Decreto bollette 2022: 8 miliardi per famiglie e imprese per il caro energia

In conferenza stampa è stato presentato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi il Decreto Bollette 2022, lo stesso, una volta licenziato, dovrà essere convertito in legge, ma di fatto sarà immediatamente applicabile. Ecco le più importanti novità che ci aspettano.

Decreto Bollette 2022 per le famiglie

Il decreto indicante “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali” è più semplicemente conosciuto come Decreto Bollette.  Prevede diverse misure volte a contenere gli aumenti che stanno mettendo in crisi gli italiani.

Il Decreto Bollette, presentato da Mario Draghi insieme ai ministri Giorgetti (Sviluppo Economico), Daniele Franco (MISE), Roberto Cingolani (ministro della Transizione Ecologica), Marta Cartabia (Giustizia) ed Enrico Giovannini (Mobilità Sostenibile), prevede uno stanziamento di 8,8 miliardi di euro, di questi 5,5 miliardi saranno destinati a contrastare il caro bollette. La rimanente parte prevede altre misure e agevolazioni per famiglie e imprese.

La prima novità importante è l’azzeramento degli oneri di sistema anche per il secondo trimestre del 2022, quindi anche per i mesi di aprile, maggio e giugno, questa importante voce non sarà presente in bolletta. A questa misura sono destinati circa 3 miliardi di euro.

Inoltre ci sarà la riduzione dell’IVA al 5% e degli oneri generali nel settore gas (poco più di 500 milioni di euro).

Il Decreto Bollette 2022 prevede il potenziamento del bonus sociale, cioè la riduzione della bolletta energetica per coloro che hanno un reddito ISEE basso. Per questa misura lo stanziamento è di circa 500 milioni di euro. Il Bonus Sociale è previsto in favore di famiglie con reddito ISEE inferiore a 8.000 euro, soglia che sale a 20.000 euro per le famiglie numerose.

Il decreto Bollette per le imprese

L’attenzione del decreto bollette non è rivolta solo alle famiglie, ma anche alle imprese. Sono stati previsti interventi in favore delle imprese energivore cioè che consumano molta energia. Queste potranno ricevere un credito di imposta pari al 20% delle spese per l’energia sostenute nel secondo trimestre del 2022. Questo beneficio è però riconosciuto solo nel caso in cui abbiano avuto un incremento del costo dell’energia del 30% rispetto al 2019.

Una misura simile è prevista anche per le imprese che invece hanno un elevato consumo di gas, in questo caso però il credito di imposta è del 15%. Anche in questo caso deve essere dimostrato un incremento dei costi sostenuti rispetto al 2019 del 30%.

Per le imprese viene costituito anche il Fondo Rinnovabili PMI (267 milioni di euro) che consente di concedere alle aziende contributi in conto capitale per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili da 200 kW.

Per le Regioni del Sud questo aiuto si arricchisce anche con il credito di imposta nella misura massima consentita dal regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, utilizzabile esclusivamente in compensazione. Potranno beneficiare di questo aiuto le imprese che si trovano in Campania, Basilicata, Molise, Calabria, Puglia, Abruzzo, Sardegna e Sicilia. L’obiettivo è migliorare l’efficienza energetica. La misura prevede uno stanziamento di 145 milioni di euro.  Il credito di imposta è cumulabile con altre agevolazioni relative agli stessi interventi.

Al fine di favorire il settore industriale, che sta avendo notevoli problemi e fermi a causa della crisi dei microchip, il decreto bollette prevede anche fondi fino al 2030 per la produzione nazionale di microchip.

Se vuoi conoscere i dettagli della crisi dei microchip leggi l’articolo: La crisi dei microchip: difficoltà per le imprese di tutti i settori e prospettive

Al fine di incentivare l’installazione del fotovoltaico sono previste semplificazioni per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali.

Incentivi per l’acquisto delle auto

Nasce un fondo da 1 miliardo per il settore Automotive. Gli incentivi saranno destinati all’acquisto di auto poco inquinanti come le elettriche e ibride. In questo caso si tratterà di un intervento strutturale destinato a produrre effetti fino al 2030.

Per migliorare l’autosufficienza energetica dell’Italia, il Decreto Bollette prevede anche l’incremento della produzione nazionale di gas in modo da ridurre le importazioni. Ciò è possibile anche grazie a un pacchetto di norme per l’aumento e l’ottimizzazione dello stoccaggio del gas.

Tra le misure previste vi sono anche aiuti per le famiglie dei familiari dei sanitari deceduti a causa dell’emergenza Covid (anche in modo indiretto a causa di Covid). Venti milioni di euro sono invece destinati al settore dello Sport con contributi in favore di associazioni sportive e società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi e piscine.

In Conferenza Stampa, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato che il Decreto Bollette non prevede scostamenti di bilancio, quindi non va ad impattare sul debito pubblico. Gli interventi saranno realizzati attraverso i margini che derivano dalla crescita della finanza pubblica.

Occorre ricordare che il Decreto Bollette presentato sarà in vigore dal momento della Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e da quel momento ci saranno 30 giorni di tempo per l’emanazione dei decreti attuativi da parte dei Ministeri di competenza.

Manutenzione degli edifici, ecco tutti gli interventi e i relativi tempi

La manutenzione degli edifici riguarda soprattutto la possibilità di effettuare interventi di riparazione, ma anche di programmare, preventivamente, lavori per evitare disservizi e rotture. Si ricorre pertanto alla manutenzione programmata, ovvero a una serie di procedure per evitare di trovarsi in situazioni che possano alterare il confort abitativo. Del resto, tutti gli impianti di nuova generazioni hanno delle performance molto elevate, ma necessitano di interventi programmati e preventivi per mantenerne l’efficienza e il buon funzionamento.

Manutenzione programmata degli edifici, perché farla?

Per questi motivi, anche chi effettua i servizi di manutenzione ha cercato di organizzarli in maniera che non si ricorra all’intervento solo in casi di riparazione, ma anche per mantenere una certa garanzia dell’efficienza degli impianti condominiali e dei servizi. Con la manutenzione programmata, gli edifici prevedono di mantenere gli standard di sicurezza e di qualità degli impianti o delle parti comuni, per tutto il ciclo di vita previsto.

Manutenzione degli edifici, quali sono i principali impianti e parti comuni da sottoporre a intervento programmato?

Ecco, dunque, che le principali parti comuni di un edificio e i più importanti impianti devono essere sottoposti alla manutenzione programmata. Gli interventi, a seconda delle parti da sottoporre alla manutenzione, necessitano di tempistiche ideali finalizzate a mantenere elevati gli standard dell’utilizzo e di sicurezza. Per uno stabile di medie dimensioni, ad esempio di 30 unità immobiliari, possono essere previsti una quindicina di interventi.

Interventi di manutenzione degli edifici e parti comuni, quali sono?

Tra le parti oggetto di intervento di un edificio e delle relative parti comune, uno di quelli che necessitano più controlli riguarda le centrali termiche. Sono, infatti, previsti sei interventi per ogni anno al fine di prevenire che l’impianto si fermi o risulti inquinante. Naturalmente gli interventi sono finalizzati anche alla sicurezza della centrale termica stessa. Quattro interventi all’anno sono previsti, invece, per gli ascensori. La manutenzione è necessaria per prevenire eventuali blocchi dell’impianto ma anche per ragioni di sicurezza.

Qual è l’intervento di manutenzione di un edificio che deve essere fatto più frequentemente?

L’intervento di manutenzione di un edificio che deve essere fatto più frequentemente è quello agli addolcitori dell’acqua potabile. Sono previsti, infatti, dodici interventi per ogni anno al fine di garantire la qualità dell’acqua potabile. Due interventi, invece, sono previsti all’impianto fotovoltaico. Si tratta di intervenire per pulire le superficie e per garantire, in questo modo, anche le ottime prestazioni dell’impianto stesso. Altrettanti interventi sono da farsi sulle fognature e sui pozzi pompa. Si tratta di pulire i sifoni di uscita e prevenire gli allagamenti.

Quali altri interventi di manutenzione sono necessari per gli impianti di un edificio?

Anche l’impianto di condizionamento necessita di almeno un intervento ogni anno. Risulta necessario pulire i filtri e disinfestare le canaline della distribuzione. Nel caso in cui l’edificio sia provvisto di videosorveglianza, è necessario verificare gli apparati per il controllo da remoto almeno una volta all’anno. I dispositivi e gli impianti antincendio di un edificio necessitano di due interventi all’anno. Si tratta di una manutenzione di controllo per garantire l’efficienza in casi di necessità e per la sicurezza. Due interventi sono da farsi per l’autoclave. Ogni anno bisogna prevenire che l’impianto possa subire degli stop. Inoltre la manutenzione mira anche a garantire la sicurezza degli impianti a pressione.

Manutenzione degli edifici, quali interventi sono programmati per una sola volta all’anno?

Tutta una serie di interventi sono necessari almeno una volta all’anno sugli impianti di un edificio condominiale. Innanzitutto, se vi sono dei cancelli automatici vanno controllati almeno una volta all’anno. La finalità è quella di evitare corto circuiti e guasti, ma anche per ragioni di sicurezza. La manutenzione sull’impianto tv va fatta per la sicurezza dell’antenna ma anche per prevenire eventuali guasti. La stessa manutenzione è richiesta per gli impianti elettrici, anche in questo caso per prevenire dei guasti e per la sicurezza. Potrebbero verificarsi infatti anche delle manomissioni. Il citofono va controllato una volta all’anno sia per la pulsantiera che per l’eventuale ossidazione dei contatti.

Manutenzione alla canna fumaria, al tetto, alle linee vita coperture e gronde

La manutenzione annuale prevede, inoltre, un intervento alle canne fumarie e al tetto: è necessario constatare che non si verifichino occlusioni e che non vi siano delle anomalie della copertura. Alle linee vita coperture va fatto un controllo all’anno: è necessario per verificare la tenuta e per la sicurezza. Lo stesso tempo di intervento è previsto per le gronde al fine di pulirle e per prevenire, dunque, allagamenti dovuti a intasamento degli scarichi.

Enel Green Power si rafforza in Cile

Dopo che Enel si è ripresa Enel Green Power, quest’ultima ha messo a segno un altro bel colpo in Cile, Paese dove è attiva e presente con successo ormai da anni. Enel Green Power ha infatti completato e connesso alla rete i primi 20 MW dei 97 totali del nuovo parco fotovoltaico di Carrera Pinto, nella regione di Atacama.

Il Cile, grazie alla presenza di ampi deserti montani con un irraggiamento costante e abbondante per tutto l’anno, è un Paese ideale per l’installazione di parchi fotovoltaici. Nello specifico, i rimanenti 77 MW del parco di Carrera Pinto allestito da Enel Green Power entreranno in esercizio entro la seconda metà di quest’anno.

La realizzazione del parco di Carrera Pinto vedrà sul piatto un investimento complessivo di circa 180 milioni di dollari, finanziato attraverso risorse del Gruppo Enel Green Power e garantito da un contratto a lungo termine di vendita dell’energia prodotta dall’impianto durante la propria vita.

Come scritto all’inizio, Enel Green Power ha una forte presenza in Cile. Gli impianti che ha in gestione garantiscono una capacità complessiva di circa 600 MW, di cui 340 MW di eolico, 174 MW di solare e 92 MW di idroelettrico. A testimonianza del ruolo chiave che il Paese ha nelle strategie di sviluppo di EGP, il gruppo prevede di raddoppiare la capacità di produzione con progetti in esecuzione per altri 600 MW.

Nuovi decreti per Conto Termico e FER

Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha anticipato l’arrivo di nuovi decreti volti a regolamentare gli incentivi relativi a Conto Termico e fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico.

Il ministro, confermando la definizione del nuovo Conto Termico e di un decreto-ponte sugli incentivi per le rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico entro il 2017, ha dichiarato: “Gli oneri di incentivazione sono saliti da poco più di 2 miliardi di euro nel 2009 ai 12 miliardi di oggi. Nonostante molti tentativi di ridurne il peso costituiscono l’85% degli oneri di sistema e incidono per un quarto della spesa elettrica di una famiglia. Le rinnovabili restano tra le priorità, ma vorremmo indicare criteri per una revisione, continuando a sostenere lo sviluppo delle rinnovabili, ma con più attenzione per i costi e le ricadute sul sistema produttivo.
Per il fotovoltaico il tetto di 6,7 miliardi di euro all’anno è stato già raggiunto al 2013, ma rimangono significativi incentivi impliciti. Sulle altre fonti il tetto fissato a 5,8 miliardi l’anno ha un contatore che indica 5,7 miliardi e come Ministero intendiamo emanare a breve un intervento che valga fino al 2017, quando partirà la nuova fase di incentivi, che riutilizzi a favore del settore le risorse che si renderanno via via disponibili pur nel rispetto del tetto, individuando criteri selettivi per la loro allocazione
“.

Nel frattempo, il ministro ha già trasmesso la bozza del decreto al Ministero dell’Ambiente e alle Politiche agricole. La pubblicazione definitiva avverrà solo dopo averne ricevuto il parere dal Ministero.

Vera MORETTI

Non splende il sole sul fotovoltaico italiano

L’uscita dall’energia atomica non offrirà alcun vantaggio al settore solare. Al contrario, l’attività nei mercati principali è in recessione e minaccia in modo crescente gli interessati. “Nei prossimi anni oltre la metà delle industrie del settore solare scomparirà“, ha pronosticato Danilo Zatta, Senior Director della società di consulenza internazionale Simon-Kucher & Partners, il quale, come consulente aziendale, ha assistito sia multinazionali sia PMI in Italia e a livello globale ed è il responsabile del Centro di Competenza “Energie rinnovabili” in Italia.

La domanda sta calando, anche a causa del mutato contesto politico. Il taglio ai contributi per il conto energia è solo uno degli esempi. Le aziende fornitrici di energia si affidano sempre più all’energia eolica. Dopo una fenomenale crescita nel 2010, il mercato fotovoltaico italiano ha subito una battuta d’arresto nel 2011 a causa della nuova normativa voluta dal governo italiano a partire dal 31 maggio 2011, che ha creato forte incertezza. A fine 2010 solo 2.3 Gigawatt sono installati – con il Quarto Conto Energia ne sono previsti altri 3-5 entro fine 2011 (Fonte: EPIA “Global Market Outlook for PV until 2015”). Nei magazzini di tutto il mondo sono stoccati moduli per una potenza pari a 10 GW. Il settore solare sta perdendo oltre sei milioni di euro al giorno a causa della caduta dei prezzi del 15% all’anno. Secondo Zatta, “il settore solare ha già superato da parecchio tempo il suo periodo d’oro. Per fermare questa tendenza negativa le imprese ora devono darsi da fare e calibrare le strategie di vendita“.

Le grosse giacenze di magazzino, pari a 10 GW, dei moduli solari provocano un’elevata perdita di valore e compromettono le aspettative di profitto per quest’anno. Presupponendo l’attuale livello di prezzi di circa 1,50 €/kW e una riduzione dei prezzi pari al 15% si ottiene una perdita di valore di 2,25 miliardi di euro all’anno, corrispondente a 6,2 milioni di euro al giorno. Inoltre la competizione della Cina accresce la pressione. “I cinesi sono qualitativamente all’altezza dei produttori occidentali, ma hanno costi di produzione minori e, allo stesso tempo, investono molto denaro nella distribuzione e nel rafforzamento del mercato e della notorietà“, chiarisce Zatta. Ad esempio, l’impresa cinese Yingli è il maggiore partner della FIFA e del Bayern Monaco, squadra della Bundesliga, la serie A tedesca. Le attività su grande scala, che rafforzano il mercato, sono a malapena presenti nel settore fotovoltaico italiano. Zatta critica il fatto che molte imprese italiane non abbiano né una posizione competitiva chiara né profilo di mercato ben definito. “Chi non ha le dimensioni di Bosch avrà difficoltà ad imporsi e a restare sul piano internazionale. Perciò, per le piccole imprese, è molto problematico ricercare la fortuna sul mercato statunitense o cinese, anche a causa degli scarsi mezzi finanziari“, sostiene. Inoltre manca una distribuzione convincente, specialmente per ciò che riguarda l’elaborazione del mercato e la vicinanza ai clienti. Chi non investe nel mercato e nella diffusione sarà annoverato tra i perdenti e, di conseguenza, scomparirà.

La caduta dei prezzi assottiglia molto il profitto. Un altro fattore potenzialmente fatale per le imprese del settore solare è infatti rappresentato dalla sottovalutazione dell’effetto leva dei prezzi sul profitto. Molte imprese del settore solare non si sono ancora attrezzate per la caduta dei prezzi, già in atto. L’analisi di 13 imprese del settore solare, quotate in Borsa, dimostra che non sono soltanto le piccole e medie imprese a essere colpite dalla caduta dei prezzi. Ciò provoca forti perdite di profitto per le aziende del settore. Finora la maggior parte delle imprese del settore solare ha dovuto combattere contro questa caduta dei prezzi per non ritrovarsi con un profitto azzerato e i conti in rosso.

I risultati dell’analisi sono allarmanti. “Questo sviluppo è drammatico. Tuttavia esistono ancora dei rimedi” spiega Zatta, il quale consiglia di limitare la caduta dei prezzi con una differenziazione degli stessi e dell’offerta di servizi a valore aggiunto. Se si riuscisse a limitare il calo dei prezzi al 5% rispetto al 10%, le imprese del settore solare realizzerebbero al posto di una perdita un utile pari a circa mezzo miliardo di euro. “Il prezzo è la maggiore determinante del profitto e questo deve risultare chiaro anche alle imprese del settore solare“, ribadisce Zatta. Inoltre critica nuovamente la mancanza di concetti fondamentali per il mantenimento di un premio di prezzo, per la differenziazione di prezzo e per l’offerta di pacchetti specifici a gruppi target. “Le imprese del settore solare sono sottoposte a pressioni su tutti i versanti e lo sforzo per eliminare tali pressioni spetta principalmente a loro stesse“, conclude.

d.S.

Detrazione 36% o 50% per fotovoltaico


Lo sapevate che le spese di acquisto e installazione di un impianto fotovoltaico diretto, possono essere soggette alla detrazione Irpef del 36%-50% a condizione che l’impianto venga installato per soddisfare un bisogno energetico nell’abitazione.
La conferma arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate, i cittadini interessati a posizionare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto, possono richiedere la detrazione Irpef del 36% prevista per tutti gli interventi di recupero del patrimonio.
Quindi per accedere a questa detrazione non è necessario acquisire documentazioni specifiche per il risparmio energetico ma è sufficiente tenere i documenti che comprovano l’acquisto. Vi ricordiamo che la detrazione non è cumulabile con la tariffe incentivanti del “conto energia”, ma è cumulabile con i meccanismi dello “scambio sul posto” e del “ritiro dedicato”.

Per tutte le spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio abitativo è prevista la detrazione del 36% con un tetto massimale di spesa pari a 48.000 euro per ogni singola unità immobiliare. Per tutte le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013, la detrazione aumenta al 50% e la spesa massima raggiunge il valore di 96.000 euro.

Opportunità green per i consulenti di vendita

Il settore green sta diventando una fucina di nuovi posti di lavoro, anche grazie ad una consapevolezza maggiore da parte dei cittadini nei confronti del rispetto per l’ambiente.

Un’azienda che opera nella provincia di Varese, ad esempio, è alla ricerca di consulenti commerciali in ambito fotovoltaico e termotecnica.

I candidati devono, quindi, aver maturato esperienza nel campo delle vendite, per potersi presentare ai clienti mostrano competenza e professionalità.
Non si tratta di soli prodotti “chiavi in mano” ma anche dell’offerta di soluzioni energetiche personalizzate, a seconda delle diverse esigenze.
Per questi motivi, i profili che parteciperanno alle selezioni dovranno mostrare una certa dinamicità, ma anche entusiasmo e capacità relazionali spiccate.

Per saperne di più, Lavoro.org.

Incentivi alle famiglie campane per l’energia solare

Le famiglie campane riceveranno contributi per la realizzazione di impianti ad energia solare, previsti a seguito dell’approvazione di una legge che stabilisce che, entro il 2021, il 60% del fabbisogno energetico dovrà essere coperto dall’energia solare.

Per questo, il Consiglio della Regione Campania ha approvato la nuova norma che riguarda l’erogazione di aiuti alle imprese e alle famiglie per passare all’energia alternativa.

Per quanto riguarda le imprese, gli incentivi saranno anche relativi alla dismissione di impianti alimentati da fonti fossili, mentre per le famiglie si tratterà di aiuti per la sostituzione di impianti di vecchia generazione con quelli fotovoltaici.
I Comuni potranno beneficiare dell’assegnazione gratuita delle aree demaniali finalizzate alla creazione di poli dell’energia verde.

Luca Colasanto, consigliere regionale e presidente della Commissione Ambiente, Energia e Protezione Civile del Consiglio regionale della Campania ha dichiarato: “La norma è stata approvata all’unanimità grazie al contributo di tutte le forze politiche che hanno messo da parte qualsiasi logica di appartenenza e lavorato nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle future generazioni. Abbiamo gettato le basi per uno sviluppo sano e sostenibile della Campania”.

Vera MORETTI

Le imprese pugliesi investono nel green di piccola taglia

Per investire nella Green Economy non sempre occorre puntare a grandi progetti.
Ugualmente utile, infatti, è fare investimenti su progetti di piccola taglia, come il fotovoltaico sui tetti, il minieolico e i piccoli impianti biogas.

Questo è quanto viene consigliato alle imprese pugliesi da Giuseppe Bratta, presidente del Distretto produttivo regionale La Nuova energia.
Il distretto presieduto da Bratta raggruppa ben 300 imprese del settore, che sono state sensibilizzate riguardo alla nuova normativa e al taglio degli incentivi, nonostante il boom dei gradi parchi fotovoltaici ed eolici che ha caratterizzato la Puglia fino a poco tempo fa.

Bratta ha dichiarato: “La Regione Puglia e le aziende pugliesi che hanno operato nel settore delle rinnovabili hanno stabilito dei primati sia in termini di produzione di energia che di crescita aziendale. Questa crescita ha però comportato lo sviluppo di modelli di azienda che, a mio avviso, non sono sostenibili nel tempo. Si sono create tante imprese che hanno puntato in maniera univoca su impianti non compatibili con il territorio: mi riferisco ai grandi parchi fotovoltaici installati su terreni agricoli. Oggi questo tipo di aziende, che non si sono riconvertite alla realizzazione di progetti integrati, vivono uno stato di profonda crisi“.

Vera MORETTI

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