Premio europeo per le donne innovatrici

Le donne innovatrici possono partecipare all’EU Prize for Women Innovators, ovvero il premio istituito dalla Commissione Europea dedicato proprio a loro e alla loro capacità di proporre progetti nuovi e validi.
C’è tempo fino al 15 novembre 2017 per potersi iscrivere ed approfittare di questo progetto che mira a valorizzare l’esperienza femminile, ma anche migliorare le opportunità di business offerte dal mondo imprenditoriale dal punto di vista delle donne.

Chi può partecipare e sperare dunque di ricevere il premio, finanziato dal programma Horizon 2020? In particolare le donne che hanno fondato un’impresa o che sono socie di un’azienda promotrice di un progetto innovativo, anche se grazie ai finanziamenti ottenuti per la ricerca.
I premi saranno in realtà tre, e, a seconda del piazzamento, verranno attribuiti 100 mila, 50 mila o 30 mila euro.

Per candidarsi, occorre essere nate dall’1 gennaio 1987 in poi, ed essere fondatrici, o cofondatrici, di un’impresa attiva registrata prima del 1 gennaio 2016.
Il fatturato annuo deve essere stato non inferiore a 100mila euro nel 2015 o nel 2016.
Le candidate devono aver ricevuto per l’impresa un finanziamento europeo o nazionale per la ricerca e l’innovazione, oppure un finanziamento da parte banche o altri istituti.

Le candidature devono necessariamente essere inviate attraverso il portale ec.europa.eu.

Vera MORETTI

tag: EU Prize for Women Innovators, imprese femminili, Commissione Europea, Horizon 2020

Ecobonus e investimenti pubblici: questo ed altro nella manovra

Nessun cambiamento per le agevolazioni fiscali da parte della manovra, almeno per il momento, mentre l’ecobonus subirà alcune novità, estesi a più tipologie, come lavori su giardini condominiali e balconi, oppure la rimozione dell’amianto dai tetti. Le aliquote saranno rimodulate e differenziate considerando l’impatto in termini di emissione e risparmio energetico.

Il governo ha deciso inoltre di dimezzare le stime degli incassi della voluntary-bis per il 2017, passando da 1,6 miliardi inizialmente previsti a 850 milioni indicati nel documento.
L’opposto accade per gli investimenti pubblici, aumentati del 6,2%, ovvero di 2,4 miliardi di euro. Questo verrà particolarmente apprezzato, poiché arriverà a rendere la crescita più robusta e duratura.
Se finora la spinta al Pil è arrivata in gran parte dai consumi e nell’ultimo periodo anche dalla scommessa sugli investimenti privati di Industria 4.0, è sul lato pubblico che i numeri restano ancora negativi.

Nel primo trimestre, infatti, gli investimenti delle amministrazioni pubbliche sono diminuiti del 3,8%, ma l’obiettivo rimane quello di chiudere a +0,4%, per poi arrivare al 2018 con una crescita del 6,2%.

In questo modo, gli investimenti e i contributi in conto capitale nel 2018 aumenteranno di 2,4 miliardi di euro, lo 0,14% del Pil.
Le risorse per gli investimenti pubblici sono destinate ad aumentare a partire dal 2018 ma soprattutto nel biennio 2019-2020, per rendere le infrastrutture italiane ancora più moderne, efficienti e sostenibili ma anche per potenziare le attività di ricerca e sviluppo.

In attesa che ciò si compia, la Commissione europea ha inviato una certificazione dei miglioramenti, poiché, come ha commentato il vicepresidente Valdis DombrovkisL’Italia ci ha notificato i cambiamenti del Def, l’aggiornamento delle previsioni che vedono una migliore crescita e migliori dati sull’occupazione, un aggiustamento di bilancio di 0,3% che corrisponde a un deficit nominale di 1,6%”.

Vera MORETTI

INT sulle consulenze fiscali aggressive

L’Istituto Nazionale Tributaristi, era presente alla consultazione pubblica della Commissione Europea sulle consulenze aggressive fornite dai consulenti fiscali – Disincentives for advisors and intermediaries for potentially aggressive tax planning schemes – Intermediaries tax planning.
In merito, sono stati presentate opinioni relativi ad eventuali rischi ed aggravi che derivano dal controllo preventivo generalizzato dell’attività dei consulenti fiscali.

INT ha voluto precisare che, pur mantenendo la sua posizione favorevole circa il controllo su possibili consulenze aggressive fornite da consulenti fiscali, spera comunque che eventuali obblighi in capo al contribuente e/o all’intermediario abbiano specifici ambiti che tengano conto delle dimensioni del soggetto committente, della localizzazione e del valore dell’operazione derivante dalla consulenza aggressiva nonché del raggio d’azione ovvero inteso come numero dei paesi membri interessati da quella operazione.
Si tratterebbe di una precauzione necessaria per evitare che singoli paesi membri adottino al loro interno regolamenti che, se troppo generalizzati , creerebbero costi e burocratizzazione del lavoro degli intermediari dei contribuenti riducendo l’efficacia del controllo delle effettive consulenze aggressive.

A questo proposito, Riccardo Alemanno, presidente nazionale INT, ha voluto precisare: “Abbiamo sottolineato che siamo ovviamente pienamente d’accordo sul contrastare atti e comportamenti che possano creare situazioni di elusione e/o evasione, ma siamo altrettanto convinti che vadano posti dei limiti alle consulenze da controllare. Limiti che a nostro avviso devono tenere conto della localizzazione dei committenti e dei Paesi ove sarà svolta l’attività, l’importo e la natura dell’ operazione nonché la natura giuridica dei soggetti imprenditoriali coinvolti. La preoccupazione deriva dal fatto che, gli Stati membri possano poi emanare norme troppo invasive dell’attività dei consulenti fiscali e delle imprese assistite. L’elusione e l’evasione si combattono con norme mirate, la generalizzazione di nuovi obblighi in capo all’impresa ed al consulente fiscale provocherebbe solo la ulteriore burocratizzazione delle attività e questo va assolutamente evitato”.

Ovviamente, INT auspica che tutte le organizzazioni rappresentative dei consulenti fiscali presentino i propri pareri in merito, poiché è proprio chi opera nel settore che ha maggior facoltà di dare pareri preventivi, soprattutto nella fase di formazione delle norme.

Vera MORETTI

La Commissione Europea finanzia Fiware Accelerator

80 milioni sono stati stanziati dalla Commissione Europea per portare avanti un ambizioso progetto dedicato ad impresa ed innovazione.
Si chiama Fiware Accelerator e ne potranno beneficiare le piccole e medie imprese e le startup europee che proporranno i loro progetti innovativi.

I settori che saranno conivolti sono molti, poiché le tematiche proposte, i Fiware Accelerators, sono ben 16, tra i quali: agroalimentare, e-health, energia e ambiente, trasporti, media e contenuti, sociale e apprendimento, smart cities, stampa 3D e tecnologie pulite.

Chi può partecipare? Qualsiasi impresa in possesso di un’idea e un progetto valido per realizzarla.

Le aziende partecipanti potranno beneficiare di un finanziamento erogato grazie ad una serie di bandi.
In particolare, sono previsti contributi compresi tra 50.000 e 150.000 euro per le pmi e le startup che prenderanno parte all’iniziativa. Inoltre, riceveranno assistenza tecnica e consulenza per lo sviluppo di applicazioni tramite la piattaforma offerta da Fiware.

Obiettivo primario è promuovere lo sviluppo della digital economy, ed investire nelle capacità imprenditorialità dei giovani, con il lancio di almeno 300 startup di successo.

Vera MORETTI

Watify, progetto per promuovere le startup digitali

Le startup che arrivano dall’Ue sono sostanzialmente in ribasso rispetto a quelle statunitensi: 6% contro 13%.
A mancare non sono però le idee, ma la possibilità di trasformarle in realtà, per timore, ma anche per carenza di mezzi.

Per questo motivo, la Commissione Europea ha lanciato Watify, iniziativa no profit che vuole promuovere l’imprenditorialità digitale, poiché si stima che l’Internet Economy nell’ambito dell’Unione Europea possa creare 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro.

Il progetto avrà durata di due anni e cercherà di aiutare gli aspiranti imprenditori a superare le barriere che impediscono di creare la propria azienda, ma anche supportare le attività già avviate mostrando le opportunità disponibili per il business attraverso l’uso delle tecnologie digitali.

E’ stato anche istituito un tavolo di confronto sull’imprenditorialità composto da responsabili politici degli Stati membri competenti in questo settore, al fine di scambiare opinioni ed esperienze politiche coordinate per forgiare l’attuazione di una imprenditorialità digitale europea.

Il quadro di riferimento è estremamente positivo e le agenzie europee possono fare molto per incoraggiare l’imprenditorialità legata all’economia digitale. Essa, infatti, contribuisce per più dell’8% del PIL nelle economie dei paesi G20, alimentando la crescita e creando ulteriori posti di lavoro.

In Europa diverse ricerche hanno dimostrato che le pmi crescono 2-3 volte più veloce e creano nuove opportunità lavorative solo quando abbracciano tecnologie digitali innovative. Il matrimonio tra tecnologie e imprese, però, non si ferma solo alle startup ma può riguardare le imprese esistenti o quelle “tradizionali” al fine di trasformare tutte le aree di attività.

Le proposte per le imprese riguardano le soluzioni mobile e social, il cloud computing, l’analisi dei dati, la digitalizzazione della produzione, la prototipazione e i test di prodotti industriali, così come le tecnologie collaborative.
Si tratta, ahimè, di potenzialità poco sfruttate, almeno in Europa, se si considera che il 41% delle imprese non sono digitali e che solo il 2% trae pienamente profitto dalle opportunità digitali, con una variazione significativa per diversi settori.

Ma l’inversione di tendenza è alle porte, e si prevede che, entro il 2020, l’industria ICT genererà circa 4 mila miliardi di euro in tutto il mondo e circa il 40% del fatturato del settore e la quasi totalità della sua crescita sarà guidata dalle tecnologie digitali innovative che oggi rappresentano solo il 22% delle spese per ICT.

Vera MORETTI

Via libera a Cosme

L’Europarlamento ha dato il via libera al programma Cosme della Commissione Ue a sostegno delle imprese, che permetterà a 330mila pmi nei prossimi 7 anni di accedere a 2,3 miliardi di prestiti targati Ue.

Ogni impresa potrà beneficiare al massimo di 150mila euro, rendendo l’accesso al credito molto più facile.

Ma non si tratta solo di finanziamenti, perché Cosme fornirà supporto alle imprese per l’internazionalizzazione, in particolare assistendole nell’ingresso su nuovi mercati sia all’interno dell’Ue che fuori, dall’Asean, nel Sud Est asiatico, al Mercosur in America latina.

Ma anche gli aspiranti imprenditori riceveranno un valido aiuto, a cominciare dalla costituzione dell’azienda, fino alla creazione di un giro d’affari con servizi su misura.

Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue responsabile per la politica industriale, ha commentato così l’iniziativa: “Sono particolarmente lieto per il voto del Parlamento europeo, in quanto è il risultato di mesi di duro lavoro delle istituzioni Ue. Cosme renderà la vita delle Pmi molto più facile sostenendole nell’accesso al credito, una questione identificata come cruciale per le imprese nell’Ue”.

Vera MORETTI

Via libera alle infrastrutture per i carburanti alternativi

Il Consiglio europeo dei Trasporti ha dato il via libera alla bozza di proposta elaborata dalla Commissione Europea sulle infrastrutture dedicate ai carburanti alternativi.

La direttiva, che fa parte dell’iniziativa Clean Power for Transport, mira a creare impianti di distribuzione e rifornimento, standard tecnici e norme comuni all’interno dei confini comunitari, elementi ritenuti indispensabili per promuovere la domanda dei consumatori per i carburanti alternativi, come l’elettricità , l’idrogeno e il gas naturale, e per i relativi veicoli.

Ogni Stato membro adotterà un quadro politico nazionale per lo sviluppo del mercato infrastrutturale dei carburanti alternativi infrastrutture, valutando lo stato attuale e il futuro sviluppo e ponendosi precisi obiettivi e budget economici.

Inoltre ogni nazione dovrà determinare:

  • il numero dei punti di ricarica dei veicoli elettrici
  • stazioni di rifornimento nei porti marittimi e interni di gas naturale liquefatto (GNL)
  • stazioni di rifornimento di GNL e di gas naturale compresso (CNG) per i veicoli a motore
  • punti di rifornimento per l’idrogeno (se lo Stato membro dovesse decidere di includerlo nel proprio quadro politico nazionale)
  • fornitura di elettricità nei porti marittimi e interni

Per quanto riguarda, invece, la situazione dei carburanti fossili, nonostante oggi non sia stata registrata nessuna impennata improvvisa, ci si aspettano settimane dure, con un aumento delle accise e quindi sui prezzi alle pompe.
Il motivo è, come già annunciato in precedenza, la necessità di trovare risorse per evitare di far pagare l’Imu ai cittadini.

Nel dettaglio, a livello Paese, i prezzi della benzina vanno oggi da 1,783 di Eni a 1,794 di Q8 e Tamoil, mentre il diesel oscilla tra 1,708 di Eni e 1,726 di Shell e Tamoil.

Vera MORETTI

Dal 2017, dichiarazione Iva uguale per tutti gli stati UE

La Commissione Europea ha lanciato la proposta, sicuramente allettante ed efficiente per quanto riguarda la semplificazione burocratica, di passare ad una dichiarazione sull’Iva standardizzata in tutta l’Unione Europea.
Questo passaggio, se avvenisse, permetterebbe infatti di agevolare la vita delle imprese, ma anche di rendere il Fisco più efficiente.

La Commissione Europea, nell’illustrare la proposta, ha anche dichiarato che con questa modalità le imprese vedrebbero i costi ridotti di quindici milioni di euro all’anno.
Ovvio che l’obiettivo primario è proprio quello di ridurre gli adempimenti burocratici per le imprese, soluzione che porterebbe, come prima conseguenza, quella di agevolare il rispetto degli obblighi fiscali e rendere più efficienti le amministrazioni fiscali in tutta l’Unione.
Questo mentre dall’Iva i paesi europei tutta assieme incassano oltre 190 miliardi di euro l’anno, un quinto, il 21%, delle entrate fiscali totali.

Il provvedimento, comunque, potrebbe entrare in vigore non prima del 2017, poichè la procedura richiede l’approvazione da parte del Consiglio degli Stati europei, senza un voto necessario anche del Parlamento Ue che ha un ruolo solo consultivo.

L’iniziativa fa parte di quelle stabilite dal recente programma Refit per semplificare le norme e ridurre gli oneri amministrativi.
La proposta prevede un insieme uniforme di requisiti per le imprese relativi alla compilazione delle dichiarazioni Iva, indipendentemente dallo Stato membro in cui vengono effettuate. La dichiarazione Iva standard, che sostituirà le dichiarazioni Iva nazionali, farà sì che alle imprese siano richieste le stesse informazioni di base entro le stesse scadenze in tutta l’Ue. Poiché le procedure semplificate risultano più facili da rispettare e da applicare, la proposta odierna dovrebbe anche contribuire a migliorare il rispetto della normativa Iva e, secondo la Commissione, aumentare le entrate pubbliche.

Algirdas Semeta, eurocommissario per la fiscalità, ha dichiarato a proposito: “La dichiarazione IVA standard presenta vantaggi per tutti. Le imprese potranno beneficiare di procedure più semplici, costi ridotti e meno burocrazia. I governi avranno a disposizione un nuovo strumento per facilitare il rispetto della normativa IVA, che dovrebbe aumentare il gettito fiscale. La proposta odierna sostiene quindi sia il nostro impegno per un mercato unico favorevole alle imprese sia la nostra volontà di migliorare il rispetto degli obblighi fiscali“.

Quando la normativa verrà attuata, richiederà la compilazione di 5 caselle, contro le 100 di alcuni Stati membri. Inoltre, le imprese saranno chiamate a presentare la dichiarazione Iva ogni mese, mentre le microimprese lavoreranno su base trimestrale.
L’obbligo di presentare una dichiarazione Iva annuale riepilogativa, che alcuni Stati membri attualmente impongono, sarà abolito.

Inoltre, la proposta incoraggia la presentazione elettronica dell’imposta sul valore aggiunto, che potrà essere in tutta l’Unione. L’Iva rappresenta circa il 21% delle entrate degli Stati membri e tuttavia circa 193 miliardi di euro non sono stati riscossi nel 2011.
La dichiarazione standard può migliorare il rispetto della normativa fiscale e così, afferma ancora la Commissione, dare un contributo importante al risanamento del bilancio in tutta l’Ue grazie all’aumento delle entrate pubbliche.

Vera MORETTI

Premio UE alle donne innovatrici

E’ stata inaugurata la seconda edizione del Premio Ue dedicato alle donne innovatrici, promosso dalla Commissione europea, che vuole riconoscere il pesante contributo che le donne ricercatrici apportano in termini di imprenditorialità ed innovazione, ma anche incoraggiare le donne a sfruttare al meglio le opportunità commerciali per mettere in maggiore risalto i loro progetti di ricerca.

Il Premio è stato pensato per il riconoscimento di progetti già realizzati da donne ricercatrici che operano in uno Stato membro dell’UE o Paese associato del programma quadro di ricerca (VII PQ-RST), che sono fondatrici o co-fondatrici di una società esistente ed attiva, registrata prima del 1 gennaio 2011, e il cui fatturato annuo sia stato almeno 100.000 euro nel 2011 o nel 2012.

E’ prevista l’assegnazione di tre premi, da attribuire ad altrettanti progetti che hanno ottenuto notevoli risultati:

  • Primo premio: 100.000 euro
  • Secondo premio: 50.000 euro
  • Terzo premio: 25.000 euro

Le candidature possono essere presentate on-line fino al 15 ottobre 2013 accedendo alla pagina dedicata sul portale della Commissione europea.

Vera MORETTI

Agevolazioni per le pmi che devono registrare sostanze chimiche

Le piccole e medie imprese che devono registrare sostanze chimiche o richiederne l’autorizzazione all’impiego, possono approfittare di una serie di agevolazioni decise dalla Commissione Europea.

Sono state alzate di 5 punti percentuali le riduzioni già ora previste per le pmi in relazione agli obblighi stabiliti dal Reach, il sistema comunitario di catalogazione, informazione e registrazione delle sostanze chimiche in vigore dal 2007 e che a fine maggio inizierà alla sua terza fase, con l’obbligo di registrazione per le sostanze prodotte anche sotto le 100 tonnellate.
A seconda delle dimensioni, dunque, le pmi potranno beneficiare di riduzioni comprese fra il 35% e il 95% in relazione alle tasse di registrazione standard e fra il 25% e il 90% in relazione alle tasse standard per le domande di autorizzazione.

Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue e commissario responsabile per l’industria, e Janez Potocnik, commissario per l’ambiente, hanno commentato: “Riducendo le tasse a carico delle Pmi indotte dalla legislazione Reach, la Commissione risponde direttamente alle loro preoccupazioni. Ci stiamo adoperando per pervenire a una legislazione sui prodotti chimici che tuteli la salute e l’ambiente e aiuti le imprese europee a crescere e a creare posti di lavoro“.

La decisione è stata accolta positivamente anche da Federchimica, che mette in evidenza come “la riduzione dei costi, particolarmente nei confronti delle medie, piccole e micro imprese, è quanto mai opportuna, considerato il difficile momento di generale sofferenza economica e lo sforzo notevolissimo che queste aziende stanno sopportando per sostenere i costi di adeguamento al Reach“.

Da quando è stato introdotto l’obbligo di registrazione dei prodotti chimici presso l’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche che ha sede a Helsinki, i produttori hanno l’onere della prova sugli effetti delle sostanze.
La Commissione Ue è ora intervenuta, anche a seguito di una vasta consultazione con Pmi e organizzazioni imprenditoriali da cui è emerso che il Reach sarebbe visto come uno fra i 10 atti legislativi dell’Ue più gravosi.
Da qui l’atto della Commissione, effettuato nella fattispecie sui costi delle registrazioni che, per dare un riferimento, variano in un range compreso fra i 5mila e i 50mila euro.

E questa è solo una parte dei soldi che le imprese devono sostenere per osservare gli obblighi previsti dal Reach, ai quali vanno a sommarsi i dossier di singola registrazione che possono arrivare a costare fino a 2 milioni.
Ciò significa che questa operazione sta constando all’industria chimica in Italia circa 280 milioni di euro.

Vera MORETTI