Bonus investimenti per le piccole e medie imprese del Sud: quali sono e cosa finanziano?

Sono vari i bonus riconosciuti per gli investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese con sede nel Sud dell’Italia. La scadenza dei benefici sarà il 31 dicembre 2022 su acquisti fatti per macchinari, attrezzature e impianti nuovi di fabbrica. Sull’acquisto è riconosciuto un credito di imposta.

Come si accede ai bonus per gli investimenti delle Pmi del Sud Italia?

Per accedere ai bonus per gli investimenti, le piccole e medie imprese delle regioni del Sud Italia devono realizzare un investimento iniziale. Ovvero l’obiettivo dell’investimento deve rientrare in una delle seguenti motivazioni:

  • per realizzare un nuovo stabilimento;
  • o ampliare quello già esistente;
  • per procedere con la diversificazione della produzione all’interno di uno stabilimento;
  • o trasformare radicalmente il processo produttivo di uno stabilimento che già risulta esistente;
  • per attivare nuovamente uno stabilimento che risulta chiuso;
  • oppure evitare la chiusura di uno stabilimento con l’acquisto di macchinari, di impianti e di attrezzature.

Quali incentivi spettano alle imprese del Sud per impianti, attrezzature e macchinari?

Per l’acquisto di impianti, attrezzature e macchinari, le piccole e medie imprese possono ottenere un credito di imposta corrispondente al 45% del prezzo di acquisto. Quest’ultimo deve essere considerato al netto dell’Iva. L’incentivo del 45% è pieno per le regioni:

  • Puglia;
  • Campania;
  • Basilicata;
  • Calabria;
  • Sicilia;
  • Sardegna.

Per le imprese che hanno la sede in Abruzzo o nel Molise, il credito di imposta è pari al 30%.

Come farsi riconoscere il credito di imposta sugli acquisti di macchinari, attrezzature e impianti?

Le piccole e medie imprese che procedano all’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti e che vogliano beneficiare del credito di imposta devono presentare domanda. L’istanza si presenta in via telematica sul sito dell’Agenzia delle entrate. Per importi di credito di imposta richiesti che eccedano la soglia dei 150 mila euro, l’impresa deve allegare alla domanda anche il nullaosta antimafia.

Risposta dell’Agenzia delle entrate sulla domanda di credito di imposta sugli investimenti

È necessario usare l’opportuno modello che si trova sul sito dell’Agenzia delle entrate. Nel momento in cui si inoltra la domanda di credito di imposta, la piattaforma dell’Agenzia delle entrate rilascia una ricevuta. Si tratta di un documento elettronico con il quale l’amministrazione finanziaria comunica di aver preso in carico la domanda stessa. Successivamente, entro un limite di qualche mese, l’Agenzia delle entrate provvede ad autorizzare, in caso di esito positivo della domanda, la piccola o media impresa nell’utilizzo del credito di imposta.

I bonus sugli investimenti sono cumulabili?

Si possono cumulare i bonus del credito di imposta sulle spese effettuate dalle Pmi per gli investimenti con altre misure? La risposta è positiva. Nel dettaglio, per investimenti effettuati non oltre il 30 giugno 2022 si potrà cumulare un bonus del 10% del prezzo di acquisto. Questa possibilità presuppone che entro il 31 dicembre 2021 l’impresa abbia pagato un acconto di almeno un quinto del prezzo di acquisto del bene. Nel caso di acquisto a partire dal 1° gennaio 2022, il credito di imposta aggiuntivo scende al 6%.

Crediti di imposta per le Pmi per beni rientranti nella transizione digitale e tecnologica

Le piccole e medie imprese possono ottenere particolari vantaggi nell’assegnazione del credito di imposta per impianti, macchinari e attrezzature che hanno anche caratteristiche in comune con gli obiettivi di transizione digitale e tecnologica. In tal caso, infatti, il credito di imposta andrebbe a soddisfare anche obiettivi rientranti nei programmi dell’Industria 4.0. In tal caso si modificano le percentuali del credito aggiuntivo che abbiamo visto nel precedente paragrafo. Le percentuali passano dal 10% al 50% per acquisti fatti con almeno l’acconto di un quinto entro la fine del 2021, e dal 6% al 40% per gli acquisti che verranno effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. In tal modo, la percentuale potenziale massima raggiungibile dalla piccola e media impresa per il credito di imposta può arrivare al 95%.

Bonus Pmi per investimenti con credito di imposta: quali sono le spese per la transizione digitale e tecnologica

Il bonus aggiuntivo relativo alle spese di investimento delle piccole e medie imprese riguarda, dunque, le spese sostenute per l’adeguamento delle realtà aziendali ai nuovi obiettivi di transizione digitale e tecnologica. Nello specifico si tratta:

  • di spese per l’acquisto di beni strumentali che vengono fatti funzionare da sistemi computerizzati o anche da sensori;
  • si costi sostenuti per l’adeguamento a sistemi che possano assicurare la sostenibilità e la qualità;
  • di spese fatte per adeguare la sicurezza del posto di lavoro mediante una migliore interazione tra il lavoratore e la macchia.

Quali documenti sono necessari all’atto di acquisto di beni rientranti nella transizione digitale e tecnologica?

Al fine di poter presentare domanda per il credito di imposta aggiuntivo per l’acquisto di strumenti e attrezzature rientranti nell’Industria 4.0, è necessario assicurarsi che:

  • il venditore abbia rilasciato una certificazione apposita sulle caratteristiche degli strumenti oggetto di vendita;
  • la dichiarazione sostitutiva del legale rappresentante dell’impresa. Il documento è necessario per attestare l’adeguamento del sistema acquistato rispetto alle attività che si svolgono all’interno dell’azienda, sia che riguardino la produzione che la fornitura stessa.

 

Bonus agenzie e tour operator, in arrivo il credito di imposta per la digitalizzazione

Aiuti in arrivo per le agenzie e i tour operator. Nel decreto legge del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 27 ottobre sono stati stanziati 98 milioni di euro per la digitalizzazione delle suddette attività. Le agevolazioni rientrano negli articoli del decreto relativi al finanziamento e ai fondi perduti delle imprese operanti nel settore del turismo. Il bonus è predisposto come credito di imposta fino al 50% delle spese ammissibili.

Credito di imposta Agenzie viaggio e tour operator, che cos’è e a chi è riconosciuto

Nel dettaglio, l’articolo 4 del decreto Pnrr, specifica che “per l’attuazione della linea progettuale ‘Digitalizzazione Agenzie e Tour Operator’, Misura M1 C3, investimento 4.2.2, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alle agenzie di viaggi e ai tour operator con codice Ateco 79.1, 79.11 e 79.12, è riconosciuto un contributo da fruire come credito d’imposta a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino alla chiusura del periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2024, nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale come previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legge 31 maggio 2014, numero 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, numero 106, fino all’importo massimo complessivo cumulato di 25.000 euro”.

Credito di imposta a tour operator e agenzie di viaggio: non concorre al reddito e all’Irap

Il credito d’imposta dovrebbe andare a beneficio di 7500 agenzie di viaggio e di un’ottantina di tour operator. Il beneficio riconosciuto “non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, numero 917”.

Quali sono le spese che rientrano nel credito di imposta delle agenzie di viaggio e tour operator?

Le spese di digitalizzazione oggetto di credito di imposta per le agenzie di viaggio e i tour operator sono nel dettaglio:

  • quelle per gli impianti Wifi che abbiano una velocità di connessione di almeno un megabit per secondo in download. La spesa deve essere sostenuta per un impianto messo a disposizione dei clienti in maniera gratuita;
  • spese per ottimizzare i sistemi web necessari alla navigazione mobile;
  • i sistemi informatici e le piattaforme per promuovere e commercializzare i servizi on line, nonché i pernottamenti turistici;
  • le spese sostenute per i servizi di consulenza per il marketing e la comunicazione digitale;
  • gli strumenti per promuovere on line le offerte innovative relative all’inclusione e all’ospitalità nei riguardi di persone con disabilità;
  • le spese di formazione del titolare dell’impresa e del personale alle dipendenze che abbiano attinenza ai servizi sopra elencati.

Bonus agenzie di viaggio e tour operator, quando si potrà presentare la domanda?

L’importo del bonus spettante per le agenzie di viaggio e i tour operator può essere utilizzato in compensazione. Con l’approvazione del decreto Pnrr, è necessario attendere il nuovo decreto del ministero del Turismo che verrà adottato entro i 60 giorni successivi all’entrata in vigore del provvedimento di fine ottobre.

Bonus pubblicità, è disponibile il modello di domanda per il credito di imposta

Sono disponibili sul portale dell’Agenzia delle entrate le informazioni relative al bonus pubblicità, nonché il modello di comunicazione per presentare domanda del relativo credito di imposta. Lo rende noto la stessa Agenzia delle entrate in attuazioni delle disposizioni dell’articolo 67 bis del decreto legge numero 73 del 25 maggio 2021, convertito nella legge 106 del 2021.

Bonus pubblicità, chi può presentare domanda di credito di imposta

Possono presentare domanda del bonus pubblicità i titolari degli impianti pubblicitari privati o concessi a soggetti privati. Gli impianti devono essere destinati all’affissione dei manifesti o per simili installazioni pubblicitarie di natura commerciali. Sono inclusi i pannelli luminosi o le proiezioni di imagini, purché non rientranti nelle insegne di esercizio.

Come inviare domanda per il bonus pubblicità?

La comunicazione deve essere inviata esclusivamente per via telematica dal portale dell’Agenzia delle entrate. La domanda del bonus pubblicità può essere inoltrata direttamente dal contribuente oppure da incaricati alla trasmissione delle dichiarazioni. Il termine per l’invio delle domande, si legge nella nota dell’Agenzia delle entrate numero 295258 del 29 ottobre 2021, è fissato dal 10 febbraio 2022 al 10 marzo 2022.

Ricevuta dell’Agenzia delle entrate per la domanda di bonus pubblicità presentata

In questo lasso di tempo il contribuente può inviare una nuova comunicazione che va a sostituire integralmente quella eventualmente trasmessa in precedenza. L’ultimo invio prevale su tutte le precedenti comunicazioni. Nei medesimi termini può essere inviata la comunicazione di rinuncia integrale al credito di imposta inviata in precedenza. Entro 5 giorni dall’invio della domanda l’Agenzia delle entrate rilascia una ricevuta che attesta la presa in carico dell’istanza stessa. Potrebbe arrivare anche un avviso di scarto della domanda con le relative motivazioni.

Importo credito di imposta spettante per il bonus pubblicità

Il credito di imposta spettante per il bonus pubblicità è attribuito nella misura proporzionale all’importo dovuto nel 2021 a titolo di canone patrimoniale di autorizzazione, di concessione o di esposizione pubblicitaria. Il periodo di tempo per l’esposizione dei messaggi pubblicitari deve essere inferiore ai 6 mesi. Inoltre, l’Agenzia delle entrate calcolerà, con un successivo provvedimento, la quota percentuale di credito di imposta effettivamente fruibile dai richiedenti. Tale percentuale, moltiplicata per l’importo del canone dovuto nel 2021, determinerà il tetto massimo di fruizione del bonus stesso.

Come si può usare il credito di imposta del bonus pubblicità?

Il credito di imposta del bonus pubblicità riconosciuto ai richiedenti può essere utilizzato in compensazione. Per l’utilizzo è necessario presentare il modello F24 esclusivamente per via telematica sul portale dell’Agenzia delle entrate. L’esito della domanda tramite il modello F24 sarà negativo nel caso in cui il credito di imposta risultasse superiore all’ammontare massimo della misura. Lo scarto, in ogni modo, viene comunicato al richiedente. Per la compilazione del modello F24 utile alla compensazione l’Agenzia delle entrate provvederà a emettere un nuovo avviso con le relative istruzioni.

Turismo, gli aiuti in arrivo per il settore: superbonus 80% e fondo perduto

Sono in arrivo varie misure per il settore del turismo: si va dal superbonus 80% al fondo perduto dai 40 mila ai 100 mila euro. E le strutture beneficiarie non sono solo gli alberghi, ma verranno incentivati anche i villaggi turistici, i campeggi e le strutture termali per interventi di ristrutturazione, efficientamento energetico e di adeguamento alla digitalizzazione delle strutture stesse.

Chi potrà beneficiare degli aiuti a fondo perduto e del superbonus 80% del turismo?

Ampio è il novero delle strutture del turismo che potranno beneficiare dei nuovi contributi a fondo perduto e del superbonus 80%. Rientrano nei finanziamenti gli alberghi, gli agriturismi, i villaggi, i parchi a tema, i campeggi e le strutture termali.

Per quali interventi si può ottenere il superbonus 80% e i contributi a fondo perduto nel turismo?

Gli interventi che danno luogo alla possibilità di ottenere il superbonus 80% e i contributi a fondo perduto per le strutture turistiche sono vari. Nel dettaglio:

  • l’efficientamento energetico;
  • la messa in sicurezza antisismica, inclusi gli interventi di ristrutturazione annessi;
  • le rimozioni delle barriere architettoniche;
  • la costruzione di piscine termali e le attrezzature inerenti;
  • gli oneri sostenere per digitalizzare le strutture.

Un’importante novità dei contributi che, a breve, potranno essere alla portata degli operatori del settore turistico è che gli aiuti riguarderanno non solo i nuovi interventi e le nuove costruzioni, ma anche gli interventi che risultano già in corso nel momento in cui è entrato in vigore il decreto del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr). Resteranno esclusi nel 2021 dai bonus solo quegli interventi iniziati e già conclusi all’entrata in vigore del decreto.

Incentivi sul turismo: superbonus 80% e contributi a fondo perduto da usare entro il 2024

Gli incentivi sul turismo scatteranno entro la fine del 2021 e potranno essere utilizzati per interventi da effettuare entro il 2024. Nello specifico, gli operatori del turismo potranno optare per il superbonus 80% e i contributi a fondo perduto. Nel caso del superbonus, si tratta di un credito di imposta che matura fino all’80%. L’importo calcolato può essere utilizzato in compensazione e per quote costante nei 3 periodi di imposta susseguenti a quelli in cui sia stato realizzato l’intervento. I contributi a fondo perduto, invece, possono arrivare all’importo di 100 mila euro per ciascun intervento.

Superbonus 80% turismo, come funziona?

Il superbonus 80%, che dà diritto al credito di imposta, può essere richieste dalle strutture rientranti nel settore del turismo per interventi relativi alla progettazione di lavori, per aumentare l’efficienza energetica, per lavori di impianto delle piscine termali, per le attrezzature e apparecchiature, per interventi antisismici o barriere architettoniche e sui costi per la digitalizzazione.

Fondo perduto al turismo, quanto si può ottenere?

Per il fondo perduto al settore del turismo si parte da 40 mila euro. L’importo può essere aumentato di altri 30 mila euro per interventi inerenti l’innovazione delle strutture per spese tecnologiche e per la digitalizzazione. La quota minima per ottenere il contributo aggiuntivo deve essere pari al 15% delle spese di innovazione tecnologica e digitalizzazione sul totale dell’intervento. Ulteriori 20 mila euro possono essere concessi in presenza di imprenditoria femminile e di giovani. Infine altri 10 mila euro possono incrementare l’importo del fondo perduto per interventi in strutture del turismo delle seguenti regioni: Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo.

Fondo perduto turismo, quali sono i limiti?

Il fondo perduto per il turismo può avere come importo massimo (40 mila euro minimi, 30 mila per spese tecnologiche e digitali, 20 mila per donne e giovani, 10 mila per le regioni del Sud) fino a 100 mila euro. È previsto il limite del 50% della cifra accordata come fondo perduto sul totale del costo complessivo dell’intervento. Per le imprese che ne faranno richiesta, il contributo a fondo perduto verrà accreditato in un’unica soluzione. Si può ottenere, su domanda, un anticipo fino al 30% di quanto spettante.

Come si può presentare domanda per il superbonus 80% e per il fondo perduto al turismo?

Per la presentazione delle domande del superbonus 80% e del fondo perduto, nonché sulle modalità operative per presentare l’istanza stessa, è necessario attendere le disposizioni del ministero del Turismo. Le modalità, infatti, verranno comunicate con un avviso entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’istanza dovrà essere trasmessa in via telematica.

Superbonus 80% e fondo perduto al turismo, da quan do si può presentare domanda?

Via libera al pacchetto di aiuti al settore del turismo. Nella giornata del 27 ottobre è stato approvato il decreto sul Piano nazionale di ripresa e resistenza (Pnrr) che prevede il superbonus 80% e aiuti a fondo perduto per il settore del turismo con lo stanziamento di 2,4 miliardi di euro. Per le domande verrà rispettato l’ordine cronologico dell’invio al ministero.

Chi può presentare domanda per il superbonus 80% e gli aiuti a fondo perduto del turismo?

Con l’approvazione del decreto sul Pnrr, il settore turistico beneficerà di risorse per lanciare il superbonus 80% e aiuti a fondo perduto alle imprese del settore. Delle risorse stanziate, 1,7 miliardi di euro andranno alle strutture ricettive, agli alberghi, agli stabilimenti balneari, ai parchi tematici, ai porti turistici, alle fiere e ai congressi e agli agriturismi. Le opere da realizzare riguardano in particolare l’efficientamento energetico e la riqualificazione.

Superbonus 80% turismo, quali sono le opere che danno diritto al credito di imposta?

Il superbonus 80% è ottenibile sotto forma di credito di imposta. Le spese da sostenere per ottenere il contributo riguardano, oltre all’efficientamento energetico, la riqualificazione e la ristrutturazione edilizia, anche:

  • la realizzazione di strutture attinenti l’attività, come le piscine termali e le relative attrezzature;
  • lavori per eliminare le barriere architettoniche;
  • spese di digitalizzazione;
  • costi sostenuti per la manutenzione straordinaria;
  • opere di conservazione;
  • messa in sicurezza anti-sismica.

Contributi a fondo perduto per il turismo, in cosa consistono?

Non c’è solo il superbonus 80% per gli operatori del turismo. Sono previsti, infatti, anche aiuti a fondo perduto dell’importo che può arrivare a 40 mila euro. Gli aiuti possono essere aumentati di ulteriori 30 mila euro se sono previsti interventi di digitalizzazione e di innovazione energetica e tecnologica per almeno il 15% dell’importo dell’intervento. Ulteriori 20 mila euro possono essere concessi (oltre ai 40 mila euro) alle imprese femminili e ai giovani fino a 35 anni di età. Per le imprese con sede nelle regioni del Sud Italia, l’incremento del fondo perduto è di 10 mila euro.

Superbonus 80% e aiuti a fondo perduto, da quando si potranno presentare le domande?

Le due misure, il superbonus 80% e gli aiuti a fondo perduto per il turismo, sono cumulabili. Ma non bisogna andare oltre i costi sostenuti. Il solo fondo perduto non può superare l’importo di 100 mila euro. E il superbonus 80% non può essere cumulato con altri aiuti dell’edilizia. L’assegnazione delle risorse avviene attraverso un metodo che garantisce l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Occorrerà attendere l’avviso del ministero del Turismo entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto approvato nella giornata di ieri.

Come utilizzare il credito di imposta degli aiuti al turismo?

Il credito di imposta derivante dagli aiuti contenuti nel pacchetto del decreto Pnrr al turismo può essere utilizzato sia in compensazione che essere ceduto. Nel caso della cessione del credito di imposta, l’operazione può avvenire anche solo in parte. Tra i terzi verso i quali cedere il credito, figurano anche le banche e gli intermediari finanziari.

Aiuti al turismo, risorse al Fondo per le piccole e medie imprese del settore

Tra le risorse stanziate dal governo con il pacchetto del turismo, figurano aiuti anche alle Pmi con il rafforzamento del relativo fondo. Infatti, 358 milioni di euro sono stati assegnati al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sia per rafforzare la competitività delle aziende già attive che per lanciare l’attività delle nascenti imprese. Obiettivi del Fondo sono la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica.

Bonus prima casa under 36, come considerare l’Isee e l’età?

Sono due i fattori determinanti per il bonus prima casa agli under 36: l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e l’età del richiedente il beneficio. Il bonus è riconosciuto ai giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età e che abbiano un Isee della famiglia di origine non superiore a 40 mila euro. L’acquisto della casa deve avvenire entro il 30 giugno 2022.

Quali sono i benefici del bonus casa per gli under 36?

Secondo quanto disciplina l’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, oggetto di beneficio del bonus è la compravendita della prima casa e il mutuo necessario per l’acquisto stesso. Acquisto e mutuo sono esenti da imposizione se la compravendita sia avvenuta o avverrà tra il 26 maggio 2021 e il 30 giugno 2022.

Quali sono i tributi eliminati dal bonus casa?

Per l’acquisto della prima casa, purché non imponibile di Iva, il bonus azzera le imposte ipotecarie, catastali e di registro. I tributi rimanenti da pagare sono l’imposta di bollo, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie. Il totale dei contributi è stimato in circa 320 euro.

Credito di imposta maturata sull’Iva per l’acquisto della prima casa

Sull’Iva pagata al venditore matura il credito di imposta che deve essere utilizzato:

  • per il pagamento delle imposte ipotecarie, catastali, di successione e donazione e di registro;
  • si può pagare l’Irpef dovuta sulla base delle dichiarazioni dei redditi successive all’acquisto della casa;
  • si può usare il credito di imposta in compensazione sulle somme dovute a titolo di ritenuta d’acconto o di contributi previdenziali o assistenziali;
  • la compensazione può essere fatta valere anche sui premi per l’assicurazione contro le malattie professionali o infortuni sul lavoro.

Bonus prima casa e mutui: l’imposta sostitutiva

Chi beneficia del bonus sulla prima casa ottiene l’azzeramento dell’imposta sostitutiva. L’aliquota applicata è dello 0,25%. Risulta azzerata anche l’imposta di registro, quella ipotecaria e, infine, quella di bollo.

Bonus casa ai giovani: il requisito dell’età

Il requisito dell’età individuato dalla norma per ottenere il beneficio del bonus casa consiste nel “non aver ancora compiuto 36 anni di età nell’anno in cui sia stato rogitato l’atto”. Dall’interpretazione della norma, sembrerebbe che il bonus spetti al soggetto che non abbia ancora compiuto i 36 anni di età nel giorno del contratto. Tuttavia, alcune interpretazioni, come quella della Direzione regionale della Lombardia dell’Agenzia delle entrate, porterebbe a ritenere che i giovani che stipulano il contratto nel 2021 debbano compiere i 36 anni dal 2022 in avanti. E chi stipula il contratto nel 2022 debba compiere l’età a partire dal 2023.

Chi non rientra nel bonus prima casa per i 36 anni compiuti?

In questo modo, il richiedente del bonus che compia i 36 anni a dicembre 2021 e  che a novembre 2021 stipuli il contratto della prima casa non potrebbe ottenere l’agevolazione. La otterrebbe, invece, chi fa la stipulazione per la prima casa a dicembre 2021 e compia i 36 anni a partire da gennaio 2022. Sembrerebbe in definitiva che, in base alle disposizioni dell’Agenzia delle entrate, non abbiano diritto al bonus sulla prima casa i giovani che compiano i 36 anni nell’anno del rogito. L’indicazione per i nati del 1986 è quella, dunque, di andare al rogito entro il 31 dicembre 2021.

Requisito Isee per acquisto prima casa under 36

In merito ai redditi, la norma sul bonus della prima casa prescrive che l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superi i 40 mila euro. L’Isee, tuttavia, va calcolata non per il singolo richiedente, ma per tutto il nucleo della famiglia anagrafica. Pertanto, nel massimo dei 40 mila euro rientrano i redditi di tutte le persone che coabitano ed hanno la stessa residenza. Le persone devono essere legate dal vincolo del matrimonio o di parentela. Sono compresi, altresì, i vincoli di affinità, tutela, adozione o affettivi. Inoltre, vanno contati nel nucleo familiare tutti i soggetti a carico fiscalmente, anche se non convivono nella stessa abitazione.

Come si calcola l’Isee per la richiesta del bonus under 36 prima casa?

Il calcolo dell’Isee per la richiesta del bonus sulla prima casa degli under 36 deve prendere in considerazione i redditi e le giacenze patrimoniali del secondo anno che precede la domanda stessa. Pertanto, l’Isee 2022 verrà calcolato sui redditi e sulle giacenze medie dell’anno 2020. Analogamente, i saldi patrimoniali sono quelli riferiti al 31 dicembre 2020. Tuttavia, l’eccezione vige sui componenti del nucleo familiare. Infatti, vanno considerati solo i componenti effettivi al momento della domanda, e non quelli risalenti al secondo anno precedente l’istanza stessa.

Come considerare i figli che non lavorano ai fini Isee prima casa under 36?

Aspetto da non trascurare è quello di come considerare i figli, richiedenti il bonus prima casa, ai fini Isee. Uno studente o una studentessa che non lavorano e che quindi non producono reddito, sono da considerare necessariamente appartenenti al nucleo familiare. In questi casi, se la famiglia ha un Isee elevato, superiore ai 40 mila euro, non potranno accedere al bonus della prima casa. Essendo non produttori di reddito proprio e avendo un’età inferiore ai 26 anni, i figli vanno considerati a carico anche con diversa residenza anagrafica.

Isee per richiesta bonus prima casa: come considerare gli studenti che producono reddito?

Diverso è il caso di figli che abbiano un proprio reddito nella richiesta del bonus per la prima casa. Lo studente che non sia a carico dei genitori perché ha un reddito che supera i 4 mila euro (fino a 24 anni di età) o i 2.84,51 euro (sopra i 24 anni), potrebbe sperare di ottenere il bonus se risulta non residente all’indirizzo del nucleo familiare. In questi casi, studenti che condividano un appartamento per dividere le spese (e che non abbiano legami con i coinquilini), possono spostare la residenza nell’abitazione dove vivono. Infatti, lo studente farebbe nucleo familiare a sé nel calcolo dell’Isee.

Coppie conviventi nel calcolo Isee per acquisto prima casa con bonus under 36

Per casi di Isee familiare alto, sopra i 40 mila euro, che non farebbe beneficiare del bonus sulla prima casa è importante verificare le possibilità che concede la norma. Ad esempio, le coppie conviventi che mantengono la residenza presso l’abitazione della famiglia di origine, potrebbero spostare la residenza in modo da formare un nucleo familiare. L’operazione deve essere effettuata prima di richiedere l’indicatore Isee occorrente per accedere al beneficio della prima casa.

Agricoltura: credito di imposta per chi acquista macchinari

L’agricoltura è un settore strategico per il Paese, ma anche un comparto molto difficile in cui lavorare, per agevolare gli investimenti e l’uso di nuove tecnologie anche in questo importante ramo dell’economia del Paese ci sono diverse agevolazioni e tra queste il credito d’imposta a compensazione dei tributi per chi investe in macchinari.

Chi può avvalersi del credito di imposta a compensazione dei tributi

L’agricoltura è un settore strategico per il Paese, nel primo trimestre del 2021 il valore aggiunto dell’agricoltura ha raggiunto 7,89 miliardi di euro con un aumento dell’1,3% rispetto allo stesso trimestre del 2020 e del 3,9% rispetto all’ultimo trimestre del 2020. Nel primo trimestre è cresciuta anche l’occupazione nel settore e  il numero di ore lavorate, segno che l’agricoltura in Italia comincia a essere rivalutata anche dai giovani che possono ora lavorare in questo settore avvalendosi anche di nuove tecnologie. Proprio per aiutare il comparto a crescere sono previsti diversi aiuti e tra questi c’è il credito di imposta a compensazione dei tributi.

La normativa stabilisce che per il 2021 possono avvalersi di questo importante contributo tutte le imprese agricole residenti sul territorio, qualunque sia il regime fiscale applicato e quindi anche nel caso in cui abbiano scelto il regime forfettario. A differenza del passato non sono esclusi i contoterzisti, cioè coloro che lavorano in agricoltura per conto terzi, che in fondo sono i soggetti che più di altri investono in macchinari e non sono escluse le ditte individuali. La platea quindi è molto ampia e per conoscere nel dettaglio le aziende che possono essere definite agricole è possibile leggere la guida:

Di cosa si occupa un’azienda agricola: definizione, limiti, privilegi

Su quali beni/macchine agricole è possibile ottenere il credito di imposta a compensazione dei tributi

La disciplina del credito di imposta riconosciuto in seguito all’acquisto di macchinari prevede due tipologie di agevolazioni, la prima consente di ottenere una compensazione fino al 50% del prezzo di acquisto, questa però è legata all’acquisto di macchinari con tecnologia 4.0.

In particolare si può ottenere il:

  • 50% su un investimento fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% su investimenti di valore tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro;
  • 10% su investimenti fino a 10 milioni di euro.

La seconda possibilità è il credito di imposta pari al 10% del prezzo di acquisto e si applica a qualunque tipologia di macchinario.

Naturalmente tutti sono attratti dalla possibilità di ottenere il 50% di compensazione e quindi si chiedono: quali sono i macchinari con tecnologia 4.0? Si tratta di attrezzature e macchinari, tra cui ovviamente i trattori, che hanno tecnologie e software di nuova generazione, gli stessi devono essere funzionali alla trasformazione tecnologica e alla facilitazione dei processi produttivi. Tra questi vi sono strumenti con meccanismi di automazione.

Per quali imposte è possibile beneficiarne

Naturalmente tutti sono interessati a capire su quali imposte è possibile portare in detrazione il 50% o altra percentuale a cui si ha diritto.

La normativa prevede che l’acquisto debba essere sostenuto entro il 31 dicembre 2021, occorre però che entro tale data sia anche versato al venditore almeno il 20% del prezzo pattuito. Si potrà beneficiare del credito di imposta dall’anno successivo. Una volta calcolato l’ammontare, lo stesso viene diviso in tre rate “riscuotibili” annualmente. Quindi facendo il caso di un trattore con tecnologia 4.0 acquistato al prezzo di 100.000 euro, entro il 31 dicembre deve essere pagato almeno l’importo di 20.000 euro. Poi dal 2022 sarà possibile portare in detrazione il 50%, ovvero 50.000 euro. Questa somma viene divisa per 3 e si ricavano rate da 16.667 euro, quindi nel 2022 la compensazione sarà di tali importi massimi, nel 2023 si avrà la seconda rata e nel 2024 la terza rata. Nel caso in cui le imposte da pagare siano inferiori a tali somme, la rimanente parte andrà persa.

Ciò che è interessante è la tipologia di imposte che possono essere portate in compensazione, infatti ci sono contributi davvero notevoli, ad esempio contributi previdenziali e assistenziali da pagare in favore dei lavoratori dipendenti, contributi previdenziali e assistenziali propri, questi assumono particolare rilievo soprattutto nelle aziende di medie dimensioni e quindi possono aiutare a portare in compensazione somme davvero importanti, inoltre si possono compensare IVA, IRPEF, IRAP, IRES, IMU.

Infine occorre ricordare che questo aiuto non ricade in quelli classificati come aiuti di Stato e di conseguenza può essere cumulato con altre agevolazioni previste per l’acquisto di macchine agricole e strumenti come la Nuova Sabatini.

Vuoi saperne di più sulle agevolazioni previste per la Nuova Sabatini? Leggi l’articolo Imprese: La legge “Nuova Sabatini” per acquistare nuovi macchinari

Contributi a fondo perduto nel turismo, in arrivo pacchetto di misure per 1,7 miliardi

Contributi a fondo perduto, superbonus, fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. È in arrivo un pacchetto di misure per gli operatori del turismo per 1,7 miliardi di euro dal Pnrr. Le misure dovrebbero entrare in vigore già prima del 31 dicembre 2021. Per fare in fretta, nei prossimi giorni il governo dovrebbe varare il decreto Pnrr destinato agli operatori di alberghi, stabilimenti balneari, imprese femminili e aziende gestite da giovani. L’obiettivo è la riqualificazione di circa 3500 strutture nei prossimi quattro anni.

Dai contributi a fondo perduto al credito di imposta, quali sono le misure attese per il turismo

Nel pacchetto di misure attese per il turismo dovrebbero rientrare:

  • il superbonus fino all’80% per la riqualificazione di alberghi, strutture ricettive e stabilimenti balneari;
  • un fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, comprese misure per l’imprenditoria femminile e per i giovani fino a 35 anni;
  • un fondo di rotazione a garanzia degli investimenti nel settore;
  • contributi alle attività del Sud Italia;
  • una tax credit consistente nel credito di imposta per agenzie di viaggi e tour operator.

Misure per il turismo: il superbonus 80%

Una delle misure più attese è il superbonus 80% per le imprese del settore. Dovrebbero rientrare tra i beneficiari gli alberghi, le terme e gli stabilimenti balneari, gli agriturismi, i porti turistici, i congressi e le fiere, i parchi a tema. Il superbonus 80% dovrebbe essere applicato al rinnovamento delle strutture dal punto di vista dell’efficienza energetica e della riqualificazione per le barriere architettoniche e lavori antisismici.

Chi può accedere al superbonus 80% turismo?

I lavori ammessi al superbonus 80% dovranno essere effettuati e conclusi entro la fine del 2024. Tuttavia, il superbonus potrebbe finanziare anche interventi già svolti e terminati prima dell’entrata in vigore del decreto Pnrr, purché l’inizio dei lavori sia avvenuto a partire da febbraio 2020.

Come si può utilizzare il superbonus 80% con il credito di imposta?

Il superbonus 80% per i lavori effettuati su strutture turistiche potrà essere usato come credito di imposta destinato a coprire contributi e tasse. Il limite temporale di utilizzo dovrebbe essere l’anno di imposta 2025. Il credito di imposta potrà essere anche ceduto a soggetti terzi.

Fondo perduto per le imprese turistiche

I contributi a fondo perduto per le imprese del turismo dovrebbe arrivare a un importo limite di 40 mila euro. A questi dovrebbero aggiungersi ulteriori 30 mila euro se le spese per la digitalizzazione e per l’innovazione tecnologica dovessero ammontare ad almeno il 15% dell’intero intervento previsto per la struttura. Ulteriori incrementi sono previsti per le imprese gestite da giovani under 35 o da donne (20 mila euro aggiuntivi di fondo perduto). Per le imprese operati nelle regioni del Sud Italia l’incremento si attesterebbe a 10 mila euro. L’importo massimo spettante per ciascuna impresa è pari a 100 mila euro. Il contributo verrà erogato solo al completamento degli interventi, con un anticipo massimo del 30% di quanto previsto.

Turismo, atteso il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese

Il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese del turismo dovrebbe supportare oltre 24 mila investimenti. Il totale delle garanzie dovrebbe attestarsi intorno ai 2,7 miliardi di euro con un accantonamento presunto di 358 milioni di euro. Le categorie riservate sono, anche per questo strumento, le imprese operanti nel Sud Italia e quelle gestite da donne o da giovani.

Fondo di rotazione: garanzia del 35% delle spese ammissibili per digitalizzazione e riqualificazione

Un ulteriore strumento di garanzia per gli investimenti fatti nel settore del turismo sarà il fondo di rotazione. È prevista la garanzia delle spese ammissibili del 35%. Per il fondo verranno stanziati 40 milioni di euro nel prossimo anno e 50 milioni negli anni susseguenti. Gli interventi ammessi sono soprattutto quelli di digitalizzazione e di riqualificazione energetica.

Aiuti al turismo, la tax credit ai tour operator

Per i tour operator e le agenzie di viaggi è prevista la tax credit. Si tratta di un credito di imposta a copertura delle spese per la digitalizzazione dei servizi. Si può arrivare al 50% del credito di imposta sulle spese sostenute e ammissibili, fino al tetto massimo di 25 mila euro. Tra i lavori ammessi al credito di imposta risultano l’acquisto di siti web e la gestione delle prenotazioni di pernottamenti attraverso la digitalizzazione dei servizi stessi. Il fondo godrà di uno stanziamento di 98 milioni di euro da assegnare agli anni dal 2022 al 2025.

Bonus pubblicità, domande entro il 31 ottobre 2021 per il 50% di credito di imposta

Le imprese possono presentare fino al 31 ottobre 2021 la domanda per il bonus pubblicità. La misura consente di accedere al credito di imposta per gli investimenti pubblicitari fino al 50%. L’agevolazione non è cumulabile con altri bonus e sarà riproposta anche nel 2022.

Chi può presentare domanda per il bonus pubblicità entro il 31 ottobre 2021?

La domanda per il bonus pubblicità può essere presentata sia dalle imprese che dai lavoratori autonomi. Possono inoltrare l’istanza anche gli enti non commerciali. Il sostegno prevede la possibilità di utilizzare il credito di imposta del 50% sulle spese ammissibili per la pubblicità.

Quali sono le spese ammissibili per il credito di imposta del bonus pubblicità?

Le spese ammesse al bonus pubblicità riguardano gli investimenti in campagne pubblicitarie svolte:

  • sui quotidiani e sui periodici, anche nel formato digitale;
  • sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, sia digitali che analogiche;
  • non sono ammissibili le spese sostenute per la pubblicità sui canali Rai.

In particolare, le spese di pubblicità sostenute sui giornali devono essere indirizzate a editori iscritti nel Registro degli operatori di comunicazione (Roc). È necessaria che l’editore abbia al suo interno la figura del direttore responsabile.

Spese ammissibili per il bonus pubblicità 2021: quali sono escluse dal credito di imposta?

Il massimo delle spese ammissibilità per accedere al credito di imposta per il bonus pubblicità è di 50 milioni di euro all’anno. Non risultano ammissibili le spese sostenute per acquistare gli spazi nell’ambito della programmazione o di palinsesti editoriali. Dunque, sono escluse le spese di televendite di servizi e di beni, quelle per l’acquisto di spot tv o radiofonici. Sono altresì esclusi anche gli spazi promozionali inerenti servizi di giochi, scommesse, pronostici che diano luogo a vincite in denaro. Esclusi anche i servizi (a sovrapprezzo) di linee chat, inserzioni sui social network e quelle sui motori di ricerca.

Come considerare le spese ammissibili per il bonus pubblicità?

Ai fini del bonus pubblicità devono essere escluse anche le spese accessorie, quelle di intermediazione e tutti i costi sostenuti diversi dallo spazio pubblicitario. Anche se connessi o funzionali, dunque, i costi accessori non devono rientrare nell’imponibile del bonus stesso. Le spese ammesse al bonus pubblicità devono essere state sostenute durante l’intero 2021 (1° gennaio-31 dicembre). Il bonus verrà riproposto nel 2022 con possibilità di presentare domanda a marzo prossimo. Anche per il 2022 le spese ammesse sono quelle dal 1° gennaio al 31 dicembre del prossimo anno.

Come presentare domanda per il bonus pubblicità?

La domanda per il credito di imposta 2021 del bonus pubblicità va presentata entro il 31 ottobre 2021 direttamente al sito internet Entratel dell’Agenzia delle entrate. L’inoltro della domanda è possibile dopo essersi autenticati sul sito dell’Agenzia e aver compilato il modello dedicato. Nel modello devono essere iscritte tutte le spese (ammissibili) per la pubblicità sostenute nell’arco del 2021. Pertanto vanno indicate anche le spese che si prevede di sostenere a tale finalità fino alla fine dell’anno.

Come viene gestita la domanda del bonus pubblicità?

Le richieste del bonus pubblicità vengono gestite direttamente dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Dopo l’invio della domanda, il richiedente dovrà controllare la pubblicazione degli elenchi degli ammessi. L’elenco riporterà anche la percentuale del credito di imposta riconosciuto e concesso. La richiesta di erogazione del credito di imposta e il consuntivo delle spese ammesse possono essere presentate entro il 31 gennaio 2021.

Domanda bonus pubblicità del 2022

La nuova domanda per le spese di pubblicità sostenute nel 2022 può essere presentata dal 1° al 31 marzo del prossimo anno.  Le modalità di presentazione dell’istanza sono le stesse, cosi come le spese ammissibili. Anche per le domande del 2022 è prevista la pubblicazione degli elenchi delle imprese,  degli autonomi e degli enti non commerciali ammessi. La presentazione del modulo di richiesta di erogazione del credito di imposta e il consuntivo delle spese può essere presentata fino al 31 gennaio 2023.

Bonus pubblicità non cumulabile con altre agevolazioni

Il credito di imposta calcolato sulle spese ammissibili al bonus pubblicità non è cumulabile. Ciò significa che per la stessa spesa non può essere richiesta più di un’agevolazione. Pertanto, se su di un investimento pubblicitario è stata già richiesta un’agevolazione statale, regionale o di contributi di fondi europei, la stessa spesa non può essere oggetto di beneficio del bonus pubblicità.

Come utilizzare il credito di imposta del bonus pubblicità?

Il credito di imposta del bonus pubblicità si può usare solo in compensazione. Pertanto, per l’utilizzo è necessario presentare il modello F24 tramite i servizi on line dell’Agenzia delle entrate. Il codice tributo da inserire è 6900.

Credito per il Mezzogiorno per l’agricoltura: come funziona

L’agricoltura è uno dei settori in cui è necessario effettuare investimenti elevati in macchinari e allo stesso tempo è più difficile riuscire ad avere buone entrate in breve tempo, ecco perché a sostegno di un settore comunque strategico per l’Italia, e in particolare per il Sud, è stato previsto il Credito per il Mezzogiorno, una particolare misura di sostegno che facilita gli investimenti in questo settore.

Come funziona il Credito per il Mezzogiorno per l’agricoltura

Il Credito per il Mezzogiorno consente di portare in compensazione una percentuale delle spese sostenute per l’acquisto di macchinari e strumentazione, ad esempio per l’acquisto di un trattore il cui costo è sempre molto elevato o di un accessorio di nuova generazione. La compensazione viene effettuata con l’imposizione fiscale, si tratta quindi di un credito di imposta da far valere su IVA, IMU, contributi previdenziali e altre imposte sostenute con il modello F24. Grazie alla legge di Bilancio 2021 l’agevolazione ha avuto una ulteriore proroga ed è possibile avvalersene fino al 31 dicembre 2022, non è dato sapere oggi se ci saranno ulteriori proroghe in futuro.

A chi è rivolto il Credito per il Mezzogiorno

Il Credito per il Mezzogiorno per l’acquisto di macchinari e strumentazione per l’agricoltura è un aiuto rivolto esclusivamente alle aziende agricole del Sud e di conseguenza potranno avvalersene aziende che si trovano in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. In base alla tipologia di azienda la percentuale di beneficio cambia, in particolare è previsto un credito di imposta, rispetto all’ammontare speso del:

  • 45% per le piccole imprese;
  • 35% per le medie imprese;
  • 25% per le grandi imprese.

Vuoi sapere se la tua azienda può essere classificata come Piccola, Media o Grande Impresa? Leggi la guida: Micro, Piccola, Media Impresa: definizioni e differenze

Affinché si possa ottenere il Credito per il Mezzogiorno è necessario che gli acquisti abbiano ad oggetto beni strumentali rispetto all’attività svolta in azienda, ci deve quindi essere una connessione tra il bene e le mansioni che normalmente si svolgono in azienda. Deve inoltre trattarsi di beni nuovi, quindi l’acquisto di un trattore usato non rientra nelle agevolazioni. Tra le particolarità a cui fare attenzione vi è il leasing, infatti è possibile avere le agevolazioni viste anche per i beni presi con il contratto di leasing, ma è necessario che sia esercitata l’opzione di acquisto.

Come richiedere il Credito per il Mezzogiorno per l’agricoltura

Per poter beneficiare del credito di imposta è necessario presentare una domanda all’Agenzia delle Entrate in cui devono essere elencati i beni acquistati e che possono usufruire delle agevolazioni viste. L’Agenzia delle Entrate quindi esegue una verifica e nel momento in cui rileva che tutta la documentazione è idonea, trasmette all’impresa il provvedimento di autorizzazione ad utilizzare il credito di imposta. A questo punto nel momento in cui devono essere pagate le imposte con il modello F24 si portano in detrazione le imposte.

Usufruire delle agevolazioni del Credito per il Mezzogiorno non crea problemi di compatibilità con altri aiuti e in particolare con la Nuova Sabatini. Scopri di cosa si tratta nella guida: Imprese: la legge “Nuova Sabatini” per finanziare l’acquisto di macchinari