Bonus Moda Tessile e Accessori: fruibile al 100%. Codice tributo

Buone notizie per gli imprenditori che entro il 10 giugno 2022 hanno richiesto il Bonus Moda, Tessile e Accessori: sarà pagato al 100%.

Bonus Moda, Tessile e accessori fruibile al 100%

Il Bonus Moda, Tessile Accessori è stato introdotto con il decreto 34 del 2022 ( decreto Rilancio) ed è gestito dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Prevede l’erogazione in forma di credito di imposta del 30% del valore delle rimanenze finali in magazzino. Spetta alle imprese che lavorano nel settore moda e tessile, industria calzaturiera e pelletteria.

Vi è però un limite, perché tale valore deve essere commisurata alla differenza tra le rimanenze medie registrate nei tre anni precedenti e quelle dell’anno di spettanza, cioè in questo caso 2022. Naturalmente tale misura poteva essere erogata in pieno solo nel caso in cui il valore delle domande presentate entro il 10 giugno 2022 rientrasse nel fondo stanziato. Lo stesso era di 95 milioni di euro per il 2021 e 150 milioni di euro per il 2022. Chi ha presentato la domanda per la precedente tranche di aiuti purtroppo ha avuto una delusione, infatti in quel caso i fondi non bastarono a coprire le domande e quindi vi fu una riduzione proporzionale del beneficio.

Bonus Moda 2021: ridotti gli importi. Quanto ricevono le imprese?

Con provvedimento del 23 giugno 2022 l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che i fondi stanziati per il 2022 sono sufficienti alla copertura del 100% delle domande e di conseguenza ogni soggetto ammesso potrà fruire in misura piena del credito di imposta.

Come avvalersi del credito di imposta e codice tributo

I beneficiari potranno visionare l’importo da far valere come credito di imposta all’interno del proprio Cassetto fiscale, accessibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Il credito potrà essere fatto valere in compensazione per le imposte da pagare con l’uso del modello F24. Per potersene avvalere è necessario indicare nella sezione Erario il codice tributo “6953” da indicare nella colonna “importi a credito compensati”.

Nel caso in cui il credito di imposta sia superiore a 150.000 euro è necessario procedere alla verifica antimafia. Infine, occorre ricordare che il credito di imposta potrà essere fruito per periodi di imposta successivi rispetto al riconoscimento del credito e potrà essere spalmato anche su più periodi di imposta.

Leggi anche: Bonus Tessile e Moda, da oggi al via alla presentazione delle domande

 

 

Controlli bonus e ristori: nuove indicazioni dall’Agenzia delle Entrate

Dall’Agenzia delle Entrate arrivano nuove indicazioni (circolare 21 del 20 giugno 2022) alle direzioni regionali: intensificare i controlli su bonus e ristori e renderli più celeri.

Nuove direttive per i dipendenti dell”Agenzia delle Entrate: maggiori controlli su tutti i contribuenti

Nella giornata del 20 giugno 2022 Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha inviato una nota alle direzioni regionali con nuove indicazioni operative. Gli obiettivi sono molteplici: scovare evasori fiscali, ma anche migliorare il rapporto con il contribuente facilitando gi “incontri” con il personale dell’Agenzia delle Entrate.

Le strategie indicate sono diverse a secondo dei contribuenti che vengono divisi in: Grandi Contribuenti, PMI, persone fisiche, lavoratori autonomi, enti non commerciali. Indicazioni dettagliate sono anche fornite i controlli sulle operazioni internazionali.

Le fondi da tenere d’occhio

Gli occhi saranno puntati sulle frodi realizzate attraverso il riconoscimento di credito di imposta. Ad oggi si tratta di una delle modalità più utilizzate per aiutare imprese e famiglie a far fronte al carico fiscale. Ad esempio il credito di imposta viene riconosciuto per ottenere il bonus pos, per i contributi alle imprese gasivore ed energivore, per gli investimenti nel Mezzogiorno.

Saranno inoltre attenzionati i contributi a fondo perduto, sempre molto apprezzati dalle imprese perché consentono di avere un aiuto economico importante senza dover restituire i fondi ricevuti. Inoltre dalle indicazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, arriva l’invito a maggiori controlli anche sui ristori. A questi ci aveva abituati il periodo di emergenza Covid in cui le imprese hanno ricevuto ritorni economici a fronte di perdite importanti.

Favorire l’adempimento spontaneo e agevolare i contribuenti attraverso l’uso dei servizi online

Ernesto Maria Ruffini immagina un rapporto tra Agenzia delle Entrate e contribuenti più amichevole. Si scoraggio il  contenzioso tributario attraverso un invito ai dipendenti ad una maggiore cura delle varie pratiche in modo da scongiurare i contenziosi in cui l’Agenzia risulti soccombente. Questo anche attraverso una particolare attenzione alle sentenze già pronunciate dai giudici tributari.  L’obiettivo è favorire l’adempimento spontaneo, proprio per questo dovrà essere intensificato l’invio di lettere di invito a mettersi in regola.

Dal comunicato del Direttore emerge anche il piano di rendere i servizi online dell’Agenzia delle Entrate sempre più efficienti e quindi di stringere i tempi per le erogazioni in favore dei contribuenti. Questo per favorire la disponibilità di liquidità per imprese e famiglie in un momento particolarmente delicato dal punto di vista economico.

Nella circolare  si sottolinea che l’uso degli strumenti adottati in via d’urgenza a causa della pandemia devono utilizzarsi in via ordinaria al fine di migliorare il rapporto con i contribuenti. In particolare si propone di intensificare l’uso della video-call e di continuare ad utilizzare il sistema di appuntamenti prenotati online dalla homepage dell’Agenzia delle Entrate. In caso di urgenza invece gli uffici possono continuare a trattare a vista i vari casi proposti. L’Agenzia implementa la possibilità di inviare documenti all’Agenzia delle Entrate utilizzando le credenziali di accesso ai servizi personali.

Credito di imposta sull’aumento del gas e su altre spese: quali sono?

Quali crediti di imposta spettano sull’aumentato prezzo del gas naturale e su altri beni, come ad esempio per l’utilizzo dell’energia elettrica o per i beni strumentali immateriali e la formazione 4.0? Il credito di imposta maturato su tutti questi beni, come si può utilizzare? Ecco, dunque, quali sono i bonus spettanti sull’acquisto di questi beni e fonti energetiche anche alla luce degli aumenti di aliquota dei crediti di imposta.

Credito di imposta sugli aumenti dei prezzi del gas, aliquota del 25%

Sull’aumento del prezzo del gas naturale a danno delle imprese, il governo ha stabilito un contributo straordinario pari al 25%. Si tratta di una revisione al rialzo rispetto alle precedenti aliquote che introducevano un credito di imposta originariamente del 15% e, poi, del 20%. Le modalità di fruizione del bonus sono contenute nei decreti legge:

  • numero 4/2022 (decreto legge “Sostegni ter”);
  • 17/2022 (decreto “Energia”);
  • decreto 21 del 2022 (“Ucraina”);
  • 50/2022 (provvedimento “Aiuti”).

Quali imprese possono ottenere il contributo straordinario pari al 25% sull’incremento del prezzo del gas?

Il credito di imposta straordinario sul prezzo del gas per le imprese consiste nel fruire di un bonus del 25% sull’aumentato costo del gas. Per il primo trimestre del 2022 (gennaio, febbraio e marzo), il contributo è pari al 10% dei costi sostenuti per comprare il gas naturale. Riguardo ai mesi di aprile, maggio e giugno 2022 (secondo trimestre), il contributo aumenta al 25% (in precedenza era stato stabilito al 20%). Per fruire del bonus è necessario che l’azienda sia a forte uso di gas naturale. Si tratta delle imprese gasivore, ma i contributi andranno anche alle aziende che fanno un uso ridotto di gas naturale. La qualificazione delle aziende per ottenere il bonus straordinario è contenuta nell’Allegato 1 al decreto legge 541 del 2021. Oltre ai settori, il decreto stabilisce anche la quantità consumata di gas naturale corrispondente a non meno del 25% del tetto stabilito nel comma 1 dell’articolo 3 del decreto del ministero per la Transizione ecologica 541 del 2021.

Come fruire del contributo di imposta del 25% per l’incremento del prezzo del gas naturale?

Per fruire del contributo del 25% è occorrente che le imprese a forte uso di gas naturale abbiano pagato un costo superiore per il prodotto. La determinazione dell’incremento di costo del gas si basa sul prezzo medio pagato nel primo trimestre del 2022 rispetto al costo medio sostenuto nell’ultimo trimestre (mesi di ottobre, novembre e dicembre) del 2021. Per fruire del contributo, le imprese devono aver speso più del 30% confrontando i due trimestri rispetto al prezzo applicato nell’ultimo trimestre del 2019. Il contributo spettante per i mesi di aprile, maggio e giugno 2022 (secondo trimestre) si determina invece mediante il rapporto tra i prezzi medi sostenuti nei primi tre mesi del 2022 rispetto ai prezzi medi del primo trimestre del 2019. Dal rapporto ne deve derivare un incremento di prezzo di almeno il + 30%. Si tratta, dunque, dell’incremento di costi del 2022 rispetto a quelli applicati nel 2019.

Utilizzo in compensazione del bonus per l’aumento del prezzo del gas delle imprese gasivore

L’utilizzo del bonus derivante dall’aumentato prezzo del gas naturale delle imprese gasivore avviene mediante il modello F 24. Il modello deve essere presentato in via esclusiva utilizzando i servizi on line del portale dell’Agenzia delle entrate. Il relativo codice tributo da utilizzare è il numero 6962, descritto come “credito di imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale” per i mesi di aprile, maggio e giugno del 2022. Il relativo decreto di riferimento è il numero 17 del 1° marzo 2022, in particolare l’articolo 5. Nella compilazione del modello F 24, inoltre, il codice tributo si ritrova nella sezione “Erario” della colonna “Importi a credito compensati”. Ovvero, se il contribuente deve riversare l’agevolazione, il codice tributo si ritrova nella colonna “Importi a debito versati”. Nel campo dell’anno di riferimento (AAAA) deve essere inserito l’anno nel quale la spesa è stata sostenuta.

Bonus gas naturare imprese non gasivore: quale bonus spetta?

Per le imprese che utilizzano gas naturale in quantità ridotte rispetto alle aziende definite “gasivore”, il governo ha previsto il credito di imposta, sempre 25%, nel caso in cui il prezzo ha subito aumenti significativi. La determinazione dell’incremento di prezzo si ottiene dal rapporto del primo trimestre del 2022 (gennaio, febbraio e marzo) rispetto alla media del primo trimestre del 2019. Il risultato deve dare un costo aumentato di oltre il 30% per ottenere il credito di imposta.

Come utilizzare il credito di imposta sul maggior prezzo sostenuto per il gas naturale?

Il credito di imposta derivante dal maggior costo sostenuto dalle imprese non gasivore sul gas naturale non concorre a formare il reddito dell’impresa. Pertanto, il contributo ottenuto non forma la base imponibile ai fini dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e nemmeno ai fini della deducibilità degli interessi passivi e della deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi differenti dagli interessi passivi. Lo precisano gli articoli 61 e 109 (al comma 5) del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Inoltre, il bonus è cumulabile con altri contributi riferiti anche agli stessi costi. Ma dal cumulo non deve derivarne un cumulo che ecceda lo stesso costo sostenuto.

Credito di imposta sul prezzo del gas naturale: come si può cedere?

La cessione del credito di imposta del contributo spettante per il prezzo più alto pagato sul gas naturale spetta alle:

  • imprese gasivore, sia per il bonus del primo che del secondo trimestre del 2022;
  • aziende non gasivore, relativamente al secondo trimestre del 2022.

Fino a quando si può cedere il credito di imposta sul prezzo del gas?

Il credito di imposta può essere utilizzato fino al 31 dicembre 2022: entro tale data il bonus si può cedere, ma solo per l’intero importo. La cessione può avvenire verso altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. Chi riceve il credito di imposta non ha, però, ulteriore facoltà di procedere con una nuova vendita dello stesso, a meno che non si tratti di (due ulteriori cessioni):

  • banche ed altri intermediari finanziari iscritti all’albo dell’articolo 106 del Testo unico bancario;
  • società facenti parte di un gruppo bancario, iscritte all’albo sulla base del medesimo Testo unico;
  • compagnie di assicurazioni.

Credito di imposta su aumentato prezzo del gas: si può cedere solo parzialmente?

Il legislatore ha stabilito che i crediti di imposta derivanti dall’aumentato prezzo del gas sono cedibili sono per intero. Il che implica, necessariamente, che non può utilizzarsi il bonus in parte per compensazione tramite il modello F 24 e in parte cedendolo. Le eventuali cessioni concluse violando questa disposizione sono da considerarsi nulli.

Aumento del credito di imposta per le imprese che utilizzano energia elettrica

Il decreto legge “Aiuti” ha aumentato l’aliquota anche di altri crediti di imposta. Infatti, per le imprese non energivore, a parziale compensazione dell’aumento dei prezzi dell’energia elettrica usata nei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, l’aliquota è passata dal 12% al 15%.

Per quali altri crediti sono state aumentate le aliquote del bonus?

Sono altresì aumentate le aliquote del credito di imposta spettante per:

  • gli investimenti nei beni strumentali immateriali 4.0 (aliquota dal 20 al 50%) per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. L’aliquota maggiorata si applica anche per i beni immateriali prenotati entro la fine del 2022 per consegne fino al 30 giugno 2023 purché sia stato versato un acconto di almeno il 20%;
  • per le spese sostenute per la formazione 4.0 dalle piccole imprese l’aliquota di credito di imposta passa dal 50% al 70%. Se sostenute da medie imprese il bonus spettante sale dal 40% al 50%;
  • sul credito di imposta per le spese sostenute per potenziare l’offerta cinematografica, per gli anni 2022 e 2023 il bonus spettante è aumentato dal 20% al 40%.

Gas, contributi sull’aumento del prezzo del 25% e Iva al 5%: le ultime novità

L’Agenzia delle entrate è intervenuta nella giornata di ieri, 16 giugno 2022, con una circolare per fornire ulteriori chiarimenti ai decreti legge “Sostegni ter”, “Energia”, “Ucraina” e “Aiuti”, in merito all’aliquota dell’Iva applicata sul gas naturale utilizzato per autotrazione e ai contributi del 25% per compensare i maggiori oneri di approvvigionamento delle imprese. L’aliquota Iva scende dunque dal 22% al 5%, ma solo temporaneamente. Infatti, questa percentuale rimarrà in vigore fino all’8 luglio prossimo e a decorrere dallo scorso 3 maggio. L’aliquota agevolata sul gas metano si applica anche all’acquisto di gas metano per gli utilizzi civili e industriali.

Contributi sull’aumentato costo del gas, percentuale del 25%

Il governo ha fissato il contributo straordinario al 25% sull’aumentato prezzo di acquisto del gas per le imprese. Si tratta di un adeguamento al rialzo rispetto alle precedenti percentuali che prevedevano un bonus dapprima del 15% e, successivamente, del 20%. Le modalità di erogazione del corrispondente credito di imposta sono contenute nei decreti legge:

  • 4 del 2022 (decreto legge “Sostegni ter”);
  • 17 del 2022 (decreto “Energia”);
  • dl 21/2022 (decreto “Ucraina”);
  • 50 del 2022 (decreto “Aiuti”).

Quali imprese sono ammesse al contributo straordinario del 25% sull’aumentato prezzo del gas?

Il bonus straordinario sul gas per le imprese consiste nell’ottenimento di un credito di imposta nella misura del 25% dell’aumentato prezzo del gas. Per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022 (primo trimestre dell’anno), il credito di imposta è fissato nella percentuale del 10% dei costi sostenuti per l’acquisto del gas naturale. Sul secondo trimestre del 2022 (mesi di aprile, maggio e giugno), il credito di imposta sale al 25% (dal 20% stabilito in precedenza). Per ottenere il credito di imposta è occorrente che l’impresa sia a forte utilizzo di gas naturale (cosiddette imprese “gasivore”). La qualificazione delle imprese ammesse al contributo straordinario è operata dall’Allegato 1 al decreto legge numero 541 del 2021. Oltre ai settori, il provvedimento fissa il consumo di quantità di gas naturale pari ad almeno il 25% di quanto fissato al comma 1 dell’articolo 3 del decreto del ministero per la Transizione ecologica numero 541 del 2021.

Come ottenere il credito di imposta del 25% per l’aumentato costo del gas naturale?

Per fruire del credito di imposta del 25% è necessario che le imprese a forte utilizzo di gas naturale abbiano subito un aumento del relativo costo. Il calcolo dell’aumento del prezzo del gas deve essere riferito al costo sostenuto nei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022 rispetto alla media di costo sostenuto nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2021 (ultimo trimestre dell’anno scorso). Per ottenere il bonus, dal confronto tra i trimestri, le imprese devono aver sostenuto un prezzo maggiore del 30% riferito all’ultimo trimestre dell’anno 2019. Il bonus del secondo trimestre del 2022 (aprile, maggio e giugno) si calcola invece dal rapporto tra i costi medi sostenuti nel primo trimestre del 2022 rispetto al prezzo medio dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2019. Il rapporto deve segnare almeno il + 30% del trimestre di riferimento del 2022 rispetto a quello del 2019.

Credito di imposta sull’acquisto di gas naturale per le imprese che non non fanno largo utilizzo: quale bonus spetta?

Per le aziende che utilizzano gas in quantità non eccessive come le imprese “gasivore”, è previsto lo stesso bonus del 25% se hanno dovuto subire un incremento del costo del gas naturale. Il calcolo dell’aumento del costo deve essere fatto per i primi tre mesi del 2022 (gennaio, febbraio e marzo) come media rispetto alla media dei primi tre mesi del 2019. Tale rapporto deve essere superiore al 30%.

Come utilizzare il credito di imposta sul maggior prezzo sostenuto per il gas naturale?

Le imprese possono utilizzare il credito di imposta maturato sul maggior costo sostenuto per il gas naturale in compensazione, secondo quanto prevede il decreto legislativo numero 241 del 1997, all’articolo 17. Il credito di imposta è utilizzabile a decorrere dal giorno di maturazione, previa verifica dei requisiti richiesti per ottenere il bonus. Quanto le imprese maturano come bonus può essere anche ceduto ma solo per l’intero ammontare del credito di imposta. La cessione può avvenire anche a soggetti differenti dalle banche e altri istituti finanziari qualificati. Per la cessione del credito di imposta è occorrente il visto di conformità. Inoltre, la fruizione del credito di imposta non concorre alla base imponibile del reddito di impresa. Infine, il bonus non concorre all’imponibile ai fini Irap e si può cumulare con altre agevolazioni spettanti purché non si superi il tetto massimo del prezzo pagato.

Iva al 5% sul gas naturale, fino a quando e per chi?

L’abbattimento dell’aliquota Iva al 5% (dal 22%) è in vigore dal 3 maggio scorso fino al giorno 8 luglio 2022. Tale percentuale è applicata sia sul gas naturale utilizzato per l’autotrazione che per le forniture di gas per utilizzi industriali e civili. L’intervento dell’Agenzia delle entrate del 16 giugno 2022 (circolare numero 20/E) chiarisce che la percentuale agevolata sul gas, se precedente alla consegna del prodotto, deve riferirsi al giorno di emissione della fattura. In alternativa, il contribuente deve considerare la data di pagamento del corrispettivo. Per la cessione con contratto di somministrazione del gas, se precedente, si deve far riferimento alla data di pagamento del prezzo o di emissione della fattura. Lo stabilisce la lettera a) del comma 2, e il comma 4, dell’articolo 6 del decreto legislativo già citato. L’Agenzia delle entrate si rifà dunque al comma 1. dell’articolo 6, del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972. Per gli utilizzi industriali e civili, l’aliquota Iva ridotta al 5% si applica sia per il regime ridotto al 10% che per quello ordinario del 22%.

 

Codice tributo credito di imposta imprese gasivore: qual è e come si usa

L’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 28/E del 13 giugno 2022 ha comunicato il codice tributo che le imprese gasivore possono utilizzare per ottenere il credito di imposta. Ecco i dettagli.

Credito di imposta per imprese gasivore: la normativa

L’articolo 15.1 del decreto legge 27 gennaio 2022 n° 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2022 n° 25, istituisce un credito di imposta in favore delle imprese che hanno un elevato consumo di gas naturale. Il contributo è pari al 10% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas nel primo trimestre del 2022. Il credito di imposta viene riconosciuto a fronte del consumo di gas avvenuto nel primo trimestre per usi diversi da quelli termoelettrici. Per poterlo ottenere è però necessario dimostrare di avere affrontato un aumento dei prezzi della materia di almeno il 30% rispetto ai prezzi praticati nello stesso periodo del 2019.

Sono considerate imprese gasivore quelle che utilizzano gas naturale per scopi produttivi. Non viene quindi considerato il gas utilizzato per il riscaldamento degli ambienti, né come carburante per alimentare i motori. Generalmente si ritiene che sia un’impresa gasivora quella con un consumo medio di almeno 1 GWh/anno ovvero 94.582 Sm3/anno. Per il credito di imposta qui in oggetto l’applicazione è subordinata a un consumo nel 1° trimestre 2022 di un volume almeno pari a 0,25 Gwh.

Requisiti per ottenere l’agevolazione

Per poter ottenere l’agevolazione è inoltre necessario essere in possesso di:

  • un sistema di gestione conforme alla ISO 50001;
  • Una diagnosi energetica conforme al D. Lgs. 102/2014, comunicata all’ENEA e in corso di validità

Codici tributo credito di imposta imprese gasivore: quali sono e come si usano

Ora l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 28/E del 13 giugno 2022 ha indicato il codice di imposta da utilizzare per poter ottenere il credito in oggetto. Ricordiamo che questo codice può essere utilizzato in compensazione per i pagamenti effettuati con il modello F24.

Il credito di imposta maturato nel primo trimestre del 2022 deve essere utilizzato entro il 31 dicembre 2022. Il credito può anche essere ceduto a terzi, ma a condizione che sia ceduto per intero, quindi non può essere usufruito in parte dal soggetto beneficiario e in parte tramite cessione a terzi.

Il codice da utilizzare per la compensazione del credito di imposta in favore delle imprese gasivore è 6966. Il codice deve essere inserito nella sezione “Erario” della dichiarazione, nella colonna “importi a credito compensati”. Nel caso in cui si debba procedere al riversamento della agevolazione invece deve essere compilata la colonna “importi a debito versati”.

Per il credito di imposta maturato nel secondo trimestre del 2022 deve invece essere utilizzato nelle stesse modalità il codice tributo 6962 previsto nella Risoluzione 18/E del 14 aprile 2022.

 

Bonus alberghi 2022: cos’è? Inoltro domanda dal 9 giugno

Dal giorno 9 giugno 2022 alle ore 12:00 al giorno 13 giugno sempre ore 17:00 sarà possibile richiedere il bonus alberghi 2022. Ecco le modalità operative rese note dal Ministero del Turismo il giorno 7 giugno 2022.

Bonus alberghi 2022: cos’è?

Il settore del turismo è stato sicuramente il più penalizzato dall’epidemia Covid e proprio per questo riceve ora particolari atttenzioni. Tra queste vi è il Bonus Alberghi 2022 rifinanziato con il decreto legge 104 del 2022. A fronte delle spese di riqualificazione energetica e ristrutturazione delle strutture alberghiere è possibile richiedere il bonus alberghi 2022 per un tetto di spesa massima di 200.000 euro. Il bonus si riceve sotto forma di credito di imposta e può essere utilizzato con il modello F24. Il giorno 7 giugno 2022 sono state rese note le ultime informazioni attraverso un Avviso del Ministero del turismo.

Quali spese possono beneficiare del Bonus alberghi 2022?

Il bonus Alberghi 2022 può essere richiesto per le spese sostenute dal 1° gennaio 2020 al 6 novembre 2021 per strutture che però erano già attive alla data del 1° gennaio 2012. Possono ottenere il beneficio alberghi, agriturismi, campeggi, villaggi turistici, parchi vacanza.

Il credito di imposta si può ottenere per un importo pari al 65% di quanto effettivamente speso per le spese di ristrutturazione. Tra i lavori che possono ottenere il beneficio fiscale ci sono:

  • manutenzione straordinaria;
  • eliminazione delle barriere architettoniche;
  • lavori di efficientamento energetico;
  • adeguamento antisismico;
  • acquisto di mobili e complementi di arredo.

Nel caso di stabilimenti termali, oltre ai lavori ora visti, possono beneficiare del credito di imposta per il bonus alberghi 2022 anche a fronte di lavori per la realizzazione di piscine termali e acquisto di attrezzature necessarie per lo svolgimento di attività termali.

Come presentare la domanda per il Bonus alberghi 2022

Per richiedere il bonus alberghi 2022 è necessario accedere alla piattaforma messa a disposizione dal Ministero del Turismo https://www.ministeroturismo.gov.it/avviso-pubblico-alle-strutture-ricettive-per-agevolazioni-sotto-forma-di-credito-dimposta/

Per poter presentare la domanda è necessario avere a disposizione un codice di identità digitale, può trattarsi di SPID, CIE o CNS, inoltre è necessario inserire nella domanda un indirizzo di posta elettronica certificata (pec). La domanda deve essere presentata dal rappresentante legale del richiedente risultante nel Registro delle Imprese. La domanda è nulla se non si rispetta questo requisito.

Alla domanda devono essere allegate le copie dei documenti che attestano l’avvenuta spesa, inoltre deve esserci la copia della documentazione che attesta l’avvenuto pagamento dei lavori eseguiti, come bonifico bancario, SEPA, bancomat, carta di credito aziendale

accompagnata dall’evidenza della quietanza su conto corrente che attesti il trasferimento del denaro tra beneficiario e fornitori.

Nell’avviso pubblicato dal Ministero del Turismo il giorno 7 giugno 2022 e che sostituisce tutti i precedenti avvisi viene anche sottolineato che è necessario allegare alla domanda la copia dell’estratto conto da cui risulti l’addebito e che mostri chiaramente l’importo, la data di pagamento, nonché la causale dello stesso.

Infine, devono essere allegati il verbale di consegna o di installazione del beni e la relazione finale del legale rappresentante del soggetto beneficiario in cui rilevi la descrizione dettagliata delle spese sostenute.

Una volta compilata la domanda il modulo deve essere generato in formato pdf. In seguito all’inoltro la piattaforma genera la relativa ricevuta.

Come sono assegnati i fondi?

La procedura prevede che entro 60 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione della domanda siano rese note le graduatorie dei beneficiari. Le domande sono valutate in ordine di arrivo

Costoro potranno utilizzare il credito riconosciuto per compensare le imposte. Entro 30 giorni dalle conclusioni delle verifiche istruttorie riceveranno la documentazione con indicazione delle spese ammesse, da questo momento le somme potranno essere utilizzate come credito di imposta.

Per conoscere ulteriori agevolazioni per le imprese che operano nel settore del turismo, leggi l’articolo: Credito di imposta IMU 2022 per imprese del turismo. Chi può usarlo?

Nota bene: è di ieri 8 giugno 2022 la notizia del posticipo della data di apertura della piattaforma per l’inoltro della domanda. La domanda potrà essere presentata dal giorno 13 giugno 2022 alle ore 12:00 al giorno 16 giugno .

Nuovi aumenti prezzi carburanti, c’è attesa per un nuovo taglio accise

Non accennano a fermarsi gli aumenti prezzi carburanti con nuovi record nonostante il taglio delle accise. La guerra in Ucraina ha ormai superato i 100 giorni, chi credeva in una breve soluzione del problema deve purtroppo ricredersi e a pagarne le conseguenze sono tutti, anche i cittadini italiani che si ritrovano la benzina nuovamente oltre i due euro al litro, questo nonostante ci sia il taglio delle accise ormai in vigore da molti mesi e prorogato fino al giorno 8 luglio 2022.

Benzina e diesel: quanto costano a giugno 2022?

Mai come in questo periodo gli italiani vorrebbero ritornare in smart working, infatti proprio il lavoro da casa aveva contribuito a una discesa del prezzo durante il periodo del Covid, ma sembra che ora nulla riesca a far fermare almeno la corsa dei prezzi.

Chi ha fatto il pieno in questi giorni, soprattutto chi si è allontanato da casa per qualche giorno di relax approfittando del ponte per 2 giugno, sicuramente lo avrà notato, il prezzo della benzina ha superato 1,91 euro al litro al self service, al servito è oltre i due euro. C’è qualche distributore in cui il prezzo è schizzato oltre i due euro anche in modalità self.

Non va meglio per il prezzo del diesel che al self costa in media 1,83 euro. Secondo i calcoli di Federconsumatori una famiglia che nell’arco di un mese fa due pieni di carburante spende in media oltre 260 euro in più all’anno. Purtroppo l’aumento del costo dei carburanti si ripercuote anche su molti altri prodotti di largo consumo e in particolare sugli alimentari, sia perché attualmente il trasporto su gomma è il più utilizzato, sia perché la produzione ha costi maggiori proprio a causa dell’aumento del costo dell’energia, questo implica che tutti i prezzi sono in salita.

La corsa dei prezzi è in parte mitigata dal credito di imposta riconosciuto per agricoltori e imprese del settore pesca che possono utilizzare  in compensazione il 20% di quanto speso in carburanti, ora grazie al codice tributo reso noto dall’Agenzia delle Entrate la misura è diventata operativa e consente anche di contenere il costo di frutta, verdura e pescato al banco.

Per saperne di più leggi: Bonus carburanti per agricoltura e pesca, arrivato codice per compensazione

Nonostante le varie misure adottate, si stima un’attuale inflazione all’8% e probabilmente non accenna a diminuire.

Proroga del taglio accise sui prezzi carburanti quasi certa, aumenterà anche l’importo?

Buone notizie per gli italiani potrebbero arrivare dal Governo, infatti è quasi certa la proroga del taglio delle accise sui carburanti oltre il giorno 8 luglio 2022 (scadenza prevista per il taglio delle accise attualmente in vigore). Non è però esclusa qualche ulteriore buona notizia, infatti è possibile che ci sia un incremento del taglio e questo perché l’aumento del prezzo dei carburanti porta un gettito extra-iva e lo stesso potrebbe essere utilizzato per calmierare almeno in parte il costo alla distribuzione. A dare conferma che non si tratta solo di voci di corridoio è Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario al Ministero dell’Economia.  Non ci sono invece particolari novità sul fronte del controlli dei prezzi che era stato più volte annunciato.

Non resta che attendere.

Credito di imposta IMU 2022 per imprese del turismo: chi può usarlo?

Il settore del turismo negli ultimi 2 anni ha subito pesantemente gli effetti della crisi pandemica, proprio per questo ora sono previste agevolazioni proprio per le imprese che operano in questo settore e tra le novità che prendono forma vi è il credito di imposta IMU 2022. Ecco come funziona.

IMU: come si calcola?

L’IMU è l’Imposta Municipale Unica, il suo importo viene calcolato avendo come riferimento la rendita catastale rivalutata al 5%. Alla rendita rivalutata viene applicato il coefficiente previsto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in base alla categoria catastale. Per gli immobili D/2 il coefficiente è 65. Viene così determinata la base imponibile a cui applicare l’aliquota prevista dal Comune ( nel limite del range previsto dalla normativa).

Chi può avvalersi del credito di imposta IMU 2022?

Il nuovo bonus IMU 2022, introdotto con il decreto Ucraina, decreto legge 21 del 21 marzo 2022, articolo 22, prevede il beneficio in favore di imprese che operano nel settore turistico. Vi rientrano agriturismi, imprese che svolgono attività ricettive all’aperto, attività impegnate in ambito fieristico e congressuale, centri termali, parchi tematici, acquatici e faunistici.

Il beneficio può essere richiesto per immobili appartenenti alla categoria D/2, inoltre il proprietario dell’immobile deve coincidere con il gestore dell’attività.

Requisiti per accedere al credito di imposta IMU 2022

I requisiti per poter accedere al credito di imposta IMU 2022 non finiscono qui. La normativa richiede anche che il titolare dell’attività dimostri una reale perdita economica dovuta alla crisi pandemica. Si prevede che nel secondo trimestre 2021 risulti una riduzione del 50% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè prima che iniziasse la crisi pandemica.

Il bonus prevede il riconoscimento di un credito di imposta pari al 50% della seconda rata pagata di IMU 2021. Ad esempio se alla scadenza del 16 dicembre 2022 l’impresa ha pagato un imposto di 500 euro, potrà avvalersi di una somma pari a 250 euro.

Il credito di imposta può essere usato in compensazione con il modello F24, ma solo nel caso in cui gli importi relativi all’imposta municipale unica 2022 siano stati correttamente versati. Il Modello F24 è generalmente utilizzato per pagare le imposte, quindi questo credito può essere facilmente scontato. Il bonus IMU maturato non è cedibile a terzi.

Ricordiamo che le scadenze IMU sono prima rata entro il 16 giugno e seconda rata entro il 16 dicembre. L’importo scontato non potrà comunque superare i 700.000 euro. Il fondo che finanzia il credito di imposta IMU 2022 è di 15,6 milioni di euro. Trattandosi di un aiuto di Stato è necessario anche produrre auto-dichiarazione di non aver superato i limiti previsti per i sostegni alle imprese.

Credito di imposta Società Benefit: c’è tempo fino al 15 giugno per la domanda

Con il decreto legge 34 del 2020 è stato previsto un importante incentivo in favore delle società benefit, si tratta di un credito di imposta fino al 50% delle spese sostenute, ecco chi può riceverlo, come proporre la domanda, le spese agevolabili e i termini per la presentazione delle domande.

Cosa sono le società benefit?

Le società benefit sono una particolare forma societaria che affianca allo scopo principale ( fine di lucro) un ulteriore scopo che può essere definito altruistico o solidale.

Per saperne di più su tale tipologia di società è possibile leggere l’approfondimento: Società benefit: cosa sono, come funzionano e quali benefici portano.

Proprio in virtù di tale fine altruistico e solidaristico e allo scopo di incentivare ulteriormente la costituzione di tale tipo di società, sono previste delle agevolazioni per le imprese che operano utilizzando tale schema. Tra questi vi è anche il credito di imposta per le società benefit. Lo stesso viene riconosciuto alle PMI a fronte dei costi sostenuti per la costituzione della SB o per la trasformazione di una preesistente società in Società Benefit. Sono comprese nell’agevolazione le spese sostenute a decorrere dal 19 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021.

Chi può richiedere il credito di imposta per società benefit?

Affinché si possa accedere al beneficio è necessario svolgere attività economica in Italia avvalendosi sul territorio di una sede principale o secondaria. Inoltre è necessario essere nel libero e pieno esercizio dei propri diritti quindi non essere sottoposti a procedure concorsuali o in liquidazione volontaria.

La disciplina per l’ottenimento del credito di imposta per le società benefit è contenuta nel decreto interministeriale 12 novembre 2021. Prevede che il credito di imposta possa essere ottenuto per un ammontare massimo di 10.000 euro. Il fondo stanziato è di 7 milioni di euro.

Quali spese possono essere dichiarate per ottenere il credito di imposta?

Non tutte le spese sostenute possono essere dichiarate al fine di ottenere il credito di i mposta per le società benefit, le spese ammissibili sono:

spese per la costituzione e trasformazione della SB. Rientrano tra queste le spese notarili, le spese di iscrizione nel Registro delle Imprese, spese di consulenza e assistenza professionale. Non sono ammesse all’agevolazione le spese relative a tasse, con l’eccezione dell’Iva, che può essere agevolata nel caso in cui non sia recuperabile dal beneficiario.

Il credito di imposta per le Società Benefit rientra tra gli aiuti de minimis, di conseguenza è necessario che sia rispettato il limite previsto per tale tipologia di aiuto.

Per conoscere i limiti, c’è la guida: Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Come presentare la domanda per ottenere il credito di imposta società benefit?

La domanda per accedere al credito di imposta per le società benefit può essere presentata a decorrere dal 19 maggio 2022 ore 12:00 al giorno 15 giugno 2022 ore 12:00 attraverso la procedura telematica. La piattaforma per la richiesta è gestita da Invitalia https://agevolazionidgiai.invitalia.it/

La domanda può essere presentata dal legale rappresentante risultante dal certificato camerale della società benefit. Naturalmente al momento della presentazione della domanda devono essere indicate le spese sostenute.

Terminata la fase della presentazione delle domande, inizia la fase del controllo delle stesse. Le domande che presentano i requisiti sono ammesse al beneficio fiscale, nel caso in cui i fondi dovessero essere insufficienti, gli stessi saranno ripartiti proporzionalmente tra gli aventi diritto.

Trattandosi di un credito di imposta, il richiedente non otterrà il versamento delle somme riconosciute, ma di un credito di imposta utilizzabile in compensazione attraverso il modello F24. Tra i vantaggi del credito di imposta per le società benefit vi è il riconoscimento in favore di tutti gli operatori economici, indipendentemente dal settore in cui operano, inoltre viene riconosciuto su tutto il territorio italiano.

Superbonus 110%, acconti senza raggiungere il 30% di Sal: come cederli o detrarli?

Cosa fare nel caso in cui il contribuente abbia versato degli acconti nel 2021 e nel 2022 ma non si sia raggiunto il 30% di stato di avanzamento dei lavori per gli interventi rientranti nel superbonus 110%? In generale si può dire che se non si è raggiunta la soglia del 30% di Sal nel 2021, si possono cedere gli acconti del 2022 nel caso in cui la percentuale venga raggiunta. E, dunque, per il primo stato di avanzamento dei lavori del 2022, il contribuente può procedere con la cessione dei crediti di imposta sugli acconti versati nel solo anno 2022.

Superbonus 110%, primo stato di avanzamento del 30% degli interventi: come procedere con la rendicontazione?

La casistica riguarda i casi nei quali, per gli interventi del superbonus 110%, il contribuente abbia versato degli acconti nell’anno 2021. Nonostante i versamenti, può capitare che i lavori non raggiungano il primo stato di avanzamento del 30% entro il 31 dicembre 2021. I lavori raggiungono poi la soglia del 30% del primo Sal nell’anno 2022. La rendicontazione da effettuare in questa situazione è la seguente:

  • i corrispettivi maturati in merito agli interventi effettuati negli anni 2021 e 2022, fino al raggiungimento del primo Sal;
  • gli acconti già versati nello scorso anno e durante l’anno in corso, fino al raggiungimento del primo stato di avanzamento dei lavori del 30%;
  • il totale degli acconti da corrispondere, calcolato mediante la differenza tra le due prime voci.

Superbonus 110%, i crediti di imposta degli acconti cedibili sono solo per quelli del 2022

Rispetto alla situazione sopra descritta degli acconti e del primo stato di avanzamento dei lavori del superbonus 110%, la cessione del credito di imposta si può esercitare solo per i pagamenti effettuati durante l’anno in corso. In tal caso, si applica il criterio di cassa come chiarito dall’Interpello all’Agenzia delle entrate numero 56 del 2022. In particolare, l’Agenzia delle entrate aveva fornito risposta a un istante che aveva intenzione di avvalersi della cessione del credito di imposta a una banca, avendo versato nell’anno 2021 acconti per i lavori in superbonus 110%.

Agenzia delle entrate su versamento acconti e cessione dei crediti di imposta al raggiungimento del primo Sal

La risposta dell’Agenzia delle entrate al quesito posto dall’istante si basa su quanto prevede il comma 1 bis dell’articolo 121 del decreto Rilancio. Nel caso in cui per gli interventi ammessi al superbonus 110% sia prevista l’emissione di stati di avanzamento dei lavori, è possibile esercitare l’opzione di cessione del credito di imposta o di sconto in fattura “solo se lo stesso si riferisce ad almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo”. Nel caso di valutazione dell’Agenzia delle entrate, trattandosi di lavori a cavallo tra più periodi di imposta con il primo Sal che verrà emesso nell’anno 2022, “è possibile esercitare l’opzione di cessione del credito corrispondente al superbonus 110% solo qualora il predetto Sal si riferisca ad almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo”.

Il criterio di cassa sugli acconti dei lavori del superbonus 110%

Sul criterio di cassa l’Agenzia delle entrate ha chiarito che: “Considerato, inoltre, che il Sal emesso rendiconterà il corrispettivo maturato fino a quel momento, gli acconti già corrisposti e, di conseguenza, l’ammontare dell’acconto da corrispondere, sulla base della differenza tra le prime due voci, l’opzione della cessione del credito di imposta potrà essere esercitata solo per l’importo corrispondente alla detrazione spettante con riferimento agli importi pagati nell’anno 2022, in applicazione del cosiddetto criterio di cassa”.

Acconti superbonus 110% versati nel 2021, cosa si può fare?

Peraltro, sugli acconti versati nell’anno 2021, invece, si può usufruire della relativa detrazione fiscale del superbonus 110% nella dichiarazione dei redditi relativa a tale periodo d’imposta. Eventualmente, si può optare per la cessione del credito corrispondente alle successive rate di detrazione non fruite. A titolo di esempio, se un contribuente ha un Sal del 30% a fine giugno 2022 per lavori in superbonus 110% e per un importo di 10 mila euro, si potrà:

  • cedere i crediti di imposta maturati sugli acconti del 2022 effettuati con bonifici parlanti, ad esempio, per somme pari a 2 mila euro dei 10 mila euro;
  • gli acconti dello scorso anno, pari a 8 mila euro, si possono portare in detrazione fiscale nel modello 730 del 2022. Per questi importi il contribuente deve seguire, in questo caso, il principio di cassa. E dunque gli corrispondenti al momento in cui ha fatto il versamento.

Superbonus 110% e cessione dei crediti di imposta delle rate residue

In ogni modo, per gli acconti versati nell’anno 2021 relativi a lavori rientranti nel superbonus 110%, si può scegliere la cessione del credito di imposta per le rate susseguenti non fruite con la detrazione fiscale. In questo caso, però, non si può esercitare l’opzione di scelta dello sconto in fattura. Infatti, il contribuente ha già versato versate nell’anno 2021 le relative fatture emesse dal fornitore. Tuttavia, nella risposta all’Interpello numero 56 del 2022, l’Agenzia delle entrate non ha fornito delucidazioni in merito al fatto il contribuente possa procedere con la cessione dei crediti di imposta delle rate residue della detrazione:

  • solo dopo la conclusione degli interventi, inviando anche l’asseverazione prevista all’Enea o allo Sportello unico per l’edilizia (Sue);
  • al raggiungimento del primo stato di avanzamento dei lavori per la relativa soglia del 30%.