versamenti potrebbe essere portato a una rateizzazione fino a 10 anni, un termine su cui molti hanno però dei dubbi perché metterebbe in difficoltà le casse dello Stato. Proprio per questo l’ipotesi più credibile è che il piano di rateizzazione possa scendere a 5 anni.

Cartelle esattoriali, come si pagano quando arrivano?

Le cartelle esattoriali sono brutte notizie per il contribuente, perché riguardano dei pagamenti non eseguiti. Ma come si pagano, ecco i diversi modi.

Cartelle esattoriali, cosa sono e come si pagano?

La cartella di pagamento è l’atto con il quale l’Agenzia delle Entrate- Riscossione richiede il pagamento delle somme risultate a debito del contribuente a seguito dell’attività di controllo dell’ente creditore. In altre parole è un debito che chi lo riceve deve versare e lo deve fare nel più breve possibile per evitare eventuali more o interessi.

Tuttavia la cartella di pagamento contiene al suo interno non solo la somma dovuta, ma anche l’intimidazione ad adempiere entro 60 giorni dalla notifica. L’ente dispone anche la possibilità di fare una rateizzazione delle somme dovute. Ad esempio l’ente precisa che per le richieste di rateizzazione presentate a partire dal 16 luglio 2022, è elevato da 60 mila a 120 mila la soglia per ottenere la dilazione.

Cartelle esattoriali, i modi per pagarle

La cartella di pagamento è notificata con allegato di bollettino RAV o il Modulo pagoPa entrambi precompilati con l’importo da versare. Tuttavia il pagamento può essere effettuato in diversi modi:

  • il servizio Paga-online disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate Riscossione;
  • utilizzando i canali telematici delle banche, Poste Italiane e di tutti gli atri prestatori di servizio di pagamento aderenti al nodo PagoPa;
  • presso gli sportelli dell’Agente della riscossione;
  • attraverso le banche, le poste e i tabaccai.

Inoltre è possibile anche effettuare il versamento se si è all’estero. Questo è possibile utilizzando il Modulo di pagamento pagoPa, oppure con il bonifico sul conto corrente bancario intestato all’Agente della riscossione con indicazione obbligatoria, nella causale del pagamento, del codice fiscale del debito ed il numero della cartella di pagamento.

E’ possibile pagare attraverso la compensazione

E’ possibile pagare attraverso la compensazione i debiti relativi ad imposte erariali e relativi oneri accessori. La compensazione può essere fatta attraverso la compensazione con crediti che riguardano le stesse cose. Inoltre la compensazione può essere fatta attraverso il modello F24 Accise, con il relativo codice contributo.

E’, infine, consentito pagare la cartella di pagamento utilizzando in compensazione crediti commerciali vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione purché si tratti di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili certificati attraverso la piattaforma informatica del ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. In ogni caso, si consiglia di pagare la cartella esattoriale non appena viene notificata, anche attraverso la rateizzazione.

Cartelle esattoriali: allo studio il maxi condono fiscale. Le ipotesi

Iniziano a trapelare le prime informazioni su quelli che saranno i primi provvedimenti del prossimo governo. Tra le promesse elettorali c’era la pace fiscale e proprio in merito a questa ci sono le prime indiscrezioni. Vediamo cosa potrebbe profilarsi.

Le ipotesi di maxi condono fiscale

Ad annunciare la sanatoria, o condono fiscale, è stato Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia. Non c’è una sola ipotesi in ballo, ma diverse, cercheremo quindi di delinerare i tratti delle varie possibilità.

Già nei giorni passati avevamo parlato di una rottamazione quater, ma ora iniziano a delinearsi meglio i dettagli.

La prima ipotesi in circolo riguarda i debiti fiscali inferiori a 1.000 euro che potrebbero essere cancellati, ecco perché si parla di stralcio.

La seconda ipotesi possibile è uno stralcio al 20% delle cartelle esattoriali di importo compreso tra 1.000 e 3.500 euro. In particolare il contribuente dovrebbe pagare solo il 20% del debito fiscale, mentre l’80% dovrebbe essere condonato. Da quanto trapela questi importi dovrebbero essere pagati in breve tempo, senza rateizzazioni, dovrebbero quindi consentire di fare cassa.

Sanzioni ridotte per le cartelle esattoriali superiori a 3.500 euro

Per le cartelle di importo superiore a 3.500 euro invece sarebbe previsto un mini condono, cioè l’applicazione all’importo iniziale di una maggiorazione solo del 5% senza ulteriori sanzioni. In questo caso verrebbe applicata in automatico una rateizzazione degli importi in 10 anni.

Secondo le indicazioni di Maurizio Leo, si tratterebbe di misure una tantum finanziate con l’extra gettito fiscale derivante dal caro bollette. Precisa però il responsabile economico di Fratelli d’Italia che per definire meglio il condono fiscale è necessario attendere il NADEF, la nota di aggiornamento al DEF ( Documento Economico Finanziario). Dalle prime indiscrezioni,  sembra sia disponibile un tesoretto da 20 miliardi, di questi 10 dovrebbero andare al contrasto dei rincari delle bollette.

Non è ancora nota la portata di questi provvedimenti che ad ora sono solo ipotesi, infatti non è stato delineato l’arco temporale interessato e se nel maxi condono fiscale o rottamazione quater dovrebbero rientrare anche le cartelle esattoriali che sono state oggetto di rottamazione ter e saldo e stralcio da cui i contribuenti sono decaduti per non aver rispettato i termini.

L’obiettivo del maxi condono fiscale sarebbe migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti aprendo una nuova era caratterizzata dalla reciproca fiducia.

Per quanto riguarda i tempi, ricordiamo che solo il 13 ottobre vi sarà la prima seduta del Parlamento, stringendo al massimo i tempi, il 15 potrebbe esservi la designazione dei presidenti di Camera e Senato e subito dopo la convocazione del potenziale Presidente del Consiglio. La formazione del governo potrebbe però essere più difficile del previsto visto i primi screzi che sembrano esservi con la Lega.

Cartelle esattoriali, anche se si è disoccupati vanno pagate?

Le cartelle esattoriali sono debiti che i contribuenti hanno nei confronti dello Stato. Ma se si è disoccupati, si devono pagare lo stesso?

Cartelle esattoriali, si pagano anche da disoccupati?

Se si pensa che essendo disoccupati tutti i pagamenti passano in secondo piano, si sta facendo un grosso errore. Anche perché è possibile avviare un eventuale pignoramento anche nei confronti di chi non ha un lavoro. Questo perché il debitore risponde delle proprie obbligazioni con tutti i suoi beni, sia quelli presenti che quelli futuri.

Quindi anche nel caso di disoccupazione occorre pagare le cartelle esattoriali. Tuttavia, ci sono delle soluzioni diverse al problema. La prima soluzione parte da  un concetto di base: nessuno  vieta di versare delle piccole somme. In altre parole, versando piano piano quello che si può non solo si va a ridurre il debito nei confronti dell’Erario, ma si dimostra la volontà di pagare.

Inoltre per iscrivere ipoteca sulla casa il debito deve essere almeno di 20 mila euro, mentre per il pignoramento della casa, il debito deve essere di almeno 120 mila euro. Quindi pagare, anche poco per volta, evita situazioni ben più peggiori, che invece si verificheranno certamente, se si ignorasse il debito.

Cartelle esattoriali, pagare attraverso la rateizzazione

L’agenzia delle entrate riscossione prevede anche la rateizzazione per il pagamento dei debiti dei contribuenti. La rateizzazione prevede delle scadenze e degli obblighi da rispettare. Tuttavia il piano ha il vantaggio di pagare poco per volta e anche parenti e familiari, se vogliono possono aiutare nei pagamenti  accollarsi addirittura il debito. Ma cosa principale il piano elimina il fermo amministrativo. 

Il piano di rateizzazione può anche prevedere 72 rate, per debiti fino a 60 mila euro, quindi gli importi da pagare alle scadenze sono più basse. Inoltre il mancato pagamento di una sola rata non comporta la decadenza dell’accordo. Infine la decadenza avviene solo se non si pagano cinque rate, anche non consecutive, dell’intero piano.

Cosa rischia chi non paga?

Se invece non si pagano le cartelle esattoriali e non si ha nemmeno la voglia di farlo attraverso piccoli pagamenti, le conseguenza possono essere tante. Infatti l’Agenzia delle entrate Riscossione può:

  • disporre il fermo auto se il contribuente ha un mezzo intestato;
  • pignorare eventuali conti in banca e locazioni;
  • pignorare anche le pensioni di invalidità o altri assegni di previdenza o assistenza;
  • se il contributo di disoccupazione (Naspi) viene versato in banca, è possibilità pignorare il conto corrente.
  • pignorare anche eventuali beni derivanti da successive eredità.

Nel caso in cui il contribuente debitore è sposata e in regime di comunione dei beni è possibile pignorare il 50% dei beni del coniuge come conto corrente e casa.