Frodi Superbonus, dilatati i termini di accertamento

Con il decreto fiscale approvato il 25 gennaio 2024 cambiano i termini per l’accertamento delle frodi fiscali da Superbonus e altri bonus edilizi. Ecco cosa succede.

Frodi Superbonus, dilatati i termini per l’avviso di accertamento

Fin dal suo insediamento il Governo Meloni ha sottolineato che il Superbonus con la cessione del credito e lo sconto in fattura ha fatto lievitare in modo considerevole le frodi legate alle agevolazioni fiscali in edilizia. Il danno è ingente e diventa importante fare in modo che chi ha commesso errori paghi. Proprio per questo motivo si è provveduto ad aumentare i termini temporali entro i quali è possibile inviare l’avviso di accertamento ai contribuenti.

Nella generalità dei casi i termini per l’invio di un avviso di accertamento scadono al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione sulla quale l’avviso stesso è stato emesso. A sottolineare l’importanza di questa novità è il vice-ministro all’Economia Maurizio Leo. Con le novità introdotte i termini salgono a 8 anni.

I documenti da conservare per  l’avviso di accertamento

Si sottolinea che le operazioni di indagine saranno concentrate soprattutto sulle operazioni di cessione del credito e sconto in fattura. Queste hanno permesso di eseguire i lavori senza anticipare le quote inerenti le agevolazioni fiscali. Le frodi finora scoperte hanno riguardato nel 5% dei casi il Superbonus, nel 23% dei casi l’ecobonus ordinario e nel 58% dei casi il bonus facciate.

Si invitano quindi i contribuenti che hanno effettuato tali lavori a conservare per un termine più lungo rispetto a quanto prima previsto la documentazione utile all’Agenzia delle Entrate per verificare i lavori.  Si devono conservare le fatture per i pagamenti, la comunicazione Enea, la delibera assembleare e le tabelle millesimali riferibili ai singoli condomini nel caso in cui i lavori siano eseguiti su parti comuni degli edifici.

Infine, deve essere ricordato che nel caso in cui emergano dati contraddittori inerenti operazioni di cessione del credito o sconto in fattura, saranno oggetto di controllo anche il fornitore e il cessionario.

Secondo le stime la maggior arte delle frodi fiscali operate sui bonus edilizi hanno avuto ad oggetto lavori inesistenti.

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Bonus barriere architettoniche 2024 ristretto, tutte le novità

Con l’eliminazione della cessione del credito e lo sconto in fattura per la maggior parte dei bonus ristrutturazioni e con la riduzione dell’aliquota prevista per il Superbonus, chi aveva intenzione di eseguire lavori di ristrutturazione si era orientato sul bonus barriere architettoniche. Al fine di evitare abusi il legislatore con il decreto 212 del 2023 ha cambiato le regole. Ecco quali sono i limiti del bonus barriere architettoniche 2024.

Il bonus barriere architettoniche

Con la legge di bilancio per il 2023 era stato prorogato il bonus barriere architettoniche fino al 31 dicembre 2025. Questo particolare bonus prevedeva la possibilità di eseguire lavori di ristrutturazione volti ad agevolare l’accessibilità ai disabili con una detrazione al 75%. I lavori che potevano essere eseguiti con questa agevolazione erano numerosi, infatti vi rientrava non solo l’installazione di ascensori e montascale, eliminazione di scale, ma anche la sostituzione degli infissi con modelli che potessero migliorare la fruibilità, il rifacimento dei bagni e l’installazione di sistemi domotici.

Tra i vantaggi della disciplina vigente era previsto che per il bonus barriere architettoniche rimasse in vigore la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura. Queste particolari norme hanno portato abusi e proprio per questo il decreto 212 del 28 dicembre 2023 le regole cambiano.

Le novità per il bonus barriere architettoniche 2024

La prima novità è rappresentata dal fatto che dal 1° gennaio 2024 sarà possibile avvalersi delle agevolazioni del bonus barriere architettoniche solo per interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi a oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

Addio quindi alla detrazione per il rifacimento dei bagni, per l’installazione di infissi e per sistemi domotici, tranne nel caso in cui siano collegati evidentemente ad ascensori, servoscale, rampe di accesso.

Questa non è l’unica novità del 2024, infatti dal 1° gennaio cambiano anche le regole per la cessione del credito e lo sconto in fattura strumenti non più generali, ma utilizzabili solo in determinati casi:

  • lavori eseguiti sulle parti comuni degli edifici condominiali a prevalente destinazione abitativa;
  • lavori eseguiti da singoli proprietari su appartamenti o edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale, ma a condizione che il reddito non superi 15.000 euro;
  • nucleo familiare in cui sia presente un soggetto disabile (in questo caso non si applica alcun limite di reddito).

In tutti gli altri casi è possibile avvalersi di detrazioni fiscali Irpef e Ires con rate divise in 5 anni. Restano invece anche per il 2024 i limiti di spesa previsti, più facili da rispettare visto che è stata ridotta notevolmente la portata del bonus barriere architettoniche:

  • 30.000 euro per gli edifici con oltre otto unità immobiliari, da intendersi per ogni unità immobiliare presente;
  • 40.000 euro per edifici composti da due a otto unità immobiliari, da intendersi per ogni unità immobiliare presente;
  • 50.000 euro per edifici unifamiliari o unità interne a edifici plurifamiliari indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno.

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Bonus casa non utilizzati, scatta l’obbligo della comunicazione

Dal 1° dicembre 2023 i contribuenti attraverso la piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate dovranno comunicare i bonus edilizi non utilizzati.

Come effettuare la comunicazione dei crediti inutilizzabili

Chi ha effettuato lavori edilizi utilizzando bonus casa, superbonus e altri incentivi in materia edilizia, nel caso in cui abbia optato per la cessione del credito o lo sconto in fattura e abbia nel cassetto fiscale dei crediti non utilizzati, deve provvedere a comunicare tale fatto all’Agenzia delle Entrate. La funzione sarà disponibile a partire dal 1° dicembre 2023. L’obbligo ricade sull’ultimo cessionario.

L’articolo 25 del Decreto Legge n. 104/2023 prevede l’obbligo di comunicare i crediti inutilizzabili, l’obbligo è diventato operativo con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate datato 23 novembre 2023. Dal 1° dicembre 2023 il sistema sarà operativo.

Le procedure da utilizzare sono diverse a seconda che trattasi di crediti tracciabili che, quindi, risultano essere dotati di un codice identificativo, secondo quanto previsto all’interno del comma 1-quater, del Decreto Legge n 34/2020 oppure crediti non tracciabili.

Nel primo caso nella comunicazione dei bonus edilizi e del superbonus utile per censire i crediti non utilizzabili deve essere inserito il protocollo telematico attribuito al momento della prima cessione e le rate annuali di tali importi.

Per i crediti non tracciabili il contribuente deve indicare gli estremi identificativi della rata annuale del credito relativo alla comunicazione di prima cessione o sconto in fattura.

Sia per i crediti tracciabili che per i crediti non tracciabili, il contribuente deve indicare la data nella quale l’ultimo cessionario è venuto a conoscenza dell’evento che ha determinato l’inutilizzabilità del credito. Al termine della trasmissione dei dati i crediti inutilizzabili saranno scalati dalla disponibilità del cessionario.

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Comunicazione crediti inutilizzabili per sequestro

All’Agenzia delle Entrate nelle Faq ha anche precisato che tale procedura non deve essere seguita nel caso in cui i crediti inutilizzabili, siano tali a causa di un sequestro. Precisa l’Agenzia che “il sequestro di tali crediti, infatti, viene comunicato dall’Autorità giudiziaria all’Amministrazione finanziaria che ne sospende tempestivamente la possibilità di utilizzo in compensazione, eliminandoli dal cassetto fiscale.

Precisa, inoltre che devono invece essere comunicati i crediti non utilizzabili a causa di errori procedurali che ne inibiscono l’utilizzo.

Cessione del credito Superbonus, c’è tempo fino al 30 novembre per la remissione in bonis

L’Agenzia delle Entrate rende noto che per i contribuenti che vogliono avvalersi della cessione del credito per le spese Superbonus sostenute nel 2022 c’è tempo fino al 30 novembre 2023 per la remissione in bonis, cioè per rientrare nei termini previsti da legge. Ecco i dettagli.

Remissione in bonis per la comunicazione dell’opzione

Il decreto Cessioni, decreto 11 del 2023, ha portato molte novità nel campo del Superbonus, la più importante è il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura, vi sono però delle ipotesi in cui è possibile avvalersi ancora di questo strumento. La normativa Superbonus prevedeva che coloro che volevano esercitare la cessione del credito o lo sconto in fattura dovevano comunicare l’opzione entro il 31 marzo 2023.

In quel periodo vi sono però stati problemi con le piattaforme e di conseguenza molti non sono riusciti a effettuare la comunicazione dell’opzione, proprio per questo motivo è stata introdotta la remissione in bonis che prevede, dietro pagamento di una sanzione di 250 euro, la possibilità di esercitare l’opzione in ritardo, ovvero entro giovedì 30 novembre 2023.

Come esercitare la remissione in bonis e recuperare la cessione del credito

Il decreto Cessioni all’articolo 2-ter prevede la possibilità di inviarla, nel caso di omessa o tardiva presentazione dell’asseverazione di efficacia degli interventi per la riduzione del rischio sismico, a partire dalle spese sostenute nel 2022, entro il termine di presentazione della prima dichiarazione dei redditi, nella quale deve essere esercitato il diritto a beneficiare della detrazione della prima quota costante dell’agevolazione.

Nello stesso decreto l’articolo 2-quinquies prevede che se il contribuente vuole esercitare l’opzione di cessione del credito o dello sconto in fattura ma non ha rispettato il termine del 31 marzo 2023, può avvalersi della remissione in bonis inviando la comunicazione entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile, ossia entro il 30 novembre 2023.

Tale procedura può essere utilizzata per le spese sostenute nel 2022 e per le rate residue non fruite riferite alle spese sostenute nel 2020 e 2021.

Per esercitare l’opzione deve essere individuato un cessionario tra quelli ammessi, cioè banche, intermediari finanziari e imprese di assicurazione.

L’Agenzia ricorda che la remissione in bonis deve essere effettuata per ciascuna comunicazione di cessione del credito non effettuata nel termine del 31 marzo 2023. Inoltre, come previsto nella circolare 27 del 2023, nel caso in cui il contribuente abbia effettuato più comunicazioni, ma versato la sanzione di 250 euro una sola volta, il versamento delle ulteriori somme dovute, necessarie a perfezionare la remissione in bonis, può avvenire anche successivamente alla presentazione delle comunicazioni, purché sia eseguito entro lo stesso termine del 30 novembre 2023.

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Aperta la piattaforma per la cessione del credito Poste Italiane

Poste Italiane ha comunicato la riapertura della piattaforma per la cessione del credito da Superbonus e altri bonus edilizi a partire dal giorno 3 ottobre 2023. Ecco le condizioni di acquisto.

Aperta la piattaforma per la cessione del credito di Poste Italiane

Dal momento della riattivazione Poste Italiane valuta l’acquisto dei crediti d’imposta unicamente da soggetti persone fisiche che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (c.d. prime cessioni). La richiesta di cessione del credito da parte dei cedenti non implica la conclusione dell’accordo, lo stesso si intende concluso solo al momento dell’accettazione della proposta di Poste Italiane.

Possono accedere alla cessione del credito Poste Italiane solo i clienti che hanno un conto BancoPosta, per inoltrare la richiesta è necessario identificarsi sulla piattaforma attraverso lo Spid, che può essere stato rilasciato da qualunque provider.

Nell’istanza deve essere indicato anche un indirizzo di posta elettronica, infatti tutte le comunicazioni tra cedente e Poste Italiane avvengono esclusivamente con questo mezzo.

Condizioni della cessione del credito con Poste Italiane

Nel comunicato Poste Italiane indica anche le condizioni della cessione del credito. In primo luogo possono essere ceduto crediti maturati esclusivamente da Persone fisiche, non imprese, che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (c.d. prime cessioni). Poste Italiane, dunque, al momento non acquista nessun credito d’imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di sconto in fattura.

Inoltre l’istituto valuta proposte di cessione del credito esclusivamente nel caso in cui il cedente si sia avvalso della collaborazione di:

  • Un intermediario fiscale riconosciuto dall’Agenzia delle Entrate per effettuare la trasmissione del “modulo di esercizio dell’opzione di cessione del credito d’imposta” all’Agenzia delle Entrate.
  • Un asseveratore.

Quali crediti acquista Poste Italiane con la cessione del credito?

Possono avvalersi della cessione i contribuenti che abbiano eseguito una di queste opere:

  • Superbonus 110%, credito d’imposta ai sensi dell’art.119 del Decreto Rilancio (DL n. 34/2020);
  • Ecobonus ordinario (efficienza energetica e installazione di impianti fotovoltaici), ai sensi dell’art. 14 del DL n. 63/2013 e dell’art.16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir;
  • Sismabonus ordinario (misure antisismiche), ai sensi dell’art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del DL n. 63/2013;
  • Ristrutturazione (recupero patrimonio edilizio), ai sensi dell’art. 16-bis, comma 1, lettere a) e b), del Tuir;
  • Recupero o restauro facciate, ai sensi art. 1, comma 219 e 220, della L. n. 160/2019;
  • Installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, ai sensi dell’art.16-ter del DL n. 63/2013;
  • Eliminazione delle barriere architettoniche, ai sensi dell’art. 119-ter del Decreto Rilancio, a fronte di spese sostenute dal 1° gennaio 2022.

Percentuali del credito riconosciute da Poste Italiane

La cessione del credito, come risaputo, prevede comunque che il cessionario abbia un margine di guadagno, questo implica che il cedente non riceve quanto maturato nel cassetto fiscale, ma di meno. Si tratta però di una caratteristica comune a tutti i cessionari, anche se alcuni possono essere più vantaggiosi. Queste sono le percentuali riconosciute da Poste Italiane:

  • 94 euro per ogni 110 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi relativi al Superbonus 110 con recupero in 4 anni (pari all’85,5% del valore nominale del credito d’imposta maturato).
  • 84,5 euro per ogni 100 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il Superbonus 110% con recupero in 5 anni (pari all’84,5% del valore nominale del credito d’imposta maturato).
  • 70 euro per ogni 100 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il Superbonus 110% con recupero in 10 anni (pari al 70% del valore nominale del credito d’imposta maturato).

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Cessione del credito e sconto in fattura, chi può avvalersene?

L’Agenzia delle Entrate con la circolare 27 del 7 settembre 2023 ha chiarito in quali casi ancora oggi è possibile avvalersi dello sconto in fattura e cessione del credito per i bonus edilizi, tra cui il Superbonus.

Deroghe al divieto di cessione del credito

In seguito all’entrata in vigore del decreto Cessioni, il 17 febbraio 2023, i contribuenti non possono esercitare l’opzione per la cessione del credito e lo sconto in fattura per i lavori edilizi previsti nel decreto Rilancio. Sono previsti però casi di deroghe tassative. Vista la confusione che si è generata negli ultimi mesi, l’Agenzia delle Entrate ha pensato a una circolare ricognitiva dei casi in cui è possibile ancora esercitare l’opzione per lo sconto in fattura e cessione del credito.

Si può esercitare l’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito:

1) per le spese sostenute e documentate dal 1° gennaio 2022 per gli interventi relativi al superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche;

2) per le spese sostenute per gli interventi ammessi al Superbonus per i quali, alla data del 16 febbraio 2023, risulti:

a) presentata la Cila, per interventi diversi da quelli effettuati dai condomini;
b) adottata la delibera assembleare di approvazione dei lavori e risulti presentata la Cila, nei casi d’interventi effettuati dai condomini
c) presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici.

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Quali altri deroghe sono possibili per la cessione del credito?

Ulteriori deroghe al divieto di cessione del credito sono previste in favore di soggetti che esercitano particolari attività a scopo sociale, si tratta di:

  • IACP ( Istituti autonomi case popolari) oppure altri enti comunque denominati che abbiano la stessa finalità degli IACP, ad esempio in house providing;
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
  • Enti del terzo settore, come associazioni di promozione sociale, organizzazioni non lucrative, associazioni di volontariato.

Infine, si può esercitare l’opzione per la cessione del credito nel caso in cui si tratti di interventi di ristrutturazione su immobili danneggiati da eventi sismici o calamità naturali in zone in cui in seguito a tale eventi è stato dichiarato lo stato di emergenza.

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I paletti al Superbonus 90%, reddito e abitazione principale

Il Superbonus continua a creare confusione, si è detto che è possibile usufruire della detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2023 per coloro che al 30 settembre 2022 avevano realizzato il 30% dei lavori, per tutti gli altri sarà possibile usufruire per i lavori eseguiti nel 2023 del Superbonus al 90%. Per i lavori del 2024 la percentuale della detrazione fiscale scende al 70%. Quali sono però gli altri paletti al Superbonus?

I paletti del Superbonus 90%

Quando con il decreto Rilancio si è provveduto all’introduzione del Superbonus 110% i limiti erano davvero pochi, si poteva ottenere cessione del credito e sconto in fattura, era possibile ottenere i benefici fiscali per la prima casa e per qualunque altro immobile, inoltre non c’erano limiti di reddito. Bastava recuperare due classi energetiche per avvalersi dei benefici fiscali su lavori trainanti e trainati. Con il tempo le cose sono cambiate. Ecco quindi i paletti al Superbonus 90%.

Si può ottenere la detrazione fiscale al 90% solo per i lavori di efficientamento energetico sull’abitazione principale. Su questo punto occorre però precisare che l’Agenzia delle Entrate con la risposta a Interpello 377 del 10 luglio 2023 ha precisato, in riferimento a un immobile demolito e poi ricostruito che il requisito della dimora abituale deve sussistere al momento del termine dei lavori o entro il 31 dicembre 2023.

I limiti di reddito per poter usufruire del Superbonus 90%

Paletti al Superbonus sono previsti anche per quanto riguarda il reddito, infatti la regola generale è che per poter usufruire delle detrazioni fiscali il reddito, calcolato con il Quoziente familiare non deve essere superiore a 15.000 euro. Ma cosa vuol dire esattamente? Ecco i reali limiti:

  • single, reddito 15.000 euro (in questo caso il reddito con quoziente familiare coincide con quanto effettivamente percepito);
  • coppia, soglia di reddito 30.000 euro;
  • single con un figlio a carico, reddito percepito fino a 22.500 euro;
  • coppia con un figlio, 37.500 euro;
  • coppia con due figli, 45.000 euro;
  • coppia con più di 2 figli, 60.000 euro.

Molti hanno criticato la scelta di inserire un reddito come limite alla possibilità di usufruire del Superbonus, specialmente per i lavori iniziati dopo 17 febbraio 2023, data in cui entra in vigore il decreto blocca cessioni che di fatto ha bloccato l’accesso alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Con i limiti di reddito visti, infatti non vi è sufficiente capienza fiscale per potersi avvalere in pieno delle detrazioni fiscali che deriverebbero dal Superbonus.

Ricordiamo nel frattempo che per coloro che hanno crediti fiscali maturati prima del decreto blocca cessioni, a breve sarà ripristinata la piattaforma di Poste Italiane per la cessione del credito. La stessa sarà attiva a partire da ottobre ma solo per le prime cessioni.

Per saperne di più, leggi l’articolo: Cessione del credito, Poste Italiane riapre la piattaforma

Cessione del credito, Poste Italiane riapre la piattaforma

Buone notizie per chi ha crediti incagliati generati da bonus edilizi come Superbonus e bonus ristrutturazione. Poste Italiane ha annunciato il giorno 8 agosto 2023 che aprirà presto la piattaforma per la cessione del credito. Ecco le condizioni.

Poste Italiane, riapre la piattaforma per la cessione del credito: le condizioni di acquisto

La notizia della riapertura della piattaforma per la cessione del credito è arrivata in seguito alla diffusione della notizia che per villette e unifamiliari si può usufruire della proroga del Superbonus al 31 dicembre 2023. È stata diffusa con una scarna nota stampa in cui sono indicate anche le condizioni principali attraverso le quali sarà effettuata la cessione del credito.

Naturalmente la cessione può riguardare solo crediti fiscali maturati prima dell’entrata in vigore dello stop alla cessione del credito prevista dal decreto legge 11 del 16 febbraio 2022.

Poste Italiane permetterà le operazioni di cessione del credito esclusivamente a soggetti privati/ persone fisiche, non vi potranno quindi accedere le imprese.

Inoltre l’importo del credito cedibile sarà ridotto a 50.000 euro. Questo consentirà di effettuare operazioni in favore di più famiglie, si ricorda che si potrà accedere solo per prime cessioni. Poste Italiane nella nota sottolinea che si tratta di un’iniziativa in linea con le indicazioni del Governo che conferma il sostegno costante di Poste Italiane alle famiglie e al sistema Paese.

Quando iniziano le operazioni di cessione del credito di Poste Italiane?

Attualmente non sappiamo le condizioni di acquisto, cioè non sappiamo quale percentuale del credito viene riconosciuta, molto probabilmente le stesse saranno in linea con quelle già praticate da altri soggetti, come Intesa Sanpaolo e Unicredit, cioè gli unici due intermediari finanziari che in questo momento stanno effettuando operazioni di cessione del credito.

Deve inoltre essere ricordato che Poste Italiane ha annunciato la riapertura della piattaforma per la cessione dei crediti da bonus edilizi, ma la stessa comunque avviene agli inizi di ottobre. Naturalmente se nel frattempo non vi sono cambiamenti.

La riapertura della piattaforma per la cessione del credito di Poste Italiane era stata già annunciata dal sottosegretario al MEF Lucia Albano nella sua risposta scritta all’interrogazione parlamentare del mese di luglio 2023.

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Cessione del credito Superbonus, operatori attivi

Superbonus, proroga al 31 dicembre 2023 per unifamilairi

Nel decreto Omnibus, varato il 7 agosto 2023, entra la proroga del Superbonus 110%, ma non per tutti, ecco chi potrà beneficiarne.

Proroga Superbonus 110% chi potrà usufruirne

In base alla normativa attualmente vigente, villette con accesso autonomo e indipendenza funzionale e unifamiliari per le quali entro il 30 settembre 2022 era stato completato il 30% dei lavori possono avvalersi del Superbonus 110% anche per i lavori del 2023 antro però il 30 settembre 2023.

Negli altri casi per tutti i lavori eseguiti nel 2023 l’agevolazione fiscale spetta al 90%. Ricordiamo che con il decreto Cessioni è venuta meno la possibilità di optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura e quindi le agevolazioni possono essere utilizzate esclusivamente sotto forma di detrazioni fiscali.

Purtroppo molti proprietari, proprio a causa del blocco delle cessioni, si sono trovati bloccati perché non avevano sufficiente liquidità per riuscire a terminare i lavori, alcuni in attesa di “vendere” i crediti maturati in precedenza e per i quali è possibile avvalersi ancora della cessione del credito.

Per questo motivo il Governo con il decreto Omnibus ha previsto la proroga al 31 dicembre 2023 delle detrazioni al 110%. Occorre però fare attenzione: la proroga può essere usufruita solo da coloro che al 30 settembre 2022 avevano realizzato il 30% dei lavori, non cambia quindi il presupposto. Ricordiamo che per i lavori eseguiti nel 2023 possono avvalersi delle detrazioni al 110% i soggetti che hanno un reddito calcolato con il quoziente familiare inferiore a 15.000 euro.

Critiche alla proroga Superbonus, misura insufficiente

Questa proroga del Superbonus 110%, pur rappresentando per molti un’opportunità di portare a termine i lavori con un maggiore lasso di tempo, non ha ricevuto il plauso di professionisti e imprese che si aspettavano misure per lo sblocco dei crediti incagliati e proprio per questo attendevano un provvedimento ad hoc e non una misura inserita nel decreto Omnibus.

Ad oggi infatti sono poche le possibilità di ottenere la cessione del credito tramite intermediari finanziari o assicurazioni perché solo Unicredit e Intesa Sanpaolo concedono tale possibilità. Non ci sono invece novità per Poste Italiane e Enel X. Di conseguenza c’è poco spazio per riuscire a collocare sul mercato tali crediti e avere liquidità per poter procedere con i lavori.

Ricordiamo che dal 1° gennaio 2024 la percentuale riconosciuta di agevolazione fiscale scende dal 90% al 70%.

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Cessione del credito Superbonus, operatori attivi

Il tema dei crediti incagliati da Superbonus continua a far discutere e nei giorni passati vi è stata un’interrogazione parlamentare a cui ha risposto il sottosegretario al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), Lucia Albano. Ecco le più importanti novità sui crediti incagliati e gli operatori che consentono la cessione del credito.

Cessione del credito Superbonus, cosa succede?

Con il decreto Cessioni del mese di febbraio vi è strato lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per il Superbonus e altri bonus edilizi. Questo ha creato molto scompiglio, ma soprattutto sono molte le imprese e i provati che sono rimasti con i crediti bloccati e non riescono a collocare sul mercato i crediti già maturati prima del blocco. Per molti l’unica possibilità restano le detrazioni fiscali che possono però essere godute in un arco temporale lungo, possono essere insufficienti rispetto ai crediti maturati e richiedono un anticipo delle spese da sostenere. Ecco perché il tema della cessione dei crediti incagliati desta molto interesse.

L’interrogazione parlamentare mira a definire i piani futuri del Governo per i crediti incagliati, a chiarire se Enel X ha realmente intenzione di aprire ad operazioni di cessioni del credito e a definire quali sono gli operatori ( intermediari bancari, assicurazioni) che intendono intervenire nelle operazioni di cessione dei crediti maturati.

Operatori attivi nella cessione del credito per bonus edilizi

Il Sottosegretario al Mef ha fornito delucidazioni con la risposta 5-01135. Ha indicato gli operatori che attualmente stanno effettuando operazioni di ricessione del credito al fine di liberare capienza fiscale e acquistare dagli operatori nuovi crediti.

Si tratta di:

  • Intesa San Paolo;
  • Sparkasse;
  • Unicredit.

Sottolinea che Poste Italiane ha confermato di essere a lavoro per ripristinare la piattaforma per la cessione del credito. Il Sottosegretario ha ribadito che anche Banco BPM ha annunciato l’intenzione di entrare nel mercato della cessione del credito.

Per quanto riguarda invece Enel X, non vi sono particolari novità, si sottolinea che sta normalmente operando nel suo settore, ma trattandosi di un soggetto privato, il Ministero non può intervenire il suo ruolo è limitato all’interlocuzione.

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Cessione del credito: quali novità ci sono?

Lucia Albano, nella risposta scritta all’interrogazione parlamentare, ha sottolineato che sono inoltre attive le piattaforme per l’incontro di domanda e offerta di cessione del credito. le stesse sono gestite da privati, si tratta di:

  • SiBonus;
  • FederBonus;
  • Finanza.Tech;
  • Giroconto;
  • Innova.Credit.