Assegno Unico, importi ridotti a settembre. Cosa fare?

A settembre molte famiglie rischiano di perdere parte dell’assegno unico e universale e vedersi riconosciuti solo gli importi minimi. A renderlo noto è l’Inps con il Messaggio 2856 del 1° agosto 2023. Ecco perché e come evitare che questo accada.

Assegno Unico, perché sarà ridotto a settembre 2023?

L’Assegno unico ha fatto il suo ingresso nel nostro sistema welfare nel mese di febbraio 2022, è ormai una realtà consolidata. L’obiettivo era eliminare vari bonus e contributi e dare alle famiglie con figli un supporto economico costante e mensile calibrato su reddito Isee, età e numero dei figli. È l’Inps a erogare l’Assegno Unico e Universale.

Nel Messaggio si precisa che “La domanda di Assegno unico e universale è istruita e liquidata dall’INPS sulla base dell’attestazione ISEE, ancorché recante omissioni/difformità (c.d. ISEE difforme), relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati.” Specifica però che “A partire dalla competenza di settembre 2023, la presenza di omissioni/difformità nell’attestazione ISEE comporterà l’attribuzione degli importi minimi previsti dall’articolo 4, commi da 1 a 8, del decreto legislativo n. 230/2021.”

L’Inps, come risaputo ha una banca dati da cui emergono i dati dei contribuenti quindi anche semplicemente interrogando il sistema si palesano omissioni e difformità. Questo implica che il beneficiario avrà lo stesso trattamento previsto per coloro che decidono di presentare istanza per l’Assegno unico ma non allegano alla domanda il reddito Isee.

Cosa fare per evitare la riduzione dell’Assegno Unico a settembre 2023?

Si sottolinea che non vi sarà semplicemente una decurtazione sull’assegno di settembre. L’Inps attraverso i contatti che sono presenti nella scheda dei vari utenti, provvederà ad inviare una comunicazione tramite SMS o tramite e-mail nella quale si conferma la presenza di omissioni o errori. Naturalmente l’utente può correggere l’errore e di conseguenza non perdere gli importi.

La nuova DSU ( Dichiarazione sostitutiva Unica) può essere presentata entro il termine di scadenza della stessa DSU che presenta difformità o errori. In questo caso è prevista anche la corresponsione delle integrazioni eventualmente dovute per il periodo in cui l’assegno unico è stato corrisposto al minimo. Si ha lo stesso effetto anche nel caso in cui il beneficiario produca documentazione probante la regolarità dell’Isee, validata dalla struttura Inps territorialmente competente o presenti un Isee di rettifica rispetto alle precedenti dichiarazioni.

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Bonus cicogna Inps 2023, a chi spetta?

Dal primo agosto 2023 è possibile accedere al bonus cicogna Inps, un bonus economico in favore dei bambini nati o adottati nel 2022. Ecco i dettagli e i beneficiari di questo aiuto economico.

Cos’è il bonus cicogna Inps 2023?

Con l’entrata in vigore dell’Assegno Unico e Universale, le famiglie hanno perso numerosi sussidi, l’obiettivo infatti era semplificare il sistema dei bonus, tra cui il bonus mamma domani e il Premio alla nascita. Nonostante questo, sono rimasti dei casi particolari e tra questi vi è il Bonus cicogna 2023 dell’Inps, ecco come funziona.

Il Bonus cicogna Inps è un bonus economico riservato ai dipendenti di Poste Italiane, ai dipendenti iscritti alla Gestione Postelegrafonici e ai pensionati già dipendenti ex Ipost, non possono quindi richiederlo indistintamente tutti. Le domande possono essere inoltrate dal 1° agosto 2023 al 31 ottobre 2023, solo in seguito sarà stilata una graduatoria.

Il bonus cicogna può essere chiesto dal dipendente o pensionato di Poste Italiane, ma non solo, può riceverlo anche il coniuge e nel caso in cui nello stesso nucleo più persone possono ottenere il bonus, ognuno deve separatamente richiederlo.

Come presentare domanda per accedere al Bonus cicogna 2023

La domanda per accedere al bonus cicogna 2023 deve essere presentata online attraverso il portale Inps, per accedere al servizio è necessario avere un codice di identità digitale (Cie, Spid o Cns).

Per inoltrare la domanda è necessario avere a disposizione una DSU (Dichiarazione sostitutiva Unica) valida per determinare l’Isee. Nel caso in cui la domanda sia inoltrata per un figlio adottato, occorre allegare il certificato d’adozione rilasciato dalle autorità italiane, se l’adozione è avvenuta all’estero, invece deve essere allegato documento dell’autorità italiana che riconosce l’adozione.

Nella domanda deve essere indicato il codice Iban sul quale versare gli importi, se riconosciuti.

Si è detto che le domande possono essere presentate fino al 31 ottobre 2023, solo successivamente sarà stilata la graduatoria che sarà formata avendo in considerazione i redditi Isee, dando prevalenza a quelli più bassi. Nel caso di posizioni pari merito, sarà data preferenza a coloro che sono iscritti da più tempo alla previdenza Inps.

Coloro che hanno diritto a ricevere l’importo saranno informati tramite SMS.

Il valore del bonus cicogna 2023 è di 500 euro.

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Bonus assunzioni Neet, domande dal 31 luglio. Dettagli

Il decreto Lavoro ha previsto il bonus assunzioni Neet 2023, si tratta di un’agevolazione per i datori di lavoro che dal 1° giugno 2023 al 31 dicembre 2023 assumono under 30 che non studiano, non sono impegnati in un percorso di formazione e non lavorano. Per poter usufruire dell’agevolazione è necessario che i ragazzi siano iscritti al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.

Cos’è il bonus assunzioni Neet?

Il bonus assunzioni Neet può arrivare al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Le indicazioni per i datori di lavoro per richiedere il bonus assunzioni Neet sono contenute nella circolare Inps 68 del 21 luglio 2023 e le domande possono essere presentate a partire dal 31 luglio. Gli unici lavoratori esclusi, per i quali quindi non si può beneficiare del bonus assunzioni Neet sono i lavoratori domestici.

Affinché si possa ottenere l’incentivo, in aggiunta ai requisiti prima visti, cioè l’età e il non essere impegnati in percorso di studio o lavoro, è necessario che ci sia uno tra i seguenti requisiti:

  • sia privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi
  • il giovane non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di una qualifica o diploma di istruzione e formazione professionale;
  • abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e non abbia ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito;
  • il giovane sia assunto in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 per cento la disparità media uomo-donna.

Come funziona il bonus assunzioni Neet?

L’assunzione può avvenire anche con contratto di apprendistato professionalizzante.

L’incentivo è parametrato alla retribuzione erogata e non alla contribuzione datoriale, questo implica che il datore di lavoro potrebbe maturare un credito di imposta anche superiore rispetto ai contributi da versare per quel dipendente, in questo caso può comunque utilizzare il credito di imposta maturato per conguaglio sull’intera posizione debitoria del datore di lavoro.

Per ciascuna mensilità l’incentivo deve essere utilizzato entro il mese successivo rispetto allo svolgimento della prestazione lavorativa.

Il periodo di fruizione dell’incentivo può essere sospeso durante il periodo di congedo per maternità.

Deve essere sottolineato che il datore di lavoro può ottenere il bonus assunzione Neet solo nel caso in cui ci sia un incremento netto dell’occupazione rispetto alla media della forza occupata nell’anno precedente l’assunzione. Inoltre deve essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e non deve aver commesso violazioni delle norme fondamentali in materia di diritti dei lavoratori e sicurezza sul luogo di lavoro.

Il datore di lavoro deve presentare istanza per essere ammesso ad accedere alle agevolazioni del Bonus assunzioni Neet attraverso il sito dell’Inps e accedendo alla pagina Portale delle Agevolazioni, scegliendo la voce on lineNEET23”.

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NASpI, si può percepire se si ha un lavoro?

La NASpI è la Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego, si tratta di una sorta di paracadute pronto ad aprirsi nel caso in cui il lavoratore perde l’impiego. Molti si chiedono se in ogni caso si perde il sussidio nel caso in cui si trovi un nuovo lavoro. La risposta è “No”,ma vediamo perché.

In quali casi si può percepire la NASpI lavorando?

Può sembrare effettivamente strano, ma in alcuni casi anche se si trova un nuovo lavoro è possibile continuare a percepire la Naspi. Il sussidio viene erogato dall’Inps ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro. La disciplina prevede che nel momento in cui il percettore trova un nuovo impiego deve comunicarlo all’Inps che di conseguenza cessa l’erogazione degli importi. La stessa può iniziare nuovamente a decorrere nel caso in cui nell’arco di 4 anni si perda nuovamente il lavoro, ma solo nel caso in cui vi erano dei periodi residui da far valere.

Diverso è però il caso in cui il nuovo impiego ha delle caratteristiche particolari che non consentono di avere stabilità economica. La prima deroga si verifica nel caso in cui si inizi un’attività di lavoro dipendente con contratto a tempo determinato di durata inferiore a 6 mesi e che consenta di ricevere un reddito inferiore a 8.174 euro.

In caso di contratto part time, si può percepire la Naspi nel caso in cui il reddito non supera 8.145 euro.

Si può continuare a percepire l’indennità Naspi anche nel caso in cui il contratto a tempo determinato consenta di ottenere uno stipendio inferiore rispetto all’ammontare dell’indennità Naspi. Naturalmente non si potrà ricevere l’importo totale, ma solo un residuo.

Nel caso di contratto di lavoro a tempo indeterminato, invece, non è mai possibile continuare a percepire il sussidio Naspi.

Ricordiamo che non comunicare l’assunzione, oppure lavorare in nero e continuare a percepire la Naspi costituisce un illecito.

Sussidio NASpI e lavoro autonomo

Diverso è il caso in cui il percettore Naspi decida di iniziare un’attività di lavoro autonomo, attività professionale o imprenditoriale anche occasionale. In questo caso il lavoratore deve:

  • entro un mese dall’inizio dell’attività;
  • o entro un mese dalla perdita del lavoro, nel caso in cui tale attività era svolta anche prima di perdere il lavoro dipendente;

comunicare all’Inps il reddito che prevede di percepire. In questo caso l’importo dell’indennità è ridotta dell’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data di fine dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno. Nel momento della presentazione della dichiarazione dei redditi viene calcolato l’importo Naspi esatto da corrispondere.

Nel caso in cui il percettore sia esentato dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, deve comunque comunicare all’Inps entro il 31 marzo dell’anno successivo l’ammontare del reddito ottenuto dall’attività di lavoro autonomo svolta.

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NASpI, per non perdere il sussidio occorre la comunicazione dei redditi

Cassa integrazione, le imprese possono chiederla per allarme caldo

Questa estate sarà particolarmente rovente e proprio per questo sono molti i datori di lavoro che non riuscendo a proteggere i dipendenti dalle eccessive temperature cercano soluzioni e tra queste vi è la cassa integrazione ordinaria che uò essere richiesta per il meteo avverso e le temperature percepite eccessivamente alte rientrano in tale previsione.

Cassa Integrazione Ordinaria per allarme caldo

Inps e Inail nei giorni scorsi hanno pubblicato una nota in cui viene sottolineato che le aziende possono accedere alla Cassa Integrazione Ordinaria per l’allarme caldo. La nota 5056 del 13 luglio 2023 fa il punto sulla questione.

Nella nota si ricorda che i settori in cui vi è un maggiore rischio legato allo stress termico sono:

  • edilizia civile e stradale;
  • comparto estrattivo;
  • settore agricolo e manutenzione del verde;
  • comparto marittimo e balneare.

Ricorda inoltre che il rischio aumenta nelle ore più calde della giornata.

Naturalmente questi non sono i soli settori in cui si può richiedere, ma in qualunque situazione le condizioni di lavoro non siano adatte alla tutela della salute.

La valutazione del rischio per allarme caldo

Per poter accedere alla cassa integrazione ordinaria i datori di lavoro devono effettuare la valutazione del rischio e questa comprende anche la valutazione delle temperature percepite. Il limite oltre il quale si può accedere alla misura è di 35°C.

Il motivo per il quale si fornisce la possibilità di richiedere la cassa integrazione viene spiegato dall’Inps è infatti dimostrato che in condizioni di lavoro estremo determinate dalle alte temperature sono più frequenti gli infortuni sul lavoro.

Particolarmente rischiosi non sono solo i lavori effettuati all’esterno, come nel caso di rifacimento tetti, facciate e manto stradale, ma anche tutti quei lavori in cui si richiede un abbigliamento protettivo. Sono inoltre a rischio tutte le fasi lavorative che avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.

Nella stesura della domanda per la richiesta di accesso alla cassa integrazione ordinaria, l’azienda deve inserire una relazione tecnica, inoltre deve indicare le giornate di sospensione dei lavori e l’entità della riduzione dell’attività lavorativa. Non devono essere allegati bollettini meteo, mentre deve specificare la tipologia di lavorazioni svolte in azienda.

L’Inps riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile per la sicurezza attesti esservi un periodo per la sicurezza del personale presente in azienda.

Per ora per il troppo caldo si sono fermati già gli operai FCA di Pomigliano d’Arco.

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Carta risparmio Dedicata a te, chi non può riceverla

Per coloro che si trovano in stato di bisogno è stata creata la carta risparmio una tantum Dedicata a te, il valore è di 382 euro, ma non tutti possono riceverla, ecco le categorie di persone che tutti pensano dovrebbero usufruirne e invece non possono.

Cos’è la carta Risparmio Dedicata a te 2023?

La carta risparmio Dedicata a te è una misura una tantum, vuol dire che viene ricaricata una sola volta dell’importo, viene distribuita nel mese di luglio 2023 e il primo acquisto deve essere fatto entro il 15 settembre 2023, in caso contrario la carta cessa di avere validità, le somme introitate di nuovo nel sistema per essere poi redistribuite. L’obiettivo di questa misura è aiutare le persone con minori risorse economiche ad affrontare gli effetti dei rincari dovuti all’inflazione.

La Carta risparmio può essere utilizzata solo in negozi specifici, in particolare per acquisti alimentari, esclusi gli alcolici. Molte catene di negozi convenzionate stanno applicando ulteriori sconti per i titolari della stessa per gli acquisti di beni di prima necessità. Fatta questa premessa, vediamo chi non potrà ricevere la carta Dedicata a te.

Chi non riceverà la carta risparmio Dedicata a Te?

Ricordiamo che non occorre presentare alcuna domanda per ricevere la carta Dedicata a te. I beneficiari sono individuati attraverso un incrocio tra i dati in possesso dell’Inps (situazione reddituale) e i dati forniti dai Comuni. I beneficiari ricevono un avviso a casa e possono ritirare la carta presso l’ufficio postale.

Non riceveranno mai l’avviso coloro che sono percettori di altre misure di welfare/assistenziali. Ne consegue che non possono ricevere la carta Dedicata a Te:

  • percettori di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza;
  • percettori di assegno di inclusione;
  • nuclei familiari in cui almeno un componente sia percettore di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e Dis-Coll;
  • percettori di indennità di mobilità;
  • fruitori di cassa integrazione guadagni;
  • altra forma di integrazione salariale per disoccupazione involontaria erogata dallo Stato.

Non possono inoltre percepire la carta risparmio Dedicata a Te i nuclei familiari composti da meno di tre persone e i nuclei il cui reddito Isee sia superiore a 15.000 euro. In merito non sono mancate polemiche perché vi è un elevato rischio che siano tagliate fuori da questa misura le famiglie monogenitoriali.

Viene data prevalenza ai nuclei familiari in cui siano presenti dei minori.

In merito non sono mancate polemiche relative al fatto che questa integrazione al reddito ha valore di poco più di un euro nell’anno.

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Intelligenza artificiale, l’Inps prova l’assistente virtuale di Opzione donna

Negli ultimi mesi si sente sempre più spesso parlare di intelligenza artificiale applicata in vari settori e non poteva mancare l’Inps, che ha deciso di sperimentare l’intelligenza artificiale nel servizio di assistenza virtuale per Opzione Donna.

INPS, l’assistenza per Opzione Donna sarà fornita dall’intelligenza artificiale

Opzione donna è l’anticipo pensionistico riservato alle donne, rimandiamo agli articoli di approfondimento per capire chi può percepirla e quali sono le condizioni e gli importi. Ciò che qui interessa è che online è ora presente l’assistente virtuale pronto a rispondere a tutte le domande delle persone interessate a tale anticipo pensionistico. A rispondere non sarà una persona, un collaboratore Inps, ma l’intelligenza artificiale. A renderlo noto è l’Inps con il Messaggio 2659 del 14 luglio 2023.

Si tratta di una fase sperimentale, l’assistente virtuale dovrebbe fornire all’utente risposte immediate e puntuali e garantirgli il giusto orientamento tra le varie prestazioni sociali a cui è possibile accedere. L’assistente virtuale creato con intelligenza artificiale rientra nel percorso strategico di innovazione e digitalizzazione, in linea con gli obiettivi del PNRR.

Assistente virtuale AI per l’assistenza Inps, cosa è in grado di fare?

L’assistente è in grado di dialogare con l’utente come se fosse una persona vera in quanto èriesce a ricordare tutte le domande e le risposte date nel corso del colloquio, quindi fornisce un’esperienza reale, intuitiva e soprattutto completa, proprio come se si parlasse con un collaboratore in carne ed ossa.

Nelle varie risposte fornite all’utente sarà incorporato anche un link di approfondimento all’argomento oggetto di dialogo, in questo modo l’utente potrà avere in modo semplice tutte le informazioni di cui ha bisogno.

Sarà possibile presentare all’assistente virtuale anche domande di tipo comparativo, ad esempio le differenze che vi sono tra due specifiche prestazioni, ad esempio la pensione Opzione donna e Ape sociale. L’Inps sottolinea che nelle comunicazioni con l’Inps attraverso l’uso dell’assistente virtuale sono adottati protocolli di sicurezza particolarmente elevati e di conseguenza non vi ri

La fase sperimentale dell’applicazione dell’intelligenza artificiale nei servizi Inps durerà 4 settimane. Al termine di queste potranno essere applicati degli aggiustamenti inoltre il servizio potrà essere esteso a tutte le altre prestazioni Inps e non solo a Opzione Donna.

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Arriva Over 60, la pensione che sostituisce Opzione Donna

Bonus assunzione donne, arrivano le istruzioni operative Inps

Dall’Inps arrivano le istruzioni per le imprese che vogliono utilizzare il bonus assunzione donne. Ecco come procedere in base alla circolare 58 del 23 giugno 2023.

Bonus assunzione donne, finalmente diventa operativo

Dopo l’autorizzazione da parte della Commissione dell’Unione Europea, prende finalmente il via il bonus assunzione donne, questo permette ai datori di lavoro che assumono donne in condizioni svantaggiate di ottenere uno sgravio contributivo del 100% fino ad un massimo di 8.000 euro.

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Il Bonus assunzione donne può essere fruito per 18 mesi in caso di contratto a tempo indeterminato (anche trasformazione di contratto da tempo determinato a tempo indeterminato) e 12 mesi per contratto a tempo determinato. Naturalmente se il contratto ha durata inferiore lo sgravio si intende in proporzione per il tempo di effettiva durata del rapporto di lavoro.

Sono esclusi dal beneficio i contributi Inail.

Non si può ottenere lo sgravio per i rapporti di lavoro domestico e apprendistato. Sono inoltre escluse le imprese del settore finanziario e pubblica amministrazione, mentre sono ricompresi i lavoratori dell’agricoltura.

I datori di lavoro per poter fruire del bonus assunzione donna devono rispettare determinati requisiti, cioè:

  • rilascio del Durc che accerti la regolarità della posizione contributiva dell’azienda;
  • non aver violato le norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e rispetto degli altri obblighi di legge;
  • rispetto di accordi e contratti collettivi di lavoro.

Non si può usufruire del bonus assunzioni nel caso in cui l’assunzione stessa sia dettata da obblighi di legge o se viola un diritto di precedenza di altri lavoratori o lavoratrici. Inoltre deve portare ad un reale incremento occupazionale.

L’esonero non è cumulabile con altri benefici e può essere utilizzato anche per contratti di lavoro part time.

Come procedere per ottenere il bonus assunzione donne

Nella circolare 58 del 23 giugno dell’Inps sono specificate le regole pratiche da utilizzare per poter fruire dell’agevolazione contributiva.

Ai fini della preventiva comunicazione on-line finalizzata alla fruizione dell’incentivo, i datori di lavoro interessati potranno continuare a utilizzare il modulo “92-2012”, presente all’interno del “Cassetto previdenziale” di riferimento del sito www.inps.it.

Per usufruire del bonus assunzione donne, all’interno del flusso Uniemens nell’elementoCodice Causale” deve essere inserito il nuovo valore ED23, dal significato di “Esonero per assunzioni/trasformazioni dall’articolo 1, comma 298, della legge n. 197/2022”.

L’incentivo previsto dalla legge di Bilancio 2021, valevole anche per le assunzioni/trasformazioni effettuate dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022 in questo caso l’Inps per la disciplina di dettaglio rimanda alle indicazioni già fornite con la circolare n. 32/2021.

Omesso versamento contributi, è reato anche se l’azienda versa in gravi condizioni

La sentenza è di quelle destinate a far discutere molto, infatti la Corte di Cassazione in una recente pronuncia ha evidenziato che l’omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali è reato anche nel caso in cui lo stesso è frutto di una condizione economica aziendale molto grave in cui il datore di lavoro ha dovuto scegliere tra il versamento dello stipendio e quello dei contributi.

Omesso versamento di contributi è sempre reato

La sentenza oggetto di analisi è la 23945 del 5 giugno 2023.

L’omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali è considerato dal nostro ordinamento un reato a dolo generico, affinché si configuri basta che colui che non adempie abbia la consapevolezza del fatto che sta tenendo un comportamento considerato reato.

Nel caso in oggetto il ricorrente impugna una sentenza di secondo grado davanti alla Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio, affermando di non aver effettuato le ritenute e i versamenti relativi ai contributi previdenziali e assistenziali perché l’azienda si è trovata all’improvviso in una grave situazione economica contingente, imprevista e imprevedibile e di avere in tale situazione preferito pagare gli stipendi.

Di conseguenza secondo il ricorrente ha errato il giudice di secondo grado nel momento in cui ha valutato l’omissione del versamento contributivo quale scelta consapevole e quindi ha visto il dolo generico.

Le difficoltà economiche non escludono l’illecito

I giudici hanno sottolineato che tra l’omesso versamento degli stipendi e l’omesso versamento dei contributi è reato maggiormente grave il secondo in quanto assistito da una tutela penalistica attraverso la previsione di una fattispecie incriminatrice.

Secondo il giudice il datore di lavoro era tenuto ad accantonare le somme per i pagamenti dei contributi quindi il richiamo a fatti sopravvenuti non prevedibili non può essere considerata come esimente in quanto il rappresentante legale ha scelto liberamente di destinare le liquidità residue disponibili a finalità diverse rispetto al versamento dei contributi.

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Bonus centri estivi Inps 2023, domande fino al 20 giugno. Guida

C’è tempo fino al 20 giugno per presentare attraverso il sito Inps la domanda per il bonus centri estivi Inps 2023. A chi è rivolta e cosa serve per poter partecipare al bando?

Bonus centri estivi Inps 2023

Annualmente l’Inps pubblica il bando per accedere al bonus centri estivi, si tratta di una misura rivolta ai figli dei dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione che abbiano età compresa tra i 3 e i 14 anni.

Affinchè si possa ottenere l’agevolazione è necessario essere iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e alla Gestione dipendenti pubblici.

Il bonus centri estivi Inps 2023 prevede il rimborso fino a un importo massimo di 100 euro a settimana, per un periodo massimo di 20 giorni/ 4 settimane, delle spese sostenute per l’iscrizione dei ragazzi presso centri estivi. Si può usufruire dell’agevolazione anche per periodi frazionati non continuativi, ad esempio una settimana a luglio, un altra ad agosto.

Come presentare la domanda?

La domanda per poter accedere al beneficio può essere presentata fino al giorno 20 giugno 2023 e la graduatoria finale degli aventi diritto sarà pubblicata sullo stesso sito Inps il giorno 20 luglio 2023.

Per poter presentare la domanda è necessario accedere al sito Inps con l’uso delle proprie credenziali Spid, Cie o Cns. A questo punto deve essere seguito il percorso:

  • Sostegni, sussidi e indennità;
  • Credito e welfare dipendenti pubblici;
  • Soggiorni – Centri estivi: contributi per minori fino a 14 anni.

Entrati nella sezione si prosegue con le voci “approfondisci”, “Utilizza il servizio”, “Domande Welfare in un click”.

Per inoltrare la propria domanda per accedere al bonus centri estivi è necessario allegare l’Isee ordinario o l’Isee minorenni (generalmente si presenta in caso di genitori non coniugati).

Chi decide di usufruire Bonus centri estivi Inps 2023 non potrà accedere a Estate INPSieme in Italia o all’estero.

Graduatorie e limiti bonus centri estivi Inps 2023

Le graduatorie dei beneficiari saranno pubblicate il giorno 20 luglio 2023, le stesse sono stilate avendo in considerazione le risorse disponibili e i dati Isee. L’Inps ha però previsto una quota di riserva di 500 posti in favore orfani ed equiparati e in favore di disabili.

Il rimborso non può comunque superare le somme effettivamente spese, nel limite di 100 euro a settimana. Inoltre sono previste soglie di rimborso in base al reddito Isee.

  • Fino a 8.000 euro: 100%;
  • da 8.000,01 a 24.000 euro: 95%;
  • da 24.000,01 a 32.000 euro: 90%;
  • da 32.000,01 a 56.000 euro: 85%;
  • oltre 56.000 euro o in caso di mancata presentazione Isee: 80%.

Dopo la prima fase con pubblicazione della graduatoria, si potrà usufruire del bonus centri estivi Inps 2023. A questo punto fino al 13 ottobre 2023 sarà possibile caricare sul sito Inps i dati relativi a iscrizione, costo del centro estivo, durata e l’IBAN per il versamento.

In questa fase è necessario indicare:

  • i dati del centro estivo e le singole settimane in cui si è usufruito del centro estivo con il relativo costo sostenuto;
  • copia di un documento, firmato dal fornitore e dal richiedente, che attesti l’iscrizione presso un centro estivo idoneo e completo di una dichiarazione che certifichi il possesso dei requisiti;
  • occorre allegare la fattura completa di tutti i dati (nella fattura deve essere indicato il costo globale sostenuto e quello delle singole settimane);
  • codice Iban.

I pagamenti saranno effettuati entro il 31 dicembre 2023.