Rottamazione quater, ancora pochi giorni per evitare la decadenza

Mancano pochi giorni per recuperare il pagamento delle tre rate della rottamazione quater ed evitare la decadenza. Ecco come fare per non perdere i benefici della pace fiscale.

Rottamazione quater, pagare le prime 3 rate entro il 15 marzo

La rottamazione quater è la misura di pace fiscale adottata con la legge di Bilancio per il 2023. Terminata la prima fase di adesione si è passati al pagamento delle rate. La rottamazione quater ha consentito di rateizzare tutti i carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022.

Il piano dei pagamenti prevedeva il versamento della prima rata entro il 31 ottobre, 2023, la seconda rata entro il 30 novembre. Le successive rate dovevano avere cadenze trimestrali e di conseguenza la terza rata era in scadenza il 28 febbraio 2024.

Per ogni pagamento vi è una tolleranza di 5 giorni. Nel momento in cui vi era la scadenza delle prime due rate si sono però verificate delle difficoltà con l’uso della piattaforma, proprio per questo a novembre è stata concessa la possibilità di recuperare anche la prima rata e ora viene riconosciuta la possibilità di recuperare il pagamento della prima e della seconda rata, senza quindi decadenza. Il termine entro il quale devono essere pagate le prime 3 rate  è il 15 marzo 2024. Anche per questo pagamento è possibile usufruire della ulteriore soglia di tolleranza di 5 giorni.

La possibilità di rientrare nei pagamenti è prevista dal decreto Milleproroghe ed è stata inserita al momento della conversione in legge dello stesso.

Come effettuare i pagamenti delle prime tre rate ed evitare la decadenza

I pagamenti possono avvenire tramite banca, anche attraverso i servizi online messi a disposizione. Inoltre è possibile effettuare i versamenti attraverso le sedi territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Infine, è possibile utilizzare il servizio “Paga on-line”, la piattaforma PagoPA, canali telematici bancari e postali, il servizio di domiciliazione bancaria.

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Rottamazione quater, chi decade può chiedere la rateizzazione?

Milleproroghe: balneari, smart working, mutui giovani

Con 198 voti favorevoli, 128 contrari e 4 astenuti è stata approvata la legge di conversione del decreto Milleproroghe. Lo stesso è stato approvato con tutti gli emendamenti già approvati al Senato, ecco le principali misure che riguardano gli italiani.

Nel decreto Milleproroghe la proroga delle concessioni balneari

Il decreto Milleproroghe è legge, è stato approvato dalla Camera, il Governo sulla manovra aveva presentato la questione di fiducia.

Uno dei provvedimenti che ha destato maggiore clamore e critiche è stata la proroga delle concessioni ai balneari per un altro anno. Nel frattempo sulla questione che interessa anche l’Unione Europea è stato costituito un tavolo di lavoro a Palazzo Chigi ed è stata avviata la mappatura delle spiagge interessate dalla scadenza delle concessioni.

Un ulteriore punto di interesse è la proroga dello smart working per lavoratori fragili e con figli fino a 14 anni, fino al 30 giugno 2023.

Tra le norme introdotte nel periodo Covid che trovano ulteriore proroga anche passata l’emergenza sanitaria, vi è la proroga dell’utilizzo della ricetta elettronica.

Medici di base e pediatri potranno posticipare il pensionamento fino al compimento di 72 anni.

Nel settore sanità è stato inoltre rifinanziato il piano oncologico.

Proroga del termini ai Comuni per lo stralcio delle cartelle esattoriali

Novità anche per quanto riguarda lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro affidate all’agente di riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. È stato prorogato il termine concesso ai Comuni per poter comunicare la scelta di non aderire allo stralcio, lo stesso ora è al 31 marzo.

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Buone notizie anche per i giovani, infatti le agevolazioni previste per gli under 36 che decidono di acquistare casa sono prorogate al 30 giugno 2023. Ricordiamo che per poter accedere all’agevolazione è necessario un Isee di valore inferiore a 40.000 euro.

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Novità concorsi scuola nel decreto Milleproroghe

Nel decreto Milleproroghe è inserita anche l’autorizzazione al Ministero dell’Istruzione a bandire nel 2023 il concorso per titoli ed esami per l’assunzione a tempo indeterminato nel 2024 di 59 dirigenti tecnici. Ulteriori assunzioni (87) sono previste nel 2025. Viene inoltre autorizzato l’avvio delle procedure concorsuali per l’assunzione di insegnanti di religione cattolica per la copertura del 50% delle posizioni vacanti. L’altro 50% delle assunzioni potrà essere effettuato in favore di docenti che abbiano già maturato 3 anni di incarico.

Novità importanti sono previste anche per i dirigenti che abbiano sostenuto il concorso nel 2017 e che abbiano sostenuto almeno la prova scritta. In questo caso, per coloro che hanno presentato ricorso avverso la procedura, vi è la possibilità di partecipare a un corso intensivo di formazione con relativa prova finale con costo a carico dei partecipanti. I dirigenti che superano il corso saranno inseriti in graduatoria, sebbene in coda rispetto alla graduatoria di merito derivante dal superamento di tutta la procedura del concorso indetto con DDG 1259/17 n° 194.

Mutui under 36, prorogate le agevolazioni con Milleproroghe

Nella legge di conversione del decreto Milleproroghe approvata dal Senato c’è una bella notizia per tutti i giovani under 36 che vogliono acquistare casa, infatti l’agevolazione mutui under 36 ottiene la proroga dal 31 marzo 2023 al 30 giugno 2023. Ecco i dettagli.

Agevolazione mutui under 36

L’agevolazione mutui under 36, disciplinata dal decreto Sostegni Bis, prevede la possibilità di acquistare casa con una garanzia statale sull’ammontare del mutuo fino all’80% del costo.

A questa agevolazione si aggiunge l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale. Nel caso di acquisto da soggetto Iva, quanto versato si riconosce all’acquirente sotto forma di credito di imposta.

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L’agevolazione inizialmente aveva avuto il via libera fino al 31 dicembre 2022, in seguito è stata prorogata al 30 marzo 2023 e ora arriva l’ulteriore proroga fino al 30 giugno 2023.

L’agevolazione è prevista in favore di persone che entro la data del rogito notarile non abbiano compiuto ancora 36 anni di età. Inoltre l’ulteriore requisito è un reddito Isee inferiore a 40.000 euro.

Naturalmente l’agevolazione può essere fruita solo per l’acquisto della prima casa.

L’agevolazione per i mutui under 36 ha ottenuto l’approvazione definitiva?

Per capire bene la fondatezza di tale notizia è bene precisare l’iter della norma. In sede di conversione al Senato la proroga della garanzia mutuo under 36 ha avuto già l’approvazione. Il 22 febbraio il decreto Milleproroghe arriverà alla Camera per l’approvazione definitiva, i termini per la conversione scadono il 27 febbraio 2023. Tecnicamente non c’è tempo per una modifica della norma, infatti se la norma che prevede la proroga della garanzia mutui under 36 dovesse essere modificata alla Camera, dovrebbe ritornare di nuovo al Senato per l’approvazione della modifica e poi nuovamente alla Camera in quanto la Costituzione prevede che le due Camere debbano approvare lo stesso identico testo delle varie norme.

Fatta questa premessa si può sottolineare che visti i tempi della conversione, la proroga della garanzia mutui under 36 è ormai molto ufficiosa e quasi certa.

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Proroga stralcio cartelle esattoriali, presentato l’emendamento

La legge di bilancio 2023 ha previsto lo stralcio delle cartelle esattoriali affidate all’agente per la riscossione fino al 31 dicembre 2015 e di importo fino a 1.000 euro. Purtroppo però rispetto alle previsioni iniziali si sono dilungati i tempi. Ora con un emendamento al decreto Milleproroghe è stata proposta un’ulteriore proroga dei termini. Ecco cosa sta succedendo.

Stralcio cartelle esattoriali: il Governo chiede la proroga dei termini

Lo stralcio delle cartelle esattoriali di importo fino a 1.000 euro affidate all’agente di riscossione nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 previsto nella legge di bilancio 2023, inizialmente doveva essere vigente dal 1° gennaio 2023. Questo implicava che i contribuenti, andando a controllare la propria posizione fiscale nella pagina personale del sito dell’Agenzia delle Entrate- Fisconline, non avrebbero più trovato le relative cartelle esattoriali pendenti. Questo perché è prevista la cancellazione automatica, senza bisogno di presentare domanda.

In seguito alle rimostranze da parte dei comuni, si è deciso di concedere a tali enti la possibilità di deliberare se aderire o meno allo stralcio per le cartelle di loro competenza. Tale scelta doveva essere comunicata dai comuni entro il 31 gennaio 2023. Naturalmente la necessità di dare maggiore tempo ai comuni ha portato il termine a slittare, lo stesso è stato spostato dal 1° gennaio 2023 al 31 marzo 2023.

Questo termine potrebbe però ulteriormente essere prorogato, ecco perché.

Il Governo concede più tempo ai comuni per aderire alla proroga stralcio cartelle esattoriali

Il Governo ha presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, ora in conversione, che prevede la riscrittura del calendario dello stralcio automatico delle cartelle esattoriali.

I termini spostati in avanti sarebbero 2:

  • il termine del 31 gennaio 2023 entro il quale i comuni dovevano decidere se aderire o meno allo stralcio automatico delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro dovrebbe essere prorogato al 31 marzo 2023, quindi i comuni che ancora non hanno scelto potranno farlo;
  • il secondo termine che slitta è quello della cancellazione automatica delle cartelle esattoriali che passa dal 31 marzo 2023 al 30 aprile 2023.

La Commissione Affari Costituzionali e Bilancio dovrebbe decidere in breve tempo se approvare o meno l’emendamento, ma essendo governativo la probabilità di un esito positivo è alta.

Entro il 27 febbraio è comunque necessario procedere alla conversione del decreto Milleproroghe e sarà quello il momento in cui si saprà se lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro sarà o meno prorogato. Sicuramente una proroga sarà fastidiosa per i contribuenti che devono attendere un ulteriore mese per vedere cadere i propri debiti fiscali, ma sarà molto positiva per tutti gli abitanti dei Comuni che ancora non hanno deciso cosa fare.

Ricordiamo che se anche gli enti diversi dalle Amministrazioni Statali, dalle Agenzie Fiscali e dagli enti pubblici previdenziali non dovessero aderire, sarebbero comunque cancellati interessi e sanzioni maturate sulle cartelle esattoriali, mentre restano a carico del contribuente le somme iscritte a ruolo in conto:

  • capitale;
  • rimborso per le spese esecutive;
  • diritti di notifica.

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Energia: salta il divieto di modifica unilaterale dei contratti. Aumenti in arrivo per molti consumatori

Nei mesi scorsi l’Antitrust ha indagato su fornitori di energia che avevano aumentato le tariffe, ora il Governo, attraverso il decreto Milleproroghe, sconfessa l’autorità garante e ammette la possibilità di aumentare le tariffe in caso di contratto in scadenza. Salta il divieto di modifiche unilaterali dei contratti per la fornitura di energia.

Contratto luce e gas: salta il divieto di modifiche unilaterali. Aumenti nel mercato libero

Il decreto Aiuti Bis varato dal governo Conte aveva introdotto il divieto di modifiche unilaterali alle tariffe di luce e gas proposte dalle società fornitrici. Naturalmente le società fornitrici su questo punto non sono concordi e hanno iniziato una battaglia legale annunciando che non avrebbero rinunciato. Le società Iren, Dolomiti ed Enel hanno già proposto ricorso a Tar e Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha già accolto la richiesta di Iren di sospensione del provvedimento cautelare emesso nei confronti della società in quanto l’interpretazione dell’Antitrust relativa alle norme del decreto Aiuti Bis appaiono eccessivamente penalizzanti per i fornitori di energia.

Sembra infatti illogico il divieto di modifiche unilaterali a scadenza di contratto considerando anche che i clienti che sono ancora nel Servizio Elettrico Nazionale hanno continuato a veder crescere la bolletta avendo come punto di riferimento il costo della materia prima aggiornato costantemente dall’Arera.

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I fornitori per cercare di proteggersi e far fronte al rischio di dover continuare a vendere energia a un prezzo irrisorio rispetto al prezzo corrente hanno introdotto i contratti con PUN, cioè legati al prezzo dell’energia, ma tali contratti possono essere di fatto stipulati solo con i nuovi clienti e questo in forza di un’interpretazione del decreto Aiuti Bis particolarmente restrittiva da parte dell’Antitrust.

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Di fatto il Governo è intervenuto cercando di riportare equilibrio tra le parti, cioè tra consumatori e fornitori.

Cosa prevede il decreto Milleproroghe?

Nel decreto Milleproroghe viene esteso fino al 30 giugno 2023 il divieto di modifiche unilaterali a contratti in corso, quindi fino a scadenza, nonostante l’aumento del costo della materia prima (gas, kWh) non potranno esserci aumenti in bolletta. Tutto cambia però alla scadenza del contratto, in questo caso infatti il fornitore potrà unilateralmente stabilire un aumento delle tariffe. Naturalmente il consumatore non è obbligato ad accettare tale aumento e potrà quindi nel mercato libero cercare un nuovo fornitore che offre condizioni contrattuali più convenienti.

Restano però dei punti fermi, cioè il fornitore prima di procedere all’aumento delle tariffe deve darne un congruo preavviso al consumatore/contraente in modo che possa scegliere una diversa società fornitrice e fare preventivi.

Il rischio secondo molti è che le società possano applicare degli aumenti particolarmente elevati in modo da contrastare anche le perdite subite nei mesi precedenti, quando, in virtù dei contratti bloccati, hanno continuato a fornire energia a prezzi fuori dal mercato. Già nei mesi passati qualche società ha optato per la disdetta dei contratti affermando proprio di non poter più fornire energia ai prezzi del passato, indice che le difficoltà affrontate potrebbero essere tali anche da indurre al fallimento di molte società.

In questa delicata fase di passaggio sono avvantaggiati coloro che non hanno effettuato il passaggio al mercato libero perché Arera ha dichiarato che il prezzo dell’energia elettrica ( non del gas) scende nel mese di dicembre 2022 del 25%.

Decreto Milleproroghe, tutto quello che dovrebbe contenere

Il decreto Milleproroghe è approvato dal Consiglio dei ministri, ecco tutto quello che c’è da sapere in merito e quali scadenze saranno spostate.

Decreto Milleproroghe, cosa contiene?

Con decreto Milleproroghe si intende un decreto legge del Consiglio dei ministri volto a risolvere disposizioni urgenti entro la fine dell’anno in corso. Ad esempio posticipando l’entrata in vigore di disposizioni normative o prorogando l’efficacia di leggi in scadenza.

Sono quindi tanti i temi su cui si applicano dello scivolo alle scadenze. Nel decreto Milleproroghe ad esempio si indica che è stato prorogato al 30 giugno 2023 il termini relativo alla scadenza dei contratti stipulati dalla Presidenza del Consigli dei ministri con le agenzia di stampa per l’acquisto di servizi giornalistici e informativi.

Decreto Milleproroghe, Imu, fatturazione elettronica ed Iva

In merito alla dichiarazione Imu slitta di sei mesi il termine per la presentazione. In realtà era già spostato alla fine del 2022, ma adesso il rinvio è fino al 30 giugno 2023. Inoltre è spostata la fatturazione elettronica in campo sanitario, fino alla fine del prossimo anno 2023. Di conseguenza anche l’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati al sistema della tessera sanitaria per il completamento della Dichiarazione dei redditi. Sempre in campo sanitario, la possibilità di ricevere le ricette mediche via mail o sms è prolungata di un anno.

Anche in merito all’Iva c’è uno slittamento. Infatti viene spostato al primo gennaio 2024 il termine per l’applicazione dell’obbligo di inviare i dati sulle operazioni fatte ogni giorno: “all’ammontare globale dei corrispettivi delle operazioni imponibili e alle relative imposte attraverso strumenti tecnologici che garantiscono l’inalterabilità e la sicurezza dei dati, compresi i POS”.

Tutte le altre nuove scadenze

Definite anche la modalità di alienazione della partecipazione del Ministero dell’economia in Ita Spa. Un’operazione veloce per la cessione della società. Ed ancora rifinanziato fino al 2025 il contratto espansione. Può essere definita come misura di supporto alle imprese in difficoltà finanziarie finalizzato a una riorganizzazione aziendale, e a favorire l’esodo anticipato verso la pensione del personale.

ll Decreto Milleproroghe fa scorrere fino al 30 giugno 2023 la possibilità per i titolari di concessioni, locali di utilizzare il suolo pubblico mettendo dei tavoli ed arredi senza previa autorizzazione. Inoltre  il decreto proroga al 2023-2024 la validità delle graduatorie nazionali utili per il conferimento di incarichi di docenza a tempo indeterminato e determinato nel comparto AFAM. Infine, in merito alle gestioni previdenziali per gli obblighi contributivi riferiti alle gestioni previdenziali dei pubblici dipendenti arriva lo stop fino a fine 2023.

 

 

 

 

 

 

Dichiarazione Imu, slitta al 30 giugno 2023 il termine per la presentazione

Mentre la legge di bilancio 2023 è ormai passata alle Camere e deve essere approvata entro il 31 dicembre 2022 al fine di evitare l’esercizio provvisorio, il Governo lavora all’altro importante appuntamento ormai annuale, il decreto Milleproroghe e tra le novità c’è lo slittamento del termine per la presentazione della dichiarazione Imu.

Slitta il termine per la presentazione della dichiarazione Imu

Il decreto Milleproroghe, in base alle prime indiscrezioni, si compone di 22 articoli, come il nome stesso dice contiene proroghe dei termini in scadenza. Tra le proroghe più importanti previste per i prossimi mesi c’è quella relativa alla dichiarazione Imu relativa all’anno di imposta 2021. Il termine attualmente previsto per la dichiarazione Imu è il 31 dicembre 2022, siamo ormai agli sgoccioli e molte persone hanno già provveduto a rendere la dichiarazione, mentre altre sono in procinto di farla, visto che con i tanti giorni festivi previsti, quelli realmente utili sono molto pochi.

A ciò si aggiunge che la sentenza della Corte Costituzionale di ottobre 2022 che ha escluso dai soggetti obbligati a pagare l’Imu i coniugi che hanno due abitazioni e ognuno ha la residenza anagrafica e dimora abituale in una di esse. Situazione che ad esempio si verifica quando i due coniugi lavorano in due città diverse e quindi hanno l’esigenza di avere due abitazioni in uso. La sentenza ha creato dubbi e ritardi tra coloroc he devono presentare la dichiarazione e forse c’è proprio tale motivazione dietro la decisione del Governo Meloni di far trovare questo regalo sotto l’albero, cioè la proroga del termine.

Lo stesso con il decreto Milleproroghe slitta al 30 giugno 2023. Sei mesi in più di tempo per rendere al dichiarazione. Ricordiamo che il decreto Milleproroghe ha la forma del decreto legge, cioè provvedimento caratterizzato da urgenza che entra in vigore immediatamente e che deve essere convertito in legge entro 60 giorni, in caso contrario perde efficacia immediatamente. Questo vuol dire che già nelle prossime ore potrebbe diventare definitivo.

Altre misure previste nel decreto Milleproroghe

Tra le misure previste anche il rifinanziamento del contratto di espansione che aiuta le aziende in difficoltà finanziarie che favoriscono l’esodo anticipato dal lavoro dei dipendenti vicini alla pensione.

Prorogati per tutto il 2023 anche gli aiuti alle aziende che esportano, hanno filiali o sedi in Ucraina, nella Federazione Russa e in Bielorussia.

Infine, per tutto il 2023 i medici potranno continuare a inviare ricette mediche ai pazienti con e-mail o altri servizi di messaggistica, il servizio era stato introdotto in via eccezionale durante la pandemia ed era in scadenza al 31 dicembre 2022.

Bonus Chef: proroga al 31 dicembre 2022 per il credito di imposta

Il Bonus Chef era previsto dalla legge di bilancio per il 2021 ma di fatto non ha mai trovato attuazione. Molto probabilmente proprio al fine di superare la fase di stallo di una misura caduta nel dimenticatoio, nella legge di conversione del decreto Milleproroghe è stato prorogato il termine per maturare il credito di imposta a cui dovrebbe dare diritto il Bonus Chef. Vediamo di cosa si tratta.

La storia del Bonus Chef

Il comma 117 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2021 prevedeva che in favore dei soggetti esercenti la professione di cuochi professionisti presso alberghi e ristoranti, sia come lavoratori dipendenti che autonomi (partita IVA con codice A.TE.CO 5.2.2.1.0) si riconosce un credito di imposta fino al 40% del costo sostenuto per l’acquisto di beni strumentali durevoli e per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale sostenuti tra il primo gennaio 2021 e il 30 giugno 2021.

Il decreto attuativo di tale provvedimento del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro del Lavoro, avrebbe dovuto vedere la luce entro il 2 marzo 2021, ma di fatto non hanno mai provveduto, deludendo questa categoria di lavoratori particolarmente provata dalle conseguenze della crisi pandemica.

Al fine di non far cadere il Bonus chef,  l’articolo 18 quater della legge di conversione del DL 228 del 2021 (decreto Milleproroghe) ha sostituito la precedente data del 30 giugno 2021 con la data del 31 dicembre 2022. Questo implica che coloro che esercitano la professione di cuoco possono ancora oggi maturare il credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali durevoli e dei costi per i corsi di aggiornamento professionale.

Caratteristiche del credito d’imposta del Bonus Chef

Le spese che danno diritto a maturare il credito di imposta del Bonus Chef sono quelle inerenti l’acquisto di beni strumentali durevoli in classe energetica elevata per la conservazione, lavorazione, trasformazione e cottura dei prodotti alimentari, inoltre si possono acquistare strumenti professionali per il settore ristorazione. I corsi di aggiornamento devono naturalmente riguardare la professione.

Il Bonus Chef spetta per un limite di spesa massimo di 6.000 euro. Gli importi maturati potranno essere utilizzati in compensazione per il pagamento delle imposte mediante modello F24, è però escluso l’utilizzo per IRPEF e IRAP. Il credito di imposta può inoltre essere ceduto a banche, istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Naturalmente siamo in attesa del decreto attuativo che ora dovrebbe essere una priorità dei ministeri coinvolti vista la proroga dei termini e quindi la volontà di confermare il Bonus Chef. Solo in seguito sarà possibile utilizzare i crediti maturati in compensazione delle imposte.

Controversie pendenti minori: si chiude il 2 aprile

di Vera MORETTI

C’è una scadenza imminente, e precisamente del 2 aprile, per coloro che vogliono fruire della chiusura agevolata per definire le controversie pendenti al 31 dicembre 2011 di valore non superiore a 20mila euro. Entro tale data, infatti, dovranno provvedere al versamento dell’intera somma e presentare la relativa domanda.

La definizione della lite viene perfezionata dalla domanda del soggetto che ha proposto l’atto introduttivo del giudizio, unitamente al pagamento delle somme determinate entro il 2 aprile, data inizialmente stabilità al 31 marzo ma prorogata in quanto cade di sabato.
Le somme vanno versate con il modello F24 – Versamenti con elementi identificativi, senza possibilità di avvalersi della compensazione. Il codice tributo da indicare è 8082.

Gli importi dovuti per la definizione sono:

  • 150 euro, se la lite è inferiore a 2mila euro
  • 10% del valore della lite, se l’ultima sentenza è stata favorevole al contribuente
  • 50% del valore della lite, se l’ultima sentenza è stata favorevole all’Agenzia
  • 30% del valore della lite, se non c’è stata ancora alcuna sentenza.

Questo provvedimento è frutto del decreto milleproroghe, che ha prorogato la data fino al 31 marzo e comprende anche le liti instaurate, mediante ricorso introduttivo del giudizio di primo grado, fra il 2 maggio e il 31 dicembre 2011. Le controversie devono risultare pendenti, al 31 dicembre 2011, dinanzi alle commissioni tributarie o al giudice ordinario in ogni grado del giudizio e anche a seguito di rinvio.
I nuovi termini permettono di beneficiarne anche ai contribuenti che non avevano effettuato il versamento in tempo utile e anche chi, inizialmente deciso a proseguire il contenzioso, nel frattempo ci abbia ripensato.

Rimane comunque impossibile definire le controversie per le quali sia intervenuta una sentenza passata in giudicato, né quelle concluse con una decisione che risulti definitiva al 28 febbraio 2012, la data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto milleproroghe.
Sulle novità apportate dal “milleproroghe” alla chiusura agevolata delle liti “minori”, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti con la circolare n. 7/E del 15 marzo.