Carburanti: nuovi rialzi dei prezzi per benzina e diesel

La diminuzione dei costi dell’energia e in particolare del gas e dell’elettricità hanno portato un po’ tutti a non guardare il prezzo dei carburanti. Un’ondata di ottimismo che però sembra non essere giustificata, infatti i prezzi di benzina e diesel sono di nuovo in rialzo.

Aumenti dei prezzi dei carburanti nel mese di marzo 2023

Per gli automobilisti sembra non esservi pace, infatti dopo che è stata rimandata la decisione sul divieto di vendita di auto con motore endotermico a partire dal 2035 a causa delle perplessità espresse da Italia, Germania, Polonia e Bulgaria, sono di nuovo in rialzo i prezzi dei carburanti.

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A rilevare l’aumento dei prezzi è Staffetta Quotidiana che ha registrato un aumento del prezzo della benzina al litro di un centesimo per Eni e Q8, aumenti di due centesimi invece per IP. Tamoil ha aumentato il prezzo di benzina e diesel entrambi di un centesimo.

Quanto costa fare il pieno di benzina e diesel?

La media dei prezzi al self service in Italia è di 1,858 euro/litro per la benzina, mentre per il diesel costa 1,817 euro/litro. Questo vuol dire che sembra essersi ristabilito il rapporto di prezzo tra gasolio e benzina visto che negli ultimi mesi vi era stato uno storico sorpasso e il diesel costava più della benzina. Per il servito naturalmente i prezzi sono più elevati e la benzina in media costa 1,998 euro/litro, mentre il diesel 1,959 euro/litro. Alcune compagnie hanno però prezzi al servito che superano i due euro, quindi prima di fare rifornimento è bene anche cercare di capire presso quali pompe è possibile ottenere un risparmio.

In autostrada è necessario registrare prezzi più elevati e per il verde la media è di 1,937 euro/litro, mentre per il diesel 1,898 euro/litro, anche in questo caso si tratta dei prezzi al self mentre per il servito sono più alti. Ricordiamo che attualmente non sono in vigore sconti sulle accise dei carburanti. Gli stessi erano stati applicati dai precedenti governi al fine di aiutare gli italiani a far fronte ai rincari dei prezzi dei carburanti ed erano alimentati dall’aumento delle entrate Iva determinate proprio dall’aumento dei prezzi.

Carburanti, ritornano gli sconti? Ecco quando. Indagini sui prezzi

Ha destato scalpore e malcontento la decisione del governo Meloni di non confermare il taglio delle accise sui carburanti dal 1° gennaio 2023. I prezzi sono aumentati subito, ma a calmare il malcontento c’è l’annuncio di probabili nuovi tagli che dovrebbero arrivare presto.

Taglio delle accise sui carburanti a marzo? Ecco cosa potrebbe accadere

In base a quanto emerge dalle indiscrezioni trapelate da esponenti del centro destra e riportati in un articolo di Affari Italiani, sembra che il Governo stia studiando una soluzione per calmierare il prezzo dei carburanti. In particolare viene sottolineato che tutti gli interventi sulle accise messi in atto dal mese di marzo 2022 fino al 31 dicembre 2022 sono stati frutto di scelte straordinarie e confermate periodicamente. Ciò è dovuto al fatto che per poter operare tale taglio è necessario avere coperture finanziarie.

Con la riduzione dei prezzi dei carburanti è venuto meno l’extragettito fiscale che aveva permesso quei tagli, proprio per questo motivo al 1° gennaio  2023 è stato impossibile il rinnovo. Le fonti vicine al centro-destra però sottolineano che nei prossimi mesi dovrebbe crearsi un nuovo gruzzoletto derivante dai saldi che dovrebbero far ripartire il commercio. Di conseguenza si sta pensando a un nuovo taglio, ma ridotto a 10 centesimi a partire dal mese di marzo e confermato per circa 2-3 mesi. Naturalmente molto dipende anche dall’andamento dei prezzi dei carburanti.

Codacons: allarme prezzi carburanti. Avviare un’indagine sulle speculazioni delel società petrolifere

Fatto sta che dal 1° gennaio 2023 gli automobilisti hanno visto i prezzi aumentare e la benzina al self service costa oltre 1,80 euro al litro, il diesel ha raggiunto 1,90 euro al litro. Il servito sfiora i 2 euro al litro. Nel frattempo nella discussione sulla mancata conferma del taglio delle accise è intervenuta anche l’associazione dei consumatori Codacons che ha sottolineato che eventuali aumenti ulteriori dei prezzi dei carburanti sono esclusivamente speculazioni dei distributori.

Di conseguenza sono pronti a presentare un esposto alla Guardia di Finanza e alle Procure della Repubblica in caso di ulteriori aumenti. Il presidente Codacons, Carlo Rienzi, sottolinea che tali aumenti sono ingiustificati in quanto le quotazioni internazionali del petrolio sono al ribasso e quindi non giustificano l’andamento dei prezzi alla pompa.

La Codacons chiede quindi l’apertura di un’indagine per aggiotaggio con sequestro delle bolle di acquisto dei carburanti da parte delle società petrolifere. Secondo i calcoli effettuati, l’eliminazione del taglio delle accise se confermato per tutto l’anno dovrebbe portare per le famiglie italiane un maggiore esborso pari a 366 euro.

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Carburanti: quanto costano ora che il taglio delle accise è stato dimezzato?

Quanto costano ora i carburanti? Questa è la domanda che si stanno ponendo molti italiani vista la riduzione del taglio delle accise dal 1° dicembre 2022. Ecco i prezzi medi alle stazioni di servizio.

La riduzione del taglio delle accise sui carburanti

Il decreto Aiuti quater ha portato novità sul prezzo del carburanti, infatti per molti mesi attraverso decreti legge e decreti interministeriali è stato applicato il taglio di 30,5 centesimi sulle accise. Questo ha consentito di calmierare i prezzi e quindi di far fronte all’aumento del costo della materia prima con più leggerezza. Il taglio di 30,5 centesimi ha però subito un drastico taglio con il decreto Aiuti quater ed è passato a 18,3 centesimi. Il nuovo prezzo trova applicazione dal 1° dicembre 2023 e quindi ora è giunto il momento di vedere i nuovi prezzi dei carburanti.

Il 30 novembre 2022 era possibile acquistare la benzina al self service al prezzo medio di 1,69 centesimi. Il prezzo tra i vari distributori oscillava tra 1,65 e 1,72 euro al litro. Il diesel invece in modalità self costava al 30 novembre in media 1,775 euro al litro. Tra le varie compagnie il prezzo oscillava tra 1,75 e 1,80.

Chi ha deciso di fare il pieno dal primo dicembre ha sicuramente notato la differenza, infatti la benzina al self costa circa 1,77 centesimi al litro. Per quanto riguarda invece il prezzo del diesel si attesta intorno a 1,80 centesimi. Come si può notare il prezzo non è aumentato di 12,2 centesimi come ci si aspettava, ma di meno, questo effetto è dovuto al fatto che il prezzo dei carburanti, o meglio della materia prima, è ancora in discesa. Fino a quando le cose resteranno così non è dato sapere, ma occorre ricordare che in caso di nuovi aumenti del prezzo al barile del petrolio, sarà comunque possibile intervenire nuovamente sulle accise.

Taglio accise carburanti dimezzato dal 1° dicembre. Un suicidio politico

La manovra di bilancio prende forma e porta anche qualche brutta notizia per gli italiani: in base al decreto collegato alla manovra dal 1° dicembre cessa la vigenza dello sconto sulle accise sui carburanti di 30 centesimi. L’importo del taglio delle accise è dimezzato.

Dimezzato il taglio delle accise sui carburanti dal 1° dicembre 2022

Negli ultimi mesi siamo stati abituati ad avere il taglio delle accise sui prezzi dei carburanti. Questa misura è stata adottata di volta in volta tramite decreto legge o decreto interministeriale di proroga. Il taglio, che resterà in vigore fino al 30 novembre 2022, ammonta a 25 centesimi, ma aggiungendo il risparmio Iva determinato dal minore prezzo, il taglio effettivo sul costo del carburante è di 30,5 centesimi.

Si è trattato di un aiuto importante visto che il prezzo dei carburanti, in particolare diesel e benzina, aveva ormai superato abbondantemente i 2 euro. Con il taglio invece è stato possibile restare in modo costante sotto i due euro al litro. Nel frattempo il prezzo dei carburanti continua ad oscillare, oggi la benzina al self service costa 1,70 euro al litro, mentre il diesel continua a mantenere un prezzo leggermente più alto e in media costa 1,804 euro al litro. All’orizzonte vi sono però aumenti in quanto è in salita il costo del barile e di conseguenza potrebbe ricominciare la catena di aumenti.

Benzina e diesel costeranno di più

La nuova manovra prevede il dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti che passerà da 30,5 centesimi a 18,3 centesimi. In particolare il taglio delle accise sarà di 15 centesimi e aggiungendo il risparmio Iva arriva a 18,3 centesimi. Questo implica che rispetto ad oggi ci sarà un aumento del costo del carburante di 12,2 centesimi al litro. Secondo le stime fatte, in media un pieno di carburante dovrebbe costare circa 6,1 euro in più. L’incidenza sul budget delle famiglie dipenderà dall’effettivo uso fatto dei veicoli a motore.

Codacons e Unione Nazionale Consumatori: il dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti è un suicidio politico

Molto critica nei confronti di questa scelta è stata la Codacons che ha sottolineato come questo dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti avrà pesanti ricadute non solo sul budget degli automobilisti, ma anche indirette con un ulteriore aumento dei prezzi. L’Unione Nazionale Consumatori ha parlato addirittura di un suicidio politico per il Governo, infatti con questo dimezzamento del taglio delle accise sui carburanti il prezzo della benzina andrà oltre 1,80 euro al litro e il diesel oltre 1,90 euro e nel caso in cui dovessero aumentare nuovamente i prezzi dei carburanti, si ritornerà a sfiorare la soglia dei 2 euro al litro.

Buone notizie invece ci sono sul fronte della plastic tax e sugar tax la cui entrata in vigore prevista per il 1° gennaio 2023 dovrebbe essere rimandata. Nel frattempo salta l’annullamento Iva sui beni di prima necessità.  Ridotta al 5% per prodotti per l’infanzia, pannolini e assorbenti.

Divieto vendita auto a benzina e diesel dal 2035: accordo raggiunto

Negli ultimi giorni si è più volte parlato di uno slittamento dei termini per il divieto di vendita di auto a benzina e diesel, invece l’accordo tra Parlamento e Consiglio europeo è stato raggiunto e dal 2035 c’è il divieto vendita di questi veicoli. Approvata anche la norma “salva Ferrari”.

A chi si applica il divieto di vendita auto benzina e diesel? Cos’è la clausola “salva Ferrari”?

L’obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti attraverso il supporto della mobilità sostenibile. I cambiamenti climatici che si stanno registrando con caldo anomalo e scioglimento dei ghiacciai ha messo in allarme l’Europa e sono in tanti a credere che sia arrivato il momento di non ritardare interventi.

Naturalmente non si può vietare nell’immediato la vendita di veicoli con alimentazione diesel e benzina, è necessario fornire un congruo lasso di tempo per dare alle aziende del settore il tempo per convertire le loro produzioni. Non solo, è necessario che i Paesi Membri riescano a produrre energia da fonti rinnovabili. Solo in questo modo si possono abbattere le emissioni inquinanti.

In base all’accordo raggiunto, i produttori che producono da 1.000 a 10.000 vetture nuove ( e da 1.000 a 22.000 furgoni) dovranno adeguarsi entro il 2035, mentre le imprese con produzioni ridotte, cioè meno di 1.000 veicoli l’anno, saranno esentati da tale obbligo. Questa clausola ha preso anche il nome di “salva Ferrari” infatti i produttori di auto extra lusso e personalizzate hanno lamentato l’impossibilità nel breve termine di applicare ai loro veicoli motori a zero emissioni di CO2. Il caso è quello della casa automobilistica Ferrari.

Le tappe per il passaggio al divieto di vendita auto a benzina e diesel

Per le imprese ci saranno inoltre passaggi intermedi per le imprese, il primo è già nel 2025, mentre il secondo sarà nel 2030. Entro tale seconda data dovrà essere raggiunto l’obiettivo di una riduzione di emissioni di CO2 del 50% per i furgoni e 55% per le auto nuove.

Entro la fine del 2025 l’esecutivo comunitario dovrà pubblicare una prima relazione sull’andamento della transizione ecologica, la stessa toccherà diversi aspetti come l’impatto sui consumatori e sull’occupazione, i progressi in termini di efficienza energetica e di accessibilità economica dei veicoli a zero e a basse emissioni.

Le aziende costruttrici non hanno mancato di far pervenire critiche al piano ritenendolo troppo repentino in quanto ancora mancano le infrastrutture per poter effettuare un passaggio agevole all’elettrico. Oliver Zipse, presidente della European Automobile Manufacturers Association e amministratore delegato della casa automobilistica tedesca Bmw ha espresso dubbi sulla possibilità di realizzare gli obiettivi. Ha sottolineato che l’azienda può anche adeguarsi, ma restano perplessità circa la capacità dell’Europa di garantire una quantità sufficiente di energia rinnovabile per il parco mezzi e infrastrutture di ricarica capillari.

Taglio accise carburanti: sarà confermato dopo il voto?

Negli ultimi mesi abbiamo costantemente avuto il taglio delle accise sui carburanti di 30 centesimi. La misura attualmente in vigore è stata inserita nel decreto Aiuti Bis ed avrà efficacia fino al giorno 20 settembre. Cosa succederà quindi dopo le elezioni?

Taglio accise: il governo Draghi lo prorogherà dopo il 20 settembre?

Il decreto Aiuti Bis dovrebbe essere l’ultimo atto con contenuto importante del Governo Draghi ormai giunto al capolinea, infatti il governo ora è in ballo solo per gli affari correnti ed eventuali emergenze. Questo vuol dire che con elevata probabilità non ci sarà un decreto o un atto prima del 20 settembre volto ad un’ulteriore proroga del taglio delle accise.

Per sapere se vi sarà o meno una conferma è necessario attendere il nuovo governo. È bene dirlo subito, di certo non ci sarà il 26 settembre. Infatti dopo aver ottenuto i risultati elettorali, il 26 settembre dovrebbero essere noti, si dovrà procedere alla nomina del Presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica. Su proposta del Presidente del Consiglio incaricato vi sarà la nomina dei ministri. Ci sarà quindi il voto di fiducia in Parlamento, il giuramento e solo successivamente ognuno prenderà il suo posto. I tempi saranno abbastanza stretti perché c’è da lavorare alla legge di bilancio per evitare l’esercizio provvisorio. Probabilmente prima del primo ottobre non sarà proprio possibile avere un nuovo governo. Ritornando all’argomento principe: cosa succederà al taglio delle accise sui carburanti dopo il voto?

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Taglio accise carburanti: sarà confermato dopo il voto?

Il taglio delle accise sui carburanti finora è stato finanziato con l’extra gettito Iva maturato proprio grazie all’aumento dei prezzi del carburante. Per mantenere il taglio delle accise servono 1,16 miliardi di euro al mese. Attualmente però siamo in una fase di discesa dei prezzi dei carburanti con benzina al self service pagata circa 1,80 euro al litro e il gasolio leggermente più basso. Vi sono distributori con prezzi anche inferiori a 1,80 euro al litro per la benzina. La discesa dei prezzi è stata di circa 22 centesimi al litro.

Questo vuol dire risparmio per gli automobilisti, ma anche minori entrate per lo Stato per quanto riguarda l’Iva. Da ciò discende una conseguenza abbastanza importante: potrebbe essere difficile con questi prezzi, che sono gli stessi ante-guerra in Ucraina, rifinanziare nuovamente il taglio delle accise dopo il 20 settembre.

Questo però non vuol dire dover rinunciare al taglio delle accise sui carburanti, infatti il nuovo governo potrebbe decidere, se i prezzi dei carburanti restano gli attuali, di ridurre il taglio in modo da restare sempre intorno ai 2 euro al litro e allo stesso tempo avere entrate fiscali costanti.

Attualmente nessuno schieramento si è pronunciato su questa materia, neanche Matteo Salvini che alla precedente tornata elettorale si era decisamente schierato contro le accise sui carburanti, deludendo poi di fatto molti cittadini che hanno visto il taglio delle accise solo recentemente e non in modo strutturale, ma solo per far fronte all’emergenza prezzi.

 

Nuovi aumenti prezzi carburanti, c’è attesa per un nuovo taglio accise

Non accennano a fermarsi gli aumenti prezzi carburanti con nuovi record nonostante il taglio delle accise. La guerra in Ucraina ha ormai superato i 100 giorni, chi credeva in una breve soluzione del problema deve purtroppo ricredersi e a pagarne le conseguenze sono tutti, anche i cittadini italiani che si ritrovano la benzina nuovamente oltre i due euro al litro, questo nonostante ci sia il taglio delle accise ormai in vigore da molti mesi e prorogato fino al giorno 8 luglio 2022.

Benzina e diesel: quanto costano a giugno 2022?

Mai come in questo periodo gli italiani vorrebbero ritornare in smart working, infatti proprio il lavoro da casa aveva contribuito a una discesa del prezzo durante il periodo del Covid, ma sembra che ora nulla riesca a far fermare almeno la corsa dei prezzi.

Chi ha fatto il pieno in questi giorni, soprattutto chi si è allontanato da casa per qualche giorno di relax approfittando del ponte per 2 giugno, sicuramente lo avrà notato, il prezzo della benzina ha superato 1,91 euro al litro al self service, al servito è oltre i due euro. C’è qualche distributore in cui il prezzo è schizzato oltre i due euro anche in modalità self.

Non va meglio per il prezzo del diesel che al self costa in media 1,83 euro. Secondo i calcoli di Federconsumatori una famiglia che nell’arco di un mese fa due pieni di carburante spende in media oltre 260 euro in più all’anno. Purtroppo l’aumento del costo dei carburanti si ripercuote anche su molti altri prodotti di largo consumo e in particolare sugli alimentari, sia perché attualmente il trasporto su gomma è il più utilizzato, sia perché la produzione ha costi maggiori proprio a causa dell’aumento del costo dell’energia, questo implica che tutti i prezzi sono in salita.

La corsa dei prezzi è in parte mitigata dal credito di imposta riconosciuto per agricoltori e imprese del settore pesca che possono utilizzare  in compensazione il 20% di quanto speso in carburanti, ora grazie al codice tributo reso noto dall’Agenzia delle Entrate la misura è diventata operativa e consente anche di contenere il costo di frutta, verdura e pescato al banco.

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Nonostante le varie misure adottate, si stima un’attuale inflazione all’8% e probabilmente non accenna a diminuire.

Proroga del taglio accise sui prezzi carburanti quasi certa, aumenterà anche l’importo?

Buone notizie per gli italiani potrebbero arrivare dal Governo, infatti è quasi certa la proroga del taglio delle accise sui carburanti oltre il giorno 8 luglio 2022 (scadenza prevista per il taglio delle accise attualmente in vigore). Non è però esclusa qualche ulteriore buona notizia, infatti è possibile che ci sia un incremento del taglio e questo perché l’aumento del prezzo dei carburanti porta un gettito extra-iva e lo stesso potrebbe essere utilizzato per calmierare almeno in parte il costo alla distribuzione. A dare conferma che non si tratta solo di voci di corridoio è Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario al Ministero dell’Economia.  Non ci sono invece particolari novità sul fronte del controlli dei prezzi che era stato più volte annunciato.

Non resta che attendere.

Taglio accise carburanti: proroga fino all’8 luglio e novità per il metano

Buone notizie per gli italiani, la proroga del taglio delle accise sui carburanti va oltre le aspettative. Sconti assicurati fino all’8 luglio 2022. Buone notizie anche per chi ha veicoli alimentati a metano.

Proroga fino all’8 luglio 2022 del taglio delle accise sui carburanti

Il prezzo dei carburanti non accenna a diminuire, anzi negli ultimi giorni ci sono stati ulteriori lievi incrementi di prezzo che hanno portato il Consiglio dei Ministri a prorogare dal 3 maggio 2022 fino al giorno 8 luglio 2022 il taglio delle accise sui carburanti. Il taglio è stato già prorogato una volta e proprio il 2 maggio era in scadenza la proroga. Prevede uno sconto di 25 centesimi, per effetto di questo taglio, vi è un’ulteriore riduzione del prezzo come conseguenza di una riduzione dell’IVA pari a 5,5 centesimi.

Il risultato di tale cumulo è uno sconto è 30,5 centesimi. Questo consente di mantenere il costo dei carburanti sotto la soglia dei due euro. Ad oggi al self service è possibile acquistare benzina a circa 1,79 centesimi, il diesel sta subendo aumenti maggiori e ora è il costo è di 1,81 centesimi al litro, sempre al self service. I costi aumentano di qualche centesimo per il servito, inoltre vi sono delle oscillazioni tra i vari distributori.

Novità anche per gli automobilisti che usano il metano

Con il nuovo provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri, oltre alla proroga del taglio delle accise sui carburanti, si adottano misure volte a tenere sotto controllo il costo del metano. In questo caso le accise sono pari a zero, inoltre è stata fissata l’IVA al 5%. Questa misura vede la luce perché il metano, pur avendo un costo inferiore rispetto ad altri carburanti, e proprio per questo negli ultimi anni c’è stato il boom degli impianti a metano sulle autovetture, sta comunque vedendo forti aumenti di prezzo.

Anche stavolta, come è già successo con le proroghe precedenti, il Governo ha reso noto che al fine di evitare manovre speculative, la Guardia di Finanza sarà attiva nel monitoraggio dei prezzi e in particolare controllerà l’assenza di aumenti anomali e non giustificati dall’aumento del costo della materia prima.

Proroga del taglio delle accise sui carburanti e altri aiuti alle famiglie

Il consiglio dei Ministri tenutosi il 2 maggio 2022 non ha previsto solo la proroga del taglio delle accise sui carburanti, ma anche un corposo pacchetto di aiuti alle famiglie. Il valore complessivo della manovra sarà di 6/7 miliardi di euro anche se qualcuno vocifera che potrebbero arrivare a 14 miliardi. Mentre alcuni sindacati mostrano soddisfazione, non manca chi, come Landini segretario della CGIL, continua a chiedere uno scostamento di bilancio, maggiori aiuti alle famiglie per contrastare i rincari dei prezzi e aumento degli stipendi. D’altronde c’è chi sostiene che un aumento degli stipendi potrebbe portare a una vera e propria svalutazione del denaro.

Novità in arrivo anche per il prezzo dell’energia, infatti il valore ISEE per poter accedere al Bonus Sociale vede un nuovo rialzo e dovrebbe arrivare a 15.000 euro. In passato era a 8.000 euro, poi innalzato a 12.000 euro.

Caro bollette: quanto pagano di più alberghi, bar, ristoranti, negozi di gasolio gli autotrasportatori

L’Italia è uno dei Paesi che paga il conto più salato del rincaro dei costi dell’energia elettrica e dei prezzi energetici. Per bar, alberghi, ristoranti e negozi nel 2022 la bolletta è di gran lunga più costosa rispetto a quelle della Francia e della Germania. E la situazione di guerra dell’Ucraina non ha fatto altro che acuire il caro bollette con le conseguenze economiche che ne derivano. Il risultato è che per imprese e famiglie il problema del caro bollette è ancora più urgente rispetto ai primi aumenti del costo dell’energia dei mesi scorsi.

Caro bollette, di quanto sono aumentate le bollette per bar, negozi, alberghi, ristoranti e autotrasportatori

Un’indagine di Confcommercio, in collaborazione con Nomisma, ha messo in evidenza il rincaro dei costi per l’energia elettrica delle attività commerciali del terziario. Per bar, negozi, alberghi e ristoranti, ma anche per le imprese del trasporto, il rincaro dei costi dell’energia e del carburante indicano una bolletta finale di quasi il doppio rispetto ai costi che devono sostenere le imprese della vicina Francia. E del 15 o 20% in più rispetto alle imprese della Germania. Sugli autotrasportatori, invece, il raddoppio del costo del metano sta avendo un impatto notevole, con prezzi alle stelle. Agli autotrasportatori, nel 2022, il rincaro dei costi del carburante provocherà una spesa annua di circa 10 mila euro in più per ciascun mezzo pesante.

Caro bollette per alberghi: di quanto rincara nel 2022 il costo dell’energia elettrica?

Dall’indagine di Confcommercio e Nomisma, con i prezzi delle bollette di gennaio 2022 e applicati sui consumi dell’intero anno, si calcola che gli alberghi avranno i costi più alti tra le attività economiche del terziario. Dando una dimensione di 90 kW e un consumo complessivo di 260.000 kilowatt per ora, l’Italia applica un costo per ogni euro di 0,4 kilowatt per ora, il 15-20% in più rispetto a quello della Germania e il doppio di quello della Francia. Si stima che gli alberghi italiani pagheranno mediamente bollette di elettricità per 104.000 euro, rispetto ai 50 mila della Francia e agli 85.800 della Germania.

Ristoranti e bar, quanto inciderà il caro bollette di energia elettrica?

Per i ristoranti, la potenza di 30 kW e un quantitativo di 35 mila kWh/a al prezzo di 0,39 euro, la spesa annua per la bolletta dell’energia elettrica media sarà di 13.650 euro. Quasi dimezzata quella dei ristoranti della Francia (7.000 euro al prezzo dimezzato di 0,20 euro) e di poco più alta rispetto a quella della Germania (11.900 euro al prezzo 0,34 euro). Per i bar, mediamente di potenza di 20 kW per un consumo di 20 mila kWh/a al prezzo di 0,39 euro, la spesa annua sarà di 7.800 euro; quella della Francia (prezzo per kW ora di 0,19 euro) sarà di 3.800 euro; quella della Germania (prezzo per kW ora di 0,34 euro) di 6.800 euro.

Negozi alimentari e non alimentari: quanto spenderanno nel 2022 di bollette di energia elettrica?

Peseranno nel 2022 le bollette dell’energia elettrica sui negozi, soprattutto per quelli alimentari. Con una potenza di 90 kW e un consumo annuo stimato in 75 mila kWh/a al prezzo di 0,38 euro per kWh, in Italia i negozi alimentari spenderanno mediamente 28.500 euro; in Francia la spesa sarà dimezzata (14.250 euro al costo di 0,19 euro per kW ora); in Germania un negozio alimentare spenderà mediamente 25.500 euro. I negozi non alimentari spenderanno meno, sia per la potenza di 10 kW, che per la dimensione dei consumi (18 mila kWh/a). In Italia, al costo di 0,39 euro per kW ora, la spesa stimata per tutto l’anno sarà di 7.020 euro; in Francia si spenderà meno della metà (3.420 euro al prezzo di 0,19 kWh); in Germania 6.120 euro (al prezzo di 0,34 kWh).

Autotrasportatori, gli aumenti dei prezzi del metano e del diesel

L’impatto del rincaro dei costi dei carburanti avrà un impatto importante nel settore dei trasporti, in particolare per gli autotrasportatori. Per questi ultimi, la crisi energetica ha comportato il raddoppio, in un anno, del costo del metano per autotrazione. Si è passati da costo stabile da anni di 1 euro per chilo, fino agli attuali prezzi del metano di circa 2 euro. Stanno inoltre salendo anche i prezzi del gasolio diesel. Gil aumenti sono nell’ordine dei 30 centesimi per litro, con costo a litro di diesel intorno a 1,7 euro.

Trasporti, quanto spenderanno nel 2022 gli autotrasporti per il caro carburanti?

L’indagine porta a considerare che un autotrasportatore in un anno percorra circa 100 mila chilometri e che consumi, mediamente, 33 mila litri di gasolio. La spesa complessiva aumenta, in un anno, di circa 10 mila euro per ogni mezzo pesante in dotazione. Inoltre, gli autotrasportatori italiani pagano non solo un costo del carburante più alto rispetto ai concorrenti dell’Est Europa, ma anche un’accise sul gasolio tra i più alti d’Europa. L’accise è pari a 617,4 euro ogni 1.000 euro di gasolio, a fronte di un limite minimo stabilito dall’Europa di 330 euro.

 

Niente ribassi per i carburanti

Nessun ribasso per i carburanti, a causa di un’inversione di tendenza da parte dei mercati internazionali.
Per questo motivo, i carburanti sono oggi stabili, ad eccezione dei soliti aggiustamenti a livello locale.

Le medie nazionali, dunque, sono, per benzina e diesel, rispettivamente a 1,819 e 1,719 euro/litro, con il Gpl a 0,742.
Si registrano punte in alcune aree che raggiungono per la verde 1,864 euro/litro, per il diesel a 1,764 e per il Gpl a 0,775.

Più nel dettaglio a livello Paese, la situazione oggi, in modalità servito, vede i prezzi della benzina oscillare tra 1,799 euro/litro di Eni e 1,819 di Shell, con le no-logo a 1,683; per il diesel si passa, invece, dall’1,706 euro/litro di Eni all’1,719 di Q8, con le no-logo a 1,575.
Il Gpl, infine, è tra 0,726 euro/litro di Eni e 0,742 di Tamoil, con le no-logo a 0,699.

Vera MORETTI