Influencer, attenti a questi controlli del Fisco

Da un accordo tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza arrivano importanti risultati in merito ai controlli sulle entrate degli influencer. Ecco a cosa prestare attenzione.

La Guardia di Finanza in accordo con l’Agenzia delle Entrate ricostruisce i redditi degli influencer

I lauti guadagni degli influencer, commisurati alle visualizzazioni, sono nell’occhio del ciclone, vite ricche mostrate a tutti iniziano a essere meno attraenti rispetto al passato, ed ecco che proprio tutta l’opulenza mostrata inizia a destare sospetti e può avere gravi ripercussioni. Ad essere finiti, per ora, sotto la lente di ingrandimento di Guardia di Finanza, e Agenzia delle Entrate, da quanto si apprende da QF, sono Gianluca Vacchi, lo youtuber Luis Sal, due sex worker Giulia Ottorini, Eleonora Bertoli,  che operano sulla piattaforma per adulti Onlyfans.

Nei 4 casi i redditi sono stati ricostruiti in base ai contenuti pubblicati nelle loro pagine personali. Per quanto riguarda le 2 influencer attive su Onlyfans erano addirittura sconosciute al Fisco e oltre a dover versare imposte per i redditi percepiti, per loro trova applicazione anche una particolare addizionale alle imposte sul reddito introdotta dalla legge di Bilancio 2006 per coloro che producono, distribuiscono, vendono e rappresentano materiale per adulti, anche in formato multimediale. In realtà in molti neanche sono a conoscenza di questa addizionale.

Influencer: ecco cosa controlla il Fisco

Purtroppo molti influencer fanno l’errore di applicare una sorta di commistione tra vita privata e lavoro, cioè fanno passare delle vere sponsorizzazioni come una sorta di normale “vita privata”, come se i prodotti utilizzati fossero semplice parte della loro vita quotidiana e non dichiarano gli incassi percepiti in base al numero delle visualizzazioni. La Guardia di Finanza proprio su tali sponsorizzazioni mascherate ha puntato andando a ricostruire redditi non dichiarati.

L’accordo tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate prevede particolare attenzione per tutti i creator digitali attraverso un confronto costante tra i dati presenti nelle banche dati nazionali e internazionali, i redditi dichiarati e, soprattutto, il numero dei follower sui social, le visualizzazioni ottenute e i beni che si hanno a disposizione. Insomma mostrare sui social di frequentare in modo costante ristoranti, specialmente se di lusso, mettere in mostra gioielli, case, in particolare se lussuose, abiti firmati o altre ostentazioni potrebbero attirare l’occhio del fisco che ricostruisce il tenore di vita attraverso queste abitudini.

Tra le attività che potranno essere poste in essere ci saranno anche accessi, ispezioni e verifiche.

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Polizia di Stato e Pubbliche amministrazioni, nuove assunzioni con il decreto Pa

Dal decreto Pa approvato dal Governo emergono importanti novità nel settore delle assunzioni in Pubblica amministrazione, non cambiano solo i concorsi con procedure più snelle, ma ci sono anche importanti novità per quanto riguarda le assunzioni. I settori interessati sono numerosi e tra questi anche la Polizia di Stato.

Assunzioni Forze dell’ordine

Il decreto Pa va incontro alle esigenze di chi vorrebbe lavorare nel corpo della Polizia di Stato, infatti è prevista l’assunzione di un contingente massimo di 302 unità con scorrimento della graduatoria del bando Polizia di Stato del 2022. Si tratta di idonei non vincitori che ora sono ripescati e possono quindi iniziare a lavorare. Per l’Arma dei carabinieri c’è l’assunzione straordinaria di ulteriori 371 unità. Per quanto riguarda invece la Guardia di Finanza le ulteriori assunzioni rispetto alle previsioni iniziali autorizzate con il decreto PA sono di 289 unità che dovranno essere collocate nella componente specialistica Anti Terrorismo e Pronto Impiego del Corpo della guardia di finanza.

Assunzioni semplificate in Pubblica Amministrazione anche senza concorso

La Pubblica amministrazione affronta una fase difficile a causa della mancanza di personale, ecco perché oltre ad essere previsti concorsi snelli e senza la prova orale per i prossimi 3 anni, ci sono ulteriori semplificazioni.

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Ulteriori 3.000 assunzioni sono previste nell’ambito della Pubblica Amministrazione, in questo caso le nuove risorse saranno concentrate soprattutto nei piani di realizzazione del Pnrr. Non si tratterà solo di nuovi concorsi, infatti è prevista la stabilizzazione di personale assunto a tempo determinato che abbia maturato almeno 36 mesi di servizio e che abbia avuto una valutazione positiva del servizio fornito.

Infine, le Pubbliche amministrazioni fino al 31 dicembre 2026 potranno assumere con contratto di apprendistato giovani laureati. Inoltre in seguito ad apposite convenzioni potranno assumere studenti di età inferiore a 24 anni con contratti di formazione e lavoro. I nuovi “arrivati” dovranno essere assunti nell’area funzionari.

Le PA possono stipulare questi contratti nel limite del 10% delle loro facoltà assunzionali. Sempre nei limiti delle facoltà assunzionali delle PA, questi contratti potranno essere trasformati in contratti a tempo indeterminato in seguito a valutazione positiva del servizio prestato e a condizione che i candidati abbiano i requisiti per coprire il ruolo.

Ultime norme

Il decreto Pa interviene sulle norme per l’assunzione dei disabili. In particolare all’interno della quota riservata dalla normativa vigente all’assunzione obbligatoria di soggetti rientranti nelle categorie protette, si individuano particolari categorie di soggetti difficili da collocare nel mondo del lavoro per i quali si crea una sorta di corsia preferenziale.

Per i comuni con meno di 15.000 abitanti viene confermata la possibilità di chiedere l’utilizzo di dipendenti di altre amministrazioni.

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L’Inflazione è un business? Partono i controlli della Guardia di Finanza

Capita spesso che qualcuno in Italia approfitti delle situazioni di difficoltà, confusione e delle novità. È già capitato con il cambio lira/euro quando i prezzi furono arrotondati per eccesso. Ora sembra che stia capitando con l’inflazione e infatti Coldiretti ha iniziato a insinuare qualche dubbio che presto potrebbe sfociare in maggiori controlli della Guardia di Finanza. Sembra infatti che per molti l’inflazione sia un business, cioè che qualcuno ne stia approfittando per aumentare il margine di guadagno.

Inflazione è un business? L’aumento dei prezzi non è giustificato dall’aumento dei costi

L’inflazione dell’ultimo anno ha generato un aumento dei prezzi vistoso, molti però sospettano che alcune filiere abbiano aumentato i prezzi più del dovuto al fine di ottenere un maggiore lucro. Di conseguenza gli italiani starebbero affrontato un aumento non giustificato che sta mettendo in difficoltà molte famiglie. Ad esempio, si calcola che il gelato abbia avuto degli aumenti anche del 20%.

Coldiretti sottolinea che alcuni prodotti, ad esempio la pasta, stanno subendo aumenti più elevati rispetto a quelli che si dovrebbero avere tenendo in considerazione gli aumenti della materia prima, ad esempio il prezzo del grano duro è sceso, e all’aumento dell’energia (i prezzi del settore energetico sono in calo).

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato che a questo punto è necessario iniziare dei controlli al fine di tutelare le famiglie. Nel solo mese di marzo 2023 sembra ci sia stato un aumento del prezzo della pasta del 17,5% questo vuol dire che un alimento base della nostra alimentazione rischia di avere un prezzo quasi proibitivo.

Partono i controlli della Guardia di Finanza, ma gli italiani acquistano sempre meno

In seguito all’allarme lanciato, la Guardia di Finanza ha annunciato che inizia ora il monitoraggio del prezzi, l’obiettivo è fare in modo che non vi siano speculazioni e salvare il potere di acquisto degli italiani evitando che l’inflazione sia un business.

Deve infatti essere sottolineato che è vero che aumentano i costi, ma gli italiani comprano sempre meno, rinunciano prevalentemente a frutta e verdura, ma non solo, in calo anche la vendita di carne bovina, pesce e altri ingredienti generalmente utilizzati nella dieta mediterranea. Meno spreco o semplicemente difficoltà a gestire anche la spesa quotidiana?

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Concorso 1230 allievi marescialli Guardia di Finanza. Bando

È stato pubblicato il bando concorso 1.230 Allievi Marescialli Guardia di Finanza presso il 95° corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti, ecco come partecipare.

Chi può partecipare al concorso 1230 Allievi Marescialli Guardia di Finanza?

Per chi sogna di lavorare nel corpo della Guardia di Finanza c’è oggi una grande opportunità, cioè il bando per il reclutamento di 1.230 Allievi Marescialli della Guardia di Finanza, di questi 1.135 sono destinati al contingente ordinario, mentre 95 saranno diretti al contingente mare.

Possono partecipare al concorso:

  • gli appartenenti al ruolo sovrintendenti e al ruolo appuntati e finanzieri, gli allievi finanzieri nonché gli ufficiali di complemento o in ferma prefissata che abbiano completato diciotto mesi di servizio, del Corpo della guardia di finanza in questo caso con limite di età di 35 anni;
  • cittadini italiani che abbiano compiuto il 17° anno di età e non abbiano superato il compimento del 26° anno .

Naturalmente è necessario essere in possesso dei requisiti morali generalmente previsti per i concorsi pubblici, quindi hanno accesso coloro che hanno il pieno godimento dei diritti civili e politici, non siano stati destituiti, dispensati, dichiarati decaduti dall’impiego presso una PA.

Occorre non essere stati dismessi da accademie, scuole, istituti di formazione delle Forze armate e di polizia per motivi disciplinari o inettitudine.

Non possono partecipare coloro che sono stati ammessi allo svolgimento del servizio civile come obiettori di coscienza.

Per quanto riguarda i requisiti professionali è necessario avere conseguito un diploma di scuola secondaria superiore che consenta l’iscrizione a un corso universitario. Si può derogare a tale requisito solo nel caso in cui il diploma debba essere conseguito nell’anno scolastico 2022-2023. Per il dettaglio dei requisiti rimandiamo al bando disponibile sul sito della Guardia di Finanza

Come presentare la domanda?

La domanda deve essere presentata esclusivamente per via telematica sul sito https://concorsi.gdf.gov.it

Per poter presentare la domanda è necessario essere in possesso di un’identità digitale come Spid o Cie. All’interno della domanda deve essere indicato un numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica certificata PEC.

La domanda deve essere presentata entro il 23 marzo 2023 alle ore 12:00.

Le prove del concorso 1.230 Allievi Marescialli Guardia di Finanza

La prima prova è la preselettiva a cui devono presentarsi tutti i candidati che non abbiano ricevuto comunicazione di esclusione dal concorso. La prova si svolgerà a partire dal 31 marzo 2023 e sarà composta di 100 domande così divise:

  • 35 logica-matematica;
  • 25 abilità linguistiche e conoscenza orto-grammaticale e sintattica della lingua italiana;
  • 20 storia ed educazione civica;
  • 20 lingua inglese ed informatica.

La seconda prova sarà scritta e verterà su argomenti di cultura generale e si terrà (salvo diversa comunicazione) il 27 aprile 2023. Avrà durata di 6 ore e sarà una prova di composizione in lingua italiana vertente su un argomento di cultura generale normalmente parte del programma delle scuole superiori di secondo grado.

Si passa quindi alle prove di efficienza fisica, accertamento dell’idoneità psico-fisica ( rimandiamo al bando per l’elenco dei documenti da consegnare al momento dell’accertamento psico-fisico). Infine, c’è la prova per l’idoneità attitudinale.

Coloro che superano tutti gli accertamenti sono ammessi alla prova orale, consistente in un colloquio vertente su storia ed educazione civica, geografia e matematica. La durata massima del colloquio è di 45 minuti.

Al termine delle prove c’è la valutazione dei titoli e infine la graduatoria finale.

Per conoscere ulteriori possibilità di lavoro, leggi gli articoli:

Concorso Allievi Marescialli Carabinieri 2023: scarica il bando

Concorso in Polizia per l’assunzione di 2138 allievi. Ecco le istruzioni

 

 

Lettere compliance Agenzia delle Entrate: chi la sta ricevendo?

In Italia l’evasione fiscale è ancora a livelli molto elevati, proprio per questo motivo sono numerosi i contribuenti che stanno ricevendo lettere dall’Agenzia delle Entrate. Nel solo 2023 è previsto l’invio di 2,6 milioni di lettere compliance Agenzia delle Entrate ai contribuenti. Ecco chi sono gli interessati e come usare gli strumenti deflativi per evitare sanzioni.

2,6 milioni di italiani stanno ricevendo lettere dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha lanciato il piano di potenziamento delle attività di controllo, in particolare ha annunciato il Piao (Piano Integrato di attività ed organizzazione) l’obiettivo è ridurre la propensione all’evasione del 5% entro il 2025 e del 16% entro il 2026. Tale attività è piuttosto complessa e non si avvale solo di strumenti sanzionatori/punitivi, ma anche di attività volte a migliorare il rapporto tra contribuenti e Fisco con un approccio più amichevole. Saranno utilizzati gli strumenti di cooperazione internazionale e le tecniche di analisi e valutazione del rischio.

In base alle indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, anche avendo come punto di riferimento le nuove politiche adottate dal Governo, si prediligerà un rapporto collaborativo preventivo con il contribuente sia in fase istruttoria, quindi durante l’accertamento, sia in fase di definizione della pretesa tributaria. Saranno potenziate le attività di controllo non solo relativamente alle imposte da versare in seguito alla fase dichiarativa, ma anche sulle agevolazioni fiscali e tributarie a cui chiedono accesso i contribuenti, ad esempio i crediti di imposta maturati. La fase di controllo sarà rafforzata anche grazie alla cooperazione con Guardia di Finanza, Agenzia Dogane e Monopoli e attraverso il coordinamento tra le varie strutture provinciali, regionali, nazionali.

Lettere compliance dell’Agenzia delle Entrate per ridurre la conflittualità

Per quanto invece riguarda le lettere il cui invio è stato annunciato dall’Agenzia delle Entrate, occorre sottolineare che si tratterà di lettere di compliance volte a promuovere l’adempimento spontaneo da parte del contribuente e quindi a ridurre la conflittualità. Nel frattempo ricordiamo che è possibile chiudere tutte le controversie con l’Agenzia delle Entrate attraverso gli strumenti deflativi previsti nella legge 197 del 2022, legge di bilancio per il 2023.

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Caro carburanti: i risultati dei controlli della Guardia di Finanza

Mentre il costo dei carburanti continua a salire, sebbene sia in pieno vigore la proroga del taglio delle accise fino al giorno 8 luglio e molto probabilmente già nei prossimi giorni ci sarà una nuova proroga, cominciano ad emergere i primi dati sui controlli della Guardia di Finanza  annunciati nei mesi scorsi. Ecco i risultati.

Controlli della Guardia di Finanza sul corsto dei carburanti: sono giustificati?

Negli ultimi giorni il costo della benzina alla pompa in modalità self, la più economica, ha superato nuovamente quota 2 euro, gli italiani sono in difficoltà, da più parti si invoca un tetto al costo dei carburanti, per ora però sembra certa solo una nuova proroga del taglio delle accise. Già però nei mesi scorsi il Ministro Giorgetti aveva sottolineato che gli aumenti così elevati sono ingiustificati e che molto probabilmente ci sono manovre speculative in atto che portano il prezzo a salire in modo costante.

L’annuncio di nuovi controlli aveva colto tutti un po’ di sorpresa perché il caro carburanti era stato presentato come correlato alla Guerra in Ucraina e alla crisi energetica. Molti di noi hanno pensato che si trattasse solo di un annuncio, in realtà sembra che le cose non stiano così perché dai risultati delle indagini condotte appare evidente che ci siano numerosi comportamenti poco corretti. Naturalmente sono in tanti ad aspettarsi che, rilevate le criticità, ci sia una riduzione importante del costo del carburante, per ora però non appaiono all’orizzonte buone notizie.

Controlli alle stazioni di servizio: oltre la metà risultano irregolari

Nei primi 5 mesi dell’anno la Guardia di Finanza ha condotto circa 1.300 controlli, di questi la metà ha dato esito negativo. Le scorrettezze più frequenti riguardano la mancata comunicazione dei prezzi al Ministero dello Sviluppo Economico, inoltre sono frequenti i casi in cui emerge un mancato adeguamento dei cartelli con i prezzi esposti a quelli realmente praticati alla pompa, inducendo così in errore i consumatori.

Diciamo che queste possono essere considerate le violazioni più comuni e meno gravi, sebbene vadano ad alterare il mercato. Queste  violazioni non consentono al Ministero di vigilare correttamente sui prezzi e non permettono al consumatore di effettuare acquisti consapevoli basandosi sui prezzi esposti spesso non coincidenti con quelli realmente praticati.

Non mancano però anche violazioni più gravi, infatti la Guardia di Finanza durante i controlli ha rilevato frodi, manovre anticoncorrenziali e pratiche commerciali scorrette.

Dai controlli effettuati sono emerse anche frodi fiscali con imposte evase per un valore di 230 milioni di euro, durante le attività di controllo la GdF ha proceduto al sequestro  di 630 tonnellate di carburanti.

 

Taglio accise carburanti: proroga fino all’8 luglio e novità per il metano

Buone notizie per gli italiani, la proroga del taglio delle accise sui carburanti va oltre le aspettative. Sconti assicurati fino all’8 luglio 2022. Buone notizie anche per chi ha veicoli alimentati a metano.

Proroga fino all’8 luglio 2022 del taglio delle accise sui carburanti

Il prezzo dei carburanti non accenna a diminuire, anzi negli ultimi giorni ci sono stati ulteriori lievi incrementi di prezzo che hanno portato il Consiglio dei Ministri a prorogare dal 3 maggio 2022 fino al giorno 8 luglio 2022 il taglio delle accise sui carburanti. Il taglio è stato già prorogato una volta e proprio il 2 maggio era in scadenza la proroga. Prevede uno sconto di 25 centesimi, per effetto di questo taglio, vi è un’ulteriore riduzione del prezzo come conseguenza di una riduzione dell’IVA pari a 5,5 centesimi.

Il risultato di tale cumulo è uno sconto è 30,5 centesimi. Questo consente di mantenere il costo dei carburanti sotto la soglia dei due euro. Ad oggi al self service è possibile acquistare benzina a circa 1,79 centesimi, il diesel sta subendo aumenti maggiori e ora è il costo è di 1,81 centesimi al litro, sempre al self service. I costi aumentano di qualche centesimo per il servito, inoltre vi sono delle oscillazioni tra i vari distributori.

Novità anche per gli automobilisti che usano il metano

Con il nuovo provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri, oltre alla proroga del taglio delle accise sui carburanti, si adottano misure volte a tenere sotto controllo il costo del metano. In questo caso le accise sono pari a zero, inoltre è stata fissata l’IVA al 5%. Questa misura vede la luce perché il metano, pur avendo un costo inferiore rispetto ad altri carburanti, e proprio per questo negli ultimi anni c’è stato il boom degli impianti a metano sulle autovetture, sta comunque vedendo forti aumenti di prezzo.

Anche stavolta, come è già successo con le proroghe precedenti, il Governo ha reso noto che al fine di evitare manovre speculative, la Guardia di Finanza sarà attiva nel monitoraggio dei prezzi e in particolare controllerà l’assenza di aumenti anomali e non giustificati dall’aumento del costo della materia prima.

Proroga del taglio delle accise sui carburanti e altri aiuti alle famiglie

Il consiglio dei Ministri tenutosi il 2 maggio 2022 non ha previsto solo la proroga del taglio delle accise sui carburanti, ma anche un corposo pacchetto di aiuti alle famiglie. Il valore complessivo della manovra sarà di 6/7 miliardi di euro anche se qualcuno vocifera che potrebbero arrivare a 14 miliardi. Mentre alcuni sindacati mostrano soddisfazione, non manca chi, come Landini segretario della CGIL, continua a chiedere uno scostamento di bilancio, maggiori aiuti alle famiglie per contrastare i rincari dei prezzi e aumento degli stipendi. D’altronde c’è chi sostiene che un aumento degli stipendi potrebbe portare a una vera e propria svalutazione del denaro.

Novità in arrivo anche per il prezzo dell’energia, infatti il valore ISEE per poter accedere al Bonus Sociale vede un nuovo rialzo e dovrebbe arrivare a 15.000 euro. In passato era a 8.000 euro, poi innalzato a 12.000 euro.

Indagini finanziarie, cosa sono e come rispondere alle richieste degli organi di controllo

Per quel che riguarda le indagini finanziarie, in Italia ci sono degli organi che sono preposti ai controlli. Si tratta, nello specifico, dell’Agenzia delle Entrate, dell’Agenzia delle Dogane, della Guardia di Finanza e dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

I soggetti potenzialmente sottoposti ad indagine sono tutti gli operatori finanziari, i quali proprio nei confronti degli organi di controllo hanno degli obblighi ben precisi da rispettare. Ed allora, per le indagini finanziarie, vediamo cosa sono nel dettaglio. E vediamo anche come gli operatori finanziari sono obbligati a rispondere alle richieste degli organi di controllo.

Obbligo di PEC per gli operatori finanziari, ecco come e perché

Al fine di ricevere le richieste da parte degli organi di controllo, per le indagini finanziarie, gli operatori finanziari, a partire dall’1 gennaio del 2006, hanno l’obbligo di dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). La PEC, infatti, serve agli operatori finanziari per trasmettere agli organi di controllo i dati richiesti entro e non oltre i termini previsti.

Con obbligo a partire dall’1 luglio del 2012, si legge altresì sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, gli operatori finanziari, utilizzando il formato XML, sono tenuti ad inoltrare solo ed esclusivamente in via telematica pure le istanze di proroga dei termini di risposta alle richieste di indagini finanziarie ricevute da parte degli organi di controllo sopra indicati.

Indagini finanziarie, quali sono i soggetti obbligati e quelli esonerati a fornire le risposte telematiche

Oltre agli istituti di credito, ed al Gruppo Poste Italiane, ci sono pure altri soggetti che, per quel che riguarda le indagini finanziarie, sono tenute all’obbligo di fornire le risposte telematiche via PEC. Tra questi, in particolare, ci sono le Sim, ovverosia le Società di intermediazione mobiliare, ed anche le Sgr che sono le Società di gestione del risparmio. Nonché gli Imel, che sono gli Istituti di moneta elettronica, le società fiduciarie e gli intermediari finanziari includendo, tra gli altri, pure i confidi ed i cambiavalute.

Sono invece esonerati dall’obbligo di risposta telematica alle indagini finanziarie i mediatori creditizi e gli agenti in attività finanziaria mono e plurimandatari. Inoltre, per le compagnie di assicurazioni, l’obbligo di risposta telematica alle indagini finanziarie è previsto per alcuni prodotti. Nella fattispecie, per i contratti e per le operazioni di capitalizzazione, per le polizze index-linked ed anche per le polizze unit-linked.

Le risposte negative alle richieste degli organi di controllo, inoltre, possono essere inoltrate dagli operatori finanziari anche in modalità cumulativa. La modalità di risposta cumulativa, in particolare, è stata introdotta in data 12 novembre del 2007 con un apposito provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Investimenti e semplificazione nel futuro delle imprese

Risultato degli accordi presi dall’Agenzia delle Entrate con le società che hanno colto l’occasione, a fronte di investimenti milionari in Italia, di rivolgersi preventivamente al Fisco per definire in anticipo il trattamento fiscale del piano di investimenti, è dato da dieci richieste di interpello derivanti da sei investitori stranieri e quattro italiani, per un totale di un volume di investimenti di oltre 4 miliardi, ma anche ricadute occupazionali nell’ordine di 76mila unità.

Si tratta di dati forniti da Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, durante una giornata di lavori presso il Mef sull’Amministrazione fiscale che cambia.
Entro l’estate, inoltre, Orlandi ha annunciato che l’Agenzia firmerà accordi di adempimento collaborativo con cinque società che fanno capo a primari gruppi bancari ed industriali e che sono gruppi italiani con un fatturato di almeno 10 miliardi di euro.
Ha detto Rossella Orlandi in proposito: “Si tratta di una cooperazione basata su conoscenza reciproca, rispetto e collaborazione fattiva, con la possibilità di pervenire a una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali, prima della presentazione delle dichiarazioni fiscali o dell’assolvimento di altri obblighi tributari”.

Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha poi ribadito lo “sforzo per abbattere la pressione fiscale è avvenuto e dovrebbe continuare ad avvenire”.
Affrontando il tema della riforma del fisco, secondo il ministro è in grado di liberare risorse indispensabili per abbattere la pressione fiscale e dare un indirizzo qualitativo alla politica fiscale.

Sul tema spinoso del recupero dell’evasione è intervenuto invece Giorgio Toschi, comandante della Guardia di Finanza, che ha spiegato come ci siano 3.000 soggetti nel mirino perché in passato responsabili di evasioni dell’Iva e ad oggi non collaborativi e non disposti a ravvedersi.

Vera MORETTI

Riparte l’operazione Spiagge sicure

Ora che l’estate 2015 è entrata nel clou, è stato presentato, dal ministro Angelino Alfano, un nuovo provvedimento anti contraffazione, che reca in sé protocolli a livello locale e linee guida con gli indirizzi dei prefetti più vicini.

Se, infatti, nel 2014 erano stati sequestrati 343 milioni di prodotti contraffatti o commercializzati abusivamente, per un valore stimato di oltre 913 milioni di euro, quest’anno si vuole stringere ulteriormente la cinghia e dare un’altra “botta” all’abusivismo, che, si sa, nelle località marine dilaga.

L’operazione Spiagge sicure, dunque, è ripartita, più determinata ed agguerrita che mai, e sostenuta da due direttive pensate ad hoc, che hanno permesso di ottenere risultati molto promettenti, a salvaguardia soprattutto dei prodotti Made in Italy, che sono da sempre quelli maggiormente imitati e contraffatti.

Alfano, in merito a questo progetto, ha dichiarato che si tratta di “un grande successo“, che lo ha spinto ad inasprire le sanzioni e contrastare in maniera più decisa l’abusivismo commerciale, in linea diretta con la Guardia di Finanza.

Vera MORETTI