Ferie non godute 2020 termini e rischi per le imprese

Le ferie sono un diritto del lavoratore e nel caso in cui lo stesso, per un qualunque motivo non riesca a goderle, sono previste sanzioni per il datore di lavoro/impresa. Ecco entro quando il datore di lavoro deve far in modo che i dipendenti fruiscano delle ferie per evitare sanzioni legate a ferie non godute.

Entro quando il lavoratore deve godere delle ferie per evitare sanzioni al datore di lavoro?

Scade il 30 giugno 2022 il termine per consentire ai lavoratori che hanno maturato ferie nel 2020 e non le hanno utilizzate di usufruirne evitando così l’applicazione di sanzioni a carico del datore di lavoro. L’articolo 2109 comma 2 del codice civile stabilisce il lavoratore ogni  anno  ha diritto a un periodo di ferie retribuito possibilmente continuativo. La durata di tale periodo è stabilito dalla legge, dalle norme corporative, dagli usi.

Il decreto legislativo 66 del 2003 stabilisce inoltre che il lavoratore ha diritto a un periodo annuale di ferie retribuite di almeno 4 settimane. Il periodo feriale secondo le norme deve essere goduto per almeno 2 settimane nell’anno di maturazione e le restanti due settimane possono essere godute nell’arco dei 18 mesi successivi, quindi entro il 30 giugno. Per il 30 giugno 2022 scade il termine per godere delle ferie del 2020, mentre il 30 giugno 2023 scade il termine per godere delle ferie maturate nel 2021.

Quali sono le sanzioni per il datore di lavoro per le ferie non godute dai dipendenti?

In caso di mancato rispetto delle norme relative al godimento delle ferie sono previste sanzioni a carico del datore di lavoro/impresa. Le stesse sono da:

  • da 120 a 720 euro per un anno di violazioni riguardanti fino a 5 lavoratori;
  • da 480 euro a 1.800 euro nel caso in cui la violazione abbia riguardato più di 5 dipendenti oppure nel caso in cui la violazione sia stata perpetrata per 2 anni;
  • da 960 euro a 5.400 euro nel caso in cui la violazione abbia riguardato più di 10 dipendenti oppure si sia prolungata in almeno 4 anni.

Le 10 offerte di lavoro più richieste dalle imprese

Sono 560 mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di giugno 2022, con 4 offerte su 5 che non produrranno altrettante assunzioni per via della carenza delle professionalità e delle competenze richieste. Rispetto allo scorso mese, le aspettative sono positive in tutti i settori economici (+ 25,9% di assunzioni previste) tranne per il manifatturiero e il settore delle costruzioni che confermano le difficoltà della prima parte del 2022. Rispetto al 2021 le assunzioni nei due settori sono scese di circa il 20%. Ecco quali sono i settori che tirano di più e le 10 offerte di lavoro più richieste dalle imprese secondo il Bollettino del Sistema informatico Excelsior realizzato da Anpal e Unioncamere.

Offerte di lavoro, quali sono i settori in cui si assumerà di più?

Rispetto al mese di maggio cresce l’industria con 131 mila assunzioni previste (+ 32 mila su maggio ma altrettanti in meno rispetto allo stesso mese del 2021); in tutto il trimestre, da giugno ad agosto, l’industria assorbirà nuove risorse lavorative per 328 mila unità. Nello specifico delle lavorazioni, le industrie meccaniche ed elettroniche segneranno 21 mila entrate; quelle matallurgiche e delle produzioni in metallo 17 mila; le industrie alimentari 13 mila.

Servizi e turismo si confermano i settori con maggiori opportunità di lavoro

Tira il settore dei servizi che, nel mese di giugno, prevede la copertura di 428 mila posti (+ 83 mila rispetto a giugno). In tutto il trimestre, i servizi assorbiranno oltre un milione di nuove forze lavorative in tutta Italia. Interessante è soprattutto la domanda di lavoro nel comparto turistico che, per questo mese, ha previsto assunzioni per 157 mila posti e altri 74 mila per i servizi alle persone. Il commercio segna il + 10,2% rispetto a maggio e il + 34,6% rispetto a giugno di un anno fa: le assunzioni a giugno saranno 70 mila.

Lavoro, cresce la percentuale di imprese che non riesce a trovare i profili ideali

Parallelamente alle assunzioni previste dalle imprese, cresce la percentuale di posti e di offerte di lavoro che andranno deserti per mancanza di candidati ideali. Il mismatch cresce di 9 punti percentuali rispetto a giugno dell’anno scorso con punte maggiori per gli operai specializzati (53,1%, più di un posto su due andrà deserto), le professioni tecniche (circa un posto su due, il 48,3%) e le professioni altamente tecniche, i dirigenti e le competenze intellettuali e scientifiche a elevata specializzazione.

In quali settori le imprese cercano maggiori candidati nelle offerte di lavoro?

Tra i settori che stanno dando maggiori opportunità di lavoro si ritrovano:

  • gli impiegati, le professioni commerciali e nei servizi con 242.060 opportunità di impiego;
  • gli operai specializzati e i conduttori degli impianti e delle macchine con 135.150 offerte di lavoro;
  • i dirigenti, le professioni a elevata specializzazione e tecnici con 94.160 offerte di lavoro previste attualmente;
  • le professioni non qualificate nelle costruzioni, nella logistica (facchini e corrieri), nelle attività commerciali e nei servizi, nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone, nelle attività industriali con 87.990 offerte di lavoro.

Quali sono le 10 offerte di lavoro più presenti e più richieste dalle imprese?

Più nel dettaglio delle competenze e delle specializzazioni, ecco quali sono le 10 offerte di lavoro più richieste dalle imprese:

  • i cuochi, i camerieri e le altre professioni dei servizi turistici con 123.590 assunzioni previste a giugno;
  • il personale non qualificato nei servizi di pulizia e negli altri servizi alle persone con 53.880 opportunità di lavoro;
  • gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici con 32.210 offerte di lavoro;
  • i commessi e altro personale qualificato nei negozi e negli esercizi all’ingrosso con 31.780 opportunità di lavoro;
  • conduttori di mezzi di trasporto con 29.670 offerte di lavoro;
  • i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione con 22.830 offerte di lavoro;
  • il personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali con 21.860 opportunità di impiego;
  • gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche con 20.870 assunzioni previste dalle imprese;
  • il personale non qualificato nella logistica, i facchini e i corrieri con 18.080 offerte di lavoro;
  • gli addetti all’accoglienza, alle informazioni e all’assistenza dei clienti con 17.850 offerte di lavoro.

Quali altri lavori sono maggiormente richiesti dalle imprese?

Oltre alle prime 10 posizioni per offerte di lavoro presenti sul mercato da parte delle imprese, sono richieste anche altre mansioni, come:

  • i tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale con 17.500 assunzioni delle imprese.
  • gli operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori con 16.270 opportunità di lavoro;
  • i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione con 12.970 offerte di lavoro;
  • commessi e altro personale qualificato nella grande distribuzione con 12.760 opportunità di lavoro;
  • le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, di vigilanza e di custodia con 12.050 assunzioni previste;
  • gli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari con 11.910 assunzioni previste dalle imprese;
  • gli operai specializzati e i conduttori di impianti nell’industria alimentare con 9.490 offerte di impiego;
  • i tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione con 8.890 offerte di lavoro;
  • il personale non qualificato nelle attività commerciali e nei servizi con 8.790 assunzioni previste dalle imprese;
  • i progettisti, gli ingegneri e le professioni assimilate con 8.020 offerte di lavoro.

Quali sono le 10 professioni per le quali le imprese fanno più fatica a trovare i candidati ideali?

Parallelamente alle nuove assunzioni, cresce la percentuale di difficoltà di reperimento delle figure professionali ideali ricercate dalle imprese. Ecco nel dettaglio quali sono le mansioni e le competenze più difficili da trovare con la percentuale di difficoltà:

  • farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita con il 76,1% di difficoltà;
  • dirigenti e direttori con il 74,2% dei posti di lavoro che non vedranno assunzioni per mancanza di competenze dei candidati;
  • medici e altri specialisti della salute con il 63,2% di difficoltà;
  • operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche con il 57,7% di difficoltà;
  • tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione con il 56,6% di difficoltà;
  • gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta con il 56,5% di difficoltà;
  • operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori con il 56% di difficoltà;
  • specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche con il 55,2% di difficoltà;
  • tecnici della salute, dei servizi sociali e dell’istruzione con il 54,6% di difficoltà;
  • conduttori di mezzi di trasporto con il 50,8% di difficoltà.

I 10 lavori più richiesti attualmente

Nel mese di maggio 2022 saranno 444 mila le assunzioni programmate dalle imprese secondo quanto emerge dalla ricerca Unioncamere Anpal, Sistema Informativo Excelsior. In particolare, sono evidenti i segnali di indebolimento della domanda di lavoro delle imprese dei settori del manifatturiero e delle costruzioni. La tenuta delle offerte del lavoro è garantita dalla ripresa dei settori del turismo e dei servizi alle persone. Le prospettive di impiego, in ogni modo, risentono sempre più delle incertezze dovute alla crisi in Ucraina e alle conseguenze della crisi delle materie prime ed energetica.

Quali settori risentono maggiormente della crisi in Ucraina nel mercato del lavoro a maggio 2022?

La ricerca di Unioncamere e Anpal, nel dettaglio, mostra che rispetto al mese di aprile le imprese manifatturiere richiederanno 3 mila unità di personale in meno rispetto ad aprile scorso, pari al – 4,4%. La riduzione è particolarmente evidente se confrontata a quella di un anno fa (- 18,8%, pari a 15 mila unità in meno). Analogamente, la contrazione si registra anche per il settore delle costruzioni: – 0,9% rispetto ad aprile scorso e – 27,5% rispetto alle assunzioni di un anno fa.

Quali settori avranno una crescita di assunzioni a maggio 2022?

Diversamente, salgono le assunzioni nei settori dei servizi (+ 30,2% rispetto al mese scorso e + 31,5% rispetto a maggio del 2021). A far da traino è soprattutto il turismo. A fronte dei dati positivi di crescita del mercato delle assunzioni si registra, come già avvenuto nelle precedenti rilevazioni, la difficoltà delle imprese di reperire i profili giusti e gli skill adeguati nel personale ricercato. Per il mese di maggio si calcola che le imprese avranno difficoltà a coprire i posti da assegnare nel 38,3%. Le difficoltà hanno come giustificazione quella della mancanza dei candidati ideali.

Offerte di lavoro: quali sono i settori professionali che avranno maggiori le maggiori opportunità di impiego?

Per quanto concerne i numeri sui lavoratori in entrata per gruppi professionali, la maggiore richiesta sarà tra gli impiegati, i professionisti commerciali e gli addetti ai servizi, per un totale di 176.470 assunzioni, quasi il 40% del totale. In particolare, saranno ricercati gli impiegati (40.110 nuove assunzioni), ma soprattutto gli addetti qualificati alle attività commerciali e nei servizi (136.360 nuove assunzioni). A seguire, si farà sentire la richiesta di operai specializzati e di conduttori di impianti e di macchine (104.060 assunzioni totali). Nel dettaglio, saranno 55.080 le assunzioni tra gli operai specializzati e 48.980 quelle dei conduttori di impianti e gli operai di macchinari fissi e mobili.

Quante assunzioni sono previste tra le professioni a elevata specializzazione e non qualificate?

A seguire le assunzioni riguarderanno le professioni non qualificate. Le imprese avranno bisogno di personale, soprattutto per lo spostamento di merci e nei servizi di pulizia, per un totale di 83.780 nuove unità. Infine, nei numeri, i dirigenti e le professioni con elevata specializzazione saranno richiesti per 79.990 nuove unità, delle quali 1.270 dirigenti, 23.110 professionisti intellettuali, scientifici e con alta specializzazione e 55.610 tecnici.

Offerte di lavoro, ecco le 10 professioni più richieste a maggio 2022

Ecco, dunque, quali sono le 10 professioni più richieste dalle imprese nel mese di maggio 2022:

  • cuochi, camerieri e altre specializzazioni nei servizi turistici con 76.980 nuove opportunità di lavoro;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone per 52.880 nuove assunzioni;
  • commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso con 25.860 nuove opportunità di lavoro;
  • operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici con 25.300 nuove assunzioni;
  • conduttori di mezzi di trasporto con 20.790 nuove opportunità di lavoro;
  • personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali con 20.290 nuove offerte di lavoro;
  • tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione con 19.200 nuove offerte di lavoro;
  • operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche con 17.170  nuove opportunità di lavoro;
  • personale addetto all’accoglienza, alle informazioni e all’assistenza dei clienti con 16.730 nuove assunzioni;
  • personale non qualificato nella logistica, facchini e corriere per 15.360 nuove offerte di impiego.

Quali altre professioni saranno richieste a maggio 2022?

Pur non rientrando tra le prime 10 professioni più richieste, altre specializzazioni avranno buone opportunità di assunzioni nel mese di maggio 2022. In particolare:

  • tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione per 12.660 nuove opportunità di impiego;
  • operai nelle attività metalmeccaniche richiesti per altri settori con 12.070 nuove offerte di lavoro;
  • operatori dell’assistenza sociale in istituzioni o domiciliari per 11.050 nuove assunzioni;
  • commessi e altro personale qualificato nella grande distribuzione per 8.510 nuove assunzioni;
  • operai specializzati e conduttori di impianti nell’industria alimentare per 7.800 nuove opportunità di lavoro;
  • conduttori di macchinari mobili per 7.490 nuove offerte di impiego;
  • tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione con 7.240 nuove assunzioni;
  • personale non qualificato nelle attività industriali e assimilati per 7.150 nuove offerte di lavoro;
  • personale non qualificato nelle attività commerciali e nei servizi con 6.630 nuove assunzioni;
  • operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, abbigliamento e calzature con 6.150 nuove assunzioni previste.

Quali saranno i profili con le maggiori difficoltà per le imprese di assunzione?

Circa quattro profili su dieci saranno di difficile reperimento per le imprese, soprattutto per la mancanza di candidati ideali. Ecco quali saranno i 10 lavori per i quali mancheranno i giusti candidati e la percentuale di difficoltà o di posti che rimarranno vacanti rispetto alle assunzioni previste:

  • dirigenti e direttori con il 70,1% di difficoltà;
  • farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita con il 59,7% di difficoltà;
  • operai specializzati nelle industrie del legno e della carta con il 59,4% di difficoltà;
  • gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta con il 59,4% di difficoltà;
  • operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche con il 58,3% di difficoltà;
  • operatori della cura estetica con il 58% di difficoltà;
  • operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, abbigliamento e calzature con il 56,7% di difficoltà;
  • medici e altri specialisti della salute con il 55,5% di difficoltà;
  • specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche con il 55,3% di difficoltà;
  • operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori con il 54,6% di difficoltà.

I 10 profili professionali che avranno più opportunità di lavoro fino al 2026

Le offerte di lavoro, dal 2022 al 2026, produrranno un fabbisogno addizionale di assunzioni tra 1,3 e 1,7 milioni di nuove opportunità. A fare la stima sono le proiezioni di Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior. A fronte di tanti posti messi a disposizione dalle imprese italiane, circa il 40% delle nuove offerte di lavoro risulteranno inattese. I motivi riguardano la mancanza degli skill e dei profili professionali richiesti. A presentare le maggiori difficoltà di reperimento di candidati in linea con le competenze richieste, soprattutto il settore dell’Industria 4.0, della transizione ecologica e di quella digitale, punti fermi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Mercato del lavoro dal 2022 al 2026: dalle imprese oltre 1,5 milioni assunzioni di medio-alto profilo

Nel quinquennio dal 2022 al 2026 le imprese e la Pubblica amministrazione daranno la caccia a oltre 1,5 milioni di lavoratori ma, secondo le stime di Unioncamere e Anapal, il 40% dei posti di lavoro non troverà la collocazione del relativo profilo professionale e di competenze richiesto. Si tratta, soprattutto, di profili tecnici e scientifici, di periti, di diplomati Its  e di laureati nelle discipline Stem. È possibile dunque fare una classifica di quali saranno le competenze e i lavori che avranno maggiori possibilità di facile assunzione, proprio per la mancanza di candidati ideali.

Assunzioni, come si muove il mercato del lavoro nei prossimi 5 anni e quante possibilità di impiego ci sono

In totale, tra nuovi posti di lavoro e ricambio generazionale (2,8 milioni di lavoratori andranno a sostituire il personale in uscita dal mondo del lavoro), il numero totale delle assunzioni nel quinquennio dal 2022 al 2026 sarà compreso tra 4,1 e 4,5 milioni di lavoratori. L’intervallo da 1,3 a 1,7 milioni di lavoratori riguarda il surplus occupazionale, ovvero quante assunzioni e posti di lavoro sono previsti in più per le misure messe in campo dagli investimenti della Next Generation Eu e dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Le maggiori difficoltà che avranno le imprese nel reperire i profili giusti riguarderà le competenze medie e alte, ma anche i tecnici specializzati saranno ambiti nei prossimi cinque anni. Inoltre, secondo la ricerca, già al termine del 2022 il mercato del lavoro dovrebbe registrare numeri in ripresa che riporteranno le assunzioni ai livelli pre-Covid di fine 2019.

Quali saranno le competenze più richieste dalle imprese nei prossimi cinque anni?

In linea con gli obiettivi dei maggiori programmi di investimento europei, le competenze green e digitali saranno tra le più richieste nei prossimi cinque anni. Le competenze nel campo della transizione ecologica, in particolare, richiederà capacità nel campo del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale da 2,4 a 2,7 milioni di nuovi occupati. Per il 60% di questi nuovi posti di lavoro (pari a 1,5-1,6 milioni di lavoratori), inoltre, si richiederanno competenze elevate, come ad esempio, l’informatico ambientale (chiamato a sviluppare applicazioni e software di difesa del patrimonio ambientale), o come l’avvocato ambientale. Ci sarà notevole richiesta anche di altre figure professionali nel campo, come quella del mobility manager, dell’energy manager, dell’ecodesigner, dell’esperto in acquisti verdi e dell’esperto di marketing ambientale.

Quali competenze digitali saranno richieste dalle imprese fino al 2026?

Parallelamente alla transizione ecologica, le imprese e la Pubblica amministrazione chiederanno sempre più profili con competenze digitali. Dall’indagine Unioncamere e Anpal emerge che il settore privato e la PA assumeranno tra il 2022 e il 2026 da 2,1 a 2,3 milioni di lavoratori con competenze digitali. Si chiederanno, in particolare, professionalità come tecnici informatici, sviluppatori di software, analisti programmatori. Ma anche figure emergenti come il cloud computing specialist, i big data specialist, gli esperti in IoT, specialisti nell’Intelligenza artificiale e lo specialista in robotica. Gli ambiti per i quali queste figure lavoreranno saranno la trasformazione digitale, il cloud, il mobile, i big data e la cyber security.

Assunzioni nella Pubblica amministrazione, le previsioni dal 2022 al 2026

L’indagine Unioncamere e Anpal fornisce previsioni anche sulle assunzioni della Pubblica amministrazione. Tra il 2022 e il 2026 si prevede che verranno assunti fino a 770 mila nuovi dipendenti del pubblico impiego. Oltre il 90% sarà la percentuale del ricambio generazionale e di sostituzione del personale, pari a 726 mila nuovi lavoratori nei cinque anni. L’incremento di lavoratori per gli investimenti del Pnrr e della Next Generation Eu è stimato in 44 mila nuove unità. In particolare, i flussi in ingresso più consistenti nella Pubblica amministrazione si registrano nella Giustizia e nel supporto della gestione dei processi inerenti l’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza.

Quali saranno i titoli di studio che saranno maggiormente richiesti dal 2022 al 2026?

Gli orientamenti della domanda di lavoro delle imprese e della Pubblica amministrazione vanno nella direzione di profili sempre più tecnici e specializzati. Di conseguenza crescerà la richiesta sia dei diplomati che dei laureati. Ma proprio tra questi potenziali candidati si riscontra la maggiore difficoltà nel reperire le figure maggiormente richieste. Soprattutto per quanto riguarda le materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Il mismatch evidenzia un gap tra domanda e offerta di circa il 40%, con i profili diplomati e laureati capaci di coprire il 60% appena delle richieste provenienti dalla Pubblica amministrazione e dalle imprese. Il gap tra offerte di lavoro e profili con le competenze adeguate sussiste anche per gli indirizzi dell’edilizia, della logistica e della meccanica.

Quali sono i 10 profili più introvabili per mancanza di competenze?

In definitiva, le 10 figure professionali che avranno più chance di essere assunte per mancanza sul mercato del lavoro delle competenze richieste saranno, nell’ordine:

  • gli elettrotecnici con il 74,7% di difficoltà nel reperire le figure adeguate;
  • gli ingegneri elettrotecnici con il 74,1% di difficoltà;
  • gli installatori, i manutentori e i riparatori di apparecchiature con il 74,4% di difficoltà;
  • i meccanici collaudatori con il 69,8% di difficoltà;
  • i saldatori e i tagliatori a fiamma con il 68,6% di difficoltà;
  • gli agenti immobiliari con il 68,4% di difficoltà;
  • i tecnici programmatori con il 67% di difficoltà;
  • gli specialisti di saldatura elettrica e a norme Asme con il 66,8% di difficoltà;
  • i meccanici artigianali e i riparatori di automobili con il 64% di difficoltà;
  • gli agenti assicurativi con il 62,3% di difficoltà.

I 30 lavori più richiesti dalle agenzie entro fine maggio

Sono 160 mila le nuove assunzioni previste dalle agenzie per il lavoro nel periodo da aprile a fine maggio 2022. Il dato emerge dalle rilevazioni di Assolavoro e dell’Osservatorio Datalab che si rifanno al sistema informativo di Unioncamere e Anpal. Secondo i dati emersi, in questo bimestre saranno in tutto 650 mila i profili ricercati dalle imprese. Tra i profili più richiesti, emergono nuove competenze e skill: i data e i cyber security analyst, i project manager digitali, i social media manager, gli export manager, gli ingegneri edili e gli architetti tra i profili ad alta specializzazione. Ma l’indagine di Assolavoro e Datalab esamina anche le richieste delle agenzie in merito ai profili di media specializzazione e alle professioni operaie.

Quali sono le professioni più richieste dalle agenzie per il lavoro e imprese tra gli operai?

Dall’indagine di Assolavoro e Datalab, infatti, emerge che nel settore manifatturiero c’è parecchia richiesta di elettricisti, di operatori di macchine, di saldatori a filo, di operai edili specializzati e di capocantieri. Ma sono ricercanti anche gli addetti al confezionamento e i responsabili di magazzino. Si tratta di alcune tra le figure maggiormente richieste dalle imprese e dalle agenzie per il lavoro. Nell’indagine sono stati confrontati i dati che provengono non solo dall’indagine Excelsior di Unioncamere e Anpal, ma anche quelli di alcuni portali specializzati come Linkedin, Trovit e Indeed.

Dove si trova la maggior parte dei posti di lavoro?

Considerando il totale dei posti di lavoro a disposizione per le nuove assunzioni ad aprile e maggio 2022 (imprese e agenzie per il lavoro), la maggior parte delle offerte di lavoro si trova al Nord Italia (55%); a seguire il 26,5% delle opportunità di lavoro si trova al Sud Italia e nelle Isole maggiori; infine, il 8,5% dei posti liberi è nel Centro Italia.

Offerte di lavoro, quali sono i 10 profili di alta specializzazioni più cercati dalle agenzie?

Sui 160 mila nuovi posti di lavoro che le agenzie dovranno coprire da qui a fine maggio prossimo, si può stilare la classifica dei 10 profili più ricercati tra le professioni a più elevata qualifica:

  • data analyst, data scientist, cyber security analyst;
  • Java, C++ developper;
  • sviluppatore Python;
  • machine learning, Ai expert;
  • digital project manager;
  • project engineer energetico;
  • ingegneri edili e architetti;
  • legal consultant, esperti contabili e commercialisti;
  • social media manager e content creator;
  • export manager.

Offerte di lavoro, quali sono i 10 profili di media specializzazione più ricercati dalle agenzie ad aprile e maggio 2022?

Tra i profili di media specializzazione, con competenze tecniche e skill nei servizi più ricercati, si confermano le figure tecniche elettroniche, elettromeccaniche e i progettisti degli impianti elettrici. Inoltre, servono geometri di cantiere, candidati specializzati nella vendita e nel commercio elettronico e quelli con competenze di back office commerciale. Ecco nel dettaglio le 10 figure più richieste ad aprile e a maggio 2022 con una media qualifica:

  • tecnici elettromeccanici e meccatronici;
  • progettisti di impianti elettrici;
  • responsabili del controllo qualità;
  • geometri di cantiere;
  • agenti commerciali e tecnici commerciali, agenti immobiliari;
  • specialisti del commercio elettronico;
  • assistenti alla clientela e customer service;
  • addetti call center, contact center e receptionist;
  • contabili e addetti alla tesoreria;
  • addetti agli uffici gare.

Offerte di lavoro, quali sono le prime 10 figure più cercate dalle agenzie per operai specializzati e conduttori?

Infine, tra le professioni più ricercate tra gli operai specializzati e i conduttori degli impianti e delle macchine, si può osservare che la domanda delle agenzie per il lavoro si concentra sugli elettricisti industriali e civili, sui manutentori, sugli operatori Cnc, sugli operai edili e i responsabili di magazzino. Ecco quali sono le 10 professioni più richieste dalle agenzie tra i profili di operai e conduttori:

  • elettricisti civili e industriali;
  • operatori su macchine utensili Cnc, tornitori e fresatori;
  • saldatori a filo, addetti ai robot di saldatura;
  • operatori di taglio laser;
  • operai manutentori termoidraulici;
  • montatori meccanici;
  • capocantieri, operai edili specializzati e montatori di ponteggi;
  • operai addetti al confezionamento;
  • responsabili di magazzino;
  • carrellisti con patentino.

I 10 settore dove ci sono più offerte di lavoro

Quali saranno i settori nei quali ci saranno maggiori offerte di lavoro a marzo, aprile e maggio 2022? Alla domanda ha risposto l’indagine Excelsior di Anpal e Unioncamere che prevede l’ingresso nel mercato del lavoro in questi tre mesi di 1.133.600 nuovi profili, dei quali 359 mila nel solo mese di marzo. La quota più elevata delle nuove assunzioni andrà a vantaggio dei servizi. Infatti 809.880 offerte di lavoro riguarderanno il commercio, i servizi di alloggio e di ristorazione e quelli turistici, i servizi alle imprese e i servizi alle persone. A seguire, 323.730 nuove offerte di lavoro riguarderanno l’industria.

Servizi, industria e costruzioni, quante nuove assunzioni ci saranno nei prossimi mesi del 2022?

La ripresa dall’emergenza sanitaria passerà dunque per un piano di assunzioni di oltre 1.1 milioni di nuove unità. Nello specifico dei macro-settori delle offerte di lavoro, i servizi alle imprese richiederanno il maggior numero di assunzioni (295 mila); a seguire i servizi di alloggio e di ristorazione, più i servizi turistici occuperanno 242.310 nuove unità; l’industria manifatturiera e le Pubblic utilities 221.270 assunzioni; i servizi alle persone 136.530 nuovi assunti, poco più di quelli del commercio (136.010) ingressi nel mondo del lavoro; infine il settore delle costruzioni avrà 102.460 nuovi assunti.

Ripartizione territoriale, dove si assumerà di più tra marzo e maggio 2022?

In ambito territoriale, il maggior numero di assunzioni si avrà nel Nord-Ovest (336.950 unità); a seguire il Sud e le Isole con 300.270 nuove assunzioni; il Nord Est con 286.730 nuovi ingressi nel mondo del lavoro; infine il Centro con 209.660 nuove assunzioni. Il maggior numero delle offerte di lavoro riguarderà le imprese da 1 a 49 dipendenti (749.510 assunzioni previste); quelle da 50 a 249 dipendenti vedranno l’ingresso di 200.210 nuovi ingressi e quelle di oltre 250 dipendenti 183.880 nuove unità lavorative.

In quali province ci saranno più assunzioni da marzo a maggio 2022?

Tra le province dove ci saranno maggiori opportunità di lavoro si ritrovano:

  • Milano con 33.180 nuove assunzioni;
  • Roma con 23.560 assunzioni;
  • Napoli con 17.120 opportunità di lavoro;
  • Torino con 12.350 assunzioni;
  • Brescia con 9.990 assunzioni;
  • Verona con 8.400 assunzioni;
  • Bari con 8.370 offerte di lavoro;
  • Bologna con 8.180 nuovi posti di lavoro;
  • Venezia con 7.820 assunzioni;
  • Firenze con 7.350 assunzioni.

In quale province ci saranno maggiori opportunità di lavoro per i giovani rispetto al totale delle opportunità?

Tra le province che offriranno maggiori opportunità di lavoro per i giovani, in percentuale rispetto alle opportunità che si presenteranno, si ritrovano:

  • La Spezia con il 35,4%;
  • Cuneo con il 35%;
  • Rieti con il 34,9%;
  • Asti con il 33,9%;
  • Fermo con il 33,6%;
  • Vicenza con il 33,4%:
  • Trento con il 33,3%;
  • Trieste con il 33%;
  • Modena con il 32,9%;
  • Udine con il 32,6%.

Offerte di lavoro, quali sono i 10 settori dove si assumerà di più da marzo a maggio 2022?

Nel dettaglio dei settori che avranno maggiormente bisogno di assumere, sul totale di oltre 1,1 milioni di nuovi ingressi nel mondo del lavoro, ecco quali saranno i 10 ambiti sui quali puntare:

  • i servizi di alloggio e di ristorazione e i servizi turistici avranno bisogno di assumere 242.310 nuove unità;
  • servizi alle persone vedranno l’assunzione nei tre mesi di 135.530 nuove unità;
  • il commercio con 136.010 nuove opportunità di lavoro;
  • le costruzioni con 102.460 nuove assunzioni;
  • i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone con 100.850 nuovi ingressi nel mondo del lavoro;
  • servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio con 85.980 nuove assunzioni;
  • le industrie meccaniche ed elettroniche con 57.080 nuove offerte di lavoro;
  • i servizi avanzati di supporto alle imprese con 50.660 nuove opportunità di impiego;
  • l’industria metallurgica e dei prodotti in metallo con 49.730 nuove offerte di lavoro;
  • i servizi informatici e delle telecomunicazioni con 33.540 opportunità di lavoro.

Atri settori dove si assumerà molto nel periodo tra marzo e maggio 2022

Tra gli altri settori dove ci saranno

  • le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco con 27.380 nuove assunzioni;
  • le industrie chimiche e farmaceutiche, della plastica e della gomma con 22.840 nuove opportunità di lavoro;
  • industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature con 21.630 nuove offerte di lavoro;
  • i servizi finanziari e assicurativi con 13.920 offerte di lavoro;
  • le industrie del legno e del mobile con 11.790 nuove assunzioni;
  • i servizi dei media e della comunicazione con 10.090 assunzioni;
  • le industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi e le industrie estrattive con 8.600 nuove offerte di lavoro;
  • industrie della carta, della cartotecnica e della stampa con 6.540 nuove assunzioni;
  • le altre industrie con 15.690 assunzioni.

 

 

 

Le 10 offerte di lavoro con più posti da dicembre 2021 a febbraio 2022

Saranno 1,4 milioni le entrate nel mondo del lavoro previste nel periodo da dicembre 2021 a febbraio 2022. I dati sono forniti da Anpal e Unioncamere che sottolineano anche una ripresa del +28% di richieste da parte delle imprese rispetto allo stesso periodo di fine 2019 e inizio 2020. Tuttavia, parallelamente alle professioni più richieste, le imprese faranno fatica a reperire i profili giusti. Si tratta essenzialmente di profili di alta specializzazione, di operai specializzati e di conduttori di impianti e di macchinari fissi e mobili.

Quali sono le 10 professioni più richieste da dicembre 2021 a febbraio 2022?

Nel rapporto Unioncamere e Anpal, si possono scorgere le 10 professioni più richieste da dicembre 2021 a febbraio 2022. Le maggiori opportunità di lavoro riguarderanno:

  • gli addetti nelle attività di ristorazioni con 113.330 opportunità di lavoro;
  • gli addetti alle vendite con 105.670 offerte di lavoro;
  • i conduttori di veicoli a motori con 97.410 offerte di lavoro;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia con 82.810 opportunità di lavoro;
  • addetti non qualificati per lo spostamento e la consegna delle merci con 52.490 posti;
  • impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali con 48.570 posti;
  • tecnici dei rapporti con i mercati con 48.110 posti;
  • artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento di strutture edili con 47.740 posti;
  • meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili con 47.500 posti;
  • fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metalli e professioni assimiliate con 43.350 posti.

Quali sono i settori dove ci saranno più opportunità di lavoro tra dicembre 2021 e febbraio 2022?

In generale, i settori dove saranno maggiori le opportunità di lavoro tra dicembre 2021 e febbraio 2022 saranno, nell’ordine:

  • il settore degli operai specializzati con 275.720 opportunità di lavoro;
  • le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi con 273.720;
  • i conduttori di impianti e gli operai di macchinari fissi e mobili con 259.030 posti di lavoro;
  • le professioni tecniche, tra le quali nei campi dell’informatica, dell’ingegneria, delle telecomunicazioni, della salute, della distribuzione commerciale con 204.520 opportunità di lavoro;
  • le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, tra le quali gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche, naturali, gli ingegneri e gli specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie con 91.180 posti;
  • i dirigenti con 3.370 opportunità di lavoro.

Le altre professioni più ricercate entro febbraio 2022

Tra le altre professioni maggiormente ricercate dalle imprese entro febbraio 2022 figurano:

  • gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con 36.230 posti;
  • gli impiegati addetti all’accoglienza e alle informazioni della clientela con 32.310 posti da occupare;
  • i conduttori di macchine per il movimento terra, per il sollevamento e il maneggio dei materiali con 29.560 posti;
  • i tecnici informatici, telematici e delle comunicazioni con 24.190 posti;
  • gli artigiani e gli operai specializzati nelle installazioni e nelle manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche con 24.180 posti;
  • i tecnici della salute con 23.690 posti;
  • gli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali con 23.680 posti;
  • i tecnici in campo ingegneristico con 22.940 posti;
  • gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per le lavorazioni metalliche e per i prodotti minerali con 22.770 offerte di lavoro;
  • i fabbri ferrai, i costruttori di utensili e i lavori assimilati con 22.170 posti.

Offerte di lavoro e professioni e profili difficili da reperire

Tuttavia, a fronte dell’elevato numero di opportunità di lavoro fino a fine febbraio 2022, molti profili risulteranno di difficile reperimento da parte delle imprese. Per più profili ricercati dalle imprese si arriverà alla media che uno su due rimarrà senza il corrispondente lavoratore, qualificato o meno, da assumere. Si riscontrano percentuali elevate di posti che rimarranno vacanti tra i dirigenti, tra le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione e tra gli operai specializzati.

Quali sono i 10 profili più introvabili dalle aziende?

Lo studio di Unioncamere e di Anpal mette in luce quali siano le professionalità più introvabili dalle imprese. Nel dettaglio:

  • specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali per i quali il 65,2% dei 17.390 posti potrebbe rimanere senza lavoratori;
  • fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni simili con il 59,4% di probabilità di non occupare i 43.350 lavoratori richiesti;
  • gli operatori della cura estetica con il 56,8% di posti che potrebbero andare vacanti;
  • i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi con il 56,5% di probabilità di non riuscire a reperire i profili richiesti;
  • fabbri ferrai, costruttori di utensili e professioni assimilate con il 55,4% di difficoltà rispetto ai 22.170 posti disponibili;
  • operai specializzati e artigiani addetti alla pulizia e all’igiene degli edifici con il 55,2% di probabilità di non reperire i profili richiesti per 8.020 posti disponibili;
  • artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 53,8% di difficoltà;
  • gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per le lavorazioni metalliche e per la produzione di minerali (52,3% di difficoltà);
  • i meccanici artigianali, i montatori, i riparatori e i manutentori di macchine fisse e mobili con il 52,4% dei lavoratori di difficile ricerca;
  • ingegneri e professioni assimilate con il 52% di difficoltà a reperire le professionalità ricercate.

 

Sicurezza e lavoro: Il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC)

Il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) è un documento necessario al fine di analizzare i rischi presenti in cantiere, informare i responsabili per la sicurezza sul lavoro e adottare misure preventive per la tutela dei lavoratori, ma vediamo quando è obbligatorio e cosa deve contenere.

Cos’è il Piano di Sicurezza e Coordinamento

Il Piano di Sicurezza e Coordinamento deve essere obbligatoriamente redatto nei cantieri, che siano privati o per lavori pubblici, in cui è presente più di un’impresa. Ad esempio facciamo il caso di una ristrutturazione edile in cui contemporaneamente siano presenti in sede un’impresa che si occupa di impiantistica e una che si occupa degli aspetti edili, in questo caso è necessario adottare il Piano di Sicurezza e Coordinamento. Il piano mira a identificare e definire i rischi inerenti le varie attività poste in essere dalle diverse imprese che stanno operando e quindi a coordinare i sistemi di sicurezza adottati in quanto in tali casi i pericoli possono derivare anche da un errato coordinamento delle diverse operazioni eseguite dalla varie imprese. Si parla in questo caso anche di interferenze.

Il PSC non deve essere adottato nel caso in cui sia necessario far fronte a situazioni di emergenza.

Il PSC deve essere redatto in fase di progettazione, quindi prima che inizino effettivamente i lavori ed è parte integrante della gara di appalto, viene redatto dal Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, un professionista che su incarico del committente si occupa di coordinare l’attività delle varie imprese presenti in cantiere. In alcuni casi, ad esempio quando il cantiere è privato, non richiede autorizzazione per l’esecuzione del lavori e ha un valore inferiore a 100.000 euro, può essere sostituito dal Coordinatore per la Sicurezza in fase di esecuzione.

Contenuto minimo del Piano di Sicurezza e Coordinamento

I contenuti del PSC sono delineati dal decreto legislativo 81 del 2008 e in particolare sono contenuti nell’allegato XV proprio come per il POS che abbiamo già trattato e che è in stretta correlazione con il PSC.

Se vuoi conoscere i dettagli del POS, leggi l’articolo: Piano Operativo per la Sicurezza: quali imprese devono redigerlo

Per quanto riguarda i contenuti è necessario indicare:

  • i dati relativi all’opera con indicazione dell’ubicazione del cantiere;
  • le generalità dei datori di lavoro delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, inoltre le generalità dei responsabili del lavoro e del coordinatore per la sicurezza e di tutti i soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza sul cantiere;
  • individuazione, analisi e valutazione dei rischi (l’individuazione non deve essere generica ma dettagliata e deve anche indicare il livello di rischio, ad esempio basso, medio, alto);
  • misure preventive e protettive adottate in cantiere e interferenze tra i vari lavori eseguiti con rischi che derivano proprio da tali interferenze, ad esempio recinzioni, impalcature… ;
  • dispositivi per la protezione individuale adottati in cantiere;
  • devono essere individuate le fasi di lavoro e la loro durata (si deve realizzare un vero cronoprogramma da cui si evinca anche quali imprese operano nelle varie fasi);
  • stima dei costi da sostenere per la sicurezza sul luogo di lavoro;
  • indicazione delle modalità di organizzazione del servizio di pronto soccorso, prevenzione incendi ed evacuazioni;
  • descrizione del progetto, delle scelte architettoniche, strutturali e tecnologiche (le scelte devono esser emotivate);
  • devono essere indicate le misure adottate per i servizi igienici, scarico dei rifiuti, impianti organizzati in cantiere;
  • modalità di organizzazione della coordinazione dei lavori.

Verifica del Piano di Sicurezza e Coordinamento

L’applicazione e il controllo del Piano Sicurezza e Coordinamento è devoluta al Coordinatore per l’Esecuzione dei Lavori ( non è detto che debba coincidere con il Coordinatore per la Sicurezza in Fase di Progettazione) che deve anche valutare la corretta applicazione di tutte le misure adottate. Rispetto al POS, che abbiamo visto in precedenza e che è redatto dal datore di lavoro, vi sono delle differenze sostanziali, infatti in questo caso siamo di fronte a una relazione tecnica redatta da un professionista.

Il PSC almeno 10 giorni prima dell’inizio dei lavori deve essere consegnato al RSPP e a tutte la figure che partecipano alla sicurezza sul luogo di lavoro, ad esempio al medico competente nel caso in cui lo stesso debba essere nominato.

Inoltre sempre prima dell’inizio del lavori, ma dopo la verifica del piano e del cantiere, deve essere organizzata una riunione a cui partecipano il direttore dei lavori, le varie imprese appaltatrici e i lavoratori autonomi che dovranno partecipare ai lavori.

Sanzioni per la mancata applicazione delle disposizioni

Anche nel caso di mancata redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento sono previste delle sanzioni per mancanze, inadempienze e irregolarità nella redazione e verifica del Piano. Le sanzioni possono colpire diversi soggetti e di conseguenza possono essere diverse:

  1. per il committente e il responsabile dei lavori è prevista l’ammenda da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 10.000 euro oppure arresto da 3 a 6 mesi nel caso in cui omette di nominare i coordinatori visti in precedenza; nel caso in cui non invii il piano ai soggetti che devono averne comunicazione la sanzione prevista ha un ammontare minimo di 1.200 euro e massimo di 3.600 euro.
  2. Le sanzioni per il coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione risultano essere l’arresto da 3 a sei mesi e l’ammenda una minimo di 3.000 a un massimo di 12.000 euro e vengono applicate in caso di omessa redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento;
  3. Infine, restano da contemplare le sanzioni per il Coordinatore per la Sicurezza nell’Esecuzione dei Lavori, queste ammontano a un ammenda da 3.000 euro a 12.000 euro o l’arresto da 3 mesi a 6 mesi per la mancata verifica del piano e delle procedure adottate in corso di esecuzione dei lavori.

Per una redazione corretta ed esaustiva che possa evitare sanzioni, è possibile rivolgersi a professionisti del settore che spesso forniscono modelli da compilare.

Come adibire minori al lavoro: regole per datori di lavoro e genitori

Quando si parla di lavoro minorile bisogna prestare particolare attenzione, infatti il nostro ordinamento prevede due ipotesi, cioè il lavoratore minore di età che abbia compiuto i 16 anni e che  ha assolto all’obbligo formativo e il minore di 16 anni. Ecco cosa devono sapere le aziende e i genitori che desiderano adibire il minore al lavoro.

Adibire minori al lavoro: quando si può fare

Sono sempre più frequenti i casi di ragazzi molto giovani di età che vogliono tentare la strada del lavoro nel mondo del cinema, televisione, musica, sport, insomma tentare un lavoro che offra molta visibilità e spesso remunerazioni elevate. In questi settori stiamo però assistendo sempre più spesso a un’esposizione mediatica in età adolescenziale e purtroppo per molti non entrare fin da giovanissimi nel meccanismo può voler dire restare fuori. Proprio per questo diventa essenziale chiarire come devono comportarsi gli adulti che intendano sostenere i ragazzi in queste scelte.

Per chi è interessato al mondo dei baby influencer, c’è l’articolo: Baby Influencer: cosa devono sapere le aziende e i genitori

Lavoro minorile: obblighi del datore di lavoro

Chi decide di far lavorare un minore deve comunque rispettare una serie di norme. Innanzitutto vige il divieto generale di adibire i minori al lavoro notturno, se il lavoro avviene nell’ambito del settore culturale o artistico in genere, vi può essere una parziale deroga e quindi il minore può lavorare fino alle ore 24:00. Dopo aver svolto tale lavoro comunque devono essere assicurate almeno 14 ore di riposo continuato.

Un’altra eccezione riguarda il caso in cui ci sia una causa di forza maggiore e non vi siano maggiori di età che possano svolgere tale lavoro negli orari notturni. Verificandosi tali ipotesi il datore di lavoro è comunque tenuto a darne preventiva comunicazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, indicando la causa di forza maggiore che richiede l’impiego di minore e il tempo in cui sarà strettamente necessario impiegarlo.

Adibire minori al lavoro: limiti alle mansioni

Il datore di lavoro deve rispettare anche ulteriori limiti, infatti si presuppone che il minore non abbia la stessa resistenza psico-fisica di una persona di maggiore età e di conseguenza non può essere adibito a mansioni che possono ledere la sua integrità psico-fisica. Inoltre non può essere adibito a:

  • mansioni che prevedano il contatto con agenti chimici nocivi, sostanze e macchinari pericolosi (tra le sostanza considerate nocive ci sono amianto, piombo, sostanze cancerogene, elementi che possono ridurre o danneggiare la fertilità);
  • alla somministrazione di sostanze alcoliche e in genere al lavoro in distillerie, cantine…;
  • al trasporto di materiale per più di 4 ore al giorno;
  • non può essere adibito alla gestione di animali selvatici, pericolosi o velenosi;
  • ai lavori edili se vi sono rischi di crolli, allestimento e montaggio impalcature;
  • lavori in fonderia e in tutti i casi in cui è esposto a temperature superiori a 500 °C;
  • manipolazione esplosivi;
  • esposizione a rumori di entità superiore a 87 db;
  • vige inoltre il divieto di adibire il minore a lavori in macellerie, mattatoi e in locali in cui si usano arnesi pungenti, taglienti e pericolosi in genere.

Limiti al lavoro minorile per ragazzi che non hanno compiuto 16 anni

Per coloro che ancora non hanno compiuto 16 anni di vita ci sono ulteriori limiti da rispettare. Costoro possono essere adibiti ad attività lavorative esclusivamente in ambito artistico, culturale, nel mondo dello spettacolo, della pubblicità e dello sport. Inoltre tali attività non devono pregiudicare la frequentazione della scuola.

Coloro che invece hanno compiuto compiuto i 15 anni possono stipulare un contratto di apprendistato professionalizzante.

Adempimenti preliminari per adibire il minore al lavoro

Il minore prima di essere adibito al lavoro deve essere sottoposto a visita medica preventiva presso la ASL competente per territorio, questa deve valutare anche la compatibilità della situazione del minore rispetto alle mansioni che dovrà svolgere sul luogo di lavoro. Oltre al certificato di idoneità dell’ASL, è necessario anche il preventivo assenso dei genitori o di chi esercita il ruolo di tutore.

Trattamento economico del lavoro minorile

Dal punto di vista economico il datore di lavoro deve assicurare al minore la stessa retribuzione riservata ai maggiori di età a parità di mansioni e livello di inquadramento.

I genitori possono usare i soldi dei figli minori adibiti al lavoro?

Per poter percepire redditi da lavoro, il minore deve avere un conto corrente intestato, l’apertura può essere fatta dai genitori, intestando il conto al figlio e automaticamente viene posto il vincolo pupillare.

La legge stabilisce che i genitori hanno l’usufrutto sui beni del minore e possono utilizzare i frutti prodotti da tali beni per le esigenze della famiglia, ma la legge pone dei limiti al diritto del genitori di godere dei frutti prodotti dai beni dei minori e tra queste eccezioni c’è appunto quella sui proventi da attività di lavoro (articolo 324 comma 3 del codice civile).

Questo vuol dire che sulle somme percepite dal minore il genitore non solo non può utilizzarle, ma non può tenere per sé neanche eventuali interessi maturati. Inoltre se con i frutti del lavoro il figlio viene autorizzato all’acquisto di un bene, ad esempio un immobile, ai genitori non spettano neanche i frutti sul bene acquistato, ad esempio un eventuale canone di locazione.

Vi possono essere però delle eccezioni, ad esempio se il figlio minorenne ha particolari esigenze, ad esempio deve sottoporsi a cure, i genitori possono chiedere al tribunale l’autorizzazione all’uso del denaro del minore. Il giudice darà tale autorizzazione solo nel caso in cui, valutate tutte le circostanze, riterrà che l’uso sia nell’interesse del figlio. Facciamo il caso del figlio minore che lavora nel campo della pubblicità, abbia guadagnato dei soldi e manifesti il desiderio di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica, il genitore per usare i soldi del minore dovrà rivolgersi al giudice che potrebbe ritenere tale spesa non nell’interesse del minore.

Per un intervento di chirurgia estetica pagato dai genitori con i propri fondi, invece non serve rivolgersi al giudice, basta il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale.

 

Riapertura termini concorsi ACI: iscriviti fino al 29 novembre

L’ACI nel 2019 aveva provveduto alla pubblicazione di due bandi di concorso, nel frattempo la pandemia ha rallentato le operazioni e ci sono state nuove normative inerenti proprio i concorsi e le loro modalità di svolgimento. Ora c’è una nuova opportunità, infatti i termini per l’iscrizione ai concorsi ACI sono stati riaperti e di conseguenza, chi inizialmente non aveva presentato la propria candidatura, ora potrà farlo. In vista della riapertura termini concorsi ACI, vediamo quali sono i profili richiesti, entro quando presentare la candidatura e come fare.

Riapertura termini concorsi ACI: profili

La riapertura dei termini concorsi ACI (Automobile Club D’Italia conosciuto perché si occupa delle pratiche per immatricolazione auto e veicoli a motore nel registro pubblico, per tutte le modifiche inerenti la proprietà e per la riscossione del bollo auto) ha ad oggetto due profili:

  • Categoria C, si ricercano figure con profilo amministrativo da inquadrare nell’area economica C1. Si tratta in totale di 235 posti di cui il 30% riservati al personale di ruolo. Le sedi disponibili sono dislocate su tutto il territorio italiano;
  • Categoria B, anche in questo caso il profilo è amministrativo con inquadramento economico B1 e riserva del 50% a personale di ruolo.

In entrambi i casi i vincitori avranno la possibilità di essere assunti con contratto a tempo indeterminato. Con la riapertura dei termini concorsi ACI si potranno inviare le candidature dal 30 ottobre 2021 al 29 novembre 2021 alle ore 11:59.

Chi ha già presentato la domanda nel rispetto delle vecchie scadenze, non dovrà presentarla nuovamente.

Riapertura termini concorsi ACI: requisiti e come iscriversi

Per potersi iscrivere ai concorsi, oltre ai vari requisiti richiesti in genere per i concorsi pubblici, è necessario per la categoria C essere in possesso della laurea specialistica, magistrale o laurea vecchio ordinamento. Non sono richieste particolari facoltà, quindi chiunque sia in possesso di una laurea può partecipare al concorso. Il bando può essere reperito qui http://www.aci.it/laci/la-federazione/amministrazione-trasparente/archiviofile/aci/utente2291/bando%20area%20C%202021%20-%20ripertura%20termini.pdf

Per la categoria B, il titolo di accesso è il diploma di scuola secondaria di secondo grado. Anche in questo caso non è richiesto un indirizzo specifico. Il bando può essere letto qui http://www.aci.it/laci/la-federazione/amministrazione-trasparente/archiviofile/aci/utente2291/bando%20AREA%20B%202021%20-%20riapertura%20termini.pdf

La domanda deve essere presentata telematicamente attraverso la pagina https://concorsi.aci.it/concorso/8/login

Come si svolgeranno le prove

Con la riapertura dei termini concorsi ACI ci sono ulteriori novità, in particolare è stata modificata anche la procedura del concorso, infatti la prova preselettiva è stata eliminata. Inoltre non sarà pubblicata alcuna banca dati ufficiale. Il concorso prevede il superamento di una prova scritta in cui il candidato dovrà riportare un punteggio minimo di 21/30 e una prova orale. La prima prova è un questionario a risposta multipla e sarà svolta con l’utilizzo di strumenti informatici e digitali.

Entrambe le prove avranno ad oggetto le materie di concorso.

I candidati per conoscere le date delle prove e le sedi in cui saranno svolte dovranno attendere la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale “Concorsi ed Esami” del giorno 4 gennaio 2022. Tale pubblicazione vale come convocazione ufficiale. L’avviso sarà pubblicato anche sul sito istituzionale dell’ente.

Tutte le prove si terranno a Roma.

Materie oggetto di concorso

Per il concorso in categoria B le prove verteranno su elementi di diritto amministrativo con particolare attenzione alla disciplina del lavoro pubblico e al procedimento amministrativo. La prova inoltre verterà su elementi di diritto civile e in particolari, contratti, obbligazioni, diritti reali di garanzia e disciplina dei beni mobili registrati. La prova prevede quesiti per valutare la conoscenza di elementi di informatica e inglese, inoltre nel questionario a risposta multipla ci saranno domande di cultura generale e quesiti psicoattitudinali.

Per la categoria C il questionario verterà su diritto amministrativo con le stesse peculiarità viste per la categoria B e diritto civile con riferimento in particolare alle materie già viste per la categoria B.

La prova sarà formata da 100 quesiti da risolvere in 60 minuti.