Cessione del credito: quali novità ci sono?

Quali sono le novità in materia di cessione del credito? Siamo ormai alle porte dell’estate, molte attività iniziano ad andare a rilento e in tanti si chiedono cosa ci aspetta dopo la pausa estiva per quanto riguarda i crediti da Superbonus e altri bonus edilizi incagliati.

Ecco un piccolo sunto.

Sblocco delle cessioni del credito, come approfittarne

Per i crediti fiscali già maturati e bloccati c’è la possibilità di rientrare in una delle operazioni di cessione del credito messe a disposizione dalle banche che stanno lavorando in questo settore. Per approfondimenti si possono leggere gli articoli:

Cessione del credito, sblocco dei crediti da un’altra banca

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Cessione del credito, nuovi fondi per i crediti incagliati.

Nel frattempo ricordiamo che la piattaforma Enel X per ora non riparte e non vi sono particolari novità per quanto riguarda le operazioni più volte annunciate da Poste Italiane.

Per chi ha capienza fiscale e pazienza un’altra possibilità sono le detrazioni fiscali che si possono sfruttare in 10 anni o in 4 anni, l’opzione deve essere esercitata dal contribuente tenendo in considerazione esigenze personali, ammontare dei crediti e capienza fiscale.

Piccoli spazi per nuove cessioni del credito

Nel frattempo ricordiamo che il decreto cessioni non ha bloccato la possibilità di continuare a fruire delle cessioni del credito e degli sconti in fattura anche per i lavori del 2023 per alcuni Bonus, ad esempio il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

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Inoltre ci sono residue possibilità per gli istituti autonomi case popolari ed enti assimilabili per scopi perseguiti.

Le deroghe sono contenute all’interno della legge di conversione del decreto legge 11 del 2023 ( decreto cessioni), cioè la legge 38 del 2023.

La deroga è contenuta nel comma 3 bis dell’articolo 1.

Deroghe vi sono anche anche per le zone colpite da sisma che possono continuare a usufruire di cessione del credito e sconto in fattura.

Cessione del credito, ritardi per Enel X. la piattaforma potrebbe non riaprire

Cattive notizie per chi ha in cassa dei crediti fiscali per lavori in edilizia e vorrebbe optare per la cessione del credito, Enel X aveva infatti annunciato la riapertura della piattaforma, ma sembra che tutto sia bloccato. Ecco cosa succede.

Crediti incagliati, brutte notizie per chi attende la cessione del credito

Sono ancora molti i crediti incagliati da Superbonus e bonus edilizi, fino al decreto Rilancio del 2020 chi effettuava lavori edili aveva la possibilità di ottenere agevolazioni fiscali solo tramite detrazioni da riscuotere in 10 rate annuali di importo uguale. Con il decreto Rilancio viene data la possibilità di ottenere lo sconto in fattura oppure di cedere i crediti a imprese, banche, intermediari finanziari ed assicurativi. Questo consentiva ai proprietari di eseguire lavori senza dover anticipare le spese.

Con il decreto Cessioni, decreto 11 del 16 febbraio, questa opportunità è venuta meno, restano però i crediti maturati in precedenza. Anche per questi vi sono problemi in quanto le imprese hanno praticamente terminato la capienza fiscale, mentre gli altri soggetti non danno disponibilità in quanto intimoriti dai controlli dell’Agenzia delle entrate.

I dati resi noti dalla Guardia di Finanza sulla inconsistenza delle truffe inerenti il Superbonus hanno in parte ridotto il rischio, ma gli effetti li vedremo solo nel prossimo futuro.

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Enel X, perché la piattaforma cessione dei crediti non riapre?

Nel frattempo occorre registrare che Enel X sembra aver abbandonato il proposito di acquistare i crediti maturati.

Dopo l’iniziale dichiarazione di Enel X di essere pronta ad aprire alle cessioni del credito da Superbonus e altri bonus edilizi, ci sono stati dei ritardi. Ora la situazione sembra essere del tutto mutata in seguito al riassetto aziendale e agli impegni economici che la società ha assunto con i progetti PNRR che hanno generato un indebitamento temporaneo dovuto al fatto che la società fornisce anticipi per i progetti Pnrr.

Per chi ha crediti incagliati ricordiamo che è ancora possibile accedere alla cessione del credito messa a disposizione da banca Intesa che sta continuando le operazioni di ricessione del credito per liberare capienza fiscale e di conseguenza acquistare i crediti incagliati.

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Inoltre ricordiamo che resta sempre percorribile la strada delle detrazioni fiscali in 4 o 10 anni.

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Cessione del credito, una banca acquista i crediti incagliati

I crediti incagliati per il Superbonus e altri bonus edilizi ammontano a circa 30 miliardi di euro e l’obiettivo è aiutare famiglie e imprese che hanno effettuato lavori facendo affidamento su cessione del credito e sconto in fattura. Buone notizie sono però in arrivo perché si stanno liberando nuove risorse grazie a Intesa Sanpaolo.

Partono nuove cessioni del credito con Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo è l’istituto di credito che più di altri si sta impegnando in operazioni di ricessione del credito, l’obiettivo è liberare capienza fiscale vendendo i crediti già acquistati, in questo modo è possibile acquistare nuovi crediti.

L’ultima operazione annunciata è la ricessione di crediti per un contro valore di 29 milioni di euro in favore di Piva Group, azienda leader nella produzione e distribuzione di infissi. L’operazione arriva dopo le ricessioni già effettuate in favore dell’Università Luiss Guido Carli e nei confronti di Sacef Group.

Il particolare successo delle operazioni di ricessione dei crediti sviluppate da Intesa Sanpoalo è dovuto al fatto che i crediti prima di essere acquistati dall’Istituto di credito sono sottoposti a meticolosi controlli dalla società Deloitte. Questo implica che i crediti sono verificati e chi li riacquista da Intesa Sanpaolo può avere la certezza di utilizzarli come credito di imposta.

Dal punto di vista pratico l’accordo di Intesa Sanpaolo, consente all’istituto di credito di liberare 29 milioni di euro di crediti fiscali, che saranno nuovamente acquistati da imprese che hanno problemi di crediti incagliati da Bonus edilizi.

Ad oggi Intesa Sanpaolo ha siglato contratti di ricessione del credito per 7,7 miliardi di euro aiutando così molte imprese ad evitare il fallimento.

Per chi è interessato alle operazioni la strada è l’inserimento in piattaforma dei propri crediti.

Nel frattempo è bene ricordare che la piattaforma di Enel X sebbene annunciata da tempo, molto probabilmente riaprirà alle cessioni del credito non prima di settembre.

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Cessione del credito, arrivano le nuove banche

Chi ha eseguito lavori di ristrutturazione edile nei mesi scorsi pensando di potersi avvalere della cessione del credito ha purtroppo trovato spesso le porte chiuse. Questo è dovuto soprattutto al fatto che molti soggetti che avrebbero potuto acquistare i crediti sono al limite della capienza fiscale e a ciò si aggiunge che i controlli eseguiti sui lavori compiuti hanno spesso rivelato frodi che bloccano i rimborsi da parte dell’Agenzia delle entrate a chi ha acquistato i crediti, la situazione diventa ancora più grave.

In questo mese di maggio 2023 vi sono però buone notizie perché diversi soggetti stanno iniziando a riaprire i canali per la cessione del credito. Ecco di chi si tratta.

Intesa Sanpaolo, conclusi gli accordi che aumentano la capienza fiscale per la cessione del credito

La più grande operazione di apertura di canali per la cessione del credito la sta portando avanti il gruppo Intesa Sanpaolo che sta vendendo i crediti già maturati ad altri soggetti e in particolare a Luiss, ha sottoscritto, inoltre, un accordo con la Salcef Group e con il Gruppo Tosto. Queste cessioni hanno consentito a Intesa Sanpaolo di avere ulteriore capienza fiscale e di conseguenza acquistare nuovi crediti da Superbonus e altri bonus edilizi, come il bonus sisma e il bonus barriere architettoniche.

Attualmente quindi la piattaforma per la cessione di Intesa Sanpaolo è aperta e gli acquisti riguardano crediti minimi di 15.000 euro.

Intesa Sanpaolo per le operazioni di acquisto dei crediti si avvale della collaborazione della società Deloitte specializzata nell’analisi dei crediti. Deloitte chiede infatti prove particolarmente esaustive dei lavori posti in essere, in questo modo non vi è il rischio di acquistare crediti inesigibili.

Altre banche che aprono i canali per la cessione del credito

Tra i cessionari che riaprono i canali c’è inoltre la Cassa di Risparmio di BolzanoSparkasse che mette a disposizione per la cessione del credito da bonus edilizi 20 milioni di euro. Ulteriore capienza fiscale è stata liberata anche da Bpm, questo grazie a un accordo con Sciuker Ecospace.

Tra le società che ancora non hanno aperto alla cessione del credito, ma che stanno lavorando a tale ipotesi, vi sono invece Poste Italiane, Enel X e Credite Agricole.

Ricordiamo che è possibile avere informazioni sui canali di cessione del credito attivi attraverso la piattaforma SiBonus.

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Le detrazioni per le spese edilizie si trasmettono agli eredi?

Le ristrutturazioni edilizie sono uno degli argomenti più spinosi degli ultimi tempi questo perché le norme sono cambiate di frequente negli ultimi anni e di conseguenza si è generata molta confusione che l’Agenzia delle entrate prova a dipanare con risposte alle istanze dei contribuenti.

Tra le domande poste vi è quella sulla trasmissibilità delle detrazioni per le spese edilizie agli eredi. Ecco cosa dice l’Agenzia delle entrate.

Dalla cessione del credito alle detrazioni fiscali: si possono ereditare?

Con il decreto 34 del 2020 si è provveduto a riscrivere le norme sulle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edili. In particolare per il Superbonus, il bonus barriere architettoniche e il bonus sisma si è prevista la possibilità di ottenere lo sconto in fattura o la cessione del credito. Si tratta di agevolazioni che permettono di ottenere subito quanto speso.

Dal mese di febbraio 2023 c’è stata un’inversione di tendenza notevole, infatti è stata eliminata la possibilità di ottenere la cessione del credito e lo sconto in fattura, resta invece la possibilità di ottenere le detrazioni fiscali e il contribuente può scegliere se spalmare le stesse fino a 10 anni.

Si possono ottenere le classiche detrazioni fiscali anche su crediti incagliati.

Se per la cessione del credito e sconto in fattura non si creavano problemi inerenti gli eredi perché il credito di imposta veniva liquidato immediatamente attraverso la cessione al fornitore o a terzi soggetti, non è così per le detrazioni. Può capitare che dopo aver riscosso alcune rate, o nessuna, il titolare venga meno. Cosa succede in questi casi? Le detrazioni si perdono? Questa la domanda che un contribuente ha posto all’Agenzia delle entrate che ha così risposto.

Le detrazioni per le spese edilizie si trasmettono agli eredi in caso di morte del beneficiario?

La domanda specifica posta è stata: “Una persona deceduta lo scorso anno stava usufruendo delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie, avendo realizzato interventi su un’abitazione non di proprietà ma in affitto, con regolare contratto di locazione registrato. Le rate restanti di detrazione non ancora richieste si trasferiscono al convivente?”
In questo specifico caso la risposta dell’Agenzia delle entrate è stata positiva, ma al presentarsi di determinate condizioni. Infatti, l’AdE richiede che il convivente possa usufruire delle detrazioni fiscali solo nel caso in cui oltre ad avere la qualità di “convivente” sia anche erede della persona deceduta e che subentri nel contratto di locazione.

Precisa l’Agenzia che non spettano le rate residue della detrazione nel caso in cui il soggetto subentrante nel contratto di locazione non sia un erede. Ad esempio, non spetta nel caso di convivente di fatto non nominato erede dal de cuius oppure nel caso di coniuge che non abba accettato l’eredità.

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Superbonus: arriva la prima sentenza di condanna per il falso condominio

Fino ad ora si è sempre parlato dei controlli sul Superbonus volti a prevenire e reprimere le truffe, ora arrivano le prime sentenze e non ci sono buone notizie per i contribuenti. Si tratta si una condanna per la costituzione di un falso condominio volta ad ottenere agevolazioni a cui non si aveva diritto. La sentenza resa dalla Corte tributaria di Trieste ed è la n° 81 dell’ 11 aprile 2023, ecco cosa stabilisce.

Superbonus, il falso condominio blocca i lavori. Il caso

Nel caso in oggetto, nel pieno rispetto dei termini temporali previsti per il condominio, il condominio presenta una prima attestazione per il completamento del 30% dei lavori. Una seconda attestazione al completamento del 60% dei lavori esercitando l’opzione ex articolo 121 del decreto legge 34 del 2020 (cessione del credito o sconto in fattura).

A seguito di tale seconda comunicazione l’Agenzia delle Entrate ha sospeso il beneficio in quanto ipotizza la falsa costituzione del condominio, infatti si ipotizza il tentativo dell’impresa esecutrice dei lavori di acquisire l’immobile, risanarlo/ristrutturarlo con i benefici del Superbonus per poi rivenderlo.

La ricostruzione parte dal fatto che l’architetto titolare dell’impresa esecutrice dei lavori aveva sottoscritto il preliminare di vendita e aveva anche provveduto al versamento del prezzo pattuito. L’architetto aveva poi trasferito il preliminare di vendita alla coniuge, alla mamma e alla suocera dello stesso architetto. Si provvedeva quindi alla nomina di un amministratore di condominio e i lavori di ristrutturazione affidati poi alla stessa impresa che non avrebbe potuto godere dei benefici della legge 34 del 2020 (Superbonus).

Sentenza: condannati gli escamotage per fruire dei benefici fiscali del Superbonus

Naturalmente in seguito a tale ricostruzione le parti hanno proposto ricorso. Il tribunale di Trieste ha sposato in pieno la teoria dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate e ha sottolineato che appare evidente che la costituzione del condominio è stata un escamotage per accedere a benefici che non sarebbero spettati all’impresa appaltatrice dei lavori. Questi avrebbero dato l’opportunità di realizzare l’intervento di ristrutturazione a spese dello Stato sebbene non spettassero tali benefici.

Il Tribunale ha sottolineato che deve essere applicata una nozione molto rigorosa di condominio visto che la normativa violata ha ad oggetto importanti benefici fiscali.

La pronuncia ora vista è una sentenza di condanna di primo grado, molto probabilmente sarà presentato appello in secondo grado quindi non è chiaro come finirà la vicenda. Resta però che i lavori sono bloccati e a fronte dell’esecuzione del 60% degli stessi sono stati sospesi gli effetti dei benefici fiscali.

Superbonus: Banche e Poste Italiane riaprono alla cessione del credito

Il Superbonus sta mettendo in difficoltà numerose famiglie, non solo per le nuove misure ma anche per i crediti incagliati che stanno mettendo a rischio molti proprietari.

Cessione del credito: al lavoro per sbloccare i crediti incagliati

Il Superbonus ha avuto un percorso molto travagliato, infatti dopo i primi mesi, iniziano a venire i nodi al pettine. Le imprese hanno ormai terminato la capienza fiscale, quindi le uniche possibilità per i proprietari che hanno maturato dei crediti, e a loro volta non hanno capienza, è la cessione del credito a banche e intermediari finanziari.

Questi secondo le stime avrebbero ancora capienza fiscale, ma l’aumento delle responsabilità in caso di truffe con i lavori sul Superbonus hanno di fatto reso la strada in salita e già dalla scorsa estate, oltre ad aver reso le condizioni poco convenienti, hanno iniziato a chiudere all’ipotesi di acquisto dei crediti derivanti dal Superbonus. Ciò ha messo in difficoltà le famiglie che avevano già iniziato i lavori e che si sono ritrovate a dover anticipare i soldi per sbloccare i cantieri contraendo anche debiti, oppure hanno cantieri aperti e in molti casi sono fuori casa.

Le ultime misure del Superbonus

Il Governo ha quindi deciso con il decreto Aiuti Quater di ridurre le percentuali di credito d’imposta che si possono maturare e con il decreto Cessioni del 16 febbraio ha bloccato le nuove cessioni, anche se si sta lavorando ad alcune ipotesi residue. Di conseguenza ora i proprietari potranno fare affidamento solo sulla propria capienza fiscale. Resta però il problema per chi in passato aveva fatto affidamento sulla cessione del credito e ora si ritrova crediti deteriorati. Per queste persone il governo sta lavorando a diverse ipotesi.

Banche e Poste italiane riaprono l’acquisto dei crediti del Superbonus

Il Ministro Giorgetti ha però dichiarato che già nei prossimi giorni saranno riaperte le piattaforme per la cessione del credito di Poste Italiane e di alcune banche. Questo vuol dire che le famiglie più veloci a sfruttare tale opportunità potranno cedere i loro crediti.

A sciogliere questo importante nodo sono state le trattative poste in essere con banche, assicurazioni e Poste Italiane dal Governo. Si ricorda che attualmente sono incagliati circa 20 miliardi di euro di crediti e secondo le dichiarazioni presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato (Fdi) a breve si opterà per il riconoscimento della possibilità di utilizzare i crediti con il modello F24.

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Superbonus e cessione del credito: cosa succede il 31 marzo 2023?

Per i contribuenti che hanno iniziato i lavori con il Superbonus 110%, il 31 marzo 2023 è una data importantissima, infatti coloro che non sono riusciti a cedere il loro credito entro tale data, potranno avvalersi solo delle detrazioni fiscali. Molti contribuenti sono però incapienti, le perdite potrebbero essere ingenti.

Dal 31 marzo 2023 stop alla cessione del credito per il Superbonus

Il Superbonus 110% è stato un provvedimento che ha permesso ai proprietari di effettuare ristrutturazioni volte all’efficientamento energetico potendo godere di importanti benefici fiscali che potevano coprire fino al 110% della spesa prevista. Purtroppo il Superbonus ha creato un buco nelle Casse dello Stato e di conseguenza c’è stato un importante stop dal mese di febbraio 2023. Gli effetti si stanno vedendo man mano e tra le date che è bene segnare c’è il 31 marzo 2023, da questa data infatti non sarà più possibile cedere il credito. Tale norma vale non solo per il Superbonus, ma anche per gli altri lavori in edilizia che avevano usufruito di questa modalità di agevolazione fiscale.

Di conseguenza coloro che hanno eseguito i lavori, da tale data non potranno effettuare la cessione, dovranno pagare i lavori effettuati e in seguito ottenere le detrazioni fiscali sulle proprie imposte. Naturalmente chi ha effettuato lavori di una certa entità potrebbe non riuscire a coprire con le proprie imposte le somme a cui si avrebbe diritto. In base ai calcoli effettuati dal Corriere della Sera, le detrazioni medie avrebbero un costo di circa 114 mila euro, questo implica che i contribuenti per riuscire a sfruttarle dovrebbero avere un reddito annuo di circa 80.000 euro, somma che non molti italiani guadagnano.

Proprietari indebitati a rischio

A ciò deve aggiungersi che molte famiglie, al fine di riuscire a raggiungere il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, obiettivo necessario per non perdere le agevolazioni già riconosciute, hanno anticipato i soldi per i lavori, anche stipulando prestiti e mutui e quindi sono molti oggi a essere indebitati, con il rischio di non riuscire a cedere il credito, lavori non terminati, impalcature ancora installate e con l’elevata probabilità di non ottenere neanche sufficienti detrazioni fiscali. Proprio per questo motivo iniziano a sollevarsi le proteste che accomunano non solo i proprietari, tra cui molti anche in condominio, ma anche i costruttori che in molti casi rischiano il fallimento a causa della sovraesposizione economica e cantieri aperti difficili da terminare. Insomma una situazione difficile da gestire.

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Cessione del credito, l’autocertificazione come soluzione

Cessione del credito potrebbe avere la sua soluzione nell’autocertificazione, almeno per alcuni tipi di bonus. Ecco tutte le novità previste.

Cessione del credito, a che punto siamo?

La cessione del credito continua ad essere un tema di particolare interesse. Del resto il decreto legge n.11 del 16 febbraio 2023 ha stabilito lo stop alla possibilità di poter applicare la cessione del credito e lo sconto in fattura. Un passo che il Governo ha spiegato con l’impossibilità di acquisire tutti i crediti incagliati delle aziende edili. E’ anche vero che il decreto non è stato ancora convertito in legge.

Però lo stop non riguarda tutti i crediti nella loro totalità. Infatti gli interventi in edilizia libera possono ancora sperare nella cessione o nello sconto, se iniziati prima del 16 febbraio 2023. Quindi a questo punto la data del decreto fa da spartiacque tra chi può e chi non adoperare l’opzione di risparmio. Si ricorda che rientrano in edilizia libera i seguenti lavori:

  • sostituzione degli infissi;
  • istallazione di tende;
  • impianto elettrico;
  • ripavimentazione di un appartamento;
  • tinteggiatura della facciata esterna;
  • istallazione di pannelli fotovoltaici.

Cessione del credito, l’autocertificazione

La data importante per quanto riguarda questo tipo di operazioni è quella del 16 febbraio 2023. La come dimostrare che i lavori siano iniziati prima di tale data? La risposta a questa domanda potrebbe essere la l’autocertificazione. Si tratta di una dichiarazione di conoscenza dei fatti, atti o qualità, rilasciata in forma scritta da un soggetto investito di determinate attribuzioni.

Quindi l’autocertificazione potrebbe essere firmata dall’impresa e dal committente accompagnata da un documento che possa provare una data certa. Questa potrebbe essere dimostrata in diversi modi. Ad esempio attraverso un bonifico eseguito per l’inizio dei lavori, una fattura di acquisto di materiali specifici per quel tipo di attività. Di notevole importanza è anche la data della Cila, la dichiarazione di avvio degli interventi, da presentare al Comune dell’immobile interessato ai lavoro

Salvi caldaie ed infissi

L’autocertificazione potrà quindi salvare i bonus edilizi sulle caldaie ed infissi. Tutti interventi che riguardano la piccola edilizia, ma che sono anche quelli più scelti dalle famiglie. Se l’autocertificazione venisse approvata, lo sconto in fattura, sarebbe disponibile per la sostituzione di infissi, caldaie, pompe di calore o condizionatori. Ma in ogni caso così si genera un credito a favore dell’impresa che esegue gli interventi, valido solo se generato prima del 16 febbraio 2023. A questo punto non resta che aspettare le decisioni del Governo in merito. Nella speranza che la decisione arrivi prima possibile, perché le aziende non possono più aspettare.

 

 

 

 

Superbonus: per incapienti, Onlus e Iacp potrebbero esservi deroghe

Le settimane scorse hanno visto notevoli cambiamenti in merito al Superbonus a causa dello stop alla cessione del credito, ora iniziano ad aprirsi degli spiragli, ma solo per alcune categorie di soggetti. Ecco le deroghe che sta valutando il Governo.

Superbonus: allo studio del Governo possibili deroghe allo stop

Lo stop alla cessione del credito è arrivato il 17 febbraio 2023, ora coloro che vogliono effettuare lavori edili e vogliono usufruire delle agevolazioni fiscali per Superbonus, ristrutturazioni, sisma bonus, bonus facciate e altri bonus edilizi, possono scontare i crediti maturati (secondo le nuove percentuali) solo attraverso i loro debiti fiscali. Naturalmente ci sono state molte polemiche perché tale sistema esclude dalla possibilità di ottenere le agevolazioni tutti coloro che hanno redditi bassi e quindi una capienza fiscale ridotta.

D’altro canto il ministro Giorgetti ha sottolineato che il debito pubblico italiano con il Superbonus è fuori controllo, di conseguenza non si può continuare a elargire un eccesso di bonus fiscali, ha paragonato il Superbonus a una vera droga. Il Governo ha però promesso che avrebbe pensato ai crediti incagliati e le dichiarazioni di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, vanno nella direzione di spronare le banche a utilizzare i loro debiti fiscali per la cessione dei crediti.

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Incapienti, Onlus, Sisma bonus, le possibili deroghe allo stop alla cessione del credito per lavori edilizi

Il Governo attualmente è però a lavoro anche per qualche piccola deroga al divieto di nuove cessioni e queste andrebbero in favore esclusivamente delle categorie deboli. Tra le ipotesi allo studio vi è quella di consentire la cessione a incapienti, non è però stato ancora definito cosa si intende per incapienti e quindi quali limiti di reddito potrebbero essere inseriti.

Un’altra ipotesi allo studio è quella di prorogare ulteriormente il termine per l’accesso al Superbonus con cessione del credito per gli Istituti autonomi case popolari (Iacp). Questi attualmente possono usufruire del beneficio fiscale fino 31 dicembre 2023, ma nel caso in cui risultino eseguiti entro il 30 giugno dello stesso anno almeno il 60% dei lavori.

Sembra, infine, che sia allo studio una proroga per le Onlus e per il sisma bonus che prevede agevolazioni fiscali fino all’85% dei lavori nel caso in cui questi siano in grado di assicurare la riduzione del rischio sismico.